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Autore: Locked    25/06/2015    3 recensioni
Quando si separano, a malincuore, perché devono e non perché vogliono, mai perché vogliono, Kurt ha paura di aprire gli occhi. Lascia le palpebre socchiuse, le ciglia incastrate, respira, respira, respira, sorride ed ama la sensazione del sapore di Blaine impresso nella propria bocca, si lecca le labbra per catturarne ogni sfumatura, sorride ancora, apre gli occhi e –
E gli occhi di Blaine sono lì davanti a lui, grandi, incomprensibili, brillanti anche nella penombra della camera, sorridenti come la curva che piega le sue labbra – quelle labbra, Kurt ha voglia di baciarlo di nuovo, Kurt ha voglia di baciarlo per sempre.
*
Early!Canon!Season2!Klaine, quando erano ancora piccoli e innocenti e Glee era ancora coerente con se stesso.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se questa cosa è venuta fuori, prendetevela A) con Francesca, B) coi Klaine piccoli e dolci della seconda stagione che mi mancano da impazzire, C) con Francesca.

 

Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

- Catullo, Carme n. 5


[I giorni possono tramontare e risorgere:
noi, una volta tramontata la nostra breve vita,
siamo costretti a dormire una notte eterna.
Dammi mille baci, e poi cento,
poi altri mille, poi ancora cento,
poi mille di seguito, e poi cento.]

 

 
Kurt non avrebbe mai creduto che esistessero così tanti tipi di baci.
O perlomeno, non avrebbe mai creduto che uno come lui potesse riceverli. Kurt Hummel, sedici anni, Lima, gay. Il suo primo bacio gliel’aveva regalato Brittany ed era stato tutto – meccanica. Si era trattato di una bocca contro un’altra bocca, e il lucidalabbra delle ragazze si era rivelato troppo appiccicoso sulla sua.
Il secondo bacio gli era stato strappato con la forza – il fantasma di una mano troppo grande e sudata che aleggia ancora sulla sua nuca e quello della bocca di Karofsky contro la sua. Dopo, le dita contratte, alzate, a sfiorare senza il coraggio di toccare quei lembi di carne, l’ennesima cosa che Dave aveva violato, assieme alla sua sicurezza e alla sua tranquillità – ma non la sua dignità, quella mai, quella è tutto ciò a cui Kurt si è sempre aggrappato per non affondare.
Poi era arrivato Blaine, e quando Kurt aveva sfiorato le sue labbra dopo averle guardate di nascosto e di sfuggita per così tanto tempo tutto il suo mondo si era sgretolato e ricomposto, e lui si era sentito, forse per la prima volta in tutta la sua vita, giusto.
Non nel posto giusto; di posti giusti ne aveva trovati tanti – il Glee, le braccia di suo padre, i palchi su cui si era esibito. Solo – giusto. Come se l’intero scopo della sua esistenza fino a quel momento fosse stato baciare le labbra di Blaine ed essere baciato da lui. E sì, forse Blaine non era stato il primo da cui era stato baciato, ma era, senza la minima ombra di dubbio, quello che per primo Kurt aveva baciato.
 
Non era stato perfetto, il loro primo-non-primo bacio. La bocca di Blaine era finita solo sul suo labbro inferiore e Kurt aveva letteralmente smesso di respirare, ricordandosi come si facesse solo qualche istante più tardi, l’aria che entrava ed usciva dal suo naso ad un ritmo tanto irregolare quanto quello del suo cuore – E tutte quegli sciocchi romanzi che parlano d’amore hanno così ragione, aveva pensato in un attimo di irrazionale lucidità, quando aveva sentito un vuoto crearsi nello stomaco e un calore simile a scintille di fuoco incanalarsi nelle vene e irradiarsi in ogni singola terminazione nervosa del suo corpo.
C’erano stati sorrisi imbarazzati e frasi a metà, poi, perché erano giovani e inesperti e così sedicenni – la voglia di esplorarsi a vicenda intrappolata nel formicolio dei loro polpastrelli e nei loro respiri pesanti –; e altri baci ancora, perché erano giovani e inesperti e sedicenni e innamorati, e sarebbe stato stupido negare di aver paura di ciò che stava nascendo da quei tocchi – ma a loro bastava sapere di avere qualcuno con cui condividerla, quella paura.
 
