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Autore: Castiga Akirashi    25/06/2015    1 recensioni
{Rating più alto in alcuni capitoli}
Può una bestia redimersi?
Può smettere di uccidere?
Il Demone Rosso ha seminato distruzione, paura e morte per anni.
Ora è sparita.
È morta? È nell’ombra che aspetta una preda?
Nessuno lo sa…
Aurea Aralia è una studiosa Pokémon conosciuta in tutta Isshu.
Stimata e rispettata, passa il suo tempo a esplorare il mondo dei Pokémon ed a aiutare i giovani allenatori che le vengono affidati.
La sua vita cambierà, quando incontrerà una ragazza.
Ragazza o… Demone?
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
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«Mi ricorderò sempre quel discorso…» commentò Belle, ricordando quel giorno come se fosse appena successo, vivo nella sua mente. Le doveva così tanto... senza di lei, non avrebbe mai capito quel che aveva capito quel giorno. E non sarebbe riuscita a stabilire quel bel rapporto con i suoi Pokémon che aveva ora.
«Era a questo che volevo arrivare!» sorrise Castiga di risposta, contenta di aver fatto scoprire il legame speciale che unisce Pokémon e umani; imbarazzata, però, aggiunse: «Non immaginavo che aveste intuito qualcosa.»
«Sarò distratta ma non scema.» la rimbeccò piccata l'amica, fissandola di sbieco: «Dovresti saperlo meglio di me che rami e lame feriscono in maniera differente. Avevo visto un bel taglio profondo, altro che graffio. Non mi prendi per il naso così.»
Castiga le fece la linguaccia di risposta e replicò: «Capirai anche tu che non potevo dirvi che ero appena andata a massacrare delle persone, da brava. Si può definire una bugia a fin di bene.»
«Bene della mia salute fisica sicuro, ma non mentale.»
«Affari tuoi. Rifarei tutto quello che ho fatto. Ora andiamo va', che la strada è lunga.»
Belle strinse le braccia al petto, imbronciata, mentre Cheren la abbracciò nel tentativo di consolarla. Tutti insieme, comunque, ripartirono per Libecciopoli, la città seguente. Arrivarono al ponte Charizard, passando nel percorso dove Nardo li aveva intrattenuti e arrivarono al casello. Vedendo il ponte alzato e quindi inaccessibile, Castiga si picchiò una mano in fronte ed esclamò: «Mi ero dimenticata che serve l’autorizzazione di Rafan!»
«Di chi?» chiese Raphael.
«Il Leader di Libecciopoli.» rispose Cheren: «Colui che Castiga non può vedere!»
«Taci, Dottore.» sbuffò lei, irritata da quel contrattempo: «Chi va a chiamare Camelia?»
«Corro!» esclamò Belle, partendo come un missile verso Sciroccopoli.
Tornò poco dopo, seguita da Camelia. La modella aveva appena finito un servizio fotografico in costume e non era riuscita a cambiarsi, perché Belle, agitatissima, aveva preteso la sua presenza sul ponte all'istante. Raphael restò a fissarla a bocca aperta, colpito dal suo fascino. Castiga gli scoccò un'occhiataccia ingelosita e pensò: “Maledetta quella volta che non ti ho tagliato la gola, bionda.”
«Ciao Camelia.» salutò invece, irritata, sperando che il marcato tono di voce smuovesse il ragazzo: «Vorremmo passare il ponte Libecciopoli.»
«Tranquilla, Castiga!» sorrise lei, prendendo il cellulare, facendole l'occhiolino: «Dico subito a Rafan di abbassarlo.»
«Grazie.» rispose lei, notando lo sguardo supplice ed in cerca del perdono di Raphael.
Il ponte venne abbassato e i ragazzi, salutando Camelia, lo oltrepassarono. Il ragazzo vide però che la fidanzata non era intenzionata a perdonarlo, così mormorò: «Dai, non fare quella faccia! Non pensavo a quello che credi!»
