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Autore: rora02L    23/06/2015    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Regina, invece di scagliare il sortilegio che tutti noi conosciamo, avesse deciso di rovinare la vita alla figlia di Biancaneve ed il principe, togliendole il lieto fine ?Non ho copiato nessuno, anche se questa idea è già stata usata. Mi ispirerò a Il lago dei cigni, un misto tra la versione originale e quella del cartone.
Dal testo :
Una domanda le affiorò nella mente e chiese al re: “Padre … come si fa a capire quando si è innamorati ?” James sobbalzò, stupito dalla domanda. Le sorrise: “Quando si è innamorati, si pensa sempre all’altro. Si desidera passare tanto tempo con l’altra persona, rivederla e scambiarsi i propri pensieri. Si desidera la compagnia dell’altro ed il suo affetto.” Emma pensò che non avrebbe mai più potuto vedere quel bambino e sospirò: “Temo di essere innamorata, padre. Ma lui … non è un principe. L’ho incontrato mentre rubava del cibo, ma non è cattivo ! Lui … credo … di essermi innamorata di lui, padre.” Il buon re le sorrise, era contento che la figlia le avesse rivelato la verità. La rassicurò: “Bambina mia, ricordi cosa dicevo sempre a tua madre ?" La piccola annuì: “Che l’avresti sempre trovata.”
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7. Lo specchio delle brame.



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Emma ed il pirata si erano accampati vicino alla dimora di Tremotino, per compiere poi il furto a notte inoltrata. Ma non ci fu bisogno di aspettare così a lungo, perché verso il tramonto videro il Signore Oscuro uscire dalla sua dimora, gongolante. Così decisero di agire prima, dato che Belle non costituiva assolutamente una minaccia. Si infiltrarono nella dimora dell’Oscuro, con in testa il pirata, che teneva una mano sull’elsa della sua fedele spada, come faceva anche Emma.
Entrarono nella sala in cui erano stati quella mattina, cercando Belle. Lei sicuramente sapeva dove il suo padrone nascondeva gli oggetti magici. Della ragazza non c’era traccia, ma poco dopo si sentirono i suoi passi frettolosi scendere delle scale e la sua voce dire dubbiosa: “Signor Tremotino, come mai siete già di ritorno … ?”
Si bloccò, vedendo la lama della spada del pirata puntata contro la sua gola. Li guardò sbalordita e chiese titubante: “Che s-significa tutto questo ? Cosa volete da me ?” Killian sorrise beffardo: “Mi dispiace, tesorino, ma il tuo padrone ha qualcosa che vogliamo.” Belle roteò gli occhi, non essendo la prima volta che sentiva queste parole: “Potresti essere più preciso ? Il signor Tremotino porta qua una marea di oggetti …”
Emma mise una mano sulla lama del pirata e la abbassò, guardando fisso negli occhi la ragazza. “Belle … - disse con tono rassicurante – non abbiamo intenzione di farti del male. Vogliamo solo restituire i fagioli magici alla loro legittima proprietaria.” La bruna sospirò ed annuì: “Vi aiuterò, ma il padrone non ne sarà per nulla contento quando lo scoprirà. Aspettatemi qua, so dove sono. Vado a prenderli, ma appena ve li consegnerò dovrete andarvene via più veloce del vento. Se lui vi scoprirà … vi torturerà in modo davvero doloroso.” Il moro alzò le spalle incurante: “Ah, non ho paura del Coccodrillo. Ma tranquilla, appena avremo i fagioli ce ne andremo.” Belle annuì nuovamente e corse a prenderli. 
Nel mentre, Emma si era avvicinata allo specchio magico, notando che era coperto male e che un pezzo di vetro era visibile ancora. Non resistette alla tentazione, voleva rivedere la sua famiglia, così abbassò il telo e si specchiò. Sgranò gli occhi e rimase immobile, come ipnotizzata. Killian se ne accorse e le corse incontro, abbracciandola da dietro: “Emma, che cos’hai ? Che cosa vedi nel-“ Si bloccò anche lui, guardando la sua immagine riflessa. Era ricco, spaventosamente ricco. Seduto su un trono d’oro, con la sua principessa accanto e circondato da ricchezze inimmaginabili. Rideva felice, baciando la sua sposa e accarezzando i capelli al suo pargoletto. Sembrava un sogno e non voleva svegliarsi. Emma invece vedeva altro nel suo riflesso: vedeva una bambina, lei da piccola, con i suoi genitori che la tenevano per mano e Neal in braccio a sua madre, ancora un neonato. La bambina si rivolse a lei e disse con tono lugubre: “Vorresti tornare ad essere felice come lo sono io ora, vero ? Peccato che, per colpa tua, i tuoi genitori e tuo fratello stanno soffrendo ! Il tuo regno è nel caos, tantissimi soldati sono morti ed il castello è stato distrutto. Tutto per colpa tua. Ma puoi sempre rimediare … - allungò una mano verso di lei – vieni con me. Qua sarai felice, come quando eri bambina.”
