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Autore: galvanix    26/06/2015    4 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                                   CAPITOLO QUINTO
                                   In Viaggio verso Arlia

        



Mentre la navicella con a bordo Vegeta e il resto della compagnia si preparava a lasciare la Terra, l’astronave con a bordo l’intrepida strega e la piccola Bra viaggiava ormai già da qualche ora.
La donna, mentre accarezzava tra le braccia il suo adorato gattino, osservava pensierosa la volta celeste e nel contempo  Nemesis controllava che la rotta procedesse per il verso giusto.
Intanto la figlia del saiyan era accovacciata su se stessa con la schiena appoggiata al muro e si guardava intorno con aria alquanto sospetta.
Non si fidava affatto di quella donna, non solo perché l’aveva rapita, ma anche per aver attaccato suo padre.
Non aveva la minima idea di cosa la strega avesse in mente e soprattutto non intuiva affatto il reale motivo per cui l’avesse portata via ai suoi affetti.
Fu proprio in quell’istante che la piccola provò una grande nostalgia della sua casa, della madre, del fratello e del suo adorato padre.
Non era mai stata lontano da casa senza qualcuno della sua famiglia e questo la terrorizzava un po’.
Si sentiva sola, indifesa e smarrita senza la protezione paterna. 
Lei non aveva ricevuto, da Vegeta, lo stesso trattamento riservato al figlio.
Alla sua età Trunks sapeva già difendersi da solo senza l’aiuto del saiyan, mentre lei non sapeva neanche da quale parte iniziare.
Tuttavia non era una sua colpa, semplicemente il padre non aveva avuto nessuna intenzione ad allenarla, almeno non così presto.
Nonostante ciò Bra continuava ad avere timore della situazione in cui si trovava.
In fondo aveva solo sei anni ed era troppo piccola per comprendere le ragioni della strega.
Lei voleva soltanto tornare nella sua accogliente dimora e riabbracciare i suoi cari, non desiderava altro.
Così la bambina cominciò a far sentire la sua presenza, disturbando le lunghe riflessioni della donna, con il suo solito tono squillante:

“Uffa, io mi sto annoiando e poi voglio tornare a casa” disse lamentandosi.
La strega si risvegliò dal suo stato di trance e rispose malamente alla piccola:
“Non provare più a disturbarmi, mocciosa. Hai capito? Altrimenti ti giuro che mi arrabbio sul serio e non ti conviene”.
“Ma io non voglio più stare con te perché sei brutta e cattiva” rispose la piccola scocciata.
“A si, vuoi vedere quanto posso essere davvero crudele? Ti accontento subito” replicò la donna avvicinandosi velocemente e stampandole sul viso un potente ceffone che la fece sbattere alla parete accanto.
Bra , per la potente botta ricevuta, si accasciò al suolo e perse i sensi.
Il fedele compagno della strega fece per avvicinarsi alla bambina, ma Arcadia glielo proibì duramente:
“Non provare a fare un altro passo, Nemesis”.
“Ma, mia signora è soltanto una bambina” disse l’uomo sconcertato dalla freddezza della donna.
“Anch’io ero molto giovane quando mi hanno levato tutto. Avevo tanta speranza nel cuore, ma ai saiyan e al loro Principe non è importato. Lui mi ha fatto soffrire e ha fatto a pezzi il mio cuore. Ora però è il suo turno perché io farò a pezzi il suo” concluse lei con freddezza e rabbia tornando infine alla sua postazione iniziale.

