Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: EclipseOfHeart    13/01/2009    2 recensioni
Un'Au ambientata nel periodo Edo, scritta in occasione di un concorso ^^ Il Giappone si prepara per il matrimonio del secolo, e un misterioso furto avviene in casa del feudatario Shanks. Tutto questo porterà Nami a capire che la vera felicità non è sempre irrangiungibile. ^^
Questa ff si è classificata terza nel contest "Art Fiction" del sito Midori Mikan
Spero vi piaccia ^_^
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Shanks il rosso
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Oggi si prospetta una giornata soleggiata non credete

 

Vera felicità

 

 

- Oggi si prospetta una giornata soleggiata non credete? – chiese un uomo dai fulvi capelli ai due giovani dietro di lui.

- Sì, credo tu abbia ragione Shanks-san – assentì il biondino dietro di lui.

Zoro, l’altro giovane, non rispose ma con un cenno del capo annuì.

I tre uomini camminavano nel parco di Edo, i delicati petali del fiore di ciliegio cadevano dagli alberi, rendendolo ancora più bello del solito. Shanks, l’uomo dai capelli rossi, portava in spalla una bottiglia di sakè e guardava sorridente il cielo. Il giorno prima aveva piovuto quasi tutta la giornata, mentre quel giorno le nuvole sembravano essersi dissipate lasciando il posto al sole.

Il biondino, Sanji, stava fumando l’ennesimo Kiseru, ammirando anche lui il cielo.

Zoro camminava con sguardo assorto, legate alla cintola del suo kimono vi erano le sue tre spade, da cui lui non si separava mai, era infatti un eccelso spadaccino.

- Sono rimasto stupito dell’invito di Zef, sai Sanji? – disse Shanks.

- Lei è un carissimo amico per Zef –

- Come lui lo è per me -

Shanks era il feudatario più importante e facoltoso a Edo, aveva moltissime conoscenze e un ottimo rapporto con l’imperatore. Sanji era un aiutante di Zef, un ottimo cuoco che gestiva la locanda “Il Piede rosso”, Shanks era stato invitato a pranzo insieme ai suoi samurai: Zoro e Rufy, un altro samurai che in quel momento non era con loro. Era partito prima infatti e probabilmente era già arrivato da Zef. Rufy portava un codino ed aveva sempre fame; era però un bravissimo combattente, fedele a Shanks e pronto a sacrificare la vita per lui in qualunque momento, come Zoro del resto.

Shanks per ringraziare dell’invito stava portando una bottiglia di sakè. Abitando vicino alla locanda, bastava soltanto attraversare il parco per arrivare lì. Infatti, dopo pochi minuti arrivarono alla porta della locanda. Davanti alla porta vi era Rufy, che avendoli preceduti, li stava aspettando per poter andare da Zef.

Shanks lo salutò, quindi si avvicinò alla porta e bussò due volte. La porta venne aperta da un arzillo anziano che guardava allegro i tre ospiti.

- Buongiorno! Shanks, vecchio mio come stai? Zoro, Rufy, sempre in forma vero? – chiese Zef.

Zoro e Rufy annuirono, mentre Shanks rispondeva: - Buongiorno Zef! Che tu possa passare una lieta giornata; per ringraziarti del tuo invito ti ho portato un piccolo pensiero che, spero, sia di tuo gradimento – Shanks diede la bottiglia di sakè a Zef che l’accettò volentieri, poi si inchinò.

Zoro e Rufy si inchinarono davanti a Zef, lui ricambiò il tradizionale saluto a tutti e tre.

- Grazie Shanks, lo apprezzo molto – e li invitò ad entrare in casa.

Shanks, Zoro, Rufy e Sanji entrarono e si diressero alla cucina, guidati da Zef.

Shanks si sedette con Zoro e Rufy in attesa del prelibato cibo di Zef, che era infatti un ottimo cuoco. Sanji andò dietro il bancone per aiutare Zef a cucinare. Infatti Sanji aveva imparato a cucinare bene proprio da Zef e lo aiutava moltissimo nella locanda. Anche perché sentiva una specie di debito verso di lui, infatti Zef aveva salvato la vita a Sanji quando lui era ancora bambino e da allora tra i due si era creato un rapporto molto bello, quasi paterno da parte di Zef.

Zef servì a tutti e tre dell’ottimo cibo, per poi girarsi e cucinare il resto. Rufy fece il bis tre volte e alla quarta portata sembrava avere ancora fame, infatti appena finì la ciotola subito la spostò verso Zef per farsi servire ancora altro cibo. Zef e Sanji lo guardarono esasperati, però riempirono nuovamente la ciotola.

- Rufy! Adesso basta, ringrazia Zef per quanto ti ha fatto mangiare! – disse Shanks sollevando un piede, per colpire in testa Rufy.

- Scusa Shanks-san, ma non è colpa mia se ho sempre fame – rispose ridendo ma continuando a mangiare.

Zoro borbottò, finendo il suo pranzo. Shanks e Rufy finirono poco dopo di lui.

- Grazie mille Zef, come al solito era tutto buonissimo! Sei sicuro che non vuoi che ti paghi i piatti di Rufy? – chiese Shanks.

- No Shanks. Siete stati miei ospiti, non devi pagare nulla – rispose Zef sorridendo.

- Senti che ne dici se proviamo quel sakè che mi hai gentilmente regalato? – propose Zef stappando la bottiglia di sakè.

- Dico che è un’ottima idea –

- Bene, voi ne volete ragazzi? –

I tre declinarono l’offerta, quindi Zef servì il sakè a Shanks e per sé, brindarono e bevvero il forte liquore.

