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Autore: ElisynaUchiha    23/06/2015    1 recensioni
Questa storia è una specie di esperimento, vi avverto.
Ruoterà tutto intorno alla musica, come si può intuire dal titolo.
Ogni capitolo sarà letteralmente basato su una canzone che aiuterà a capire meglio la storia.
"Due ragazzi con un passato difficile alle prese con la sfida più grande: superare i propri limiti e le proprie paure.
Ci riusciranno?"
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rieccomiii:)
Stiamo piano piano entrando nel vivo della storia;)
 
 Chapter V – Cannonball

Cannonball – Lea Michele
 
PLAY
 
Break it down
I was scared to death I was losing my mind
Break it down
I couldn’t close my eyes I was pacing all night



Mi svegliai di soprassalto.
Era solo un incubo. Solo un altro incubo. Solo lo stesso maledetto incubo. Ancora.
Mi alzai e andai verso il ripiano cucina per bere un bicchier d’acqua.
Tutto era silenzioso.
La stanza era rischiarata dal sole che stava sorgendo.
Mi passai una mano sul viso e lo trovai bagnato dalle lacrime.
“Sei una delusione.”
Basta.
Non mi sono fatta condizionare la vita dalla sua figura fisica reale, dovrei farmela condizionare da una mera appariscenza onirica?
No, tu sei meglio di così.
Quella mattina sarei dovuta andare con Chris agli Studi a fare un giro e a sistemare alcuni documenti.
Mi sarebbe venuto a prendere davanti al solito Pub. In realtà aveva cercato di convincermi a dirgli dove abitassi perché mi potesse venire a prendere sotto casa, ma non avrei mai potuto dirglielo per due semplici motivi: primo, era meglio che non lo sapesse se mio padre si fosse fatto vivo, e secondo, beh, mi vergognavo un po’ ad abitare in questo posto. Era veramente piccolo, umido e…squallido. Lui essendo ricco sarà abituato a posti molto diversi. Come lo ero anch’io…una volta.
Decisi di iniziare a vestirmi.
Non avevo molti vestiti con me. Per lo più si trattava di tute comode, dai colori spenti e neutri, che potevano andare bene per qualsiasi cosa.
Beh, qualsiasi cosa tranne un giro negli Studi della Casa Discografica Evans.
Scossi la testa.
Ero la prima a odiare quei vestiti.
Quando ancora vivevo da mio padre, ero la tipica ragazza alla moda, bella, che si curava del suo aspetto ma, per quanto gli altri potessero commentare, non lo facevo per farmi notare.
Mi piaceva indossare bei vestiti, tacchi alti o andarmi a fare la manicure e la piega. Mi piaceva l’immagine che mi mostrava il mio specchio, ma non per vanità o cose del genere.
Avevo avuto poco tempo quella sera per fare la valigia e, anche avendo avuto più tempo e averci potuto ragionare meglio, non avrei potuto portare comunque niente delle belle cose che avevo nel mio armadio, poiché sarebbero risultate troppo appariscenti per una ragazzina di strada e avrebbero potuto attirare l’attenzione.
Mentre io avevo bisogno di passare inosservata, come un’ombra.
Mi riscossi dai miei pensieri e lanciai un’altra occhiata al guardaroba.
Era solo un giro agli Studi, non era una cosa poi così formale.
Optai per un paio di pantaloncini corti neri, una maglietta bianca con il logo di una squadra di basket che mi stava un po’ grande e una felpa nera con la cerniera lasciata aperta.
Mi feci la coda e mi sedetti sul divano con la mia chitarra aspettando che si facesse l’ora.
 
I think I found the light out the end of the tunnel
I couldn’t find the truth I was going under

 
“E questa è la sala di registrazione. Beh, è una delle tante.”
“E’ bellissima.”
Mi affacciai e riuscì a vedere tantissimi strumenti musicali, di tutti i tipi, tutti quelli a cui puoi pensare.
Ero senza parole.
Il giro era andato bene, la struttura era enorme e c’erano un sacco di stanze, studi, uffici, sale e via discorrendo.
I corridoi erano pieni di foto di cantanti e band famose che avevano iniziato da li, di premi più o meno importanti e attestati vari.
Mi ritrovai a guardare con più attenzione le foto dei cantanti.
Alcune erano molto vecchie, alcuni nomi accesero una lampadina, mentre altri non li avevo mai sentiti nominare.
Sarei potuta essere tra loro?
Sarei potuta finire nei muri della fama?
La cosa mi spaventò non poco.
Ma non mi tirerò indietro, stavolta.
 