Emma la fissava con la bocca aperta, incapace di reagire. Sfiorò il bordo dello specchio con un dito, notando che si deformava e catturava la falange. La bambina sorrise e ripeté ridendo: “Vieni, Emma.”
La principessa allungo la mano ancora di più, finché i polsi non vennero risucchiati dallo specchio. Killian era ancora immerso nella sua visione, in cui il lui dello specchio beveva vino e festeggiava con la sua amata, finché non diresse il suo sguardo verso di lui: “Vecchio mio, ti piacerebbe avere questa vita ? Puoi farlo … vieni qua, prendi il tuo posto. Vivi questa vita meravigliosa tra ricchezza, potere e tutto ciò che puoi desiderare.” Uncino mise anche lui la mano nel freddo specchio, avvicinandosi insieme ad Emma ad esso.
Un urlo squarciò la loro ipnosi: “Fermi !”Era Belle, appena tornata dalla sua ricerca. Si avvicinò a loro, cercando di allontanarli dallo specchio malvagio con tutte le sue forze, ma senza riuscirci. Decise allora di cercare di svegliarli in altri modi. Estrasse dal fodero la spada del pirata e gli fece un taglietto sulla mano. “Ahi !” esclamò Uncino, ritirando indietro la mano istintivamente. Solo allora realizzò l’incanno in cui stava per cadere e vide che Emma si stava avvicinando pericolosamente allo specchio, ammaliata dalla voce di quella bambina e dal ricordo di quella bella infanzia con la sua famiglia. Lo specchio l’aveva presa fino al gomito. Killian prese prepotentemente la sua spada dalle mani della bruna e fece un taglietto sulla spalla della principessa, che gridò: “Ahia !” e si ritirò indietro, uscendo dallo specchio. Emma ritornò alla realtà, a ciò che aveva perso e alle cose che doveva fare. Sgranò gli occhi e nascose il viso nel petto del moro, che la strinse a sé per calmarla: “Va tutto bene, tesoro … sono qui, tranquilla.” Le accarezzava dolcemente la schiena per tranquillizzarla, mentre Emma cercava di riprendere il controllo di sé e di capire ciò che era appena accaduto. Stava per rinunciare a tutto, persino ad il suo amore. E ricordò bene le parole che quella bimba dai lunghi capelli biondi le aveva detto: “Andiamo, lo sai anche tu … Killian non ti ama. Vuole sposarti per ottenere la corona ed il tesoro reale. Ricordati che è un pirata. Lascialo, vieni con me.” Aveva messo in dubbio l’amore che il pirata provava per lei. Ed Emma, una parte di lei almeno, ci era cascata in pieno.
Perché un po’ lo pensava. Killian non era più il ragazzino che aveva conosciuto al ballo e nemmeno quello che aveva baciato una sera su una nave. Era cambiato. Chissà quante altre donne aveva conosciuto. Solo lei era rimasta ferma a cinque anni fa, prigioniera del sortilegio di Regina. Chi le assicurava che davvero Killian provasse i suoi stessi sentimenti, dopo che non lo aveva visto per così tanti anni ? Perché non l’aveva cercata prima ? Perché … ?
Alzò gli occhi, incontrando quelli blu di lui. Il pirata le sorrise, accarezzandole i capelli: “Ora è tutto ok, tesoro mio.” Le asciugò una lacrima dal volto, cullandola tra le sue braccia. Emma sussurrò, premendo il volto sul suo petto ed inebriandosi del suo odore, che tanto amava: “Killian …” Lui sorrise, tenendola ancora per un po’ e rivolgendosi poi a Belle: “Allora, bella donzella, ci consegneresti i fagioli per favore ? Ora ho proprio fretta di lasciare questo posto infernale.”
Lei annuì e gli consegnò il sacchetto con dentro i tre fagioli, augurando ai due buona fortuna. Killian, essendo un pirata, non si fidò e controllò per bene che fossero loro: erano trasparenti ed emanavano una specie di aurea violacea. Li rificcò nella sacchetta e salutò Belle insieme ad Emma. Era tempo di rimettersi in viaggio, dovevano portarli al più presto Baba Yaga. Trovare i genitori di Emma ed anche gli oggetti per spezzare il maleficio. Ne abbiamo di lavoro da fare …

