Ciao ragazze!
Leggendo le vostre recensioni
mi sono resa conto che una parte di voi tifa Niko-Deb, un’altra Andrea-Deb e un’altra
ancora è indecisa…
Penso che leggendo questo
cap, le Andrea-Deb saranno moooolto contente, ihih! ^^
Grazie mille a:
Angel Texas Ranger: Eheh, il comportamento
di Andrea è anomalo, ma leggendo questo cap capirai che di Rossella non
gliene fregava nulla e che l’ha usata
solo per uno scopo… Chissà qual è… Niko sta facendo lo scemo con Deb? Ma nooo!
xD
95_angy_95: Eccomi, ho
aggiornato il più presto possibile! So che è tutto un casino, ma leggendo
capirai tutto (o quasi! xD). Anche se posso dirti che mano a mano la sindrome della
demenza ritornerà a Niko ^_-
giunigiu95: Eh si, Andrea ha visto tutto… Ma che c’ha, il radar?
xD Diciamo che i casini inizialmente ci saranno, ma almeno si chiariranno! ^^
Giulls: Grazie, tesoro! Si, è
vero che Niko bacia Deb, ma spero rivaluterai un po’ anche Andrea dopo questo
cap! Certo, il suo comportamento sembra quello di un donnaiolo, ma… Chissà… Nel
prossimo cap terminerà la spiegazione che inizia in questo! E ancora complimenti
per la fic! ^^
vero15star: Ecco la mia
lettrice Andrea-Deb più affezionata! ^^ Fiuuuu, mi hai perdonata, mi aspettavo di
peggio =D. Tranquilla, per ora Niko se
ne starà molto lontano da Deb, e sono sicura che sarai felicissima leggendo il
cap per quello che succede!
_New_Moon_: Che bello, X Factor
ti è piaciuto! Devo ammettere che io vedendolo mi sono sentita un po’ triste perché
sono ancora affezionata ai cantanti della scorsa edizione, ma pazienza… E chi
sono i tuoi preferiti? Comunque la tua confusione è comprensibile, ti lascio scoprire
la reazione di Andrea leggendo il cap! ^^
Credo che aggiornerò domenica.
La vostra milly92.
Capitolo 34
E.R.: Infermieri per una notte
“Il
dottore sta venendo, aveva detto che sarebbe venuto dopo la puntata”.
Mi
fermai di botto mentre stavo varcando la soglia della stanza, guardando fisso
Andrea che mi aveva detto questa frase con un tono di rimprovero.
“Oh,
io non lo sapevo…” mormorai.
“Bene,
stavo per venire a dirlo a Niko, avevo notato che stava un po’ a terra, ma a
quanto pare mi sono sbagliato visto quello che ha appena fatto” aggiunse,
prendendomi per il polso e trascinandomi nella sua stanza.
“Ehi,
lasciami!” protestai. “E poi non sono affari tuoi…” aggiunsi. Non era il
massimo sentirsi dire ciò da uno che per sette giorni ti ha ignorato per stare
con la sua ex che aveva sempre criticato.
“Ma
erano affari miei quando ti confidavi con me e mi toccava consolarti!”.
“Guarda
che nessuno ti obbligava! E poi taci, visto che per una settimana mi hai
completamente ignorato! Tu con Rossella hai fatto di peggio!” ribattei
infuriata.
Lui
si sedette sul letto, squadrandomi da capo a piedi.
“Sei
gelosa” affermò tranquillo. “Semplicemente gelosa”.
Lo
guardai con un’occhiataccia assassina, arrossendo. “Per favore, ti ho solo dato
una risposta. Più che altro sono delusa
perché credevo che fossi diverso! Invece no, appena hai visto che lei era disponibile non hai esitato ad usarla visto che lei si lasciava usare!
Quando poi la criticavi e la ritenevi una buona a nulla! Non avevi detto di
aver chiuso con la classe 89?!” sbottai, prendendo fiato.
“Si,
e come hai detto tu per me è stata solo una storia di sesso, niente di più! E
poi le cose che nascono qui finiscono alla fine no? Perciò non ti illudere con Niko…”.
“Niko
non era in sé, ha i decimi di febbre, e per me quel bacio non ha significato nulla…” gli spiegai con tono paziente.
