Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: H1Corona213    22/06/2015    3 recensioni
"Io ti inseguirei attraverso ogni vita" mormora chinandosi in avanti per posargli un leggero bacio sulla guancia "Ti inseguirei attraverso dieci, venticinque, cento vite fino a che non ti troverò ancora una volta e ti farò nuovamente innamorare di me"
Attraverso innumerevoli vite, Robb non smette mai di cercare quegli occhi azzurri come il mare.
Ispirata a 25 lives di tongari.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Robb Stark, Theon Greyjoy
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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I'll chase you


Robb ricorda di essere stato un bambino nascosto dietro la gamba di suo padre, Jon era sparito da qualche parte probabilmente in compagnia di Spettro ma Vento Grigio è dal veterinario e lui non ha scuse da usare per non essere lì in quel momento, mentre Eddard Stark parla con un uomo dal volto severo e segnato da profonde linee che sembrano dare alla sua faccia un aspetto costantemente corrucciato.
"Robb, perché mentre noi parliamo tu non fai amicizia un po'con Theon?" gli sussurra Ned dandogli una leggera spinta verso il bambino, dagli scompigliati ricci castani e gli occhi azzurri in cui brilla una luce che sa di astuzia volpina e propensione alle marachelle, che al pari di lui si nasconde dietro la gamba di suo padre.
Robb davvero non vorrebbe farlo, ma sua madre insiste sempre che lui smetta di passare il tempo insieme al suo cucciolo per imparare a crearsi amicizie più umane, per questo si decide a compiere un passo in avanti, a testa alta, mentre i suoi corti riccioli ramati risplendono sotto la luce del debole sole di tarda primavera.
"Io sono Robb Stark, piacere di conoscerti" tenta, con una sicurezza che non sente assolutamente sua, in una debole interpretazione di quello che è lo stile con cui suo padre parla ai suoi soci. Il castano sembra soppesarlo con attenzione per un tempo che gli pare lunghissimo, al punto che inizia a chiedersi se non abbia fatto qualche errore madornale nel presentarsi in quel modo, quando con un sorriso sghembo ma non per questo meno sincero quest'ultimo si sporge in avanti e avvolge la mano intorno alla sua.
"Theon Greyjoy, il piacere è tutto mio" replica con eguale serietà, prima che entrambi scoppino a ridere per l'assurdità del loro modo di fare.
Robb si sente immensamente sollevato in quel momento, felice del fatto che sua madre questa volta non avrà nulla da recriminargli: Theon non sembra male, senz'altro appare molto più simpatico di tutti gli altri bambini della sua classe, e qualcosa gli dice che potrebbero andare d'accordo se provassero a passare del tempo insieme.
"Ehi, ti va di fare una partita a pallone con me?" propone improvvisamente Theon, tirando fuori da chissà dove un pallone estremamente consumato e porgendoglielo con un sorriso ancora più largo del precedente "Da quando i miei fratelli sono cresciuti, non ho più avuto un amico con cui giocare senza rischiare di lasciarci qualche dente per strada"
Robb  è più che felice per una volta di abbandonare la gamba di suo padre per correre dietro al bambino dagli occhi del colore del mare.

Robb ricorda tre vite ora, ma ha la sensazione che dovrebbero essere molte di più: semplicemente, non si è ancora trovato nella situazione adatta a sbloccare anche quei ricordi. In fondo, non è detto che questi eventi debbano accadere necessariamente quando è ancora giovane, potrebbero volerci anni se non addirittura decenni prima che una frase detta da qualcuno o una persona incrociata per strada lo lascino per un attimo a boccheggiare, ricordando fatti che è certo non essere appartenuti alla vita che sta vivendo correntemente.
Peccato che, nella situazione che si trova, dubita che avrà molte occasioni per poterlo fare in futuro.
I proiettili piovono tutti intorno a loro, mentre si riparano dietro l'effimera protezione data dalla trincea: stringendo contro il petto il fucile, cerca di ricordarsi da quanti giorni la radio abbia smesso di gracchiare ordini dopo quell'ultimo "mantenete la posizione ad ogni costo"  che il generale Baratheon ha trasmesso a tutte le truppe. O pure, se altri ordini ci sono stati, loro di certo non possono saperlo dato che Sam, il loro addetto alle comunicazioni, è stato freddato da una scarica di mitragliatrice mentre strisciava sotto il fuoco nemico nell'eroico e vano tentativo di salvare il loro unico apparecchio di comunicazione.
"Stanno arrivando" mormora Jon al suo fianco, i riccioli neri resi quasi bianchi dalla polvere che aleggia nell'aria intorno a loro e che sembra invecchiare tutti di almeno una ventina d'anni. E vecchio Robb si sente, tremendamente, ed anche stanco e con il sogno di poter presto ritornare a casa da sua madre e dalle sue sorelle, mentre con un cenno del capo comunica al caporale di essere pronto all'azione.
"Diamo a quei bastardi quello che si meritano"
Con un urlo che spera possa apparire abbastanza eroico, ma che in realtà ha solo lo scopo di non fargli esplodere i nervi prima del tempo, il giovane salta oltre la trincea insieme alla dozzina di commilitoni che ancora compongono la loro squadra, mentre il resto della truppa li copre con il fuoco delle mitragliatrici.
Lasciarsi cadere a terra, sparare, saltare in piedi e correre ancora più avanti sono cose che nei lunghi mesi di servizio il suo corpo ha imparato a fare in maniera quasi meccanica, fino a che il caricatore non è completamente vuoto. A quel punto, lascia cadere l'arma per estrarre la pistola e continuare ad uccidere: è questo il loro compito, combattere per la libertà del loro paese anche a costo di perdere la vita, per il bene di coloro che sono rimasti a casa perché troppo giovani o troppo deboli per poterlo fare.
Robett Glover è il primo a cadere, quando un proiettile lo colpisce al centro della fronte facendolo accasciare a terra come un sacco di patate abbandonato da un contadino lungo la strada, seguito subito dopo da Jon Umber e Lawrence Snow. Robb è l'unico insieme a Roose Bolton a raggiungere indenne le linee nemiche, mentre il resto dei loro compagni cade nel mezzo dell'avanzata o rimane indietro a causa di ferite più o meno gravi: anche dall'altro lato le cose non vanno meglio, perché dal fumo delle mitragliatrici surriscaldate escono solo tre uomini barcollanti, che però sembrano riprendersi non appena posano gli occhi su di loro.
Robb sente il sangue gelarsi nelle vene, perché se non ha perso il conto nella pistola gli rimane un colpo solo e Roose ha perso tutte le sue armi tranne il coltello da porta sempre legato alla gamba sinistra; inoltre, lo svantaggio numerico pende chiaramente a loro sfavore e se pure riuscisse a piantare un proiettile nella testa di uno dei tre… non è detto che da quella situazione possano uscirne vivi entrambi.
Prima che possa rendersene conto però, i nemici gli sono addosso e tutto si trasforma in un caos di corpi che si avvinghiano fra loro, sangue che schizza in ogni dove ed urla di dolore che si perdono nel fragore della battaglia. Il colpo in canna è stato scaricato nella testa dell'uomo che stava cercando di assalire Roose alle spalle, ma ora il ragazzo si ritrova disarmato a doversi difendere da solo contro qualcuno che potrebbe non esserlo.
Per questo, prima che il giovane dal volto mezzo nascosto dall'elmetto verde possa tentare di reagire, si lancia su di lui e gli sferra una decisa testata nello stomaco, godendo del gemito di dolore che si fa doppio quando riesce a sfruttare il suo corpo robusto per far precipitare l'altro a terra. Appena in tempo, nota, perché l'avversario aveva già estratto la pistola probabilmente con l'intenzione di lasciargli un regalino di piombo nello stomaco e lui non ha la minima intenzione di lasciarglielo fare.
Con un pugno, riesce a far allentare a sufficienza la presa che l'altro ha sull'arma per fargliela scivolare via dalle mani e puntargliela alla testa con una movimento fluido: non sarà oggi il suo ultimo giorno di vita, non quando ha tutta l'intenzione di sopravvivere fino alla fine di quella fottutissima guerra per tornarsene a casa e riabbracciare i suoi fratelli, consolare sua madre e pregare per la salvezza di loro padre che si trova al quartier generale della prima linea, quasi dall'altro lato del continente.
Vuole vivere, perché c'è qualcosa che deve fare prima di morire e non riesce ad accettare l'idea di non riuscire a mantenere la promessa che si è fatto: ritrovare quegli occhi azzurri che popolano i suoi sogni ed i ricordi delle tre vite che è certo di aver già vissuto, e che in questa non è ancora stato in grado di incontrare.
Non gli importa che vita faccia in questo mondo il loro possessore, se sia un semplice barbone di strada o un soldato come lui, un libraio o un povero contadino malnutrito, perché anche se solo per lo spazio di un secondo ha bisogno di sapere che anche lui vive in questo mondo e che ci sarà sempre speranza di incontrarlo ancora quando il suo tempo su questa terra sarà giunto al termine.
Robb si è immaginato mille possibili incontri tra loro, in un parco della capitale mentre passeggiano in due direzioni opposte, così come in un negozio di periferia o in un vicolo buio delle zone più malfamate, uscendo da una chiesa o entrando nello studio di un dottore.
Robb non avrebbe mai immaginato che quegli occhi, lucenti, spalancati e spaventati sarebbero stati l'ultima cosa che avrebbe visto nel corso della sua vita, su un campo di battaglia, mentre una salva di colpi lo fredda nella schiena ed il suo corpo, dopo aver esalato l'ultimo respiro, precipita sul petto del loro ferito e terrorizzato possessore.

