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Autore: perseusbravery    24/06/2015    2 recensioni
Sappiamo tutti come l'impresa dei sette semidei e dei loro amici sia andata a finire ne "Il Sangue dell'Olimpo", ma vi siete mai chiesti che cosa sia successo dopo?
Come è continuata la vita di Percy e Annabeth dopo il college? Leo è tornato dai suoi amici assieme a Calipso? E che ne è stato di Frank e Hazel? E di Jason e Piper? E ancora di Nico e Will?
Le loro vite hanno preso una svolta diversa o hanno continuato ad intrecciarsi a quelle degli altri semidei?
La storia è ambientata quindici anni dopo la guerra contro Gea.
I semidei adesso hanno una vita del tutto diversa; affrontare mostri e andare incontro alla grande profezia è stato difficile ma affrontare una vita normale lo è stato quasi altrettanto.
Genere: Commedia, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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PERCY

Telchini.

Quelle specie di ibridi tra una foca e un cane si trovavano ai piedi della collina avanzando verso di loro. Non erano mostri molto grandi ma procedevano in gruppo e sapevano essere molto fastidiosi.

Percy ne contò circa una decina. Poteva farcela. Aveva visto ondate di mostri decisamente peggiori.

In poco tempo tutti i semidei sulla collina si accorsero del pericolo. Dopo qualche secondo di esitazione, Annabeth sganciò dalla cintura un grosso coltello da cucina impugnandolo come se fosse un pugnale. Subito a Percy tornarono in mente le tante battaglie nelle quali avevano combattuto fianco a fianco. Si ricordò della straordinaria abilità grazie alla quale Annabeth era capace di colpire a morte i mostri con il suo vecchio pugnale, che aveva perso anni prima a Roma, poco prima che cadessero insieme nel Tartaro. Il ricordò quasi lo paralizzò. Percy fece del suo meglio per smettere di pensare e concentrarsi sui mostri che ormai distavano pochissimo da loro.

Piper era sprovvista di armi, così aveva raccolto un ramo resistente abbastanza da potersene servire come arma e lo stesso avevano fatto Nico e Will.

Percy era sicuro che nessuno di loro combattesse contro mostri simili da un bel po’ di tempo. Certo, erano pur sempre semidei e il loro odore attirava i mostri, ma dopo la battaglia contro Gea c’era stata una relativa calma. Ogni tanto, mentre tornava dal lavoro, gli era capitato di intravedere un mostro, ma non poteva semplicemente andare per le strade di New York provvisto di un coltello o una spada per uccidere creature mitologiche. Al contrario, cercava di correre guardandosi indietro e di seminare i mostri, anche se la gente spesso lo prendeva per pazzo.

Ancora una volta Percy si era perso nei suoi pensieri, cosa molto strana per lui che da sempre era particolarmente impulsivo.

Gli altri si erano dati tutti all’attacco. Annabeth aveva già fatto fuori un telchino e stava dando del filo da torcere ad un altro mentre Piper, Nico e Will usavano i bastoni come potevano per difendersi e sferrare qualche colpo utile a stordire i mostri.

All’improvviso uno dei mostri attaccò Percy graffiandogli il volto e spingendolo indietro con talmente tanta forza da buttarlo contro un albero. Si sentì quasi umiliato dal fatto di essere stato quasi messo KO da un mostro che aveva sconfitto milioni di volte prima di allora. Percy mise subito la mano in tasca, afferrando una biro e levandole il tappo. Subito la penna si trasformò nella sua amata Anaklusmos.

Non poteva andare in giro mostrando una spada ma nessuno gli avrebbe impedito di portarsi dietro una semplice penna.

Si rimise in piedi e corse incontro al mostro infilzando la spada esattamente tra i suoi occhi. In pochi secondi il mostro si disintegrò. Percy sentiva scorrere l’adrenalina, gli sembrava che dall’ultima volta che aveva combattuto così fosse passata solo qualche ora e non anni.

Un meccanismo era scattato nei semidei. Combattevano con estrema agilità, sferrando colpi sicuri e decisi, come se quella fosse una semplice lezione e accanto a loro ci fosse Chirone a suggerirgli le mosse migliori per vincere sul nemico. Senza neanche rendersene conto, in pochi minuti i telchini erano scomparsi, sconfitti. Persino Piper, Nico e Will erano riusciti ad abbatterne alcuni servendosi solamente dei bastoni.

Percy si fermò, e solo allora si accorse di sentirsi alquanto stanco e di avere il respiro pesante.

Annabeth aveva un graffio superficiale sul braccio ma sembrava non essersene resa neanche conto, continuava a guardarsi intorno per assicurarsi che non ci fossero altri mostri nei dintorni.

Percy sentiva bruciare leggermente il solco che il telchino gli aveva lasciato sulla guancia, ma sapeva che non si trattava di niente di grave. Era abituato ai taglietti, lui che aveva aiutato Annabeth ad attraversare il Tartaro con una caviglia rotta, sapeva che ci sono cose peggiori. Anzi, gli faceva quasi piacere provare quel lievissimo dolore, come se fosse un ricordo delle numerose volte in cui era sopravvissuto in battaglia.

Ma in generale, nessuno di loro sembrava particolarmente affaticato dalla lotta appena svoltasi.

“Meglio partire subito” Percy sospirò “penso che il nostro sarà un viaggio faticoso”.  

 

*rullo di tamburi*

Sono tornata! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Lo so che ci ho messo secoli ad aggiornare, ma non avevo molta ispirazione, e ho colmato il vuoto con serie tv e anime. I’m so sorry, mi farò perdonare, promesso!

Comunque volevo come al solito ringraziarvi per seguire e recensire la storia, ormai sarà banale perché ve lo ripeto sempre, ma farmi sentire che apprezzate la storia mi fa felicissima aw

Okay non mi dilungo. Ho una voglia matta di scrivere altri capitoli quindi è meglio non aspettare! A presto (promesso!)

-S <3

   
 
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