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Autore: Persefone3    25/06/2015    5 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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X. Indissolubly Connected
 
Camminavano ormai da circa un’ora a passo lento. Il castello distava ancora un bel po’: al galoppo sarebbero bastate un paio di ore, ma con quell’andamento avrebbero raggiunto la loro destinazione nel primo pomeriggio. Emma era seduta sulla sella senza parlare: sarebbe potuta tornare al castello in un battito di ciglia, ma la voglia di passare del tempo con lui, lontano dall’etichetta e dalle formalità della corte, era irresistibile. Dal canto suo, Hook camminava con le briglie di Saetta in mano senza sapere cosa dire. Non aveva osato girarsi una sola volta. Starle così vicino senza l’intimità di prima era un vero inferno.
Nel mezzo del giardino, Emma si ritrovò a osservare di sottecchi la figura dell’uomo: spalle larghe, schiena dritta, passo sicuro, braccia toniche di chi è abituato a faticare, capelli arruffati e ribelli e gambe sode e vigorose. Stava per alzare ulteriormente lo sguardo, quando Saetta cominciò a innervosirsi e la costrinse a puntare gli occhi su quello che stava succedendo.
 
- Buono Saetta, è tutto a posto – aveva detto Hook accarezzando il muso del cavallo.
 
La cosa sorprese la donna non poco. Saetta non si era mai fatto avvicinare da nessuno e non poche volte era dovuta ricorrere alla magia per fare in modo che gli stallieri potessero svolgere il loro lavoro. Era un cavallo diffidente di natura, come lei del resto, ma del pirata si era fidato subito. Il sole era ormai alto e cominciava a farsi sentire. In un gesto liberatorio, Emma si tolse la veletta e si aprì leggermente l’abito sul collo.
 
- Stanca altezza? Mi sembra strano stando lì …
- Ho solo molto caldo.
- Ma davvero? Ed io che credevo fosse giunta l’ora di un bel mantello di pelliccia.
- La vostra scortesia è davvero pari a quello che si dice in giro Capitano.
- Ad ogni modo c’è un piccolo ruscello poco più avanti. Facciamo una piccola sosta per rinfrescarci e riprendiamo il cammino.
 
Emma ammutolì. Non aveva la minima idea che lì vicino ci fosse un corso d’acqua. Passava per quei giardini tutti i giorni, ma era talmente concentrata sui suoi pensieri che non aveva mai prestato molta attenzione a quello che aveva intorno. Lui, invece, era al castello da poco e già lo conosceva così bene.
Arrivarono in una bella radura e Hook legò Saetta a uno degli alberi per aiutare Emma a scendere.
 
- Il terreno vicino al ruscello è piuttosto scivoloso, è meglio che mi aspettiate qui.
 
Emma non ebbe il tempo di replicare che l’uomo si allontanò con passo deciso. La dama posò una mano su Saetta e, nonostante fosse sola, continuò a sentirsi imbarazzata davanti ai gesti dell’uomo. Fino a quel momento il suo unico termine di paragone era stato Nottingham e doveva ammettere che Hook non aveva niente in comune con lui: lo sceriffo era tanto mellifluo quanto il pirata schietto, diretto e persino sincero. Si era aspettata da lui rudezza e invece l’aveva medicata con una cura che nessun uomo aveva mai avuto con lei o meglio nessuno di quelli che aveva lasciato avvicinare. Un rumore tra il fogliame la destò dai suoi pensieri ed Emma vide la figura di Hook avvicinarsi con un sorriso che era tutto un programma.
 
- Era ora finalmente! – disse la donna con tono altero
- Vi sono mancato milady?
- Non siate sciocco e poi un gentiluomo mi avrebbe portato almeno un po’ di acqua.
- Si da il caso che lo abbia fatto in effetti …
 
Hook porse alla donna la sua fiaschetta di rhum. Emma se la portò alla bocca per bere incurante del commento dell’uomo. La prima cosa che le sue papille gustative colsero, fu il retrogusto alcolico dell’acqua che stava bevendo.
 
- Sa ancora di rhum
- Troppo forte per il vostro regale e delicato palato, altezza?
- Sareste sorpreso di vedere quante cose non delicate e decisamente poco regali mi piacciono. – disse la donna tornando a farsi pericolosamente vicina.
 
La sensualità che Emma mise in quell’ultima frase, fece girare la testa del capitano. Sentiva il desiderio bruciare dentro e la mancanza del contatto fisico stava davvero diventando insopportabile. Forse un modo c’era per placare quegli istinti e allo stesso tempo mettere un tassello in più in quel gioco.
 
- Altezza – disse l’uomo fissandola negli occhi – su un fatto avete ragione: dobbiamo muoverci se non vogliamo metterci un’eternità. Ho avuto un‘idea.
 