Lei borbottò solo: «Uomini.» facendo ridacchiare e assentire Belle.
Dall’altra parte del ponte vennero accolti da un cowboy, che probabilmente li stava aspettando perché, quando li vide, con un ghigno arrogante, salutò dicendo: «Salve, ragazzi! Come mai ancora in giro?»
«Ciao, Rafan.» rispose Castiga: «Stavolta niente ricatti spero.»
«Naturalmente no! Senza i Plasma non è necessario!» rise lui, fissando con lo stesso sguardo di sfida Castiga.
«Ricatti?» le chiese Raphael mentre salutavano il Leader e si allontanavano.
«Sì... quando siamo arrivati.»
«Racconta!»
~§~
 
INTERMEZZO: LIBECCIOPOLI
 
I tre amici attraversarono il ponte e proseguirono il viaggio verso Libecciopoli. Scoprirono che era detto “Ponte Charizard” per la sua forma e il suo colore arancione, che appunto ricordavano le sembianze del Pokémon Fiamma. Castiga ebbe una stretta al cuore, mentre le veniva in mente il suo dolce cucciolone sgrammatico: “Fiammata...”
Alla fine del ponte, videro un uomo vestito da cowboy che, appena li vide, disse: «Così sareste voi gli Allenatori di cui parlava Camelia? Siete in ritardo!»
Li squadrò quasi con astio, sguardo ostile al quale rispose Castiga, mai stata portata a sopportare le provocazioni di chicchessia.
«Io sono Rafan, il Leader di questa città!» disse il cowboy, con sguardo sprezzante e tono arrogante: «Non aspettatevi che vi dia il benvenuto. Quando abbiamo abbassato il ponte, quelli del team Plasma sono riusciti a rifugiarsi in città!»
Cheren andò subito sulla difensiva e, per non restare inerme a quelle velate accuse, replicò: «Grazie per averlo abbassato, ma cosa c'entriamo noi con loro?»
«Di’ pure quello che vuoi. Sta di fatto che siete arrivati voi e quelli del team Plasma si sono infiltrati in città.» ringhiò Rafan, senza tanti giri di parole. Voleva provocarli, farli sentire in colpa e poi farsi aiutare.
«Senti, bellimbusto, ci stai dando la colpa? Probabilmente quei pagliacci sarebbero entrati con chiunque altro, se non fossimo passati noi.» disse gelida Castiga, non molto propensa a lasciarsi accusare da quel tizio mai visto prima.
«Non intendevo questo…» rispose lui, fissandola altrettanto gelido, ma con un sorrisetto: «Ma non potete rifiutare di darmi una mano! Siete o non siete valenti allenatori?»
«Non è da me aiutare chi mi offende, Leader.» rispose Castiga, irritata da quello che sembrava tutto un piano pensato a priori: «Ho di meglio da fare che risolvere i tuoi problemi.»
Rafan la guardò con uno sguardo tutt’altro che amichevole e disse: «Facciamo così... se scoverete quelli del team Plasma, accetterò la vostra sfida in Palestra! Senza la mia medaglia, non si va alla Lega, sapete?»
Con uno sguardo arrogante che mando Castiga in bestia, Rafan se ne andò, ridacchiando vittorioso.
«Io odio i ricatti.» sbottò la ragazza, seccata. Aveva mantenuto un miracoloso controllo, nonostante tutto, probabilmente merito soprattutto di Maru che le era rimasto vicino tutto il tempo.
Belle sorrise e per calmarla, mormorò: «Dai, Castì! Camelia ci aveva detto che era un tipo strano.»
«Strano. Troppo buona. Ma adesso i Plasma mi hanno veramente seccata. Andiamo a cercarli.» rispose secca, incamminandosi verso la città.