But I won’t hide inside
I gotta get out, gotta get out
Gotta get out, gotta get out
Lonely inside and light the fuse
Light it now, light it now, light it now

 
“Facciamo una prova, entra.”
Chris mi aprì la porta dello studio di registrazione e la richiuse dentro di me mentre mi faceva ceno di dirigermi davanti al microfono.
La stanza era insonorizzata, per cui non sentivo niente di quello che diceva mentre parlava con un ragazzo seduto dietro alla console.
Si sporse in avanti e premette un tasto.
“Prendi pure qualsiasi strumento tu desideri e quando sei pronta facci un cenno.”
Ero un po’ dubbiosa, ma da qualche parte avrei pure dovuto cominciare.
Presi una chitarra e feci un ok con la mano.
 
And now I will start living today
Today, today I close the door
I got this new beginning and I will fly
I’ll fly like a cannonball
Like a cannonball
Like a cannonball
I’ll fly, I’ll fly, I’ll fly like a cannonball

 
“E’ andata molto bene. Vieni a risentire!” mi fece cenno da dietro la console.
Uscì dalla stanza e mi ritrovai a pensare che non volevo lasciare quella stanza chiusa, insonorizzata e piena di strumenti.
In pochi minuti era diventata come un nido, mi ero sentita a casa.
 
Freedom
 
Mi ero sentita libera.
 
I let go of fear and the peace came quickly
Freedom
I was in the dark and then it hit me
I chose suffering and pain in the falling rain
I know, I gotta get out into the world again

 
Presi un respiro profondo quando Chris premette play alla console, per farmi risentire la mia voce.
Era la prima volta che facevo una cosa del genere.
 
But I won’t hide inside
I gotta get out, gotta get out
Gotta get out, gotta get out
Lonely inside and light the fuse
Light it now, light it now, light it now

And now I will start living today
Today, today I close the door
I got this new beginning and I will fly
I’ll fly like a cannonball
Like a cannonball
Like a cannonball
I’ll fly, I’ll fly, I’ll fly like a cannonball

 
“Che te ne pare?” le chiesi dubbioso.
Aveva una faccia strana mentre riascoltava la sua musica.
Non sapevo cosa aspettarmi da lei. Mi pareva che il giro fosse andato bene, mi sembrava contenta, ma adesso non ne ero più così sicuro.
“E’…” incominciò, fermandosi subito dopo.
Cercai di studiare attentamente la sua espressione, ma non riuscivo proprio a leggerla.
Cosa pensi?
“E’ strano.” Terminò.
Di tutti gli aggettivi che avrebbe potuto usare, quello mi sembrò il più…beh, strano.
“Strano? Perché?”
“Non mi ero mai risentita mentre cantavo. E’ strano.”
“In senso buono, spero.”
“Non lo so.” Rise “Direi di si.” Concluse poi.
“Quindi ci stai?”
“Accetto la tua proposta di provare ad incidere una canzone e vedere come va. Vorrei essere libera, in qualsiasi momento, di cambiare idea in questa frazione di tempo. So che una volta firmato il contratto per il disco non potrò più tirarmi indietro per cui, visto che l’avevi proposto, mi sentirei più a mio agio nel fare questo…chiamiamolo esperimento.”
“Grande! Ti prometto che non te ne pentirai.”
L’avevo convinta. Beh, non per il disco, solo per una canzone, ma era già un passo importante.
Ce l’avrei fatta, e il pensiero che sarebbe stato grazie a lei mi fece sentire strano.
Mi fece sentire…felice.
“Bene, ora ti porto a pranzo fuori.”
 
STOP
 
Next Track: Defying gravity.

Che ve ne pare?
Nel prossimo capitolo inizieranno finalmente gli sviluppi interessanti;)
Un bacio,
Elise 

 
   
 
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