Vera
felicità
- Oggi si prospetta una
giornata soleggiata non credete? – chiese un uomo dai fulvi capelli ai
due giovani dietro di lui.
- Sì, credo tu
abbia ragione Shanks-san – assentì il biondino dietro di lui.
Zoro, l’altro
giovane, non rispose ma con un cenno del capo annuì.
I tre uomini camminavano
nel parco di Edo, i delicati petali del fiore di ciliegio cadevano dagli
alberi, rendendolo ancora più bello del solito. Shanks, l’uomo dai
capelli rossi, portava in spalla una bottiglia di sakè e guardava
sorridente il cielo. Il giorno prima aveva piovuto quasi tutta la giornata,
mentre quel giorno le nuvole sembravano essersi dissipate lasciando il posto al
sole.
Il biondino, Sanji, stava
fumando l’ennesimo Kiseru, ammirando anche lui
il cielo.
Zoro camminava con sguardo
assorto, legate alla cintola del suo kimono vi erano le sue tre spade, da cui
lui non si separava mai, era infatti un eccelso spadaccino.
- Sono rimasto stupito
dell’invito di Zef, sai Sanji? – disse Shanks.
- Lei è un
carissimo amico per Zef –
- Come lui lo è per
me -
Shanks era il feudatario
più importante e facoltoso a Edo, aveva moltissime conoscenze e un
ottimo rapporto con l’imperatore. Sanji era un aiutante di Zef, un ottimo
cuoco che gestiva la locanda “Il Piede rosso”, Shanks era stato
invitato a pranzo insieme ai suoi samurai: Zoro e Rufy, un altro samurai che in
quel momento non era con loro. Era partito prima infatti e probabilmente era
già arrivato da Zef. Rufy portava un codino ed aveva sempre fame; era
però un bravissimo combattente, fedele a Shanks e pronto a sacrificare
la vita per lui in qualunque momento, come Zoro del resto.
Shanks per ringraziare
dell’invito stava portando una bottiglia di sakè. Abitando vicino
alla locanda, bastava soltanto attraversare il parco per arrivare lì.
Infatti, dopo pochi minuti arrivarono alla porta della locanda. Davanti alla
porta vi era Rufy, che avendoli preceduti, li stava aspettando per poter andare
da Zef.
Shanks lo salutò,
quindi si avvicinò alla porta e bussò due volte. La porta venne
aperta da un arzillo anziano che guardava allegro i tre ospiti.
- Buongiorno! Shanks,
vecchio mio come stai? Zoro, Rufy, sempre in forma vero? – chiese Zef.
Zoro e Rufy annuirono,
mentre Shanks rispondeva: - Buongiorno Zef! Che tu possa passare una lieta
giornata; per ringraziarti del tuo invito ti ho portato un piccolo pensiero
che, spero, sia di tuo gradimento – Shanks diede la bottiglia di
sakè a Zef che l’accettò volentieri, poi si inchinò.
Zoro e Rufy si inchinarono
davanti a Zef, lui ricambiò il tradizionale saluto a tutti e tre.
- Grazie Shanks, lo
apprezzo molto – e li invitò ad entrare in casa.
Shanks, Zoro, Rufy e Sanji
entrarono e si diressero alla cucina, guidati da Zef.
Shanks si sedette con Zoro
e Rufy in attesa del prelibato cibo di Zef, che era infatti un ottimo cuoco.
Sanji andò dietro il bancone per aiutare Zef a cucinare. Infatti Sanji
aveva imparato a cucinare bene proprio da Zef e lo aiutava moltissimo nella
locanda. Anche perché sentiva una specie di debito verso di lui, infatti
Zef aveva salvato la vita a Sanji quando lui era ancora bambino e da allora tra
i due si era creato un rapporto molto bello, quasi paterno da parte di Zef.
Zef servì a tutti e
tre dell’ottimo cibo, per poi girarsi e cucinare il resto. Rufy fece il
bis tre volte e alla quarta portata sembrava avere ancora fame, infatti appena
finì la ciotola subito la spostò verso Zef per farsi servire
ancora altro cibo. Zef e Sanji lo guardarono esasperati, però riempirono
nuovamente la ciotola.
- Rufy! Adesso basta,
ringrazia Zef per quanto ti ha fatto mangiare! – disse Shanks sollevando
un piede, per colpire in testa Rufy.
- Scusa Shanks-san, ma non
è colpa mia se ho sempre fame – rispose ridendo ma continuando a
mangiare.
Zoro borbottò,
finendo il suo pranzo. Shanks e Rufy finirono poco dopo di lui.
- Grazie mille Zef, come
al solito era tutto buonissimo! Sei sicuro che non vuoi che ti paghi i piatti
di Rufy? – chiese Shanks.
- No Shanks. Siete stati
miei ospiti, non devi pagare nulla – rispose Zef sorridendo.
- Senti che ne dici se
proviamo quel sakè che mi hai gentilmente regalato? – propose Zef
stappando la bottiglia di sakè.
- Dico che è
un’ottima idea –
- Bene, voi ne volete
ragazzi? –
I tre declinarono
l’offerta, quindi Zef servì il sakè a Shanks e per
sé, brindarono e bevvero il forte liquore.
- Allora Shanks, ci sono
novità al castello? Notizie importanti dall’imperatore? –
- A dire la verità
sì, c’è una novità che mi è stata comunicata
poco tempo fa. L’imperatore ha deciso a chi andrà in sposa sua
figlia, la principessa Bibi! Puoi ben immaginare quante proposte di matrimonio
siano arrivate alla principessa da tutti i paesi, ebbene l’imperatore e
la principessa hanno deciso chi sarà lo sposo: è il giovane
figlio del feudatario più importante di Kyoto! –
- Oh bene! Finalmente si
sono decisi, ricordo benissimo il fermento che si era creato qui quando
l’imperatore aveva dichiarato che sua figlia era pronta a prendere
marito. La città sembrava essere impazzita –
- Ricordo, ricordo.
