Chapter 1: school is over… Summer is started
Finalmente la scuola era finita. I ragazzi uscirono in massa urlanti e scalmanati al suono della campanella, perché quello non era il solito tintinnio, era il tintinnio che annunciava tre lunghi mesi di libertà. Tutti gli studenti della scuola media Roosevelt, situata nei pressi del centro di New York, si riversarono in massa da tutte le uscite possibili. Tutti tranne uno… Leonardo Lewis, un quattordicenne sveglio e maturo, era fermo davanti all’ingresso, seduto sui gradini della hall. Non riusciva a crederci… Non avrebbe più rivisto quella scuola. Dei compagni poco gli importava, quegli scalmanati l’avevano semplicemente trattato male per tre anni, ma era molto dispiaciuto all’idea di lasciare i suoi professori… Gli mancavano già… Sospirando per l’ennesima volta si alzò di malavoglia dai gradini di marmo ormai lerci, perché calpestati da più di ottocento studenti, trascinando i piedi sul pavimento stridente a contatto con le suole delle sue scarpe sportive e fermandosi nuovamente sulla soglia del portone. Guardò alle sue spalle e varcò quell’uscita per l’ultima volta…
Saltò sul marciapiede con una certa agilità, evitando di sfiorare i gradini esterni, iniziando a incamminarsi verso casa con la testa altrove. Si mise gli auricolari e le mani in tasca dopo aver tirato su il cappuccio della sua amata felpa blu oceano, lo stesso colore dei suoi occhi, iniziando  camminare lungo il marciapiede affollato di ragazzi e ragazze che programmavano insieme l’estate. Lui non amava relazionarsi con quelli della sua scuola, anche perché non c’era mai riuscito, quindi si fece strada tra la marea di adolescenti come meglio poté. In un certo senso aveva paura di quelle persone… Nemmeno lui aveva mai capito perché, ma ne era terrorizzato. Lui riusciva a confidarsi e a essere sé stesso soltanto con i suoi migliori amici che erano…
-Donatello! Michelangelo! Raffaello!- urlò all’improvviso sventolando per aria il braccio destro per richiamare l’attenzione di altri ragazzi a circa cinquanta metri da lui. I tre adolescenti si avvicinarono correndo incontro all’amico. Il più basso gli saltò addosso abbracciandolo:
-Allora, com’è andato l’ultimo giorno di scuola?- chiese allentando un po’ la presa. Aveva dei capelli ricci color miele, due occhi grandi e di un azzurro tra i più puri e le guancie cosparse di lentiggini. Aveva una t-shirt arancione con stampata la scritta “crazy” in stile street art e dei calzoncini lunghi fino al ginocchio.
-Come tutti gli altri giorni- rispose Leonardo sistemandosi meglio i capelli neri, scompigliati dal ragazzo dietro di lui: Raffaello. Un adolescente alto, muscoloso, sicuro di sé e molto impetuoso. Sembrava avere un rovo di spine al posto dei capelli rosso fuoco tanto erano spettinati, probabilmente non li sistemava da un po’. I suoi occhi verde smeraldo emanavano tutta la potenza che il ragazzo aveva in corpo e che sembrava esplodere da un momento all’altro. Portava una canotta rossa come i capelli e dei jeans strappati in più punti. L’ultimo invece, il più alto, aveva l’aria più pacata e intelligente.
-Come tutti gli altri giorni eh? Sei il solito- ridacchiò Donatello sistemandosi meglio gli occhiali da vista sul naso. Aveva i capelli color terra di siena, folti un po’ ondulati e lunghi fino al collo. Portava una camicia di tela viola e nera e dei pantaloni marroni.
-Finalmente siamo in vacanza! Vi rendete conto!? Abbiamo tre mesi per divertirci tutti insieme!!!  Sono troppo gasato!!- Disse Mikey ridacchiando, saltellando e urtando involontariamente un sacco di persone. Leonardo, Raffaello e Donatello lo guardarono e rassegnati lo seguirono scuotendo il capo.
-Sempre se mia madre e mio padre me lo permetteranno…- disse il ragazzo in blu a bassa voce osservando le sue scarpe, mentre Raph e Donnie si scambiarono un’occhiata preoccupata. Leonardo aveva paura delle persone, non socializzava praticamente con nessun altro a parte loro, era un grande a scuola e aveva la stima dei professori, ma c’era una parte del ragazzo che quasi nessuno conosceva… Un altro Leonardo ecco… Quello era un adolescente pieno di lividi inferti da sua madre e il cuore ormai frantumato. La sua situazione familiare era molto “trasandata” si potrebbe dire. Sua madre passava il tempo a picchiarlo e insultarlo le poche volte che non era a lavoro e suo padre, proprio a causa dei comportamenti della moglie, aveva un’amante segreta che Leonardo conosceva bene. Bugie, botte e insulti erano all’ordine del giorno in casa Lewis. Il padre passava gran parte della giornata a casa della sua seconda donna, portando spesso e volentieri il figlio con sé, mentre la madre quando tornava a casa dalla ditta per cui lavorava aveva spesso e volentieri scatti d’ira, che si trasformavano spesso in oggetti rotti e lividi sul corpo del ragazzo (per questo portava felpe anche d’estate). Ma mai nessuno aveva chiesto al povero adolescente un’idea o un’opinione. Lui era quello che doveva sempre subire tutto in silenzio e ci riusciva con grande maestria, ma con i suoi amici, che lui preferiva definire famiglia, poteva liberamente sfogarsi, soffrendo sempre come un cane. Leo ne aveva l tasche piene e ciò non era sfuggito  a Donatello Di Angelo, Raffaello Baston e Michelangelo Mason, che cercavano in tutti i modi di aiutarlo il più possibile… Erano la sua vera famiglia… Cosa avrebbe fatto senza di loro…
 
ANGOLO AUTRICE
Ok, ci sono. Finalmente gli esami sono finiti e posso tornare a scrivere! Sì lo so che devo finire “ New friends”, non vi preoccupate ce la farò… spero… Beh, questa era una long che dovevo assolutamente scrivere. Spero vivamente che vi piaccia.
Adios!
CriTMNT