La vita numero cinque era stata un ritorno ai tempi moderni e Robb aveva accolto con un sospiro di sollievo la semplicità della vita borghese dopo una breve ma violenta esistenza sul campo di battaglia.
I ricordi delle vite precedenti erano tornati molto presto, come incubi che avevano popolato la sua adolescenza prima di crescere abbastanza da essere in grado di dare loro una spiegazione: ancora adesso, a venticinque anni, gli capita di svegliarsi di notte con la maglietta sudata incollata al petto ed il respiro affannato, mentre chiama il nome di una persona che non ha ancora avuto modo di incontrare.
Ora che non deve più temere la morte per colpa di un proiettile vagante, la sua unica paura è che Theon non debba necessariamente reincarnarsi esattamente nello stesso momento in cui capita a lui, col risultato che potrebbero esserci vite in cui loro due sono destinati a non incontrarsi. L'idea è sufficiente a causargli attacchi di panico di tanto in tanto, specie nelle notte trascorse da solo nel dormitorio dell'università, ma in fondo continua a ripetersi di essere ancora abbastanza giovane da non dover perdere le speranze.
Theon potrebbe essere dietro l'angolo o fare la sua comparsa quando meno se lo aspetta, potrebbe persino essere il suo futuro vicino di letto quando la vecchiaia lo costringerà a ritirarsi in un ospizio per anziani!
L'unica cosa che sa per certo è che, in qualunque forma sarà, lui lo riconoscerà sempre da quegli occhi azzurri come il mare sulle cui sponde ha vissuto nel corso della sua seconda vita.
I suoi compagni di tanto in tanto lo prendono in giro per il modo in cui il suo sguardo sembra perdersi in mondi lontani e fantastici, mentre le ragazze bisbigliano fra loro di come la sua aria costantemente malinconica aggiunga un tocco di fascino alla sua persona: gli appuntamenti gli fioccherebbero addosso se solo volesse, ma lui non sente alcun bisogno di impegnarsi in una relazione in cui non sarebbe coinvolto. Non quando tutti i suoi pensieri sono pieni del sorriso sghembo e degli occhi cerulei di una persona che non riesce a dimenticare.
"E' occupato qua di fianco a te?"
Robb sente un brivido che gli scende lungo la schiena, mentre si gira per posare lo sguardo sulla figura che gli ha appena rivolto la parola: i capelli questa volta sono neri e lisci, lunghi fino alle spalle, e la carnagione è olivastra ma ugualmente il respiro gli si mozza in gola nell'incrociare gli occhi con quelli del ragazzo che di rimando lo sta osservando con espressione vagamente confusa.
"Amico, sei sicuro di sentirti bene? Sei diventato pallido come un fantasma"
L'altro non può fare a meno di annuire, ancora incapace di recuperare abbastanza fiato da rispondergli a parole, ma a quando pare il suo cenno deve essere stato sufficiente perché, con una scrollata di spalle, il nuovo arrivato tira indietro la sedia e molto poco elegantemente si lascia cadere sopra di essa.
"Io comunque sono Theon, Theon Greyjoy. Tu ce l'hai un nome rossino, o devo iniziare a chiamarti Casper per caso?"
Robb sente la risata nascere dal fondo del suo petto, per poi risalire lungo la gola e scoppiare finalmente, libera e fragorosa, nell'aria soffocante dell'aula.
Non gli è mai sembrato di poter respirare meglio.
"Robb Stark. E non osare chiamarmi ancora in quel modo" esclama, allungandogli una mano affinché l'altro possa stringergliela.
Il labbro di Theon si piega in una smorfia maliziosa, mentre la giacca di pelle nera che gli avvolge le spalle crepita appena nel momento in cui solleva il braccio per stringere con presa ferrea le dita dell'altro.
"Non faccio mai promesse che non posso mantenere, amico"

La otto e la nove sono entrambe un inferno, anche se ciascuna per motivi diversi: nella prima, Theon muore sotto i suoi occhi a soli dodici anni per colpa di un tumore e la vista dell'elettrocardiogramma piatto è sufficiente a riportare brutalmente alla memoria di Robb la terza e la quinta vita. Dopo dieci anni passati a soffrire per la morte prematura dell'amico, decide di scrivere una lettera di addio ai suoi genitori e lasciarsi cadere dalla cima della vecchia fabbrica dove da bambini andavano sempre insieme, di nascosto, a giocare.
La sua unica speranza, è quella di non dover sopravvivere ancora una volta a Theon ed in un certo senso la ruota del destino sembra accogliere le sue preghiere perché al giro seguente entrambi sono nuovamente soldati, anche se questa volta commilitoni sotto la stessa bandiera, ed è lui a morire per primo parandosi davanti a Theon un istante prima che un cecchino pianti il suo proiettile nel petto del ragazzo.

