Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: MM_White    27/06/2015    2 recensioni
[Eric x Christina][Spoiler!]
Buio totale. Tabula rasa. Knock-out.
Non è un doposbronza come tanti altri quello che Christina deve affrontare. Aperti con difficoltà gli occhi, infatti, scopre di essersi svegliata accanto ad Eric, il capofazione sadico e spietato degli Intrepidi. Ma non sa assolutamente come diamine sia potuto accadere. E la sua vocina da Candida esige che venga scoperta la verità...
* * *
Dal capitolo 16:
«Che ci fai qui?» Chiedo affiancandolo. «Credevo che i Capifazione avessero delle palestre private.»
«Ne abbiamo, infatti.» Mi guarda con la coda dell'occhio. «Ma oggi avevo nostalgia di questa...»
«Nostalgia...» Ripeto. «Non ti sembra un sentimento troppo profondo per te, Eric? Sai, per abituarti potresti cominciare con qualcosa di più semplice. Con l'ammirazione, per esempio, oppure con...»
«Smettila.» Si scosta dal sacco e mi lancia un'occhiata caustica. «Okei, non avevo nostalgia di questa merda di posto. Sono qui solo perchè speravo di vedere te.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christina, Edward, Eric, Will
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Image and video hosting by TinyPic



 

3.
Prima lezione: un Intrepido non si arrende mai




 