Inoltre l’imperatore mi ha comunicato che intende far andare la
principessa a Kyoto per incontrarsi con il giovane prima delle nozze, e mi ha
chiesto di scortarla, insieme ai miei samurai, fino a Kyoto. L’imperatore
teme sempre per l’incolumità di sua figlia, ha paura che possano
rapirla o farle del male, quindi la scorterò fino a Kyoto. La
principessa deve incontrarsi con il futuro sposo e da quest’incontro
dipenderà o no la riuscita del matrimonio. Se alla principessa non
piacesse il giovane il matrimonio verrebbe annullato! –
- Beh, la principessa
è un personaggio importante, credo che l’imperatore faccia bene ad
affidarla alla tua protezione, nessuno meglio di te e dei tuoi samurai potrebbe
proteggerla. Per il matrimonio, si vedrà –
- Grazie Zef. Pensa che
non dovrò neanche seguire la strada principale che porta a Kyoto,
l’imperatore teme un assalto e quindi prenderò una strada diversa;
purtroppo non posso dirti quale perché devo mantenere l’assoluto
segreto su questo. L’imperatore mi ha disegnato il percorso su un foglio
che tengo al sicuro nel mio castello, nessuno deve entrare a conoscenza sul
percorso che faremo -
- Capisco, quando
partirai? –
- Tra qualche settimana,
purtroppo non so con esattezza quando tornerò, ma non penso che
sarà molto presto –
- Certo –
assentì Zef.
- Ora andiamo, grazie
ancora per il pranzo e per la chiacchierata. Come sempre ti pregherei di tenere
per te quello che ti dico, soprattutto quello che ti ho detto oggi –
- Tranquillo Shanks.
Arrivederci ragazzi e buon viaggio –
Rufy e Zoro salutarono e
poi seguirono Shanks fuori dalla locanda. Si incamminarono verso il castello di
Shanks in silenzio.
Arrivati alla grande
tenuta di Shanks, alla porta vi era affacciata una donna. Aveva i capelli verdi,
era magra e molto carina. I suoi vispi occhi marroni guardavano i tre con
disappunto. Loro ricambiarono l’occhiata confusi, poi Shanks si
battè una mano sulla fronte.
- Makino, perdonaci! Mi
ero dimenticato di dirti che avrei pranzato da Zef, scusami – disse
Shanks dispiaciuto, comprendendo la causa della sua rabbia: Makino era la cuoca
più brava al servizio di Shanks ed era lei che cucinava per Shanks e per
i due samurai. Gli altri cuochi cucinavano per gli artigiani, contadini, e per
gli altri samurai, ma era lei a preoccuparsi del cibo del feudatario.
- Ho cucinato! Ho aspettato!
Avevo iniziato perfino a preoccuparmi, visto che neanche Rufy era venuto a
mangiare, credevo che foste usciti per una semplice - e breve! - passeggiata
nel parco! –
- Ti prego, scusaci Makino
–
Makino borbottò,
poi però sorrise. Si era veramente preoccupata per loro ed era contenta
che stessero bene. Shanks era il migliore feudatario che un servo potesse
sperare di avere, non aveva un atteggiamento superbo ed altezzoso come tutti
gli altri feudatari verso i loro servi. Anzi era sempre ben disposto verso
tutti, pretendeva il meglio però lo faceva con dolcezza, era severo e
pronto a punire chi sbagliava ma non giudicava nessuno alla prima occhiata, le
sue punizioni erano sempre giuste e misurate, non erano mai eccessive come
quelle di altri che, sapendo che loro erano solo
servi, calcavano la mano. Si scusava lui personalmente se era in torto e non
faceva ricadere la colpa sui servi.
Non viveva malcontento e
tutti provavano affetto verso il loro feudatario.
Makino, poi, era ancora più
legata a Shanks e ai suoi due samurai più forti.
Shanks, seguito da Rufy e
Zoro entrò nel castello e si diresse verso lo studio, chiedendo di non
essere disturbato. Rufy andò verso il suo alloggio, preparò il
suo futon* e si addormentò di colpo, cominciando a russare. Zoro andò
in giardino e prese ad esercitarsi con le sue spade.
La giornata passò
velocemente, quando il sole cominciò a tramontare Makino preparò la
cena e richiamò tutti per mangiare. Rufy fu il primo ad accorrere, poi
di seguito arrivarono anche gli altri. Tutti mangiarono con appetito gli ottimi
piatti di Makino. Poi, dopo che Makino uscì dalla stanza, Shanks
informò i due del viaggio con la principessa Bibi.
- Bene, ragazzi: come
sapete dobbiamo scortare la nostra principessa a Kyoto, l’imperatore
vuole che seguiamo una strada alternativa e non la via principale che collega
Edo e Kyoto. Mi ha illustrato la strada che tengo ben nascosta nel mio studio.
Non vi mostrerò quel foglio prima del giorno della partenza -
- Non ti fidi di noi
Shanks-san? – domandò ingenuamente Rufy.
- Certo che mi fido e
moltissimo pure, ma è meglio così –
- L’imperatore ti ha
vietato di mostrare il percorso, giusto? – chiese Zoro sapendo già
la risposta.
- Esatto Zoro,
precisamente – confermò Shanks.
- Quanto staremo via
Shanks-san? – chiese Zoro.
- Non lo so, so che
partiremo fra qualche settimana, ma la data del ritorno mi è oscura.
