Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: bimbabest99    28/06/2015    7 recensioni
La guerra magica è conclusa. Tutti i ragazzi ritornano ad Hogwarts per frequentare l’ultimo anno, ma la guerra magica ha segnato ognuno di loro. Per quanto vogliano negarlo, una parte dei loro cuori rimarrà incatenata in quel passato fatto di morte e paura. Ma c’è sempre uno spiraglio di luce nell’oscurità, così come c’è sempre un po’ di buio nella luce. Draco e Ginny. Due ragazzi agli antipodi, rispettivamente buio e luce. Ma, in fondo, cosa illuminerebbe la luce senza le tenebre? E cosa oscurerebbe il buio senza la luce?
***
Perché tutto in lei gli ricordava un angelo: la sua purezza, la sua ingenuità, i gesti pregni di dolcezza infantile.
Un bellissimo angelo dalle ali candide e i capelli di fuoco: così bello, così puro, così perfetto.
Troppo perfetto.
Un sorriso maligno curvò le labbra del ragazzo, e gli occhi perlati scintillarono macabramente.
Era arrivato il momento che le ali di quell’angelo si sporcassero di sangue, così da impedirgli di volare.
E solo allora quella ragazza che tanto gli ispirava odio, avrebbe capito cosa significava osservare la vita con gli occhi di un cieco.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                My only Love sprung from my only Hate…

 

                         Capitolo 15 – Madri

Non è possibile essere una madre perfetta. Ma ci sono milioni di modi per essere una buona madre.

Cit. Jill Churchill

                                 

Il tempo scorreva veloce tra le mura di Hogwarts e ogni giorno era uguale a quello precedente e non molto differente dal seguente.

Eppure, qualcosa accadde una di quelle mattine, apparentemente normali e senza nulla di speciale.

La Sala Grande gremiva di studenti che entravano ed uscivano all’ora della colazione, questo fino a quando le grandi porte della stanza si aprirono, lasciando entrare una figura maschile.

Vestito con abiti lucidi e abbastanza sontuosi, si trattava di un giovane adolescente che doveva aver superato da poco i diciassette anni.

Si era diretto con lentezza verso la sedia dove sedeva la Preside McGranitt che, alla vista del ragazzo, si era alzata in segno di attesa o rispetto, il volto imperturbabile ma gli angoli della bocca erano rigidi, mostrando così un leggero disappunto.

La Preside si era diretta verso il piccolo altare e aveva fatto un annuncio a tutti i presenti: il ragazzo che si era presentato non era di sangue puro e pertanto non apparteneva alla nobiltà, ma era molto ricco e faceva parte di una stirpe ben vista e rispettata dal mondo magico.

Avrebbe soggiornato a Hogwarts per qualche giorno in vista di un importante affare, ed era libero di vagare per i corridoi nel limite delle ore concesse.

La voce ferma della Preside sfiorava la rigidità e questo fece subito capire ai docenti e ad alcuni alunni che la decisione di far soggiornare il ricco rampollo a Hogwarts, era stata presa contro la sua volontà.

Probabilmente qualche importante esponente dell’alta borghesia aveva versato un’ingente quantità di denaro per permettere il soggiorno al ragazzo, oppure – tesi molto più convincente della prima – aveva minacciato duramente la Preside.

Quale fosse il reale motivo che aveva spinto la donna ad accettare, non era dato a sapere, ma se quel ragazzo era riuscito ad ottenere vitto e alloggio doveva sicuramente avere qualcuno di potente ed importante alle spalle.

Ginny non fece troppo caso a quell’avvenimento anche se le dispiaceva molto per la Preside McGranitt che era stata costretta a mordere l’orgoglio per soddisfare i capricci di chissà quale importante esponente.

Il resto degli studenti, però, manifestò una certa insofferenza nei confronti di quella situazione, Grifondoro in primis, poiché non riuscivano a spiegarsi come una donna dall’orgoglio imperturbabile come la McGranitt abbia ceduto un soggiorno ad un ragazzino.

Ginevra sbuffò quando smise di parlare con il resto dei compagni su quell’argomento, e si avviò verso l’uscita della Sala Grande con ampie falcate.

Più di una volta le era parso di sentirsi osservata al momento di uscire dal portone principale, e ogni volta aveva la sensazione che a guardarla fossero un paio di occhi perlati come l’alba lattiginosa.

