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Autore: MaggieMary    23/06/2015    1 recensioni
× Quando sei solo un'unità ×
Una grandezza è una quantità che può essere misurata con strumenti di misura.
Non è quindi possibile misurare la bontà, la felicità, l’amore o perfino la bellezza di una persona.
“Ciao, mi presento. Mi chiamo Lee Sungjong e ho una bellezza pari a 5,5 unità di bellezza.”
[MyungJong] ~ [ + Possibili future nuove OTP /? ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Respirando aria rarefatta, il giovane Kim Myungsoo se ne stava in piedi nell'atrio dei Grandi Uffici Centrali. Era un appena iniziato pomeriggio quando, correndo, il 9,9 era giunto in quel posto, certo che fosse la giusta destinazione.

Dove altro avrebbero potuto portare Sungjong se non lì, dopotutto?

Myungsoo non conosceva le circostanze o le ragioni per cui quel ragazzo fosse stato portato proprio lì, ma forse nemmeno lo stesso Sungjong ne era ben certo.

Possibile che, nel momento in cui i due avevano preso una boccata d'aria, tutto si era poi ribaltato? Era bastato quel tranquillo respiro involontario a scatenare tutto quello? Avrebbero fatto meglio a trattenere ancora il respiro e rimanere cauti?

Ma è impossibile continuare a vivere senza respirare.

Myungsoo se ne stava ancora in piedi in quell'atrio troppo bianco, dai muri troppo alti e dai pavimenti troppo puliti, per nulla a conoscenza di ciò che sarebbe accaduto, stava accadendo o ero accaduto.

Perché, inconsciamente, i due ragazzi avevano continuato a mentirsi a vicenda, primi tra tutti a loro stessi.

Seppur, dopo i precedenti avvenimenti, si fossero giurati di non nascondersi più nulla, varie circostanze li avevano portati  a rompere quella promessa fatta solo di parole.

Sungjong aveva nascosto cose a Myungsoo, e lo stesso aveva fatto anche quest'ultimo, senza voler fare del male all'altro ma anzi per far sì che ciò proprio non accadesse.

Il 4,5 aveva tenuto nascosto le sue preoccupazioni e i suoi strani incontri, mentre il 9,9 non gli aveva detto del suo incontro con l'anziano senzatetto e forse gli aveva tenuto nascosto anche altro.

Myungsoo avrebbe voluto scusarsi, scusarsi perché in quel momento, mentre nessuno lo degnava di attenzione in quell'atrio troppo bianco, si stava scaricando addosso tutte le colpe, nemmeno conoscendo la vera natura di quella situazione.

Nemmeno conoscendo davvero la ragione per cui Sungjong fosse finito in quel posto.

Ma la mente innamorata di Myungsoo sapeva fare solo quello in quel momento.

Ad interrompere le paturnie, forse infondate, del ragazzo, fu una porta che si aprì alla fine del corridoio. Porta che attirò l'attenzione del 9,9 che, senza riflettere, corse verso la persona che era appena comparsa.

Quella nuova persona era un giovane uomo dagli occhiali e gli zigomi spigolosi, uomo che sarebbe dovuto stare a sedere alla scrivania dell'atrio, ma che quel giorno girava da una stanza all'altro in quei Grandi Uffici Centrali che sembravano così stranamente occupati.

Il lavoro in quel posto non era faticoso e consisteva solamente nel sistemare un paio di scartoffie, eppure da lì a un po' le cose sembravano essere cambiate.

Il segretario dagli occhiali metallici sospirò appena uscendo da quella stanza, dannando mentalmente chi aveva dato luogo a tutto ciò.

Così, quando una delle ragioni di quella confusione si piantò proprio davanti a sé, l'uomo non poté che roteare gli occhi al cielo, non riconoscendo però in un primo momento quel ragazzo.

Bastò semplicemente un'occhiata a quella targhetta d'oro e allo sguardo arrabbiato del giovane per fargli capire che lui era uno dei colpevoli di quel trambusto. Uno dei colpevoli che lo avevano fatto correre da una parte all'altra della città, costringendolo anche ad andare in un lurido dormitorio degli insufficienti a recuperare un ragazzo.

"Grazie a Dio, è venuto da solo." - commentò spontaneamente alla vista di Myungsoo - "Ero sul punto di maledire qualcuno per l'ennesima scarpinata che mi sarei dovuto fare verso l'Università."