L’anziano la guardò con dispiacere.
Non pensava che il suo cuore fosse diventato di ghiaccio soprattutto di fronte ad una bambina.
Lui sapeva che Arcadia covava dentro di sé tanto odio e rabbia repressa da troppo tempo per essere dimenticata.
Lui conosceva il suo dolore perché aveva visto con i suoi occhi, all’epoca, il massacro compiuto da quei barbari.
L’uomo non era originario di quel pianeta, ma era stato deportato anni prima come prigioniero da un’altra popolazione aliena.
Lui proveniva da Kanassa*, uno dei pianeti conquistati sempre dal popolo saiyan.
Un posto particolarmente tranquillo e rigoglioso dove regnava la pace, ma purtroppo destinata a non durare.
Aveva già assaporato la loro potenza e sapeva che fosse davvero un’impresa ardua contrastarli.
Lui non era particolarmente abile a difendersi con le armi, anche perché il suo era un popolo pacifista.
Tuttavia nascondeva un asso nella manica…
L’uomo era dotato di poteri speciali che nascondeva accuratamente per non essere mai sfruttato da nessuno.
Quando arrivarono i saiyan ebbe la sfortuna di imbattersi nel capo dell’esercito. Bardack il suo nome.
Un uomo massiccio, forte e determinato pronto a tutto per portare a termine il suo incarico, nonostante avesse notato nei suoi occhi un filo di malinconia.
Malgrado ciò, Nemesis vide con quanta ferocia portò a termine il suo incarico, così una volta incrociato il suo sguardo si avvicinò a lui e gli donò il potere della preveggenza.
Una vera e propria punizione perché nelle future visioni il saiyan avrebbe soltanto scorto la fine della sua razza, senza poter cambiare gli avvenimenti.
Un vero incubo che lo avrebbe perseguitato sino alla fine dei suoi giorni.
Bardack accortosi di tale stregoneria cercò di uccidere Nemesis, ma senza risultato poiché l’uomo riuscì a difendersi grazie ai suoi poteri e riuscì a fuggire.
Tuttavia la sua fuga non durò molto perché fu catturato da una diversa etnia.
A quel punto decise di arrendersi soprattutto perché, dopo giorni trascorsi a vagare senza cibo ne acqua era diventato impossibile e il suo fisico non avrebbe retto per molto.
Così scelse di sottomettersi per “salvaguardarsi”.
Sapeva che non sarebbe stato facile, ma senza un mezzo non poteva muoversi dal suo pianeta ormai morente.
Così seguì i suoi nuovi padroni verso una nuova rotta.
Prima di attraccare su Arlia aveva vissuto in tantissimi posti differenti, lavorando in condizioni pessime e sfidando ogni tipo d’intemperia da parte del clima.
Passava spesso da una condizione troppo afosa ad una decisamente rigida e per questo il suo fisico ne risentiva ogni volta.
Nonostante ciò resistette ad ogni minimo inconveniente ed è proprio su Arlia che incontrò la giovane Arcadia.
All’epoca la giovane aveva appena vent’anni e quando la conobbe era una ragazza piena di vita, ma soprattutto di sogni.
Quando arrivò sul suo pianeta la popolazione arliana cercò in tutti i modi di contrastare i nemici e riuscirono nel loro intento in quanto più forti dal punto di vista combattivo.
Una volta sconfitti i nemici gli abitanti di Arlia liberarono tutti prigionieri compreso Nemesis e li aiutarono a rimettersi in sesto.
Fu in quella occasione che Arcadia conobbe l’uomo e tra di loro si instaurò subito un legame di grande stima e affetto complice anche l’aver scoperto che entrambi possedevano dei poteri.
Da allora si susseguirono tempi sereni, tranquilli sino al giorno in cui arrivarono i saiyan e tutto cambiò.
Nemesis ricordava perfettamente quel periodo, ma improvvisamente il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal lamento della bambina ancora priva di sensi.
Vedendola in quelle condizioni l’uomo non resistette  e chiese con tono supplichevole alla donna:
“Vi prego mia signora, fatemi adagiare la piccola almeno su di un letto, per favore”.
Arcadia, esasperata dal tono del suo fedele compagno di viaggio, disse con tono seccato:
“E va bene, Nemesis. Adagiala su quella poltrona in modo che possa tenerla sempre sotto controllo”.
L’uomo prese la piccola, ancora priva di sensi, tra le braccia notando immediatamente il livido sul suo viso per via del manrovescio ricevuto, ma ciò che lo colpì fu il viso rigato dalle lacrime e una frase sussurrata incoscientemente:
“Papà, aiutami”.
In quell’istante l’uomo provò una grande tristezza e malinconia perché l’unica a rimetterci, in quella guerra di colpe, sarebbe stata proprio la piccola Bra.

