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Autore: stella1983    26/06/2015    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se il giorno delle nozze con Candela, Tristan invece di morire si fosse salvato? come sarebbe stata la loro vita? Donna Francisca avrebbe finalmente accettato la nuova moglie del suo adorato figlio o avrebbe messo ancora una volta i bastoni tra le ruote alla felicità di Candela e Tristan?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora Castro, Candela Mendizábal, Martin Castro, Tristán, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Rimasta sola, Candela si sedette accanto al letto del suo adorato Tristan, quel cavaliere senza macchia e senza paura di cui si era innamorata sin dal primo giorno per quel cuore grande e generoso che aveva dimostrato di avere. Come poteva dimenticare quella sera terribile in cui Frutos tentò di abusare di lei? Se non fosse intervenuto il suo Tristan chissà cosa sarebbe successo senza parlare di quel mascalzone di Ricardo che aveva tentato di rovinarle nuovamente la vita e che, fortunatamente, era uscito dalla sua vita grazie al suo bel cavaliere.
Sola e con il cuore colmo di dolore, Candela si sedette accanto a suo marito, gli prese le mani e cominciò ad accarezzarle sperando che potesse sentire la sua presenza.
“Amore mio, darei la mia vita per rivedere di nuovo i tuoi bellissimi occhi e il tuo meraviglioso sorriso. Oggi, doveva essere il giorno più bello della mia vita e mi ritrovo qui, a pregare per te sperando di non perdere la cosa migliore che mi sia mai capitata. Ti prego, non lasciarmi sola, ho bisogno di te, sei tutta la mia vita. Fa che questo possa essere ancora il giorno più bello della mia esistenza aprendo gli occhi”, disse Candela mentre le lacrime continuavano a rigarle il viso.
Tristan era lì, ancora inerme nel suo letto ma le parole di Candela sembravano aver smosso qualcosa in lui. Improvvisamente, Tristan cominciò a muovere la mano facendo sobbalzare Candela dalla sedia.
“Amore mio, sono qui con te. Stringimi la mano se riesci a sentirmi”, gli disse Candela. Senza perdere altro tempo, Candela andò a chiamare il dottore che, arrivato in stanza, spezzò le speranze della donna. “Signora, quello di suo marito è stato solo un riflesso. Non si sta svegliando. Abbiate pazienza, dobbiamo aspettare ancora un po’”.
A quelle parole, Candela si demoralizzò nuovamente ma restò lì, accanto al suo uomo e continuò a parlargli e ad accarezzarlo per tutta la notte.
Era ormai sorto il sole quando in ospedale arrivarono Aurora, Martin, Raimundo e Rosario. Candela non si era mossa per tutta la notte: temeva che se si fosse allontanata, Tristan sarebbe andato via per sempre.
“Candela, Candela”, disse sottovoce Aurora pensando che Candela stesse dormendo.
“Sono sveglia Aurora, puoi parlare tranquillamente”.
“Siete riuscita a dormire un po’?”, chiese Martin.
“E come avrei potuto. Non ci sono riuscita. Ho pregato e vegliato Tristan per tutta la notte sperando che si potesse svegliare da un momento all’altro. Ho anche avuto una piccola speranza quando ha mosso la mano mentre gli parlavo”, disse lei.
“Allora è cosciente?”, chiese Rosario.
“No Rosario, purtroppo il dottore ha detto che è stato solo un riflesso. Dobbiamo aspettare ancora e non perdere la speranza”, spiegò Candela.
“Perché non andate a El Jaral a risposarvi un po’?”, le chiese Aurora.
“No Aurora, preferisco restare qui. Mi avete portato un vestito?”, disse Candela.
“Certo e anche qualcosa da mangiare”, aggiunse Rosario.
“Ho lo stomaco vuoto, non riuscirei a mandare giù neanche un boccone”.
“No, Candela, così non va bene. Dovete mangiare e riposare per continuare a prendervi cura di Tristan. Non potete correre il rischio di ammalarvi”, le disse Raimundo.
“Non lo farò don Raimundo. Sto bene e continuerò ad esserlo”, concluse Candela mentre andava a cambiarsi. Dopo aver salutato suo figlio, Raimundo andò via.
Nel frattempo, alla villa, Donna Francisca era inquieta. Sentiva il desiderio di andare in ospedale: in quel momento avrebbe voluto essere lì, accanto a suo figlio, per prendersi cura di lui come non aveva fatto negli ultimi anni ma l’odio che provava verso Candela e i figli della levatrice era troppo forte per metterlo da parte. Nonostante l’amore che provava per Tristan, non gli avrebbe mai perdonato la scelta di aver preferito quella pasticcera e i figli della levatrice a lei. In quel momento, Mariana annunciò l’arrivo di Don Anselmo e Raimundo.
“Ci sono novità?”, chiese subito.
“Purtroppo no. Prima di venire alla villa sono passato dall’ospedale. Candela mi ha detto che Tristan ha trascorso una notte tranquilla, che ha mosso anche la mano per un momento ma che è ancora incosciente. Il dottore dice che bisogna aspettare ancora ma che ci sono buone speranze che si svegli presto”, spiegò Raimundo.