~

Avevano ripreso i cavalli e verso sera si erano accampati per cenare e riposare, inutile continuare il percorso fino alle Lande Desolate stanchi ed a stomaco vuoto. Killian accese il fuoco, mentre Emma aveva appena catturato una coppia di conigli. Il pirata notò che qualcosa turbava la giovane, così quando smisero di cenare le chiese: “Ehi, dolcezza, tutto bene ?” Emma scosse la testa: “Ho … un dubbio che mi tormenta.”
Lui le prese una mano, stringendola nella sua: “Riguarda lo specchio, vero ? – lei annuì- A me puoi dire tutto, tesoro … avanti, sfogati pure.” Lei rimase a guardare il terreno, calciando un sassolino. Si morsicchiò il labbro inferiore e poi parlò: “Ho visto me da piccola, quando ero felice con la mia famiglia. Neal era appena nato ed io già lo adoravo. Lei … cioè me, da piccola … mi ha detto che … che tu non mi ami e che vuoi sposarmi solo per diventare re.” Emma chiuse gli occhi, spaventata da una possibile reazione indignata da parte del moro. Ma non accadde nulla, così aprì gli occhi e vide che Killian cercava di trattenere la risata, ma non ci riuscì ed inizio a ridere di gusto: “Tu hai pensato che … ? Ahahah ma Emma, che assurdità ! Ti sono stato lontano per anni solo perché sei una principessa ed io … beh, non sono un reale e non sarò mai alla tua altezza. Ma che io punti alla corona … ahaha è assurdo. Lo ammetto, amo la ricchezza e le belle donne, sono un pirata. Ma la persona che più amo al mondo e per cui rinuncerei anche al più grande dei tesori sei tu … - le accarezzò una guancia con tenerezza – magari adesso non ti fidi completamente di me, ma col tempo ci riuscirai. Non voglio regnare … magari, quando … beh, quando ci sposeremo … potremmo prendere una nave e viaggiare per mare … insomma, sarebbe il mio sogno, ma –“
“Sì.” esclamò lei, con un sorriso felicissimo sul volto. Annuì tre volte, mentre il pirata la guardava confuso: “Voglio viaggiare per i mari con te. Voglio stare con te, voglio … voglio sposarti, Killian !” Gettò le braccia al collo del giovane, facendolo quasi cadere dal tronco su cui si erano seduti. Il pirata rise, seguito dalla bionda, e la strinse a sé. Le baciò i capelli, poi le guancia ed infine e labbra. Emma intanto gli accarezzava il volto, le spalle ed infine il petto, mentre lasciava che il capitano prendesse possesso delle sue labbra, che altri non avevano toccato se non lui. Si staccarono per riprendere fiato e lui le disse: “Affronteremo insieme qualsiasi cosa, ok ? Io non ti lascio. E non per la corona, il denaro o altro. Io ti amo, Emma.”
Lei lo baciò nuovamente, finché non si addormentarono tra le foglie l’uno tra le braccia dell’altro. La principessa pensò che il rumore del battito del cuore di Killian, il suo profumo ed il suo respiro fossero tutto ciò di cui aveva bisogno. Si rese conto di amarlo, da impazzire. Ma stranamente, non riusciva a dirglielo. Forse temeva che, se quell’incanto fosse svanito, dicendo quelle parole si sarebbe fatta del male. Si fece cullare dalle braccia forti di lui, sentendo il pizzicorino della sua barba sulla guancia. Non le dava fastidio, le piaceva molto. Le piaceva molto ogni cosa di quel pirata. 

~

Baba Yaga battè le ruvide mani felice e si avventò come un avvoltoio sul sacchetto contenente i fagioli, stretto tra le dita di Uncino. La strega poi ne rovesciò il contenuto per controllare e si ritenne soddisfatta: “Ottimo lavoro ! Ora portatemi gli altri oggetti, presto !”
Emma ribatté risoluta: “Prima dobbiamo salvare i miei genitori, son intrappolati …” La fattucchiera la gelò con uno sguardo: “Miei cari, temo non abbiate più molto tempo. Vi restano tre giorni, prima che la luna blu appaia in cielo. Se non ce la farete per allora, la maledizione resterà.”  Il pirata sospirò, lagnandosi: “Ed ecco che ricominciamo ..”
Emma chiese invece alla strega come mai non poteva procurarsi lei stessa gli oggetti. La maga rispose che gli oggetti in questione erano speciali e non potevano essere toccati da lei. La principessa aveva già in mente dove trovare la scarpetta pura come l’oro. Doveva per forza essere quella di Cenerentola. Mentre la mantella rossa come il sangue era senza dubbio quella di zia Cappuccetto, peccato che non sapesse dove si trovava ora. Decise così di ritornare al castello della sua famiglia per cercare tracce della scomparsa Cappuccetto, dopo sarebbero andati da Cenerentola per farsi consegnare la scarpetta.
Mentre cavalcavano a tutta velocità, Uncino chiese: “Come facciamo però per i capelli e la mucca ?” Emma rispose: “Per la mucca è semplice: passeremo al mercato del villaggio prima di andare al castello e compreremo là una mucca.” Killian alzò le sopracciglia: “Emh … con quale denaro, mia signora ?” Non aveva pensato a questo particolare. Ma ci si poteva porre rimedio facilmente: “Vorrà dire che la ruberemo.”