“E poi quello geloso qui mi sembri tu”.
Mi
sedetti sul suo stesso letto, a braccia incrociate. Lo guardai, studiando la
sua reazione. Sembrava quasi sollevato dalle mie parole circa il bacio.
“Si,
sono geloso, c’è qualche problema? Ti voglio troppo bene e non voglio che la
storia si ripeta!” affermò tranquillamente.
“Hai
uno strano modo di dimostrarlo e poi so badare a me stessa, ho imparato dalle
situazioni precedenti, tranquillo… papà!”
lo presi in giro, ma senza sorridere, anzi, avevo un’espressione piuttosto
offesa. “Almeno lui mi è stato vicino
come un amico, non come te che appena ti sei messo con quella mi hai
completamente ignorato” aggiunsi con aria di precisione.
“Lo
so, ma il fatto era che… Beh, non potevo parlare con te, era gelosa… Diciamo
che c’era una specie di patto tra noi…”.
“Ma
bravo! Complimenti! Cosa non fareste voi ragazzi per…” ma mi zittii poiché
avevo sentito il campanello suonare. “Dopo finiamo di parlare!” gli
imposi, mentre andavo nell’ingresso per
poi accorgermi che il medico era già entrato e stava visitando Niko, che aveva
il viso arrossato e rispondeva a stento alle domande. Tutti gli stavamo
intorno, seguendo la visita preoccupati.
“Allora,
qualcuno può preparargli qualcosa da mangiare? Deve prendere questa pillola di
cortisone, ma a stomaco pieno. Poi da domani per tutta la settimana dovrà
prendere questo sciroppo che gli ho prescritto e che andrà a prendere qualcuno della produzione tre volte a giorno,
così dovrebbe essere in forma per la finale” spiegò il medico, un uomo
abbastanza alto, dai capelli grigi e con dei simpatici baffi.
“Si,
vado io a cucinargli qualcosa” si offrì Samanta, dirigendosi in cucina.
“Ma,
dottore, domattina starò meglio?” chiese Niko, disteso sul divano e vestito di
tutto punto. Aveva gli occhi lucidi e parlava a voce bassissima. Quando ero
entrata non mi aveva nemmeno guardata dopo il bacio, offuscato dalla febbre e
dai dolori com’era.
“Certo,
certo” lo rassicurò. “Mi raccomando, stanotte dovreste fargli un po’ da
infermieri, dovete misurargli la febbre e non farlo parlare, oltre che fargli
mangiare qualcosa come brodini caldi. Lo so che siamo a maggio, ma dovrà avere
un po’ di pazienza, e lo chiedo anche a voi per favore” si congedò, mentre lo accompagnavamo alla
porta.
Fu
così che passai la prima vera notte insonne: io, Lara, Samanta e Max ci
prendemmo il compito di stargli dietro e fare da “infermieri”.
Il
mio compito fu quello di stargli vicino mentre dormiva (si addormentò verso le
quattro) e controllare se gli si alzava la temperatura. Sentivo le palpebre
pesanti, mentre Lara preparava degli “Impacchi” come li chiamava lei e Samanta
era fuori con Giovanni, dato che aveva avuto il permesso di uscire e andare a
prendere i vari medicinali in una farmacia notturna.
Mi
sentivo davvero giù, stare da sola in quella stanza con la fioca luce che
offriva la piccola lampada mentre Max leggeva alcune informazioni sulla
confezioni delle pillole di cortisone mi intristiva, e mi dispiaceva che Niko
si fosse ammalato ad un passo dalla finale. Il bacio ormai era una cosa
superata, più che altro pesavo alla
breve ma accesa discussione con Andrea.
“Max,
allora, cosa dice?” chiesi, tanto per parlare, e quando non ebbi alcuna
risposta mi voltai: si era addormentato sul divanetto della stanza. Bella cosa,
ora dovevo restare sveglia altrimenti Samanta sarebbe rimasta fuori al ritorno,
anche se la cosa ad essere onesti le stava bene…
Controllai
la febbre, e con un sospiro di sollievo vidi che scottava di meno.
“Ehi,
ma sei ancora sveglia?”.
Sussultai,
e solo dopo secoli notai, a causa della pessima luce, che Andrea era entrato
nella stanza e se ne stava dietro di me, con indosso una tuta grigia.
