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Autore: PersephoneAm    25/06/2015    0 recensioni
Adriano è il Principe dei Vampiri ed è un Guerriero.
Melissa una Guardia, una nobile soldatessa, che ha un solo compito: proteggere Adriano, il suo Principe. Tra loro ci sarà sempre e solo un rapporto ridotto ai loro ruoli all'interno della società dei Vampiri o diventeranno qualcosa di più?
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Coraggio, va a prepararti per il tuo ritorno all'Accademia!-mi disse Clelia, il giorno della ripresa dei corsi,-E non mettere troppe cose nella valigia. Solo gli abiti essenziali, Melissa. Capito?-.

-Si, capo!-ridacchiai, beccandomi uno scappellotto da parte della nostra governante.

-E la divisa, Melissa! Non dimenticarti la divisa!-.

-No, Clelia. Non la dimentico, l'ho già buttata in valigia!-.

-Buttata?-ripeté lei, indignata,-Oh, Marte! Vuoi farmi impazzire? Devi piegare i tuoi abiti, non buttarli nella valigia come fossero spazzatura. Altrimenti sembreranno tutti stropicciati e la mia fatica a stirarli per bene sarà stata vana!-.

-Clelia, da quando non ti prendi una vacanza?-le chiesi.

Lei mi guardò con occhi di rimprovero.-Non farmi arrabbiare, signorina!-.

-No, dico sul serio! Quanto saranno? Mille? Millecinquecento anni?-.

-Millesettecento, per l'esattezza! Da millesettecento anni servo la tua famiglia e tu, in diciannove anni, mi stai facendo rimpiangere diciassette secoli!-.

-Oh Clelia! Non dirmi così, ché poi ci rimango male!-.

Lei se ne andò via, borbottando in latino, così potei fare in beata pace la valigia, mettendoci dentro tutto quello che volevo portare all'Accademia.

Erano appena finiti i festeggiamenti in onore del dio Marte e la vita dei Vampiri avrebbe ripreso il solito ritmo entro due giorni al massimo, compresi i corsi dell'Accademia

Quello che a me e a tutte le ragazze che entravano nella scuola ci preoccupava era il fatto che i ragazzi erano di più rispetto a noi poveri individui del gentil sesso. Questo significava che i maschi pensavano di poter disporre di noi femmine a loro piacimento. Era anche vero che c'erano alcune vampire che potevano essere colleghe delle donne umane di strada, ma ero sicurissima che i loro genitori erano completamente all'oscuro del loro comportamento, altrimenti sarebbe scoppiato un putiferio.

Io fortunatamente ero lasciata in pace perché una volta due Vampiri ci avevano provato con Cassandra, la ragazza di mio fratello e io li avevo aggrediti, stordendoli con un solo sguardo. Solo il giorno successivo scoprii che quei due erano fratello e cugino del principe ereditario Adriano, un ex compagno di corso di Damiano. Mio fratello aveva frequentato una scuola diversa da me e Alessandro, la sua era stato l'addestramento militare per eccellenza, quello dei Guerrieri.

I Guerrieri erano dei Vampiri che combattevano lungo i fronti o nelle Guerre contro i Gewalt, che erano nostri nemici da alcuni secoli e Adriano comandava addirittura la Prima Legione degli Octavii.

Ora però il principe non si faceva vedere da un pezzo, si diceva che fosse in missione in qualche posto a Roma e che non sarebbe tornato molto presto. Forse il contenuto della lettera che era arrivata a mio padre due giorni fa, riguardava qualcosa di questa missione. Forse era per questo che nostro padre aveva deciso di non leggercela, ma aveva chiesto a Damiano di andare a prepararsi, di raccogliere il nostro esercito, formato da due Legioni e di raggiungere il confine. Io non lo vedevo da quando aveva quindici anni e nemmeno ci tenevo a farlo!

Quando finii di preparare la valigia, la chiusi e la portai davanti all'ingresso, posandola affianco a quella di Alessandro. Camminai per il lungo corridoio del palazzo, osservando e studiando attentamente quei quadri che mi sembravano così familiari ormai. Erano tutti lì, in fila: in fondo alla hall c'erano i busti dei nostri antenati, che poi venivano sostituiti da quadri o arazzi, sempre raffiguranti i nostri antenati. Mio padre, da buon conservatore, aveva commissionato un busto di marmo e un quadro con l'intera famiglia, anche se la mamma non c'era più. Noi eravamo gli ultimi della parete, dopo quella sfilza di illustri avi, come Cosso, Planco, Silo o il suo bisnipote Catilina.

Dietro di me sentii dei suoni metallici, dei passi e capii subito chi era.

-Sei sempre qui a guardare questa parete!-sorrise Damiano, sistemandosi la pettorina di metallo.

-E tu sei sempre qui a guardarmi, fratello caro!-gli dissi, aiutandolo a vestirsi.

I Guerrieri avevano la classica armatura da soldato romano, che si passava di padre in figlio e, da Guerriero qual'era, Damiano la indodsava in quel momento.

-Le caligole sono ben allacciate, fratello?-gli chiesi,-Non voglio che tu cada per una sciocchezza del genere!-.

-Sta tranquilla, Mel!-mi disse lui, dandomi un bacio sulla fronte,-Sono preparatissimo!-.

Annuii, buttandogli le braccia al collo.-Torna da vincitore, come fai sempre!-.

-Te lo prometto, sorella!-.

-Ti conviene prometterle anche di tornare intero, fratello!-.

Ci girammo verso le scalinate e vedemmo Alessandro, con indosso già la divisa da Guardia e i Pugnali incrociati sul petto, che ci veniva incontro.

I miei fratelli strinsero i loro avambracci destri, posando le mani sinistre sulle spalle dell'altro.

