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Autore: eolide98    27/06/2015    1 recensioni
Dopo aver sconfitto Giano, i semidei italiani si trovano ad affrontare una nuova minaccia. Gea sta risorgendo e , mentre in America Jason, Piper e Leo si imbarcano in un'impresa, Jake ed Alexdanno la caccia a Matthew e Victoria. ma qualcosa va storto... tra eventi impensabili, alleane incredibili, profezie contorte, i semidei di Neapolis vanno alla ricerca della propria storia. Nuovi nemici stanno arrivando, la profezia di Eris è prossima all'avverarsi e due, nuovi e potentissimi mezzosangue fanno il loro ingresso in scena.
Sequel de " Le Lame di Giano"
Appartenente alla serie "Neapolis, i dimenticati"
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Neapolis, i dimenticati'
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JAKE

 

 

Non era la prima volta che gli capitava di rischiare la vita. Era quasi morto in centinaia di altre occasioni. Eppure quando aveva sentito Alex pronunciare quell'ultima frase Jake si era sentito completamente impotente. Solo dieci giorni di vita. Poi buio, morte... morte. La fine di tutto. La sua unica speranza era riuscire a battere un nemico del calibro di Nesso, combattendo contro un “Antico avversario destinato a tornare” e contro una folle veggente psicopatica. Per non parlare, poi, di tutta la faccenda del prigioniero e del giudizio di Memoria.

Jake fu certo che quei versi si riferissero a lui fin dal primo momento. Ricordava fin troppo bene quello che Poseidone, suo nonno (sì la faccenda della parentela in ambito olimpico è piuttosto strana), gli aveva raccontato.

“Un nemico terribile”- gli aveva detto- “si insinua nel palazzo del re dei Venti. Un essere rivoltante, subdolo, il cui unico intento è annientare te e tutti gli altri eroi, Jake! E tu cadrai per sua mano: cadrai in un baratro senza fondo, in una gabbia dalla quale non si può scappare. Questa sarà la tua sorte, nipote... questo il tuo destino. La salvezza di un uomo è un prezzo esiguo per la sorte dell'Olimpo”.

Poseidone era apparso una sera d'inverno, proprio sotto casa sua, nella fontana che stava sotto la sua finestra. Jake al principio, aveva creduto che si trattasse di un mostro. Uno particolarmente grosso e potente. Aveva sfoderato le Raffiche, ma gli era bastato uno sguardo per rendersi conto che quello che aveva davanti non era un avversario qualunque.

Solo i dolci occhi di quell'uomo lo avevano spinto a rimaner fermo e a non fuggire via. E Poseidone lo aveva guardato per molto tempo, gli aveva sorriso ed aveva preso a parlargli. E quella era stata la peggiore chiacchierata che Jake avesse mai fatto.

 

Alex riscosse il figlio del vento dai suoi pensieri. Lo stava abbracciando stretto e Jake riusciva distintamente a sentire il suo calore attraversarlo. Non le avrebbe detto nulla, non avrebbe permesso che lei o chiunque altro facessero una brutta fine al suo posto. Se c'era da provare, da resistere, da insistere ancora una volta... lui lo avrebbe fatto!

Jake si staccò da Alex e si diresse verso la casa grande. Intorno a lui turbinava un venticello leggero. Si impose di stare calmo: non poteva lasciar trapelare nulla. Alle sue spalle Noel zoppicava ed Alex, assieme a Damon, tentavano di reggere il passo.

Non si fermò quando la figlia di Apollo gli chiese di rallentare, né quando sentì il suo vecchio amico stringergli il polso. Entrò nella grossa costruzione bianca in tutta fretta attraversando l'ingresso e dirigendosi verso la sala da pranzo, dove immaginava che si sarebbe svolta la riunione.

 

Noel lo afferrò per un braccio e lo tirò a sé.

