La
gabbia
aperta
(pt2)
–Stella–
Stella
andò a nascondersi dietro l’angolo
di camera sua. Ridacchiando dietro la mano della sua stessa
maliziosità, si
sporse appena dal muro per poter vedere Corvina in piedi davanti alla
sua porta.
La maga dalla pelle grigia sollevò una mano per bussare, ma
poi esitò,
apparendo piuttosto pensierosa.
–È
ancora più adorabile quando non sa che
la sto guardando– mormorò Stella a sé
stessa, sollevandosi in volo di un paio
di centimetri dal terreno, così da riuscire a cogliere
meglio di sorpresa la
sua amica distratta. Cercando di trattenere una risata che
l’avrebbe
sicuramente fatta scoprire, riuscì ad avvicinarsi
all’amica abbastanza da poter
accostare la bocca dietro il suo orecchio. –Ciao amica
Corvina!–
La
ragazza lanciò un urlo acuto, sobbalzando.
Ridendo più di quanto avesse mai ricordato, Stella
aprì la porta di camera sua
e vi entrò, cominciando a rotolarsi per aria per la troppa
ilarità, fino a
ritrovarsi col volto davanti all’espressione torva della sua
amica.
–Non
è divertente!– esclamò Corvina
incrociando le braccia irritata.
–Non
sono d’accordo, amica Corvina!– riuscì
a rispondere Stella prima di ricominciare a ridere ancora
più forte. Le guancie
arrossate della ragazza con i capelli scuri e la sua espressione
arrabbiata non
facevano che divertire ulteriormente l’aliena.
–Volevo
chiederti una cosa, ma se hai
intenzione di comportarti in modo così infantile me ne
vado– sbottò Corvina
imbarazzata, girandosi e dirigendosi verso la porta. Ma mosse solo
pochi passi
prima di essere colpita in pieno dal radicale cambiamento nel carattere
sempre
euforico di Stella.
–Ti
chiedo scusa per il mio comportamento
infantile, non era mia intenzione farti arrabbiare...–
mormorò tristemente
Stella, posandosi a terra con grazia.
Corvina
avvertì uno strano dolore al
petto, trovando insopportabile la tristezza dell’aliena.
Prese un profondo
respiro per calmarsi, si voltò e sorrise.
–
Vergogna...
–
–Corvina–
–Tranquilla,
Stella, non sono arrabbiata.–
La sua reazione è immediata e tipica di lei. Stella si alza
da terra di qualche
centimetro e mi vola addosso per abbracciarmi. Arrossendo, ricambio
l’abbraccio
per alcuni secondi, prima di sottrarmi spingendola via delicatamente.
–Ascolta,
Stella... mi chiedevo...ti andrebbe di passare un po’ di
tempo insieme?– domando
timidamente. Stella piega la testa di lato, guardandomi perplessa in un
modo
che trovo assolutamente adorabile.
–Ma
Corvina non vuole mai passare il tempo
con me. Le ho chiesto tante volte di andare a vedere le meraviglie del
centro
commerciale o di guardare i film che BB e Cyborg hanno suggerito adatti
alle
ragazze, ma lei ha sempre rifiutato.– Mi ritrovo a sorridere
davanti a quella
ragazza di natura così adorabile e innocente, ma vengo
presto interrotta
bruscamente al pensiero della vecchia me stessa.
–Lo
so, Stella...e mi dispiace per...per
come ti ho trattata– rispondo, distogliendo lo sguardo da lei.
–Ma
tu mi hai sempre trattato bene! Non
capisco...– Stella inclina di nuovo la testa. Sospiro e
cercò di concentrarmi
per riuscire a estrapolare un discorso comprensibile dai miei pensieri
caotici.
–A
causa di tutta quella storia riguardo
mio padre... ho dovuto tenere bloccate le mie emozioni e distanziarmi
dalle altre
persone... anche da me stessa. Ti ho detto e fatto molte cose, Stella,
e
nonostante sapessi di non aver alcun altra scelta, mi sento lo stesso
in colpa
per come ti ho trattata. Sei sempre stata così gentile con
me...io invece...– Sospiro
di nuovo e chiudo gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo dei suoi
occhi
smeraldo.
–Non
devi sentirti in colpa, Corvina. Non
volevi fare altro che proteggerci e per questo te ne sono
grata.–
–Grazie
Stella. È solo che...– Mi volto
dandole le spalle. –Sono spaventata. Non ho più
bisogno di nascondermi, ma
tutto questo è perfino più spaventoso che
nascondersi. Ogni emozione, ogni
sensazione, è così nuova e strana per me... Mi
sento più sola che mai e l’unica
cosa che mi fa sentire più tranquilla è la tua
presenza... e anche questo mi
spaventa. Mi fa pensare che se tu non ci fossi potrei...– Le
mie parole si
trasformano in un verso di sorpresa quando le sue braccia mi circondano
il
collo. Mi pare di sentire lo stomaco come in caduta libera, mentre il corpo della Tamariana
si preme al mio e
sento la sua pelle incredibilmente calda.
–Non
devi avere paura, Corvina. Non
lascerò che nulla ti danneggi– annuncia lei.
L’unica risposta che mi viene è un
respiro soffocato, mentre le sue labbra così vicine al mio
orecchio mi fanno
perdere ogni capacità cognitiva. Fino a quando, purtroppo,
non si separa da me
per poi prendere le mie mani fra le sue, facendomi voltare.
–Ti rimarrò accanto
fino a quando non riuscirai a sentirti a tuo agio con tutto. Abbiamo un
sacco di
tempo tra ragazze da recuperare, sarà magnifico!–
conclude, con la sua solita
esuberanza.
