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Autore: MikaMika    25/06/2015    3 recensioni
Louis conosce il mondo del Sovrannaturale, Harry ne fa parte.
Louis lotta per distruggere il Male, Harry ne fa parte.
E' una Larry ispirata all'universo di Supernatural, dove una profezia incombe e il male è radicato ovunque e le alternative sembrano essere infelicità o morte. Ma davvero le cose andranno così?
Louis !Hunter; Harry !Vampire;
L'obiettivo è azione, mistero, pericolo e un po' di movimento!
Genere: Angst, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHAPTER I – The hunt begin

Svegliarsi in un letto comodo era una delle poche cose che apprezzava delle “pause”.

Il covo era la cosa più vicina ad una casa che conoscesse da anni ormai. Era un posto sicuro, sconosciuto ai più ed impenetrabile per quanto era ben protetto.  Per quanto la missione della sua vita fosse quella di cercare il male ed estirparlo, ogni tanto era piacevole trascorrere del tempo senza la sgradevole sensazione di poterci lasciare le penne da un momento all’altro. Infondo anche lui ogni tanto aveva bisogno di sentirsi al sicuro.

Gli piaceva dormire fino a tardi e girovagare tra le stanze. Lì, riscopriva il gusto di allenarsi perché gli piacesse e non perché vi fosse costretto. Neanche più l’odore degli enormi volumi della biblioteca lo disturbava, nonostante gli ricordasse la sua casa d’infanzia che, decisamente, non poteva vantare un gran numero di ricordi felici. Ad ogni modo, era piuttosto raro che Louis perdesse tempo a leggere le pagine ingiallite con il tempo. Quella non era una cosa da lui. Lui non era un uomo di lettere. Non lo sarebbe mai stato, lo aveva sempre saputo.

Apprezzava però la tranquillità ed il silenzio.

Silenzio brutalmente interrotto dalle urla che, in quel momento, si propagarono dal piano sottostante.

“NIALL HORAN SMETTILA DI INGURGITARE PANCAKE!”

Louis si portò una mano alla fronte massaggiandosi le tempie ed arrendendosi al fatto di dover abbandonare il materasso morbido.

“Ma io ho fame..”  la voce acuta e lamentosa di Niall gli stava perforando i timpani. Scese le scale con passo pesante, trascinandosi fino alla cucina.
“Non mi importa, questi sono per tutti e tre, ne hai mangiati già quattro!”
“Ma io ho fame…” ripeté il biondo.
“Piantala!- gli intimò la ragazza, mentre teneva il vassoio con la colazione lontano dalla portata del ragazzo che se ne stava seduto al tavolo con un’ espressione esageratamente imbronciata. Poi lei sollevò gli occhi e lo vide.

“Buongiorno Lou!” lo salutò allegra  “Vieni la colazione è pronta”

Louis prese posto al tavolo accennando appena un saluto, mentre Mary gli poggiava davanti il vassoio dall’aspetto decisamente invitante.
“Che avete da urlare?” chiese mentre addentava un pancake.
“Mia cugina vuole affamarmi”- si lamentò Niall con una voce talmente disperata che sembrava veramente lo avessero privato di cibo per settimane. In realtà le briciole che giacevano indisturbate sulla sua faccia, raccontavano tutta un’altra storia. Louis lo guardò alzando un sopracciglio e Mary lo ignorò prendendo posto a tavola ed iniziando a mangiare, dopo aver preparato il caffè.

Quei due erano cugini. Erano entrati a far parte della vita di Louis diversi anni prima, quando ancora lui seguiva i Winchester come un piccolo cucciolo di cacciatore. Erano uomini di lettere entrambi. Cioè Niall era un uomo, Mary era ovviamente una donna. Louis non era sicuro di poter utilizzare comunque il termine “uomo di lettere” con lei.

Ad ogni modo, quando i fratelli si erano ritirati lasciandogli il covo in eredità, Louis si era ritrovato in quel posto senza sapere cosa farci, se non rifugiarvisi dentro mentre cercava un nuovo caso da affrontare. All’inizio non voleva condividerlo. Non era una questione di egoismo, più che altro non voleva affezionarsi a nessuno. Poi Niall lo aveva aiutato a far fuori un Parlangua e Mary aveva rischiato di essere posseduta da un demone per salvargli il culo. Così, durante una fuga, si erano ritrovati nel covo insieme. E loro erano quasi impazziti davanti a tutto il materiale stipato negli archivi. E Louis gli aveva concesso di restare a dare un’occhiata per un po’. Da quel “per un po’” erano trascorsi due anni.

