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Autore: Seekerofdreams_    28/06/2015    3 recensioni
L'amore arriva all'improvviso, quando meno te l'aspetti e questo Liam lo sa bene.
Un viaggio attraverso la quotidianità di uno dei componenti della boyband più famosa del mondo.
E se fosse uno di loro ad innamorarsi di una fan?
Una storia romantica, a tratti emozionante, a tratti drammatica che smuoverà la vostra parte più intima.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.Chapter XIII.


Non chiudere mai le tue labbra a coloro che hanno già aperto il tuo cuore.
(Charles Dickens)

 

 

 

Liam's POV

 

– Liam ti vuoi calmare per favore? – urla Louis e lo guardo fulminandolo.

Mi siedo sulla poltrona del backstage e respiro piano, Harry si siede accanto a me e poggia la testa sulla mia spalla, sorridendo.

– Dai Lee, stai tranquillo, andrà tutto bene – dice per rassicurarmi e io lo guardo sorridendo appena. Non riesco a spiegargli questa sensazione che ho dentro, agitazione, paura e ansia.

Questi dieci giorni sono passati così velocemente che non sono riuscito a prepararmi psicologicamente a tutto questo e ora mi ritrovo con il cuore a battere di felicità ma anche con la paura che qualcosa vada storto. Le ho dato indicazioni per entrare nel backstage, le ho mandato i pass come l'ultima volta a Dublino, so che con lei ci sarà anche sua sorella e non vorrei che qualcuno le prendesse di mira notandole. Alcune volte le persone possono diventare cattive per ottenere qualcosa.

– Liam? – Paddy mi richiama entrando nella stanza.

– Sono arrivate, le faccio venire qui? – chiede sorridendo.

Forse quest'uomo mi conosce meglio di quanto mi conosca io stesso.

– Si, è un problema per voi? – chiedo agli altri.

Negano con la testa tutti e tre e sorrido alla mia guardia del corpo.

Mi guardo attorno e vedo il casino che c'è in questo posto, Louis mi sorride mentre finisce di mangiare il suo pacchetto di patatine e io lo mando a quel paese, perché dev'essere sempre così dispettoso?

Non riesco ad insultarlo perché una voce dolce mi distrae – Si può? – chiede.

Quando incrocio il suoi occhi la vedo sorridere apertamente.

– Ciao – dico ricambiando il sorriso e avvicinandomi a lei.

Apro le braccia e aspetto che mi circondi la vita, quando sento le sue mani stringersi attorno alla stoffa della camicia mi lascio andare ad un sospiro.

– Ciao Lee – mi dice sorridendo.

Ci stacchiamo un po' imbarazzati quando ci accorgiamo degli altri che ci stanno guardando, mi schiarisco la gola e – Tu devi essere Emma – dico all'altra ragazza porgendole la mano.

– E' un piacere conoscervi – dice stringendo la mia mano, la vedo sorridere e spostarsi una ciocca di capelli quando Harry si presenta, seguito da Louis e Niall.

Elisabeth li saluta poco dopo e Louis le sussurra qualcosa all'orecchio che la fa arrossire, non voglio nemmeno immaginare cosa le ha detto.

– Scusate per la confusione – dico grattandomi la nuca imbarazzato.

– Tranquillo, non fa niente – dicono quasi all'unisono, poi si guardano e alzano gli occhi al cielo.

Niall ride guardandole – Non siete gemelle vero? – chiede.

– No – scuotono la testa – Solo che ci capita spesso di dire la stessa cosa – dice Liz ridendo.

Manca poco al sound check così le invito a seguirci per assistere e Liz sembra più felice del solito.

– In quel pass c'è il pacchetto completo – dico sorridendole.

Mi sembra strano averla qui, lo stadio è vuoto eccetto per noi, la band e lo staff e mentre facciamo le prove mi muovo con la consapevolezza di avere i suoi occhi addosso in ogni momento, sembra quasi che non riescano a smettere di cercare me. Quando mi volto per tornare indietro dalla passerella le sorrido e posso vedere le sue labbra incurvarsi lentamente, un po' timide e regalarmi un sorriso sincero. Proviamo Little Black Dress, mi diverto a vederle entrambe divertirsi e non lo faccio apposta a girarmi verso di lei quando canto il ritornello, la vedo spostare il peso su l'altra gamba, sembra in difficoltà mentre sua sorella le sorride. Harry le bagna con un po' di acqua e io scuoto la testa, anche se devono essere abituate al nostro non essere del tutto normali, perché non sembrano sorprese affatto. Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto provare qualcosa per una fan, è un rapporto che nasce su basi complicate, soprattutto data la mia paura di incontrare qualcuno che non mi accetti per quello che sono ma Liz mi fa rimettere in gioco tutte le mie convinzioni e questo è decisamente un punto a suo favore. Scendiamo dal palco e la raggiungo a grandi passi e – Allora, siamo stati bravi? – chiedo.

– Mmh, non lo so – risponde ridendo e io le faccio una linguaccia.

Mi viene automatico circondarle le spalle con un braccio, mi accorgo solo qualche minuto dopo del mio gesto ma parlo come se niente fosse.

– Dunque, che vi va di fare prima dell'inizio del concerto? – chiedo e questa volta mi rivolgo ad Emma, non ho il coraggio di abbassare lo sguardo.

