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Autore: SashaJohnson    27/06/2015    2 recensioni
Louis Tomlison, un simpatico diciannovenne della St. George's University.
Harry Styles, un donnaiolo di diciannove anni della St. George's University.
Louis crede di avere una cotta per la sua migliore amica, Rachel, ma lei non lo sa.
Harry non crede nell'amore, ed è un sentimento da cui cerca di tenersi alla larga, ma non sa di essere già caduto nella sua trappola.
[Tratto dal testo]
"Lui le ragazze le scopava e finiva lì.
"-Pensavo che con Emily avessi trovato una certa... stabilità.-
-Si stabilità, ma Louis non è amore, i grandi scrittori raccontano l'amore come qualcosa di incredibile, è come passare del tempo con una persona senza annoiarti mai.- ribatte. Su questo aveva ragione, io con Rachel non mi annoiavo mai.
-Però Harry, l'amore non è sempre come descritto nei libri...- e io ne sapevo qualcosa"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov’s Louis
Siamo alla fine di Ottobre, i ragazzi dell' università camminano per i corridoi in trepidazione per la festa imminente da Rachel e compagnia organizzata. C’è chi ha ricevuto un invito a solo il suo primo anno, c’è chi dopo 5/6 anni in questa dannata università si è ormai rassegnato, c’è chi corrompe altri anche solo per un invito, c’è chi strappa inviti. Ci sono tante categorie di gente quando si organizza un festa. Decisamente se volete evitare le feste delle confraternite venite alle nostre che sono altrettanto belle. Anche se io non sono un amante delle feste. Io sono un’amante delle attenzioni, senza un pubblico non sono nessuno. Alle feste se non sei ubriaco fradicio non attiri l’attenzione di nessuno.

Ed io odio essere ubriaco, ogni volta mi dimentico completamente tutto, non ricordo una virgola del giorno prima, il che mi ha portato a non bere, oppure a fermarmi quando divento brillo. E per quanto la gente dica che sia una bella sensazione essere ubriachi, per me è qualcosa di orribile. Rachel dice che sono più buffo del solito da ubriaco, il che mi rincuora. Ma odio venire a scoprire il giorno dopo che ho combinato qualche cazzata. Siamo all’inizio dell’orario scolastico, come sempre sono in ritardo, non proprio in ritardo, ma in ritardo per Rachel. La vedo in lontananza con un piccolo cipiglio sul volto, perché, come sempre, non arriverà con 15 minuti di anticipo, come era abituata a fare prima di conoscermi.

A dir la verità non so proprio da come un semplice compito insieme sia sbocciata l’amicizia. Ricordo che prima pensavo a lei come la ragazza abbastanza carina che mi passava i compiti. Eppure eccoci qui. Mi sto dirigendo a passo svelto verso di lei, mi vede e mi sorride, il cipiglio scompare sul suo volto ed io cerco di trattenere il mio sorriso da ebete. Mi fa un cenno con la mano come saluto, ed io affretto il passo. Mi imbatto in qualcosa o qualcuno che evidentemente mi fa cadere. “Fottuto tu e la tua testa sulle nuvole” mi schernisce una vocina dentro di me. E non posso non concordare con lei, sono caduto come un idiota sopra qualcosa, e sicuramente non ho fatto una bella figura.

L’unica cosa di cui sono grato è che la cosa su cui sono atterrato sia morbida. Mi alzo velocemente da sopra la cosa e riporto lo sguardo su Rachel, dannazione non si degna neanche di venire qui ed aiutarmi, sta parlando con quella Chloe, perché non mi sta cagando? Cado sul qualcosa e dato che ho fatto una figura di merda mi abbandona solo. Che razza di amica è? Proprio in quel momento mi accorgo che la “cosa” su cui sono caduto è una ragazza, che adesso sta cercando di alzarsi. Che stronzo che sono, neanche mi sono preoccupato per lei. Allungo una mano cercando di tirarla su, lei l’accetta e si alza. -Mi devi scusare, non ti avevo visto.- le dico. Nel modo di tirarla su, finisce decisamente troppo vicina a me, il che mi imbarazza un tantino.

