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Autore: blurunaway    24/06/2015    0 recensioni
Prive del fardello di Trigon, le emozioni di Corvina sono libere di manifestarsi, ma così facendo risveglieranno inconsapevolmente il sangue demoniaco dentro di lei. Insicura di sé stessa e spaventata da tutte queste nuove sensazioni, Corvina si rivolge all'unica persona che è sempre stata in grado di confortarla.
(questa è un'altra traduzione realizzata da me, su una storia sempre incentrata sul pairing Stella-Corvina. Spero vi piaccia.)
Dal testo:
Non doveva finire in quel modo. Non era giusto. Trigon era andato, avrei dovuto sentirmi libera. Le mura costruite intorno alle mie emozioni non erano più necessarie. La gabbia in cui mi ero rinchiusa adesso era aperta. Non dovevo più avere paura di portare il mondo alla rovina...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Jinx, Raven, Starfire, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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IMPORTANTE: Questa è solo una traduzione, la storia non mi appartiene. I crediti vanno a lei ––> SilviMasters



 

 

 

La gabbia aperta

(pt2)

 

 

 

 

Stella–

 

Stella andò a nascondersi dietro l’angolo di camera sua. Ridacchiando dietro la mano della sua stessa maliziosità, si sporse appena dal muro per poter vedere Corvina in piedi davanti alla sua porta. La maga dalla pelle grigia sollevò una mano per bussare, ma poi esitò, apparendo piuttosto pensierosa.

 

–È ancora più adorabile quando non sa che la sto guardando– mormorò Stella a sé stessa, sollevandosi in volo di un paio di centimetri dal terreno, così da riuscire a cogliere meglio di sorpresa la sua amica distratta. Cercando di trattenere una risata che l’avrebbe sicuramente fatta scoprire, riuscì ad avvicinarsi all’amica abbastanza da poter accostare la bocca dietro il suo orecchio. –Ciao amica Corvina!–

                                                                                                   

La ragazza lanciò un urlo acuto, sobbalzando. Ridendo più di quanto avesse mai ricordato, Stella aprì la porta di camera sua e vi entrò, cominciando a rotolarsi per aria per la troppa ilarità, fino a ritrovarsi col volto davanti all’espressione torva della sua amica.

 

–Non è divertente!– esclamò Corvina incrociando le braccia irritata.

 

–Non sono d’accordo, amica Corvina!– riuscì a rispondere Stella prima di ricominciare a ridere ancora più forte. Le guancie arrossate della ragazza con i capelli scuri e la sua espressione arrabbiata non facevano che divertire ulteriormente l’aliena.

 

–Volevo chiederti una cosa, ma se hai intenzione di comportarti in modo così infantile me ne vado– sbottò Corvina imbarazzata, girandosi e dirigendosi verso la porta. Ma mosse solo pochi passi prima di essere colpita in pieno dal radicale cambiamento nel carattere sempre euforico di Stella.

 

–Ti chiedo scusa per il mio comportamento infantile, non era mia intenzione farti arrabbiare...– mormorò tristemente Stella, posandosi a terra con grazia.

 

Corvina avvertì uno strano dolore al petto, trovando insopportabile la tristezza dell’aliena. Prese un profondo respiro per calmarsi, si voltò e sorrise.

 

Vergogna...

 

Corvina–

 

–Tranquilla, Stella, non sono arrabbiata.– La sua reazione è immediata e tipica di lei. Stella si alza da terra di qualche centimetro e mi vola addosso per abbracciarmi. Arrossendo, ricambio l’abbraccio per alcuni secondi, prima di sottrarmi spingendola via delicatamente. –Ascolta, Stella... mi chiedevo...ti andrebbe di passare un po’ di tempo insieme?– domando timidamente. Stella piega la testa di lato, guardandomi perplessa in un modo che trovo assolutamente adorabile.