Potremmo tornare tra un mese come fra tre –
- Ma perché andremo
in così pochi? Di solito manda interi gruppi di guerrieri per sua figlia
–
- Il percorso deve
rimanere segreto e avrebbero dato troppo nell’occhio i tanti guerrieri
dell’imperatore -
- Capisco, beh io vado a
dormire, buonanotte Shanks-san, ciao Rufy –
- Buonanotte Zoro –
- Ciao! –
urlò Rufy.
Dopo Zoro anche Rufy
tornò nel suo alloggio vicino quello di Zoro. Shanks salì le
scale per arrivare alla sua sontuosa camera, che era ovviamente la più
grande del castello. Zoro accese una candela e cominciò a lucidare le
sue tre spade, lo faceva sempre prima di addormentarsi, era rilassante per lui
e lo faceva sentire pronto per scattare a qualsiasi pericolo. Zoro teneva
moltissimo alle sue spade, erano parte di lui, e non se ne separava mai. Dopo
che ebbe finito, spense la candela con un soffio e si addormentò sul suo
futon.
Dopo qualche ora un rumore
lo svegliò di soprassalto, scattò dal letto e si mise seduto. Era
certo di aver sentito un rumore e non uno di quelli provocati dal vento o dagli
animali notturni.
E dopo qualche secondo ne
fu sicuro perché ne udì un altro simile al primo.
“E’ entrato un
ladro! E se l’udito non mi inganna, sono certo che sia nello studio di
Shanks-san” pensò mentre prendeva le sue spade e camminava verso
lo studio di Shanks.
Si fermò dietro la
porta e sentì dei piccoli rumori provenire da dentro, un rumore di
cassetti che si aprivano e fogli che venivano sfogliati, inoltre si vedeva la
debole luce di una candela all’interno. Tendendo una mano sulle spade,
aprì la porta e fece un passo dentro la stanza.
Appena entrò non
fece in tempo a guardare che la luce fu spenta e si ritrovò immerso nel
buio.
Improvvisamente
avvertì un intenso bruciore alla guancia sinistra, vi portò una
mano e sentì il sangue che fluiva dalla ferita. Capì che il ladro
gli aveva tirato qualcosa di affilato che gli aveva provocato un taglio nella
guancia. La stanza era immersa nel buio e Zoro non vedeva nulla, poi un raggio
di luna investì completamente la stanza e la illuminò per un
istante, Zoro vide due occhi marroni che lo guardavano e scattò subito
verso la figura che stava scappando dalla finestra, la buttò a terra
tenendogli la testa e puntò la spada vicino alla sua testa,
inchiodandola a terra. La figura cominciò ad urlare e tutti nel castello
si svegliarono. Shanks accese immediatamente una candela e si diresse verso il
suo studio, anche Rufy scattò e si diresse verso la fonte delle urla.
Shanks, arrivato,
illuminò la stanza e Zoro si sorprese non poco quando vide che il ladro
era una ladra. Una donna con intensi
capelli arancioni lo fissava adirata, dimenandosi sotto di lui come
un’ossessa.
- Lasciami bastardo!
Lasciami! -
- Zoro cosa succede?! –
esclamò Rufy guardando la strana scena.
Zoro si alzò e fece
alzare la donna, chiuse la finestra dalla quale era entrata e guardò la
donna.
Era una bellissima donna,
il viso era incorniciato dai capelli arancioni, gli occhi marroni emettevano
scintille di rabbia, le labbra rosse e piene si muovevano senza sosta. Era
magra e formosa, indossava un aderente abito nero, che faceva risaltare ancora
di più il suo splendido fisico.
- Chi sei? Cosa sei venuta
a rubare? -
La ladra non rispose.
- Lasciatemi andare, non
verrò più a rubare nel vostro castello, ma ora lasciatemi -
E aveva un carattere molto
grintoso, non si lasciava sottomettere facilmente.
- Non posso lasciarti
andare. E il motivo è che mi devi dire perché sei venuta a rubare
proprio in questa stanza – le disse Shanks fissandola.
- E’ capitato per
caso. Perché è una stanza particolare? –
- Non fare la finta tonta.
Conosci bene questa stanza, sai cos’è. In questa stanza i ladri
non entrano, a meno che non cerchino qualcosa proprio qui dentro –
La donna non seppe come
replicare, quello che diceva Shanks corrispondeva a pura verità. Lo
studio era situato in un’ala del castello cui era molto più
difficile entrare rispetto ad altre stanze, quindi un ladro che voleva rubare
soldi o gioielli non sarebbe mai entrato in quella per caso.
- Se prometti di dirmi la
verità non ti farò alcun male e ti lascerò andare –
promise Shanks.
Lei tacque e non sembrava
voler rispondere alla domanda di Shanks.
- Va bene, non vuoi collaborare.
Per ora non ti chiederò più niente. Per favore Rufy, chiamami
Makino -
Rufy assentì e
chiamò Makino che arrivò subito.
- Problemi Shanks-san?
– disse guardando la donna.
- Sì, la ragazza
non vuole collaborare – Shanks si passò una mano sul viso stancamente
– per favore, controlla se ha altre armi addosso, noi usciamo –
Zoro, prima di uscire,
prese l’arma che lo aveva graffiato alla guancia: era un piccolo pugnale.
Lo mostrò a Shanks che lo prese. Makino annuì alla richiesta di
Shanks e quando tutti uscirono dalla stanza controllò la donna per bene.
Non sembrava avere altri armi addosso.
- Gentile il vostro
padrone a farmi controllare da una donna – borbottò la ladra
fissando Makino.
- Già, lo so.
Shanks-san è unico, non esiste un altro feudatario buono quanto lui
–
- Lo ammiri molto –
constatò la donna.
- Sì, perché
non è superbo solo perché è il padrone, non ci tratta con
arroganza e superiorità, è buono. Bene, non hai armi addosso. Ma
questo tu lo sapevi già – concluse Makino.