Spesso Louis fingeva di essere infastidito dalla presenza dei due. In realtà, con la vita che conduceva, era la cosa più simile ad una famiglia che potesse sperare. E gli voleva bene. Lo esprimeva a modo suo, ogni volta che si lasciava scappare frasi come “Beh non siete completamente inutili!”.

“Quanto tempo resterai ancora Louis?”  chiese Mary dopo aver concesso esasperata a Niall di prendere un altro pancake.
“Credo che ripartirò non appena troverò qualcosa di interessante”  era già una settimana che era tornato dall’ultima caccia. E cominciava ad avvertire l’abituale senso di oppressione, disagio ed inutilità che lo attanagliava ogni volta che attendeva troppo prima di ripartire.

“Forse dovresti prima aspettare che quella guarisca del tutto”  Mary indicò la fasciatura che svettava sul suo avambraccio con fare materno. Quella ragazza aveva più o meno la sua età, eppure, spesso, trattava lui e Niall come se fossero due ragazzini. Ovviamente questo fino a che non la facevano arrabbiare. In quel caso era spaventosa, e Louis di cose spaventose ne aveva viste nella vita, ma Mary che strillava come un’ impossessata, marcando l’accento del sud, decisamente incuteva un certo timore.

“Nah”  fece noncurante  “è rimasto praticamente solo un graffio”  si portò automaticamente la mano dove era stato ferito. Effettivamente non faceva più male.
Era stato sempre insolitamente veloce nelle guarigioni, per fortuna. Con il lavoro che faceva, decisamente gli sembrava un gran bel vantaggio.
Sempre se di lavoro si potesse parlare considerato che non veniva pagato e si sostentava con le “generose” offerte delle persone alle quali parava il culo.
In compenso Mary e Niall riuscivano a fornire supporti informatici per corrispondenza. Erano entrambi hacker piuttosto bravi, oltre ad avere una sconfinata conoscenza del sovrannaturale.

“A proposito .. avete trovato qualcosa per me?”  chiese mentre sfogliava distrattamente il giornale abbandonato sul tavolo.

Il silenzio innaturale che seguì la sua domanda lo costrinse ad alzare lo sguardo e puntarlo sui suoi interlocutori.

Entrambi guardavano verso il basso.  Mary si torturava le dita e Niall continuava a portare alla bocca le briciole che erano rimaste della colazione.
Louis alzò gli occhi al cielo e sbatté le mani sul tavolo per richiamarli, facendoli sobbalzare.

“Cosa?”
“BEH, ecco.. in realtà .. ci sarebbe qualcosa ..”  farfugliò il biondo.
“E quando avevi intenzione di dirmelo, Niall?”
“Insomma .. ancora dovevamo fare colazione ..”  Louis non lo lasciò terminare.
“Nel caso ti fosse sfuggito, idiota di un irlandese, il mio lavoro consiste nel salvare la vita delle persone. Non pensi che in una scala di valori sia un tantino più importante della tua colazione??”  gli occhi erano assottigliati in maniera inquietante. Poi sbuffò  “Di cosa si tratta?”  chiese cercando di mantenere la calma.
“Ecco… sì .. insomma .. un sacco di attività .. ecco .. concentrata ..”
“Che ti prende Niall? Cosa cazzo vai farfugliando?”  il tono nuovamente esasperato.
“Ohhh”  piagnucolò il biondo  “Mary diglielo tu! Lo sai che mi spaventa quando fa quella faccia!”  Louis gli lanciò un altro sguardo infastidito, prima di voltarsi verso la ragazza. Lei si ravvivò i capelli castani, portando all’indietro i ciuffi che le ricadevano sulla fronte. In un gesto nervoso, tentò di sistemarsi la montatura rossa degli occhiali sul naso, prese un respiro profondo ed iniziò a parlare, consapevole della poca pazienza di Louis.

“Ok”  prese il portatile al suo fianco e lo aprì mettendolo davanti al cacciatore “Abbiamo registrato un numero inusuale di attività sovrannaturali riconducibili a specie di creature diverse. E’ concentrato in una zona ben precisa ..” Louis diede una rapida occhiata ai dati che lei gli aveva messo davanti.  Aveva smesso di studiare quelle cose molti anni prima,  ma ne sapeva abbastanza da interpretare le serie numerica che gli stavano mostrando e, in effetti, il grafico mostrava una concentrazione di fenomeni sovrannaturali fuori dal comune.