-Tranquillo.- sussurra decisamente troppo vicino. Mi allontano da lei cercando di mantenere un specie di distanza di sicurezza. Speriamo che non se ne accorga, sono un idiota, cosa c’è che non va in me? Ora che la guardo meglio, è la ragazza che ha rifiutato Harry, quella del calcio del palle e dal bel culo. Mi sembra che si chiami Emily. Lei mi guarda con un sorriso imbarazzato e delle guance color porpora. Sto vedendo bene? E’ arrossita? Mi sembrava una tipa tosta, non una di quelle che arrossisce se la squadri dalla testa ai piedi. Lei sembra un po’ disorientata poi si abbassa per raccogliere i libri che le sono caduti. Io mi abbasso anch’io, è il minimo che possa fare avendola trattata di merda.

Mentre l’aiuto a raccogliere i libri intravedo una scritta, credo che sia il titolo di un libro. -Scienza della psicologia.- leggo a voce alta senza neanche accorgermene.  
–Già..- risponde lei leggermente imbarazzata.
-Quindi una futura psicologa?Dovrei preoccuparmi?- chiedo io sarcasticamente. Lei ride, dannazione anche la sua risata è odiosa come le altre. Perché nessuna ragazza riesce ad avere un risata decente come Rachel? A proposito di Rachel, riporto lo sguardo al suo armadietto e non c’è più. Se ne è andata.
–Tu dovresti essere il pagliaccio della scuola, giusto?- mi riporta all’attenzione Emily, accennando una piccola e odiosa risata.
–E così che mi hanno presentato?- le chiedo ironicamente facendo un faccia buffa e lei ride di nuovo.
-Bhe si.- dice continuando a ridere.
–Almeno te l’hanno detto il mio nome?- le chiedo ghignando.
-Si, Louis Tomlinson, giusto?- chiede sorridendo.
-In persona.- rispondo sull’attenti, lei ride ancora. Sto seriamente pensando di aver qualcosa che non va sulla mia faccia.
-Comunque Emily Smith.- si presenta porgendomi la mano. Io la stringo. Che stronzo, neanche mi sono preso la briga di domandarglielo. Però devo essere fiero di me stesso, ho ricordato il suo nome correttamente. Sto facendo progressi. Emily mi sorride ancora una volta. -Ci vediamo in giro.- mi dice salutandomi con la mano, poi corre via verso la sua ora di lezione.

La giornata passa in fretta, niente liti con gli insegnanti, qualche battutina puntata ad ogni lezione. L’unica cosa che non capisco è perché Rachel mi abbia evitato tutto il tempo, non mi ha neanche riservato il posto a nessuna lezione, si è sempre seduta con le sue amichette, un po’ con quella Chloe, un po’ con quella odiosa dalle punte rosa, liquidandomi sempre con la stessa scusa: “Sto troppo tempo con te Louis, non credi lo debba passare anche con le altre mie amiche?” Oggi non ha fatto altro che ripetermelo. Che diamine. Non si è mai posta tutti questi problemi. Non capisco cosa le sia successo, in una sola giornata sembra si sia rivoluzionata. Mentre usciamo tutti dalla scuola perché l’orario delle lezioni è finito, mi passa accanto a passo svelto, scendendo con fretta le gradinate all’entrata della scuola.

Riesco a fermarla per un polso giusto al cancello.-Ehi, mi vuoi spiegare cosa ti è successo?- le chiedo con un velo di preoccupazione nella voce, lei si volta irritata.-Nulla, cosa mi doveva succedere?- mi chiede acida.
-Non lo so, dimmelo tu, dato che oggi sembra che per te io non esista, e hai nervi a fior di pelle.- le rispondo con altrettanta acidità. Lei non risponde,si dirige di nuovo verso il bus. Io la blocco nuovamente.-A meno che tu non abbia le tue cose, cosa di cui avevamo già detto che mi avresti avvisato prima, non capisco quale sia il motivo di questo tuo comportamento scontroso e indifferente nei miei confronti.- le dico ancora io con un tono secco. Lei sbuffa.
-Sono solo preoccupata per te.- dice.
-Bel modo di preoccuparsi, evitarmi credo che sia il metodo migliore.- ironizzo io. Lei sbuffa ancora.
-Louis tu per me sei come un fratello..- continua.
-Non riesco a comprendere il punto...- chiedo io confuso.
-E.. non mi piace quella ragazza .- dice buttando giù uno sbuffo.
-Quale ragazza?- chiedo ancora.

