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Autore: Romanova    27/06/2015    1 recensioni
La volontaria del Distretto Dodici si troverà a fare una scelta difficile, perchè Peeta è spacciato, ma lei deve andare avanti a combattere.
Con un insospettabile alleato.
{Catoniss dedicata a JackLoveCatonissForever, come promesso}
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cato, Katniss Everdeen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L’atterraggio è facile, veloce e l’accoglienza è indubitabilmente quella che si riserva a due eroi di ritorno dalla guerra.
Si sforzano di stirare le labbra, di salutare con gentilezza e di stringere i denti fino all’ingresso nella loro nuova casa, che si presenta come un luogo abbastanza asettico ma pulito, profumato e ricco di comodità che al Dodici non ci sono come un frigorifero, una doccia, dei libri da leggere che vengono studiati con aria critica dalla Ghiandaia.
Cato lo nota.
“Sono libri, quelli non mordono”.
“Non ne capisco almeno la metà” commenta la mora lasciandosi poi cadere pesantemente sul divano dopo essersi allontanata dallo scaffale.
“Mi rallegra sapere che sei comoda, ma posso almeno slacciarmi le scarpe?” domanda il diciottenne notando che il capo della Ragazza in Fiamme è mollemente appoggiato sul suo grembo.
Ovviamente le conversazioni sono senza colore e vivacità, le mani stropicciano gli occhi truccati, i vestiti si spiegazzano ad ogni movimento sull’ampio pezzo d’arredo.
Ritornare rilassati e abbassare la guardia è difficile, tanto che si addormentano ancora vestiti.
Il primo ad aprire gli occhi è il biondo che si sposta facendo attenzione, per quanto possibile, a non svegliare la coinquilina che viene riportata nel mondo dei vivi grazie a un robusto aroma di caffè.
“Che odore è?” chiede perplessa la giovane mettendosi seduta.
“Non sai cos’è il caffè?” replica stupito  il coetaneo porgendogliene una tazza “Guarda che è amaro e bollente” la avvisa poco prima che l’intero liquido finisse sputato sul pavimento immacolato della stanza.
“Credo di doverci andare più piano” mormora appoggiando la tazza sul tavolino davanti a lei e alzandosi per andare a prepararsi.
Catnip è già nel bagno da alcuni minuti e le manca solo la treccia quando sente un suono che la allarma: il rompersi di qualcosa.
Coi capelli ancora sciolti si fionda giù per le scale che portano al piano terra e trova il tributo pallido che fissa inespressivo i cocci davanti a lui.
Trema e la Ghiandaia gli si avvicina prudentemente studiando la situazione per capirci qualcosa, ma l’unico dettaglio che coglie è un involto di stoffa verde che giace abbandonato sul ripiano della cucina.
“In quel pacchetto c’era qualcosa di strano?” domanda la ragazza terminando di aggiustarsi i capelli e non osando muoversi.
“Me lo ha mandato la famiglia di Clove”riesce a dire l’altro con enorme sforzo, ridestandosi dalla trance in cui sembrava piombato “Era...”
“Non sei obbligato a dirmelo” attacca subito la Everdeen:”Nel frattempo ripulisco qui” brontola prendendo subito la scopa e raccogliendo i frammenti di vetro e ceramica sparsi per il pavimento.
Sa che non ha il diritto di infilarsi negli affari del suo coinquilino, lei per prima ritiene la propria privacy inviolabile e non ama confidarsi con chicchessia.
Anche perché si potrebbe dire che l’unica sua amica, Madge, l’ha lasciata in un posto che ancora non riesce a nominare col giusto distacco.
“Il primo regalo di compleanno che Clove mi aveva comperato prima di entrare in accademia, ci conoscevamo da quando avevo otto anni” sussurra flebile “Lo avrei dovuto..” prosegue sospirando “Lo avrei dovuto deporre nella sua f-f-fossa il giorno della restituzione del suo corpo alla fami-famig-famigli, ma l’ho rotto e non so nemmeno cosa dire ai suoi, ora.” Chiude allontanandosi dalla coetanea come avrebbe fatto da un oggetto bollente.