E davvero, se avessero chiesto a Kurt cosa pensasse dei baci prima di Blaine, avrebbe in tutta onestà risposto che gli sembravano abbastanza schifosi – tutto quello scambio di saliva e lingue e non è che Finn e Rachel o Mike e Tina fossero particolarmente discreti nelle loro sessioni di effusioni contro gli armadietti del McKinley; Kurt si era fatto una certa idea di quali fossero le dinamiche, e non lo entusiasmavano per niente.
A Kurt piaceva l’idea dei baci, l’idea dell’amore. La pratica – baciare lo intimidiva, amare lo terrorizzava  a morte.
Poi era arrivato Blaine, e si era portato via ogni sua paura con la delicatezza dei primi amori, in punta di piedi, e adesso fidarsi di qualcuno – amare, lasciarsi amare – non sembrava più così spaventoso.
 
Quindi no, Kurt non avrebbe mai pensato che esistessero così tanti tipi di baci. E non avrebbe mai pensato che baciare potesse piacergli così tanto.
(Ha il sospetto che sia baciare Blaine ciò che rende tutto molto più attraente.)
Ci sono i baci del mattino – due toc toc contro la porta della sua camera della Dalton e il sorriso di Blaine ad accoglierlo insieme al profumo del caffè nei due bicchieri stretti nelle sue mani. E i baci del mattino sono il risveglio migliore in cui Kurt avrebbe mai osato sperare, profumano di Blaine e di colonia e sanno di caffè – e ci sono davvero poche cose che Kurt ama più del caffè.
Una di queste è il suo sapore sulle labbra di Blaine. E’ come se fossero – due droghe combinate insieme in un miscuglio che dà assuefazione, e Kurt vorrebbe davvero fare più attenzione ai due bicchieri in bilico tra i loro petti o ai capelli che ha impiegato mezzora a sistemare e che ora Blaine sta irrimediabilmente scompigliando, intrecciando le dita tra di essi, o ancora agli altri studenti che passano per il corridoio o, Dio, al suo compagno di stanza, ma la verità è che le labbra di Blaine sembrano essere state modellate apposta per combaciare con le sue, e non ha nessuna voglia di prestare attenzione a qualcosa di diverso da loro, grazie tante.
E nonostante ormai i baci del mattino siano una consuetudine per loro – non un’abitudine, mai un’abitudine, perché è impossibile che Kurt possa abituarsi a Blaine, letteralmente –, non significa che siano diventati scontati – banali. Ogni volta è come la prima, e il loro primo-bacio-del-mattino – oh. Kurt ancora sorride stupidamente, quando ci ripensa, perché la sera precedente era stato semplice  scambiarsi il bacio della buonanotte – a fior di labbra, leggero, una naturale continuazione di ciò che avevano condiviso per tutto il pomeriggio. Ma la mattina successiva – Blaine si era affacciato dalla porta dischiusa, i soliti caffè in mano e il solito gel tra i capelli e un sorriso nervoso che di solito non aveva nulla ad accarezzargli le labbra, e aveva esitato, gli occhi liquidi e pieni d’indecisione, mentre Kurt prendeva il coraggio tra le mani e si sporgeva in avanti, le labbra che si arricciavano contro le sue e i muscoli di Blaine che si scioglievano sotto il suo tocco.
“Buongiorno.”
“Buongiorno – ho portato i caffè!”
 
Ci sono i baci tra una lezione e l’altra. Lui e Blaine non condividono molti orari – solo matematica e biologia, perché Blaine è un genio in matematica e biologia ed è al livello avanzato, e questo è anche un problema, perché sono le due materie che Kurt capisce meno (seriamente, biologia) ed è già particolarmente complicato seguirle normalmente, figurarsi con il suo ragazzo perfetto e le sue mani perfette e il suo sorriso accennato e concentrato e perfetto a un banco di distanza – ma ormai sono riusciti ad incastrarli insieme. Blaine sale la scalinata a perdifiato e raggiunge Kurt dieci secondi prima che entri nell’aula di storia ogni lunedì, martedì e venerdì e Kurt si districa agilmente nel labirinto umano che è il corridoio centrale e lo raggiunge davanti alla porta della classe di letteratura inglese il mercoledì, il giovedì e il sabato. E ogni volta, ogni volta, anche solo per una manciata di secondi, le loro labbra si sfiorano – il respiro di Blaine che si infrange contro la curva del suo sorriso è un’altra delle piccole cose che Kurt ama di lui – e i loro cuori battono giusto un po’ più velocemente e un po’ più all’unisono e separarsi è un’agonia.
 