Corro verso l'apertura nel muro in cui è entrato Eric, forse una strada secondaria per raggiungere la palestra, e proprio quando me lo ritrovo a camminare di schiena a pochi metri di distanza, le gambe cominciano a cedermi. Tutto nella sua figura mi provoca brividi di terrore. É così alto, e muscoloso, e forte. E poi ho paura dell'effetto che mi fa quando mi guarda. Mi sento impotente, debole, vulnerabile. Sento che potrebbe vedermi per quello che sono realmente. E se avessi voluto che gli altri vedessero la vera Christina non avrei mai lasciato la mia famiglia per inserirmi in questa fazione di matti spericolati.
«Eric!» Lo richiamo e quasi non mi si strozza la voce quando si volta.
«Guarda un pò chi c'è.» Dice lui accennando un sorriso beffardo. «La Candida.»
«Non sono una Candida. Non più.»
«Ma non sei neanche un'Intrepida o sbaglio?»
«Lo diventerò.»
«Allora cosa vuoi da me?»
«Sapere cosa è successo stanotte.» Lui solleva un sopracciglio. «Sapere la verità.»
«Okei, okei aspetta...» Dice avvicinandosi a me. Sento il cuore battere forte, forse non ce la faccio ad affrontarlo come credevo. Forse sbagliavo a credermi coraggiosa. Adesso mi sento solo un agnellino davanti ad un grosso lupo affamato. «Dici di non voler essere chiamata Candida e ti comporti come tale?»
«Non c'è niente di sbagliato nel voler sapere qualcosa che non ricordo assolutamente...» Mi sento la bocca secca. «E volerlo sapere da te, Eric, mi sembra l'azione più da Intrepidi che ci sia.»
Lui ride e si avvicina ancora. Adesso i nostri visi sono separati da pochissimi centimetri. Dieci, forse quindici. E stiamo respirando la stessa aria ma non c'è niente di romantico in questo. Respirare l'aria che respira anche lui è un'esperienza agghiacciante.
«Credimi, ci vuole ben altro per potersi considerare Intrepidi.» sibila. «Ed è solo a loro che ho giurato devozione, quindi non vedo perchè dovrei scambiare confidenze con una Candida come te.»
Il fatto che non mi consideri ancora un'appartenente alla sua stessa fazione mi irrita moltissimo, ma capisco che è questo il punto. Ribadire che in tutto questo sono io, e solo io, la diretta interessata, non cambierà nulla. L'unico modo per essere certa che lui mi consideri alla sua pari (o quanto meno quasi, alla sua pari) è diventare una vera Intrepida.
«E se... Se invece dovessi dimostrarmi all'altezza degli Intrepidi, me lo diresti?» Chiedo allora con la voce che trema un pò. «Mi diresti che cosa abbiamo combinato stanotte?»
Lui sorride, facendomi raggelare il sangue nelle vene, poi suote il capo. Anche in questo corridoio poco illuminato riesco a scorgere il colore chiarissimo dei suoi occhi, così celesti da sembrare bianchi, e sento le gambe cedermi.
«Non credo che sia possibile, perchè vedi...» Dice scostandosi. «Tu non sarai mai all'altezza degli intrepidi.»
Mi fissa per qualche secondo, poi si allontana, divertito. Non so cosa lo diverta tanto. Forse la mia espressione affranta e terrorizzata nello stesso tempo, oppure il fatto che mi sono ricordata di respirare e adesso sembra che stia annaspando per cercare un pò d'aria.
La sua affermazione infatti mi ha spiazzato. Se, come afferma lui, io non sarò mai all'altezza degli Intrepidi, allora lui non mi considerà tale neanche se dovessi superare l'iniziazione. E la mia memoria sarà sempre un puzzle con dei pezzi mancanti. Perchè nei miei ricordi di questa notte mancano poco più di sei ore. Sei maledettissime ore di buio totale.
Già, buio totale. Tabula rasa. Knock-out.
Ma io devo sapere che cosa è successo. É la mia voce di Candida che me lo impone. Non posso permettere che un'ombra copra una parte della mia vita, anche se si trattanno solo di sei ore. E, mentre lo penso, mi viene in mente la considerazione che ho tratto poco fa sugli Eruditi, pensando a Will. Ovvero che per gli Eruditi si tratta solo di tenere tutto sotto controllo. Ed Eric era un Erudito, lo ha rivelato Quattro durante la cena.
Quindi, se è vero che io in fondo rimarrò sempre una Candida con i relativi difetti, allora anche Eric non potrà mai sciogliere le catene mentali che lo tengono unito alla sua vecchia fazione. In pochi secondi mi faccio venire in mente tutti i punti deboli degli Eruditi: brama di conoscenza e di potere, egocentrismo, ipocrisia e, su tutti, l'arroganza. Gli Eruditi amano trovarsi in posizione di vantaggio. Sapere cose che altri non sanno. Alcuni non lo ostentano e diventano insegnanti o dottori, ma per altri è così evidente. Ed Eric è uno di questi. Lui adora essere capofazione, adora essere considerato un vero Intrepido, adora il fatto che gli altri lo temano. E, in questo momento, adora il fatto che io non sarò mai niente di tutto ciò. C'è solo un modo per far crollare questa barriera. C'è solo un modo per attirare la sua attenzione ed ottenere quello che voglio. Fare esattamente quello che lui più desidera: mostrarmi inferiore a lui e fargli credere che voglio essere esattamente come lui.
«Insegnamelo allora.» Dico quando sta quasi per svoltare l'angolo. «Insegnami a diventare una vera Intrepida.»
Lui si ferma di colpo e penso di aver fatto centro. Sento il chiasso degli Intrepidi provenire dalla mensa e l'umidità sulla pelle. Passano forse una decina di secondi, che a me sembrano interminabili, poi Eric solleva le spalle e mi guarda.
«E secondo te...» Comincia a dire irritato. «Non è per questo che seguo i vostri allenamenti?»
Cerco di replicare, di dire che non è con la violenza e la brutalità che si insegna il coraggio a dei sedicenni, ma Eric non me ne lascia il tempo perchè si allontana, sparendo dal mio campo visivo.

