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Autore: Evil Ulquiorra    26/06/2015    6 recensioni
( Ultimo capitolo della trilogia "Hogwarts big four")
" In assenza di luce...l'oscurità prevale.
Pensate che il vostro mondo sia al sicuro? è solo un illusione.
Godetevi questi ultimi giorni di pace...perchè io sto arrivando.
Pitch ? Tenebre? Non ha importanza.
Chiunque io sia, vi farò a pezzi...dall'interno "
coppie:( Jack/Elsa ; Hiccup/Merida ; Rapunzel/Flynn ; Anna/Kristoff )
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I, Cinque, Guardiani, Jack, Frost, Pitch
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il salvataggio

Pitch attraversò lentamente il corridoio del quarto piano, la coppia di fearling al seguito.
Un membro del personale, probabilmente un infermiere, fu così sfortunato da incappare nella lama di una delle creature.
Un lieve striscia di colorazione cremisi intonacò la parete dell’ala, seguita da un urlo di terrore da parte di uno dei pazienti. Il mago oscuro rimase fermo e impassibile,
mentre le luci al di sopra della testa termolavano, quasi dotate di vita propria.
L’intera sezione dell’ospedale era un continuo rieccheggiare di passi e grida, così come il sonoro clang delle spade appartenute agli incubi. Una guardia di sicurezza estrasse la bacchetta, e la punta di quest’ultima cominciò a illuminarsi di una lieve luce color turchese. Pitch fu più rapido.
Con un gesto della mano destra, l’uomo si sollevò da terra e sbattè violentemente contro la parte superiore del soffitto.

All’interno della propria stanza d’ospedale, Flynn Rider, precedentemente conosciuto come Eugene Fitzherbert, si alzò di soprassalto, svegliato da un suono innaturale.
Dopo essersi guardato attorno ,camminò con passo felpato in direzione dell’uscita, volgendo la propri attenzione nei confronti del primo passante che gli capitò a tiro
<< C’è qualche problema?>>domandò, visibilmente preoccupato.
Questi non lo degno nemmeno di uno sguardo e continuò a correre, il volto chiuso in un espressione di puro terrore.
Il serpeverde inarcò un sopracciglio, per poi puntare lo sguardo in direzione del punto da cui era venuto.
Non appena i suoi occhi entrarono in contatto con l’ala del corridoio, a malapena represse un grido. Decine di corpi erano distesi sul pavimento, ornati da una macchia di liquido rosso che continuava a propagarsi lungo le piastrelle del vano.
Compì un passo all’indietro e dilatò le pupille
<< Oddio>>
<< No. Solo io>>
Il suono di quella voce lo fece sussultare. Si voltò.
Poi il calore lo graffiò.
Le mani di Pitch calarono sulla sua faccia. Materiali, eppure bruciavano. Come il fuoco dell’inferno, fu lo scontatissimo paragone che gli venne in mente, ma forse non era così scontato, in quel caso. Forse era adatto. Non si sarebbe stupito di scoprire che l'inferno contemplava qualcosa di molto simile a quello che lui stava provando ora. Il mago oscuro era davanti a lui.
Con una mano copriva gli occhi, eppure Flynn vedeva: piastrelle scheggiate, quadratini bianchi e verdi che s’interrompevano per lasciare il posto all’intonaco mezzo scrostato e alle macchie di muffa. Tutte immagini chiarissime, eppure distorte ,quasi gonfie, come se stesse guardando attraverso un telo di plastica.
Ma il peggio  era la mano che gli copriva il naso e la bocca, e gli impediva di respirare.
Era rovente. Non lo bruciava ma era come affacciarsi a sbirciare dentro una fornace.
Lottò per togliersela di dosso.
Le immagini si confusero: gli occhi gli lacrimavano, si sentiva soffocare ed era solo in un corridoio, contro una colonna ardente.
Pitch sorrise. Presto avrebbe avuto un altro fearling, lo stesso ragazzo che lo aveva tradito, per giunta!
E fu allora, che la sostanza nera entrò sotto la sua pelle.
Il giovane si agitò per liberarsi, sbattè contro qualcosa con la schiena e la testa, ma quel calore appiccicoso come melma non se ne andava, simile a fumo di sigarette, che si attacca a vestiti e capelli.
Luce.
Flynn tentò con tutte le forze di non pensare ai suoi amici, di non pensare a Rapunzel, ma i pensieri erano lì ,anche se lui cercava di fuggire dalla propria mente.
Tossì, con le lacrime che lo accecavano insieme al sudore, scivolò sul pavimento lucido e Dio che dolore!
Poi l’aria fresca e umida tornò a riempirgli la gola e il naso,in un fiotto inaspettato.
L’oppressione lo abbandonò, anche se rimase il panico, martellante e confuso,  e quella viscida cosa che gli comprimeva la mente e si infilava ovunque si ritirò di colpo. Si strofinò gli occhi con una mano, tutto ondeggiava come se avesse bevuto troppo: pareti e pavimento in prospettiva strana ,sangue schizzato per terra e… fiamme.
Le aveva addosso ,sulle mani, in un vortice aggressivo che lo bruciava .
Scomparvero così rapide da fargli dubitare di averle viste sul serio. Sbattè le palpebre incredulo.
Pitch era indietreggiato verso la parete opposta ,ma lo stupore sul viso della creatura lasciò il posto alla rabbia. E allora capì.
Magia senza bacchetta, pensò.
Forse a causa dell’emozione del momento, o per il semplice fatto di voler mantenere la propria umanità, era riuscito a rifiutare la procedura d’integrazione.
Non aveva mai compiuto magie senza bacchetta, ridacchiò. Un buon momento per iniziare a farle.
Di fronte a lui, il mago oscuro gli parve altissimo, perché lui era in ginocchio: la faccia gli bruciava per i graffi, la testa sembrava esplodergli, vorticava, e ogni giro di valzer era una martellata dritta in fronte.
Quanto tempo era passato? Pochi secondi, forse. Troppo, comunque.
Il dolore era ovunque, fuori e dentro. Corri. Fu un pensiero netto e chiarissimo, tagliente.
Flynn si alzò in piedi aggrappandosi al muro.
Tutto ruotò come se la sua testa si fosse trasformata in una di quelle sciocche palle con la neve e qualcuno lo avesse scosso e ribaltato.
Lui cadde addosso alla maniglia dell’uscita di sicurezza ,più che abbassarla, e corse verso l'uscita dell'ospedale, schivando un fearling in piedi accanto alla reception e ignorando il ringhio della bestia.
Dietro di lui, Pitch Black non potè fare a meno di emettere un sospiro esasperato
<< Eddai, così ci stiamo tutto il giorno>>