Il pirata si girò verso Saetta e cominciò ad armeggiare con la sella. Sciolse la cinghia sotto la pancia dell’animale e la fece cadere sul prato. Lasciò sul dorso dell’animale solo il telo protettivo e sciolse le briglie dall’albero. Poi tornò verso Emma e la issò ancora una volta in groppa all’animale.
 
- Statemi bene a sentire, vi ho permesso di aiutarmi, ma questa confidenza mi sembra davvero eccessiva!
- Andiamo, vedrete che poi mi ringrazierete – disse il pirata con un sorriso smaliziato.
- Datemi immediatamente le redini allora
- Ve l’ho già detto che non siete in condizioni di cavalcare.
- E allora cosa avete in mente?
- Questo
 
Hook fece leva sulle briglie e salì a sedersi proprio dietro Emma. Fece passare un braccio intorno al corpo della donna in modo da poterla cingere: riaverla tra le braccia gli diede una sensazione impagabile.
 
- Mi sembra davvero troppo informale questo! Un po’ più di rispetto – disse Emma cercando di nascondere ancora l’intensità di quello che stava provando.
- Rilassatevi, non voglio approfittarmi della situazione. Dopotutto non ho nessuna intenzione di vedere la mia testa svanire in un altro reame.
 
Il pirata diede due leggeri colpi di tallone sul fianco dell’animale per farlo muovere. Saetta come sempre obbedì senza indugio. Sul principio il corpo di Emma rimase rigido tra le braccia dell’uomo e attento a minimizzare qualunque contatto con lui. Il disagio era tale che non riusciva neanche a guardarlo in faccia, almeno fino a che Saetta non fu costretto a scartare una buca all’ultimo momento. Emma era talmente preoccupata da quel possibile contatto fisico che non stava minimamente pensando di reggersi e quell’improvviso cambio di direzione la spinse contro il corpo dell’uomo. Finì con la testa proprio nell’incavo del suo collo, a un passo dalle sue labbra che Emma non poté fare a meno di fissare. Quel contatto così inaspettato, ma allo stesso tempo tanto cercato, colse alla sprovvista anche il pirata. Aveva le sue labbra ad una distanza assolutamente trascurabile e gli occhi di lei lo stavano guardando in quel modo che era solito fare prima e che voleva dire una sola cosa: desiderio.
 
- Attenzione milady, è meglio che vi teniate stretta a me se non volete finire a terra ancora una volta.
- State tranquillo, non accadrà più – disse Emma cercando di scostarsi dal petto dell’uomo.
- Non siate sciocca – disse Hook afferrandole delicatamente un braccio con l’uncino.
 
Con un movimento fulmineo e sicuro fece in modo che il braccio di Emma passasse attorno al suo torace così che fossero davvero abbracciati e le fece poggiare la testa su una spalla.
 
- Così va meglio no?
- Certo – disse Emma arrossendo leggermente.
 
La donna afferrò il fianco dell’uomo con decisione e rimase appoggiata al suo petto. Dentro il suo cuore c’era un tumulto di emozioni che avrebbero fatto impallidire qualunque terremoto. Era così bello e appagante abbandonarsi in quell’abbraccio così sensuale, proprio come quello che c’era nei suoi sogni. E per la prima volta sperò che quella cavalcata durasse in eterno.
Hook fece di tutto per tenere gli occhi fissi sulla strada. Come sentì la mano di lei stringere il suo fianco, sentì l’ennesimo brivido sconquassargli l’anima. L’avrebbe fatta pagare a Rumple ma soprattutto a quel presuntuoso di Nottingham. Perché che lui si prendesse gioco di lei proprio non lo sopportava, senza tralasciare il fatto che, probabilmente, aveva goduto di un qualcosa che decisamente non gli spettava. Poggiò il mento sulla sua testa e la strinse ancora di più a sé.

Ci sono io ora Emma, non devi preoccuparti di niente, ti tirerò fuori da questa situazione.

Sembrava un idillio perfetto anche se piuttosto silenzioso, ma il linguaggio non verbale non lasciava adito a dubbi, quel contatto lo stavano cercando entrambi. Quando il castello fu ormai prossimo, Emma si ridestò come da un sogno. Il pirata notò che al posto del calore che era comparso sul suo viso, stava tornano la fredda alterigia della Dama.
 
- Fermatevi – disse  secca.
 
Hook tirò le redini di Saetta per farlo rallentare e quindi fermarsi.
 
- È opportuno che voi scendiate ora. Non voglio che qualcuno ci veda.
- La principessa e il pirata … non credo sia una buona soluzione contemplata dall’etichetta.
- Statemi a sentire bene – disse Emma guardandolo dritto negli occhi – se osate vantarvi con qualcuno di quello che è successo oggi, giuro che mi prendo il vostro cuore senza pensarci due volte. E non sperate ancora nella mia clemenza, non commetto mai due volte lo stesso errore.
 