-Forse è il caso che aspettiamo gli altri...- Jake si rese conto di essersi comportato in maniera un po' scorretta, tuttavia trovò estremamente fastidiosa l'espressione corrucciata di Noel.- Ah, Jake... quando ti va di parlarne, della profezia e di ciò che credi di aver capito... io sono qui.- il ragazzo si sorprese di quanto immediato ed intelligente fosse il figlio di Ares. Mesi prima non avrebbe mai avuto il coraggio di parlargli con tale schiettezza. Adesso invece, forse a causa delle sue orribili esperienze, sembrava molto più forte: determinato!

E Jake decise che a lui avrebbe raccontato ogni cosa, non appena avessero avuto un istante libero per parlarne. Annuì e si appoggiò al muro del corridoio. Si accorse di essersi sforzato troppo. Le gambe gli facevano davvero male.

 

Alex e Damon arrivarono un istante più tardi. La figlia di Apollo gli rivolse un'occhiataccia. Il ragazzo aveva il fiatone: rallentare le rose malefiche e la stregoneria della caverna doveva averlo stremato.

-Bene!- iniziò Damon- Andiamo a divertirci!

 

In mezzo alla stanza c'era un tavolo rotondo, attorno al quale erano ordinatamente disposte un mucchio di sedie. Antony era seduto di fronte alla porta. Di fianco a lui c'era un mezzosangue addormentato. Era estremamente abbronzato e dal fisico scultoreo. La maglia bianca del campo gli stava stretta, Jake ne era sicuro, mentre i jeans che portava erano bruciacchiati. Quello doveva essere il ragazzo del quale gli aveva parlato Noel.

-Ciao Jake...- sussurrò Antony. La sua maglia era strappata in diversi punti, aveva indosso un cappotto mezzo distrutto e reggeva tra le mani un coltello, quasi avesse paura che il nuovo arrivato potesse attaccarlo da un momento all'altro.

Non c'erano molti altri ragazzi: alla sinistra di Tony c'era Gwendaline, la figlia di Ermes. Jake riconobbe Armenia, la capocabina di Afrodite. Una ragazza coraggiosa che, durante la guerra, aveva sterminato un'intera legione di dracene. Al posto di Alice, per la cabina di Atena, c'era una ragazza dai capelli lunghi e scuri. Sarah, questo era il suo nome. Jake l'aveva già incontrata, era stata lei a difendere l'ingresso della casa di Atena quando il figlio del vento aveva tentato di convincere Alice a tornare a combattere. E poi Jake vide il ragazzo dai capelli biondi che rappresentava la cabina di Dioniso. E si sentì davvero male. E ripensò a Nick, al suo sacrificio, al suo sorriso, alle sue ultime parole.

Seduto in fondo alla stanza, con indosso una camicia viola, stava un ragazzo molto giovane. Era alto e dal colorito pallido. I capelli castano chiaro erano tirati in alto con la gelatina.

E decise che Matthew non l'avrebbe passata liscia. E ricordò a sé stesso che avrebbe fatto tutto ciò che era necessario per impedire a quel folle di fare ancora tanto male a qualcuno.

 

-Antony... ragazzi...- Damon era entrato dalla porta e si era accomodato su una delle sedie. Alex lo aveva seguito a ruota, forse non aveva gradito la corsa silenziosa di Jake...

Noel, invece, era rimato all'impiedi, proprio di fianco a lui.

-Noel, per favore... potresti accomodarti?- il figlio di Ares strinse i pugni e lanciò un'occhiataccia a Sarah, che aveva osato intimargli di sedersi .

-Non osare dirmi cosa fare, figlia di Atena... - Noel rimase immobile, guardandola negli occhi. Antony batté una mano sul tavolo prima che si scatenasse una rissa.

-Non siamo qui per discutere di questo.- il ragazzo che Tony aveva vicino a sé tremò e tentò di andarsene, ma il ragazzo lo bloccò e lo costrinse a sedersi.

-Lasciami andare! Io non so chi voi siate... non vi conosco! Perchè mi tenete qui!- Patrick non era ancora stato avvertito di ciò che gli stava succedendo. Jake decise di fare da tramite, si avvicinò al ragazzo e scostò la mano di Antony.