La decima vita è quasi una benedizione dopo le ultime due, e Robb decide di trascorrerla nel modo più tranquillo possibile. Ha bisogno di respiro, dopo gli orrori che è stato costretto a vivere, e per questo una volta conclusi gli studi decide di non puntare alla carriera universitaria ma ritirarsi invece in un angolo appartato della città ed aprire una piccola libreria.
Il contatto con i vecchi tomi è rassicurante e la polvere che si deposita sugli scaffali pochi giorni dopo averli spolverati è il suo cruccio più grande dopo che per troppo tempo è stato costretto a strisciare nel fango o schivare micidiali piogge di proiettili mortali. Theon non si è ancora fatto vedere in questa realtà, ma dopo due vite in cui sono stati amici d'infanzia può anche permettersi di avere un po'più di pazienza.
Ha deciso di non voler avere fretta questa volta, né che si tratti della sua routine quotidiana né di ragazzi dagli occhi cerulei e lo sguardo malizioso; tanto che gli sembra che siano passati pochi giorni da quando ha iniziato a ricordare, quando invece ormai ha trentacinque anni ed un paio di capelli che iniziano pericolosamente a farsi grigi in mezzo alla massa di ricci rossi che gli incorniciano le orecchie, la mattina in cui il camion delle consegne si ferma davanti alla vetrina del suo negozio ed un uomo dai capelli color pel di carota, tanto corti da apparire quasi rasati intorno alle orecchie, sbuffando gli scarica davanti ai piedi uno scatolone di dimensioni ragguardevoli.
"Diamine amico, ma hai ordinato dei libri o ci sono dei mattoni qui e mia sorella mi ha giocato un brutto scherzo?"
Robb non dovrebbe nemmeno stupirsi quando, sotto la visiera scolorita che dovrebbe proteggerne il viso dai raggi del sole, fanno capolino due iridi del colore del mare.

L'undicesima vita è strana ed è una di quelle di cui in futuro riporterà i ricordi più vividi: lui è il figlio di un Lord di una terra fredda e priva di compassione, mentre Theon è un ragazzo di nobile lignaggio che è stato affidato come ostaggio a suo padre. Crescono insieme, loro due ed i sempre più numerosi figli di casa Stark, dedicando le loro giornate al combattimento con la spada e alle corse con i cavalli per i boschi che circondano il castello. Sono inseparabili, anche se Robb vede negli occhi dell'amico un'ombra di tristezza che sembra non volerne sapere di scomparire neppure nei momenti in cui sono loro due da soli, nascosti in qualche cantina polverosa a bere vino di nascosto dalla vecchia septa e dal resto della servitù.
Quando sono un po'più grandi, è nella stessa occasione che insieme si recano nel bordello poco oltre le mura e passano la loro prima notte con una ragazza. Dopo l'amplesso, con il petto che ancora si alza e si abbassa per lo sforzo, Robb si domanda per la prima volta se il corpo di Theon sotto il suo gli darebbe la stessa sensazione di quello della fanciulla con cui ha appena giaciuto.
Subito dopo averlo pensato però, quel desiderio lo riempie di orrore e lo spinge a rafforzare la presa sulla giovane assopita al suo fianco che, svegliata dal suo movimento brusco, sembra pensare che lui non abbia ancora voglia di smettere e per questo gli risale a cavalcioni riprendendo a baciarlo. Ma ormai il pensiero si è insinuato nella testa di Robb, e da quel momento ogni nuova prostituta con cui si ritrova a passare le notti, nel momento culminante, per un attimo sembra acquistare gli occhi azzurri come le acque del Mare Stretto che appartengono invece al suo migliore amico.
Quando ormai la loro adolescenza si prepara a giungere al termine per lasciare spazio all'età adulta però, re Robert Baratheon giunge al castello con la sua corte al seguito reclamando l'aiuto di suo padre alla capitale, ma prima ancora che possa essersi abituato alla sua assenza la testa di Lord Eddard Stark è già rotolata fra le strade di Approdo del Re ed i suoi alfieri urlano a gran voce la guerra.
Re Robb Stark è quindi costretto a farsi avanti, lasciare che la corona di ferro gli venga posta sulla testa ed un ruolo troppo pesante per la sua età gli venga scaricato sulle spalle: Theon Greyjoy erede delle isole di Ferro è il primo ad inginocchiarsi al suo cospetto per giurargli fedeltà, presto imitato da tutto il resto dei lord del Nord, ma è solo del ragazzo dai capelli castani che al giovane re importa, nonostante si costringa a far scorrere lo sguardo sulle decine di uomini prostrati ai suoi piedi e a rivolgere a tutti loro cenni di apprezzamento.
La fiducia in Theon però, è la strada che lo porta alla rovina.
Quando la prima freccia si pianta nel suo petto, sotto lo sguardo orripilato di sua madre, il suo ultimo pensiero è insieme un addio ed una maledizione al ragazzo che, con il suo tradimento, ha ucciso il suo cuore molto tempo prima.