Il 9,9 non comprendeva le parole di quell'uomo, ma nemmeno aveva intenzione di capire. Qualcosa gli aveva fatto intuire che quella persona fosse al corrente della situazione, che quella persona sapesse dove fosse Sungjong.

"Lui dov'è? Dove lo avete portato!?" - gli sbraitò contro, sorprendendo il segretario per quel comportamento impulsivo per nulla adatto ad un superiore del suo calibro.

L'interpellato si spostò un ciuffo di capelli scuri indietro, mostrando la sua bianca fronte liscia, prima di rispondergli, o quasi - "Mi dovranno dare un aumento per tutto ciò che sto facendo..." - commentò scocciato, prima di tornare sui suoi passi seguito da un confuso Myungsoo.

Quella situazione era paradossale e fin troppo organizzata. Spaventosamente troppo organizzata.

E proprio seguendo un copione, Myungsoo fu fatto entrare in una stanza. Una stanza occupata da tante persone, a cui però non diede alcuna importanza.

La sua attenzione fu attirata da una sola cosa e a solo quella cosa diede valore.

La sua attenzione fu attirata dagli occhi spalancati di Sungjong.

 

          

 

Lee Sungjong non poteva ammettere di non essersi spaventato.

Quando, dopo quella serie di ripetuti tocchi sulla sua porta, Sungjong si era ritrovato faccia a faccia con un uomo sconosciuto, doveva ammettere che l'aria per poco gli era mancata.

Eppure era stata una paura passeggera per certi versi.

Perchè, per certi versi, una simile situazione alla fin fine se l'era aspettata.

Quando quell'uomo dagli occhiali gli aveva ordinato di seguirlo, a Sungjong era sembrato di vedere un film.

Si era sentito come quando si guarda un nuovo film di cui non si conosce ancora per certo la conclusione eppure è facile immaginarsela. È così facile che, quando finalmente si giunge alla fine, non si è nemmeno più di tanto sorpresi, per quanto inaspettata possa essere quella chiusura.

In fondo, Sungjong se l'era sempre aspettato.

Sapeva che sarebbe andata a finire così, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a Myungsoo. Non gliel'aveva mai detto perché in parte aveva avuto paura di venir lasciato solo, ma dal'altra parte era certo che non sarebbe cambiato nulla anche se avesse esposto a voce le sue preoccupazioni.

Myungsoo, seppur sarebbe potuto sembrare il contrario agli occhi di uno sconosciuto, era la parte irrazionale di quella coppia e come tale non era in grado di affrontare simili cose.

Sungjong non lo criticava, ma lo aveva sempre accettato e amato come tale, consapevole di essere l'unico in grado di contrastare quell'impulsività che in altri casi sarebbe risultata eccessiva.

Il 4,5 era stato colui che aveva fatto scattare e uscire fuori quell'irrazionalità, ma era anche il limite che la teneva bloccata.

Così, quando Myungsoo era entrato anch'esso in quella stanza, Sungjong non aveva potuto far altro che spalancare gli occhi. Avrebbe voluto risolvere quella situazione da solo, per una volta avrebbe davvero voluto farlo senza la necessaria presenza del 9,9.

Sungjong non sapeva perché fosse stato portato in quel posto proprio in quel momento, forse perché un'unica ragione nemmeno esisteva, eppure era sollevato di essere stato il solo ad essere richiamato.

Le cose non sarebbero andate a finire bene, di sicuro non lo aveva chiamato lì per offrirgli the e pasticcini, ma sapeva che sarebbe potuto uscire da quella situazione senza l'aiuto di nessuno, senza dare alcun peso a Myungsoo.

Si sarebbe preso la colpa di qualsiasi cosa e così sarebbe tutto finito.

Quella sarebbe potuta non essere una fine, non c'era nulla che glielo assicurava o lo informava di ciò.

Eppure Sungjong quasi riusciva concretamente a sentire il suono di un countdown.

Quando Myungsoo corse preoccupato al suo fianco, il 4,5 gli diede mentalmente dell'idiota.

Non saresti dovuto venire! Perché per una volta non lasci fare tutto a me!?, la sua mente se la prendeva con il 9,9 che dal canto suo continuava a guardarlo ansioso.

Sungjong non sapeva come fosse arrivato anche lui in quel posto, magari avevano portato anche lui lì. Ma era quasi certo che fosse arrivato di sua spontanea, o quasi, volontà.

Conoscendolo, sapeva quanto fosse più certa la seconda opzione.