- Allora Shanks, ci sono novità al castello? Notizie importanti dall’imperatore? –

- A dire la verità sì, c’è una novità che mi è stata comunicata poco tempo fa. L’imperatore ha deciso a chi andrà in sposa sua figlia, la principessa Bibi! Puoi ben immaginare quante proposte di matrimonio siano arrivate alla principessa da tutti i paesi, ebbene l’imperatore e la principessa hanno deciso chi sarà lo sposo: è il giovane figlio del feudatario più importante di Kyoto! –

- Oh bene! Finalmente si sono decisi, ricordo benissimo il fermento che si era creato qui quando l’imperatore aveva dichiarato che sua figlia era pronta a prendere marito. La città sembrava essere impazzita –

- Ricordo, ricordo. Inoltre l’imperatore mi ha comunicato che intende far andare la principessa a Kyoto per incontrarsi con il giovane prima delle nozze, e mi ha chiesto di scortarla, insieme ai miei samurai, fino a Kyoto. L’imperatore teme sempre per l’incolumità di sua figlia, ha paura che possano rapirla o farle del male, quindi la scorterò fino a Kyoto. La principessa deve incontrarsi con il futuro sposo e da quest’incontro dipenderà o no la riuscita del matrimonio. Se alla principessa non piacesse il giovane il matrimonio verrebbe annullato! –

- Beh, la principessa è un personaggio importante, credo che l’imperatore faccia bene ad affidarla alla tua protezione, nessuno meglio di te e dei tuoi samurai potrebbe proteggerla. Per il matrimonio, si vedrà –

- Grazie Zef. Pensa che non dovrò neanche seguire la strada principale che porta a Kyoto, l’imperatore teme un assalto e quindi prenderò una strada diversa; purtroppo non posso dirti quale perché devo mantenere l’assoluto segreto su questo. L’imperatore mi ha disegnato il percorso su un foglio che tengo al sicuro nel mio castello, nessuno deve entrare a conoscenza sul percorso che faremo -

- Capisco, quando partirai? –

- Tra qualche settimana, purtroppo non so con esattezza quando tornerò, ma non penso che sarà molto presto –

- Certo – assentì Zef.

- Ora andiamo, grazie ancora per il pranzo e per la chiacchierata. Come sempre ti pregherei di tenere per te quello che ti dico, soprattutto quello che ti ho detto oggi –

- Tranquillo Shanks. Arrivederci ragazzi e buon viaggio –

Rufy e Zoro salutarono e poi seguirono Shanks fuori dalla locanda. Si incamminarono verso il castello di Shanks in silenzio.

 

 

Arrivati alla grande tenuta di Shanks, alla porta vi era affacciata una donna. Aveva i capelli verdi, era magra e molto carina. I suoi vispi occhi marroni guardavano i tre con disappunto. Loro ricambiarono l’occhiata confusi, poi Shanks si battè una mano sulla fronte.

- Makino, perdonaci! Mi ero dimenticato di dirti che avrei pranzato da Zef, scusami – disse Shanks dispiaciuto, comprendendo la causa della sua rabbia: Makino era la cuoca più brava al servizio di Shanks ed era lei che cucinava per Shanks e per i due samurai. Gli altri cuochi cucinavano per gli artigiani, contadini, e per gli altri samurai, ma era lei a preoccuparsi del cibo del feudatario.

- Ho cucinato! Ho aspettato! Avevo iniziato perfino a preoccuparmi, visto che neanche Rufy era venuto a mangiare, credevo che foste usciti per una semplice - e breve! - passeggiata nel parco! –

- Ti prego, scusaci Makino –

Makino borbottò, poi però sorrise. Si era veramente preoccupata per loro ed era contenta che stessero bene. Shanks era il migliore feudatario che un servo potesse sperare di avere, non aveva un atteggiamento superbo ed altezzoso come tutti gli altri feudatari verso i loro servi. Anzi era sempre ben disposto verso tutti, pretendeva il meglio però lo faceva con dolcezza, era severo e pronto a punire chi sbagliava ma non giudicava nessuno alla prima occhiata, le sue punizioni erano sempre giuste e misurate, non erano mai eccessive come quelle di altri che, sapendo che loro erano solo servi, calcavano la mano. Si scusava lui personalmente se era in torto e non faceva ricadere la colpa sui servi.

Non viveva malcontento e tutti provavano affetto verso il loro feudatario.

Makino, poi, era ancora più legata a Shanks e ai suoi due samurai più forti.

Shanks, seguito da Rufy e Zoro entrò nel castello e si diresse verso lo studio, chiedendo di non essere disturbato. Rufy andò verso il suo alloggio, preparò il suo futon* e si addormentò di colpo, cominciando a russare. Zoro andò in giardino e prese ad esercitarsi con le sue spade.

La giornata passò velocemente, quando il sole cominciò a tramontare Makino preparò la cena e richiamò tutti per mangiare. Rufy fu il primo ad accorrere, poi di seguito arrivarono anche gli altri. Tutti mangiarono con appetito gli ottimi piatti di Makino. Poi, dopo che Makino uscì dalla stanza, Shanks informò i due del viaggio con la principessa Bibi.

- Bene, ragazzi: come sapete dobbiamo scortare la nostra principessa a Kyoto, l’imperatore vuole che seguiamo una strada alternativa e non la via principale che collega Edo e Kyoto. Mi ha illustrato la strada che tengo ben nascosta nel mio studio. Non vi mostrerò quel foglio prima del giorno della partenza -

- Non ti fidi di noi Shanks-san? – domandò ingenuamente Rufy.

- Certo che mi fido e moltissimo pure, ma è meglio così –

- L’imperatore ti ha vietato di mostrare il percorso, giusto? – chiese Zoro sapendo già la risposta.