Patrick rimase immobile.

-Ciao, io sono Jake...- una frase semplicissima, l'inizio di una banalissima presentazione- il tuo nome è Patrick, vero?- il figlio di Eolo si stupì della dolcezza con la quale stava parlando. Non era una sua caratteristica. Vedere quel ragazzo in quelle condizioni gli aveva fatto ricordare di quando lui stesso si era ritrovato in una situazione simile: avrebbe aiutato Patrick ad ambientarsi e a comprendere ciò che stava succedendo.

Il ragazzo annuì timidamente. Era spaesato oltre che straordinariamente confuso. Aveva paura... no... era letteralmente terrorizzato. Jake vide Patrick lanciare un'occhiata spaventata ad Antony, così fece un cenno all'amico di modo che si allontanasse un po'.

Noel gli stava ancora dietro, quasi volesse coprirgli le spalle. Ma Jake era sicuro di non aver bisogno di essere protetto... era Patrick, semmai, quello in difficoltà.

-Ascoltami, amico... quello che sto per dirti è complicato, okay? Molto... ma io... è importante che tu sappia che ti sto dicendo la verità. Siamo intesi?- Patrick annuì ma il suo sguardo si fece ancora più spaventato e Jake potè giurare di aver sentito il suo cuore accelerare.

-Hai presente tutti quei vecchi miti? Il Minotauro, gli dei, i titani e tutto il resto?- il ragazzo annuì ancora, ma Jake si rese conto che stava tentando di allontanarsi.

-Ecco... loro esistono per davvero. E gli... gli dei, alle volte hanno dei figli con gli umani. Ecco tu... tu sei proprio un semidio. Il frutto dell'unione di un dio e di un umano...- La cosa strana era che Patrick non aveva emesso nemmeno un suono. Non un singhiozzo, non un verso di disappunto

-Non ti è mai capitato di agire velocemente? Non ti sei mai sentito diverso dagli altri? Non ti è mai capitato di vedere qualcosa di strano?- Noel aveva iniziato a parlare lentamente, scandendo le parole e piantando un piccolo seme nella mente di Patrick. Il dubbio assalì il ragazzo.

-Credevo... credevo di essere pazzo... quindi tutto quello che mi succede: le crisi, i vuoti di memoria... sono cose che accadono a tutti voi?

-Ecco, questa è una domanda un po' difficile- Jake gli si avvicinò ulteriormente tentando di infondergli coraggio- vedi, la maggior parte di noi presenta caratteristiche importanti e speciali agilità, forza, velocità nel ragionamento. Ci sono addirittura ragazzi che, come me, sono in grado di manipolare la natura. Ma tu... a quanto mi hanno raccontato i miei amici sei particolare persino per essere un semidio. Perchè sai, Patrick... è questo che sei: per metà uomo e per metà dio, quelli come noi si chiamano anche mezzosan...- la frase fu interrotta da un rumore sordo. Patrick aveva sferrato un pugno a Jake diritto in faccia.

 

Jake non fece in tempo a rialzarsi che Noel era già partito all'attacco. In un attimo Patrick si ritrovò per terra con una spada puntata alla gola. Il figlio di Eolo si rialzò a fatica. Davanti agli occhi danzavano delle macchie bianche: quel ragazzo ci sapeva davvero fare coi pugni.

Una volta che si fu rimesso in piedi la situazione degenerò.

 

A Jake era già successo di alzarsi in volo dopo aver toccato un mezzosangue: aveva la strana capacità di determinare da quale dio questo provenisse. Ma questa volta il rito cambiò sensibilmente.

Una o due finestre si infransero, mentre il vento si riversava, prepotente, nella sala da pranzo. E Jake si sollevò da terra, avvolto dalla corrente.