Durante la dodicesima vita lui e Theon sono inseparabili sin dalla nascita, ma dopo le rivelazioni del mondo precedente il tutto è reso ancora più complicato dal fatto che stavolta siano veri fratelli.
Theon è più grande di lui di un paio d'anni ed il loro rapporto è il quanto di più intenso sia possibile tra due consanguinei: dove l'uno va l'altro inevitabilmente lo segue, che sia al campetto da calcio dietro casa come al bar all'angolo a prendere un gelato o, più tardi, al pub per una birra in compagnia degli amici.
In questa vita, Robb non avrebbe nulla di cui lamentarsi eppure non può fare a meno di soffrire egualmente per il fatto di doversi porre dei limiti con il giovane uomo che è diventato suo fratello più grande: vorrebbe impedirselo, ma non può fare a meno di arrossire quando passando davanti alla porta socchiusa della sua camera lo vede spogliarsi prima di andare a dormire, e le notti insonni sono piene di pensieri su quei piccoli scampoli di visioni che riesce a cogliere mentre suo fratello entra ed esce dalla doccia.
Ma nonostante il peso delle sue colpe, non riesce a fare a meno di stare il più appiccicato possibile al ragazzo più grande, tanto che quando è arrivato il momento per Robb di imparare a guidare è Theon stesso a proporsi di insegnarglielo, nonostante lui stesso sia un guidatore piuttosto mediocre e decisamente spericolato.
E' durante una di quelle lezioni, che coincidono anche con una settimana più dura delle altre in cui Robb ha sentito dire dagli amici che qualche ragazza sembra aver iniziato a girare intorno al fratello con intenzioni più serie di una semplice scopata e via, che Theon sembra notare per la prima volta lo sguardo spento del ragazzo più giovane e, dopo averlo fatto scendere e scambiare di posto con lui in modo da non distrarlo quando ancora non si sente sicuro al volante, si dirige verso le campagne fuori città, deciso a farsi raccontare la verità.
Robb però è testardo, ma soprattutto non ha alcuna intenzione di raccontare a qualcuno il segreto che da sedici anni tiene accuratamente nascosto nei più profondi ed oscuri recessi della sua anima, men che meno proprio all'oggetto delle sue sofferenze. La sua testardaggine è ammirabile, ma dato che certe cose devono necessariamente essere una caratteristica di famiglia anche il fratello maggiore non è da meno, non smettendo neppure per un istante di insistere nel volersi far raccontare le cose come stanno.
Dopo una prova di mutismo decisamente troppo lungo, iniziano a fioccare le ipotesi apparentemente più realistiche ma che, nel suo caso, sono di quanto più lontano possibile dalla realtà: non è stata una ragazza a spezzargli il cuore o un bullo a pestarlo e ricattarlo a scuola, non ha rubato niente al discount vicino all'autostrada e non ha messo incinta nessuna ballerina di night club che ora pretende di fargli crescere il bambino da solo. Del resto, come potrebbe una persona normale presupporre che la verità sia che lui è innamorato di suo fratello maggiore, che la sua testa sia piena di ricordi non suoi di vite passate in cui entrambi si sono già conosciuti e poi separati, né di come ogni volta abbia salutato la fine della sua esistenza col solo desiderio di poter ripetere quell'incontro ancora una volta?
Ma Robb è anche stanco, sia fisicamente che mentalmente, ed il suo corpo non ancora adulto non riesce più a sopportare la tensione di tenere imbottigliati dentro di sé quei sentimenti che gli corrodono l'anima dall'interno. Sa benissimo di stare facendo il più grande sbaglio della sua vita, ma a diciotto anni il suo segreto è costretto a venire prepotentemente alla luce.
"E' perché sono innamorato pazzamente di te, nonostante tu sia mio fratello!" si ritrova ad urlare, con le lacrime che già iniziano a scendergli lungo la guance perdendosi nella rada barba incolta che gli copre le guance.
Perché suo fratello lo sta guardando con l'espressione più sconvolta, orripilata e terrorizzata che gli abbia mai visto sulla faccia e lui sa che è tutta colpa sua se questo è successo ed ora la loro famiglia andrà distrutta per colpa del suo amore disgustoso e immorale.
Ma anche se non riesce a staccare lo sguardo dalla faccia sempre più pallida di Theon, con la coda dell'occhio riesce a cogliere quel qualcosa che non dovrebbe esserci, sulla strada che ora stanno percorrendo.
"Theon, attento!" urla, cercando vanamente di afferrare il volante e riportare la macchina nell'altra carreggiata, ma è ormai troppo tardi.
L'ultima cosa che le sue orecchie registrano prima dello schianto è la bestemmia che sfugge dalle labbra del ragazzo più grande ed il suono di ruote che stridono sull'asfalto prima che il tutto lasci spazio al fragore di metallo che si scontra con altro metallo.
Il suo ultimo pensiero è che almeno gli occhi di Theon, carichi di disgusto ma non per questo meno belli, sono stati l'ultima cosa che ha visto in questa vita.

Nella tredicesima vita, Robb decide di non perdere tempo: trova Theon quando sono entrambi alle elementari, fa coming-out con la sua famiglia prima ancora di finire le medie e non si stacca dal fianco del ragazzo neppure per un istante durante tutta la durata delle superiori.
Al college lo accompagna ad ogni festa, sorreggendogli la testa quando vomita e riportandolo ogni volta a casa quando il ragazzo è troppo ubriaco per guidare: Arya commenta ogni volta acidamente che si comporta più come una baby-sitter che un migliore amico, ma altrettanto spesso la ragazza lo saluta scuotendo la testa e lanciandogli un'occhiata che sa di deciso buona fortuna.
Robb non commenta mai le abitudini di Theon, sorride ai racconti delle sue mirabolanti conquiste e ride quando il ragazzo, che questa volta sfoggia un mirabile biondo platino ed un accenno di barba sul mento, si lascia scappare una delle sue orribili e per nulla divertenti battute.
Il ragazzo continua a ripetersi che vada bene così per ora, che Theon sia ancora troppo immaturo per poter accettare un'eventuale confessione da parte del suo migliore amico e che ci sarà sempre tempo di farlo in seguito, ma la situazione finisce per sfuggirgli di mano nell'unica sera in cui, complice il clima piovoso e l'umore nero dato dallo stress universitario, si lascia sfuggire un po' troppo la mano e si ritrova ubriaco fradicio al pari dell'amico. La fortuna è che la casa in cui la festa ha avuto luogo si trova poco distante dal loro dormitorio, tanto che anche il loro passo barcollante non è un ostacolo troppo grande quando alle tre di notte decidono infine di avviarsi verso le loro stanze.
Robb tutto sommato riesce a mantenere una parvenza di lucidità, mentre Theon è praticamente un peso morto che a mala pena riesce a mettere un piede davanti all'altro, al punto da doversi tenere stretto intorno alla vita dell'amico che riuscire a tenersi in piedi. La situazione è una tortura per lo Stark, perché i capelli del Greyjoy finiscono inevitabilmente per finirgli sotto il naso quando l'altro gli appoggia il mento sulla spalla blaterando l'ennesima fesseria di poco conto, e nonostante la puzza di alcol e fumo riesce ancora a percepire una punta di quel profumo salato che sembra essere costantemente incollato alla pelle del biondino.
Ma non è quella la parte più difficile, perché il corpo di Theon praticamente spalmato contro il suo è un doloroso ricordo di cosa potrebbe essere eppure non sarà mai e la colpa che gli offusca i pensieri, mentre innocentemente fa passare un braccio intorno alle spalle dell'amico e lo stringe contro di sé, è un peso doloroso che gli comprime lo stomaco e quasi gli fa scappare un singhiozzo.
Per quanto cerchi di apparire forte, questo trascinarsi e basta nel corso degli anni ha lasciato il segno ed ora si è trasformato in un fardello quasi insopportabile, mentre tutta la risoluzione che lo ha animato da ragazzino sembra essere scomparsa nel momento in cui ha deciso di non puntare ad un ruolo diverso da quello del migliore amico con il ragazzo che ora stringe fra le braccia.
"Ehi Stark, sei sicuro di stare bene? Perché stai piangendo?"
Anche se mezzo soffocato dai fumi dell'alcol, o forse proprio per quello, Theon sembra essere in grado di vedere uno scampolo di quello che giace dietro la maschera che Robb si sforza di indossare costantemente in sua presenza, oppure questa volta semplicemente i sensi offuscati dal liquore gli hanno impedito di ricostruirla abbastanza in fretta dopo che il gesto dell'altro l'ha momentaneamente ridotta in mille pezzi.
Il ragazzo dai capelli rossi vorrebbe solo singhiozzare, o scappare ed abbandonare Theon al suo destino perché davvero non può sopportare oltre la sua vicinanza senza poter fare nulla, ma quando la mano del biondo si posa sul suo petto, forse per tenersi in equilibrio o forse per offrirgli un qualche tipo di strano conforto, tutte le sue restrizioni vanno a farsi fottere e con un movimento brusco afferra il volto del suo migliore amico per poi stampare le labbra contro le sue. In un primo momento l'unica risposta che ottiene sono gli agitati mugolii di protesta, ma testardamente lo Stark si rifiuta di fare qualcosa di diverso dall'inclinare ancora di più la testa per aumentare la superficie di contatto. Dopo qualche decina di secondi però, le proteste si trasformano in gemiti di piacere che culminano nel momento in cui Theon apre la bocca per lasciare libero accesso alla sua lingua: la sensazione è tanto inebriante, nonostante il gusto zuccherino di alcol e cocktail vari che vi aleggia dentro, che Robb sente le gambe iniziare a tremare leggermente ed ha paura che da un momento all'altro potrebbe cadere se non trova qualcosa a cui appoggiarsi. Fortuna che Theon gli ha fatto passare una mano dietro la testa, perché qualche secondo dopo la sua schiena sbatte coltro il muro di qualche casa, anche se per quanto ne sa potrebbe anche essere quello del loro dormitorio, dandogli un nuovo supporto stabile da sfruttare per non dover interrompere oltre quella lotta forsennata che sta avendo luogo tra loro.
"Cazzo Stark, pensavo che non l'avresti mai fatto" mormora Theon quando finalmente sono costretti a staccarsi, mentre i loro polmoni urlano a gran voce il bisogno impellente d'aria "Pensavo che avrei dovuto continuare a scopare a destra e a manca ancora per molto tempo prima che iniziassi ad accorgerti finalmente di me"
La sorpresa causata dalle sue parole è tanto grande che Robb non se la prende nemmeno quando, due minuti dopo, Theon gli vomita sulle scarpe per poi accasciarsi svenuto fra le sue braccia.