–Ti...ti
ringrazio davvero molto, Stella– mormoro.
Trovo il calore e la sensazione al tatto della sua pelle quasi
ipnotizzanti e,
senza rendermene conto, comincio a tracciare degli archi con i pollici
sopra i
suoi palmi. –Non so cosa farei senza di te–
continuo, sentendomi il petto
schiacciato e lo stomaco che pare sprofondare sempre più in
basso. Libero una
mano e l’avvicino goffamente alla sua spalla. –Sei
l’amica migliore che possa
chiedere.–
Più
in fretta di quanto possa
accorgermene, la mia mano scivola dalla spalla, cominciando a scendere
lungo il
suo braccio, scorrendo sulla sua pelle liscia e arancione. Comincio a
sentirmi
il respiro pesante e la testa girare
–Stai
bene, Corvina?– domanda, appoggiando
l’altra mano sulla mia fronte. Un brivido percorre il mio
corpo e mi sforzo a
deglutire il nodo che mi si è formato in gola.
–Sto
bene, Stella, è solo che... sono
così...–
Mi avvicino di più a lei e vengo colpita da un pungente
odore misto a bacche e
qualcos’altro che non riesco a distinguere. Il desiderio di
sentire ancora di
più quell’odore diventa impellente e prima ancora
che me ne renda conto mi
ritrovo con il naso premuto sul suo collo, inspirando a pieni polmoni.
Un immagine
di ciò che sto facendo appare nella mia mente e tento
rapidamente di mascherare
quell’azione idiota con un abbraccio di fortuna.
–Stella, cos’è questo odore?–
domando,
col cuore che mi batte nel petto, mentre il nervoso e decine di altre
nuove ed
eccitanti emozioni scorrono nel mio corpo.
–Credo
che sia il mio balsamo all’estratto
di bacche. È un odore magnifico, non trovi?– mi
domanda.
–No,
non è quello... è
qualcos’altro.–
A
malapena riconosco la mia voce. Standole
così vicino mi rendo conto che il profumo non arriva dai
suoi capelli, ma dalla
sua pelle. Mi avvicino di più al suo collo, stringendo la
presa intorno a lei
ed inspirando di nuovo a pieni polmoni. Sento le ginocchia cedermi
quando
realizzo che quello è il suo odore naturale. Il desiderio di
sapere se il
sapore della sua pelle fosse meraviglioso quanto l’odore
comincia a riempire i
miei pensieri.
–Corvina...–
È
poco più di un sussurro, ma riesco
perfettamente a sentire l’imbarazzo nella sua voce ed una
molto più velata
traccia di eccitamento. Riluttante, mi separo dalle graziose curve del
suo collo
e la guardo. Rimango sorpresa nel vedere come lei sembra essersi appena
sentita.
Aveva il volto arrossato, il labbro inferiore tremante per il nervoso e
una
strana espressione quasi sognante. Non rimango a lungo con gli occhi
sui suoi.
Abbasso lentamente lo sguardo, soffermandomi tuttavia sulle curve e i
dettagli
offerti dalle sue labbra.
–Stella...–
Le
mie emozioni sembrano un incendio
mentre ci facciamo sempre più vicine e le sue labbra
diventano l’unico elemento
che riesco a distinguere. Mi accorgo appena delle sue braccia che mi
avvolgono
il collo mentre le mie le imitano, stringendole la vita. Mi sento il
cuore
schizzare fuori dal petto, quando avverto il suo fiato caldo sul mio
volto. Riesco
a sentire il suo ginocchio salire tra le mie gambe e strusciarsi contro
di me. Il
mondo diventa bianco per un breve momento e sento il mio stomaco
scoppiare come
se fosse stato colpito da uno dei suoi stessi dardi. Una scarica di
calore ed
umidità sale da in mezzo alle mie gambe, il mio corpo viene
colpito da una
serie di spasmi. Mi ritrovo ad avvinghiarmi al suo corpo per riuscire a
rimanere in piedi, gridando non appena una nuova ondata di sentimenti
sconosciuti
ed incredibili erutta dentro di me. Quando tutto finisce, mi ritrovo
ancora
attaccata a lei, con il respiro pesante.
–Corvina...
è passato adesso?– domanda
cautamente. La sua voce dolce e musicale è come una
secchiata d’acqua gelata su
di me. Realizzando in che posizione mi trovassi, mi separo da lei,
faticando
quasi a reggermi sulle mie gambe senza più supporto.
–Io...credo
di sì– biascico, ancora col
respiro pesante causato da qualunque cosa avessi appena provato. Il
cambiamento
nell’aura di Stella è facile da notare e mi
accorgo subito che sta provando un
sentimento a me molto più familiare... la vergogna. La prima cosa che avevo
provato quando le mie
emozioni si erano liberate. La vergogna che ho provato per come ho
sempre
trattato le persone che avrebbero dovuto essere la mia famiglia. Questa
volta
però la situazione è totalmente diversa e non ho
idea di cosa ho appena fatto,
ma è sicuramente qualcosa di cui non
c’è da essere orgogliosi. Sento la testa
pesarmi. –Mi... mi dispiace Stella. Non so cosa mi sia preso
ma è stato
tremendamente imbarazzante. Se...se vuoi ancora andare al centro
commerciale,
allora andiamo– mormoro con cautela. Do un ultimo sguardo al
suo volto, prima
di circondarmi delle tenebre e teletrasportarmi nella mia stanza.
NdA
Anche
questo capitolo è striminzito, lo so, ma se traduco tutto in
un
colpo solo finisco la storia xD. Qualche recensione sarebbe
l’input ideale per
invogliarmi a fare capitoli un po’ più lunghi.