Il posto in cui si trovavano quella volta era molto simile alla stanza in cui si erano trovati settimane prima, quando erano stati richiamati in quel posto per la prima volta. E, non solo per quello, quella situazione sembrava assomigliare in tutto e per tutto a quella scorsa volta. Come un enorme dejà-vu. Un dejà-vu che non piaceva a nessuno dei due ragazzi.

Quella stanza era occupata da diverse persone, ma né Myungsoo né Sungjong avevano guardato in faccia quelle persone, mentre in fondo troneggiava un alto tavolo, quasi a rappresentare un'approssimativa camera da tribunale.

Il 4,5 era arrivato lì da poco, ma nessuno lo aveva davvero degnato di alcuna attenzione in particolare.

Myungsoo tentò un qualche tipo di approccio con Sungjong, ma non fece in tempo che la porta di quella stanza si aprì nuovamente e questa volta fece la comparsa una persona sconosciuta.

O meglio... che a prima vista sembrava sconosciuta.

Con abiti troppo eleganti per quella situazione, i capelli perfettamente sistemati sulla fronte, un viso tirato in un espressione apatica e una targhetta da 10, quell'uomo non poteva considerarsi propriamente sconosciuto.

I due ragazzi non poterono che rabbrividire sul posto per due ragioni diverse però.

Myungsoo perché sapeva, in quanto lui stesso superiore, chi fosse l'unica persona in quel paese ad avere un'unità così elevata; mentre Sungjong perché riconosceva quell'uomo come la persona che aveva visto più volte nel suo incubo ripetuto.

Senza degnarli di un saluto o nemmeno uno sguardo, l'uomo, che a prima vista sembrava giovane ma che così giovane non era davvero, li sorpasso, andando poi a sedersi nel grande tavolo rialzato davanti a loro.

Mentre quel superiore aveva cominciato a sfogliare un paio di fogli, i due ragazzi si voltarono nello stesso momento l'uno verso l'altro, entrambi volendo dire qualcosa all'altro ma senza trovare davvero il coraggio.

Vorrei dirgli che lui è il Capo del paese, diceva la mente di Myungsoo, Ma come faccio a dirglielo senza spaventarlo?

Vorrei dirgli che lui è la persona che ho visto più volte in sogno, parlava invece la mente di Sungjong, Ma come fare quando nemmeno è a conoscenza dei miei incubi?

Dubbiosi e continuando a lasciare parlare silenziosamente le loro menti, i due ragazzi non aprirono bocca, limitandosi a continuare a fissarsi, fin quando il superiore non lasciò cadere i fogli sul tavolo e si schiarì la voce, attirando così l'attenzione dei presenti.

"Kim Myungsoo e Lee Sungjong, eh?" - cominciò a parlare con la sua fredda voce - "Come mai questi due nomi mi sembrano così familiari..?" - domandò ironicamente - "Oh si, giusto, tempo fa c'era stato un processo nel quale un'insufficiente era stato incolpato di aver corrotto un superiore per ricevere assistenza medica non consentita alla sua unità. Considerando le vostre unità, questo identikit sembra proprio rispecchiarvi a pennello, non trovate anche voi?"

I due ragazzi continuarono a starsene in silenzio, non trovando nulla di divertente in quella situazione come invece sembrava star trovando quell'uomo che ora stava sorridendo.

"Sapete, ultimamente questi Uffici sono stranamente occupati e non facciamo in tempo a considerare la veridicità di una denuncia che subito ne segue una successiva di medesima natura. Non è una strana coincidenza che tutte queste denuncie riguardino proprio voi due?" - domandò retoricamente l'uomo, piegando appena la testa di lato, portando anche i due ragazzi a fare involontariamente altrettanto.

E così, solo in quel momento, Sungjong e Myungsoo osservarono le identità dei presenti, identità che avevano ignorato perché avevano semplicemente ritenuto come sconosciute, ma che anche in questo caso non lo erano.

Seduti alle sedie di legno chiaro di quella stanza, stava infatti un gruppo di persone. Un gruppo vario e per nulla omogeneo.

Come i volti, anche le unità dei presenti cambiavano e non erano le stesse.

In altri casi si sarebbe trattato di una massa raggruppata per puro caso, ma il motivo per cui erano lì era uguale per tutti.

I 6,5 che avevano per due volte schernito Sungjong, le tre 9 innamorate di Myungsoo, la madre di Chiwon e ancora una volta la Signora Song.

Quell'accozzaglia di persone era tutta lì per un unico motivo: mettere nei guai Sungjong e Myungsoo.