–Quella di oggi, si dice che sia un' oca, e per giunta anche una troia.- dice abbassando la voce all’ultima parola, anche se con tutta questa confusione non ci può sentire nessuno.
-Allora?- chiedo ancora confuso, giuro che per la prima volta non la capisco. Lei alza gli occhi al cielo, lo fa sempre quando è seccata, ed io adoro quando lo fa.
- Louis, le sue intenzioni non mi piacciono per niente.- dice, ed io strabuzzo gli occhi.
-Le sue intenzioni? Ma se non la conosci nemmeno.- le rispondo, irritato.
-Ho visto come ti guardava Louis.-dice lei fra i denti.
-Ma se anche fosse? Non sei la mia fottuta fidanzata gelosa, cazzo.- le urlo quasi. Okay ho decisamente esagerato, ma che mi prende? Lei sembra che ci sia rimasta decisamente male e fa per andarsene di nuovo, ma la blocco nuovamente. -Scusa ho esagerato.- le dico triste. Lei non sembra per niente toccata.
-Come sempre Louis, tu esageri sempre! Poi quando fai scenate di gelosia, se do retta a ragazzi che non ti piacciono, io non mi devo minimante infastidire. Poi la fidanzata gelosa sono io? Sei come mio fratello, ci siamo ripromessi che possiamo dirci tutto.- mi risponde lei urlando e gesticolando con le mani.
- Io geloso? Non ti ho neanche chiesto il nome del ragazzo francese che ti sei giustamente scopata. Io mi preoccupo per te, non sono mica tuo padre.- le rispondo di rimando.
-Mi sembrava che la faccenda del ragazzo francese l’avessimo accantonata, dopo che tu mi hai sgridato davanti a tutti.- mi dice ancora.

-Sgridato? Ci sono solamente rimasto male che tu non mi abbia detto nulla, e comunque no, non l’ho superata, sono ancora incazzato con te.- le dico parecchio arrabiato.
-Uhh, non ti sopporto.- mi ringhia.
-Neanch’io.- le rispondo di rimando.
-Allora possiamo anche andarcene ognuno per la sua strada.- conclude dirigendosi verso la fermata del bus. Non arriva in tempo e l’autobus parte, io la seguo non voglio restare in guerra con lei, mi da troppo fastidio.-Ti odio, mi hai anche fatto perdere il bus.- mi dice con voce sprezzante puntandomi il dito contro.
-Meglio, così torni a casa a piedi e la smetti di lamentarti dicendo che hai la cellulite.- scherzo io. Lei alza gli occhi al cielo, ma so perfettamente che sta cercando di non ridere.-Credo che se giocassimo a chi ride prima perderesti a primo colpo.- la rimbecco io e lei sorride. Io allargo le braccia come un segno di resa. E lei ci si fionda dentro. Assaporo il suo profumo stringendola forte a me e il peso sul mio petto scompare. La mia testa accoccolata sulla sua spalla e la sua sul mio petto, adoro restare così con lei.
-Sei odioso, avolte.- mi dice alzando la testa dal mio petto e guardandomi negli occhi.
-Solo a volte.- le rispondo e lei ride. Rimaniamo abbracciati per un arco di tempo indefinito, come se il tempo intorno a noi si fosse come fermato.


