Fanfic su artisti musicali > Arctic Monkeys
Segui la storia  |       
Autore: _Whatever_    25/06/2015    4 recensioni
Una storia di pochi capitoli, nessuna pretesa, nessun avvenimento particolare.
Alex torna a casa dopo il tour di AM e prende coscienza di realtà diverse dalle sue.
Spero di non avervi confuso le idee con questa presentazione.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Matt Helders, Miles Kane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non aveva più incontrato quel ragazzo nei giorni successivi, nonostante passasse davanti a casa sua varie volte al giorno, in macchina o a piedi, e si era anche arrovellata poco sul perché di quelle bugie. In studio erano giorni di fuoco per via dei nuovi clienti e non aveva tempo di psicanalizzare il suo vicino di casa.
Una sera era seduta in veranda per godersi la sua quarta e penultima sigaretta della giornata, quando notò una figura sul marciapiede davanti all'ingresso. Era lui.
"Hai sbagliato ingresso, casa tua e l'abitazione successiva" disse Julia un po' seria, un po' per sfottere.
"In realtà non ho sbagliato, volevo passare proprio da te e ne ho approfittato perché dalla finestre del primo piano ti ho vista in veranda"
Julia lo raggiunse e aprì il cancelletto per farlo entrare.
"Ah, dimmi tutto" lo accolse Julia un po' confusa.
Alex allungò la mano per presentarsi.
"Piacere, sono Alex, il tuo vicino di casa"
"Julia"
"Volevo scusarmi per l'altro giorno, il mio atteggiamento non è stato dei migliori"
"Tanto piacere, Alex"
"Non ho la presunzione di pensare che tu ci abbia pensato più di tanto, avrai di certo una vita piuttosto intensa, ma volevo provare a spiegare perché mi fossi comportato in modo così" una pausa "bizzarro" concluse Alex.
"Non avrei saputo trovare una parola migliore per descriverlo" ammise Julia.
"Vieni, vuoi qualcosa da bere? Non ho molto in casa, non sono una gran bevitrice"
"Del tè sarebbe perfetto" disse Alex educatamente.
"Bene. Accomodati in veranda, torno subito" Julia scomparve dentro casa.
Alex prese posto su una delle poltrone di vimine poste sotto il porticato e si accese una sigaretta.
Julia tornò dopo poco tempo reggendo in mano due grandi bicchieri pieni di tè freddo e ghiaccio, ma notò una nota di delusione sul viso di Alex, ma non ebbe tempo di chiedere.
"Quando ho detto tè, mi riferivo a un tè caldo, ma questo andrà benissimo"
L'espressione sul viso di Julia era di immenso stupore.
"Non voglio risultare maleducato e forse ti sembrerò anche uno psicopatico, ma nonostante i trenta gradi all'ombra, parlavo di tè caldo, sai, quello con gli infusi, il limone e le zollette di zucchero" disse Alex quasi mortificato.
Julia rise sonoramente.
"Sempre più bizzarro, io davo per scontato che volessi qualcosa di fresco. In ogni caso, se vuoi, vado dentro a mettere su il bollitore"
"No, davvero, stai tranquilla. Penso di dovermi abituare a non vivere più in Inghilterra"
"Il tè freddo in una calda giornata penso sia un buon inizio" concluse Julia sedendosi di fronte a lui.
Alex sorseggiò il suo tè guardandosi attorno: il giardino era ordinato e c'era un lettino per prendere il sole vicino a un tavolino. Le piante erano poche e ben tenute, di certo era più ordinato del suo giardino, in cui si potevano anche trovare bottiglie di Corona abbandonate in giro.
"Mi piace come hai sistemato il giardino" disse per fare un po' di conversazione.
"Se ne occupa mio padre nel week end, io non saprei nemmeno da dove iniziare. E' il suo svago. Non penso lo apprezzerai così tanto quando inizierà a tagliare l'erba alle nove del mattino del sabato"
"Ah, di certo non mi disturberà, io non sento nulla quando dormo"
"Che fortuna, ti invidio tanto"
"Diciamo che sono costretto a farlo, quando posso, devo recuperare interi mesi di sonno persi"
Alex era serio e Julia non sapeva come alleggerire la situazione, così decise di non farlo.
"E questo immagino che sia collegato alla tua identità segreta"
"Già" Alex sorrise.
"Sai, mi immaginavo in altro modo gli agenti segreti inglesi, ma forse è colpa di tutti i quei film su 007"
"Perché? Non ti ricordo vagamente Daniel Craig?"
"Diciamo che al massimo posso concederti Pierce Brosnam, ma nemmeno troppo"
Alex rise di gusto e appoggiò il suo bicchiere di tè freddo sul tavolo in mezzo a loro.
"L'altro giorno ero reduce da un post sbornia notevole, devi scusarmi" disse Alex tornando improvvisamente serio dopo alcuni secondi.
Julia non rispose, perché sapeva che Alex non aveva finito.
"E il motivo principale della mia sbronza è stato lo stress di trovarmi in un locale in cui tutti gli avventori sembravano sapere chi fossi. La cosa non mi sorprende considerando il locale che i miei amici avevano scelto, ma diciamo che non ho reagito proprio bene. Mi sentivo braccato e sotto pressione, così mi sono messo a bere per cercare di affrontare la situazione con leggerezza"
"Comprendo, solo che non so se sentirmi sollevata o mortificata per non avere la minima idea di chi tu sia"
"Io ne sono sollevato" ammise Alex sorridendo timidamente.