 

–Ma Corvina non vuole mai passare il tempo con me. Le ho chiesto tante volte di andare a vedere le meraviglie del centro commerciale o di guardare i film che BB e Cyborg hanno suggerito adatti alle ragazze, ma lei ha sempre rifiutato.– Mi ritrovo a sorridere davanti a quella ragazza di natura così adorabile e innocente, ma vengo presto interrotta bruscamente al pensiero della vecchia me stessa.

 

–Lo so, Stella...e mi dispiace per...per come ti ho trattata– rispondo, distogliendo lo sguardo da lei.

 

–Ma tu mi hai sempre trattato bene! Non capisco...– Stella inclina di nuovo la testa. Sospiro e cercò di concentrarmi per riuscire a estrapolare un discorso comprensibile dai miei pensieri caotici.

 

–A causa di tutta quella storia riguardo mio padre... ho dovuto tenere bloccate le mie emozioni e distanziarmi dalle altre persone... anche da me stessa. Ti ho detto e fatto molte cose, Stella, e nonostante sapessi di non aver alcun altra scelta, mi sento lo stesso in colpa per come ti ho trattata. Sei sempre stata così gentile con me...io invece...– Sospiro di nuovo e chiudo gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo dei suoi occhi smeraldo.

 

–Non devi sentirti in colpa, Corvina. Non volevi fare altro che proteggerci e per questo te ne sono grata.–

 

–Grazie Stella. È solo che...– Mi volto dandole le spalle. –Sono spaventata. Non ho più bisogno di nascondermi, ma tutto questo è perfino più spaventoso che nascondersi. Ogni emozione, ogni sensazione, è così nuova e strana per me... Mi sento più sola che mai e l’unica cosa che mi fa sentire più tranquilla è la tua presenza... e anche questo mi spaventa. Mi fa pensare che se tu non ci fossi potrei...– Le mie parole si trasformano in un verso di sorpresa quando le sue braccia mi circondano il collo. Mi pare di sentire lo stomaco come in caduta libera, mentre  il corpo della Tamariana si preme al mio e sento la sua pelle incredibilmente calda.

 

–Non devi avere paura, Corvina. Non lascerò che nulla ti danneggi– annuncia lei. L’unica risposta che mi viene è un respiro soffocato, mentre le sue labbra così vicine al mio orecchio mi fanno perdere ogni capacità cognitiva. Fino a quando, purtroppo, non si separa da me per poi prendere le mie mani fra le sue, facendomi voltare. –Ti rimarrò accanto fino a quando non riuscirai a sentirti a tuo agio con tutto. Abbiamo un sacco di tempo tra ragazze da recuperare, sarà magnifico!– conclude, con la sua solita esuberanza.

 

–Ti...ti ringrazio davvero molto, Stella– mormoro. Trovo il calore e la sensazione al tatto della sua pelle quasi ipnotizzanti e, senza rendermene conto, comincio a tracciare degli archi con i pollici sopra i suoi palmi. –Non so cosa farei senza di te– continuo, sentendomi il petto schiacciato e lo stomaco che pare sprofondare sempre più in basso. Libero una mano e l’avvicino goffamente alla sua spalla. –Sei l’amica migliore che possa chiedere.–

 

Più in fretta di quanto possa accorgermene, la mia mano scivola dalla spalla, cominciando a scendere lungo il suo braccio, scorrendo sulla sua pelle liscia e arancione. Comincio a sentirmi il respiro pesante e la testa girare

 

–Stai bene, Corvina?– domanda, appoggiando l’altra mano sulla mia fronte. Un brivido percorre il mio corpo e mi sforzo a deglutire il nodo che mi si è formato in gola.

 

–Sto bene, Stella, è solo che... sono così...– Mi avvicino di più a lei e vengo colpita da un pungente odore misto a bacche e qualcos’altro che non riesco a distinguere. Il desiderio di sentire ancora di più quell’odore diventa impellente e prima ancora che me ne renda conto mi ritrovo con il naso premuto sul suo collo, inspirando a pieni polmoni. Un immagine di ciò che sto facendo appare nella mia mente e tento rapidamente di mascherare quell’azione idiota con un abbraccio di fortuna. –Stella, cos’è questo odore?– domando, col cuore che mi batte nel petto, mentre il nervoso e decine di altre nuove ed eccitanti emozioni scorrono nel mio corpo.