“Si,
questo è il mio compito” risposi sbadigliando.
“Vai
a dormire, starò io qui al tuo posto, sono le cinque e mezzo”.
“Ma
no, non riuscirei a dormire” risposi, stropicciandomi gli occhi.
“Ehi,
Deb, ho fatto, ora devo solo bagnargli il viso con questo impacco” mormorò Lara,
entrando con una piccola scodella in mano e un fazzoletto di stoffa. Aveva le occhiaie evidenti e i capelli
scompigliati. “Oh, Andrea, ci sei anche tu? Andate in cucina, ho preparato una
tisana e il caffè… Vi chiamo io dopo”.
“Tranquilla,
Lara, ti do una mano…” mi offrii, ma lei sorrise.
“No, mi sono ingozzata di caffè prima, non
vedo perché non debba farlo anche tu, piccolina”.
“Ok,
ma devi chiamarmi, ok?” le dissi, mentre
mi alzavo.
“Certo,
ci vorrà poco” mi rassicurò, mentre mi allontanavo con Andrea alle calcagna.
Il
loft a quell’ora sembrava magico, ci ero passata altre volte ma mai dopo essere
stata sveglia fino a quell’ora e senza essere andata a dormire, vedevo gli
alberi del giardino muoversi lentamente grazie ad un po’ di vento e il cielo
aveva qualche nuvola ambrata.
“Siediti,
faccio io” si offrì il ragazzo, mentre spostava una sedia per farmi sedere e
raggiungeva il lavello per prendere bicchieri e caffettiere. “Ho una settimana
da farmi perdonare”.
“Non
è così che la sconterai” precisai, appoggiando la testa al tavolo. “Gli altri
ci sono rimasti davvero male, non ti sentivano più parte del gruppo”.
“Lo
so, ho già chiarito con loro”.
“Bene”.
“Quindi
non hai più scuse ora” mi ricordò.
“Bene”
ripetei scocciata.
“Dai,
non fare la bambina…” si lamentò, mentre metteva i bicchieri sul tavolo. “Caffè
o tisana?”.
“Caffè”
risposi all’istante.
“Ed
io ti do la tisana, se prendi il caffè mi mangi” mi rimbeccò sorridendo, mentre
mi accarezzava i capelli.
“Idiota,
dammi il caffè, ne ho bisogno” sbadigliai per l’ennesima volta, cercando di non
badare a quelle carezze. “Con tanto zucchero” aggiunsi.
“E
tu cosa mi dai in cambio?”.
“Guarda
che lo ha fatto Lara, non tu, quindi taci…” tentai di ribattere, senza forze e
con tanto sonno, oltre al fatto che mi sentivo stordita e stupidamente felice
per la sua presenza. Andrea, il mio
Andrea, era di nuovo single, più bello e
deciso che mai.
“Ma
io te lo sto servendo…” precisò.
“Oh,
ok, basta, non lo voglio più!” buttai lì scocciata. “Faccio prima se te lo
pago, questo caffè!”.
“Infatti,
ma non devi pagarmelo con i soldi, ma con qualcos’altro!”.
“Se
intendi far ritornare Rossella nel loft non posso, sorry” lo presi in giro,
alzandomi dal tavolo e prendendo un tovagliolo, visto che avevo il viso bagnato
a causa di tutte le lacrime causate dagli sbadigli.
“Dai,
ancora, lei non mi interessava! Vuoi capirlo si o no? E’ stata solo
un’avventura, anche se ammetto che mi sono messo con lei per un’altra ragione…
Al massimo di lei poteva interessarmi solo una cosa” disse scocciato e con voce
sarcastica.
“Si,
come per tutte le ragazze, no?”.
E quale sarebbe l’altro motivo?!
“No!
Quando una ragazza mi piace veramente non penso a… quello…” mi informò,
mettendomi una mano sulla spalla e facendo una faccia seria.
“Buon
per loro, allora” risposi stizzita, visto il cambio di atteggiamento. “Allora?
Quale sarebbe il motivo che ti ha spinto a buttarti tra le su braccia?”.
“Te lo dico domani, ok? E comunque ho deciso
con cosa dovrai pagarmi il caffè” dichiarò, ritornando a sorridere.