Quell’immediata freddezza lasciò Hook senza parole.
 
- Nonostante le apparenze, milady, sono sempre un uomo d’onore. Avete la mia parola.
- Vi conviene e ora aiutatemi a raggiungere le scuderie.
 
Hook smontò da cavallo e condusse Saetta verso le stalle. Quell’alternanza di calore e freddezza lo avrebbe fatto impazzire, questo era certo. Quello che non sapeva era che le sorprese non erano ancora finite per quel giorno.
Quando giunsero alle scuderie non c’era nessuno in giro, erano completamente soli. Emma indicò al pirata quale era il posto di Saetta e si fece aiutare per scendere. Ma quando Hook la mise giù, sembrava non avere nessuna intenzione di lasciarla andare ancora.   
 
- Credo che per oggi abbiate fatto abbastanza. – disse lei cercando di riaffermare una certa regale distanza.
- Sarete anche una principessa, ma ora un po’ di gratitudine me la dovete .. – disse il pirata sfiorandosi le labbra con un dito
 
Emma sgranò gli occhi, incredula della richiesta sottile del pirata. Durante la cavalcata aveva sentito una certa intimità tra loro e più di una volta aveva avuto voglia di baciarlo, ma vedere esplicitato in maniera così schietta quel travolgente desiderio, la fece barricare nuovamente dietro l’alterigia della dama.
 
- E dov’è finito ora il gentiluomo? E comunque io non vi devo nulla.
- Andiamo, non lo sapete che i pirati non fanno mai nulla per nulla? Oppure pensate che sarebbe troppo per voi?
- Ma fatemi il piacere, per voi sarebbe troppo!
- E allora scopriamolo …
 
Hook sollevò una mano sul viso della dama per avvicinarsi alle sue labbra. Emma era completamente paralizzata, incapace di assecondare i suoi desideri o respingerlo lontano una volta per tutte. Dal canto suo, il capitano sapeva di stare rischiando grosso ma per lei avrebbe fatto di tutto. Fissò le sue le sue rosee labbra carnose. Quando erano vicinissimi, con il pollice le sfiorò il mento per far sì che lo sollevasse verso di lui. Già stava pregustando il suo sapore, quando il rumore dei passi di qualcuno, fuori dalle scuderie, li richiamò alle realtà. Quando Nottingham fece il suo ingresso, vide Emma tra le braccia di Hook a una distanza che non lasciava ombra di dubbio su cosa stavano per fare.
 
- Altezza! – disse scuro in volto – cosa vi sta facendo questo bifolco?
 
Lo sceriffo si avvicinò a grandi passi verso di loro. Emma si allontanò immediatamente dal corpo del pirata come per ristabilire le distanze dovute tra loro.
 
- Nulla sceriffo
- Vi stava facendo del male? Ditemelo e lo metto alla gogna per una settimana!
- Lasciate stare Nottingham
 
Come Emma si girò verso il nuovo arrivato, Nottingham notò subito la gonna strappata e il piede fasciato.
 
- Come avete osato mettere le vostre luride mani addosso a sua altezza? – disse lo sceriffo scagliandosi contro il pirata.
- Se non vi conoscessi bene, direi che siete geloso, amico …
- Nottingham! – disse Emma con tono fermo – sono caduta da cavallo e il pirata mi ha aiutato a tornare al castello. Accompagnatemi dentro ora e lasciatelo andare.
- Ascolta galeotto – sussurrò lo sceriffo all’orecchio di Hook – se ti pesco a ronzarle ancora intorno ti faccio davvero impiccare.
- Non ci giurerei amico, non ti lascerò farle del male ancora.
 
Lo sceriffo lasciò andare il pirata e porse a Emma il braccio per far sì che potesse appoggiarsi. Emma non poté fare a meno di lanciare un ultimo sguardo verso il pirata e l’attrazione si fece ancora più forte.
Davanti al suo specchio a notte inoltrata, Emma stava osservando le sue labbra. Oddio quanto aveva desiderato che lui fosse arrivato fino in fondo. Voleva quelle labbra ma allo stesso tempo non voleva che lui potesse prendere il sopravvento su di lei. Non lo aveva mai permesso a nessun uomo ma era pur vero che nessuno l’aveva mai fatta sentire così. Improvvisamente qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
 
- Avanti – disse la donna senza voltarsi.
 
Rose fece il suo ingresso trafilata.
 
- Altezza, ho fatto quello che mi avete chiesto.
- Vi ha visto nessuno?
- No, il vostro incantesimo ha funzionato alla perfezione.
- Bene, fallo entrare e aspetta fuori.
 