- Esatto Zoro, precisamente – confermò Shanks.

- Quanto staremo via Shanks-san? – chiese Zoro.

- Non lo so, so che partiremo fra qualche settimana, ma la data del ritorno mi è oscura. Potremmo tornare tra un mese come fra tre –

- Ma perché andremo in così pochi? Di solito manda interi gruppi di guerrieri per sua figlia

- Il percorso deve rimanere segreto e avrebbero dato troppo nell’occhio i tanti guerrieri dell’imperatore -

- Capisco, beh io vado a dormire, buonanotte Shanks-san, ciao Rufy –

- Buonanotte Zoro –

- Ciao! – urlò Rufy.

Dopo Zoro anche Rufy tornò nel suo alloggio vicino quello di Zoro. Shanks salì le scale per arrivare alla sua sontuosa camera, che era ovviamente la più grande del castello. Zoro accese una candela e cominciò a lucidare le sue tre spade, lo faceva sempre prima di addormentarsi, era rilassante per lui e lo faceva sentire pronto per scattare a qualsiasi pericolo. Zoro teneva moltissimo alle sue spade, erano parte di lui, e non se ne separava mai. Dopo che ebbe finito, spense la candela con un soffio e si addormentò sul suo futon.

Dopo qualche ora un rumore lo svegliò di soprassalto, scattò dal letto e si mise seduto. Era certo di aver sentito un rumore e non uno di quelli provocati dal vento o dagli animali notturni.

E dopo qualche secondo ne fu sicuro perché ne udì un altro simile al primo.

“E’ entrato un ladro! E se l’udito non mi inganna, sono certo che sia nello studio di Shanks-san” pensò mentre prendeva le sue spade e camminava verso lo studio di Shanks.

Si fermò dietro la porta e sentì dei piccoli rumori provenire da dentro, un rumore di cassetti che si aprivano e fogli che venivano sfogliati, inoltre si vedeva la debole luce di una candela all’interno. Tendendo una mano sulle spade, aprì la porta e fece un passo dentro la stanza.

Appena entrò non fece in tempo a guardare che la luce fu spenta e si ritrovò immerso nel buio.

Improvvisamente avvertì un intenso bruciore alla guancia sinistra, vi portò una mano e sentì il sangue che fluiva dalla ferita. Capì che il ladro gli aveva tirato qualcosa di affilato che gli aveva provocato un taglio nella guancia. La stanza era immersa nel buio e Zoro non vedeva nulla, poi un raggio di luna investì completamente la stanza e la illuminò per un istante, Zoro vide due occhi marroni che lo guardavano e scattò subito verso la figura che stava scappando dalla finestra, la buttò a terra tenendogli la testa e puntò la spada vicino alla sua testa, inchiodandola a terra. La figura cominciò ad urlare e tutti nel castello si svegliarono. Shanks accese immediatamente una candela e si diresse verso il suo studio, anche Rufy scattò e si diresse verso la fonte delle urla.

Shanks, arrivato, illuminò la stanza e Zoro si sorprese non poco quando vide che il ladro era una ladra. Una donna con intensi capelli arancioni lo fissava adirata, dimenandosi sotto di lui come un’ossessa.

- Lasciami bastardo! Lasciami! -

- Zoro cosa succede?! – esclamò Rufy guardando la strana scena.

Zoro si alzò e fece alzare la donna, chiuse la finestra dalla quale era entrata e guardò la donna.

Era una bellissima donna, il viso era incorniciato dai capelli arancioni, gli occhi marroni emettevano scintille di rabbia, le labbra rosse e piene si muovevano senza sosta. Era magra e formosa, indossava un aderente abito nero, che faceva risaltare ancora di più il suo splendido fisico.

- Chi sei? Cosa sei venuta a rubare? -

La ladra non rispose.

- Lasciatemi andare, non verrò più a rubare nel vostro castello, ma ora lasciatemi -

E aveva un carattere molto grintoso, non si lasciava sottomettere facilmente.

- Non posso lasciarti andare. E il motivo è che mi devi dire perché sei venuta a rubare proprio in questa stanza – le disse Shanks fissandola.

- E’ capitato per caso. Perché è una stanza particolare? –

- Non fare la finta tonta. Conosci bene questa stanza, sai cos’è. In questa stanza i ladri non entrano, a meno che non cerchino qualcosa proprio qui dentro –

La donna non seppe come replicare, quello che diceva Shanks corrispondeva a pura verità. Lo studio era situato in un’ala del castello cui era molto più difficile entrare rispetto ad altre stanze, quindi un ladro che voleva rubare soldi o gioielli non sarebbe mai entrato in quella per caso.

- Se prometti di dirmi la verità non ti farò alcun male e ti lascerò andare – promise Shanks.

Lei tacque e non sembrava voler rispondere alla domanda di Shanks.

- Va bene, non vuoi collaborare. Per ora non ti chiederò più niente. Per favore Rufy, chiamami Makino -

Rufy assentì e chiamò Makino che arrivò subito.

- Problemi Shanks-san? – disse guardando la donna.

- Sì, la ragazza non vuole collaborare – Shanks si passò una mano sul viso stancamente – per favore, controlla se ha altre armi addosso, noi usciamo –

Zoro, prima di uscire, prese l’arma che lo aveva graffiato alla guancia: era un piccolo pugnale. Lo mostrò a Shanks che lo prese. Makino annuì alla richiesta di Shanks e quando tutti uscirono dalla stanza controllò la donna per bene. Non sembrava avere altri armi addosso.

- Gentile il vostro padrone a farmi controllare da una donna – borbottò la ladra fissando Makino.

- Già, lo so. Shanks-san è unico, non esiste un altro feudatario buono quanto lui –

- Lo ammiri molto – constatò la donna.