~

“La mia mucca ! Al ladro, al ladro ! La mia preziosa Bianchina !” gridava disperato il contadino a cui Emma aveva appena tubato l’animale, che trascinava con sé a tutta velocità dal suo cavallo. Quella mucca doveva essere piuttosto anziana ed il suo corpo era magro e gracile. Non sarebbe valuta molto, se non fosse che aveva un manto di un bel color latte, esattamente come aveva chiesto alla strega. La portò dunque al castello in rovina, dove il pirata aveva già iniziato le ricerche.
Molto probabilmente, durante il combattimento, Cappuccetto Rosso doveva essersi tolta il mantello per tramutarsi in lupo ed aiutare i soldati, i nani e le fate. Dunque, se avevano perso, il mantello doveva trovarsi là. Sempre che qualcuno non lo avesse trafugato, ma nessuno conosceva il segreto di quel cappuccio a parte la sua famiglia.Il problema era che il palazzo era molto vasto e Killian stava già per perdersi.
Emma lo trovò nella sala delle feste, intento a perlustrare ogni angolo. Il pirata vide la mucca e commentò: “Non potevi prenderne una più … in salute ? Questa sembra che debba morire a breve.” Emma scrollò le spalle, togliendosi il cappuccio nero che aveva indossato durante il furto: “Ci servirà per poco, Killian. Quindi non è un problema se è in fin di vita. Hai trovato qualche indizio ?”
Killian scosse la testa: “Neppure una orma di lupo … cavolo, sei sicura che fosse qua durante l’assedio ? Magari era via, in vacanza o chissà dove.” Emma rispose risoluta: “No. La zia non sarebbe mai mancata ad una battaglia contro Regina … lei e mia madre sono molto legate, anche se non sono sorelle è come se lo fossero. Ne hanno passate tante insieme …” La principessa si unì al moro nella ricerca andando a vedere nella camera della donna dispersa, magari lo aveva lasciato là. Niente, erano rimasti dei vestiti nell’armadio e qualche effetto personale di poco conto. Ciò era strano, perché non c’era nulla ? Fece notare la cosa al pirata, che alzò le spalle e disse: “Magari qualcuno è venuto a saccheggiare il palazzo, anche se con tutti quei morti davanti fa paura …” Emma scosse la testa, poco convinta. Avevano preso tutto, ma proprio tutto. Dei ladri avrebbero portato via solo le cose importanti.
Decisero di passare alla camera seguente, che era quella di Neal. Anche quella era senza più oggetti preziosi, erano rimasti solo i vestiti del principe e qualche suo vecchio giocattolo. Emma notò che il giocattolo preferito dal fratello non c’era. Si trattava di un piccolo soldatino di piombo che lei aveva scelto per lui per il suo settimo compleanno, a cui il bambino era molto legato. Era strano che i ladri avessero preso anche il pupazzo, che ormai era vecchio e consumato, anche se era ancora a cuore al principe. Emma allora capì: “Se fossi mia madre ed il castello stesse per essere attaccato, cosa farei  … ?”
Killian la guardò confuso: “Che stai dicendo ?” La ragazza si illuminò ed esclamò: “Ma certo ! Metterei in salvo mio figlio, il mio bene più prezioso ! Avendomi persa, sicuramente voleva mettere in al sicuro Neal dalle grinfie della regina cattiva. Lo avrà affidato a qualcuno che avrebbe potuto difenderlo …” Andarono allora nella stanza dove si nascondeva il passaggio segreto che il pirata aveva usato da giovane e scesero nel tunnel dalla botola, che era stata coperta da vari corpi di soldati. Ciò non fece altro che convincere Emma ancora di più della sua ipotesi, probabilmente avevano coperto la fuga di Neal, sacrificando le loro vite.
Le torce che solitamente erano sempre accese in quel tunnel erano spente e dovettero accendere un candelabro per farsi strada. Finalmente trovarono tracce di zampe di un animale più grande di un lupo, ma simile ad esso, accanto a quelle di un uomo, a giudicare dalla forma. E c’erano anche i segni di scarpe col tacco. Chi sarebbe così audace da portare scarpe col tacco durante un assalto ? Solo Regina. Si addentrarono ancora di più nel tunnel, finché non videro una mantella sporca di sangue e fango arrotolata a terra. Emma diede il candelabro a Killian e si chinò per recuperare l’oggetto, cercando di scrostare via la fanghiglia e rivelandone così il colore rosso sangue. Lo avevano trovato. Emma rimase molto turbata scoprendo che Cappuccetto aveva combattuto contro Regina, che sicuramente era più forte di lei con i suoi poteri. Ma sperava che la donna si fosse salvata dalla strega, dato che non ne vedeva il corpo.

~

La principessa prese da un campo del granturco e se lo rigirò tra le mani, chiedendosi chi fosse la dama con i capelli talmente gialli da assomigliare ai chicchi di mais. Chiese ad Uncino se per caso conoscesse una ragazza con dei capelli di quel colore, ma il pirata scossa la testa. Emma sbuffò spazientita e decise che nel mentre sarebbero partiti per il regno di Cenerentola a recuperare la scarpetta. Lasciarono la mucca legata ad un palo vicino al palazzo, sperando che nessuno la rubasse, ma non era il caso di portare un bovino così mal ridotto per mare. Montarono in sella ai loro cavalli diretti al porto, Killian era il più felice tra i due: “Sto per ricongiungermi alla mia adorata nave ! Non vedo l’ora di salire a bordo, il mare iniziava a mancarmi.” Emma rise, divertita da quello strano amore che il pirata provava verso il suo vascello.
Saliti sulla nave, il capitano riprese il comando sulla sua ciurma di ladri, riportando l’ordine a bordo. Alcuni pirati gli chiesero come mai era stato via così a lungo ed Uncino invento una scusa su due piedi, blaterando di un tesoro che stavano cercando lui ed Emma … ipoteticamente. Era anche un bugiardo e mentire alla sua ciurma non era un problema.
Emma quella notte andò tranquillamente nella cabina del capitano, per passarci la notte come aveva fatto qualche tempo prima. Ma trovò Uncino davanti alla scrivania, che rigirava il suo uncino in mano, con aria malinconica e triste. Appena la vide, il moro la salutò: “Mmh credevo che i reali fossero per lo meno educati. Non vi hanno insegnato a bussare prima di entrare in camera degli altri, principessa ? Va bene che noi non siamo certo degli estranei … ma non mi aspettavo tanta audacia da parte sua.”
La bionda sobbalzò, capendo a cosa alludesse il pirata, che ghignò compiaciuto nel vedere il rossore sulle guance di lei, che sbottò orgogliosa: “A me l’educazione l’hanno insegnata benissimo, pirata. In caso siete voi ad essere inopportuno, con le vostre allusioni sciocche. In ogni caso, volevo solo andare a dormire, ma visto che vi ho disturbato, tolgo il disturbo.” Killian si mise a sghignazzare, mentre la principessa si voltava e risaliva le scalette da cui era venuta, finché la voce dell’uomo non la fermò: “ Come siamo permalosi, principessina … e non ti facevo nemmeno così maliziosa, io non alludevo a nulla. Potete dormire nel mio giaciglio, ovviamente … mi piace sapere che, durante la notte, sentirete il mio profumo.” La giovane non rispose nulla. Si limitò a superarlo e a dargli un gelido: “Buona notte.” Killian la prese per un polso e la fece girare, per poi baciarle la mano, senza staccare gli occhi da quelli azzurri di lei. Sussurrò piano, con le labbra a pochi centimetri dalla pelle candida di lei: “Sogni d’oro, principessa …”