Pov’s Harry
Come ogni primo pomeriggio dopo le lezioni sono seduto al bar ad aspettare Emily, oggi è stranamente in ritardo. Ormai da quasi un mese ci vediamo tutti i giorni in questo piccolo bar. Abbiamo instaurato una specie di rapporto di amicizia: lei mi chiama “idiota” ed io la chiamo “nana”. Mi ero praticamente dimenticato quanto fosse bello imparare a conoscere le persone, oramai mi ero limitato alla mia stretta compagnia di amici, della quale tutti maschi. Avevo decisamente scordato cosa significasse avere un rapporto di “non sesso” con un individuo del sesso opposto, è bello poter parlare con lei. Non che ormai lei mi interessi più così tanto, forse mi piace stare con lei perché mi ricorda qualcuno con cui prima stavo bene.

Mi distolgo dai i miei pensieri e la vedo arrivare tutta in fretta con i libri in mano. -Ciao idiota.- mi saluta lasciandomi un bacio sulla guancia: è l’unico contatto fisico che ho con lei.
-Ciao nana.- ricambio il saluto con il mio nomignolo.
-Scusa se ho fatto tardi, il professore di scienze umane ci ha intrattenuto perché doveva darci degli appunti.- mi dice mentre prende posto nello sgabello accanto a me. Il cameriere ci raggiunge. -Il solito.- dice lei a Frank, ormai abbiamo fatto amicizia con lui, dato che ha super giù la nostra età. Lui annuisce e si dirige verso la caffettiera.
-Vabbè sei sempre la solita secchiona.- la sfotto io riprendendo il discorso di prima.
-Harry se non prendo la laurea in tempo chissà quando riuscirò a lavorare. Anche tu dovresti pensare a studiare.- mi dice con fare autoritario, mi sembra mia madre.
-Ma io studio, solo che non prendo appunti in classe, ho un registratore e gli appunti di Ellen, la ragazza che prende sempre i premi per prima studentessa della settimana, non ho neanche bisogno di andare a lezione.- le rispondo strafottente. Lei sbuffa sonoramente non sapendo come ribattere. Il cameriere arriva con i nostri caffè. Verso qualche bustina di zucchero nella miscela cremosa, mescolo con il cucchiaino e porto la tazzina alle labbra. Noto con stranezza che Emily non sta sorseggiando il caffè ma il suo sguardo è fisso su qualcosa o qualcuno alle mie spalle. Io provo ad intercettare il suo sguardo ma non riesco capire dove stia guardando Emily, dietro di me c’è così tanta gente.

–Allora..- mi richiama all’attenzione lei, essendo stata colta distratta. -Quando ci siamo incontrati la prima volta qui, ti ricordi?- mi chiede lei con fare indagatorio. Io alzo gli occhi al cielo, certo che me lo ricordo, è stato il pomeriggio più imbarazzante di tutta la mia vita.
-Si.- dico solamente sperando che lasci cadere il discorso. Ovviamente non lo fa.
-Mi dicesti che non ti piacciono gli uccelli, allora perché ne hai tatuati due sul petto?- mi chiede lei curiosa. Io quasi risputo il caffè nella tazzina. Mi accorgo che oggi ho una felpa un po’ più scollata che lascia intravedere l’evidente tatuaggio.
-Uhm… Bhe… Credevo ti riferissi al mio orientamento sessuale.- borbotto io spiazzato dalla domanda. Lei si copre la bocca con le mani e spalanca gli occhi.
-Sei gay?- mi chiede a bassa voce. Io strabuzzo gli occhi.
-Cosa? No.- quasi urlo.
-Non c’è niente di male ad essere gay.-ribatte lei.
- Non sto dicendo questo, non ho nulla contro i gay.- le spiego gesticolando.
-E allora..- comincia, ma io la interrompo.
-E allora niente, mi piacciono le donne, due buchi e curve varie. Possiamo smettere di parlare di questo argomento adesso?- le chiedo io imbarazzato sperando di sviare il discorso. Lei annuisce e riprende a parlare con me di cose idiote. Facciamo sempre così, io ascolto lei, lei ascolta me. Parliamo del più del meno come vecchi amici che non si vedono da tempo e poi le alla fine di ogni nostro discorso se ne esce con una frase filosofica. Emily adora la filosofia, anche io credo che non sia male, era l’unica materia dove non andavo male al liceo. Il liceo per me non è stato dei migliori, soprattutto negli ultimi due anni, avevo incominciato a frequentare brutta gente e avevo quasi abbandonato il mio gruppo.