- Sì, perché non è superbo solo perché è il padrone, non ci tratta con arroganza e superiorità, è buono. Bene, non hai armi addosso. Ma questo tu lo sapevi già – concluse Makino.

Shanks rientrò insieme agli altri quando li chiamò Makino, chiese un’altra volta alla donna se voleva rivelare cosa cercava in quella stanza, ma lei continuò a tacere. Shanks allora decise di continuare a discutere il mattino dopo, e dopo essersi brevemente consultato con tutti, disse alla donna: - Allora, di norma dovrei richiuderti in prigione e interrogarti nuovamente domani mattina. Ma non lo farò, perché sei una donna, perché sono esausto e perché non voglio farti trascorrere la nottata in prigione. Dormirai nella stanza con Makino, che ti controllerà a vista e non ti farà fuggire –

La ladra guardò Makino con sguardo di superiorità. Shanks se ne accorse.

- Vuoi un consiglio? Non sottovalutarla, non tentare neanche di scappare. Domani mattina riprenderemo la nostra discussione. Buonanotte a tutti – Shanks salutò tutti e si diresse nuovamente verso la sua stanza; dopo di lui se ne andarono tutti.

Makino fece strada alla giovane che si guardava intorno con aria fintamente sicura, Makino aveva intuito che era turbata e che non aveva intenti malvagi. Arrivati nella stanza, le preparò il futon.

- Posso dormire per terra, non c’è bisogno – disse lei indicando il futon.

- Ormai l’ho preparato e credo che un materasso sia più morbido del pavimento –

Non rispose ma sorrise leggermente a Makino. Quella donna le piaceva, le dava una piacevole sensazione di affetto.

- Senti mi potresti dire il tuo nome? Almeno se non vuoi dirmi quello vero, dimmi un nome, non so come chiamarti! – sbottò Makino.

- Nami, mi chiamo Nami –

- Io sono Makino. Ora dormiamo, credo che tu sia stanca anche più di me – le disse Makino dolcemente.

Makino si avvicinò al proprio futon, e si accinse a spegnere la candela guardando Nami in attesa di una risposta. Questa annuì e il buio calò nella stanza. Nami aveva rinunciato in partenza a fuggire, dopo il discorso di Shanks aveva capito che Makino era molto meno innocua di quanto potesse sembrare. Inoltre non voleva fuggire, anche se sapeva che avrebbe dovuto. Non voleva scappare da quelle persone che l’avevano trattata con tanto garbo, pur avendola sorpresa in flagrante a rubare. Avrebbero potuto ucciderla, avrebbero potuto sbatterla in una cella al freddo e al gelo, eppure le avevano addirittura dato un letto in cui dormire.

“Forse aveva ragione Makino quando diceva che in questo castello vivono persone uniche” e con questo pensiero il sonno si impadronì di lei facendola profondamente addormentare.

 

Il canto del gallo destò quasi tutta l’abitazione del castello. Servi, cuochi, artigiani, contadini iniziarono a girare per il castello intenti a svolgere i doveri mattutini. Dalle cucine cominciarono i rumori di pentole sbattute, di cuoche che preparavano la colazione. Makino si svegliò appena sentì il canto del gallo, guardò verso Nami e sorrise leggermente. Nami non aveva tentato di fuggire, non ci aveva neanche provato. Quella ragazza le piaceva e anche se sapeva che era una ladra, che chissà cosa voleva rubare nello studio di Shanks-san, non poteva fare a meno di provare simpatia per lei. Il canto del gallo non l’aveva svegliata, forse dove abitava lei lo sentiva di rado. Un lieve bussare la distrasse dai suoi pensieri.

- Chi è? – chiese con voce leggera per non svegliare Nami.

- Sono Shanks, posso entrare? –

Makino arrossì leggermente, si alzò dal letto velocemente, si dette una veloce sistemata e poi rispose: - Certo che può entrare, signore –

Shanks aprì la porta e guardò verso Nami, per poi volgere lo sguardo verso Makino.

- Tutto bene Makino? Ha tentato di scappare? -

- No Shanks-san, tutto bene. Non ha neanche tentato, credo che fosse molto stanca –

- Le hai preparato un letto – constatò Shanks.

- Sì, anche se è una ladra, a me… sta simpatica. Non ce l’avrei mai fatta a farla dormire per terra – disse Makino esitante.

- Sei così buona Makino, davvero –

Makino arrossì ancora di più. Non era abituata a ricevere complimenti, soprattutto da Shanks.

- G…Grazie… - restò come in attesa, sembrava che volesse dire qualcos’altro ma che non trovasse le parole.

- Ora verrà Zoro a darti il cambio finché non si sveglia, d’accordo? –

- Ma per me non è un problema – disse Makino.

- Ma vorrai fare colazione, non fare storie –

- D’accordo – acconsentì infine Makino.

Zoro arrivò pochi minuti dopo, Makino e Shanks lasciarono quindi la stanza. Zoro guardò la ragazza dormire ed uno strano senso di tenerezza lo avvolse. Tuttavia non poteva provare tenerezza per una ladra (anche se era la più bella che avesse mai visto), non doveva e non poteva. Sarebbe stato semplicemente assurdo. Eppure…

Nami si girò nel sonno, stava per svegliarsi. Aprì piano gli occhi nocciola per non essere accecata dalla luce, e dopo che si fu abituata, li aprì completamente. Li sbattè, non capendo subito dove si trovasse, poi ricordò e si fece seria. Non si era accorta della presenza di Zoro quando si alzò e quando lo vide urlò.