Alla quattordicesima vita, Theon è il controllore del treno che Robb prende tutte le mattine per recarsi all'università in cui insegna e questa volta è l'uomo, che sfoggia nuovamente i capelli castani della prima, terza, quarta, sesta, ottava e undicesima vita, a rivolgergli la parola con una battuta ed un'occhiata che lasciano il rosso momentaneamente senza parole.
Cosa che raggiunge un nuovo livello quando nota, sul retro del biglietto che aveva passato al giovane affinché glielo timbrasse, un nome ed un numero di telefono che è certo non ci fossero stati quando lo ha acquistato alla biglietteria della stazione.
Il loro incontro successivo è in un bar il sabato successivo davanti ad una tazza di caffè, che ben presto si trasforma in venerdì sera al pub con una birra in mano a guardare la partita e domeniche allo stadio a tifare per la loro squadra del cuore.
Quando una sera d'inverno Theon gli prende la testa fra le mani e lo bacia davanti al portone di casa, Robb sente che potrebbe anche morire in quell'istante, e che nessuna morte sino a quel momento gli sarebbe parsa tanto dolce.

Durante il sedicesimo passaggio, Robb non riesce a trovare Theon durante nessuno degli anni del periodo scolastico, né durante quelli del college.
Sono passate cinque reincarnazioni, perché ormai ha deciso che questo devono essere, dall'ultima volta in cui ha incontrato il ragazzo dopo aver compiuto i trent'anni ed inizia quasi a temere che in questo mondo Theon possa non essere nato.
La scorrettezza nella sua assunzione è data dal fatto di aver semplicemente dimenticato un ancora, nella sua frase: è un giorno come tanti altri nell'asilo in cui Robb insegna, in questa vita ha deciso di dedicarsi ai bambini per sperimentare almeno una volta cosa significhi sentirsi un papà, che un frugoletto dai vispi occhi azzurro mare e gli arruffatissimi capelli castani gli viene scaricato davanti da un uomo arcigno con la promessa, decisamente priva di sentimento, che verrà a riprenderlo nel tardo pomeriggio.
L'uomo dai capelli rossi vorrebbe scoppiare a ridere per l'ironia della situazione, ma gli occhi lucidi del piccolo ed il modo in cui il suo labbro trema sempre più violentemente sono la prova che un pianto dirompente sta per scoppiare e, per quando la cosa a Robb non dia generalmente fastidio, il solo pensiero che proprio Theon debba piangere senza che lui possa farci niente… gli stringe il cuore in una morsa dolorosa.
Per questo, cavata dalla tasca una delle caramelle che per sicurezza porta sempre con sé, con il sorriso più sincero ed aperto che gli riesce la porge al bambino riuscendo a distrarlo abbastanza da catturare la sua attenzione.
"Non è il caso di piangere, i bravi bambini non ne hanno bisogno. Ti piacciono le caramelle, vero?"
Lo sguardo adorante che riceve in cambio è tanto intenso che il cuore di Robb, e di tutti i Robb che è stato sino a quel momento, sembra esplodere di puro e semplice amore per quel ragazzo che in un modo o nell'altro, sotto forme sempre uguali e sempre diverse, ha incrociato inevitabilmente la sua strada nel corso di un numero di esistenze di cui poco alla volta sta perdendo il conto.
Per i successivi tre anni, non è facile per l'uomo cercare di non mostrare favoritismi per quel piccoletto gracile e timido che gli viene quasi scaraventato addosso con disprezzo ogni mattina e con altrettanto poca empatia viene trascinato via ogni sera. Tuttavia Robb ha giurato a se stesso che se nessuna famiglia amerà Theon, allora sarà lui a compensare quella mancanza: cercando di nascondere la reale portata del suo affetto, con la scusa di qualche soldo in più da guadagnare, si propone come baby-sitter del bambino durante i weekend e, data la sua esperienza, riesce a mantenere quel ruolo fino a che Theon non ha ormai iniziato da un pezzo le medie.
Anche in seguito, forte del legame che si è instaurato tra loro e che gli ha fatto guadagnare l'appellativo di zio Robb molti anni or sono, riesce a continuare ad essere una figura di riferimento per il ragazzo quando nessun altro membro della famiglia Greyjoy sembra voler avere nulla a che fare con lui: è a lui che il giovane si rivolge quando durante gli anni del liceo combina qualche casino e, sebbene accolga i consigli che gli vengono dati con uno sbuffo, in un modo o nell'altro riesce sempre a mantenersi sulla retta via nonostante la sua vita abbia basi traballanti a sufficienza da poterlo spingere verso le zone più buie della società.
Dopo il liceo, è a Robb che Theon parla del suo desiderio di aprire un semplice bar e preparare cocktail per il resto della vita, invece che ereditare l'azienda di famiglia, e l'uomo è più che felice di aiutarlo a realizzare il suo sogno usando vecchie conoscenze per trovargli un locale in una zona non troppo malfamata della città e pagandogli i corsi necessari ad imparare a preparare veramente quelle bevande che tanto ama, ma che per ora sa più che altro berle.
Robb c'è, ogni volta che Theon ha bisogno di parlare con qualcuno e sfogarsi degli affari che vanno un po'meno bene del solito o raccontare orgoglioso dell'ultima ragazza che gli ha lasciato il numero sulla banconota usata per pagare la colazione, ed ogni volta i suoi capelli sono sempre un po'più bianchi e qualche nuova ruga ha fatto la sua comparsa intorno agli occhi, ma il sorriso che rivolge al giovane è sempre carico del più profondo affetto che sente nascergli direttamente dal cuore.
Anche se non può far parte come vorrebbe della sua vita, non gli dispiace quello che ha ottenuto questa volta e il momento in cui Theon gli mette fra le mani suo figlio affinché il piccolo Robb possa fare la conoscenza del vecchio nonno Robb, questi sente le lacrime premere per uscire agli angoli degli occhi e deve stringere un po'di più il neonato al petto per impedire a queste ultime di scendere.
La sua vita prosegue fino a tarda età, con i figli dell'uomo che ama che lo chiamano nonno e passano a salutarlo tutti i pomeriggi dopo scuola, mentre il loro padre gli ammonisce di farsi viziare troppo e che lui alla loro età non era così bisognoso di attenzioni.
Robb ride, ricordando il bambino che gli stava costantemente aggrappato alla gamba mentre camminavano per il giardino dell'asilo e che durante le gite al parco si rifiutava di lasciar andare la sua mano per più di un secondo, perché alla fine Theon è sempre stato il più viziato di tutti pur ora non voglia ammetterlo.
La sua vita si protrae molto più a lungo di qualunque altra abbia vissuto sino a quel momento, tanto che quando sente finalmente il giorno della sua morte avvicinarsi, i capelli di Theon si sono ormai fatti grigi ed i suoi figli si preparano a dargli dei nipoti da un momento all'altro.
Il giorno di tardo autunno in cui Robb Stark si spegne nel suo letto, guardando una foto vecchia di anni che ritrae un ragazzino dagli arruffati capelli castani ed un uomo dai riccioli rossi appena ingrigiti sulle tempie, il suo ultimo pensiero è che quella in fondo è stata proprio una buona vita.

