Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Alexandria_Jordison666    26/06/2015    0 recensioni
Ero sola, ero annoiata, dove abitavo io c'erano solo vecchi. Ah, e ovviamente c'era Lui, la mia ossessione.
È la prima storia che pubblico, quindi siate clementi, per favore! Mi farebbe piacere sapere il parere di voi lettori, quindi critiche e consigli sono ben accetti. Spero vi piaccia!
Genere: Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ero distesa sul mio letto, nella mia stanza buia. Non avevo dormito bene - in realtà, non avevo dormito affatto - forse per colpa di tutta l'agitazione che avevo in corpo, al pensiero di cosa sarebbe successo. Non ero abituata a queste sensazioni, non ne avevo mai provate, decisamente. Quindi mi ritrovavo a fissare il soffitto della mia stanza, con l'ansia alle stelle, muovendo involontariamente e concitatamente una gamba, non ricordo quale delle due. Avevo alzato lo sguarso verso il cellulare che era appoggiato sul comodino, volevo sapere l'ora: erano le 7.45 del mattino. Avevo deciso di controllare i messaggi ricevuti, sempre se ne avessi, e mi stupii di cosa avevo trovato: c'erano svariati messaggi, e tre chiamate perse. Tutto questo da parte della mia migliore amica, Hero. (ndA: si legge 'Iro'.) La conoscevo praticamente da quando ne avevo memoria, era una delle poche, anzi, era l'unica persona della quale riuscivo a fidarmi. Decisi di chiamarla, dato tutti i messaggi e le chiamate perse, glielo dovevo. Così avevo composto il numero, avevevo portato il telefono all'orecchio e stavo aspettando la sua risposta, ascoltando i beep che riproduceva l'apparecchio. "Alexandria! Sai da quant'è che provo a contattarti?! Che cazzo di fine hai fatto?" "Hero, sto bene scusami, sai che non spreco tempo al cellulare. Tu piuttosto, saresti dovuta venire da me giorni fa, cos'è successo?" "Ho avuto un imprevisto, scusami. Che hai fatto in questi giorni?" "Emh..ieri sono uscita." avevo cominciato ad agitarmi, mi era tornato in mente tutto quello che era successo ieri, e quello che sarebbe successo oggi. "E che hai fatto? Susu, racconta! Anzi no aspetta, vengo io. Cinque minuti e sono lì, see ya." "Ciao, Hero." Perfetto, ora avrei dovuto parlarne, come se già non fossi in agitazione. Mi alzai dal letto diretta in cucina, avevo veramente troppa fame - se poi consideriamo il fatto che ieri sera non ho cenato, la cosa prende senso. Avevo afferrato l'elastico per capelli che portavo a mo di bracciare al polso sinistro, e legai i capelli in una crocchia disordinata. Mi stavo avvicinando al frigo, quando sentii il rumore fastidioso del campanello: Hero era arrivata. Quindi mi allontanai dal frigo, che nel frattempo avevo aperto e corsi alla porta, aprendola e abbracciando la ragazza che mi stava davanti. Mi era mancata veramente tanto, non ci vedevamo da un pezzo, era partita per...ok, non mi ricordo dove fosse stata, ma l'importante è che fosse tornata. "Ciao Alexia! Mi sei mancata tanto!" dice Hero, stringendomi in un abbraccio caldo. Ne avevo decisamente bisogno. Ricambiai e poi la feci entrare. "Allora, cara Alexia mini-Skeleton, racconta tutto." mi dice, mettendosi a sedere a tavola pronta a mangiare sfoderando un ghigno per il fantasioso soprannone che mi ha affibbiato da quando ho 10 anni, a causa della mia corporatura. "Ma non c'è poi tanto da raccontare, sono uscita un po', visto che avevo dimenticato le sigarette a casa avevo deciso di andare in stazione a chiederne una a qualcuno e, indovina chi ho incontrato." le dico, avvicinandomi di nuovo al frigo, e prendendo del thè freddo alla pesca. "Oddio, chi hai incontrato?" mi risponde lei, portandosi una mano sul mento da vero detective che si rispetti, assumendo un'espressione di perplessità mista a curiosità. "Indovina, su." dico io, prendendo due bicchieri e posandoli sul tavolino, per poi prendere un barattolo di marmellata alla ciliegia e delle fette biscottate, posando tutto sul tavolinilo mettendomi a sedere di fronte alla mia amica. "Mmh.." dice per la bellezza di tre secondi, poi continuò. "Dai, seriamente non so chi hai incontrato, ora ti decidi a dirmelo?" mi dice, alterandosi leggermente. "Lui." dico, posando lo sguardo sul barattolo di marmellata che stavo aprendo. Cazzo, avevo scordato il coltello per spalmarla. "Lui chi?" mi dice guardandomi male, poi capisce e urla: "ODDIO, LUI LUI? CIOÈ PROPRIO LUI? OH MIO DIO." "Hero, che cazzo ti urli? Saranno a malapena le otto del mattino, porca puttana! E comunque sì, lui." dico io, cercando di rimanere il più calma possibile. "E tu te ne stai calma così?!" dice lei sconvolta. "Ti dirò di più, mia cara Hero, oggi lo rivedrò." dico io, accennando un sorriso, che