- Cosa ci fai tu qui?! Dov’è Makino? -

- Ehi, ehi calma ladra! Sono venuto per controllarti, in caso ti venisse la brillante idea di fuggire! E Makino è andata a preparare la colazione –

Nami si calmò, nonostante continuasse a guardare male Zoro, ricordando la loro “discussione” della sera prima. Lui le lanciò un kimono rosa decorato con qualche fiore celeste.

- Ha detto Makino di cambiarti con questo -

- Grazie – borbottò seccata Nami ed aspettò che Zoro uscisse, ma lui restava fermo dov’era.

- Te ne potresti andare? Oppure vuoi che mi cambi davanti a te? Per me non è un problema – e stava cominciando a sfilarsi l’abito, quando Zoro arrossì e uscì velocemente dalla stanza.

Nami rise e poi mise il kimono rosa, che le stava benissimo. Uscì dalla stanza ed, accompagnata da Zoro, andò nel salone dove si trovava Shanks. Shanks invitò entrambi a sedersi e poi cominciarono a parlare. Makino servì a tutti la colazione, anche a Nami, con grande stupore di quest’ultima.

- Allora, Makino mi ha detto che ti chiami Nami, è giusto? - iniziò Shanks.

- Esatto –

- Nami, chi ti ha mandato a rubare nel mio castello? E soprattutto cosa dovevi rubare? –

Nami non rispose. Non sapeva se poteva davvero fidarsi di quelle persone.

- Forza Nami! Ti abbiamo trattata bene, quasi al livello di un’ospite, e sappi che finché non mi dirai la verità ti tratterrò qui -

- Io non posso dirvi nulla, credetemi. Se lui venisse a sapere che li ho traditi… potrebbe anche andare fuori di testa e voi sareste in pericolo –

- Noi non temiamo niente e nessuno! – gridò Rufy alzandosi in piedi.

- E’ pericoloso per me e per voi – insisté Nami.

- Nami. Tu non preoccuparti di noi, devi dirci tutto. Non permetterò che nessuno ti faccia del male. Anche se ho già una vaga idea di chi ci sia dietro tutto questo –

- Va bene, però voi… non dite in giro quello che vi dirò e poi dopo che dirò tutto dovrete lasciarmi andare! –

- Va bene Nami, ora racconta –

Nami fece un profondo respiro, poi cominciò a raccontare.

- Io sono una schiava al servizio del feudatario Arlong. Lui è un tiranno della peggior specie, i servi sono feccia per lui. E’ un uomo orribile, dominato solo dall’avidità e dalla bramosia di potere. Lui vorrebbe diventare imperatore e, quindi, è diventato un falso amico per l’imperatore. Lui vi odia Shanks-san, perché se non ci foste voi, lui sarebbe il feudatario più facoltoso e vicino all’imperatore -

- Avevo sentito di questo Arlong, sentivo che stava acquistando prestigio e potere rapidamente – disse Shanks interrompendo Nami.

- Con metodi non propriamente corretti. Comunque, io purtroppo sono sua schiava e sono un’abile ladra, la migliore che lui ha. Lo sono diventata a causa sua, mi ha fatto addestrare fin da piccola da altri criminali, ed io non potevo, non posso, far altro che ubbidirgli. Dovete sapere che è circondato da guerrieri forti e spietati, da samurai che non ci mettono neanche un secondo a togliere la vita a chi intralcia i piani di Arlong. Io non so come abbia fatto, ma ha scoperto che voi scorterete la principessa Bibi a Kyoto, seguendo un percorso diverso dal sentiero principale –

Rufy e Zoro guardarono Nami basiti, mentre Shanks sospirava.

- E mi ha ordinato di trovare il percorso che avreste seguito, mi ha detto che sicuramente era nascosto in quella stanza, di trovarlo e portaglielo. Non so altro – concluse Nami abbassando lo sguardo.

Shanks sospirò nuovamente, mentre nel salone regnava il silenzio assoluto.

- Pensavo a qualcosa del genere. Ero sicuro che fossi venuta a rubare il percorso, fortunatamente l’avevo nascosto altrove. Arlong… chissà perché voleva il percorso -

Nami si alzò dalla sedia: - Per favore, ora lasciatemi andare. Devo tornare da Arlong, vi prego –

Rufy allora disse: - Non possiamo lasciarla andare, Shanks! Ragiona Nami, se è terribile come dici, cosa ti farà quando tornerai da lui senza mappa? –

- Probabilmente mi picchierà ma non mi ucciderà, lui ha bisogno di me – disse Nami esitante, non era neanche lei tanto sicura alla fine, Arlong avrebbe potuto benissimo ucciderla.

- Shanks, non possiamo lasciarla! – continuò Rufy.

Shanks non rispose e Nami guardava tutti speranzosi, erano le prime persone a preoccuparsi veramente per lei. Non sarebbe voluta tornare da Arlong, sapeva benissimo che l’avrebbe torturata; oltretutto era stata via tutta la notte, lui avrebbe voluto di certo sapere perché, anche se aveva fallito il colpo, non era tornata subito. E quando lei gli avrebbe inventato qualunque scusa lui l’avrebbe picchiata ancora di più. E, se fosse stato stanco di lei, l’avrebbe uccisa. Gemette e rabbrividì al pensiero del dolore che l’attendeva.

- Come possiamo fare? Nami è una schiava di Arlong, è di sua proprietà. Se la tengo qui, verrà a reclamarla e io non potrò fare altro che consegnarla a lui – disse Shanks disgustato dal suo stesso discorso, odiava considerare le persone come degli oggetti.

- Potremmo denunciare pubblicamente Nami – dichiarò Zoro attirando su di sé gli sguardi sorpresi di tutti.

