PERCY
Telchini.
Quelle
specie di
ibridi tra una foca e un cane si trovavano ai piedi della collina
avanzando
verso di loro. Non erano mostri molto grandi ma procedevano in gruppo e
sapevano essere molto fastidiosi.
Percy
ne contò circa
una decina. Poteva farcela. Aveva visto ondate di mostri decisamente
peggiori.
In
poco tempo tutti i
semidei sulla collina si accorsero del pericolo. Dopo qualche secondo
di esitazione,
Annabeth sganciò dalla cintura un grosso coltello da cucina
impugnandolo come
se fosse un pugnale. Subito a Percy tornarono in mente le tante
battaglie nelle
quali avevano combattuto fianco a fianco. Si ricordò della
straordinaria
abilità grazie alla quale Annabeth era capace di colpire a
morte i mostri con
il suo vecchio pugnale, che aveva perso anni prima a Roma, poco prima
che
cadessero insieme nel Tartaro. Il ricordò quasi lo
paralizzò. Percy fece del
suo meglio per smettere di pensare e concentrarsi sui mostri che ormai
distavano pochissimo da loro.
Piper
era sprovvista
di armi, così aveva raccolto un ramo resistente abbastanza
da potersene servire
come arma e lo stesso avevano fatto Nico e Will.
Percy
era sicuro che
nessuno di loro combattesse contro mostri simili da un bel
po’ di tempo. Certo,
erano pur sempre semidei e il loro odore attirava i mostri, ma dopo la
battaglia contro Gea c’era stata una relativa calma. Ogni
tanto, mentre tornava
dal lavoro, gli era capitato di intravedere un mostro, ma non poteva
semplicemente andare per le strade di New York provvisto di un coltello
o una
spada per uccidere creature mitologiche. Al contrario, cercava di
correre
guardandosi indietro e di seminare i mostri, anche se la gente spesso
lo
prendeva per pazzo.
Ancora
una volta
Percy si era perso nei suoi pensieri, cosa molto strana per lui che da
sempre
era particolarmente impulsivo.
Gli
altri si erano
dati tutti all’attacco. Annabeth aveva già fatto
fuori un telchino e stava
dando del filo da torcere ad un altro mentre Piper, Nico e Will usavano
i
bastoni come potevano per difendersi e sferrare qualche colpo utile a
stordire
i mostri.
All’improvviso
uno
dei mostri attaccò Percy graffiandogli il volto e
spingendolo indietro con
talmente tanta forza da buttarlo contro un albero. Si sentì
quasi umiliato dal
fatto di essere stato quasi messo KO da un mostro che aveva sconfitto
milioni
di volte prima di allora. Percy mise subito la mano in tasca,
afferrando una
biro e levandole il tappo. Subito la penna si trasformò
nella sua amata Anaklusmos.
Non
poteva andare in giro
mostrando una spada ma nessuno gli avrebbe impedito di portarsi dietro
una
semplice penna.
Si
rimise in piedi e corse
incontro al mostro infilzando la spada esattamente tra i suoi occhi. In
pochi secondi
il mostro si disintegrò. Percy sentiva scorrere
l’adrenalina, gli sembrava che
dall’ultima volta che aveva combattuto così fosse
passata solo qualche ora e
non anni.
Un
meccanismo era scattato nei
semidei. Combattevano con estrema agilità, sferrando colpi
sicuri e decisi,
come se quella fosse una semplice lezione e accanto a loro ci fosse
Chirone a
suggerirgli le mosse migliori per vincere sul nemico. Senza neanche
rendersene
conto, in pochi minuti i telchini erano scomparsi, sconfitti. Persino
Piper,
Nico e Will erano riusciti ad abbatterne alcuni servendosi solamente
dei
bastoni.
Percy
si fermò, e solo allora si
accorse di sentirsi alquanto stanco e di avere il respiro pesante.
Annabeth
aveva un graffio
superficiale sul braccio ma sembrava non essersene resa neanche conto,
continuava a guardarsi intorno per assicurarsi che non ci fossero altri
mostri
nei dintorni.
Percy
sentiva bruciare leggermente
il solco che il telchino gli aveva lasciato sulla guancia, ma sapeva
che non si
trattava di niente di grave. Era abituato ai taglietti, lui che aveva
aiutato
Annabeth ad attraversare il Tartaro con una caviglia rotta, sapeva che
ci sono
cose peggiori. Anzi, gli faceva quasi piacere provare quel lievissimo
dolore,
come se fosse un ricordo delle numerose volte in cui era sopravvissuto
in
battaglia.
Ma
in generale, nessuno di loro
sembrava particolarmente affaticato dalla lotta appena svoltasi.
“Meglio
partire subito” Percy
sospirò “penso che il nostro sarà un
viaggio faticoso”.
*rullo
di tamburi*
Sono
tornata! Spero
che il capitolo vi sia piaciuto!
Lo
so che ci ho messo
secoli ad aggiornare, ma non avevo molta ispirazione, e ho colmato il
vuoto con
serie tv e anime. I’m so sorry, mi farò perdonare,
promesso!
Comunque
volevo come
al solito ringraziarvi per seguire e recensire la storia, ormai
sarà banale
perché ve lo ripeto sempre, ma farmi sentire che apprezzate
la storia mi fa
felicissima aw
Okay
non mi dilungo.
Ho una voglia matta di scrivere altri capitoli quindi è
meglio non aspettare! A
presto (promesso!)
-S
<3