~

Il suo riflesso, nelle acque increspate e sporche di quel pozzo, veniva distorto e mostrava una lei molto più oscura. Emma sorrise, ripensando a quello che la madre le aveva raccontato sul quel vecchio pozzo, che lei diceva essere magico.
“Se canti il tuo desiderio e l’eco ti risponde, ti accontenterà, realizzando il tuo desiderio.” Questo le aveva detto la regina, per convincerla a cantare davanti a lei. A quel tempo  aveva tredici anni ed era molto restia a cantare davanti alla madre, per via del fatto che la voce della regina era incomparabile, mentre la sua era quella di una qualsiasi ragazza del reame, nonostante fosse sua figlia. Spesso Emma si era sentita fuori posto, dato che era completamente diversa dalla madre. Aveva cantato, quella volta. Aveva chiesto che Killian tornasse da lei ed il suo desiderio, dopo tanti anni, era stato realizzato. Il pirata arrivò poco dopo con la mucca bianca e la scarpetta dentro la sacca che portava a tracolla, mentre Emma indossava la mantella di Cappuccetto, che ancora portava addosso l’odore della donna e del suo sangue. Uncino si avvicinò alla bionda, chiedendole cosa ci fosse di così importante in quel pozzo.
Emma aveva sorriso e gli aveva risposto placidamente: “Questo pozzo realizza i desideri. Ti ha riportato da me … Mi stavo chiedendo se magari potesse aiutarci … magari potrebbe dirci dove trovare i capelli oppure dove sono ora i miei genitori …” Il moro le posò una mano sulla spalla, guardando anche lui nelle acque stagnanti del pozzo. Alzò un sopracciglio scettico e brontolò: “La magia ha un prezzo … almeno su questo io ed il ladruncolo siamo d’accordo: niente magia, è pericolosa.” Emma gli sorrise, ricordando quanto il pirata fosse geloso, ogni uomo che gli rivolgeva la parola veniva fulminato dallo sguardo di ghiaccio del capitano.  “Potremmo provare … e la magia buona non è come quella oscura” insistette la ragazza, fiduciosa.
Ricordava ancora le bellissime magie che le fate facevano occasionalmente per lei: bolle di sapone a forma di unicorni, cigni giocattolo che volavano per la stanza e fiori dai mille profumi che comparivano sul pavimento della cameretta. Come poteva una magia così bella essere cattiva ? Aveva provato sulla sua stessa pelle la magia oscura, ma aveva fiducia in quel vecchio pozzo che con fatica aveva esaudito il suo desiderio. Così scese dal bordo roccioso del pozzo e iniziò a schiarirsi la gola, mentre Killian la guardava scettico e brontolava: “Non funzionerà … stiamo solo perdendo tempo.” La principessa sfoderò un bel sorriso sprezzante e voltandosi verso di lui rispose: “Allora ti sarai goduto lo spettacolo. Io non canto mai davanti agli altri, ritieniti onorato.” Killian ridacchiò e fece un inchino: “Prego, mia cara.” Emma allora si girò verso il pozzo e chiuse gli occhi, per poi aprire la bocca ed iniziare a cantare, chiedendo al pozzo dove trovare i capelli biondi come il granturco.
Il pirata rimase affascinato da quella voce, paragonabile solo a quella delle sirene, che però era presagio di sventura. Quella di Emma invece era una voce da angelo, un canto da cigno. Rimase a bocca aperta, come ipnotizzato da quel canto. Degli uccellini si avvicinarono alla principessa, imitandone il canto con i loro cinguettii e facendo ridacchiare la giovane. L’eco del pozzo le rispondeva, riproducendo la sua voce, sempre più melodiosa. Uncino si sentì l’uomo più felice della terra. Avrebbe rinunciato alla sua mano altre mille volte per poter sentire ancora quel canto d’angelo che apparteneva alla sua amata Emma.
La ragazza smise di cantare ed il cuore del pirata fremette: voleva risentirla. Emma si voltò verso di lui, trovandolo con le lacrime agli occhi. Gli sorrise e prese da terra la pannocchia che aveva raccolto il giorno prima, trovandola ricoperta da degli strani filamenti neri. La agitò trionfante e sorridendo esclamò: “ Ecco i capelli, possiamo andare.” Ma il pirata rimase fermo al suo posto, fissandola sbalordito, finché non le chiese: “Perché mai privi il mondo di una tale bellezza ? Emma, diavolo, la tua voce è … non ho mai sentito niente di simile in vita mia. Potresti … potresti cantare ancora una volta, un giorno … anche solo per me, te ne prego.” La principessa sobbalzò, non sapendo cosa rispondere. Ma poi gli sorrise: “Solo per te.”