A pranzo mantengono – le distanze. Dopotutto la Dalton è una scuola ad alta tolleranza, ma tolleranza non corrisponde ad accettazione, e dopotutto intrecciare le caviglie sotto il tavolo scambiandosi un sorriso dolce mentre Wes e David discutono riguardo qualcosa che capiscono solo loro è abbastanza – abbastanza da farli sentire sicuri, protetti, amati, forse.
Non parlano spesso dell’amore, lui e Blaine, e forse è meglio così perché amare – sembra un verbo così grande racchiuso in così poche lettere e ha un significato che a sedici anni non sei davvero in grado di capire. Ma.
Ma.
Kurt ha sempre pensato che l’amore fosse qualcosa di estremamente particolare – soggettivo, quasi. Chiedi cosa sia l’amore ad una coppia di giovani sposi, ti risponderanno che è quanto di più prezioso un essere umano possa provare; chiedilo a due ragazzi che hanno condiviso anni della loro vita insieme e sono stati costretti a lasciarsi, perché non funzionavano più: ti risponderanno che l’amore è lacrime e notti insonni e compromessi, e che a volte è solo dolore; chiedilo a una vedova che ogni settimana porta un giglio sulla tomba di suo marito, ti risponderà che l’amore è condividere ed accettare, e che sì, è più forte di qualsiasi cosa, anche della morte; chiedilo ad un bambino di otto anni, e non ti servirà la sua risposta per capire che l’amore è la scintilla che ha negli occhi quando scorge i suoi genitori tra una folla.
Chiedilo a Kurt – e Kurt non ti saprà rispondere. Perché Kurt non si è mai innamorato, non conosce l’amore – non sa quale sia la sua forma e quali le sue sfaccettature. Può solo – provare a capire, perdere il conto dei suoi battiti cardiaci quando Blaine si avvicina e perdere se stesso nelle sfumature delle ombre delle sue ciglia sugli zigomi quando lo osserva di nascosto. Ma.
(Ma quando Blaine lo stringe e tutto sembra tornare al suo posto, quando Blaine gli sorride dall’altra parte della sala prove degli Usignoli, quando Blaine lo guarda e lui fa finta di non accorgersene, quando Blaine lo bacia e il mondo smette di girare e inizia a vorticare dietro le sue palpebre socchiuse e la testa gli gira – quello sembra quasi amore.)
 
