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Autore: Defensiveshoe56    25/06/2015    1 recensioni
Sono tornato dopo un periodo di tempo lunghissimo!!
Ho deciso di partire il meglio possibile con questa nuova storia incentrata sugli OverKal, uomini geneticamente modificati con poteri incredibili.
Il nostro protagonista Dry può sembrare il solito spaccone superficiale ma oltre ad avere un lato oscuro e sadico si ritroverà in compagnia di tantissimi altri personaggi, umani o no! E tenterà piano piano di scoprire le origini del suo potere devastante in una metropoli che aspetta solo voi lettori per essere scoperta.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Basta. Non ne posso più. Altro che lusso e vita agiata, qui si sta di merda! Il mio anonimo datore di lavoro non è stato sincero, e nemmeno i due gemelli. Non ho intenzione di completare missioni vivendo da spartano. Quei soldi potevano essere utilizzati per rendere questo posto elegante e lussuoso, ma no, qui c'è solo tanta tecnologia e nient'altro.

Però ho deciso, me ne andrò, ma non senza il giusto compenso. Gli altri staranno ancora combattendo e devo approfittare di questa tranquillità per rubare un po' di cosette. Ho già preso uno zaino blu scuro con una sola spallina dal magazzino qua accanto. Ora devo solo capire dove tengono i soldi. Esco nel corridoio dove aleggia un silenzio assoluto e uso l'ascensore qualche metro più avanti per andare al piano terra, l'unico che ci hanno vietato di visitare. Non appena le porte automatiche si aprono un odore pungente di muffa e acqua sporca mi travolge. Starnutisco un attimo prima di accendere la luce dall'interruttore sulla destra. Ecco davanti a me un muro in cemento incastonato di cassette d'acciaio. Non è stato poi così difficile. Ma subito dopo questo pensiero noto una figura coperta da un lungo mantello nero che si sta avvicinando; probabilmente è quella che si può definire una guardia. Il suo passo è lento e si riesce a sentire un rumore metallico provenire da sotto il mantello. So già cosa dovrò affrontare. Le mie mani iniziano ad illuminarsi non appena è abbastanza vicino a me.

-Ho disattivato tutti gli allarmi e rimosso le protezioni di ghisa.-

Una voce molto giovanile e acuta pronuncia quelle parole lasciando coperto il proprio enigmatico volto.

-Consideralo un regalo, ma ricorda che noi ti osserviamo, quando vorrai cambiare la tua vita come tu desideri puoi venire da noi.-

Mi dice la losca figura in nero.

-Ci puoi trovare all'aeroporto Kennedy, ci riconoscerai, fidati.-

Dopo questa affermazione, l'individuo mi supera di scatto ed entra nell'ascensore.

Strano sarebbe dire poco. Ma quando si parla di soldi non mi faccio troppe domande.

Corro subito vicino alla parete in cemento e passo diversi minuti ad estrarre cassette dal muro e svuotarle dalle banconote. Quando il mio zaino raggiunge il limite di capienza lo rimetto in spalla diagonalmente vista la sua unica cinghia. Ora, l'unica cosa di cui devo preoccuparmi è raggiungere vivo e vegeto l'esterno. Dopo aver usato l'ascensore, corro fino alla solita sala centrale composta da vagoni e costruzioni di legno o ferro. Ora inizia la parte complicata. Devo trovare un'uscita più corta per la superficie. Stranamente arriva il colpo di fortuna giornaliero. Una porta su una pedana rialzata mi riempe di gioia solo alla vista. Salto sulla piattaforma e la sfondo la porta con un calcio ben assestato.

-Ehi tu! Oh merda… R chiama tutti quanti! Lo psicopatico ha rubato qualcosa e sta scappando!-

Urla qualcuno alle mie spalle.