Il ragazzo iniziò a parlare latino ( una cosa strana visto e considerato che quando si era trattato di scoprire il genitore divino di Dan e di Victoria il ragazzo aveva usato il greco) e, come al solito, le parole fuoriuscirono come un vortice. Jake riusciva appena a capire cosa stesse dicendo.

La procedura era più o meno la stessa di sempre: stava chiedendo all'immortale signore del vento ( alias suo padre) di narrargli la storia di colui il quale aveva davanti.

“TIGELLINUS”- disse una voce che non era la sua. Poi d'improvviso le correnti d'aria cambiarono colore: fu solo una frazione di secondo e Jake credette quasi di esserselo immaginato -”NERO CLAUDIUS IMPERATOR”- concluse la medesima voce.

Il figlio di Eolo toccò terra e nel momento stesso nel quale le correnti d'aria tornavano a stabilizzarsi.

-Tuo... tuo padre è Efesto, Patrick...- Jake ne era certo. Non sapeva come o perchè, ma era davvero sicuro che suo padre fosse Efesto, il fabbro dell'Olimpo. Purtroppo Patrick era un po' troppo impegnato per poterlo ascoltare. Noel gli stava addosso, spada in pungo.

-Toccalo ancora, brutto idiota...- disse il figlio di Ares- e giuro che ti taglio la gola!- Alex ed Antony si erano avvicinati notevolemente. La figlia di Apollo adesso gli stava accanto, quasi volesse sostenerlo, mentre Tony stava tentando di separare i due ragazzi che si stavano azzuffando.

-Ora basta!- a parlare era stato il capocabina di Dioniso. Era davvero alto e ben messo e Jake sospettava che fosse anche parecchio abile in combattimento.

-Non siamo qui per azzuffarci, né per svelare parentele sepolte... il nostro compito è renderci conto di ciò che sta accadendo, fermare Matthew, qualunque sia il suo intento e magari riuscire a salvare Jake!- il figlio di Eolo non potè dargli torto. Le loro priorità in quel momento erano altre!

-A dire il vero...- Demon aveva appoggiato i piedi sul tavolo, incurante di tutto ciò che stava accadendo- abbiamo anche un altro paio di problemi: come ad esempio il fatto che l'antro di Sibilla è stato invaso da fumo verde e rose nere e che c'è una nuova profezia!- al ricordo di ciò che era accaduto poco prima a Jake vennero i brividi.

Noel lasciò andare Patrick dopo avergli assestato una gomitata e si sedette su una sedia. Alex ed il suo migliore amico lo imitarono, mentre Antony rimase in piedi, quasi volesse controllare Patrick.

-Molto bene... vorresti per cortesia, spiegarci cosa ti ha detto Sibilla?- Jake fu certo di non aver mai sentito quella voce. Apparteneva, infatti, allo strano ragazzo vestito di viola.

Jake iniziò a recitare a memoria la profezia:

-Il condannato verrà tradito,

in una gabbia senza voce imprigionato, da chi credeva amico.

Un antico nemico tornerà alla luce,

mentre la veggente a follia gli eroi conduce.

La sola Memoria deciderà il fato dell'impresa,

mentre voce e fiamma vengono a contesa...-

-Fantastico! Un'altra profezia strana ed indecifrabile! Siamo apposto!- Sarah, la capocabina di Afrodite stava ironicamente commentando i versi, mentre gli altri ragazzi parlottavano fra loro.

Fu Noel a prendere la parola.

-Adesso ascoltatemi bene: da quello che riesco a capire si tratta di una spedizione rischiosa! Ma mi sembra altrettanto chiaro che sia nostro preciso compito fermare questo “Antico Nemico”. Inoltre non dimentichiamo che Jake ha una specie di morbo infettivo dilagante che nemmeno un dio come Apollo è in grado di fermare. Ed io non lascerò che lui muoia, dovessi andare in missione da solo!- Jake era completamente preso da quel vortice di parole. Noel voleva salvarlo, avrebbe corso un rischio altissimo solo per aiutarlo! Jake si rese conto, forse per la prima volta, di quanto quel ragazzino significasse per lui.