E poi ci sono i baci della sera, quando dopo cena sfuggono agli sguardi curiosi dei loro compagni disseminati nella sala comune e si rintanano in camera dell’uno o dell’altro – e Kurt sta cercando di far capire a Wes e a David e a chiunque s’intrometta nella loro vita, che evidentemente di privato non ha nulla, che non c’è niente di male, perché non stanno facendo niente di male, ma le occhiate che riceve in risposta sono sempre piuttosto scettiche e Blaine gli ha insegnato a roteare gli occhi e lasciar perdere.
Non sta dicendo niente di falso, comunque. I loro baci della sera sono semplici baci della sera, le scarpe abbandonate ai piedi del letto e i loro corpi stretti su un materasso ad una piazza, vestiti, un’abat-jour accesa sulla scrivania e la semplice presenza dell’altro per riscaldarsi.
Al contrario, ci sono sere in cui le loro labbra si sfiorano appena, preferendo perdersi in fiumi di parole, e allora Kurt apre il suo cuore e si rende vulnerabile, perché si fida di Blaine – e fidarsi di qualcuno è qualcosa di totalmente nuovo, ma con Blaine è tutto così semplice e naturale –
Gli racconta tutto della sua giornata, della A- che ha preso in storia, delle battute di Jeff durante le prove; gli confida quanto gli sia mancato – ed è complicato, all’inizio, aprirsi, esporre se stesso e i propri sentimenti, lasciare a Blaine la possibilità di distruggerlo, fidarsi di lui al punto di sapere che non lo farà, ma è così, così giusto –; si lascia stringere e lo stringe in risposta, e a volte, quando si sente coraggioso, quando il volume delle sue emozioni è incontenibile nel suo corpo e deve esprimerle, chiude gli occhi, affonda il naso nell’incavo del collo di Blaine, che sembra essere stato creato apposta per incastrarsi col suo viso, e gli parla delle sue paure. Di quelle recenti – Karofsky, le sue mani troppo grandi, gli spintoni contro gli armadietti, i lividi che gli decorano la schiena, l’infarto di suo padre –, di quelle che custodisce dentro di sé da così tanto tempo che più che paure sembrano fantasmi – quella di dimenticare il profumo di sua madre, il suo tocco gentile e le sue mani levigate, quella di rimanere solo –
(Mai mai mai Kurt, mai. Non rimarrai solo perché con te ci sono io, e perché sei così speciale che chiunque vorrebbe starti vicino, chiunque.)
(E mai è un tempo grandissimo, un po’ come per sempre, ma quando lo dice Blaine è semplice credergli, è giusto.)
Spesso succede l’opposto – è Kurt ad ascoltarlo, a ridere alle sue battute, a condividere il suo dolore per una famiglia che non lo ha mai accettato totalmente e i silenzi quando le parole diventano superflue.
A volte si baciano e basta – lentamente, dolcemente, timidamente, scoprendosi a vicenda con l’esitazione di chi esplora qualcun altro per la prima volta. Kurt tiene gli occhi chiusi, le palpebre serrate, le ciglia gli accarezzano gli zigomi; impara la consistenza delle labbra di Blaine, morbide e carnose e calde, le accarezza con le proprie, le dischiude con attenzione, respira tutto in una volta quando lo sente aprirle di più, stringe in un pugno il tessuto della sua camicia e Blaine si fa più vicino, sorride nel bacio, gli sfiora il braccio con le dita e le incastra sulla curva del suo collo, le caviglie che s’intrecciano automaticamente tra di loro e i respiri che si coordinano come se il loro ritmo fosse perfetto solo quando sono fusi insieme.
Kurt non ha mai pensato che la necessità di respirare potesse essere così fastidiosa.
Quando si separano, a malincuore, perché devono e non perché vogliono, mai perché vogliono, Kurt ha paura di aprire gli occhi. Lascia le palpebre socchiuse, le ciglia incastrate, respira, respira, respira, sorride ed ama la sensazione del sapore di Blaine impresso nella propria bocca, si lecca le labbra per catturarne ogni sfumatura, sorride ancora, apre gli occhi e –
E gli occhi di Blaine sono lì davanti a lui, grandi, incomprensibili, brillanti anche nella penombra della camera, sorridenti come la curva che piega le sue labbra – quelle labbra, Kurt ha voglia di baciarlo di nuovo, Kurt ha voglia di baciarlo per sempre –, e sono quelli i momenti in cui realizza. Realizza che forse non ha trovato solo un altro posto giusto, forse ha trovato la persona giusta, e forse è folle, forse è impossibile, ma Blaine combacia con la sua vita in modi in cui nessun altro lo ha mai fatto prima, come se i loro corpi e le loro anime fossero tasselli di un puzzle rimasto a metà per così tanto tempo e che ora hanno trovato il modo di ricongiungersi l’uno all’altro, di completarsi.
In quei momenti Kurt ha il coraggio di pensare che il loro potrebbe essere amore. Il coraggio di dirglielo – quello ancora non lo ha. Presto, una voce rimbomba nella sua mente; presto. Ma non vuole pensarci adesso – adesso vuole perdersi in Blaine, ritrovare se stesso; Blaine gli si sta avvicinando di nuovo, e Kurt si sorprende a pensare che non c’è luogo migliore di perdersi che nei suoi occhi e nelle sue labbra e nelle sue mani gentili.
Quindi chiude gli occhi, si fida – chiude gli occhi, si perde.















Ehi, there!
Non ho la più pallida idea di cosa sia questa cosa *indica la OS*. Vi dico solo che nel mio pc si chiama "meh". No, seriamente.
Se vi è piacuta, ringraziate Fravah. Se non vi è piaciuta, incolpate lei che mi ha obbligata a pubblicarla. :D
Credo che avessi solamente voglia di tornare agli inizi? Probabilmente mi mancano e basta. *sigh*

Qui trovate tutto il Carme di Catullo tradotto, quello da cui ho preso la frase del titolo e di cui mi sono innamorata studiandolo a scuola.
(Perché a volte il latino è bello. O.o)
Qui la mia long, Our Little Infinite, che sto portando a termine. *sigh*

E - nulla, vi mando un abbraccio e un augurio di buone vacanze! :3

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