~

Baba Yaga non faceva che ridere istericamente, mentre imboccava la povera mucca, dandole in pasto la scarpetta d’oro di Cenerentola, poi la pannocchia ed infine, dopo qualche resistenza da parte di Emma, la mantella rossa come il sangue. La luna blu troneggiava su di loro, brillando di una luce sinistra. Era incredibile vedere quel bovino mangiare quegli strani oggetti, ma ancora di più lo fu la richiesta della strega, che indicò la principessa con un dito ossuto e dalla lunga unghia giallognola e le disse: “Mungila.” Emma non osò controbattere, anche se la sua faccia parlava per lei.
Non capiva la strana richiesta della megera, ma obbedì. Sotto le mammelle della mucca c’era una ciotolina in terra cotta, che venne riempita con il latte dell’animale, che aveva un insolito colorito verdognolo. La strega scostò in malo modo Emma per prendersi la ciotolina e portarsela con foga alla bocca, mentre la luna blu brillava ancora nel cielo ed illuminava la scena con i suoi raggi turchesi. Improvvisamente la schiena di Baba Yaga si piegò in due in modo brusco, facendo cadere la strega di faccia. Emma spalancò la bocca, terrorizzata. Stava per correre in aiuto della maga, ma Killian la fermò, indicandole il volto della strega, che mutava lentamente. Le rughe si distesero, il colorito della pelle ritornò, il biancore dei capelli cedette ad un castano lucente, mentre l’intero corpo della donna riprese forma. Baba Yaga, una volta ripresasi dagli effetti dell’incantesimo, spinse una mano nel terreno per rialzarsi. Si toccò il volto un po’ sporco di terra, ma giovane e liscio, nuovamente bello. Poi passò le dita tra i folti ed ondulati capelli bruni, sorridendo soddisfatta.
Guardò il suo corpo, nuovamente bello e rinvigorito. Rise, aveva nuovamente il suo aspetto. Guardò poi la principessa ed il pirata. Quest’ultimo aveva una faccia alquanto sorpresa, ma disse in tono pacato: “Emh … ora che sei tornata giovane, potresti togliermi gentilmente la maledizione ? Gli accordi erano questi.” Milah sorrise sorniona ed annuì, per poi iniziare a far roteare le mani davanti al pirata, che venne colpito poi da un raggio magico blu dritto allo stomaco. La strega sorrise ed esclamò: “Ecco fatto. Ora, se volete scusarmi … ho dei conti in sospeso da sistemare.” Sparì subito in una nube viola, lasciando i due da soli in mezzo alle Lande Desolate. La luna tornò al suo usuale colore, mentre Killian riprese a respirare normalmente. Entrambi si chiesero se davvero la strega avesse mantenuto la parola, ma non c’era altro modo se non aspettare, visto che l’unica donna che il pirata desiderava era Emma, che non era certo nello stato ideale per mettere su famiglia.
La bionda gli chiese se stesse meglio. Lui si mise il braccio uncinato allo stomaco e con la mano buona alzò il pollice, commentando: “Ci vorrà ben altro per mettermi fuori gioco, dolcezza … non mi faccio certo stendere da una strega.” La principessa gli sorrise e lo prese per il braccio, caricandoselo in spalla, anche se era pesante. Killian camminava un po’, ma sempre in modo incerto, e la ragazza lo dovette aiutare per raggiungere insieme i cavalli. Il pirata appoggiò una mano al fianco bruno del suo destriero ed  impallidì, per poi cadere a terra tra la terra arida della landa.
Emma corse in suo soccorso, tenendogli il capo con le mani e cercando di capire il suo stato. Allungo una mano fino alla borraccia dell’acqua e gliela porse per permettergli di bere. Killian fu felice di ricevere l’acqua e si riprese un po’. Tentò di alzarsi, ma con pochi risultati: gli girava il capo e sentiva gli arti molli e senza forze. Non poté dunque opporsi alla decisione della principessa, che lo portò dietro di sé alla boscaglia più vicina, in modo che potessero accamparsi. Accese un fuoco per scaldare il pirata, che aveva iniziato a tremare di freddo. Emma allora si insospettì e gli posò le labbra sulla fronte, facendo ridacchiare Killian. La bionda allora gli chiese: “Perché ridi ? Hai la febbre alta, Killian … starai a riposo finché non ti riprendi.” Lui le sorrise di rimando e sussurrò con voce roca: “Lo faceva sempre mia madre, per controllarmi la febbre … a me piaceva. Mi faceva sentire … davvero amato. Strano che abbia dovuto farlo anche tu … - riprese a ridere sommessamente – in ogni caso non preoccuparti, piccola. Mi rimetterò presto, domani sarò già a cavallo pronto a partire. Dobbiamo trovare i tuoi genitori e tuo fratello …”
Si mise a tossire e portò la mano alla bocca. Emma allora gli prese dolcemente il capo e lo appoggiò alla sua spalla, accarezzandogli i corti capelli mori: “Non posso rischiare di perdere te per ritrovare i miei, Killian … promettimi che non farai niente di stupido. Sei troppo importante per me …” Le era costato molto dirlo, ma il pirata sapeva quello che quelle parole significavano.
Il pirata si lasciò cullare dal profumo della sua donna e dalla morbidezza delle sue mani tra i suoi capelli e sul suo viso. Desiderò di avere altri mille di quei giorni, avrebbe affrontato altre cento volte quei pericoli per avere quel momento di dolcezza ed intimità con la sua Emma. Si addormentò con il capo appoggiato alla spalla morbida di lei, che lo guardò come fa una mamma quando il suo bambino dorme nel suo lettino. Lo strinse forte a sé e gli diede un bacio sul capo, prima di addormentarsi anche lei.