Quella volta, invece, una spiacevole sensazione attivò un piccolo campanello d’allarme: ad osservarla erano un paio di occhi ben diversi da quelli di Malfoy.

Ignorò quell’istinto poco gradito e uscì dalla Sala Grande senza sapere che il nuovo arrivato la stava studiando, e Malfoy stava guardando quest’ultimo con la mascella serrata e gli occhi in fiamme.

Ginevra e Draco non si erano più visti da quel giorno al campo di quidditch: entrambi si stavano evitando, ma per ragioni diverse.

Draco non aveva nessuna intenzione di abbandonare il suo piano: aveva semplicemente bisogno di tempo per pensare.

Quando era arrivato a Hogwarts si sentiva una fragile colomba dalle ali sporche di petrolio, in gabbia, che non riusciva a volare libera nel cielo.

Tutto il suo mondo aveva perso le sfumature colorate e brillanti che lo rendevano magico, trasformandosi in una tavolozza vuota, priva d’espressione.

Gli incubi lo perseguitavano: a volte si trattava di ricordi spiacevoli, altre volte di fiumi di sangue che veniva versato a causa sua, di quel marchio che aveva brutalmente rovinato la sua esistenza.

Poi era arrivata Ginny, e con il tempo, un poco alla volta, tutto intorno a lui stava mutando: dalle piccole cose che prendevano inspiegabilmente colore, sino agli oggetti più grandi.

Quella piccola rossa stava illuminando tutta la sua esistenza e la sua sola presenza faceva allentare quella chiave che lo teneva prigioniero.

Ma c’erano ancora un sacco di punti scuri nella sua vita, punti in cui il passato era forte e vivo, non del tutto degno di essere chiamato “passato”.

Il ricordo di un padre che non avrebbe più rivisto, oppure quello di una vita tranquilla, se non felice, che non avrebbe più riavuto indietro.

E quella che era iniziata come una vendetta personale si stava trasformando in un bisogno incontrollabile: senza far rumore, era diventata indispensabile.

Ma lui non poteva permetterlo, perché era Draco Malfoy e tutta la sua vita non era mai stata raggiunta dal sole: tutta quella luce, quei colori, erano una zona nuova per lui, e non era pronto ad affrontarli.

Ma mai e poi mai avrebbe rinunciato al motivo che aveva fatto iniziare tutta quella storia…aveva solo bisogno di tempo.

Ginny, invece, aveva una guerra dentro di sé, che riaccendeva i fuochi ogni volta che pensava al bel Serpeverde: sapeva che Malfoy voleva solo usarla come una sgualdrina qualsiasi, ma c’era qualcosa in lui che la attirava.

Sembrava una preghiera, un autentico grido di disperazione che nessuno sentiva oppure che nessuno voleva sentire.

La sua parte razionale le diceva di non affezionarsi, di non dare peso a tutte quelle sensazioni che – nonostante tutto – il suo cuore continuava a percepire costantemente.

Era divisa tra la ragione ed il cuore, e soffriva amaramente nel pensare che tutti quei momenti passati con lui erano solo frutto della sua cattiveria, di una fitta ragnatela di bugie tessuta per farla cadere nella sua trappola.

Più di una volta aveva pensato di rivelargli la verità, ma la paura di perdere anche quel minimo rapporto che si erano costruiti, era troppo grande.

E così la loro vita sembrava essersi fermata da quando avevano smesso di confrontarsi e il loro rapporto sembrava essersi fermato come un treno nel bel mezzo del deserto: persino le loro solite frecciatine sarebbero state d’aiuto.

Vivevano costantemente nella speranza di veder sbucare l’altro da un muro del corridoio, ben sapendo che non sarebbe mai accaduto, perché entrambi erano troppo testardi ed orgogliosi per ammettere che qualcosa, nel loro piccolo mondo, stava mutando.

Lentamente ed inesorabilmente, come piccoli fiocchi di neve che cadevano dal cielo con una calma innaturale, ma che alla fine riuscivano a ricoprire delicatamente tutto il suolo.

Senza lasciare via d’uscita.

I giorni passavano, e più di una volta Ginny aveva visto lo sguardo del nuovo arrivato, posato su di lei.

Non capiva che interessi potesse nutrire nei suoi confronti, così come non capiva perché Malfoy sembrava provare tanto astio verso il ricco rampollo.

Forse si conoscevano: in fondo, anche se il ragazzo non apparteneva alla nobiltà, era ben visto dal mondo magico e, pertanto, doveva aver frequentato i giusti ambienti.