Shanks rientrò
insieme agli altri quando li chiamò Makino, chiese un’altra volta
alla donna se voleva rivelare cosa cercava in quella stanza, ma lei
continuò a tacere. Shanks allora decise di continuare a discutere il
mattino dopo, e dopo essersi brevemente consultato con tutti, disse alla donna:
- Allora, di norma dovrei richiuderti in prigione e interrogarti nuovamente
domani mattina. Ma non lo farò, perché sei una donna,
perché sono esausto e perché non voglio farti trascorrere la
nottata in prigione. Dormirai nella stanza con Makino, che ti controllerà
a vista e non ti farà fuggire –
La ladra guardò
Makino con sguardo di superiorità. Shanks se ne accorse.
- Vuoi un consiglio? Non
sottovalutarla, non tentare neanche di scappare. Domani mattina riprenderemo la
nostra discussione. Buonanotte a tutti – Shanks salutò tutti e si
diresse nuovamente verso la sua stanza; dopo di lui se ne andarono tutti.
Makino fece strada alla
giovane che si guardava intorno con aria fintamente sicura, Makino aveva
intuito che era turbata e che non aveva intenti malvagi. Arrivati nella stanza,
le preparò il futon.
- Posso dormire per terra,
non c’è bisogno – disse lei indicando il futon.
- Ormai l’ho
preparato e credo che un materasso sia più morbido del pavimento –
Non rispose ma sorrise
leggermente a Makino. Quella donna le piaceva, le dava una piacevole sensazione
di affetto.
- Senti mi potresti dire
il tuo nome? Almeno se non vuoi dirmi quello vero, dimmi un nome, non so come
chiamarti! – sbottò Makino.
- Nami, mi chiamo Nami
–
- Io sono Makino. Ora
dormiamo, credo che tu sia stanca anche più di me – le disse
Makino dolcemente.
Makino si avvicinò
al proprio futon, e si accinse a spegnere la candela guardando Nami in attesa
di una risposta. Questa annuì e il buio calò nella stanza. Nami
aveva rinunciato in partenza a fuggire, dopo il discorso di Shanks aveva capito
che Makino era molto meno innocua di quanto potesse sembrare. Inoltre non
voleva fuggire, anche se sapeva che avrebbe dovuto. Non voleva scappare da
quelle persone che l’avevano trattata con tanto garbo, pur avendola sorpresa
in flagrante a rubare. Avrebbero potuto ucciderla,
avrebbero potuto sbatterla in una cella al freddo e al gelo, eppure le avevano
addirittura dato un letto in cui dormire.
“Forse aveva ragione
Makino quando diceva che in questo castello vivono persone uniche” e con
questo pensiero il sonno si impadronì di lei facendola profondamente
addormentare.
Il canto del gallo
destò quasi tutta l’abitazione del castello. Servi, cuochi,
artigiani, contadini iniziarono a girare per il castello intenti a svolgere i
doveri mattutini. Dalle cucine cominciarono i rumori di pentole sbattute, di
cuoche che preparavano la colazione. Makino si svegliò appena
sentì il canto del gallo, guardò verso Nami e sorrise leggermente.
Nami non aveva tentato di fuggire, non ci aveva neanche provato. Quella ragazza
le piaceva e anche se sapeva che era una ladra, che chissà cosa voleva
rubare nello studio di Shanks-san, non poteva fare a meno di provare simpatia
per lei. Il canto del gallo non l’aveva svegliata, forse dove abitava lei
lo sentiva di rado. Un lieve bussare la distrasse dai suoi pensieri.
- Chi è? –
chiese con voce leggera per non svegliare Nami.
- Sono Shanks, posso
entrare? –
Makino arrossì
leggermente, si alzò dal letto velocemente, si dette una veloce
sistemata e poi rispose: - Certo che può entrare, signore –
Shanks aprì la
porta e guardò verso Nami, per poi volgere lo sguardo verso Makino.
- Tutto bene Makino? Ha
tentato di scappare? -
- No Shanks-san, tutto
bene. Non ha neanche tentato, credo che fosse molto stanca –
- Le hai preparato un
letto – constatò Shanks.
- Sì, anche se
è una ladra, a me… sta simpatica. Non ce l’avrei mai fatta a
farla dormire per terra – disse Makino esitante.
- Sei così buona
Makino, davvero –
Makino arrossì ancora
di più. Non era abituata a ricevere complimenti, soprattutto da Shanks.
- G…Grazie… -
restò come in attesa, sembrava che volesse dire qualcos’altro ma
che non trovasse le parole.
- Ora verrà Zoro a
darti il cambio finché non si sveglia, d’accordo? –
- Ma per me non è
un problema – disse Makino.
- Ma vorrai fare
colazione, non fare storie –
- D’accordo –
acconsentì infine Makino.
Zoro arrivò pochi
minuti dopo, Makino e Shanks lasciarono quindi la stanza. Zoro guardò la
ragazza dormire ed uno strano senso di tenerezza lo avvolse. Tuttavia non
poteva provare tenerezza per una ladra (anche se era la più bella che
avesse mai visto), non doveva e non poteva. Sarebbe stato semplicemente
assurdo. Eppure…
Nami si girò nel
sonno, stava per svegliarsi. Aprì piano gli occhi nocciola per non
essere accecata dalla luce, e dopo che si fu abituata, li aprì
completamente. Li sbattè, non capendo subito dove si trovasse, poi
ricordò e si fece seria. Non si era accorta della presenza di Zoro
quando si alzò e quando lo vide urlò.
- Cosa ci fai tu qui?!
Dov’è Makino? -
- Ehi, ehi calma ladra!
Sono venuto per controllarti, in caso ti venisse la brillante idea di fuggire!
E Makino è andata a preparare la colazione –
Nami si calmò,
nonostante continuasse a guardare male Zoro, ricordando la loro
“discussione” della sera prima. Lui le lanciò un kimono rosa
decorato con qualche fiore celeste.