- Fatemi finire. Spargiamo la voce che una ladra è entrata nel castello e che l’abbiamo sorpresa e punita. Poi che voi, Shanks-san, vedendo la giovane età della ladra e il suo pentimento, l’abbiate graziata e presa come cuoca al castello –

- Ma Arlong? – chiese Nami che non voleva illudersi di poter finalmente cambiare vita.

- Non credo che vorrà che tutti sappiano che aveva in casa una ladra, sai che figura ci farebbe? – rispose Zoro increspando le labbra, il piano sembrava perfetto.

- A meno che tu, ovviamente, non preferisca tornare da Arlong – riprese Zoro guardando Nami.

Lei quasi si spaventò a quella domanda e rispose subito un “No, certo che no!”.

Shanks e Rufy sorrisero, quella di Zoro era un’ottima idea e poteva funzionare benissimo.

 

Ed infatti funzionò a meraviglia. Nami si stabilì al castello, condividendo la stanza con Makino, con cui era diventata subito amica. La aiutava in cucina, diventando la sua assistente personale ed apprendendo i segreti dell’arte culinaria. Ben presto arrivò la data della partenza insieme alla principessa Bibi. Shanks aveva deciso di portare anche Nami insieme a Rufy e Zoro. Nami oltre ad essere un’esperta ladra, aveva un senso dell’orientamento incredibile e nel caso remoto che si fossero persi, il suo aiuto sarebbe stato molto utile. Nami, alla proposta di Shanks di seguirli, aveva accettato con piacere. Lei era felicissima di abitare in quel castello, per la prima volta nella sua vita, si sentiva una persona, non un oggetto da usare e poi da buttare. Aveva trovato amici, persone che le volevano bene e che l’avevano accolta ed accettata a braccia aperte. Con Makino aveva istaurato un bellissimo rapporto, così come con Rufy, un ragazzo-bambino che la faceva morire dalle risate. Con Zoro c’era un rapporto un po’ conflittuale, i due si punzecchiano spesso ma si volevano bene. Nami, il giorno dopo del suo furto, si era scusata con Zoro per il taglio alla guancia che gli aveva fatto lanciandogli il pugnale e lui (borbottando) aveva accettato le scuse. Di Arlong non si ebbe nessuna notizia, non venne mai a reclamare Nami. Il suo prestigio ci avrebbe rimesso troppo, mentre quello di Shanks era cresciuto ancora di più, per la sua magnanimità.

Il giorno della partenza arrivò presto. Shanks insieme ai tre, partì di buon’ora dal suo castello per andare alla sede imperiale per prelevare la principessa. Salutò tutti e affidò la gestione di tutto a Makino, che era molto triste per la partenza di Shanks.

Arrivati dall’imperatore furono ricevuti nella sala del trono. L’imperatore Cobra, a dispetto del suo nome, era molto saggio e aveva come primo interesse la felicità e il benestare del suo popolo. Inoltre era un padre premuroso e molto protettivo. Dopo che ebbe augurato buon viaggio a tutti e raccomandato la protezione di sua figlia, la principessa Bibi li seguì nella carrozza. Era una splendida donna, aveva i capelli azzurri e degli occhi neri molto profondi, era felice di poter partire per conoscere finalmente il suo futuro sposo di persona. Si accomodò nell’accogliente carrozza e quindi si iniziò il viaggio che sarebbe stato lungo, anche se procedevano a passo veloce.

Appena usciti da Edo, Shanks consegnò la mappa del percorso a Nami che diede quindi le istruzioni a Rufy e Zoro, che guidavano la carrozza. Si allontanarono da Edo e verso l’imbrunire si fermarono per far riposare i cavalli. Shanks decise di riprendere il viaggio il mattino dopo, era troppo rischioso viaggiare di notte. Bibi avrebbe dormito nella carrozza, e, a turni, sarebbe stata costantemente controllata. La notte passò velocemente, gli unici rumori che sentirono furono il sibilare del vento e i versi degli animali notturni. All’alba ripresero il viaggio.

Verso metà mattina però vi fu un imprevisto: furono attaccati. Davanti alla carrozza sbucarono dal bosco alcuni guerrieri che sbarrarono loro la strada. Shanks ordinò a Nami di restare dentro alla carrozza, per proteggere Bibi che era molto spaventata. Rufy, Zoro e Shanks affrontarono subito i guerrieri, erano combattenti molto esperti e non fu facile batterli, anche se alla fine Shanks, Rufy e Zoro ebbero la meglio. Mentre loro combattevano Nami e Bibi erano dentro la carrozza, Nami guardava sempre fuori dalle finestrelle per controllare che non sbucasse fuori qualche guerriero e siccome Bibi che ad un certo punto la chiamò, non si accorse dell’ombra che scivolava verso di loro. Questo si avvicinò silenziosamente e nessuno dei tre guerrieri si accorse di lui, come neanche Nami. Arrivato aprì la porta della carrozza brandendo una spada nelle mani. Bibi, per lo spavento, non riuscì neanche ad urlare e Nami si protese verso di lei per proteggerla, il guerriero tirò Nami verso di sé e la spinse fuori della carrozza, buttandola a terra. Stava per trafiggerla con la spada, quando la guardò meglio nel viso. Abbassò la spada sogghignando.

- Ma tu non sei Nami? Ecco dov’eri finita piccola traditrice! L’avevo detto io ad Arlong che tu eri troppo furba per farti beccare a rubare! Quindi tutto ciò che abbiamo sentito erano soltanto menzogne che hai abilmente architettato con Shanks! Quel feudatario è una vergogna! -

Nami, stupita a quelle parole, guardò il suo aggressore e poi gridò di stupore.

