IMPORTANTE: Questa è solo una traduzione, la storia non mi appartiene. I crediti vanno a lei --> SilviMasters
Awakening
Capitolo
uno: La gabbia aperta
(pt 1)
Non doveva finire in quel
modo. Non era giusto. Trigon era andato, avrei dovuto sentirmi libera.
Le mura
costruite intorno alle mie emozioni non erano più
necessarie. La gabbia in cui
mi ero rinchiusa adesso era aperta. Non dovevo più avere
paura di portare il
mondo alla rovina...eppure ho passato la mia intera vita in quella
gabbia; era
quasi...confortante, in qualche triste e folle modo. L’ironia
contorta della
situazione si era subito fatta sentire su di me. Ero stata liberata,
solamente
per sentirmi più prigioniera che mai.
Le
emozioni che avevo
tenute segregate dentro di me ora mi stavano consumando. Ogni cosa,
ogni suono,
ogni odore, ora avevano un significato diverso, per me. I miei poteri, guidati da
queste nuove
sensazioni, adesso mi remavano contro. Il conforto e la
stabilità con cui ero
riuscita a controllarli ora erano solo un ricordo lontano. Ed
è cominciato
tutto una settimana fa’. È passato così
poco tempo, eppure mi sento più
disperata e bisognosa d’aiuto che mai. La possente maga,
piegata in due dalle più
semplici emozioni.
Peggio
ancora, nel
panico generato nel provare queste emozioni, ho dimenticato una
cosa...una cosa
molto importante...una cosa che presto avrebbe rovinato tutto.
–
Paura...
–
–Stella–
“Stella...mi
serve il
tuo aiuto!”
“Corvina?”
domandò l’aliena dai capelli
rossi. Si guardò intorno nella stanza, confusa per via
dell’amica con i capelli
scuri.
“Hai
detto qualcosa, Stella?” domandò
Beast Boy,senza staccare gli occhi dalla televisione mentre faceva
zapping.
“Non
hai sentito la nostra amica Corvina
parlare?” chiese perplessa.
“Pensavo
fosse ancora sigillata in camera
sua...”
“Strano. Ero certa di
averla...”
“Stella,
fai in
fretta ti prego! Sono nella mia stanza, non portare nessuno con
te!” La
voce di Corvina risuonò di nuovo, facendole
credere che provenisse da dentro la sua testa. Oramai
abituata al carattere insolito dell’amica con i capelli
scuri, Stella annuì con fermezza.
“Non
riesco a capire, ma arrivo lo stesso!”
esclamò, alzandosi dal divano e dirigendosi verso il
corridoio fluttuando.
Beast Boy la seguì con lo sguardo, per poi voltarsi e
scuotere la testa.
“Non
è poi tanto più strana del solito...”
sbottò, prima di concentrarsi di nuovo sulla TV.
Stella
stava cominciando a preoccuparsi
mentre si dirigeva nella camera di Corvina; dal tono di voce che aveva
usato,
sembrava davvero spaventata. Prima ancora che potesse bussare, la porta
si aprì
scorrendo di lato. La sua amica non era sull’ingresso, come
suo solito.
“Corvina?”
chiese nervosamente, muovendo i
primi timidi passi nella stanza dell’amica. Fu Travolta da un
odore pungente che
non riuscì a distinguere, fino a quando non
guardò il letto e vi notò sopra una
grossa macchia rossa. “Sangue! Amica Corvina, dove
sei?!” chiamò preoccupata, sobbalzando
quando si accorse della libreria scorrere verso il basso, per poi
sparire nel
pavimento e rivelare una porta nascosta dietro di lei.
“Sono
qui...non so
cosa fare! Per favore, aiutami!” Deglutendo
rumorosamente Stella fluttuò verso la porta. La
aprì
con cautela, per poi rassicurarsi alla visione di un semplicissimo
bagno dietro
di essa.
“Sono
qui, amica Corvina.” Annunciò entrando
nella stanza, la sua voce rimbombò contro le pareti.
Poteva
sentire il rumore dell’acqua
scorrere lentamente dietro la tenda chiusa della doccia. Fermandosi un
momento
per caricare i suoi dardi con le mani, si avvicinò. Con il
cuore che le batteva
rapidamente nel petto, avvicinò una mano alla tenda, prese
una boccata d’aria,
poi la scostò. Corvina era in piedi sotto il getto della
doccia, svestita e con
le mani chiuse a coppa in mezzo alle gambe. Rivoli di sangue scorrevano
in
mezzo alle sue dita, scivolando verso lo scolo.