Libecciopoli era una città portuale, famosa per il suo mercato. La maggior parte delle merci importate a Isshu passavano per questa città e venivano o vendute al mercato, o mandate nelle altre città, oppure conservate nell’immenso Deposito Frigo a sud. Era una città molto viva e piena di gente. Mentre perlustravano la zona, decisero di separarsi. Castiga controllò tutta la sua zona, e, non trovando nulla, andò in quella di Cheren, per aiutarlo e sbrigarsi in fretta. Lo trovò al Deposito Frigo. Lui sorrise quando la vide e mormorò: «Ciao, Castì. Mi rimane solo qui da controllare. Tu hai già finito?»
«Sì. Ti aiuto.»
Entrarono insieme e si divisero, finché non giunsero entrambi all’ultimo container. Annuirono, guardandosi, ed entrarono insieme: dentro videro una schiera di Seguaci Plasma, e Violante, il Saggio in mezzo a loro, non essendosi accorto dell'intrusione, disse: «Seguaci! Serrate le file per ripararmi meglio. Sto morendo di freddo…»
Castiga si avvicinò al gruppetto di Plasma e disse, senza mezzi termini: «Ehi, Violante… levate le tende.»
Il saggio non si fece intimidire ma, restando al caldo tra i suoi seguaci, rispose: «Abbiamo in consegna i Pokémon del sovrano. Non possiamo permettere che si facciano male. Seguaci, disperdete questi scocciatori!»
«Ricevuto, Eccellenza!»
I Seguaci erano otto e attaccarono tutti insieme. I ragazzi lottarono duramente e sconfissero insieme tutti gli avversari; in quel momento arrivò Rafan con degli amici.
«Che tempismo ragazzi…» commentò ironica Castiga.
«Ehi!» disse Rafan, stupito nel vedere tutti i seguaci a terra e Violante indifeso, incassando il commento velenoso come nulla fosse: «Ma guarda tu! Chi l’avrebbe mai immaginato? Un nascondiglio gelido! Portate via questi ladri di Pokémon!»
Castiga e Cheren si spostarono e gli uomini portarono via di peso i Seguaci, compreso Violante.
«Avete fatto un buon lavoro.» disse poi il Leader ai due amici, davvero colpito dalle loro capacità: «E, come promesso, accetterò di sfidarvi nella mia Palestra. Allora, vi aspetto!»
Con un ghigno arrogante, Rafan girò sui tacchi e uscì dal container. Cheren e Castiga si guardarono. Lui sorrise a mo' di scusa, mentre lei sbottò, senza parole: «Raggiungiamo Belle va’…»
Si ricongiunsero a Belle e decisero di allenarsi un po’ per poi lottare. Belle e Cheren tornarono nel percorso 5, per chiedere dei consigli a Nardo e allenarsi insieme, mentre Castiga andò nel percorso 6 sopra la città, per rinforzarsi da sola. Mentre combatteva con Maru, intravide un Pokémon strano. Sembrava un cerbiatto, ma era molto combattivo, cosa che non si addiceva al suo aspetto dolce.
*«Ehi!»* esclamò quando li vide, caricando e lanciando un’Energipalla: *«Via da qui!»*
Castiga fu rapida ad agire ed esclamò: «Maru, schiva e usa Forbice X!»
Il Samurott eseguì, atterrando il Pokémon che bramì furioso, ma incapace di alzarsi, vista la violenza del colpo subito. Castiga gli si avvicinò. Aveva sentito chiaramente le sue parole e voleva dissuaderlo dal combattere. Cercando il tono più dolce e tranquillo che possedeva, mormorò: «Non voglio farti del male. Davvero.»
Lui la guardò negli occhi, poi si alzò barcollante, sbottando: *«Lo giuri?»*
«Sì, lo giuro.»
All’improvviso però, sbucarono dal nulla degli scienziati, con delle reti. Accerchiarono Castiga, il Pokémon e Maru, pronti a catturarli. Castiga restò pronta alla lotta ma prima chiese: «Che cosa volete?»
«Quel Pokémon! Si chiama Deerling! Ne abbiamo tanti, ma sono talmente particolari che vanno studiati a fondo!» esclamò uno degli aggressori.