Tuttavia, Ginny decise di ignorarlo e passò i giorni seguenti tra studio, tempo passato con gli amici e occhiate fuggevoli che ogni tanto lanciava a Malfoy.

Questo perché aveva bisogno di vederlo – anche se per pochi istanti – quasi dovesse assicurarsi che stesse bene.

Lo stesso valeva per il bel Serpeverde che, dopo un lungo periodo passato a pensare a quella situazione, decise di tornare in carreggiata, ma mai si sarebbe aspettato una cosa del genere.

Quella sera, Ginny stava camminando per i corridoi bui ed umidi dei sotterranei, facendo attenzione a dove metteva i piedi.

Era sola per quei corridoi poiché stava svolgendo una delle ronde notturne che le spettavano, in quanto prefetto.

Svoltò l’angolo e s’immerse ancora di più in quel corridoio buio, tanto che dovette fermarsi per cacciare la bacchetta dalla tasca della gonna, e accenderne la punta con l’incantesimo “lumos”.

Il pezzo di legno iniziò a rischiarare l’ambiente, illuminando così un volto umano che sembrava scavato nella pietra.

Ginny sussultò, facendo quasi cadere la bacchetta mentre il ragazzo sogghignava per l’ovvia reazione che aveva scaturito nella giovane.

Ginny lo guardò più attentamente e riconobbe il ricco snob che da qualche tempo a quella parte si pavoneggiava per i corridoi di Hogwarts, mostrando anche più alterigia di tutti i Serpeverdi messi insieme.

-Che diavolo fa vostra maestà per i corridoi, a quest’ora? Se non vado errando, il vostro coprifuoco è analogo a quello della misera plebaglia…-

Iniziò Ginevra, riprendendosi dal piccolo momento di spavento e mostrando il suo tagliente sarcasmo per far capire al ragazzino che con lei non c’era da scherzare.

Certo, la natura pacifica di Ginny non le permetteva di far del male nemmeno ad una mosca, ma avrebbe senz’altro ricorso alla magia se quell’individuo non avesse mosso da solo le sue nobili chiappe.

-Quanto astio per un po’ di ritardo, Signorina Weasley! Devo forse dedurre che la mia figura è la causa di un reflusso d’agitazione?-

Mostrò un sorriso a trentadue denti, facendo scintillare macabramente due occhi scuri come buchi neri.

Da vicino, Ginny poté studiare con più attenzione i suoi lineamenti: aveva la pelle color caramello, un volto troppo spigoloso per i suoi gusti, un’appendice nasale abbastanza lunga e un paio di occhi scuri: tutto nella sua figura emanava antipatia e sfiducia.

-La causa di un reflusso gastrico, più che altro…-

Gli rispose, arricciando il naso in sua direzione e puntandogli contro la bacchetta, ignorando la sua smorfia di disapprovazione.

-Non credo di averti mai detto il mio nome. Pertanto, devo dedurre che tu abbia indagato su di me?-

Sibilò la ragazza, inclinando il capo d’un lato e studiando attentamente la sua lieve risata e la piega derisoria delle labbra.

-Mi presento, Signorina Weasley. Sono Thomas Carrawell, famiglia inglese da sette generazioni.-

Le disse, prendendo la sua mano senza chiederle il permesso e con poca delicatezza, mimando un baciamano prima di usare quella stessa mano per spingere Ginny in sua direzione.

La ragazza osservò con disprezzo quell’essere che le sorrideva soddisfatto, provando un moto di disgusto nel sapere che quel petto a cui era poggiata non era quello di Malfoy.

-Dammi un solo motivo per non strapparti la faccia…-

Mormorò, con voce minacciosa e pericolosa, avvicinando la bacchetta dalla punta illuminata alla gota del ragazzo che sembrò sorpreso dalla tempra di Ginny.

-Beh, perché ti sto facendo divertire, no?-

Le domandò, mostrandole un grande sorriso che era poco rassicurante, al che Ginny alzò orgogliosamente il mento, evitando di ricambiarne il “sorriso”.

-Forse non l’hai notato, ma l’unico a divertirsi qui…sei tu!-

Gli rispose, liberandosi dal contatto e osservandolo fieramente dall’alto al basso, mostrandogli tutta la sua stizza.

Il ragazzo rimase ad osservarla per qualche secondo, prima di sorridere con gli occhi scintillanti per la vittoria.