Rose aprì la porta e fece entrare una figura coperta da un mantello e poi la chiuse alle sue spalle.  Emma si avvicinò alla figura e ne tirò giù il cappuccio. E il mare blu dei suoi occhi la invase di nuovo. Aveva un’espressione compiaciuta sul viso proprio come un galante mascalzone.
 
- A cosa devo il piacere di questa segreta udienza notturna? Per inciso, se avete voglia di avvicinarvi basta chiedere … - disse Hook con voce rauca e sensuale
- Fate silenzio – disse Emma avvicinandosi.
 
E poi successe tutto in un lampo, la donna lo afferrò per il bavero della giacca e spinse le labbra contro le sue. La passione ebbe il sopravvento su tutto il resto. Voleva quell’uomo con tutte le sue forze. Perdersi in quel bacio le scaldò il cuore come mai. La risposta di Hook non si fece attendere. La attirò a se e ricambiò con altrettanta impetuosa passione. Nonostante tutto quello che era successo, la donna che aveva davanti era sempre la sua Emma, quella di cui si era perdutamente innamorato non appena i loro occhi si era incrociati per la prima volta. Ma era proprio Emma quella che voleva avere il gioco in mano e dettare i tempi. La lasciò fare, ben sapendo che quando faceva così non poteva far altro che arrendersi al suo volere. Emma si allontanò per riprendere fiato e poggiò la fronte sulla sua, incerta su cosa fare.
 
- È stato …
 
E poi la paura ebbe di nuovo il sopravvento sulla donna e l’aver provato un sentimento così intenso e travolgente la spaventò ancora di più.
 
- … una cosa che non succederà più.
 
Emma vide il disappunto disegnarsi sul volto del pirata ed ebbe di nuovo la sensazione di avere il pieno controllo della situazione.
 
- Non abbiamo più nient’altro da dirci, potete andare.
- Come desidera altezza.
 
Quando fece ritorno nella sua cella, Hook era ancora scosso per il bacio che aveva scambiato con Emma. Le conosceva bene le sue labbra, ma riassaporarle dopo quella lunga e forzata astinenza aveva reso il tutto ancora più intenso e coinvolgente. Si lasciò cadere sulla brandina in preda a tutte quelle emozioni. Dopo poco sentì dei passi nel corridoio delle celle e subito dopo altri passi raggiungere i primi. Si stese velocemente e fece finta di dormire, tenendo le orecchie ben all’erta.
 
- Rumple, dobbiamo parlare – disse Nottingham
- Cosa succede sceriffo?
- Non abbiamo più tempo. Oggi pomeriggio ho visto quel dannato pirata cercare di instaurare un contatto più intimo con Emma.
- Non ditemi che siete geloso …
- Non è il momento di fare gli spiritosi, dobbiamo agire e subito.
- Non oso pensare cosa farebbe quel pirata se sapesse quanto ti sei prodigato per curare l’insonnia notturna di Emma
 
Hook serrò la mascella e sentì la gelosia incendiargli il cuore. Doveva però mantenere il controllo se voleva avere la possibilità di capire cosa avessero in mente quei due.
 
- Facciamo così – riprese Rumple – facciamo passare ancora qualche altro giorno e poi fai in modo di trovarti solo con lei. Prendi il braccialetto che hai sequestrato al pirata, con una scusa lo fai indossare alla tua bella e poi la uccidi.
- D’accordo.
 
Non appena i due cospiratori si furono allontanati, Hook si tirò su di scatto con il cuore in gola. Non aveva molto tempo per trovare un modo di fuggire dal castello e portarla con sé in salvo.   


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Allora come dire, io sono in una fase di perenne sbornia post- Parigi. Ho ancora la testa fra le nuvole e mi rimiro il mio bell'autografo duemila volte al minuto e me lo sono messo come sfondo su qualsiasi dispositivo. Mettere insieme questo capitolo in queste condizioni non è stato semplice, quindi mi perdonerete qualche svista :). Lo confesso: sono stata indecisa fino all'ultimo se farli baciare o meno. Chiacchierando con la mia dolce metà su quello che sarebbe stato più plausibile, avevo deciso di descrivere solo il mancato bacio. Poi vado a Parigi e niente non ce l'ho fatta a rimanere nei piani originali :S. Ora la faccenda comincerà a complicarsi alquanto calcolando che i simpaticissimi Rumple e Nottingham stanno per dare via al loro losco piano. Se avete voglia e tempo mi piacerebbe sapere cosa ve ne sembra. Come sempre grazie per tutta l'attenzione e l'affetto che dedicate a questa storiella. #veadoronacifra.
La smetto di blaterare e vi vediamo prestissimo
Un bacione
Persefone
  
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