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Autore: Artemide5775    26/06/2015    1 recensioni
Loro credevano di essere normali adolescenti, ma non lo erano , non lo erano mai stati e non lo saranno mai, anche se ci proveranno.
Cinque ragazze con un destino già segnato.
***
Victoria - novizia vampira che è dovuta crescere troppo in fretta.
Crystal - la solitaria a cui piace leggere nel parco e disegnare tutto quello che prova.
Diamond - ragazza solare e pimpante con tutti, oltre che ingenua.
Alexandra - una studentessa modello dal cuore di ghiaccio e cinica in amore.
Deborah - capo cheerleader, amante degli sport, stronza e menefreghista.
***
Tratto dal Prologo:
Mentre ignare le cinque ragazze si dirigevano a scuola e a lavorare, un ragazzo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore era appena arrivato a New Orleans con l'intento di rovinare la vita delle giovani e delle loro anime gemelle.
***
Il Prologo presenta solo le protagoniste femminili.
Trailer : https://www.youtube.com/watch?v=ft0TqxGWrdg
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Chapter XXXVIII - The boy



 

-Arrivederci signori Bilson- disse Alexandra ai genitori di Georgie mentre si dirigeva insieme alla sorella verso il piano di sopra, dove si trovava la stanza di Georgie.
 

Paola e Abbie erano rimaste con i genitori di Georgie, al bar. Sarebbero venute qualche minuto dopo per dare un po'di spazio alle gemelle.
 

-C'é uno strano silenzio in questo piano- notò Deborah quando salirono al quarto piano.

 

Alexandra annuì, confermando le parole della sorella.

 

Le persone camminavano in silenzio e con lo sguardo perso nel vuoto. Sembravano degli automi.

 

-Ma che hanno tutti? - mormorò ad alta voce Deborah toccando la spalla di un'infermiera che continuò a spingere una sedia a rotelle, vuota, senza accorgersi di nulla.
 

All'improvviso si sentì un forte rumore che rimbombò per tutto il piano.

 

-Andiamo a vedere che é successo!- esclamò Alex cominciando a correre, il rumore proveniva da qualche stanza non molto lontano da loro.
 

Si fermarono all'entrata della stanza D13 -Ma non é la stanza di Georgie?- disse accigliata Deborah.

 

Fece un masso avanti per entrare, ma una luce bianca e gialla costrinse a chiuedere gli occhi alle gemelle.

 

Si sentì un altro schianto e poi aprirono i gli occhi. Il muro destro che divideva quella stanza con quella affianco, era distrutto.
 

-Ma cosa...?- mormorò stupeffatta Deborah.

 

Alexandra sbatté gli occhi un paio di volte.

 

Si sentì un grido -Brutta stronza di una strega!- gridò una voce maschile dall'interno della stanza.

 

Le Winchester entrarono.

 

-Lasciala subito andare!- gridò Deborah.

 

Il ragazzo teneva Georgie spiaccicata contro il muro e sembrava che cercasse di di morderle il collo...

 

Mentre lei si contorgeva per cercare di sfuggire alla sua presa ferrea e dolorosa. La mano sinistra della bruna, l'unica libera dalla presa del ragazzo, emetteva una strana luce bianca e gialla, quasi come la luce che aveva distrutto il muro.

 

Il ragazzo si voltò verso le gemelle con un sorriso sornione dipinto in volto -Voi... Non mi aspettavo di rivedervi così presto-
 

-Non so chi tu sia, ma lascia stare subito Georgie!- gridò Deborah. Era leggermente agitata, ma non lo mostrava per niente.

 

Il ragazzo rise, sembrava quasi che la minore tra le gemelle avesse appena detto una battuta davvero divertente.

 

-Per quale diavolo di motivo ridi?!- si innervosì Deborah.

 

Alexandra era a un passo indietro dalla sorella e guardava quella situazione come se l'avesse già vista.

 

-Siete davvero delle stupide ad essere venute qui- disse il ragazzo mollando la presa su Georgie che cadde in ginocchio a terra.

 

-Ah si?! E mi doresti per qualle motivo, brutto assalitore di Georgie?- lo sfidò Deborah mettendosi le mani sui fianchi. Sembrava non notare quanto fosse grave la situazione.

 

Alexandra al contrario della sorella, non cercò un contatto con il ragazzo castano, ma provò ad elaborare un modo per portare via di lì Georgie e scappare dalle grinfie dello sconosciuto.

 

Si guardò intorno, c'erano tre vie di fuga:
 

•La porta da cui erano entrate, anche se sarebbe stato quasi impossibile portare via di lì Georgie che si trovava in fondo alla stanza, vicino al ragazzo castano.

•l'enorme buco nel muro dietro di lei che conduceva ad un'altra stanza, ma anche uscire da lì, sarebbe stato impossibile.

•la finestra, ma sarebbe stato un suicidio buttarsi dal quarto piano di un ospedale.

Non avevano possibilità di uscire di lì.

 

-Il carattere non ti manca a quanto vedo, piccola testa calda.- disse il ragazzo dagli occhi cioccolato. Per un momento dopo le parole di Deborah era rimasto accigliato, ma poi aveva di nuovo ridipinto il suo sorriso da sbruffone sul volto.
 

-Eh certo che non mi manca- confermò Deborah. Una cosa che non le mancava per niente era il coraggio.
 