 

*

 

Quando entro in palestra sono curiosa di sapere con chi combatterò.
«Così non va.» Dico dando una gomitata a Tris.
«Ahia.» Si lamenta lei. Con gli allenamenti di questi giorni abbiamo tutti una fantastica collezione di lividi. Mi scuso e poi indico il tabellone.
«Ma guarda, mi hanno messo contro il carro armato.»
Quando dico carro armato mi riferisco a Molly, mentre quando dico mi hanno messo mi riferisco a Eric. Perchè so che è stato lui ad affiancare una ragazza snella come me ad un armadio come Molly. Vuole divertirsi, vuole dimostrarmi che non sono all'altezza.
Dopo l'incontro vinto da Al contro Will, Eric grida: «Prossima coppia, Molly e Christina!»
Faccio scocchiare le dita, tradendo il nervosismo.
Quando Molly si avvicina all'arena ho la tentazione di scappare il più lontano possibile da questa fazione, ma dopo il primo calcio sono ottimista. La mia avversaria rimane senza fiato e stringe i denti. Una ciocca di capelli stopposi le cade sulla faccia, ma non la sposta.
Sorrido, è stato facile dopotutto. Ma un attimo dopo Molly si tuffa su di me, facendomi cadere sulla schiena. Cerco di liberarmi ma lei è troppo pesante e non si sposta di un millimetro. Poi comincia a colpirmi sul viso senza sosta. Il dolore è lancinante ma riesco comunque a reagire e le sferro un pugno sull'orecchio, facendole perdere l'equilibrio. Spero che sia finita ma mi sbaglio, Molly torna ad attaccare e questa volta lo fa con un calcio sul fianco. L'impatto è talmente potente che non riesco a respirare.
«Ferma!» Geme mentre la vedo tirare indietro la gamba per calciare di nuovo. Allungo un braccio. «Mi... Mi arrendo.»
Sento i passi pesanti di Eric avvicinarsi all'arena, lentamente. Con la coda dell'occhio lo vedo sopra di me, con le braccia conserte.
«Scusa, che cosa hai detto? Ti arrendi?»
Mi sollevo con fatica sulle ginocchia, lasciando per terra una chiazza di sangue. Mi accorgo che sono cosparsa, di sangue. E la fonte principale è il mio naso. Lo stringo alla base tra due dita e annuisco.
«Alzati.» Mi ordina allora Eric, con voce grave, prima di afferrarmi il braccio e sollevarmi bruscamente.
«Seguitemi.» Lo sento dire rivolto agli altri, e mi trascina fuori dalla porta. Poi, avvicinandosi al mio orecchio sussurra: «Non eri forse tu quella che mi aveva espressamente chiesto di insegnarle a diventare un'Intrepida?»
Nonostante stia rischiando di svenire dal dolore, sorrido. Forse sono un pò più vicina alla verità.
«Sì...» Biascico mentre mi strattona.
«Allora stai per imparare la prima lezione...» Attraverso gli occhi socchiusi, intravedo il Pozzo. «Un Intrepido non si arrende mai.»
Quando ci fermiamo, Eric mi ordina di scavalcare la ringhiera.
«Cosa?» Chiedo incredula.
«Sali sul parapetto,» dice di nuovo, scandendo ogni parola. Mi viene in mente di quando mio padre mi sgridava perchè avevo detto una bugia e di come mi intimoriva il suo sguardo severo e autorevole. Ecco, neanche quello era lontanamente paragonabile allo sguardo di ghiaccio di Eric.
«Se riesci a rimanere appesa nel vuoto per cinque minuti,» continua, «dimenticherò la tua viltà. Se non ci riesci, non ti permetterò di continuare l'iniziazione.»
«Bene.» Mormoro cercando di non apparire terrorizzata.
Scavalco la ringhiera e rimango appesa, cercando di credere che non esiste al mondo una cosa chiamata fatica o dolore. E per qualche minuto ci riesco, poi però il fiume colpisce la parete, facendomi sbattere la faccia contro le sbarre. Grido. Le mani scivolano e mi ritrovo a tenermi aggrappata solo con le dita, che tra l'altro sono bagnate.