La diciassettesima, diciottesima e diciannovesima vita sono tutte abbastanza simili per il fatto di essere tranquille, ma non per questo felici.
Nella prima, Theon è solo un volto incrociato per strada mentre passeggia al braccio di una ragazza e l'unica decisione che sente di dover prendere è quella di non interferire con la sua vita: la vita di Robb passa quindi in un susseguirsi di viaggi per il mondo, nel tentativo di colmare il vuoto che sente dentro di sé attraverso l'incontro con realtà diverse se non addirittura opposte a quella in cui è nato. Durante il suo lungo peregrinare finisce per abituarsi ad annotare le esperienze più curiose che gli capitano in un piccolo diario, ma dopo il terzo viaggio gli appunti iniziano a trasformarsi in brevi racconti delle sue giornate, trascrizioni di leggende locali e brevi interviste. I libri in cui in seguito si trasformano diventano una delle più famose collane di guide turistiche del paese.
Durante la seconda, sin da subito ha la sensazione che il ragazzo si trovi molto lontano da lui e che per la prima volta potrebbero non venire in contatto neppure una volta: fra tutte, questa è la vita più reclusa e riflessiva che si concede, mentre la passione per la scrittura ereditata dal se stesso precedente si manifesta questa volta sotto forma di riflessioni, più che di resoconti. Dopo una laurea in lettere, Robb sente il bisogno di dedicarsi un po'a sé e prima che se ne renda conto i ricordi di tutte le vite vissute sino a quel momento sono scolpiti con notevole minuzia nella sua testa, al punto che persino lui ha capito che cosa il destino vuole che faccia: il libro non è un bestseller ma riesce comunque a creare un piccolo circolo di appassionati che di tanto in tanto gli inviano delle lettere complimentandosi per le emozioni che le sue storie sono state in grado di suscitare.
Robb al contrario non si sente per nulla orgoglioso, perché tutto ciò che ha descritto è solo un pallido spettro dei sentimenti che vita dopo vita si sono stratificati poco alla volta dentro di lui e per quanto si sforzi e rilegga da capo ogni riga… sente di non riuscire comunque ad esprimere come vorrebbe la forza di ciò che gli si agita dentro. Ma forse, in fondo, semplicemente farlo sarebbe impossibile.
Le lettere dei suoi fans sono però un palliativo per il suo cuore straziato, specie quando nelle loro parole avverte l'eco di vite difficili ed amori complicati e spesso carichi di dolore, di ragazzi e ragazze che soffrono in silenzio camminando ogni giorno al fianco dei loro migliori amici con la certezza di non poter rivelare loro il segreto che portano dentro di sé.
Robb vorrebbe poterli aiutare, perché in loro riconosce il se stesso di fin troppe vite passate, ma spera che almeno i suoi libri abbiano dato loro un pochino del coraggio che a lui tanto spesso è mancato.
Un giorno, fra le lettere, una in particolare sembra attirare più delle altre la sua attenzione, per la sorpresa del suo editore che la vede un giorno incorniciata sulla scrivania del suo studio semi coperta dalle bozze infinite del romanzo successivo. Il semplice foglio di carta, strappato neppure troppo bene da un quaderno a quadretti e coperto da una fitta e disordinata scrittura sottile, contiene i ringraziamenti e la storia della vita di un tredicenne che vive dall'altro lato del paese, che di nome fa Theon Greyjoy.
La diciannovesima vita è la peggiore di tutte, perché Robb non riesce in alcun modo ad incrociare Theon.

La ventesima vita è quella dello sballo, in cui lui e Theon sono amici praticamente sin dalla culla e scopamici sin dagli albori dell'adolescenza. Il loro viaggio di diploma è un mese di strade sconnesse e notti trascorse in motel scadenti a scopare come se quella dovesse essere la notte prima della fine del mondo, stringendo i denti e ringhiando i rispettivi nomi in mezzo ad oscenità e brevi momenti di dolcezza.
Non si dicono neppure una volta "ti amo", ma Robb sa perfettamente quale sentimento li unisce ed in fondo va loro bene così, anche se di tanto in tanto gli capita di vedere sul collo di Theon succhiotti che è certo di non avergli lasciato lui. Ma il fatto che alla fine l'altro torni sempre, magari bussando alla porta del suo appartamento in piena notte per poi interrompere qualunque protesta sull'ora tarda con un bacio che sembra più un morso, mentre mani si muovono veloci e vestiti volano da ogni parte… Robb è convinto che possa farselo bastare, per questa volta.

La ventiduesima vita è assurda, perché loro due sono cloni di altri se stessi ed il loro unico scopo nella vita è quello di essere i portatori viventi degli organi che i loro altri andranno a farsi sostituire nel corso degli anni.
Il loro tempo è segnato fin dal principio e destinato ad essere breve, per questo nessuno dei due accetta di voler sprecare un solo minuto del tempo loro concesso. Robb perdona a Theon ogni cosa, accettando anche di farsi trascinare nelle situazioni più sconsiderate solo allo scopo di potersi sentire vivo; scopano tanto, anche, a volte solo tra loro ed a volte includendo altri ragazzi e ragazze del loro "centro di allevamento", ma qualche volta si recano anche insieme sulla riva del mare ad osservare il sole tramontare prima di spogliarsi e fare il bagno insieme godendo dell'acqua ancora tiepida dopo una giornata di sole.
Quella è anche la prima vita in cui finalmente Robb trova il coraggio di dire a Theon che lo ama, anche se lo fa un secondo prima di essere portato via per essere sottoposto alla seconda asportazione di organi.
Quando la macchina che segna il suo battito cardiaco improvvisamente si arresta, Robb sente la sua vita spegnersi con ancora sulle labbra il sapore dell'ultimo bacio che Theon gli ha dato.