In quello stesso frangente, in un’altra navicella, un uomo era assorto nei suoi stessi pensieri, quando fu risvegliato da una brutta percezione.
Anche se lontani Vegeta riusciva, nonostante tutto, a sentire l’aura della figlia affievolirsi lentamente.
Scattò subito in lui una rabbia incontenibile che però riuscì a non far trapelare soprattutto per non far preoccupare ulteriormente Bulma.
Non aveva idea di cosa stesse accadendo a sua figlia, ma poteva immaginarlo e la situazione non gli piaceva affatto.
Tuttavia aveva una certezza…Arcadia avrebbe pagato amaramente questo affronto.
Mentre Vegeta cercava di controllare la sua ira, Bulma e Gohan stavano verificando la rotta dell’astronave della strega per non perderla di vista e invece Goku e Goten stavano consumando il loro ennesimo pasto.
Trunks li osservava divertiti finché non percepì il cambiamento repentino dell’aura del padre.
A quel punto preoccupato fece per alzarsi, ma fu trattenuto da un braccio da Goku che, con tono rassicurante, aggiunse:

“Me ne sono accorto anch’io Trunks.
Lascia che ci pensi il sottoscritto, magari facendolo arrabbiare un po’ riesco a distrarlo”.
Goku si alzò e fece per avvicinarsi a Vegeta, ma quest’ultimo lo bloccò prima che potesse iniziare a parlare:
“Kakaroth non provare a dire neanche una parola, se non vuoi essere maltrattato” espose adirato il saiyan.
“Andiamo Vegeta, io voglio solo essere di aiuto che male c’è?” rispose il più giovane pacatamente.
“Io desidero soltanto essere lasciato in pace, chiaro?”
“Sei sempre il solito antipatico, ma perché sei sempre così scorbutico?” domandò Goku curioso.
“Sono fatto così, va bene? E vedi di non insistere, altrimenti mi arrabbio sul serio” terminò irritato il più anziano.
“E dai Vegeta su con la vita vedrai che andrà tutto bene” esclamò il più giovane dando una rigorosa pacca sulla spalla al principe, ma non moderando la sua forza, fece sbattere l’amico contro la parete di fronte.
Vegeta, distratto dai suoi pensieri, non fece in tempo a rispondere e prese in pieno il muro.
Goku, accortosi immediatamente di aver esagerato nel consolarlo, disse con tono dispiaciuto:
“Vegeta perdonami. Non volevo, devi credermi”.
Il principe, una volta rialzatosi, esclamò furioso:
“Kakaroth, io ora ti ammazzo! Preparati a combattere.
Te la faccio passare io la voglia di rompere”.
“Sai che non mi tiro mai indietro quando si tratta di sgranchirsi un po’ i muscoli” rispose l’altro sorridendo.
“Non voglio interrompervi, ma per questo genere di cose esiste la stanza accanto” s’intromise immediatamente la scienziata.
Bulma ha ragione. Andiamo Kakaroth, non vedo l’ora di farti a pezzi” aggiunse Vegeta ghignando.
Mentre i due saiyan si recarono nell’apposita camera, il più giovane fece un occhiolino d’intesa a Trunks e quest’ultimo, notandolo, sussurrò sorridendo:
“Grazie, Goku”.