E forse in un modo o nell'altro ci stavano riuscendo.

Forse, tessendo fili bianchi di quella ragnatela, stavano riuscendo nel loro intento di intrappolare i due giovani innamorati.

Quest'ultimi erano confusi, confusi di trovarsi quelle persone lì con loro.

Cosa ci facevano lì? Cosa c'entravano loro con quella situazione?

Sungjong rabbrividì di fronte a quelle persone, forse dandosi precocemente la colpa di tutto, mentre Myungsoo, per quanto possibile, era in parte sollevato.

Sollevato di non incontrare, tra quella gente, persone che temeva avrebbe potuto trovare.

Era confuso, ma allo stesso tempo era felice di non vedere tra quelle persone il medico che aveva curato clandestinamente Sungjong e la sua stessa famiglia.

"Tutte le segnalazioni che ci sono pervenute sono differenti tra di loro e non hanno alcun filo conduttore a prima vista." - tornò a parlare il Capo della città, riprendendo in mano una serie di fogli - "Assistenza medica non consentita, false targhette da sufficienti, una foto insieme... Ammetto che mi avete dato davvero del filo da torcere voi due, Kim Myungsoo e Lee Sungjong." - finì di elencare - "Non ho mai messo in dubbio che queste segnalazioni fossero errate, anzi non le ho mai ritenute tali, eppure non capivo ancora come mai un superiore avesse così voglia di trasgredire alle leggi della mia città. Non lo capivo davvero. Fin quando non mi è tornato in mente l'ennesimo curioso episodio di un paio di mesi fa.. Penso risalga a Novembre. Proprio in quel periodo fu infatti sorpreso un superiore a girare per la città senza la sua targhetta. Naturalmente, nella sua condizione da superiore, era stato semplicemente rimproverato e gli era stato ammonito di non scordarsi mai più la sua targhetta."

Al suono di quelle parole, Sungjong si voltò di scatto verso Myungsoo che dal canto suo teneva la coda bassa, quasi come un cagnolino che è stato colto in flagrante e tiene la coda spaventato tra le gambe.

Era davvero successa una cosa simile? Durante il periodo del loro patto, Myungsoo era davvero stato sorpreso senza targhetta? E come mai non aveva mai fatto voce di questa cosa?

In quel caso, Sungjong gli avrebbe immediatamente restituito la targhetta.

A quel tempo, la loro relazione non era ancora delle migliori, ma anche comunque il giovane 4,5 non avrebbe esitato a ridargli indietro la sua unità per evitare un ennesimo rimprovero.

Ma perché Myungsoo non gli aveva mai detto nulla di tutto ciò? C'erano davvero cose che gli stava tenendo nascosto?

Sungjong non poté non arrabbiarsi di fronte a quella nuova scoperta, ma la sua rabbia fu sorpassate da nuove parole da parte del freddo uomo che continuava a sorridere glacialmente.

"A questo punto, dopo aver raccolto tutte queste informazioni, è stato semplice. Per controllare che davvero voi due foste collegati in un qualche modo mi è bastato mandare questi 3 giovani ragazzi che si sono così valorosamente proposti di aiutarmi..." - commentò l'uomo indicando appena con il mento i 6,5 che il giorno prima si erano scontrati con Sungjong.

C'era stato un motivo se quei tre ragazzi alla fine se n'era andata via senza nemmeno ribattere. C'era un motivo se docilmente li avevano lasciati andare via.

Dopotutto, il loro obiettivo era stato semplicemente quello di accertarsi che Myungsoo e Sungjong fossero collegati e ciò si era verificato quando il 9,9 era accorso in aiuto dell'altro ragazzo.

"Era come se i tanti tasselli di un puzzle mi fossero stati presentati davanti e non mi bastava altro che rimetterli in fila... " - parlò l'uomo, fin troppo divertito da quella situazione che di sereno aveva ben poco se non nulla - "Ed è per questo che vi ho chiamati qui oggi.. Volete aiutarmi a ricostruire questo interessante puzzle?"

Myungsoo e Sungjong si trattennero dal riservargli uno sguardo glaciale, primo perché sapevano che non fosse il caso, e secondo perché nemmeno ne avevano più di tanta voglia.

Troppe informazioni gli erano state fornite in così poco tempo.

Troppe cose erano successe in un tempo così limitato che sarebbero serviti giorni per somatizzarle a pieno tutte.

Perché avevano sempre così ingenuamente pensato di avere la situazione sotto controllo?

Non era mai stato così.