“Perché
non si ferma?” piagnucolò
guardando il sangue che imbrattava le sue dita.
“Corvina,
cosa c’è che non va?” chiese
Stella, non sapendo se avrebbe fatto meglio a distogliere lo sguardo da
lei per
non imbarazzarla.
“Non
smetto di sanguinare!” strillò la
ragazza con i capelli viola. Stella rabbrividì, sentendo la
sua amica sempre
calma gridare così spaventata. “Non mi sono
tagliata o altro! Ha cominciato ad
uscire e non sono riuscita a fermarlo, nemmeno usando la magia!
Sono...sono
spaventata, Stella, aiuto!”
“Non
sei nei tuoi normali giorni rossi?” domandò
Stella confortevole.
“Normali
giorni rossi? Niente di tutto
questo è normale! Sto sanguinando, ho i crampi allo stomaco
e il mio corpo è
tutto un dolore!” gridò Corvina, prima di
stritolarsi lo stomaco con una
smorfia.
“Vuoi
dirmi che non hai mai avuto periodi
rossi prima di adesso?”
“Credo
che me la ricorderei una cosa così
se già l’avessi avuta!”
Stella
rimase in silenzio, domandandosi come
avrebbe potuto rassicurare Corvina nel modo migliore. Aveva notato
diverse
volte che il suo gioioso ottimismo aveva suscitato interesse, se non
splendide reazioni,
nella sua amica sempre di cattivo umore. Assecondando quel pensiero,
batté le
mani e sorrise.
“Questo
è un giorno glorioso, amica
Corvina! Sul mio pianeta è un segno di
femminilità, significa che sei diventata una donna, un momento sacro che
dobbiamo festeggiare! Se lo facessimo adesso potresti sentirti
meglio?” domandò
allegramente. Corvina la guardò scettica, con uno scarno
sorriso sul volto.
“Sinceramente,
Stella, non mi sento molto
in vena di festeggiare per una cosa come questa. Ma dici che
è normale, non
sono malata o altro?” Stella annuì.
“Anche
se non ho mai sanguinato così tanto,
sì, ho vissuto i giorni rossi diverse volte.
All’inizio può essere fastidioso,
ma qui sulla Terra hanno un sacco di meravigliosi prodotti che possono
esserti
d’aiuto! Aspetta qui, te ne porto qualcuno!”
rispose Stella saltellando
allegramente, per poi uscire dalla stanza volando. Nonostante il dolore
che
provava, Corvina si lasciò scappare una risata guardando il
comportamento buffo
dell’aliena.
“Forse...tutto
questo non sarà poi così
male, dopotutto...”
–
Lo fu.
Stella, con la
sua profonda conoscenza e l’utilizzo di quei prodotti
femminili su di me, mi ha
imbarazzato come non lo sono mai stata. Non fu nemmeno
d’aiuto il suo modo
disgustosamente dolce di fornirmi tutte quelle spiegazioni, oltre che
le
dimostrazioni pratiche. Eppure, con quel suo modo di fare, la ragazza
aliena è
riuscita a farmi accantonare le mie paure e a mettermi in una
situazione di
agio che avrei creduto impossibile fino a pochi momenti prima.
Malgrado l'imbarazzo, è stato così
confortevole averla accanto che non mi dispiacerebbe rivivere quel
momento.
È
stato strano, è
stata la prima volta in cui credo di aver davvero sentito
un’emozione. Di
sicuro ho gradito la compagnia di Stella molto più di altre.
Ma adesso che le
mie emozioni non sono più imprigionate non dovrei osservare
troppo il suo lato
spensierato...potrei rimanerne influenzata. Forse le ero solo
profondamente
grata per avermi aiutata quando avevo bisogno...ma da quel momento il
desiderio
di restarle vicino divenne sempre più difficile da reprimere.
NdA
È
un capitolo corto, lo so, ma è solamente una specie di
prologo. Se
lo farò, il prossimo sarà più lungo.
Spero che la traduzione sia stata di
vostro gradimento.
-Runaway