                                                                                                                            * * *

Corse. Corse più veloce che poteva. Senza mai fermarsi, senza mai guardare indietro. Perché sapeva che, se si fosse fermato, anche solo per un istante…sarebbe morto.
Svoltò l’angolo del corridoio e andò a sbattere contro qualcosa.
Cadde a terra con un sonoro tonfo, reprimendo un sussulto.
Alzò lo sguardo e, per un attimo, credette di essere ancora in coma, come cinque mesi fa
<< Rapunzel?>>
la corvonero dilatò le pupille, seguita dal resto dei compagni
<< Flynn !>>
Non perse tempo e avvolse le proprie braccia attorno al corpo del compagno.
Questi ,visibilmente sorpreso dall’azione, fissò la giovane con fare incredulo
<< Che diavolo…>>
non ebbe neanche il tempo di terminare la frase che un paio di labbra si piantarono sulle sue, zittendolo all’istante.
Dopo circa una decina di secondi, si tirò indietro, il volto adornato da un leggero rossore
<< Non che mi lamenti ma…che ci fate qui ?>>domandò,visibilmente incuriosito.
Un colpo alla testa, da parte di Merida, lo fece trasalire
<< Siamo qui per salvarti, idiota>>borbottò la rossa, ricevendo un abbagliamento da parte del serpeverde.
In quel preciso istante, la voce di Mantide rieccheggiò alle loro spalle
<< Afferrate la mia mano>>ordinò.
Flynn fissò l’uomo con fare sorpreso
<< E lui chi è?>>
<< Un amico>> continuò l’auror.
Jack fece come gli era stato detto, seguito dal resto degli studenti.
Volse la propria attenzione nei confronti dell’animagus
<< Puoi smaterializzarci ?>>
Questi si strinse nelle spalle
<< Farà male come l’inferno ma…sì>>

Un suono di passi attirò lo sguardo dei presenti.
All’inizio del corridoio, in compagnia di una coppia di figure vestite in abiti color pece ,vi era Pitch Black,il volto chiuso in un espressione divertita.
Mantide non perse tempo ed estrasse la bacchetta, puntandola in direzione del mago oscuro.
L’uomo inarcò un sopracciglio, per poi volgere la propria attenzione nei confronti di una lunga serie di tubature che percorrevano il soffitto dell’ala
<< Mai costruire un ospedale magico vicino a un edificio babbano>>commentò.
Puntò lo sguardo in direzione del gruppo
<< Avete mai visto il film Speed, con Keanu Reeves e Sandra Bullock ? Bene!  Vedete, voi siete l’autobus e l’intero edificio è la bomba. Una bomba cinetica, se vi smaterializzerete a una velocità inferiore ai 3,6 secondi morirete !  Stessa cosa se proverete a fermarla>>
Come a un segnale, uno degli incubi utilizzò la spada per produrre uno squarciò in uno dei tubi. Il gas cominciò a fuoriuscire copiosamente
.<< Oh, ora è attiva!>> continuò l’altro
<< Corri, corri, corri, corri ! >>
Mantide non se lo fece ripetere due volte. Afferrò il gruppo con ambe le braccia, e prese un respiro profondo.
Pitch, nel frattempo, schioccò le dita.
Una lieve scintilla e poi, come dal nulla, il mondo divenne fuoco e fiamme. Al di fuori dell’ospedale di San Mugo, le persone non poterono fare  a meno di trattenere un grido, quando l’intero edificio venne spazzato via dalla forza dell’esplosione.