Durante la ventitreesima vita, Robb è l'amante clandestino di un Theon sposatosi per obbligo su ordine di suo padre: è una situazione in cui entrambi soffrono, per il senso di colpa e per il fatto stesso che i loro sentimenti siano tanto forti che l'idea di smettere li ucciderebbe ancora più che il lento avvelenamento portato dal continuare a vedersi, tanto che spesso l'uomo vorrebbe solo prendere la mano dell'altro e trascinarlo con sé in una fuga dall'altra parte del globo. E' un bel pensiero, per quanto doloroso, che certe volte si divertono quasi a coccolare mentre si stringono l'uno contro l'altro sotto le lenzuola, nel cottage in cui Robb vive: in quei momenti di pace, il cui la passione è sedata almeno per un po', si ritrovano a creare con le parole scenari diversi in cui convivono, sono sposati o addirittura hanno dei bambini. Certe volte litigano su chi dei due avrebbe dovuto fare la proposta, sul luogo che avrebbero scelto per la cerimonia e addirittura sul numero degli invitati, ma le discussioni più burrascose sono sul nome dei loro figli e su a chi sarebbero assomigliati di più.
Robb la sera si addormenta da solo pensando che prima o poi, nel corso delle vite che ancora gli restano, gli piacerebbe poter vivere uno scenario da favola simile.

La ventiquattresima volta sembra essere una risposta alle sue preghiere, perché si trovano in un mondo assurdo in cui lui e Theon sono i principi di due paesi confinanti, promessi sposi allo scopo di poter unire i loro regni.
Sin da bambini sono spinti a trascorrere del tempo insieme, esercitandosi insieme con la spada in un modo che a Robb ricorda spaventosamente un mondo violento e crudele in cui ha vissuto molti cicli or sono: ma i regni in cui vivono ora sono in pace sotto la guida sicura dei loro padri, tanto che la loro unica preoccupazione come principi è crescere abituandosi l'uno alla presenza dell'altro.
Al punto che è quasi naturale per loro innamorarsi con il passare degli anni, rendendo il loro futuro matrimonio non più un obbligo ma un desiderio da far avverare al più presto.
Quel giorno coincide con la più grande festa che si sia mai vista, mentre il popolo saluta i principi che tanto ama con il lancio di rose bianche per celebrare la felicità della loro unione e ruggisce apprezzamenti quando Theon, con un sorriso malizioso che sa di guai dipinto sul viso, prende il volto di Robb tra le braccia e gli pianta sulle labbra un bacio decisamente poco casto mentre si trovano sulla reale carrozza delle cerimonie.
I loro padri sembrano non apprezzare troppo la scena, più per questioni di etichetta che altro, ma ai due giovani non potrebbe importarne di meno ed è solo con notevole sforzo che riescono a tenere le mani lontane l'uno dall'altro per il tempo necessario ad arrivare alla prima notte di nozze.
Un paio di anni dopo, i loro padri decidono di abdicare e permettere ai due regni di unirsi spontaneamente in un nuovo, unico e più grande reame, lasciando l'onere di governare alla giovane coppia: Theon è un re svogliato ma intraprendente, mentre Robb è giusto sebbene un po'troppo cauto in certe questioni ed insieme i due si bilanciano nel bene e nel male. I sudditi li amano per il rapporto diretto che hanno con il popolo e nessuno pare lamentarsi del governo che esercitano sui loro territori.
Qualche anno più tardi però, da ovest si levano gli squilli dei corni da guerra ad annunciare l'intenzione di invadere il pacifico regno e tra i due consorti scoppia la contesa su chi dei due dovrà guidare le truppe sul campo di battaglia: poiché è impossibile lasciare il regno senza un sovrano, solo uno di loro potrà andare in guerra mentre l'altro dovrà rimanere a corte ad occuparsi degli affari di stato.
Ma è implicito che il vero significato dietro quelle parole sia che almeno uno di loro due debba sopravvivere.
Alla fine è la testardaggine di Theon ad avere la meglio, dopo una notte passata a sfinire il marito fra le lenzuola fino a costringerlo a concedergli il tanto sudato permesso di condurre l'esercito. Dopo un bacio tanto dolce che Robb sente che il cuore potrebbe anche sciogliersi in quel momento, il marito lo stringe forte a sé intrecciando con naturalezza le loro gambe tra loro e affondando il naso nei folti riccioli ramati.
Il loro possessore sa perché l'altro lo stia facendo, ma questo non aiuta a rendere la separazione incombente meno dolorosa, perché lo spettro della morte aleggia intorno a loro e non c'è nulla che possano fare per fermarla. Per quanto possano essere re ciascuno è consapevole che l'altro, per eroismo o testardaggine, si rifiuterebbe di guidare la battaglia dalle retrovie preferendo invece un posto fra le prime linee di assalto, dove la mischia ma anche il pericolo si fanno cento volte più gravi.
Robb ha un bisogno straziante di sentirsi rassicurare sul fatto che Theon tornerà sano e salvo, tutto intero, di nuovo a casa, ed il castano è ben felice di farlo stringendolo fra le braccia raccontandogli dei piani segreti che teneva in serbo per il loro futuro: come il trascorrere il loro quinto anniversario nel castello sul mare in cui andavano spesso durante l'estate da ragazzi, comprare nuovi cavalli per migliorare la qualità delle scuderie reali, o adottare un figlio che possa un giorno succedere loro sul trono.
Questa più di ogni altra cosa è l'idea che a Robb appare più pazza, sconclusionata ed assolutamente meravigliosa di tutte, mentre la stanchezza lascia momentaneamente da parte il posto al bisogno di sentirsi vivi e qui ed ora, finché possono ancora farlo.
Il mattino dopo, Theon parte con l'esercito per la battaglia, sigillando la promessa di tornare presto a casa con un bacio.
Tre mesi dopo la guerra è vinta dopo una lunga e sanguinosa battaglia che ha permesso al regno di ricacciare indietro gli invasori con una bruciante sconfitta e un gran numero dei loro uomini abbandonati sul campo. Ma il prezzo della vittoria è stato alto e molti dei forti e valorosi difensori hanno perso la vita nel farlo.
Tra questi, in mezzo a cumuli di nemici, giace il corpo senza vita del re, spirato a causa delle ferite.
Vent'anni dopo, il regno passa nelle mani del giovane e valente Eddard Theodore Stark-Greyjoy.