- Ha detto Makino di
cambiarti con questo -
- Grazie –
borbottò seccata Nami ed aspettò che Zoro uscisse, ma lui restava
fermo dov’era.
- Te ne potresti andare?
Oppure vuoi che mi cambi davanti a te? Per me non è un problema –
e stava cominciando a sfilarsi l’abito, quando Zoro arrossì e
uscì velocemente dalla stanza.
Nami rise e poi mise il
kimono rosa, che le stava benissimo. Uscì dalla stanza ed, accompagnata
da Zoro, andò nel salone dove si trovava Shanks. Shanks invitò
entrambi a sedersi e poi cominciarono a parlare. Makino servì a tutti la
colazione, anche a Nami, con grande stupore di quest’ultima.
- Allora, Makino mi ha
detto che ti chiami Nami, è giusto? - iniziò Shanks.
- Esatto –
- Nami, chi ti ha mandato
a rubare nel mio castello? E soprattutto cosa dovevi rubare? –
Nami non rispose. Non
sapeva se poteva davvero fidarsi di quelle persone.
- Forza Nami! Ti abbiamo
trattata bene, quasi al livello di un’ospite, e sappi che finché
non mi dirai la verità ti tratterrò qui -
- Io non posso dirvi
nulla, credetemi. Se lui venisse a
sapere che li ho traditi… potrebbe anche andare fuori di testa e voi
sareste in pericolo –
- Noi non temiamo niente e
nessuno! – gridò Rufy alzandosi in piedi.
- E’ pericoloso per
me e per voi – insisté Nami.
- Nami. Tu non
preoccuparti di noi, devi dirci tutto. Non permetterò che nessuno ti
faccia del male. Anche se ho già una vaga idea di chi ci sia dietro
tutto questo –
- Va bene, però
voi… non dite in giro quello che vi dirò e poi dopo che
dirò tutto dovrete lasciarmi andare! –
- Va bene Nami, ora
racconta –
Nami fece un profondo
respiro, poi cominciò a raccontare.
- Io sono una schiava al
servizio del feudatario Arlong. Lui è un tiranno della peggior specie, i
servi sono feccia per lui. E’ un uomo orribile, dominato solo
dall’avidità e dalla bramosia di potere. Lui vorrebbe diventare
imperatore e, quindi, è diventato un falso amico per l’imperatore.
Lui vi odia Shanks-san, perché se non ci foste voi, lui sarebbe il
feudatario più facoltoso e vicino all’imperatore -
- Avevo sentito di questo
Arlong, sentivo che stava acquistando prestigio e potere rapidamente –
disse Shanks interrompendo Nami.
- Con metodi non propriamente
corretti. Comunque, io purtroppo sono sua schiava e sono un’abile ladra,
la migliore che lui ha. Lo sono diventata a causa sua, mi ha fatto addestrare
fin da piccola da altri criminali, ed io non potevo, non posso, far altro che ubbidirgli. Dovete sapere che è
circondato da guerrieri forti e spietati, da samurai che non ci mettono neanche
un secondo a togliere la vita a chi intralcia i piani di Arlong. Io non so come
abbia fatto, ma ha scoperto che voi scorterete la principessa Bibi a Kyoto, seguendo
un percorso diverso dal sentiero principale –
Rufy e Zoro guardarono
Nami basiti, mentre Shanks sospirava.
- E mi ha ordinato di
trovare il percorso che avreste seguito, mi ha detto che sicuramente era
nascosto in quella stanza, di trovarlo e portaglielo. Non so altro –
concluse Nami abbassando lo sguardo.
Shanks sospirò
nuovamente, mentre nel salone regnava il silenzio assoluto.
- Pensavo a qualcosa del
genere. Ero sicuro che fossi venuta a rubare il percorso, fortunatamente
l’avevo nascosto altrove. Arlong… chissà perché
voleva il percorso -
Nami si alzò dalla
sedia: - Per favore, ora lasciatemi andare. Devo tornare da Arlong, vi prego
–
Rufy allora disse: - Non
possiamo lasciarla andare, Shanks! Ragiona Nami, se è terribile come
dici, cosa ti farà quando tornerai da lui senza mappa? –
- Probabilmente mi
picchierà ma non mi ucciderà, lui ha bisogno di me – disse
Nami esitante, non era neanche lei tanto sicura alla fine, Arlong avrebbe
potuto benissimo ucciderla.
- Shanks, non possiamo
lasciarla! – continuò Rufy.
Shanks non rispose e Nami
guardava tutti speranzosi, erano le prime persone a preoccuparsi veramente per
lei. Non sarebbe voluta tornare da Arlong, sapeva benissimo che l’avrebbe
torturata; oltretutto era stata via tutta la notte, lui avrebbe voluto di certo
sapere perché, anche se aveva fallito il colpo, non era tornata subito.
E quando lei gli avrebbe inventato qualunque scusa lui l’avrebbe
picchiata ancora di più. E, se fosse stato stanco di lei,
l’avrebbe uccisa. Gemette e rabbrividì al pensiero del dolore che
l’attendeva.
- Come possiamo fare? Nami
è una schiava di Arlong, è di sua proprietà. Se la tengo
qui, verrà a reclamarla e io non potrò fare altro che consegnarla
a lui – disse Shanks disgustato dal suo stesso discorso, odiava
considerare le persone come degli oggetti.
- Potremmo denunciare
pubblicamente Nami – dichiarò Zoro attirando su di sé gli
sguardi sorpresi di tutti.
- Fatemi finire. Spargiamo
la voce che una ladra è entrata nel castello e che l’abbiamo
sorpresa e punita. Poi che voi, Shanks-san, vedendo la giovane età della
ladra e il suo pentimento, l’abbiate graziata e presa come cuoca al
castello –
- Ma Arlong? –
chiese Nami che non voleva illudersi di poter finalmente cambiare vita.