-Non sarà necessario nessuno stupido sacrificio- Antony aveva preso la parola spostandosi leggermente- entro domani Noel, Jake e un altro componente lasceranno Neapolis. Il vero problema è... dove dovranno dirigersi? Il loro compito è trovare l'anello di Admeto... ma temo che il re sia morto molto tempo fa...

-Io forse conosco qualcuno che fa al caso nostro. Un essere abbastanza antico da avere notizie riguardo questo fantomatico anello...-Damon li stava volutamente tenendo sulle spine. Alex lo invitò a proseguire- Ricordate la vecchia leggenda? Vesevo e Sebeto, le divinità fluviali e montane dormienti che vegliano sul golfo di Napoli. E se chiedessimo un parere ad uno di quei due? Scommetto che mettersi in contatto con loro non è complicato!- Jake guardò i ragazzi seduti attorno al tavolo. Probabilmente non credevano che la missione potesse avere esito positivo.

-Molto bene!- Alex si era alzata all'impiedi- Io, Noel e Jake partiremo domani stesso... ma, Antony... il ragazzo dovrà venire con noi.

 

Un coro di urla e stridii si alzò dalla sala. Nessuno voleva che Patrick prendesse parte alla spedizione. Forse i ragazzi avevano ragione... eppure Noel, Jake ed Alex avevano avuto la medesima intuizione. Portare con loro il semidio era la cosa più giusta da fare.

-Non sappiamo niente di lui! Ha dei poteri stranissimi, probabilmente si porta addosso una maledizione! Non è addestrato e poi non abbiamo idea di cosa voglia dire quel “Nero Claudius Imperator” per quanto ne sappiamo questo ragazzo potrebbe essere una spia o un mostro travestito!-Antony era su tutte le furie, in qualche modo era convinto che Patrick rappresentasse un pericolo.

-Ascolta, Tony... la profezia parla di una fiamma che si oppone alla voce.- disse Alex- adesso, almeno a parer mio, qui si parla di Patrick e Victoria. Quella ragazza è difficilissima da gestire: quella sua cavolo di lingua ammaliatrice è un problema... se Patrick riuscisse a batterla...

-Ti ricordi chi era sotto il controllo di Victoria quando lo abbiamo trovato? Io non sono d'accordo... lui potrebbe mandare tutto a rotoli...- Patrick per tutto quel tempo era rimasto in silenzio. Si alzò e camminò fino a toccare Noel.

-Questo ragazzo mi ha salvato la vita...- disse piano- lui mi ha strappato all'oscurità e alle fiamme che mi avevano avvolto... è mio dovere aiutarlo!

-Adesso ascoltami bene, piccolo...- Antony si era messo all'impiedi e procedeva verso il figlio di Efesto.

-No! Ascoltami tu! Sono stanco di prendere ordini! Sono stanco di lasciare che qualcuno manipoli la mia mente! Quella ragazza, Victoria, si è presa gioco di me! Mi ha usato! E quell'altro tipo di nome Matthew aveva intenzione di usarmi come arma di distruzione di massa! Io farò quello che mi pare, prenderò parte a questa maledetta impresa e farò tutto il possibile per dare una mano! Non so ancora come... ma farò del mio meglio!- Jake trovò che quel ragazzo gli somigliasse. Anche lui era alla ricerca di una risposta, anche lui era stato usato da Matthew, anche lui aveva sempre avuto qualcuno che gli dicesse cosa fare senza dargli possibilità di scegliere.

Antony si alzò dal tavolo circolare e si avvicinò alla porta.

-Molto bene... partirete questo stesso pomeriggio: non abbiamo un attimo da perdere! Correte a riposarvi, tutti quanti!- Antony stava sciogliendo la seduta. Tutti si alzarono, dirigendosi verso l'uscita.