-Colui che custodisce il tuo cuore non deve temere nulla. La tua fedeltà è ammirevole, giovane Grifondoro-

Le sorrise, prima di sorpassarla e lasciarla immobile in mezzo al corridoio buio, interdetta per la frase che aveva appena espresso.

-Mi domando a chi devi tanta lealtà…-

Le disse, quando la ragazza era ancora girata, ma riuscì a sentire distintamente le sue parole.

Il giovane Carrawell si avviò verso la Sala Comune dei Serpeverde dove aveva soggiornato fino a quel giorno, ma quando svoltò l’angolo una figura indistinta lo afferrò per il colletto della camicia.

-A me!-

Disse quella voce, rispondendo alla domanda che il ragazzo aveva posto a Ginevra qualche minuto prima a quella parte: tutto ciò che riuscì a vedere furono un paio di occhi color ghiaccio, prima che un potente pugno si abbattesse sul suo viso, stordendolo.

Anche in quel momento, tra le mura del grande palazzo dove aveva appuntamento con il padrone, la faccia continuava a fargli male.

Il soggiorno nella scuola di Hogwarts era stato abbastanza piacevole, ma quell’inconveniente proprio non l’aveva calcolato: di certo non si aspettava di venir colto nel sacco dall’uomo della Weasley.

Le porte del grande salotto si aprirono permettendogli di entrare, e alcuni elfi domestici la richiusero alle sue spalle, tremanti per la paura.

Il ragazzo camminò sul lungo tappeto borgogna che portava ad una figura incappucciata che si levava maestosamente al centro del salotto.

Indossava un mantello color cobalto, il cui cappuccio gli copriva il viso: in quel momento gli stava dando le spalle, troppo intento ad osservare le fiamme del sontuoso camino in pietra.

-Ho svolto il compito che mi avevate assegnato…-

Iniziò il ragazzo, avvicinandosi con indolenza alla figura che gli rivolse un pigro gesto della mano per invitarlo a continuare.

-Ho fatto delle avance alla piccola di casa Weasley, come mi avevate ordinato. Devo dire che quella ragazza ha del carattere: mi aspettavo una donnina facile e compromessa, e invece mi ritrovo questa adorabile leonessa che sembra tenere al suo orgoglio più che alla sua vita-

La figura incappucciata s’irrigidì con la schiena, segno che era molto interessato alla questione e che non si aspettava un resoconto del genere.

-La bella rossa non ha voluto cedere! A quanto pare il suo piccolo cuoricino è già sigillato tra le mani di qualcun altro, che non sembra avere intenzione di lasciarlo andare: questa incredibile opera d’arte mi è stata donata da egli stesso, in seguito al tête-à-tête avuto con la sua bella-

Sogghignò, indicando con una mano il livido violaceo che aveva deturpato la sua pelle e che sembrava rossastro a causa del riflesso delle fiamme.

-Il nostro patto non prevedeva il cedimento della ragazza: dovevo semplicemente provare a sedurla, nulla di più. Credetemi se vi dico che è stata una roccia! Pertanto, io ho rispettato i miei termini, signore-

Disse il ragazzo, osservando la schiena della figura incappucciata che dopo quelle parole rimase a lungo in silenzio.

La sua mente stava pensando e riflettendo attentamente su quanto gli era stato detto dal ragazzo: di certo non si aspettava tutta questa lealtà da parte della giovane.

-Ti prego…-

Iniziò la figura, voltandosi lentamente e abbassando il cappuccio del mantello, rivelando un volto maturo ma delicato, contornato dai riflessi del camino.

-…chiamami pure, Narcissa Malfoy-

 To be continued…

Finale bomba!!

Se le altre volte credevo di aver messo un pizzico di suspense nel finale, questa volta ho creato un’autentica bomba nucleare!! Cos’ha in mente Narcissa? Vuole davvero dividere Draco da Ginny? Beh, di certo non deve essere rassicurante sapere che il proprio figlio frequenta una traditrice di sangue, ma c’è qualcosa nei suoi modi di fare che lascia pensare, voi non credete? In questo capitolo l’ho resa un po’ cattivella, è vero! Probabilmente i nostri ragazzi si troveranno di fronte ad una nuova minaccia! Poverini… Ma, del resto, sono io che gestisco il gioco quindi questa è la mia volontà, no? Spero che non me ne vogliate per questo xD Ora vi lascio un bacio con la promessa di un nuovo, emozionante, capitolo! Baci,

Bimba

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: bimbabest99