“Che il cielo lo voglia. Nessuno più di Tristan merita di essere felice accanto a sua moglie e ai suoi figli”, aggiunse Don Anselmo mentre Donna Francisca si limitò a lanciargli un’occhiataccia non proferendo parola.
Intanto, in ospedale, tutti erano al capezzale di Tristan. Aspettavano con ansia il momento in cui avrebbe aperto gli occhi regalando a tutti il suo meraviglioso sorriso. Aurora e Martin gli accarezzavano la mano e lo stesso facevano Soledad ed Emilia pregando che il loro caro fratello potesse tornare tra loro il prima possibile. Erano passate ore dal loro arrivo e così tutti andarono via lasciando Candela nuovamente sola con il suo amato.
Candela, nel frattempo, era lì, ai piedi del letto e continuava a guardare il suo amato con tutto l’amore del mondo. L’unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era sentirsi chiamare come solo lui sapeva fare. Improvvisamente, le mani di Tristan cominciarono a muoversi.
“Candela, Candela dove sei?”, disse con voce bassa. Candela alzò lo sguardo, pensò di sognare ma posando gli occhi su Tristan lo vide sveglio, lì nel suo letto, mentre la guardava con tutto l’amore del mondo.
“Amore mio sono qui”, disse Candela mentre le lacrime per la gioia cominciarono a scenderle ininterrottamente.
“E’ il giorno più bello della mia vita Tristan. Non sai la gioia che mi stai dando in questo momento. Ho avuta tanta paura di perderti”.
“Non devi averla più. Ora sono qui e non ti lascerò mai”, le disse Tristan mentre Candela gli stampò un meraviglioso bacio sulle labbra.
“Ho sentito la tua presenza accanto a me, le tue parole, le tue lacrime che mi bagnavano le mani. Non potevo andare via senza averti dato quella felicità che ti ho promesso, amore mio”.
“Non so spiegarti la felicità che provo in questo momento, vita mia”, aggiunse Candela.
“Devo dirlo ad Aurora e Martin. Sono andati via un attimo fa ma mi hanno detto che sarebbero tornati presto”.
“Allora vedrai che tra un po’ saranno qui”.
“Vado a chiamare il dottore, deve visitarti. Torno subito, amore mio”, gli disse Candela.
Il dottore arrivò e dopo aver visitato Tristan confermò che il peggio era passato. “Don Tristan è un piacere avervi di nuovo tra noi. Certo, il percorso è ancora lungo ma non c’è più alcun pericolo di vita. Dovrete, tuttavia, osservare un lungo periodo di riposo prima di tornare alle vostre attività”.
“Lo farà, dottore. Osserverà scrupolosamente tutte le vostre raccomandazioni. Ve lo posso assicurare”, disse Candela con un sorriso che le illuminava tutto il viso.
Mentre il dottore lasciava la stanza, Aurora e Martin, accompagnati da Rosario tornarono in ospedale. Entrati in stanza scoppiarono in un pianto di gioia.
“Padre, siete sveglio”, disse Aurora mentre lo abbracciava.
“Padre, è una gioia immensa vedervi di nuovo tra noi”, aggiunse un emozionatissimo Martin.
“Sì, figli miei. Non vi libererete di me così facilmente. Abbracciatemi tutti e due”.
Dopo aver stretto a sé i suoi ragazzi, guardò Rosario e disse: “E tu, non mi dai un abbraccio?”.
“E come non potrei, signore. Non sapete la gioia che mi state dando in questo momento”, rispose la donna.
“Si è svegliato quando siete andati via. Ha cominciato a muovere le mani e poi ha pronunciato il mio nome. Ho pensato di essermi addormentata e di stare sognando ma quando ho alzato lo sguardo ho visto che, fortunatamente, era tutto vero”, spiegò Candela.
“E cosa dice il dottore?”, chiese Martin.
“Ci ha detto che il peggio è passato ma che dovrà osservare un lungo periodo di riposo prima di tornare alla vita di sempre ma non è più in pericolo di vita”, rispose Candela.
“E’ una notizia splendida, padre”, disse Aurora mentre gli stampava un bacio sulla fronte.
“Martin, dobbiamo avvisare tutti. Io andrò da alla villa ad avvisare Maria e zia Soledad. Tu va da nonno Raimundo e da zia Emilia”, ordinò Aurora.
I due ragazzi e Rosario, felicissimi, lasciarono così l’ospedale. Non prima di aver dato un ultimo bacio al loro adorato genitore e lasciandolo nelle buoni mani di Candela.
“Vieni qui, vicino a me”, disse Tristan.
“Eccomi, amore mio. Vuoi che vada a prenderti qualcosa da mangiare o da bere”.
“No, ho solo bisogno di un bacio”, rispose lui.
Candela non se lo lasciò ripetere due volte e i due si scambiarono un bacio passionale che solo una fitta dolorosa fermò.
“Amore mio cos’hai?”, chiese Candela.
“Tranquilla, tesoro. E’ solo la ferita che fa ancora male ma sono un soldato, sopporterò”, la rassicurò Tristan.
“Non fare inutilmente l’eroe, però. Non ce n’è bisogno. Se vuoi vado a chiamare il dottore”.
“No, amore mio. Non ho bisogno di nessun dottore ma solo di mia moglie e dei suoi baci”.
E di fronte a quelle parole,il cuore di Candela si sciolse e i due tornarono a baciarsi come non avevano mai fatto fino a quel momento.
 
 
 
 
                               
   
 
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