I due ragazzi continuarono a starsene in silenzio, proprio come avevano fatto dall'inizio, non trovando il coraggio di aprire la bocca. Per dire cosa poi? A cosa sarebbe servito parlare giunti a quel punto?

L'episodio precedente, in cui era stati colti in flagrante, erano riusciti a cavarsela in un qualche modo ma quella situazione era diversa.

C'era troppe prove contro di loro, troppe colpe erano riversate contro di loro.

Che senso aveva allora parlare?

Ma, se questo silenzio in un primo momento non aveva dato più di tanto fastidio, a lungo andare stava diventando intollerante agli occhi del Capo della città, ormai stufo e annoiato di quell'assenza di parole.

Fissandoli malamente e sbuffando a grandi polmoni, l'uomo tornò a parlare a voce alta, senza mezzi termini:

"Ok, la farò breve, di chi è la colpa questa volta? A chi dobbiamo abbassare una volta per tutte l'unità in modo che impari come si deve vivere?"

Di quelle situazioni non se ne incontravano tutti i giorni e così l'uomo non vedeva semplicemente l'ora di concludere il tutto e andarsene velocemente via di lì. E lo stesso volevano anche i due ragazzi coinvolti.

Proprio per questo motivo Sungjong si decise a parlare, concordando solamente con sé stesso che fosse giunto il momento di fare qualcosa.

"È colpa mia." - rispose così semplicemente, ripetendo la stessa scena della scorsa volta in cui si erano ritrovati ai Grandi Uffici Centrali.

Eppure, a differenza della scorsa volta, Myungsoo non se ne stette in silenzio. A differenza della scorsa volta, Myungsoo non aveva alcuna intenzione di lasciare che quel ragazzo si prendesse tutta la colpa.

Era stato codardo una volta, non lo sarebbe stato una seconda.

"Non è così! Non ti lascerò prendere nuovamente la colpa di tutto!" - gli ribatté, parlandogli contro ad alta voce, facendo sobbalzare e sorprendere Sungjong in un primo momento.

"Cosa stai facendo!?" - gli domandò - "Stai solo peggiorando le cose!"

"No, è ciò che stai facendo tu! Perché devi sempre fare così!? Perché non puoi lasciarti aiutare per una volta!?"

"Mi hai aiutato fin troppe volte, perché non lasci fare qualcosa a me per una volta!?"

"L'hai già fatto! Non ti permetterò di fare la stessa cosa un'altra volta! Cosa pensi di guadagnare prendendoti tutta la colpa? Vuoi diventare ancora più insulso di quanto tu non sia già!?"

Sungjong spalancò gli occhi di fronte a quelle parole che gli erano state sputate contro, mentre Myungsoo si rendeva conto solamente in quell'istante di ciò che aveva appena detto.

Perché aveva usato quel tono? Perché si era espresso con quelle crudeli parole?

Non era mai stata sua intenzione.

Sungjong non si era mai preoccupato più di tanto di quella situazione, eppure dopo ciò che gli era stato detto aveva cominciato a provare uno strano prurito agli occhi.

Il 9,9 boccheggiò appena, non trovando le parole e forse nemmeno l'aria, per correggere ciò che aveva detto, per fargli comprendere quale era stata la vera ragione del suo sfogo.

Eppure non lo fece e poté solamente osservare quello sguardo che lo fissava con delusione e le sopracciglia strette.

Il Capo del paese non poteva non ritenersi soddisfatto per quello scontro, ma sapeva anche che a quel modo sarebbe giunti a ben poco.

Così, appena muovendo una mano, intimò al resto dei presenti di uscire di lì, rimanendo solamente con i due giovani ragazzi, che continuavano a fissarsi con sguardi contrastanti.

"Oh guarda! Qui dice che siete stati beccati anche a girovagare nell'area proibita della biblioteca comunale! C'è da dire che ne avete veramente combinate molte in questi pochi mesi. Non potete dire di esservi annoiati, eh?" - tornò a parlare, non venendo però più di tanto considerato dai due.

"Dal momento che eravate così bramosi di risposte, che ne dite se nel mentre che concordate sul colpevole vi faccia un simpatico indovinello?"

Sungjong e Myungsoo spostarono lo sguardo verso di lui, non comprendendo la ragione o il fine delle sue parole.

"Vediamo... riuscite a indovinare chi, in questa stanza ha l'unità più alta?"

I due giovani ragazzi strinsero gli occhi, per nulla divertiti da quello che sembrava essere solo uno scherzo di pessimo gusto.