-Patrick, tu rimarrai con me, ti farò vedere dove si trova il tuo alloggio e ti spiegherò un paio di cose. Damon. Tu e Gabriel vi occuperete dell'antro di Sibilla... fate qualunque cosa: tu pensa alle rose mentre Gabriel si occupa del fumo verde. Se c'è qualcuno che può scoprire qualcosa siete voi! Gli altri vadano pure. Jake, potresti riprendere la tua stanza all'ultimo piano.

 

 

Jake si era ritrovato in un istante nella sua vecchia camera. Il ragazzo spedì un SMS ai suoi genitori, ormai abituati a non vederlo rincasare ( eh già i semidei non hanno limiti di orari). Preferì non farli preoccupare anche se era perfettamente consapevole del fatto che sua madre e suo padre avrebbero passato la notte a mangiarsi le unghie. Si ripromise di chiamarsi non appena si fosse svegliato.

Il figlio di Eolo si lasciò cadere sul morbido materasso e sprofondò nel sonno. Intanto, fuori dalla finestra, albeggiava.

 

Nel sogno era in un grosso spiazzo circolare ricoperto da alberi e cespugli.

Tra questi c'era un ragazzo. Tuta nera, cappuccio alzato fin sopra la testa, pantaloni scuri e una piccola rosa intessuta proprio sul pettorale destro. Jake riuscì a guardarlo in faccia. Aveva gli occhiali, un paio di occhi color cioccolato davvero grandi ed i capelli che, un po' troppo lunghi, gli nascondevano parte del viso.

Era armato: un lungo arco elaborato di colore nero. Portava a tracolla una faretra nera e bianca ricolma di frecce.

Il misterioso ragazzo si fermò nel mezzo dello spiazzo e prelevo una delle frecce. Usò la punta per pungersi un dito ed una goccia di sangue cadde sul terreno brullo.

-Destati madre Gea...- sussurrò pianissimo.

La terra tremò ed alcuni alberi ingiallirono. Poi, come un turbine di sabbia e pulviscolo, apparve una splendida donna dal viso velato e dormiente. Parlò, ma senza usare la voce, quasi fosse tutto ciò che la circondava ad esprimersi al suo posto.

-Salve Elias, figlio di Ecate... come mai ti trovi qui? Matthew ha forse fallito per l'ennesima volta?- il tono della dea della terra sembrava un po' alterato: forse aveva già scoperto del recente fallimento di Matthew.

-No, madre Gea. Sono qui per avvisarla: la veggente ci dice che i mezzosangue hanno abboccato all'amo. Jake Hutckerson assieme ad altri tre mezzosangue si dirigerà qui a breve...- Elias o almeno quello era il nome col quale Gea lo aveva chiamato,fece un lento passo all'indietro, quasi temesse la reazione della madre terra.

 

Il suono di una risata terrificante inondò lo spiazzo.

-Lascia che il figlio del vento venga qui... il nostro alleato lo sta aspettando! Lo fermerà prima che lui possa fermare il diabolico piano di mio figlio Ippolito!- il sogno cambiò ed il volto di Gea oscurò la visuale.

-Comprendi, Jake? La speranza sta svanendo, mio caro... non potrai fare nulla questa volta per fermarmi. Il tuo destino è già segnato...- tutto si oscurò mentre Jake sprofondava in un sonno ancor più profondo.

 

 

 

 

 

N.D.A.

Eccoci tornati dopo due lunghe settimane di attesa.

Mi dispiace moltissimo... ma ho dovuto preparare una fic da concorso ed anche gli ultimi due capitoli di Remember Me... sul serio... scusatemi: prometto di fare tutto il possibile per non interrompere ancora.

Il capitolo è concluso e ci tengo a dire che a me è piaciuto tantissimo scriverlo...

vi abbraccio forte

mi raccomando: RECENSITE!

 

E.f.

 

Il capitolo è stato scritto ascolatando la canzone “Who Am I?” di Lorenzo Fragola... molto bella ( qui il link->https://www.youtube.com/watch?v=atLPCRtNx7E)

 

 

   
 
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