- Kuroobi! Allora questo è un’imboscata di Arlong! Avrei dovuto capirlo subito! -

- Mi hai riconosciuto? Brava, brava! Ora morirai, i traditori doppiogiochisti come te li ho sempre odiati! – Kuroobi abbassò la lama, ma un attimo prima di colpirla lasciò la presa e si accasciò al suolo. Nami vide il sangue fluire dal suo corpo, macchiando la terra e alzando lo sguardo vide Zoro con la spada sguainata, la cui punta era leggermente macchiata di sangue.

- Stai bene Nami? Questo bastardo ti ha fatto del male? – chiese Zoro con sguardo furioso e preoccupato insieme.

Nami fece cenno di no, si alzò per controllare la principessa. Dopo che si fu accertata che stesse bene, guardò Zoro riconoscente e un pochino stupita: non si aspettava che sarebbe corso a salvarla, non lui.

- Grazie Zoro, se non ci fossi stato tu… -

Zoro borbottò che non servivano ringraziamenti e poi tornò verso Shanks e Rufy che stavano ispezionando i guerrieri sconfitti. Notarono che due erano soltanto svenuti e non morti, quindi li legarono. Shanks disse che probabilmente era stato un attacco di briganti, che magari cercavano oro e ricchezze, Nami però obiettò rivelando lo spiacevole incontro con Kuroobi.

- Quell’uomo che Zoro ha ucciso si chiamava Kuroobi, era un uomo fedele ad Arlong, ed era bravissimo nelle arti marziali. Era spietato e ha sempre nutrito rancore verso di me e stava infatti per uccidermi. Comunque questo dimostra che è stato Arlong ad ordire l’attentato e sospetto che il suo obiettivo sia la principessa -

Shanks ascoltò stupito il racconto di Nami, poi decise di portare con loro i due guerrieri che erano legati. Appena quelli si fossero svegliati avrebbero chiesto loro spiegazioni.

Ripresero il viaggio e alla principessa, per non spaventarla, dissero che erano semplicemente briganti quelli che li avevano assaliti. Arrivato il buio, come la notte precedente, sospesero il viaggio e si accamparono. A differenza del giorno prima però erano più attenti e vigili, perché temevano un altro attacco che fortunatamente non arrivò. All’alba del terzo giorno uno dei due briganti si svegliò, urlò vedendosi legato ma alla fine si calmò e Shanks lo interrogò.

- Bene, finalmente uno dei due si è svegliato! Ora tu mi racconterai tutto ciò che sai! -

Il guerriero era impaurito, guardava con paura tutti i presenti, che lo fissavano con espressione astiosa, poi vide Nami e la riconobbe.

- Nami! Nami! Liberami, ti prego aiutami! -

Nami si avvicinò a lui e lo fissò dritto negli occhi.

- Come fai a ricordarti il mio nome? Io ho scordato il tuo. Comunque questo dimostra che sei un guerriero al servizio di Arlong, come il tuo amico del resto. Giusto? -

Lui capì che non vi era alcuna via di scampo, quindi decise di collaborare, magari con un colpo di fortuna gli avrebbero risparmiato la vita.

- Già, Nami hai ragione. Io sono un guerriero al servizio del feudatario Arlong! – disse rivolto a Shanks. – Lui ci ha ordinato di attaccarvi, non appena vi avessimo trovato. Lui non aveva il vostro percorso e quindi ha mandato molti gruppi, in varie zone: chi riusciva a trovarvi, doveva attaccarvi, uccidervi tutti e poi rapire la principessa Bibi -

Tutti i presenti, eccetto Nami, lo fissarono stupiti. Arlong voleva la principessa, perché mai?

- Perché voleva la principessa? -

- Non so molto. Subito dopo averla rapita dovevamo portarla a un capanno vicino ad Edo, dovevamo lasciarla lì legata ed imbavagliata e qualcuno per qualche giorno sarebbe dovuto restare lì con lei –

- E dopo la fine di quei giorni? –

- Non lo so, ve lo giuro. Dovevamo ricevere istruzioni, nel caso avessimo portato a buon fine il rapimento –

Shanks chiamò gli altri e si allontanò dall’uomo.

- Voi che ne pensate? -

- Sono sicura che non menta. Solo non mi spiego perché rapirla, a meno che… -

- A meno che… cosa? – la invitò a proseguire Rufy.

Nami restò zitta qualche secondo, poi urlò: - Ci sono! –

Gli altri la fissarono straniti e lei si affrettò a spiegare la sua intuizione.

- Arlong cosa vuole più di tutto? Diventare imperatore, però per ora non può. Allora diventare il feudatario più importante, più vicino all’imperatore. Ma ci siete voi, Shanks-san, che rappresentate un problema, come scavalcarvi? Uccidervi? No, troppo rischioso e poi si potrebbe sospettare di lui, inoltre l’imperatore non avrebbe comunque maggiore considerazione per lui. Superarvi di fama e prestigio? Difficile, specie quello che è successo con me. Quindi doveva fare qualcosa di eroico, di cui l’imperatore gli sarebbe stato riconoscente a vita, e cosa c’è di meglio che salvare la vita di sua figlia, la principessa Bibi? – spiegò Nami convinta di aver scoperto il piano di Arlong.

