Anime & Manga > Tokyo Ghoul
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Autore: izetsukikun    23/06/2015    3 recensioni
"Ghoul. Pioggia. Asfalto. Sangue. Una ragazza che rincorre la sua vita e gioca tra la morte e la sopravvivenza."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Uta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Quando mi svegliai mi ritrovai in una stanza dove non si scorgeva nulla. Non entrava molta luce dato che la tapparella era abbassata. Una flebile strisciolina riuscita a fuggire dalle grinfie plasticate illuminava la coperta che mi copriva. Nera.
Appena cercai di muovermi il braccio mi lanciò una scossa di dolore atroce. Mi ricordai allora di ciò che era successo. Mi tastai il braccio leggermente e sentii che sopra la ferita era stata posta una benda. Era ruvida. Ero stata medicata. Così mi ricordai del ragazzo dai capelli color pece che avevo incontrato. Che fosse opera sua?
La porta della stanza si aprì lasciandomi scorgere finalmente i dettagli a me ancora sconosciuti. Le pareti erano rosso carminio, coperte da svariati poster con disegni alquanto strani. Avete presente gli studi dei tatuatori ? Ecco, era simile. I fogli disegnati erano ovunque. Tappezzavano quella piccola stanza e ricoprivano pure la scrivania. Un’enorme tavolo nero pieno di carte e astucci vari. Matite un po’ sparse qua e la come se fossero state colpite con rabbia. Entrò il ragazzo che avevo incontrato sotto la pioggia. Ero sicura che fosse lui, stesso stile, stessi capelli e stessi occhiali da sole.
- Tieni.-  disse lui porgendomi una tazza di the caldo.
- Grazie.-
- Hai dormito parecchio, spero tu stia meglio ora.-
-  Oh si.- risposi un po’ imbarazzata. – La ferita non mi fa male ora.-
- Bene dai. Comunque io mi chiamo Uta, e tu ?-
- Io Aki, piacere.-
- Piacere Aki, posso farti alcune domande ?-
-Certo.- risposi io sorseggiando il the caldo.
- Non ti ho mai vista da queste parti, è da poco che sei qui?-
- Si, sono qui da una settimana, mi sono trasferita per studiare arte e architettura.-
- Interessante, quindi sei un’artista.-
- Si.-
- E che ci facevi per le strade di quel quartiere ieri pomeriggio?-
- Mi ero persa.-
- Immaginavo. Devi stare attenta qui, ma penso tu l’abbia capito. No?-
- Si.-
- Posso sapere un po’ di più riguardo quella ferita?-
- Non so come spiegarmelo, figuriamoci spiegarlo a te. Stavo camminando e a un certo punto un uomo mi ha attaccata.-
- Sapresti descriverlo?-
- Uh? Si.- risposi quasi sobbalzando. Il solo ricordo mi faceva tremare ancora. Quegli occhi erano il male.
Mi feci forza e gli dissi ogni ricordo con tutti i suoi particolari. Da quelli visivi a quelli uditivi. Descrissi la scena come se stessi leggendo un libro. Un libro per ragazzi, dove però alla fine qui si muore.
- Io non voglio allarmarti Aki, ma questa città è piena di persone come quell’uomo. Si chiamano Ghoul, ricordalo bene. Devi stare attenta perché sono esseri spietati, bramano il sangue e la carne umana senza lasciar spazio ai sentimenti. Il loro cuore è fonte di odio e crudeltà.-
Io lo ascoltavo terrorizzata. Non perché mi facessero paura certe cose, ma perché quella cosa l’avevo vissuta. Il braccio mi pulsava a ogni parola aggiunta dal ragazzo. La sua voce era sicura e rasserenante ma allo stesso tempo, per via di ciò di cui stava parlando, mi infondeva amarezza e mi fece venire i brividi su ogni centimetro del mio corpo.
- Ricorda però che non tutti i Ghoul sono persone spietate. Ci sono anche quelli che vivono di cadaveri, quindi umani già morti. Non si cibano di carne e odio. Non seguono il loro istinto animale, ma cercano di convivere umilmente e docilmente con le persone come te.-
- Davvero esistono persone come “quello” buone ?-
- Certo Aki, se no, non ti avrei portata qui e medicata.- concluse lui togliendosi gli occhiali.
Saltai quasi da far uscire tutto il liquido dalla tazza. Non me lo sarei mai aspettata, colui che mi aveva salvata portava gli stessi occhi pieni di morte del mio aggressore.
Iniziai a tremare e senza poterci fare nulla i miei occhi iniziarono a buttare fuori le lacrime. Grosse e calde gocce risolcavano il mio viso che per poco aveva goduto di tranquillità.
- Aki non devi avere paura, io non voglio farti del male. Devi credermi.-
- Come posso crederti se hai quegli occhi? Sei un mostro!-
Le parole mi uscivano senza ritegno. La mia mente si era scollegata totalmente dalla mia volontà e le parole così amare uscivano a bizzeffe. Sputavo acido addosso a qualcuno che nemmeno conoscevo.
Lui stava li, ad osservare quell’ira che cacciavo ad ogni singola A. Sparavo a raffica contro di lui.
Quando finii, sentii due calorose ma minute braccia intorno al mio corpo. Il suo profumo era davvero dolce.
- Aki smettila. Non devi preoccuparti. Ti ho già detto che io non voglio ferirti o mangiarti. Anzi, voglio aiutarti. Non conosci nulla di questa città. Dammi la possibilità di dimostrarti che non siamo tutti bestie all’inseguimento dell’istinto e del sangue.-
Lui mi stava accarezzando con quelle parole. Avevano un suono così soave se accompagnate dalla sua splendida voce. Infondeva sicurezza e forse un po’ di fiducia potevo anche dargliela. Alla fine mi aveva salvata.
Mi stringeva leggero per non farmi male, ma sentivo comunque il suo tocco attorno al mio corpo minuto. Si. Avevo deciso.
- Ok Uta, ti crederò.-
Quando si staccò da me vidi come una luce nei suoi occhi.
“Possibile che infondo a quelle due iridi rosso sangue si nascondesse una voglia di vivere e condividere così grande?”
- Allora Aki appena avrai fatto una colazione abbastanza nutriente mi mostrerai dove abiti. Recupereremo tutte le tue cose e ti trasferirai qui.-
“Cosa?”
Stavo per aprire bocca ma.
- Nessuna obbiezione cara, così piccola e carina come sei non sopravvivresti un giorno in più qui.-
Alla parola carina mi sentii presa da un’enorme calore. Non percepivo più nulla se non la secchezza della gola e il bollore della mia pelle. Stavo arrossendo.
- Ribadisco, carina, poi con quelle guanciotte così rosse.- disse lui con una risatina uscendo dalla stanza.
L’aria in quella stanza era passata dalla tensione più acuta che io avessi mai provato a una leggera spruzzata di complimenti e ghigni mattutini.
“Non sopravvivrò mai, davvero.”
 
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Ciao cari :)
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento. La storia si conclude qui, ma se la mia cara e dolce mente trova ispirazione e decide di collaborare anche con un po’ di dolcezza e perversione, potrebbe uscirne benissimo un capitolo a parte dedicato a loro due.
Grazie ancora a chi l’ha letta, a chi la recensirà e anche a chi dirà “ma, che schifo”
Un bacio !!
  
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