"Non sono un personaggio famoso, odio pensare di esserlo. Mi fa venire il voltastomaco la parola vip" disse Alex a una sempre più confusa Julia.
"Non vorrei sembrarti inopportuna o invadente, ma non puoi semplicemente dirmi cosa fai nella vita? Visto che dubito che ti occupi di arte in generale, giusto per citarti"
"Sono un cantante di una band inglese. L'altra sera eravamo in un locale piuttosto indie che passa spesso la nostra musica e chi ci va è possibile che mi riconosca e che quindi voglia fare una foto con me o con gli altri ragazzi della band"
"Oh"
"Diciamo che tollero poco queste cose"
"Non posso nemmeno immaginare cosa voglia dire vivere così"
"Sì, ma aspetta, prima che tu possa pensare che me la tiro e che me la credo. E' che non so proprio come comportarmi, non so cosa rispondere ai fan quando mi fanno domande personali, semplicemente perché faccio fatica a parlare dei fatti miei anche con i miei amici di sempre. Non so reggere il peso delle loro aspettative. Col tempo ho capito che i fan tendono a costruirsi un immagine dei loro artisti preferiti sulla base di quello che sentono nei testi delle canzoni, quindi pensano di conoscerti e ti considerano quasi un amico"
Julia non rispose, era interessata a sapere cosa ne pensasse di questa cosa.
"E' una cosa molto romantica, e ammetto di averlo fatto anche io fino a qualche anno fa, perché alcuni dei miei artisti preferiti mi hanno formato, non solo musicalmente parlando, ma ora che mi ritrovo dall'altra parte non so cosa fare"
Prese un sorso di tè.
"E quindi bevo"
"Vuoi farmi credere che da bravo inglese quale sei, tu non bevi se non in queste occasioni?" scherzò Julia.
"Ovvio! Infatti non so se hai notato la mia spesa l'altro giorno"
"Già, sembrava quella di un quindicenne a casa da solo per il week end"
"La mia vita è un lunghissimo week end a casa da solo"
Alex tirò fuori il pacchetto di sigarette e ne offrì una a Julia.
"No, grazie, per oggi me ne rimane solo una ed è destinata a dopo la cena"
Alex la guardò interrogativo.
"Niente, lascia perdere"
"Ne riparleremo, sono curioso" disse accendendosi la Marlboro Light.
"Sempre se ti andrà" riprese, quando si accorse di rischiare di essere invadente.
"In che band suoni? Potrei aver sentito qualcosa di vostro?" chiese Julia per cambiare discorso.
"Non so se ci hai mai sentito, non so quanto siamo presenti nella programmazione radiofonica americana" fece un'altra delle sue pause a cui Julia si era già abituata durante quella conversazione.
"Suono negli Arctic Monkeys, da Sheffield" il tono e l'espressione con cui aveva pronunciato quella frase non sembrava appartenere alla stessa persona con cui Julia stava parlando fino a pochi secondi prima.
"Bel nome" disse Julia dopo la sorpresa iniziale per il repentino cambiamento.
"Sì, lasciamo perdere" era tornato l'Alex della conversazione iniziale.
"In ogni caso, mi dispiace, ma non credo di aver mai sentito qualcosa di vostro. In fondo venite dal vecchio continente e di europeo credo di sapere a malapena qualche frase di canzone dei One Direction o di Sam Smith"
"Immaginavo, ma è meglio così. Almeno tu non crederai di conoscermi solo perché hai sentito qualche mio testo"
"Chi ti dice che non appena andrai via, andrò su youtube a cercare le vostre canzoni?"
"Accomodati pure, ma di certo quello che sentirai non ti sembrerà in linea con il ragazzo con cui hai parlato l'altro giorno"
"Peccato"
"E ti prego, se proprio manterrai questo insano proposito, non cercare su youtube i video ufficiali"
"Non ti stai aiutando. Te l'hanno mai detto che la curiosità è donna?"
"Sì, l'ho sentito dire, ma non riuscirei più a guardarti negli occhi se lo facessi"
"Sono così brutti?" chiese Julia quasi spaventata.
"No, ma le mie abilità recitative sono veramente pessime e ci sono un paio di video di cui mi vergogno profondamente"
"Sono certa che vedendoli capirò di certo di cosa parli"
Alex sorrise.
"E ringrazia che io non li guardi ora davanti a te. Se non dovessi prepararmi per andare a cena fuori, sarei già andata a prendere il pc dentro"
"Mi sono fottuto con le mie mani"
"Già" rise Julia di gusto.
Alex si alzò dalla sua poltrona di vimini.
"Io vado. E' stato un piacere parlare con te, Julia"
"Anche per me, Alex"
"Spero si possa ripetere, magari però a casa mia davanti a una tazza di tè caldo"
"Certo! Basta farmi un fischio dalla finestra del primo piano quando mi vedi in veranda"
"A presto" disse Alex e si avviò lungo il vialetto per uscire dal giardino e tornare a casa sua.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Arctic Monkeys / Vai alla pagina dell'autore: _Whatever_