*«Non mi avrete mai! E io mi chiamo Shikijika!»* bramì il piccolo Pokémon furioso. Poi guardò Castiga e disse: *«Sei in combutta con loro?»*
«No.»
Uno scienziato attaccò a tradimento e tentò di catturare Deerling, ma Maru lo difese senza indugio, confermando le parole della sua allenatrice.
«Reggimi il gioco.» sussurrò la ragazza al Pokémon, per poi gridare: «Ehi, voi! Smettetela! Questo Deerling è mio!»
Gli scienziati si bloccarono di colpo, sgomenti da quella scoperta, e uno chiese: «Cosa? Davvero?»
«Sì! È mio e si chiama Shikijika! Andatevene a trovare uno selvatico!» sbottò lei, mentre il Pokémon, capito il piano, le strusciava la testa sotto la mano. Lei lo accarezzò dolcemente, di riflesso, senza pensarci.
Loro, scusandosi imbarazzati, se ne andarono e il Deerling guardò Athena, dicendo, più tranquillo: *«Grazie!»*
«Figurati!» rispose lei, sorridendo; poi si rivolse al suo Samurott e borbottò: «Andiamo, Maru. Dobbiamo continuare l’allenamento.»
*«Sissignora!»* rispose lui, salutando il cerbiatto con un cenno del capo e seguendo la sua allenatrice.
*«Aspettatemi!»* esclamò però lui, seguendoli.
La ragazza si girò e disse: «Dimmi.»
*«Posso... posso venire con voi?»* chiese, abbassando la testa.
Castiga sorrise e commentò, quasi a sfidarlo: «Non è da te questo atteggiamento! La risolviamo con una lotta?»
*«Ci puoi giurare!»* esclamò lui, animato, raspando il terreno con le zampe anteriori.
Sorridendo, la ragazza prese una Ball: «Vai Warubiaru!»
Il Sandile uscì dalla Pokéball e la lotta cominciò: fu molto dura a causa del vantaggio di tipo del piccolo cerbiatto ma, evolvendosi il Krokorok, Warubiaru ebbe la meglio e Castiga catturò il Deerling, anzi, Shikijika. Prima di andare da Rafan però, lo fece combattere a lungo. Doveva essere in grado di aiutarla contro il Leader, visto che ora lui era la sua punta di diamante dopo Maru. Soddisfatta si avviò verso la città. Arrivata alla Palestra di Libecciopoli, vide anche Cheren, fermo però poco prima, nascosto dietro ad alcuni alberi, che osservava qualcosa indispettito.
«Ehi, Dottore! Ma cosa..?» cominciò a dire, ma l’amico la zittì dicendo: «Ascolta.» e indicò la Palestra.
Davanti alla porta c’erano Rafan, circondato da Violante e altri due seguaci Plasma, mentre di fronte a loro una schiera di altri seguaci e Geechisu; il capo dei Plasma stava dicendo: «È un piacere conoscerti, Rafan. Mi chiamo Geechisu Harmonia Gropius e sono del Team Plasma. Sono venuto a riprendermi i miei compagni. Grazie per averne avuto cura.»
Rafan sbottò di risposta, non molto felice di avere quel tipo di ospiti nella sua città e addirittura davanti alla Palestra: «Non è il caso di ringraziarmi. I tuoi amici stavano cercando di rubare i Pokémon.»
«Devi avere frainteso.» cantilenò di risposta Geechisu, con un tono di voce quasi saccente, che irritò ulteriormente il Leader: «Noi stiamo solo liberando i Pokémon dai malvagi.»
«Vorrei davvero aver frainteso.» replicò lui, quasi tentato di dargli un pugno sul naso per poi mandarlo a scavare in miniera: «Io sono una persona sincera ma non ho una gran parlantina. Tu, invece, parli bene, ma sento puzza di bruciato.»