 

–Credo che sia il mio balsamo all’estratto di bacche. È un odore magnifico, non trovi?– mi domanda.

 

–No, non è quello... è qualcos’altro.–

 

A malapena riconosco la mia voce. Standole così vicino mi rendo conto che il profumo non arriva dai suoi capelli, ma dalla sua pelle. Mi avvicino di più al suo collo, stringendo la presa intorno a lei ed inspirando di nuovo a pieni polmoni. Sento le ginocchia cedermi quando realizzo che quello è il suo odore naturale. Il desiderio di sapere se il sapore della sua pelle fosse meraviglioso quanto l’odore comincia a riempire i miei pensieri.

 

–Corvina...–

 

È poco più di un sussurro, ma riesco perfettamente a sentire l’imbarazzo nella sua voce ed una molto più velata traccia di eccitamento. Riluttante, mi separo dalle graziose curve del suo collo e la guardo. Rimango sorpresa nel vedere come lei sembra essersi appena sentita. Aveva il volto arrossato, il labbro inferiore tremante per il nervoso e una strana espressione quasi sognante. Non rimango a lungo con gli occhi sui suoi. Abbasso lentamente lo sguardo, soffermandomi tuttavia sulle curve e i dettagli offerti dalle sue labbra.

 

–Stella...–

 

Le mie emozioni sembrano un incendio mentre ci facciamo sempre più vicine e le sue labbra diventano l’unico elemento che riesco a distinguere. Mi accorgo appena delle sue braccia che mi avvolgono il collo mentre le mie le imitano, stringendole la vita. Mi sento il cuore schizzare fuori dal petto, quando avverto il suo fiato caldo sul mio volto. Riesco a sentire il suo ginocchio salire tra le mie gambe e strusciarsi contro di me. Il mondo diventa bianco per un breve momento e sento il mio stomaco scoppiare come se fosse stato colpito da uno dei suoi stessi dardi. Una scarica di calore ed umidità sale da in mezzo alle mie gambe, il mio corpo viene colpito da una serie di spasmi. Mi ritrovo ad avvinghiarmi al suo corpo per riuscire a rimanere in piedi, gridando non appena una nuova ondata di sentimenti sconosciuti ed incredibili erutta dentro di me. Quando tutto finisce, mi ritrovo ancora attaccata a lei, con il respiro pesante.

 

–Corvina... è passato adesso?– domanda cautamente. La sua voce dolce e musicale è come una secchiata d’acqua gelata su di me. Realizzando in che posizione mi trovassi, mi separo da lei, faticando quasi a reggermi sulle mie gambe senza più supporto.

 

–Io...credo di sì– biascico, ancora col respiro pesante causato da qualunque cosa avessi appena provato. Il cambiamento nell’aura di Stella è facile da notare e mi accorgo subito che sta provando un sentimento a me molto più familiare... la vergogna.  La prima cosa che avevo provato quando le mie emozioni si erano liberate. La vergogna che ho provato per come ho sempre trattato le persone che avrebbero dovuto essere la mia famiglia. Questa volta però la situazione è totalmente diversa e non ho idea di cosa ho appena fatto, ma è sicuramente qualcosa di cui non c’è da essere orgogliosi. Sento la testa pesarmi. –Mi... mi dispiace Stella. Non so cosa mi sia preso ma è stato tremendamente imbarazzante. Se...se vuoi ancora andare al centro commerciale, allora andiamo– mormoro con cautela. Do un ultimo sguardo al suo volto, prima di circondarmi delle tenebre e teletrasportarmi nella mia stanza.

 

 

 

NdA

Anche questo capitolo è striminzito, lo so, ma se traduco tutto in un colpo solo finisco la storia xD. Qualche recensione sarebbe l’input ideale per invogliarmi a fare capitoli un po’ più lunghi.

   
 
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