in realtà è più un ghigno che un sorriso. "COS - cosa?!" dice lei, inizialmente urlando, e poi sussurrando, a causa dello sguardo poco carino che le ho lanciato. "Hai capito bene. Anche se non so a quale ora..so solo il luogo." "E dove sarà?" "Stazione. Credo andrò oggi pomeriggio, magari un po' prima rispetto a ieri." dico, più a me stessa che alla mia amica. "Bene." dice, per poi dirigersi in camera mia. Sapevo già cosa aveva intenzione di fare, e la cosa mi spaventava parecchio. "Hero, ti prego, non buttare giù tutta la mia stanza per due vestiti che dovrò mettermi, per dio!" dico io, strusciando i piedi sul pavimento con ancora mezza fetta biscottata in boca, dirigendomi in camera mia per cercare di fermarla, anche se so che sarà inutile. "Come 'per due vestiti', scusa?!" dice lei, ferita nel profondo. "Io mi chiedo ancora perché siamo amiche." dico io, rassegnata al Tornado-Hero che stava per abbattersi in camera mia. "Allora, direi che questa maglietta faccia al caso nostro!" mi dice, agguantando la mia maglia dei Korn, lanciandomela addosso. "Hero, so già cosa indosserò, ora per favore togli le mani dal mio armadio!" dico io, mettendomi una mano sulla fronte, imbarazzata al massimo. "E va bene." dice lei sconsolata. "Ma almeno oggi andiamo fuori a pranzo, passiamo del tempo insieme, please." continua poi. Avevo preso il cellulare per vedere l'orario, si erano fatte le 11. "Va bene, aspetta che mi prepari." dico, andando poi in bagno. Presi la piastra per capelli, ovviamente li sciolsi dalla crocchia, e ciocca per ciocca li stirai. In verità non ce n'era affatto bisogno, poiché i miei capelli erano già lisci per natura, però stirarli mi rendeva più sicura. Avevo preso la matita per gli occhi - nera, ovviamente - e l'avevo messa sia sopra, sulla palpebra mobile, sia sotto dentro la riga inferiore dell'occhio. Mi piaceva truccarmi così, metteva in risalto il colore dei miei occhi, almeno credo. "Alexia, sbrigati, lo sai che odio aspettare!" dice Hero, nonostante io sia in bagno da tipo dieci minuti, e nonostante io debba aspettare ogni volta minimo un 'ora per aspettare che si prepari lei. Ma comunque, avevo effettivamente finito, quindi stavo uscendo dal bagno per andare di nuovo in camera. "Hero, tu ci metti sempre un'eternità, quindi taci prima che ti faccia mangiare la spazzola." le dico, puntandole contro la spazzola che avevo in mano a mo di arma. Lei mi osserva con sguardo colpevolle, allora io le sorrisi, sinceramente. Dopo essermi vestita ed aver preso la borsa - e sta volta le sigarette le avevo prese - siamo uscite, per andare in un posto che conosceva lei, a me ignaro. Una volta arrivate - eravamo andate a piedi, ci avremo messo un quardo d'ora circa - avevo scoperto che il posto era una semplice pizzeria, e la ringraziai mentalmente per questo, odio i posti troppo seri ed eleganti. Ci eramo sedute ad un tavolo in fondo al locale, e non appena il cameriere era arrivato, avevamo ordinato, ovviamente, due pizze, e da bere. Ci avevano portato tutto in poco tempo, e non appena la pizza era arrivata, la addentai. Mentre mangiavo mi guardavo intorno, quel posto mi piaceva tanto, ed anche la pizza era buona. "Non sei nemmeno un po' agitata per oggi pomeriggio?" mi chiede lei, un po' incredula per il mio apparente stato d'animo. "Ma sì, mica è un appuntamento, no?" dico io, rivolgendo la domanda più a me stessa che a lei. "Beh, magari questa uscita sarà l'inizio di una serie di appuntamenti, uuh chi lo sa!" dice lei, guardandomi con uno sguardo complice. "Dai Hero, io onestamente non penso proprio. E poi non voglio crearmi finte speranze, sai come sono fatta." le dico. "Sì mia cara, so come sei fatta, per mia sfortuna ti conosco da quando ne ho memoria." mi dice prendendomi in giro, ridendo nel vedere il mio dito medio come risposta. Avevamo finito di mangiare, avevamo pagato il conto ed eravamo uscite dal locale. Guardai l'ora sul display del cellulare: erano le 15. Il tempo era passato in un soffio, ed era arrivato il momento di andare, Joey mi aspettava. Anzi no, non è vero non mi aspettava, non avevamo neanche deciso un orario per l'incontro, però credo sia già arrivato in stazione. "Hey Hero, ora devo andare." le dico, tradendomi nel mostrare agitazione nel mio sguardo. "Sei agitata eh? Lo sapevo! Comunque va bene, poi però fammi uno squillo e dimmi com'è andata a finire!" mi dice a mo di rimprovero, riferendosi sicuramente alla mia sparizione dei giorni passati. "Signorsì signore!" le dico imitando il saluto militare, ridendo e facendo ridere anche lei. Ebbene sì, era arrivato il momento di rivederlo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Alexandria_Jordison666