La venticinquesima vita è apparentemente la più normale di tutte quelle che gli sono toccate sino a quel momento: suo padre è un avvocato, sua madre si è ritirata dal suo lavoro di psicologa per crescere la numerosa prole e Theon è il suo migliore amico sin dai tempi dell'asilo.
Alle elementari e alle medie finiscono sempre per ritrovarsi nella stessa classe, spesso in compagnia di Jon e Sam anche se un paio di semestri sono solo loro due a condividere lo stesso banco sul fondo dell'aula: Theon è il buffone del gruppo mentre lui è lo studente diligente e coscienzioso, ma la loro amicizia funziona anche per questo e nessuno dei due prova mai gelosia nei confronti dell'altro.
Alle superiori il loro piccolo gruppo sembra essere il centro dell'intero universo, con tutte le ragazze che gravitano intorno a loro due e Jon mentre Sam se ne sta consapevolmente in disparte a lamentarsi dell'ingiustizia del mondo, ma alla fine è solo Theon a sfruttare quella popolarità per guadagnarci qualcosa.
La fama di dongiovanni lo segue attraverso l'adolescenza, ma Robb rimane stupito quando si rende conto che se pure le ragazze caschino letteralmente ai piedi del suo migliore amico, questi ne approfitti meno di quanto ognuno dei se stessi precedenti abbia mai fatto.
A sedici anni Robb riesce a separare senza problemi i ricordi di ventiquattro vite precedenti senza però lasciare che i rimpianti o il dolore di ciascuna di queste lo trascinino nel baratro, ma anche senza i sentimenti dei vari passati ha già fatto in tempo ad innamorarsi del suo migliore amico ed a venire ai patti col fatto che molto probabilmente dovrà accontentarsi di amarlo da lontano: non è il lieto fine che ha sempre sognato, ma considerando certe vite che gli sono capitate questa è un lusso su cui non sputare di certo sopra, e sarebbe irrispettoso lamentarsi di ciò che non ha potuto avere quando sarebbe potuto toccargli ben di peggio.
La svolta inattesa però avviene la notte del suo diciottesimo compleanno, dopo che la festa è finita e solo lui e Theon sono rimasti sotto la veranda in giardino, con una birra in mano ad ammirare il cielo stellato. E' un momento tanto pacifico che Robb si augura possa ripetersi ancora per un milione di vite, anche se al suo fianco ci sarà sempre qualcuno che non potrà mai essere nulla di più che un migliore amico.
"Robb, posso darti adesso il mio regalo?" mormora improvvisamente Theon lanciandogli un'occhiata da sopra il collo della sua bottiglia "Ora che ho abbastanza alcol in corpo da calmare a sufficienza quella fottuta paura che sento e con la speranza che domani questo sia stato solo un sogno assurdo?"
Ma prima che il festeggiato possa rispondergli, due labbra leggermente screpolate si sono già posate sulla sua bocca e stanno scivolando quasi con leggerezza contro le sue, con una delicatezza che Robb non avrebbe mai pensato di poter associare a Theon Greyjoy.
Ma un istante prima che gli sia data la possibilità di rispondere come si deve al bacio, il castano si è già allontanato ed ora lo sta fissando con un'espressione insieme insicura e colpevole.
"Scusa Robb ma cazzo, era da una vita che volevo farlo ma avevo una fottuta paura di come avresti potuto reagire. Avevo il terrore che potessi darmi del deviato o roba simile e sì, potrei anche esserlo, ma il fatto di sentirlo uscire dalla tua bocca sarebbe stato…"
Robb non gli lascia il tempo di finire di parlare, perché diamine Theon ha già detto troppo ed il suo cervello si è fermato a quel "era da una vita che volevo farlo"  e perché non riuscirebbe a vivere un minuto di più senza sentire di nuovo il sapore di quelle labbra sopra le sue.
Quando finalmente capisce di non essere stato respinto ma anzi, di come il suo regalo sia stato accettato con immenso piacere, Theon si affretta a posare la bottiglia mezza vuota a terra per poi afferrare la testa dell'amico fra le mani e assicurarsi che questo non possa scappare da nessuna parte mentre usa bocca prima e lingua dopo per sfogare anni di sentimenti repressi che il rosso è più che felice di accettare.
La luna, quella notte, illumina con la sua luce la nascita di una nuova coppia.

Sette anni dopo, due giovani uomini sono seduti insieme su un divano davanti alla televisione accesa, ma nessuno dei due sta veramente facendo caso a quanto accade sullo schermo: la testa di Theon è appoggiata sulle gambe di Robb mentre con occhi chiusi si gode il leggero movimento della mano di quest'ultimo tra i suoi scarmigliati capelli castani.
"Neh Robb, che cosa ne pensi tu della reincarnazione?"
La domanda è tanto inaspettata che il rosso interrompe per un attimo il movimento della mano, prima di decidersi a muoverla appena più in basso per grattare il compagno dietro l'orecchio, sorridendo del suono che riceve in risposta e che ricorda spaventosamente quello delle fusa di un gatto.
"Non saprei, perché me lo chiedi?" domanda, un minuto dopo, mentre il rumore della pioggia di tardo autunno fa da sottofondo insieme al ronzio del frigorifero.
"Stamattina mentre tu dormivi ancora stavo facendo zapping ed in uno di quegli stupidi talk show che piacciono tanto a tua sorella parlavano appunto di questa cosa delle anime gemelle e della reincarnazione e, dato che tu sei un tipo schifosamente romantico, ho pensato che avessi un opinione in proposito e che fosse lecito per me chiedertelo"
"Assolutamente" ridacchia il rosso dandogli un leggero colpetto sullo stomaco e sogghignando di fronte allo sguardo irritato che riceve in risposta "Ma perché non mi dici prima tu cosa ne pensi di questo argomento?"
"Beh, se proprio ci tieni tanto a saperlo…" mormora sbuffando il castano prima di lanciare uno sguardo distratto alla tv "Personalmente penso che siano tutte una marea di baggianate buone solo per le ragazzine di quindici anni, ma se proprio dovesse capitarmi di reincarnarmi… non mi dispiacerebbe rivedere ancora la tua brutta faccia, diciamo"
Il leggero rossore che gli colora le guance è di quanto più adorabile Robb abbia mai visto in vita sua, ma la forza nascosta dietro alle parole apparentemente scocciate del biondo nasconde la più grande promessa d'amore che abbia mai ricevuto nel corso delle sue innumerevoli vite. Ora capisce, perché ogni volta lui e Theon siano sempre stati destinati ad incontrarsi in un modo o nell'altro.
"Io ti inseguirei attraverso ogni vita" mormora chinandosi in avanti per posargli un leggero bacio sulla guancia "Ti inseguirei attraverso dieci, venticinque, cento vite fino a che non ti troverò ancora una volta e ti farò nuovamente innamorare di me"
Lo sguardo che Theon gli rivolge è tanto stupefatto che i suoi occhi azzurri, del colore del mare d'estate, appaiono più brillanti di quanto non siano mai stati.
"Cazzo Robb, da dove hai tirato fuori questa cosa? E' talmente mielosa che adesso mi sento tutto appiccicoso"
Ridacchiando, Robb si sporge in avanti fino a posare le labbra sul quelle del suo futuro marito.
"Cosa vuoi che ti dica, sei tu che mi ispiri"


Note dell'Autrice:
Questa non è la mia prima yaoi scritta, ma di certo è la prima FINITA. E' un'emozione sempre incredibile vedere finalmente la fine di una storia, ma la prima in un fandom, o la prima di un nuovo tipo di pairing, ha sempre un gusto leggermente diverso.
Questa storia è stata composta in quello che non potrei definire altro se non un tornado di ispirazione, nel corso di una notte che si è conclusa con una revisione alle cinque del mattino per poi sentire la sveglia suonare alle otto e mezza... di sabato mattina! Ma qualcosa mi diceva che se mi fossi fermata per dormire, non sarei più stata in grado di riprenderla e ritrovare quell'ispirazione che mi aveva colto. E dire che all'inizio la coppia che avevo scelto erano Ginko e Kureha di Yuri Kuma Arashi... poi il pensiero di fare un regalo gradito e inaspettato alla mia senpai, che ama alla follia Robb e soprattutto Theon, ha vinto su tutto e TADA'! Ecco qui la mia prima Throbb!
Ringrazio di cuore la meravigliosa fanfiction in inglese su Kill la Kill che mi ha ispirato, e ovviamente tongari per aver creato quel capolavoro che è 25 lives.
E ovviamente la mia senpai, per inviarmi sempre meravigliose fanfiction che mi sanno dare la carica nei momenti più inaspettati.
  
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