Katniss butta i frammenti di quello che presume essere un portafotografie e raccoglie l’immagine che avrebbe dovuto contenere osservandola curiosa.
Le pizzicano immediatamente gli occhi.
Anche gli altri tributi hanno avuto famiglie, amici e persino amori che li hanno spinti a lottare nell’Arena in modo che potessero tornare a riabbracciarli, ma fino ad ora non ne era pienamente consapevole: chissà quante cose non conosce del ragazzo con cui divide la casa…
Ora che ci riflette con attenzione, qualcosa di lui ha visto: il dinamico adolescente che è entrato nei Giochi, un tributo praticamente imbattibile e pericolosissimo, un essere umano spezzato e radicalmente cambiato quando lo ha tirato su alla Cornucopia (gesto per cui le dolgono ancora le ferite se ci ripensa), il disperato che ha pianto insieme a lei e addosso  a lei, il giovane uomo che non avrebbe mai più ferito nessuno per il dolore che ha provato sulla sua pelle e le ha fatto assaggiare il caffè.
Sussulta a ogni tonfo che risuona nell’aria ma si impone di salire solo nel momento in cui saranno cessati.
Apre la porta in legno chiaro e fa sentire i propri passi per le scale.
“Posso entrare?” dice senza nemmeno bussare.
“No, ho quasi sfondato la porta,è pieno di schegge di legno e sangue” risponde in tono incolore l’altro ragazzo.
La mora entra nella camera dopo aver preso con sé un kit per il pronto soccorso, studia preoccupata le nocche del coinquilino e gliele fa immergere in una bacinella d’acqua in modo da pulirle del sangue.
Non si parlano  e non ne sentono il bisogno mentre Catnip  con piccoli movimenti circolari sul dorso delle mani lo aiuta a rilassarsi.
Le schegge vengono estratte dalle nocche con una procedura abbastanza lenta ma necessaria e alcune escoriazioni vengono disinfettate.
Cato si sporge in avanti e abbraccia Katniss, che ricambia un po’ goffamente il gesto.
“Ci rimetteremo in forma e combatteremo, con calma” sussurra all’orecchio del biondo che si limita a respirare in silenzio.
“Ora prendiamoci il nostro tempo”.
Che cose stupide, che banalità da dire, ma lei non è mai stata brava a consolare qualcuno, quello era Peeta.
“Allora domani ti faccio fare il giro del Distretto, ti va?” brontola il diciottenne quando si separano senza guardarsi negli occhi “Intanto preparo qualcosa da mangiare” propone uscendo.
Un laconico “ok” è tutto quello che la Vincitrice riesce a dire prima di seguirlo al piano inferiore.
Figurarsi la vita in quel distretto non è semplice: rientri dalla fabbrica, hai un pasto caldo in tavola, hai dei soldi, poche famiglie devono avere la necessità di ricorrere alle tessere, i loro figli son istruiti meglio e formati al solo scopo di combattere.
Al Dodici sei fortunato se sopravvivi con un pugno di erba e frutti di bosco.
Sospira accendendo la tv, pare ci sia un annuncio da Capitol City che non promette nulla di buono.
Quando il ragazzo le serve un piatto di frittata lei arriccia il naso .
“Ci sono buone notizie?”
La mora scuote il capo.
“Da Capitol non lo sono mai” risponde cupamente.
Il ragazzo si siede accanto a lei studiando con attenzione lo schermo: inizia il consueto saluto d’apertura, una breve rievocazione delle precedenti Edizioni della Memoria e si materializza un Ceasar Flickermann in forma smagliante che annuncia novità sorprendenti.
Le parole rimbombano senza sforzo in quella casa troppo silenziosa.
L’imprecazione che rompe la quiete che segue l’annuncio della Capitale è brutalmente spezzata dallo spavento del tributo del due che sente piombargli un peso addosso: Katniss è svenuta.
“Sono aboliti restrizioni d’età e i tributi saranno mietuti fra i familiari dei vincitori delle ultime cinque edizioni dei nostri graditissimi Giochi “ sente gracchiare la tv  “Panem oggi, Panem domani, Panem per sempre”.
 
   
 
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