- Non credo che
vorrà che tutti sappiano che aveva in casa una ladra, sai che figura ci
farebbe? – rispose Zoro increspando le labbra, il piano sembrava
perfetto.
- A meno che tu,
ovviamente, non preferisca tornare da Arlong – riprese Zoro guardando
Nami.
Lei quasi si
spaventò a quella domanda e rispose subito un “No, certo che
no!”.
Shanks e Rufy sorrisero,
quella di Zoro era un’ottima idea e poteva funzionare benissimo.
Ed infatti funzionò
a meraviglia. Nami si stabilì al castello, condividendo la stanza con
Makino, con cui era diventata subito amica. La aiutava in cucina, diventando la
sua assistente personale ed apprendendo i segreti dell’arte culinaria.
Ben presto arrivò la data della partenza insieme alla principessa Bibi.
Shanks aveva deciso di portare anche Nami insieme a Rufy e Zoro. Nami oltre ad
essere un’esperta ladra, aveva un senso dell’orientamento
incredibile e nel caso remoto che si fossero persi, il suo aiuto sarebbe stato
molto utile. Nami, alla proposta di Shanks di seguirli, aveva accettato con
piacere. Lei era felicissima di abitare in quel castello, per la prima volta
nella sua vita, si sentiva una persona,
non un oggetto da usare e poi da buttare. Aveva trovato amici, persone che le
volevano bene e che l’avevano accolta ed accettata a braccia aperte. Con
Makino aveva istaurato un bellissimo rapporto, così come con Rufy, un
ragazzo-bambino che la faceva morire dalle risate. Con Zoro c’era un
rapporto un po’ conflittuale, i due si punzecchiano spesso ma si volevano
bene. Nami, il giorno dopo del suo furto, si era scusata con Zoro per il taglio
alla guancia che gli aveva fatto lanciandogli il pugnale e lui (borbottando)
aveva accettato le scuse. Di Arlong non si ebbe nessuna notizia, non venne mai
a reclamare Nami. Il suo prestigio ci avrebbe rimesso troppo, mentre quello di
Shanks era cresciuto ancora di più, per la sua magnanimità.
Il giorno della partenza
arrivò presto. Shanks insieme ai tre, partì di buon’ora dal
suo castello per andare alla sede imperiale per prelevare la principessa.
Salutò tutti e affidò la gestione di tutto a Makino, che era
molto triste per la partenza di Shanks.
Arrivati
dall’imperatore furono ricevuti nella sala del trono. L’imperatore
Cobra, a dispetto del suo nome, era molto saggio e aveva come primo interesse
la felicità e il benestare del suo popolo. Inoltre era un padre
premuroso e molto protettivo. Dopo che ebbe augurato buon viaggio a tutti e
raccomandato la protezione di sua figlia, la principessa Bibi li seguì
nella carrozza. Era una splendida donna, aveva i capelli azzurri e degli occhi
neri molto profondi, era felice di poter partire per conoscere finalmente il
suo futuro sposo di persona. Si accomodò nell’accogliente carrozza
e quindi si iniziò il viaggio che sarebbe stato lungo, anche se
procedevano a passo veloce.
Appena usciti da Edo,
Shanks consegnò la mappa del percorso a Nami che diede quindi le
istruzioni a Rufy e Zoro, che guidavano la carrozza. Si allontanarono da Edo e
verso l’imbrunire si fermarono per far riposare i cavalli. Shanks decise
di riprendere il viaggio il mattino dopo, era troppo rischioso viaggiare di
notte. Bibi avrebbe dormito nella carrozza, e, a turni, sarebbe stata
costantemente controllata. La notte passò velocemente, gli unici rumori
che sentirono furono il sibilare del vento e i versi degli animali notturni. All’alba
ripresero il viaggio.
Verso metà mattina
però vi fu un imprevisto: furono attaccati. Davanti alla carrozza
sbucarono dal bosco alcuni guerrieri che sbarrarono loro la strada. Shanks
ordinò a Nami di restare dentro alla carrozza, per proteggere Bibi che
era molto spaventata. Rufy, Zoro e Shanks affrontarono subito i guerrieri,
erano combattenti molto esperti e non fu facile batterli, anche se alla fine
Shanks, Rufy e Zoro ebbero la meglio. Mentre loro combattevano Nami e Bibi
erano dentro la carrozza, Nami guardava sempre fuori dalle finestrelle per
controllare che non sbucasse fuori qualche guerriero e siccome Bibi che ad un
certo punto la chiamò, non si accorse dell’ombra che scivolava
verso di loro. Questo si avvicinò silenziosamente e nessuno dei tre
guerrieri si accorse di lui, come neanche Nami. Arrivato aprì la porta
della carrozza brandendo una spada nelle mani. Bibi, per lo spavento, non
riuscì neanche ad urlare e Nami si protese verso di lei per proteggerla,
il guerriero tirò Nami verso di sé e la spinse fuori della
carrozza, buttandola a terra. Stava per trafiggerla con la spada, quando la
guardò meglio nel viso. Abbassò la spada sogghignando.
- Ma tu non sei Nami? Ecco
dov’eri finita piccola traditrice! L’avevo detto io ad Arlong che
tu eri troppo furba per farti beccare a rubare! Quindi tutto ciò che
abbiamo sentito erano soltanto menzogne che hai abilmente architettato con
Shanks! Quel feudatario è una vergogna! -
Nami, stupita a quelle
parole, guardò il suo aggressore e poi gridò di stupore.
-
Kuroobi! Allora questo è un’imboscata di Arlong!
Avrei dovuto capirlo subito! -
- Mi hai riconosciuto?
