Non sono così ingenuo.

Clark guardò la pioggia scendere fuori dalla finestra, alcune gocce procedevano unendo e separandosi sul vetro lasciando delle strisce umide. Si tolse gli occhiali e li pulì con la stoffa della camicia. Si rimise gli occhiali, guardò un testo scritto su un quaderno e lo riscrisse sulla tastiera del computer. Avvertiva il brusio proveniente dalla televisione dietro di lui coprire il ticchettio dei tasti e quello delle gocce di pioggia.
"Ti tratterrai a lungo?" chiese.
Tony cambiò canale, sbuffò cambiandolo nuovamente e grugnì facendo altri due cambi veloci.
"Perché? La mia compagnia ti ha già annoiato?" domandò.
Allungò le gambe, strinse le labbra e spense la tv.
"Quando piove non c'è mai nulla" si lamentò.
Gli occhi di Clark scattavano a destra e a sinistra, mentre le sue dita si muovevano sempre più velocemente creando un venticello.
"Devo sapere se devo aprire il divano letto" ribatté.
Tony si alzò, lo raggiunse e poggiò il mento sulla sua spalla.
"Certo che no. Dormo con te. Non era ovvio?".
"Tu dormi con la gente di solito?" chiese Clark. 
Inarcò il sopracciglio e ghignò, mostrando i denti candidi. Smise di digitare e si voltò verso il viso di Tony. Tony si portò una mano al cuore battendo le ciglia.
"Spero che tu non stia pensando male di me" disse, con tono alto.
Gli fece l'occhiolino, si allontanò mettendogli una mano sulla spalla.
"Condividerei volentieri il letto con te" aggiunse.
"Non sono così ingenuo. Certo che penso male di te" ribatté Clark. 
Si alzò in piedi, si allontanò dalla sedia e passò accanto alla scrivania su cui era appoggiato un cappello nero a falde larghe. Raggiunse il divano ed iniziò a togliere il copri-divano di stoffa.
"Vedremo se dormirai o no" borbottò.
Tony lo raggiunse, gli sfiorò il gomito e sporse il capo.
"Questo dipenderà da te, Don Giovanni" sussurrò.
Sogghignò, gli diede due pacche sulla schiena e raggiunse la tv, appoggiandosi ad essa. Clark scosse il capo e roteò gli occhi. 
"Il solito" sussurrò.