~

Emma si risvegliò per via di un rumore metallico. Aprì gli occhi stanchi pian piano e vide per prima cosa Killian, che dormiva a poca distanza da lui. Poi realizzò che il ragazzo era incatenato e che anche ai suoi posti erano state messe delle catene, non poteva muoversi.
Si guardò intorno: era in una squallida cella buia, dalle sbarre arrugginite e le guardie dormivano ancora. Probabilmente era appena l’alba, poteva vedere il sole sorgere da una finestrella esterna. Diede un calcio a Killian per farlo svegliare, il quale mugugnò contrariato: “Ti pare questo il modo di svegliarmi, dolcezza ? Sai, speravo in un bel bacio del buon giorno o qualcosa di si-“ Smise di parlare non appena capì dov’erano. Tirò un po’ le catene ai suoi polsi, che lo intrappolavano al muro e sbuffò: “Dalla padella alla brace. E adesso ? Ci chiederanno di trovare una bottiglia di rhum magico ? Mi servirebbe proprio un goccetto …” Emma fece un sorriso tirato e sussurrò: “Non hai una qualche mossa da pirata per tirarci fuori da qua ?” Killian fece il finto pensieroso e sbottò: “Se così fosse, principessa, saremmo già liberi.” La bionda fece un verso di rabbia ed appoggiò il capo alla parete di roccia, dicendo: “Dobbiamo assolutamente trovare un modo per uscire.”
In quel momento si sentì un rumore di passi, più precisamente di tacchi, cadenzato e preciso. Emma non ebbe alcun dubbio appena lo sentì e digrignò i denti serrando la mascella non appena il viso di Regina le fu visibile. La regina cattiva le sorrise compiaciuta: “Già sveglia di buon mattino. Mi domandavo giusto quando avrei avuto l’onore di parlare con te, principessina …” Sibilò l’ultima parola, mettendoci dentro tutta la rabbia che provava per Biancaneve, la madre di quella ragazza che ora era nelle segrete del suo castello. Emma fece uno scatto per cercare di tirarle un pugno, ma aveva le braccia bloccate. Si sentiva braccata ed in trappola, sotto lo sguardo cupo della strega. Regina indossava un bellissimo abito lungo e nero, dalla gonna ampia ed i capelli corvini erano acconciati in modo da starle in alto e tenere in equilibrio la corona luccicante. Emma guardò la tiara di Regina, riconoscendo subito la corona di sua madre: “Brutta strega, dove hai mandato i miei genitori ? E dov’è mio fratello Neal ?”
Regina fece una faccia dispiaciuta e scosse la testa: “Oh, sei così prevedibile … sapevo già che mi avresti fatto queste domande. Del resto, sei la degna figlia di tua madre – la sua bocca si piegò in una smorfia di disgusto – e come lei, la famiglia prima di tutto, vero ? Ha combattuto così tanto per proteggere suo figlio … dopo che aveva perso la sua primogenita.” Le scoccò una occhiata e vide la rabbia di Emma crescere negli occhi azzurri. Ne fu compiaciuta, era quello che voleva. E questo è solo l’inizio. Ti farò pentire di essere venuta al mondo !
Schioccò le dita elegantemente ed altri passi si avvicinarono alla gabbia, questa volta di uomo. Davanti alla principessa comparve un ragazzo sui vent’anni, curato e vestito da principe. I corti capelli erano mossi e scuri, in contrasto con gli occhi chiari, cos’ simili a quelli di Emma. Il giovane era alto e robusto, davvero un bell’uomo ed indossava una specie di divisa militare nera con dei ricami argentati. Il giovane guardò Emma e trasalì, per poi rivolgere il suo sguardo a Regina, che gli sorrise sorniona: “ Le riunioni di famiglia sono le mie preferite ! – volse lo sguardo verso la sua prigioniera e con gesto elegante indicò il giovane appena arrivato – Principessina, non saluti tuo fratello ?” Emma trasalì, riconoscendo immediatamente il suo fratellino Neal in quei lineamenti così famigliari, uguali a quelli del padre con la dolcezza di quelli della madre. I suoi occhi si riempirono di lacrime e chiamò il fratello: “Neal ! Fratello mio, sei proprio tu ? Cosa ti ha fatto questa strega ? Rispondimi, fratello !”
Il ragazzo sgranò gli occhi ed indietreggiò: “Emma …  io … credevo fossi morta.” Ormai sul viso della principessa scendevano lacrime di gioia miste a quelle di rabbia: “E questo che la regina cattiva ti ha raccontato ? La verità è che mi ha trasformata in un cigno e segregata ! Sono stata liberata da poco dalla maledizione. Neal, che cosa ci fai con lei ? Dove sono nostra madre e nostro padre ?!” Il ragazzo scosse la testa, sul suo viso c’era del puro terrore e sembrava confuso. Guardò poi Regina, che annuì con un sorriso sul volto. Allora Neal si avvicinò alla cella e prese le chiavi dalle mani di Regina, la aprì e si avvicinò alla sorella. Emma lo guardò attentamente: “Sei cresciuto così tanto … ormai sei un uomo, fratello mio. Avrei voluto essere con te, in questi cinque anni …”