“Dove?”  chiese interessato mentre portava la tazza di caffè alla bocca, con gli occhi ancora attaccati allo schermo.
“Uhm”  iniziò Mary indecisa su come affrontare la questione.

Una sensazione di disagio e allarme cominciò ad espandersi nelle viscere di Louis. Spostò gli occhi chiari sul volto della ragazza al suo fianco, trovandolo teso.

“Dove Mary?”  ripeté nello sforzo di mantenere la voce ferma e calma.
 I muscoli irrigiditi e le nocche rese bianche dai pugni che non si era neanche reso conto di aver iniziato a stringere, però, tradivano una certa agitazione.
Mary sfuggì il suo sguardo. E Louis in realtà sapeva. Sapeva ancora prima che parlasse. Semplicemente non voleva crederci , non voleva nemmeno pensarci o prendere in considerazione l’idea.
“Nei pressi di Knowcity”  ammise infine.

Louis Tomlinson non fece una piega. Storse appena il labbro in una smorfia incondizionata e socchiuse gli occhi.

“Non c’è un altro caso?”  chiese immediatamente dopo, come se la conversazione non fosse mai avvenuta.
“Lou …”  provò  Mary già consapevole dell’inutilità del suo tentativo.
“Non se ne parla! Non tornerò lì!”
“Ma è una cosa grossa ..” intervenne Niall, facendosi improvvisamente coraggio.

Entrambi sapevano poco del passato del cacciatore. Lui non amava parlare della sua infanzia o della sua famiglia. Sapevano che era scappato di casa molto giovane, che non aveva più rivisto la sua famiglia, a parte Lottie, la sorella che aveva incrociato nel corso di qualche caccia. Anche lei donna di lettere.

“Non sono l’unico cacciatore al mondo, Niall!”  sbottò  “Se è una cosa così grossa, qualcuno si starà già muovendo”  osservò ostentando un’indifferenza in palese contrasto con i movimenti nervosi del piede che sbatteva sul pavimento.

“Dunque, non c’è altro?”

I due cugini sospirarono rassegnati. Dopo di che Mary digitò qualcosa al pc e caricò una nuova pagina, mettendola sotto gli occhi di Louis.
“Attacchi e cadaveri dissanguati”  gli fece notare  “Un covo di vampiri forse, o più probabilmente uno solitario e giovane a giudicare dalle dinamiche”
“Dove?”  chiese nuovamente Louis mentre si alzava abbandonando il suo posto al tavolo.
“Louisiana”  rispose lei indicando la cartina.
“Perfetto”  disse secco voltando loro le spalle e dirigendosi in camera per preparare le sue cose.

“Possiamo venire con te?”  gli urlò dietro Niall speranzoso.

Louis si fermò sulla porta voltandosi un attimo per rispondere.

“No, restate qui e monitorate la situazione”  entrambi sapevano che non si stava più riferendo ai vampiri. Louis non era tipo da rifiutare una caccia come quella che si stava prospettando a Knowcity, non era tipo da lasciare spazio agli altri. E quella, che lo ammettesse o meno, era casa sua. Era ovvio che volesse sapere. Per questo i due cugini non ribatterono e si limitarono ad annuire.

“Ok, ma la prossima volta veniamo. Devo trovare una donna, prima che cominci a trovare attraente mia cugina”  disse il biondo indicando la ragazza in piedi dietro di lui “AHIA!”  si lamentò quando quella lo colpì con forza dietro al collo.

Louis non rispose e riprese a salire le scale.

“Salutami Liam se lo incontri”  cinguettò Mary. Ed inevitabilmente, Louis sorrise.


 
 ***
 


La villa coloniale era silenziosa ed immersa nelle tenebre. Da fuori, giungevano i rumori della notte. Le civette e i fruscii del bosco alle spalle della villa. Ad un occhio umano, sarebbe stata solo oscurità

La figura che però era immobile, davanti alla vetrata, coperta a metà dalla pesante tenda di velluto, non era umana. E dunque vedeva.

Vedeva ogni singolo fotogramma di realtà, ogni singola sfumatura di oscurità. Percepiva la vitalità della notte, in tutte le sue forme. E sentiva i lamenti soffocati che provenivano dalle segrete della villa.

Portò alla bocca il calice colmo di liquido vermiglio, sorridendo sul vetro, mentre le labbra piene gli si tingevano di rosso e le vene intorno agli occhi si scurivano.