Shanks e Zoro compresero la restante parte del piano, ma Rufy disse: - Io non ho capito. Ma prima la fa rapire e poi la vuole salvare? –

Nami sbuffò e glielo spiegò: - Il rapimento è un trucco. Gli uomini di Arlong rapiscono Bibi, la rinchiudono in un posto che solo lui sa, controllandola e badando che nessuna la scopra. Nel frattempo, a Edo si spargerebbe il feudatario Shanks è stato ucciso e la principessa Bibi è stata rapita. Per l’imperatore sarebbe un colpo durissimo, perderebbe il miglior feudatario e avrebbe sua figlia scomparsa. Arlong allora promette di ritrovarla, ben sapendo dove si trova, e la libera quindi con altri uomini, portandola al castello. Arlong è una persona orribile ma è scaltro, intelligente e questo piano era perfetto. Si sarebbe liberato in un sol colpo, di voi Shanks e avrebbe ottenuto il riconoscimento del’imperatore e di sua figlia! –

Rufy annuì e finalmente capì tutto. In effetti il piano di Arlong, se avesse funzionato, sarebbe stato perfetto.

- L’unica pecca è stata sottovalutarvi, Shanks-san. Era sicuro che i suoi uomini vi avrebbero ucciso – disse Nami sorridendo.

- Ed ecco anche perché voleva farti rubare la mappa al castello, aveva bisogno del percorso per fare l’imboscata. Se avesse avuto il percorso, non ce la saremmo mai cavata: sarebbero stati in troppi. Così erano di meno, perché aveva dovuto fare molti gruppetti – disse Zoro.

Gli altri annuirono, quindi decisero di riprendere il viaggio. Appena arrivati a Kyoto, Shanks avrebbe scritto all’imperatore, informandolo di tutto.

 

Dopo altri due giorni di viaggio arrivarono a Kyoto. La città era bellissima, seconda solo ad Edo. Scortarono subito la principessa dal suo futuro sposo. Il giovane era il figlio di un importante feudatario di Kyoto, si chiamava Kosa. Bibi e Kosa non si erano mai visti, ma si erano scritti molte volte ed erano curiosi di conoscersi a vicenda. Kosa restò folgorato dalla bellezza di Bibi, quando la vide, e non riuscì a credere che quella sarebbe stata la sua futura sposa! Oltretutto, se l’avesse sposata, un giorno sarebbe divenuto imperatore! Ma lui non era un uomo bramoso di potere, e si era promesso che se non si fosse innamorato della principessa non l’avrebbe sposata. Bibi pensava le stesse cose, ma non ci fu bisogno di annullare niente: il matrimonio si sarebbe celebrato, perché i due si erano innamorati.

Shanks, quando erano arrivati, aveva scritto subito all’imperatore che aveva risposto di tornare ad Edo il più presto possibile. Riuscirono però, per impegni della principessa e perché i due giovani non volevano più separarsi, a tornare ad Edo dopo un mese.

Appena rientrati dovettero andare immediatamente dall’imperatore. Si presentarono con i due prigionieri con cui, nel frattempo, Rufy aveva fatto amicizia. Non erano persone cattive, come Nami, avevano avuto solo la sfortuna di dover servire Arlong. Shanks raccontò tutto all’imperatore, confermato dai due prigionieri e raccontò anche la vicenda di Nami. Anche la principessa Bibi confermò la versione di Shanks. L’imperatore Cobra fece immediatamente arrestare Arlong, ma lo fece comunque portare al castello, per ascoltare la sua versione dei fatti. Arlong ovviamente, negò tutto accusando Shanks di aver ordito questo complotto per sbarazzarsi di lui. L’imperatore, molto dubbioso della sua innocenza, ascoltò i suoi servi e scoprì che Arlong era il peggior feudatario che potesse esistere: tutti lo odiavano e confermarono che lui odiava Shanks e che voleva diventare imperatore. Cobra allora lo condannò. Arlong protestò ferocemente, ma non potè fare nulla. Non dopo tutti i crimini che aveva commesso e quello che voleva commettere. Tutti, al suo palazzo, festeggiarono per giorni. L’imperatore si scusò con tutti, per non essersi accorto dei problemi che c’erano al castello e della malvagità di Arlong.

Shanks ricevette molti ringraziamenti e l’imperatore gli diede una lauta ricompensa, per la sua fedeltà e per il suo coraggio. Diede un riconoscimento anche a Zoro, Nami e Rufy.

La vita, dopo quella piccola avventura, riprese come sempre. Edo e Kyoto si preparavano per il grande matrimonio tra la principessa Bibi e il giovane Kosa, cui erano stati, ovviamente, invitati Shanks con i suoi samurai e Nami. Lei abitava ormai al castello e non doveva avere più paura di Arlong. Si era avvicinata molto a Zoro, dopo il salvataggio di lui. Tra le cuoche girava la voce i due stessero insieme. Lei era ormai felice, aveva trovato una vera famiglia, dove tutti l’apprezzavano e le regalavano affetto. Aveva spesso ringraziato Shanks e tutti gli altri e, nella sua mente, ringraziò anche Arlong per averla mandata a rubare quella mappa, forse senza di quella non avrebbe mai incontrato quelle persone, quindi neanche la vera felicità.

 

 

 

 

Finita!!!!!! Spero che la ff sia piaciuta! Lo so che era lunghissima ‘’XD e credimi non pensavo di farla tanto lunga XD Il titolo è stato una tortura e non mi piace molto quello che ho scelto, ma non ho saputo trovarne uno migliore ç_ç Una cosa: non mi ricordavo come si scriveva Kosa, spero di averlo scritto giusto ^^’

Questa ff si è classificata terza nel contest del Midori Mikan

Note: *futon: sono i tipici letti giapponesi infatti nelle camere non ci sono letti ma i futon che si trovano di regola ripiegati nell’armadio. Il futon è composto dallo shikibuton, un piumino semirigido che funge da materasso, dal kakebuton che consiste nel piumino vero per coprirsi e dal mofu, una specie di lenzuolo disposto sotto il kakebuton. By un sito che parlava di cose giapponesi ù_ù

Baci. Mi raccomando, commentate ;)

 

Marty De Nobili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

    

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: EclipseOfHeart