Castiga sorrise; era un'ottima risposta, degna di lui e degna di una persona davvero onesta. L'aveva già inquadrato ma quel discorso non fece che confermare l'idea che si era fatta al primo incontro.
«Come la mettiamo?» aggiunse aspro il Leader, esigendo una risposta alla sua imbeccata.
Geechisu però non collaborò, evitando la domanda e cominciando con i suoi soliti vaneggiamenti, stavolta però arricchiti da velate minacce. Con uno sguardo quasi di sfida, replicò: «Noi del Team Plasma siamo interessati a Libecciopoli e abbiamo molti altri Seguaci oltre a quelli che vedi...»
Rafan li squadrò, con disprezzo; cosa voleva fare, attaccare la palestra e far partire una guerra? Decise che non ne valeva la pena, così sbottò: «Va bene. Portateli via e sparisci.»
«Non ti chiamano “Re delle miniere” senza motivo!» disse beffardo Geechisu: «Hai una straordinaria capacità di giudizio. Bene… allora, mi riprendo lui, che è uno dei Sette Saggi.»
Violante quasi gli si prostrò ai piedi, commosso da tanta gentilezza, ed esclamò: «Grazie, Geechisu!»
«Non c’è di che.» rispose quello, come se fosse stato un gesto naturale, ma Castiga pensava che fosse tutta facciata: «In fondo anche tu, come me, sei uno dei Sette Saggi. Siamo tutti al servizio del sovrano.»
“N…” pensò Castiga: “E sono convinta che se non ti fosse più servito, avresti lasciato Violante a marcire chissà dove...”
«Arrivederci, signori! Sicuramente ci incontreremo di nuovo!» salutò Geechisu, scomparendo nel nulla con tutti i suoi seguaci.
Castiga e Cheren uscirono dal loro nascondiglio e andarono da Rafan, che disse loro: «Eccovi qui! Mi spiace avervi fatto cercare il Team Plasma per niente. Era meglio evitare di far scoppiare un putiferio per quelli lì... Beh, fatevi coraggio e venite a lottare! Ma non fatemi aspettare troppo!»
Con il suo ghigno arrogante dipinto sul volto e uno sguardo di sfida rivolto a Castiga, ritornò nella Palestra. Cheren tornò ad allenarsi, dopo un commento su Geechisu, non convinto di essere pronto per la lotta, mentre Castiga, con una gran voglia di vincere, entrò a passi decisi nell’edificio. Nell’ingresso, si guardò in giro. Era in una specie di atrio, ma di ring neanche l’ombra. Vide una piattaforma e il giudice che le disse: «Sali sulla piattaforma e schiaccia il bottone verde della discesa! Buona fortuna, Allenatore!»
La ragazza salì sulla pedana e schiacciò il pulsante, cominciando a scendere sulla piattaforma, come se fosse una specie di ascensore. La Palestra si estendeva metri e metri sotto terra, ed era percorribile per mezzo di percorsi costruiti su travi e pedane semoventi in acciaio. Passando di pedana in pedana, la ragazza arrivò all’ultima, che andò più in giù delle altre, nei meandri del sottosuolo. Rallentò un momento. Sporgendosi, Castiga vide un portone con su incisa la Pokéball con il fulmine, simbolo delle palestre, che si aprì nel centro. La pedana arrivò a terra e la ragazza si ritrovò nel fondo della miniera, dove, ad aspettarla, c’era Rafan.
“A noi due” pensò, avvicinandosi.
Dopo essersi scambiati uno sguardo di sfida, i due si affrontarono. Rafan mandò in campo il suo Krokorok, mentre Castiga, tenendo Shikijika come asso nella manica, mandò Maru. La lotta fu furiosa, ma Maru vinse. Divertito, Rafan mandò in campo Palpitoad che, grazie al suo doppio tipo, resisteva senza problemi ai continui Conchilama di Maru. Il povero Samurott, già provato dalla precedente lotta, fu sconfitto da un violento Terremoto.