“E
sarebbe?” chiesi, stando al gioco e sedendomi sul tavolo, in modo da poter
essere più alta.
“Un
bacio” disse, avvicinandosi pericolosamente e accarezzandomi una guancia.
Si,
un bacio. A che gioco stava giocando? Non fate domande idiote, certo che glielo
avrei voluto dare, ma non in quella circostanza, e per di più così, per gioco.
No, se doveva succedere doveva essere perché ce lo sentivamo entrambi….
“Ok”
dissi, e decisi di svincolare la situazione dandogliene uno sulla guancia.
“Ma
no, intendevo un vero bacio” precisò
deluso, continuando a stringere il mio volto.
“Non
dire sciocchezze, tu sei quello che fino a quattro ore fa stava con Rossella e
che non mi ha degnata di uno sguardo, e poi queste cose non si fanno tra
amici!” mi infervorai, anche se non chiedevo di meglio che poterlo baciare. Ma
avevo paura di rovinare quello che stavo salvando dopo che lui aveva rotto con quella,
e poi non mi sembrava giusto visto il suo comportamento degli ultimi sette
giorni.
“Scusa,
e dove lo metti Niko? Con lui non ti fai problemi….”.
“Andrea,
ma allora sei geloso! Perché vuoi un bacio da me? Per scommessa?” iniziai ad
infervorarmi, più confusa che mai.
“No,
semplicemente perché… mi va… Sai che ti voglio bene, e non chiedo altro che
baciarti…” disse a voce bassa e suadente.
Mi
sentii sciogliere, e tutti i miei buoni propositi di non essere più la
bambolina di turno andarono a farsi friggere.
Me
ne stavo seduta ancora immobile su quel tavolo,senza sapere cosa fare mentre il
suo braccio destro scendeva a cingermi la vita.
Mi
abbracciò, prima di darmi un lieve bacio sul collo. Una scarica di adrenalina
mi attraversò, facendomi sentire ardere in tutti i punti. Sentii sfiorare i
nostri nasi quando, come nel solito film ricorrente, questa volta suonò il
campanello.
“E
ti pareva” sbuffò lui.
“Io…
ehm, vado ad aprire” borbottai imbarazzata, seccata mio malgrado per
l’interruzione, scendendo dal tavolo e incamminandomi verso la porta d’ingresso
a testa bassa.
“Buongiorno”
sbuffò Samanta. “Come sta Niko?”
“Ehm,
meglio, in realtà ora c’è Lara vicino a lui, io stavo prendendo un po’ di
caffè…”.
“Ok,
ho preso le medicine, vado a mettergliele sul comodino” si offrii, dandomi la
sua giacca senza troppi complimenti. La stavo poggiando sull’attaccapanni
quando un lieve: “Ecco il tuo caffè” mi fece girare.
Andrea
mi stava porgendo la tazza, sorridendo. E chi lo capiva!
“Oh,
grazie” risposi, constatando che era ormai freddo. Ritornai in cucina e lui mi
seguì, sedendosi di fronte a me.
Rimasi
così,a sorseggiare caffè per un’ora,
scambiando un’occhiata con Andrea ogni tanto, finchè non mi decisi ad andare di
là dalle altre. Era ormai l’alba, lievi fiocchi di luce entravano in cucina,
così Andrea spense la luce.
“Diciamo
che per questa volta ti ho fatto lo sconto”
disse infine, parlando dopo secoli.
“Andrea,
per favore, basta, se…” presi coraggio. “Se mi vuoi baciare… beh… Fallo in un
modo più decente e romantico, senza trovare scuse cretine” terminai, prima di
posare la tazza nel lavandino. Il sonno mi dava decisamente ala testa, ovvio.
“Ok,
ne prenderò nota” rispose stizzito. “Scusami. Cercherò di essere più decente, è
solo che il sonno mi dà alla testa… E anche tu mi fai un effetto simile”.
Annuii,
stordita, senza sapere cosa pensare. Cosa voleva dire? Davvero gli interessavo?
Il mio cuore batteva a mille mentre tornavo nella stanza di Niko.
Era
sveglio, e sembrava più in forma, solo un po’ assonnato.