Le era mancato infinitamente quel burlone del fratello, si volevano molto bene ed Emma lo aveva accolto subito quando aveva saputo che la madre era incinta. Neal era anche il suo miglior amico ed il suo compagno di giochi, con lui aveva condiviso tutto. Il principe si chinò su di lei e la guardò dritto negli occhi, rispondendo: “Anche io avrei voluto stare con te … ma tu mi hai tradito ed abbandonato, insieme ai nostri genitori.” Emma sgranò gli occhi, non capendo ciò che il fratello diceva: “Ma che dici, Neal ? Non hai sentito cosa ho detto ? Regina ha intrappolato i nostri genitori e mi ha trasformata in un cigno. Sono stata un cigno per ben cinque anni, Neal ! – nelle parole della bionda c’era tutto il dolore che aveva provato in quei anni – Perché non mi credi ?”
Il ragazzo sospirò rassegnato e rispose: “Tu non lo ricordi, Emma ? Tu ed i nostri genitori mi avete abbandonato. Nostra madre e nostro padre sono morti. Anche tu per me eri morta, ero rimasto solo. Regina mi ha preso con sé, amandomi come nessuno aveva mai fatto.” Si alzò, voltandosi verso la regina e le diede un dolce bacio sulle labbra rosse. La cosa fece imbestialire Emma, che gridò furiosa: “Leva le tue manacce luride di sangue da mio fratello ! Giuro che ti ammazzo, Regina !” La donna rise della reazione esagerata della principessa e si rivolse al principe: “Allora è deciso. Domani ci libereremo di tua sorella … così potremo finalmente avere il nostro lieto fine, amore.” Lui annuì impassibile: “Andiamo ora, mia regina.” I due uscirono dalle segrete, senza ascoltare le minacce urlate a gran voce da Emma, che era letteralmente accecata dalla rabbia: “Maledetta strega, che cosa hai fatto a mio fratello ?! Appena esco da qua, ti strangolo con le mie stesse mani, dannata !” Sui suoi polsi iniziarono a sanguinare i segni delle ferite dovute alle catene, tanto che Uncino dovette calmare la ragazza: “Emma, basta ! Regina lo fa solo per provocarti … dobbiamo mantenere la calma per trovare il modo di uscire da qui.” La bionda si calmò, Killian era l’unico in grado di farla ragionare.
Abbassò il capo, asciugandosi le lacrime d’ira che solcavano il su volto stravolto. Prese un bel respiro e cercò di pensare ad un modo per scappare da là. Intanto, nelle segrete, non un rumore si sentiva più, se non il lontano canto degli uccellini di buon mattino. Quel suono le ricordò la madre, Biancaneve. Da giovane amava vederla parlare con gli uccellini ed aveva voluto provare anche lei, con scarsi risultati. La madre ogni volta le sorrideva, dicendole: “Rispettali e loro rispetteranno te. Sono gli animali più fedeli, ritrovano sempre il loro compagno.” Emma si fece triste, vedendo davanti a sé l’immagine dei suoi genitori dispersi in chissà quale terra lontana sotto un qualche maleficio di Regina. “La speranza è la forza più grande che abbiamo, Emma. Mai perdere la speranza.”
Questo le diceva sua madre, ogni volta che falliva in qualcosa. Lo sguardo della principessa riprese vigore e si schiarì la voce per cantare, provando così a comunicare con gli uccellini dell’esterno. In questo modo però insospettì la guardia, che si avvicinò a loro brontolando: “Che cosa combini, ragazzina ? Sta zitta !” Ma Emma non lo ascoltò e riprese a cantare. Il suono di quella voce era talmente melodioso che il soldato rimase ad ascoltarla ipnotizzato, lasciandola così agire indisturbata. Un coppia di uccellini entrò dalla finestrella e volò verso il mazzo di chiavi che Regina aveva appeso ad un catenaccio lì vicino. Con i becchi presero il mazzo di chiavi e lo trasportarono lentamente alla cella. Emma fece un segnale a Killian, il quale capì immediatamente quale sarebbe stato il suo compito. I due uccellini portarono le chiavi nella mano del pirata, che poté così liberarsi. Il soldato intanto ascoltava meravigliato la voce della principessa, finché un colpo ben assestato alla nuca lo fece svenire. Killian fece roteare il mazzo di chiavi sul suo uncino con fare teatrale: “Direi che è il caso di lasciare questa topaia. Pronta ad un’altra avventura, dolcezza ?”
Emma gli sorrise determinata e disse solo: “Mi riprenderò mio fratello.”



Angolo autrice:
Salve ancora, cari lettori ! Spero che il capitolo, per quanto veloce e ricco di eventi, sia stato di vostro gradimento.
Datemi pure suggerimenti e dritte per migliorare, sono sempre ben accetti.
Non so ancora cosa avverrà nel prossimo capitolo, ma mi auguro che continuerete a seguirmi ! L'ultimo capitolo è stato letto da 123 persone per ora. Stiamo aumentando, wow !
Cosa accadrà a Neal ? Qual'è il piano malefico di Regina ? Lo scopriremo nel prossimo capitolo ! Alla prossima !
La vostra Rora-chan

 
  
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