«Vai Shikijika! Diamogli il ben servito! Energipalla!» esclamò la ragazza, lanciando una ball. Il Deerling uscì con l’Energipalla carico e, colpendolo, stese l’avversario con un colpo.
Rafan sorrise, felice di aver davanti un'avversaria tosta come se l'era immaginata ed esclamò, lanciando una ball: «Adesso tocca al mio campione! Vai Excadrill! Usa Frana!»
«Forza Shik! Calciosalto!»
I due Pokémon si attaccarono furiosamente, ma il tipo Acciaio di Excadrill lo rendeva di gran lunga superiore al Deerling. Shikijika venne colpito e rovinò a terra. Castiga si morse un labbro e cercò di incitarlo, dicendo: «Andiamo Shik! Non mollare!»
*«Non perderò!»* rispose lui rialzandosi e brillando di una forte luce: diventò più grande e, una volta che fu svanita la luce, alzò il palco di corna e, con un grido di battaglia determinato, si preparò alla rivincita. Le sue corna diventarono luminose e il cervo caricò a testa bassa Excadrill. Ritornò dalla sua allenatrice avvolto da una luce verdina, scrollando il capo, mentre le ferite guarivano. Meravigliata, Castiga prese il Pokédex, che le disse che il suo Deerling era evoluto in Sawsbuck e aggiunse: “Legnicorno. Questa mossa di tipo Erba provoca danno e restituisce le forze a chi la usa. Il Pokémon carica l’avversario a testa bassa.”
«Fantastico!» esclamò, esaltata da quell'evoluzione improvvisa che poteva ribaltare la situazione: «Vai Shikijika! Legnicorno!»
Dopo l’evoluzione, Shikijika divenne molto più forte e, sconfiggendo Excadrill, permise l'ottenimento della medaglia Sisma.
«Molto bene.» sorrise Rafan, davvero contento di averci visto giusto: «Ora seguimi, ti aspetto al percorso 6, all’entrata della Cava Pietrelettrica.»
Castiga rifletté un istante e ricordò il posto: aveva provato a entrare per allenarsi con più efficacia ma l'accesso era bloccato da una tela luminescente. Notò però che nel frattempo Rafan era sparito, così corse fuori per rincorrerlo, ma si imbatté in Belle e Cheren.
«Rafan non c’è.» esordì, quando la salutarono: «Dovrete aspettare per l’incontro. L’ho sconfitto e mi ha detto di andare all’entrata della Cava Pietrelettrica.» 
Una luce bianca uscì dal suo zaino e Shikijika apparve di fronte a lei, abbassando la testa, pronto a caricare i due sconosciuti al primo sentore di pericolo o al primo ordine.
Perplessa, Castiga lo fissò e chiese: «Shikijika ma che ti prende?»
*«Nemici.»* bramì lui, pronto a battersi per proteggerla.
«Ma no! Loro sono a posto. Davvero!» replicò lei, cercando di calmarlo, stupita del suo comportamento.
Il Sawsbuck alzò la testa, e squadrò i due umani che aveva di fronte, così Castiga prese la parola e li presentò: «Shik... Lui è Cheren, detto il Dottore, e lei è Belle. Viaggiano con noi. Ragazzi, lui è Shikijika un mio nuovo Pokémon, esageratamente protettivo.»
Belle lo guardò meravigliata, stupita dalla sua bellezza, e Cheren sbottò seccato: «Andiamo… non voglio che Rafan mi sfugga ancora!»
Era particolarmente irritato: l'amica era sempre un passo davanti a lui e con Pokémon sempre più forti. Castiga, non accorgendosi del motivo del suo umore nero, fece rientrare Shikijika e i tre amici si incamminarono, per raggiungere il posto.
Cheren e Belle continuavano a fissare Castiga, per vedere qualche eventuale comportamento anomalo come prima del Ponte Charizard. Ma la ragazza era tranquilla e non notarono niente di strano.
  
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