I suoi figli stavano banchettando.

Non condivideva molto la mancanza di discrezione che questi sembravano avere, ma d’altronde, concedergli qualcosa era l’unico modo che aveva per tenerli buoni, mentre decideva come agire.
Inoltre, era abbastanza certo che con tutto il rumore che stavano facendo a Knowcity, nessuno si sarebbe interessato ad un paio di cadaveri di troppo in Louisiana.

“Non ti unisci al banchetto?”  parlò continuando a dare le spalle alla figura femminile che aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza. Aveva i capelli lunghi, platino, le punte colorate di rosa cipria. Addosso portava una gonna che scendeva morbida fino ad accarezzare le caviglie sottili, in lino bianco, e una blusa verde morbida.

“Sono degli zotici, rumorosi e gretti”  osservò lei facendosi avanti.
“Dovresti considerarli una famiglia”  rimbeccò lui.
“Oh, smettila con questo buonismo, fratello! Noi siamo una famiglia, loro sono … un fardello che siamo costretti a sopportare”

Il ragazzo liberò una risata roca prima di voltarsi verso la sorella.
“Oh Gemma”  la rimproverò bonario, più per divertirsi che altro  “imparerai mai ad essere meno presuntuosa?”
“La mia non è presunzione, Harold!”  rispose raggiungendolo. Anche lei teneva un calice come quello del fratello tra le mani  “Sono semplicemente realista, vedo le cose per quello che sono”  entrambi bevvero.

“Dovrai prendere una decisione prima o poi ..”  la ragazza posò il flut  vuoto sul tavolo, abbandonando il tono divertito di poco prima in favore di uno più greve.
“Non è semplice”
“E’ una grande opportunità..”
“E un grande pericolo”  non smettevano di combattere. Con le parole e con gli occhi. Andavano avanti così da settimane oramai. Da quando il Conclave, la massima autorità tra i vampiri, gli aveva chiesto di esprimersi sul partecipare o meno alla grande battaglia che le creature del sommerso stavano progettando.

“E’ solo una stupida profezia, Harry …”
“Non dovresti sottovalutare il peso delle parole”
“E tu non dovresti prenderle così sul serio”  ribatté lei  “Non è detto che un’arma esista davvero, né che sia ancora viva, né che si attivi, né che decida di schierarsi contro la causa .. la probabilità è minima
“Ma esiste ..”

Gemma sbuffò  “Non potrai comunque impedirlo! Il conclave è praticamente tutto d’accordo. Manchiamo solo noi e la loro pazienza ha un limite..”
Harry lasciò che le palpebre pesanti si chiudessero, poi con delicatezza scansò i capelli biondi dal volto della sorella. La profezia e l’arma non erano che uno dei motivi per i quali era contrario a quella guerra. Anche se l’arma fosse morta le ragioni per dubitare di quel “nuovo ordine” restavano comunque  numerose e preoccupanti.

“Ci penseremo domani” promise.  Poggiò le labbra sulla sua fronte e senza aggiungere altro tornò a scrutare la notte, riflettendo sulla sua scelta, ammesso che davvero ne esistesse una da compiere.



ANGOLO DI MIKA:

Salve persone ^ w ^  Eccoci con il primo capitolo! Come avrete notato ho nominato i Fratelli Winchester, questo perché la storia nasce proprio dopo una lunga maratona di recupero di Supernatural al quale mi sono liberamente ispirata. Tra l’altro una delle location della storia, “il covo”, è proprio presa da quel fantastico universo.
(Se non avete mai visto la serie consiglio vivamente di recuperarla perché è un gioiello)
Al contrario, i vampiri sono più versione TVD che Supernatural, ma voi ben capite che scrivere di un H brutto va contro la mia religione e sono certa che mi perdonerete.
I Larry ancora non si sono incontrati. Il primo capitolo mi serviva più che altro a mostrarvi qualcosa dei protagonisti e a farvi conoscere anche gli altri personaggi che ci accompagneranno nel corso di questa avventura.
Spero che vi piaccia come ho reso Niall e che impariate ad amare Mary come faccio io. Ma sono certa che lo farete.
Louis marcia verso la Louisiana.
Il che è un po' cacofonico, in effetti, ma comunque è l’ovvio preludio all’incontro che stiamo aspettando, no?
Per informazione: il conclave sarebbe una sorta di assemblea di vampiri antichi e potenti. Harry ne fa parte.
Anyway, che ne pensate?
Fatemi sapere.
All the love.
Mika.
  
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