-Quando finirai l'Accademia sappi che ti voglio con me, fratello!-disse Damiano,-Quindi non scherzare tanto!-.

-E chi scherza?! Io già non vedo l'ora di menare le mani!-sorrise Alessandro.

Tutti e tre ci voltammo contemporaneamente verso la porta d'ingresso, dopo aver sentito un fruscio e lentamente andai ad aprirla: nel nostro giardino c'erano molti legionari, che aspettavano solo il loro comandante, che mi raggiunse all'esterno, salutando i suoi soldati.

Prima che Damiano potesse partire lo abbracciai nuovamente, poi lo lasciai andare, mentre una sola lacrima scivolava sul mio viso. Damiano passò sulla mia guancia il pollice, posò un bacio sulle mie labbra e se ne andò.

Il suo bacio non aveva nulla di passionale, era solamente una tradizione della nostra gens: se il Guerriero che partiva non era sposato, doveva baciare la parente più prossima, una sorella o una cugina perché, secondo i nostri antenati, il bacio era un augurio per tornare a casa.

Quando la legione sparì in un battito di ciglia, Alessandro posò le sue mani sulle mie spalle, spingendomi verso la porta.-Andiamo a finire di prepararci, Mel!-.

Annuii e lo seguii, andando in camera mia e afferrando il mio beauty case e la collana con lo stemma della mia famiglia, poi scesi al piano di sotto dove Clelia e Christian stavano aspettando me e Alessandro davanti all'ingresso.

Clelia stava quasi scoppiando a piangere, mentre Christian era su di giri.

-Mi raccomando, comportatevi bene!-ci disse Clelia, dandoci un bacio sulla guancia,-E se volete tornare a casa per qualche giorno, chiamatemi e vi preparerò lasagne e tutti i dolci che volete!-.

Io e il mio gemello scoppiammo a ridere e abbracciammo la nostra governante.

-Ti chiameremo certamente, Clelia!-disse Alessandro,-Non possiamo fare a meno delle tue leccornie, lo sai!-.

Christian ci salutò con un sorriso.-Mel mi porti con te?-.

-Ma come?-feci io,-Tu devi stare qui ad aiutare Clelia e a farle compagnia!-.

-Si, ma voglio anche venire con voi!-protestò mio fratello.

-Quando ci saranno i Giochi verrai!-disse Alessandro,-Aspetta il mese prossimo, Cri!-.

-Ma un mese è tanto!-.

-Ma no! Il 21 giugno è vicinissimo, Cri, fidati!-.

-Va bene!-sospirò il bambino, mettendo il broncio.

Gli scompigliai i capelli, poi afferrai la maniglia della mia valigia e la portai nella mia auto, insieme al beauty case, chiusi il bagagliaio e mi misi al posto del passeggero. Aspettai che mio fratello arrivasse e mettesse in moto la macchina, poi partimmo.

-Passiamo a prendere Cassandra!-mi disse lui.

Annuii e abbassai il finestrino, gustandomi l'aria che entrava nella vettura. In pochi minuti arrivammo alla villa dove abitava Cassie, che ci aspettava fuori con sua madre. Cassandra era una vampira minuta, con i capelli lunghi, ricci e rossi e gli occhi grigio acciaio. In pratica era bellissima, simpatica ed estroversa, sapeva conversare e si trovava a suo agio con tutti. Era il mio opposto eppure ci combinavano insieme alla perfezione.

-Ragazzi!-ci salutò la donna.

-Emilia!-risposi io, con un sorriso, facendomi baciare sulla guancia,-Come stai?-.

-Bene, cara ragazza. Molto bene!-mi disse lei,-E tu?-.

-Sto bene, sono pronta al mio ultimo anno!-.

-Sei sempre al Terzo Livello?-.

-No, sono passata al Quarto!-esclamai io, felice.

-Oh, che meraviglia!-disse la donna,-Tesoro, hai sentito?-.

-Non potevamo aspettarci altro da Melissa, mamma!-sorrise Cassandra,-Sarà sicuramente la migliore delle Guardie reali!-.

Quando arrivammo all'Accademia, Ale parcheggiò l'auto nel garage sotterraneo della scuola, che ovviamente era invisibile all'occhio degli umani o di altre Razze Immortali. Salimmo le scale dei sotterranei, dove c'erano anche le nostre camere ed entrammo nella segreteria, per registrarci al nuovo anno. Dopo aver firmato uscii dalla stanza, seguita da mio fratello e da Cassandra.

In quel momento vidi quelli del Primo Livello, "i nuovi arrivi", come li chiamavano i più grandi.

-Oh,Marte!-esclamai,-Proteggili tu, visto che non hanno idea di quanto saranno presi per il culo!-.

-Già!-annuì mio fratello,-Dai, andiamo nelle nostre camere!-.

Mentre scendavamo le scale li guardai entrambi e, dal loro sguardo, quei due avevano già in programma qualcosa che li avrebbe tenuti molto attivi!

-Sentite, andatevene perché mi state facendo venire il diabete!-risi, baciando la guancia del mio gemello e abbracciando Cassie.

-Sai che, probabilmente, sei l'unica femmina del nostro Livello?-sghignazzò Ale.

-Quindi cerca di non fare cazzate!-mi disse la rossa.

Io sorrisi.-Ovviamente!-.

-Tuo fratello ti terrà d'occhio,vero Alex?-.

Il vampiro ci guardò.-Ovviamente!-rispose con lo stesso tono che avevo appena usato, così caricai un destro diretto allo stomaco, che Ale incassò più che bene.

I due se ne andarono in fretta e furia, mentre io mi fermai davanti alla porta della mia nuova stanza e bussai.
   
 
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