L’allenamento tra i due saiyan durò circa tre ore ed entrambi uscirono da quella stanza distrutti, ma decisamente più leggeri, specialmente Vegeta.
Il suo timore per Bra non era svanito, ma almeno ora si era sfogato a dovere.
Una volta usciti si ritrovarono nella sala principale, ma ad attenderli era presente soltanto Gohan.
A quel punto Goku chiese, curioso, al giovane:
“Figliolo, dove sono gli altri?”
“Finalmente siete usciti, comunque Trunks e Goten sono sicuramente qui da qualche parte e Bulma è andata a riposarsi un po’. Ha detto che era stanca” rispose il ragazzo.
“Allora la raggiungo” disse Vegeta.
Quest’ultimo fece per recarsi nella stanza che condivideva con la compagna, ma prima di entrare si voltò verso Goku e aggiunse accennando ad un sorriso:
“Grazie Kakaroth, ne avevo davvero bisogno”.
“Figurati, era da un po’ che non ci sfidavamo e devo ammettere che mi sono persino divertito” rispose ridendo il saiyan per poi aggiungere con tono serio:
“Comunque, non preoccuparti Vegeta. La riporteremo indietro sana e salva”.
Dopo qualche minuto di silenzio il saiyan più anziano, con tono cupo, confidò all’amico:
“Kakaroth, per un istante, ho sentito l’aura di Bra affievolirsi e non è colpa della lontananza. Potrei percepirla anche se si trovasse dall’altra parte dell'universo”.
“Anch’io ho avuto questa percezione, ma non ho detto niente per non far preoccupare Bulma e Trunks.
Poi è stato proprio in quel frangente che ho sentito incrementarsi la tua di aura e ho compreso che non è sfuggito neanche a te” rispose Goku seriamente.
“Sono sicuro che Arcadia ne è la responsabile e se l’ha toccata come penso, non risponderò di me quando avrò l’occasione di rivederla. Questa è una promessa” replicò duramente il principe.
“Lo dirai a Bulma?”
“Non lo so. Vorrei evitarle di preoccuparsi maggiormente, ma non riesco a nasconderle niente perché riesce ad intuire sempre tutto.
Comunque vorrei evitarglielo anche perché è già abbastanza in pena.
Ora vado da lei, ci vediamo dopo Kakaroth” concluse il più anziano aprendo la porta della sua camera e richiudendola alle sue spalle.

Entrato si accorse che la scienziata era sdraiata sul letto dandogli le spalle.
Il saiyan, prima di raggiungerla, si recò in bagno per farsi una doccia. Così aprì la manopola dell’acqua, si liberò dei vestiti e s’infilò nel box.
Rimase sotto il getto dell’acqua tutto il tempo necessario per sentirsi rigenerato ed infine uscì per poi asciugarsi.
S’infilo i suoi boxer velocemente ed infine uscì dal bagno per poi coricarsi finalmente sul letto accanto alla sua donna.
Si voltò verso di lei appoggiandosi su di un fianco e le cinse la vita con un braccio per poi lasciarle un bacio sulla spalla scoperta dalla maglia.
L’uomo, sapendo che la compagna fosse sveglia, le sussurrò:

Donna, lo so che non stai dormendo…”
“Come potrei. Mia figlia è nelle mani di una strega senza scrupoli e noi siamo qui senza poter fare niente.
Questo viaggio durerà circa un mese e non immagino cosa potrà farle.
Lei è solo una bambina e non sa difendersi come te e Trunks. Io non so se resisterò tutto questo tempo senza vederla.
Per me è troppo” rispose angosciata la scienziata non riuscendo a trattenere le lacrime.
Il saiyan, sentendola piangere, la voltò verso di sé e prendendole il viso tra le mani aggiunse:
“Lo so che è difficile per te tutto questo, ma tu sei forte e a maggior ragione devi esserlo soprattutto ora, per Bra.
Non puoi mollare proprio adesso”.
La  donna fece un cenno affermativo con il capo, ma non lo guardò negli occhi come lei era solita fare, e il compagno lo notò all’istante.
Quest’ultimo, intuendone il motivo, le chiese con tono fermo e deciso:
“Perché tieni lo sguardo rivolto verso il basso quando parli con me, donna? Non è da te…”
Il saiyan, non ottenendo una risposta, le sollevò il mento con le dita per poterla guardare finalmente negli occhi e le domandò:
“Tu ce l’hai con me, non è vero? E non è soltanto per la questione di Bra, ma anche per ciò che ha rivelato Arcadia quando ci trovavamo ancora sulla Terra…mi sbaglio?”
La scienziata, dopo un momento di esitazione, rispose:
“Si, è vero. Non ne conosco il motivo, ma quando si tratta di voi saiyan accade sempre qualcosa.
Ogni volta che acquisto sicurezza, arriva poi sempre qualcuno che me ne priva. Non fraintendermi, io so che tu ci tieni molto a noi e che non faresti mai niente per metterci in pericolo, ma non posso negarti che ho paura”.
“E di cosa?” chiese lui perplesso.
“Paura di perderti. Non ti nego che le sue parole non mi abbiano colpita. Io sapevo chi eri quando ho deciso di stare con te e ho accettato il tuo passato specialmente quando ho capito di amarti, ma ascoltare quella donna parlare di te in certi termini mi ha colpita”.
“Lo immaginavo…comunque chiedimi cosa vuoi sapere così chiuderemo questo capitolo una volta per tutte” replicò serio il compagno.
La scienziata, dopo qualche minuto di silenzio, domandò:
“Aveva ragione Arcadia, quando ha detto che ti approfittavi di tutte le donne che incontravi sul tuo cammino?”
“Non è andata esattamente così. È vero sono stato con diverse donne, ma non le ho mai prese con la forza perché si concedevano di loro spontanea volontà.
Sicuramente qualcuna si offriva per paura di un mio possibile scatto d’ira, ma per il resto sono solo menzogne”.
“Sei stato anche con lei, vero?” s’intromise la compagna con tono rassegnato.
“Si, è successo…è’ inutile che ti menta, ma è accaduto tanto tempo fa e non ha più importanza” rispose lui determinato.
“Probabilmente per lei ce l’ha, visto il modo in cui ti guarda” aggiunse attenta la donna.
“Lei mi odia e basta. Vuole solo la sua vendetta e non mira ad altro, se non per provocarmi”.
“Io non ne sarei così sicura…quella donna ti vuole ancora e sta usando Bra per farti avvicinare a lei perché è consapevole del fatto che non abbandoneresti mai tua figlia”.
“E da cosa lo avresti capito?” domandò lui curioso.
“Aveva lo stesso sguardo che avevo io quando volevo conquistarti e queste cose ad una donna non sfuggono mai” rispose lei angosciata.
Dopo aver fissato la compagna negli occhi, le chiese con tono sincero:
Bulma, ti fidi di me?”
La compagna lo accarezzò dolcemente sul viso e, con un timido sorriso, gli sussurrò:
“La mia vita è tua, come il mio cuore e lo sarà per sempre”.
Vegeta, udendo tale frase, strinse più a sé la donna e la baciò con la sua solita e travolgente passione.
Quando si staccarono lei gli chiese con tono deciso:
“Io non voglio sapere del tuo passato con quella strega, ma ti prego, quando arriveremo su quel pianeta metti fine a tutta questa storia e riporta a casa nostra figlia”.
Vegeta la baciò dolcemente in fronte per poi sussurrare determinato:
“Hai la mia parola”.
Dopo questa promessa i due, stanchi, si abbandonarono abbracciati ad un lungo sonno, mentre la piccola Bra andava incontro al suo inaspettato destino.

 

                                             
                                                                             
                                                                                

                                                                                                                CONTINUA…
 

 

                      


*Pianeta Kanassa: conquistato dai Saiyan con a capo Bardack. Un abitante del posto decide di donare a lui il  potere della preveggenza affinché soffra per la consapevolezza dell’imminente sterminio della sua razza.
Appare nello special “Dragon Ball Z- Le origini del mito”.

 






ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciaooo a tutti!
Scusate per l’ora, ma prima non sono riuscita a postare… comunque anche il 5° capitolo è arrivato e da come avrete letto tutti sono in viaggio per Arlia.
In questo capitolo non accade nulla di speciale, ma ci tenevo a raccontarvi di come si erano conosciuti Arcadia e Nemesis, giusto per farvi comprendere meglio la loro storia.
Ovviamente manca la parte che riguarda la strega, ma presto arriverà anche quella.
GRAZIE a tutti voi che mi seguite e a prestissimo!! ;)
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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