Mi volto subito e riconosco il nero muscoloso di due giorni fa. Fantastico. Mi sembrava fin troppo bella l'idea di scappare senza essere visto. Ma non c'è tempo per le lamentele, quindi mi lancio a tutta velocità nel basso tunnel oltre la porta. Dopo qualche passo vedo una lunga scala rovinata verso l'alto, con un ringhiera al centro. Scelgo di utilizzare la tecnica che mi permette di andare più veloce. Salto e atterro con le punte sulla ringhiera arrugginita e pongo le mani in avanti. Non ci ho mai provato, ma a scuola mi hanno detto che posso creare campi magnetici in grado di spostare il mio corpo o degli oggetti che possano condurre elettricità. Mi preparo un attimo e faccio uso di due flussi violacei molto simili ad una sorgente d'acqua, vista la mia abilità nel mantenere una tensione costante. Non appena i flussi toccano la ringhiera inizio a sfrecciare verso l'alto a grande velocità. Non credevo di riuscirci, forse la Urban è servita a qualcosa dopotutto. Ci vuole poco prima che riesca ad arrivare alla fine delle scale, dove trovo l'ingresso per le fogne. Questo promette bene. Infatti mi basta cercare per un po' di metri per trovare un tombino che conduca all'esterno. Salgo una scaletta e sposto il pezzo di ghisa per poi richiudermelo dietro. L'aria fresca è una manna dal cielo e mi riempie i polmoni atrofizzati per la puzza di chiuso. Il sole batte forte sui pedoni e le macchine di quella che penso sia la venticinquesima Ave, vicino al parco di East Elmhurst. Qui le case e i condomini non sono alti come quelli del Middle quindi devo adattarmi per la mia fuga. Ci metto poco prima di saltare su un edificio con un cartellone pubblicitario raffigurante un uomo intento a mostrare una bottiglia di Coca-Cola.

Solo ora sorge un dilemma non da poco. Dove vado? Larry è a Manhattan, ed andare fino là in volo è fuori discussione. Inoltre, se non faccio in fretta gli Spike Men potrebbero individuarmi. Gli Spike Men sono quelli che tutti conoscono come Men in Black, ma nella comunità di New York noi OverKal li chiamiamo Spike Men. Il nome deriva dal fatto che la maggior parte delle loro armi corpo a corpo è a punta, e spesso anche le armi da fuoco usano dardi appuntiti. Non mi sono mai interessato agli Spike Men più di tanto; non me li sono mai ritrovato alle calcagna e oggi non deve essere la prima volta. Full non mi aiuterebbe, di giorno lui è a Newark ed incontrarlo non è possibile. Però forse un'idea ce l'ho, d'altronde io voglio cambiare vita, quindi potrei dirigermi all'aeroporto per incontrare quelli di cui ha parlato il tizio coperto dal mantello. So benissimo che è rischioso dato che non so nulla su questi soggetti, però finché è giorno posso gestire qualsiasi situazione.

Il viaggio è lunghissimo. Passo un'ora a fare salti e scivolate tra i cieli di New York, anche se ripensandoci, potevo prendere un taxi. Ma ormai sono nei pressi del Jhon F. Kennedy e non ne vale la pena. Riesco a vedere almeno dieci piste d'atterraggio pur essendo tornato al suolo, più precisamente nella seconda entrata della zona est. Dietro di me ci sono le corsie ridotte per le automobili da cui centinaia di persone salgono e scendono. Entro e subito e una luce abbagliante proveniente da negozi di ogni genere mi travolge. Il corridoio è trafficato da persone multietniche con valigie grandi o piccole tra le mani, e diversi banconi per le informazioni sono sparsi in giro in bella vista. Il pavimento è lindo nonostante tutto, e le piastre rossicce accostate con pareti bianche fanno un certo effetto. Il problema adesso, è trovare i presunti “amichetti” che mi stanno aspettando.

E mentre rifletto su cosa fare una decina di persone mi si avvicinano circondandomi ma evitando il contatto visivo. Rimango fermo a guardare come quelli che sembravano i tipici avvocati di gran fama, con cravatte rosse e completi grigi abbinati ai capelli lisci e immacolati. Dopo qualche secondo una donna ben vestita munita di cartellino dell'aeroporto nel taschino mi si avvicina.

-Gate quattro D, prima sala d'attesa, vicino al bar.-

Dice con tono gentile e un sorriso chiaramente forzato.

Capisco al volo quella dichiarazione e uso le scale mobili sulla destra per raggiungere il punto da lei indicato. Non necessito nemmeno di fare check-in o controlli, nessuno mi chiede nulla e mi lascia semplicemente passare. Sono stupito per l'interesse che questi tizi sembrano nutrire per me, forse posso davvero rendere la mia vita divertente e lussuosa.

Arrivo davanti al Gate 4 D e ci metto poco prima di individuare la sala d'attesa e, di conseguenza, il mini bar. Faccio un passo in direzione di quest'ultimo e mi blocco quando riesco a vedere le due persone che bevono il caffè nei pressi di esso.

Un uomo ben vestito, in giacca e cravatta sopra una camicia azzurra e subito affianco a lui quella che sembra essere… Joy.

   
 
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