Brava, brava! Ora morirai, i traditori doppiogiochisti come te li ho sempre
odiati! – Kuroobi abbassò la lama, ma un attimo prima di colpirla
lasciò la presa e si accasciò al suolo. Nami vide il sangue
fluire dal suo corpo, macchiando la terra e alzando lo sguardo vide Zoro con la
spada sguainata, la cui punta era leggermente macchiata di sangue.
- Stai bene Nami? Questo
bastardo ti ha fatto del male? – chiese Zoro con sguardo furioso e
preoccupato insieme.
Nami fece cenno di no, si
alzò per controllare la principessa. Dopo che si fu accertata che stesse
bene, guardò Zoro riconoscente e un pochino stupita: non si aspettava
che sarebbe corso a salvarla, non lui.
- Grazie Zoro, se non ci
fossi stato tu… -
Zoro borbottò che
non servivano ringraziamenti e poi tornò verso Shanks e Rufy che stavano
ispezionando i guerrieri sconfitti. Notarono che due erano soltanto svenuti e
non morti, quindi li legarono. Shanks disse che probabilmente era stato un
attacco di briganti, che magari cercavano oro e ricchezze, Nami però
obiettò rivelando lo spiacevole incontro con Kuroobi.
- Quell’uomo che
Zoro ha ucciso si chiamava Kuroobi, era un uomo fedele ad Arlong, ed era
bravissimo nelle arti marziali. Era spietato e ha sempre nutrito rancore verso
di me e stava infatti per uccidermi. Comunque questo dimostra che è
stato Arlong ad ordire l’attentato e sospetto che il suo obiettivo sia la
principessa -
Shanks ascoltò
stupito il racconto di Nami, poi decise di portare con loro i due guerrieri che
erano legati. Appena quelli si fossero svegliati avrebbero chiesto loro
spiegazioni.
Ripresero il viaggio e
alla principessa, per non spaventarla, dissero che erano semplicemente briganti
quelli che li avevano assaliti. Arrivato il buio, come la notte precedente,
sospesero il viaggio e si accamparono. A differenza del giorno prima
però erano più attenti e vigili, perché temevano un altro
attacco che fortunatamente non arrivò. All’alba del terzo giorno
uno dei due briganti si svegliò, urlò vedendosi legato ma alla
fine si calmò e Shanks lo interrogò.
- Bene, finalmente uno dei
due si è svegliato! Ora tu mi racconterai tutto ciò che sai! -
Il guerriero era
impaurito, guardava con paura tutti i presenti, che lo fissavano con
espressione astiosa, poi vide Nami e la riconobbe.
- Nami! Nami! Liberami, ti
prego aiutami! -
Nami si avvicinò a
lui e lo fissò dritto negli occhi.
- Come fai a ricordarti il
mio nome? Io ho scordato il tuo. Comunque questo dimostra che sei un guerriero
al servizio di Arlong, come il tuo amico del resto. Giusto? -
Lui capì che non vi
era alcuna via di scampo, quindi decise di collaborare, magari con un colpo di
fortuna gli avrebbero risparmiato la vita.
- Già, Nami hai
ragione. Io sono un guerriero al servizio del feudatario Arlong! – disse
rivolto a Shanks. – Lui ci ha ordinato di attaccarvi, non appena vi
avessimo trovato. Lui non aveva il vostro percorso e quindi ha mandato molti
gruppi, in varie zone: chi riusciva a trovarvi, doveva attaccarvi, uccidervi
tutti e poi rapire la principessa Bibi -
Tutti i presenti, eccetto
Nami, lo fissarono stupiti. Arlong voleva la principessa, perché mai?
- Perché voleva la
principessa? -
- Non so molto. Subito
dopo averla rapita dovevamo portarla a un capanno vicino ad Edo, dovevamo
lasciarla lì legata ed imbavagliata e qualcuno per qualche giorno sarebbe
dovuto restare lì con lei –
- E dopo la fine di quei
giorni? –
- Non lo so, ve lo giuro.
Dovevamo ricevere istruzioni, nel caso avessimo portato a buon fine il
rapimento –
Shanks chiamò gli
altri e si allontanò dall’uomo.
- Voi che ne pensate? -
- Sono sicura che non
menta. Solo non mi spiego perché rapirla, a meno che… -
- A meno che… cosa?
– la invitò a proseguire Rufy.
Nami restò zitta
qualche secondo, poi urlò: - Ci sono! –
Gli altri la fissarono
straniti e lei si affrettò a spiegare la sua intuizione.
- Arlong cosa vuole
più di tutto? Diventare imperatore, però per ora non può.
Allora diventare il feudatario più importante, più vicino
all’imperatore. Ma ci siete voi, Shanks-san, che rappresentate un
problema, come scavalcarvi? Uccidervi? No, troppo rischioso e poi si potrebbe
sospettare di lui, inoltre l’imperatore non avrebbe comunque maggiore
considerazione per lui. Superarvi di fama e prestigio? Difficile, specie quello
che è successo con me. Quindi doveva fare qualcosa di eroico, di cui
l’imperatore gli sarebbe stato riconoscente a vita, e cosa
c’è di meglio che salvare la vita di sua figlia, la principessa Bibi?
– spiegò Nami convinta di aver scoperto il piano di Arlong.
Shanks e Zoro compresero
la restante parte del piano, ma Rufy disse: - Io non ho capito. Ma prima la fa
rapire e poi la vuole salvare? –
Nami sbuffò e
glielo spiegò: - Il rapimento è un trucco. Gli uomini di Arlong
rapiscono Bibi, la rinchiudono in un posto che solo lui sa, controllandola e
badando che nessuna la scopra. Nel frattempo, a Edo si spargerebbe il
feudatario Shanks è stato ucciso e la principessa Bibi è stata
rapita. Per l’imperatore sarebbe un colpo durissimo, perderebbe il
miglior feudatario e avrebbe sua figlia scomparsa. Arlong allora promette di
ritrovarla, ben sapendo dove si trova, e la libera quindi con altri uomini,
portandola al castello. Arlong è una persona orribile ma è
scaltro, intelligente e questo piano era perfetto. Si sarebbe liberato in un
sol colpo, di voi Shanks e avrebbe ottenuto il riconoscimento
del’imperatore e di sua figlia! –
Rufy annuì e
finalmente capì tutto. In effetti il piano di Arlong, se avesse
funzionato, sarebbe stato perfetto.