Alexandra diede uno sguardo alla sua sinistra, verso l'uscita della stanza. I pazienti e alcuni parenti in visita passeggiavano come nulla fosse per i corridoi senza notare nulla di strano.
 

"La rottura del muro ha fatto un sacco di rumore, come può essere che nessuno se ne é accorto?" domandò a se stessa Alexandra, basita.
 

Il ragazzo sembrò leggerle nel pensiero e sorrise trionfante -Inutile che cerchi aiuto, chiunque salga a questo piano é sotto il mio influsso e posso fargli fare ciò che voglio-
 

-Se é così... perché noi non stiamo sotto il tuo controllo?- domandò Alex.
 

-Mi sembra logico. Sarebbe noioso- rise il ragazzo.
 

-Tu sei pazzo- commentò Deborah -Suonato come una campana- continuò. Sembrava quasi che volesse farlo arrabbiare per qualche motivo.
 

Alexandra la guardò e poi capì il folle piano della gemella.
 

Lei l'avrebbe fatto arrabbiare fino a quando non l'avrebbe attaccata, così Alexandra avrebbe potuto portare Georgie lontano da lì.
 

"La pazza qui sei tu , se pensi che ti lasci con questo squilibrato" pensò Alexandra mettendosi accanto alla gemella.
 

Il ragazzo sembrava senza parole, ma poi, come prima, sorrise. Si scostò i capelli all'indietro e parlò -Dovresti imparare finalmente a tacere, si dice che dagli errori si impara. Ma questo non é il tuo caso, a quanto pare-
 

Deborah rispose alle sue parole senza battere ciglio -Beh, lo stesso vale per te. Sei tu quello che deve aver fatto del male a Georgie pochi giorni fa e oggi ci stai riprovando-
 

Il ragazzo annuì, sembrava quasi soddisfatto di quello che aveva fatto a Georgie. -L'hai capito, eh? Non sei così stupida, allora-
 

Deborah fece una smorfia -Già, invece tu sembri esserlo molto-
 

Alexandra guardò entrambi e poi Georgie. Se non avrebbe fatto qualcosa, la situazione sarebbe degenerata.
 

All'improvviso, quasi come se qualcuno le volesse aiutare, ci fu un lampo accecante e il castano dovette portarsi entrambe le mani sulle tempie. Sembrava soffrire un sacco. Si accasciò per terra cominciando ad avere continui spasmi di dolore.
 

Alexandra colse l'occasione al volo. Corse subito da Georgie e l'aiutò ad alzarsi e insieme a Deborah cominciarono a correre (per quanto fosse possibile con Georgie che appena stava in piedi e si manteneva a loro).
 

Tutti i pazienti e vari medici e infermieri erano leggermente storditi e sembravano appena usciti da una trance.
 

Deborah fregò una sedia a rotelle, che probabilmente era delal stessa donna di prima che doveva essere tornata in sè.
 

-Siediti- ordinò a Georgie e la mora non se lo fece ripetere, era distrutta.
 

Subito, le tre arrivarono davanti all'ascensore che si aprì proprio in quel momento rivelando il medico di Georgie, i genitori dela ragazza, Abbie e Paola.
 

-Signorina Bilson, che ci fa lei fuori dalla sua camera?- la rimproverò il suo medico.
 

Era un signore sulla sessantina e qualcosa dai capelli grigi e bianchi e gli occhi marroni e stanchi.
 

Alexandra stava quasi per spiegare dell'attacco (togliendo alcuni particolari assurdi) ma Georgie parlò -Mi scusi dottore, ma le mie amiche mi sono venute a trovare e le ho supplicate di fare un giro. Sono giorni che non esco dal mio letto, franne per qualche minuto, e vorrei staccare per un po'- mentì Georgie.
 

-Capisco la situazione in cui si trova, ma ora é meglio che torni a letto- le disse il medico.
 

-Signor dottore, potrei parlarvi un attimo?- chiese il padre di Georgie e poco dopo, lui, la moglie e il medico stavano andando in una stanza per conversare di una cosa.
 

-Ciao Ge- la salutarono Paola e Abbie e mora ricambiò subito il saluto.
 

-Ti portiamo nella tua camera, vieni- disse Paola cominciando a spegnere Georgie.
 

Deborah stava quasi per dirle che cosa era successo poco prima e che non dovevano tornare lì, ma Alexandra la fermò.
 

Fece andare un pochino più avanti le tre e parlò alla gemella -Credo che qualcuno abbia fermato quel tipo per conto di Georgie-
 

Deborah si accigliò -Cosa? Come é possibile? Lo abbiamo visto entrambe, eravamo solo in quattro in quella stanza. Il tizio non può di certo essersi autoferito, noi non abbiamo fatto niente... e Georgie era stremata-
 

-Ecco, lei era stremata... vero che é stata operata da poco, ma era anche stanca per aver usato la magia.-
 

-La magia?- chiese confusa Deborah -Vero che i vampiri esistono... ma al magia? Veramente? Ora cominceremo anche a credere alle principesse Disney e ai Puffi?-
 

Alexandra la guardò seria -Non sto scherzando-
 

-Neanche io-
 

Alexandra alzò gli occhi al cielo -Seriamente, Deb. Credo che Georgie sia una strega-

   
 
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