Da lì ho incominciato ad avere la nomina di puttaniere, ho incominciato a fare scommesse su tutto, soprattutto su ragazze. Ho ancora la nomina di puttaniere ma non faccio più quella merda. Una ragazza mi distoglie dai i miei pensieri e mi passa accanto con fare a dir poco provocante. -Che culo.- dice Emily. Ed io rimango intontito, qualcosa dentro di me mi dice che si stava riferendo alla ragazza.
-Cosa?- chiedo io al quanto scioccato.
-La ragazza che è passata ha un bel culo.- dice lei con non curanza. Io la guardo sbalordito e lei pone fine alle mie domande.-Sono bisex.- mi dice. Io strabuzzo gli occhi ancora di più per lo stupore.
-C…c…cosa?- chiedo io balbettando.
-Hai sentito bene.- risponde lei annoiata.
-Quindi… a te… piacciono… anche le donne?- chiedo pure se lei è stata alquanto chiara.
-Già.- mi risponde con fare ovvio, arricciando un po’ il naso. Io la guardo sbalordito. -Harry smettila di fare l’idiota. E paga il conto.- mi dice Emily sbuffando. Io faccio come dice ma la guardo ancora sconvolto. -Ora io devo andare.- mi congeda Emily, prende le sue cose, mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va. Io sono ancora troppo sconvolto dalla sua rivelazione che ci metto più tempo ad alzarmi dallo sgabello. Emily Smith, la ragazza dal bel culo, è bisex. A volte le novità ti prendono proprio alla sprovvista.






Note della falsa autrice
Hello! 
Ciao popolo! Come state? Qualcuno è stato di esami quest'anno? Esami di terza media oppure esami di stato? Spero di no e spero anche che la vostra pagella sia stata soddisfacente come lo è stata la mia, e se qualcuno se lo stesse chiedendo (ma non penso proprio) anche la pagella della vera autrice è andata una bomba. Non che io glielo abbia chiesto, ma conoscendola avrà tutti 8, 9 e da qualche parte anche 10.
Ma non siamo qui a parlare di quella merda di scuola, ne parliamo giù 9 mesi all'anno, credo che dovremmo passare ad altro.
Allora, io mi scuserei per l'enorme ritardo se solo fossi la vera autrice della storia, ma non lo sono, quindi vi farò delle immense scuse da parte sua che in questo momento vorrebbe farsi fustigare da quanto si sente in colpa (non è vero niente, cercavo di rendere il tutto molto più tragico). Comunque, sembra che l'estate la stia ispirando, perchè è già passata a scrivere il POV di Louis del prossimo capitolo, e le manca solo il POV di Harry, anche se ha già delle idee che io, musa ispiratrice, le ho fatto venire in mente. Sono seria, io sono la sua musa, e lei è il mio mulo, credo che questo sia il più bel rapporto della mia vita.
Comunque, che ne pensate del capitolo? Allora, io ho amato il litigio tra Louis e Rachel. E ora voi penserete "Ma sei cogliona che ti piacciono i litigi?" Ebbene si, sono cogliona, ma non perchè mi piacciono i litigi, ma per altri motivi che non sto qui a spiegarvi. Comunque, stavo dicendo che io personalmente ho amato il litigio dei due perchè in questo litigio si vede quanto entrambi tengano all'altro/a, e anche perchè riusciamo a intravedere quel piccolo presentimento che tra loro non sia solo amicizia, ma qualcosa di più (eh eh eh). Poi inutile dire che amo come si sta evolvendo il rapporto tra Emily e Harry. Credo che il loro rapporto d'amicizia sia più bello di quello tra Louis e Rachel, a parer mio, ma la mia cara amica deve sbrigarsi a scrivere, perchè io sono in attesa del capitolo 6, per motivi che so io (perchè io può) e di cui verrete a conoscenza anche voi. 
Adesso vado, vi ho spaccato le palle, lo capisco, anche io mi sono rotta da sola.
Un bacione e fatemi sapere che ve ne pare.
Un abbraccio!
Sasha Johnson






 
  
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