- L’unica pecca
è stata sottovalutarvi, Shanks-san. Era sicuro che i suoi uomini vi
avrebbero ucciso – disse Nami sorridendo.
- Ed ecco anche
perché voleva farti rubare la mappa al castello, aveva bisogno del
percorso per fare l’imboscata. Se avesse avuto il percorso, non ce la
saremmo mai cavata: sarebbero stati in troppi. Così erano di meno,
perché aveva dovuto fare molti gruppetti – disse Zoro.
Gli altri annuirono,
quindi decisero di riprendere il viaggio. Appena arrivati a Kyoto, Shanks
avrebbe scritto all’imperatore, informandolo di tutto.
Dopo altri due giorni di
viaggio arrivarono a Kyoto. La città era bellissima, seconda solo ad
Edo. Scortarono subito la principessa dal suo futuro sposo. Il giovane era il
figlio di un importante feudatario di Kyoto, si chiamava Kosa. Bibi e Kosa non
si erano mai visti, ma si erano scritti molte volte ed erano curiosi di
conoscersi a vicenda. Kosa restò folgorato dalla bellezza di Bibi,
quando la vide, e non riuscì a credere che quella sarebbe stata la sua
futura sposa! Oltretutto, se l’avesse sposata, un giorno sarebbe divenuto
imperatore! Ma lui non era un uomo bramoso di potere, e si era promesso che se
non si fosse innamorato della principessa non l’avrebbe sposata. Bibi
pensava le stesse cose, ma non ci fu bisogno di annullare niente: il matrimonio
si sarebbe celebrato, perché i due si erano innamorati.
Shanks, quando erano
arrivati, aveva scritto subito all’imperatore che aveva risposto di
tornare ad Edo il più presto possibile. Riuscirono però, per
impegni della principessa e perché i due giovani non volevano più
separarsi, a tornare ad Edo dopo un mese.
Appena rientrati dovettero
andare immediatamente dall’imperatore. Si presentarono con i due
prigionieri con cui, nel frattempo, Rufy aveva fatto amicizia. Non erano
persone cattive, come Nami, avevano avuto solo la sfortuna di dover servire
Arlong. Shanks raccontò tutto all’imperatore, confermato dai due
prigionieri e raccontò anche la vicenda di Nami. Anche la principessa
Bibi confermò la versione di Shanks. L’imperatore Cobra fece
immediatamente arrestare Arlong, ma lo fece comunque portare al castello, per
ascoltare la sua versione dei fatti. Arlong ovviamente, negò tutto
accusando Shanks di aver ordito questo complotto per sbarazzarsi di lui.
L’imperatore, molto dubbioso della sua innocenza, ascoltò i suoi
servi e scoprì che Arlong era il peggior feudatario che potesse
esistere: tutti lo odiavano e confermarono che lui odiava Shanks e che voleva
diventare imperatore. Cobra allora lo condannò. Arlong protestò
ferocemente, ma non potè fare nulla. Non dopo tutti i crimini che aveva
commesso e quello che voleva commettere. Tutti, al suo palazzo, festeggiarono
per giorni. L’imperatore si scusò con tutti, per non essersi
accorto dei problemi che c’erano al castello e della malvagità di
Arlong.
Shanks ricevette molti
ringraziamenti e l’imperatore gli diede una lauta ricompensa, per la sua
fedeltà e per il suo coraggio. Diede un riconoscimento anche a Zoro,
Nami e Rufy.
La vita, dopo quella
piccola avventura, riprese come sempre. Edo e Kyoto si preparavano per il
grande matrimonio tra la principessa Bibi e il giovane Kosa, cui erano stati,
ovviamente, invitati Shanks con i suoi samurai e Nami. Lei abitava ormai al
castello e non doveva avere più paura di Arlong. Si era avvicinata molto
a Zoro, dopo il salvataggio di lui. Tra le cuoche girava la voce i due stessero
insieme. Lei era ormai felice, aveva trovato una vera famiglia, dove tutti
l’apprezzavano e le regalavano affetto. Aveva spesso ringraziato Shanks e
tutti gli altri e, nella sua mente, ringraziò anche Arlong per averla
mandata a rubare quella mappa, forse senza di quella non avrebbe mai incontrato
quelle persone, quindi neanche la vera felicità.
Finita!!!!!! Spero che la ff sia piaciuta! Lo so che era lunghissima ‘’XD
e credimi non pensavo di farla tanto lunga XD Il titolo è stato una
tortura e non mi piace molto quello che ho scelto, ma non ho saputo trovarne uno migliore ç_ç Una cosa: non mi ricordavo
come si scriveva Kosa, spero di averlo scritto giusto ^^’
Questa ff si è
classificata terza nel contest del Midori Mikan
Note: *futon: sono i
tipici letti giapponesi infatti nelle camere non ci
sono letti ma i futon che si trovano di regola ripiegati nell’armadio. Il
futon è composto dallo shikibuton, un piumino semirigido
che funge da materasso, dal kakebuton che consiste nel piumino vero per
coprirsi e dal mofu, una specie di lenzuolo disposto sotto il kakebuton.
By un sito che parlava di cose giapponesi ù_ù
Baci. Mi raccomando,
commentate ;)
Marty De Nobili.