“Ehi,
buongiorno, come stai?” chiesi gentilmente, quando in realtà avrei preferito
starmene in camera a rimuginare circa le parole di Andrea.
Fece
un cenno come a dire “Meglio”, e mi ricordai che non poteva sforzarsi. Secondo
me non si ricordava nemmeno di avermi baciata.
Meglio così! pensai.
“Lara,
cattiva, non mi hai chiamata” dissi sorridendo e abbracciandola.
“Dai,
tranquilla, ora ha la febbre a 37 e mezzo”
mi rassicurò. “Niko, dormi un altro paio d’ore e poi ti prenderai lo
sciroppo” aggiunse cordiale, mentre lui annuiva.
“Andiamo,
và, lasciamolo in pace” propose Samanta scompigliandogli affettuosamente i
capelli e uscendo, prima di dirigersi nella nostra camera.
“A
proposito, mi trasferisco da voi, io sono sola in camera dopo che Ross se ne è
andata” ci ricordò Lara.
“Certo”
le risposi cordiale assaporando quelle parole. Rossella se ne era andata,
andata, andata… Possibile che, nonostante tutto quello che avevo sofferto,
riuscivo solo pensare che Andrea era
sigle? Dov’era la mia rabbia? Il mio orgoglio? I miei sentimenti feriti?
“Ragazze,
oddio, mi sono addormentato!”.
Max
era corso verso di noi, tutto spettinato e con una specie di fiatone
inspiegabile.
“Ce
ne siamo accorte” dicemmo io e Lara contemporaneamente, sarcastiche.
“Scusate,
ma leggere quei foglietti…. Non ce l’ho fatta…” si scusò, cercando di
appiattirsi i capelli.
“Ormai
è fatta, ma giuro che si è sentita la tua mancanza, volevo proprio fare una
bella partita a carte per ammazzare il tempo” lo presi in giro, mentre
ridevamo.
“Comunque
ho controllato e ho visto che sta meglio, siete uniche! “E.R.: Medici in prima
linea” non vi fa un baffo!” esclamò.
“Infatti,
diciamo che siamo più “E.R. Infermieri per una notte” , no?” propose Lara sarcastica.
“Comunque,
sono ormai le sette meno un quarto, cosa ne dite di andare a dormire?” .
Andrea
era ricomparso e sorrideva incoraggiante.
“Baderemo noi a Niko quando si sveglierà, tranquille. Deb, l’incontro
con Luke è alle tre, quindi dormi quanto vuoi” aggiunse, mentre mi dirigevo in
stanza.
“Ok,
mi vieni a svegliare tu verso l’una per favore?” chiesi.
“Ma
certo, ti chiamo per il pranzo, ok?”.
“Fantastico” risposi, prima di allontanarmi ed
entrare nella stanza dove Samanta stava già sul letto profondamente
addormentata.
Mi sentivo felice, gioiosa, allegra… Il
malumore che mi aveva contagiato fin a poche ore prima era scomparso, aveva lasciato il posto alla speranza, e mi
addormentai con l’immagine di Andrea che stava per baciarmi scolpita nella
mente.
Qualche Anticipazione:
“Ehi,
infermiera!” mi accolse Max sorridendo, mentre Niko sorrideva dall’alto del suo
brodino e mi faceva cenno di sedermi vicino a lui.
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“Perché
infatti dal 15 marzo ad ora abbiamo dato la caccia al lazo alle mosche
utilizzando i fili del mcrofono…” disse sarcastico Andrea sottovoce.
“Non
parlare proprio tu, Andrew” lo zittì Francesco con un’occhiata piccante.
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“Credo
di aver sognato di averti baciata… o è la verità?”
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“Grazie,
Andrea, diciamo che dopo stasera ti ho perdonato al 100% …” dissi, cercando di
risultare scherzosa anche se volevo davvero dirglielo.
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“Ma
perché? Dai, non volevo farti commuovere, sono stato molto tragico, le cose non
saranno così…” tentò invano di consolarmi, mentre Daniele mi circondava il
braccio con una spalla.
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“Ehi,
siamo noi quelli che devono provare e andare incontro alla finale, quindi vedi
di tirarti su che ci serve il tuo supporto da life coach” fece Dante con finto
tono hitleriano.