In quella stanza erano solamente in tre, e nessuno nell'intero paese aveva un'unità più alta dell'uomo che avevano di fronte.

"Oh, non guardatemi con quelle brutte facce... non è una presa in giro. È una domanda più che lecita." - tenne a precisare.

"Lei?" - aprì dunque la bocca Myungsoo, dicendo la cosa più sensata e ovvia che avrebbe potuto dire vista la situazione.

"Deng deng! Sbagliato!" - gli comunicò l'uomo - "Volete ritentare?"

Gli sguardi di Myungsoo e Sungjong si fecero più cupi di prima.

Non era bastata la quasi litigata di prima tra loro due, ora il Capo della città si stava pure prendendo beffe di loro?

L'uomo alzò le spalle, scuotendo appena la testa - "E va bene... " - tornò a parlare - "Ve la darò io la risposta se proprio ci tenete."

Il 10 si schiarì nuovamente la voce, portandosi una mano alla bocca.

I ragazzi attesero la sua risposta, nemmeno troppo volenterosi di conoscerla, ma non avendo nessun'altra scelta.

La risposta però non arrivò a parole e l'uomo infatti non parlò, limitandosi invece ad allungare una mano davanti a sé.

Myungsoo gli riservò uno sguardo confuso, prima di osservare la direzione di quel braccio. Dopo aver fatto ciò, il giovane 9,9 non poté che strabuzzare forte gli occhi.

Perché quell'uomo stava indicando Sungjong?

Quest'ultimo era altrettanto confuso, non comprendo il motivo di quel gesto da parte dell'uomo nei suoi confronti.

Come significa tutto ciò?

Come poteva il 4,5 avere l'unità più alta?

 

Come poteva un insufficiente essere superiore a un 10?

 

 

 ✖

 

 

Note dell'autrice

Buona sera a tutti! (pubblico ad orari indecenti, lo so) Ho questo capitolo pronto da un mese... uhm... e quindi perché non ho aggiornato prima? Ecco, la mia intenzione era quella di finire di scrivere la fanfiction e poi cominciare a pubblicare, in modo da essere un po' più regolare almeno alla fine. Inutile dire che questa mia missione è bellamente fallita, chissà che mi ero messa in mente. Dopotutto ho cominciato aggiornando ogni morte di Papa e così mi sa che concluderò (?).

A parte gli scherzi (...), avrei davvero voluto prepararmi tutti i miei bei capitoli e poi aggiornare, ma sono riuscita solamente a scrivere il prossimo (che quasi sicuramente unirò con il successivo ancora perché uhm /?). Ero convinta che con l'estate avrei avuto tempo libero.... ma era solo una mera illusione. Mi sono iscritta a scuola-guida e il mio tempo libero è improvvisamente sparito. Per di più ora ho occasione di andare a più fiere quindi sono riuscita finalmente a cominciare a fare cosplay ; u ; *too happy* (ho fatto Ryuu Zao dei maghetti ghei  uhm di Binan koukou chikyuu bouei-bu Love! .. ma ehi, che c'entra questo con la fanfiction? Assolutamente nulla. c: ).

Tornando "seria", mi scuso per il ritardo e per questo capitolo che non mi convince (strano, eh?). Alla fine - ora penso di dirlo con certezza - mancano 2 capitoli.

D U E.

... ok, penso che mi metterò a piangere (?). Più una fanfiction va avanti, più mi scoccio di scriverla sinceramente, ma poi quando sta per giungere la conclusione.... mi si spezza il cuore e vorrei ricominciare a scriverla da capo (MEGLIO, magari).

E niente, grazie a tutte le persone che hanno commentato, letto e condiviso lo scorso capitolo. Siete dei patati aww ç____ç

Ora me ne torno a scrivere e se tardo anche per il prossimo capitolo venite pure sotto a casa mia con fuoco e forconi, perché è già pronto il seguito quindi non ho scusanti.

 

Grazie a tutti < 3

Sopportatemi ancora un po' e presto sarà tutto finito (....)(le cry).

 

Alla prossima, bellissimi;

 

Love you,

Maggie

 

Ps. Non l'ho riletto benissimo, quindi se fa schifo date la colpa alla Mary (alias mia sorella, alias la mia """beta-reader""")

PPS. Vogliamo parlare dell'imminente World Tour degli INFINITE? NO, non ne vogliamo parlare perché all'idea di potermi perdere anche questo secondo tour mi vien male-- ciaone.

   
 
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