                                                                                                                    * * *

Caddero pesantemente al di sopra di uno strato fangoso, annaspandone la sabbia.
Alcuni vomitarono.
Uno sbuffo di fuoco li seguì ,appena un secondo dopo, aggrappandosi alle vesti di Jhonny.
Il grifondoro cominciò a correre, nel tentativo di spegnere le fiamme. Mavis non potè fare a meno di trattenere una risata e puntò la bacchetta in direzione del giovane
<< Aguamenti>>
Il getto d'acqua incontro il corpo del fidanzato, mandandolo a finire a terra.
Affianco allo studente, Anna cominciò a guardarsi intorno
<< Dove siamo?>>domandò ,visibilmente incuriosita.
Mantide si strinse nelle spalle
<< Ho seguito le coordinate della mappa>>lì informò.
Forse era giorno ,ma i membri del gruppo vedevano ben poca differenza, salvo forse che il cielo pesante sulle loro teste non era più nero come la pece, ma piuttosto come un grande tetto di fumo: invece delle buie tenebre della notte fonda, che preduravano ancora nei crepacci e nelle fessure di quel luogo sconosciuto, un’ombra grigia e opaca offuscava il mondo pietroso in cui avevano appena messo piede
. << Però,simpatia qui è la parola d’ordine>> commentò Flynn.
Volse la propria attenzione dei confronti dei compagni
<< Ora,qualcuno può spiegrami...che diavolo sta succedendo ?!>>
I membri del gruppo cominciarono a guardarsi l'un l'altro,prima che Hiccup prese un respiro profondo
<< Siediti,ci vorrà un po'>>