Conto ogni onda che ostacola la mia impresa, ogni lacrima che sento bagnarmi le guance. Ma il tempo sembra scorrere più lentamente e io non ce la faccio più.
Sento Al gridare: «Dai, Christina!»
E allora mi ricordo il motivo per il quale mi trovo qui. Perchè un ragazzo arrogante e crudele non mi ritiene all'altezza di appartenere al suo stesso gruppo. É solo per questo che rischio di morire o, peggio ancora, di diventare un'Esclusa.
Poi gli incitamenti aumentano. E io capisco che quella che io non sia all'altezza degli Intrepidi è solo una convizione di Eric. Solo sua. Io sono all'altezza. Lo so. E quando saranno trascorsi i cinque minuti lo saprà anche lui.
Riesco quasi ad avvertire i suoi pensieri.
«Ti arrendi, Candida?»
Perchè è questo che vuole chiedermi, ne sono sicura. Vorrebbe ripeterlo decine, centinaia di volte.
Ti arrendi? Ti arrendi? Ti arrendi?
«Mai...» Sibilo con un filo di voce.
Trovo la forza per afferrare di nuovo il corrimano ma un'altra ondata si infrange contro la mia schiena facendomi perdere la presa. Sono stanca. Troppo per poter rimanere ancora aggrappata qui. Ho gli occhi aperti ma vedo tutto nero, e i suoni arrivano alle mie orecchie ovattati. Abbraccio l'idea di lasciarmi andare e mettere fine a tutto questo, ma proprio un secondo prima di mettere in atto il mio piano, sento due mani forti afferrarmi i polsi e sollevarmi, allevviando i miei dolori.
Per un attimo credo che siano le grandi mani di Eric, ma quando metto a fuoco le immagini mi accorgo che invece si tratta di Al.
Che stupida, ad aver anche solo pensato che Eric potesse essere capace di un gesto tanto gentile.
Quando sollevo lo sguardo, lui mi sta fissando.
«Adesso...» biascico tra un colpo di tosse e l'altro. «Ti sembro all'altezza?»
«Questa era solo la prima lezione...» Ribatte lui.
Avverto gli sguardi persi dei miei compagni iniziati, che non sanno di che cosa stiamo parlando.
«Sono pronta per la seconda, allora.»
Noto nella sua espressione fredda un cedimento. Una contrazione involontaria. Cosa avrei dovuto leggerci in quella smorfia stizzita? Nervosismo? Rabbia?
Eric, sempre gelido e impassibile, sta provando finalmente dei sentimenti, seppur negativi. E in fondo da lui non ci si può aspettare nient'altro. Ma il fatto che sia io, la causa dei suoi turbamenti, mi diverte. Una ragazzina che gli sta tenendo testa, ecco cosa rappresento. Perchè lo sto sfidando a essere ancora più crudele e, allo stesso tempo, gli sto dimostrando che riuscirei comunque a sopportarlo.
Intorno a noi è calato un silenzio tombale. Stiamo aspettando tutti che Eric controbatta. Perchè Eric dveve avere sempre tutto sotto controllo, no? E così dovrebbe avere anche l'ultima parola, sempre.
Ma dalla sua bocca socchiusa non esce neanche un suono. E, mentre si volta scuotendo il capo, io sollevo un sopracciglio e scoppio in una lunga e rumorosa risata liberatoria.
Peccato che non avrei mai visto, in risposta alla mia risata, il sorriso incredulo stampato sul suo volto.






Note:
Con questo capitolo siamo entrati nel vivo della storia.
Sto cercando di renderla  più realistica possibile. Insomma, Eric è Eric, non mi piace che si incretinisca per una ragazza da un momento all'altro...
Ci dovrebbero essere delle ragioni valide, e anche in quel caso rimane comunque Eric! 
Quindi, secondo me, quando si sceglie di renderlo protagonista di una storia d'amore, questa non dovrebbe essere convenzionale, banale.
Così come odia, Eric ama. Ma lo fa in un modo tutto suo. Vedrete! ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate voi!
MM

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: MM_White