                                                                                                              * * *

Mezz'ora  dopo, si misero in marcia, Mantide in testa e il gruppo, risalendo una lunga gola fra macigni e colonne di roccia corrosa e frastagliata che si ergevano come immense statue rozze da ambe due i lati del sentiero.
Non si udiva alcun rumore.
Più avanti, a un miglio circa di distanza, giganteggiava una grande parete di pietra grigia, l’ultima imponente massa di roccia montagnosa.
Era sempre più nera, sempre più alta man mano che  si avvicinavano, sovrastandoli minacciosa, ostruendo la vista di tutto ciò che si trovava al di là di essa. Ombre fitte e cupe ne avviluppavano le falde.
Mavis fiutò l’aria
<< ugh, questa puzza!>>disse
<< E sta diventando sempre più forte>>mormorò.
Infine, giunti nell’ombra, scorsero in centro l’apertura di una caverna
<< Qualunque sia il luogo che stiamo cercando…dev’essere oltre questa galleria>> commentò l’auror.
Trattenendo il fiato s’inoltrarono nella falda.
Dopo pochi passi ,si ritrovarono nella più cupa e totale oscurità.
Dalle tenebrose caverne del tempio, il gruppo di studenti non era mai stato in un buio così cupo, e questo era forse ancora più fitto e fondo. Nella tomba vi erano correnti d’aria,echi,un senso di spazio. Qui, l’atmosfera era immobile, stagnante, grave, ogni rumore sordo.
Sembrava di camminare in un vapore nero plasmato nell’oscurità stessa, e alla cecità degli occhi si aggiungeva ,ad ogni respiro, una nebbia della mente, che offuscava e cancellava persino il ricordo di luci, forme e colori.
La notte era il passato, era il futuro; non esisteva che essa.
Ma da principio, la loro sensibilità non fu attuita, anzi il senso del tatto parve quasi dolorosamente accentuato.
Notarono con sorpresa che le pareti erano lisce ed il pavimento, eccetto in qualche punto, saliva dritto e piano in un interminabile, ripido pendio.
La galleria era alta e ampia, così larga che sebbene gli alunni camminassero  fianco a fianco, sfiorando le mura solo con la punta delle dita, erano separati dalle tenebre, soli nell’oscurità. Mantide era entrato per primo e sembrava a pochi passi di distanza.
Finchè non riuscirono a percepire i suoni.
Lo udirono sibilare e respirare affannoso innanzi a loro.
Ma dopo qualche tempo, i sensi parvero attutirsi, tatto e udito scomparvero mentre continuavano ad avanzare barcollando, spinti soltanto dalla forza di volontà che li aveva incoraggiati a entrare, volontà di andare sino in fondo, desiderio di raggiungere infine l’alto valico.
Non avevano forse percorso ancora un lungo tratto, ma tempo e distanza non erano ormai più entità misurabili, quando Flynn, tastando il muro sulla sua destra, si accorse che vi era un’apertura.
Per un istante colse un lieve soffio di aria meno pesante, che però oltrepassarono subito
<< Qui c’è più di una galleria>> sussurrò con grande sforzo: gli sembrò terribilmente difficile far accompagnare il respiro da quel suono. In seguito ,passarono altre tre o quattro insenature, alcune più grandi, altre assai strette.
Ma non vi era dubbio sulla via principale, poiché proseguiva dritta, senza mai una curva, su per il ripido pendio.
Ma quanto tempo ancora avrebbero potuto sopportarlo? Man mano che salivano, l’aria si faceva sempre più irrespirabile e sovente.
Parve loro di sentire nella cieca oscurità una resistenza più densa del fetidio tanfo.
Nell’inespricarsi sentivano cose che sfioravano loro il capo o le mani, come lunghi tentacoli o penzolanti escrescenze vegetali: non riuscivano a distinguere chiaramente. E il lezzo diveniva più intenso,a tal punto che parve loro di non possedere altro che il senso dell’odorato, per poter meglio essere torturati.
Un’ora,due ore,tre ore: quante ne erano trascorse in quel buco cieco? Ore…piuttosto giorni o settimane.
Jack si allontanò dalla parete e si accostò ad Elsa, e le loro mani ,incontrandosi, si afferrarono, e proseguirono insieme.
Infine, Elsa, brancolando lungo la parete di sinistra, sentì improvvisamente un vuoto, e per poco non cadde nell’apertura.
Questa era molto più larga di tutte le altre, ed emanava un fetore immondo ed un senso di malvagità occulta ma così intensa che la corvonero vacillò.
In quel medesimo istante anche Mantide ondeggiò e barcollò.
Raccogliendo tutto ciò che vi era ancora in lui di forza e di volontà, riuscì ad alzarsi in piedi e costrinse le proprie membra a muoversi.
Il gruppo avanzò barcollando.
Un passo,due passi, tre passi…infine sei passi. Forse perché avevano oltrepassato l’orrenda cavità, o forse per qualche altro motivo, improvvisamente si mossero con facilità, come se l’ostile resistenza si fosse per un attimo affievolita.
Avanzarono vacillando, tenendosi per mano. Ma quasi immediatamente incontrarono una nuova difficoltà: la galleria si divideva in due, ed al buio era impossibile discernere quale delle diramazioni fosse più ampia, o più diritta.
Da quale parte andare, a sinistra o a destra? Non vi era nulla che indicasse loro la giusta scelta, ed uno sbaglio sarebbe stato fatale.
Mantide non aveva altre opzioni.
Fino ad ora, aveva preferito mantenere l’utilizzo della magia al minimo, considerando il fatto che si trovavano in un luogo pressochè sconosciuto e l’uso errato di energia magica avrebbe potuto attirare pericoli indesiderati.
A rigor di ciò…la situazione stava diventando ingestibile.
<< Lumos>> sussurrò.
In quel preciso istante, la punta del legno cominciò a illuminarsi di una debole luce dorata.
Si guardò intorno.
Nessun segno di ostilità.
Tuttavia, vi erano altre potenze in questo mondo, forze della notte antiche ed indomate. E coloro che camminavano nel buio avevano udito in tempi immemorabili i maghi e le streghe gridare quelle parole, ma allora come adesso erano rimasti impassibili.
Nel pronunziare quelle parole, Mantide sentì una possente malvagità china su di lui, uno sguardo micidiale intento ad osservarli.
Poco più in giù nella galleria, fra loro e l’apertura ove avevano barcollato e inciampato, degli occhi apparvero: due grandi grappoli di occhi…seguiti da un’altra decina.
La minaccia incombente era infine svelata.
Il bagliore della bacchetta si infrangeva sulle loro mille sfaciettature, dietro alle quali incominciò ad ardere una pallida incandescenza micidiale, una fiamma avvampata nel più profondo abisso di un pensiero malefico.
Mostruosi e abominevoli erano quegli occhi bestiali eppure pieni di intento omicida, di godimento alla vista delle prede intrappolate senza speranza e via di scampo.
E allora Mantide capì e prese un respiro profondo<< Acromantule>>


Com'era? Spero bello! Nel prossimo capitolo,la battaglia delle Acromantule,l'identità del misterioso oggetto ,l'arrivo di nuovi personaggi e il ritorno del primo ministro Morton.
Alla prossima!
  
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