– Non lo so, io pensavo di dover fare una fila di dodici ore prima di questa mattina – dice ridendo.

– Bé noi andiamo in albergo per un po' poi torniamo più tardi, potete venire con noi, mangiamo insieme – dico sperando in una risposta affermativa.

Emma sembra pensarci un po' su – Non saprei, ecco io non vorrei essere di intralcio e disturbare – dice un po' preoccupata.

– Oh non ti preoccupare, Harry!! – chiamo.

– Emma si sta preoccupando di disturbarci e non vuole venire con noi – dico indicandola.

Lui assottiglia gli occhi e la guarda fingendosi minaccioso, poi si apre in un sorriso radioso e spalanca le braccia – Ma noi siamo tutti una grande famiglia, non pensare a queste cose – le dice spingendola in avanti, sorrido, Harry riesce a far sentire a proprio agio chiunque.

Ho ancora il braccio a circondare le spalle di Liz, così muovo leggermente le dita sulla sua spalla e abbasso lo sguardo per incrociare il suo poco dopo, mi sorride e arrossisce e io mi chiedo se sono in grado di comportarmi in modo decente con una ragazza.

Non sono Zayn, per lui è sempre stato tutto piuttosto semplice in questo campo, sapeva muoversi e sapeva cosa dire, io sono piuttosto impacciato da quando ne ho memoria.

– Dici che ce la facciamo a comprare una cartolina insieme? – mi chiede riportandomi alla realtà.

Mi fermo a pensarci qualche secondo, poi mi stacco da lei e – Ti fidi di me vero? – le chiedo prendendole la mano. Le do il tempo solo di annuire perché poi inizio a correre portandola con me.

– Dobbiamo correre Liz – le dico, mentre ridendo passiamo davanti agli altri ragazzi che ci guardano spaesati.

Ma non possiamo fermarci, giro lungo il corridoio, verso l'uscita e quando lo sguardo di Paddy si posa su di me, gli sorrido solo e vado dritto fino al van che ci accompagna da tutte le parti, so che le chiavi sono costantemente inserite all'interno per garantirci una partenza immediata in qualsiasi occasione, così faccio salire Liz prima di me e mentre si sposta dal lato del passeggero, mi siedo e chiudo l'auto prima di sentire un – Liam dove diavolo stai andando? – rido e metto in moto.

Liz mi guarda sorpresa al mio fianco e per due secondi mi godo quella sensazione di libertà sulla pelle.

– Tu sei pazzo – dice guardando indietro.

– Ti va di essere pazza con me per oggi? – chiedo uscendo dallo stadio.

Annuisce lasciandosi andare ad un sorriso, poi le chiedo di impostare il navigatore dal mio telefono verso il centro città e anche se so già che per questo mio comportamento mi prenderò una strigliata epocale, le sorrido complice. Il mio telefono ci mette poco ad iniziare a suonare, rifiuto le prime tre chiamate dei manager perché non ho intenzione di sentire una sola parola e poi mando un messaggio a Louis, so che i ragazzi mi stanno sicuramente appoggiando così li tranquillizzo.

– Ti ammazzeranno dopo vero? – chiede Liz, sentendosi quasi in colpa.

– Ah, stai tranquilla, me la so cavare bene e poi ho i ragazzi dalla mia parte – dico sorridendole.

Il viaggio è più lungo di quello che mi aspettavo ma il tempo passa velocemente, mentre cantiamo qualche canzone in auto e tentiamo di capire qualcosa di francese. E' strana questa sensazione che sento nel petto, come se ci conoscessimo da sempre.

– Sembra quasi che questa sia la quotidianità, tu accanto a me mentre guido – dico fissando la strada davanti a noi.

La vedo ridere, spostare i capelli indietro e guardarmi – Invece io sto cercando di rimanere calma e non mettermi ad urlare e credo che nella mia testa ci sia qualcuno che mi dice che tutto questo è vero, che tu sei vero – dice velocemente e io rido.

– Ma ci siamo già incontrati prima, cosa c'è di diverso ora? – chiedo.

– Siamo solo io e te – dice abbassando la testa.

– Uhm, deduco che hai avuto la stessa reazione con Zayn allora – non riesco a frenare la lingua, sono dannatamente curioso di sapere dei giorni in cui sono stati insieme, visto che il mio amico non mi racconta niente.

– Diciamo che non è stata una passeggiata per il mio cervello rendersi conto che quello era proprio Zayn Malik, ma con te è diverso – dice scrollando le spalle.

– Diverso in che senso? – chiedo.

– Ti basta sapere che è diverso in senso positivo – dice per tranquillizzarmi e io annuisco.

Troviamo un parcheggio sotterraneo e ci infiliamo lì, scendiamo di qualche piano prima di trovare un posto libero, quando scendiamo dall'auto mi rendo conto di aver fatto un'enorme cavolata, non riuscirò mai a uscire indenne da questa giornata.

Lei sembra rendersi conto del mio stato d'animo perché si avvicina e mi tranquillizza.

– Vedrai, in un attimo avrò depistato tutti – dice e io non capisco cosa intende fino a quando non la vedo scrivere velocemente al telefono.

– Fatto – dice prima di mostrarmi un tweet in cui dice di avermi incontrato in un posto e che sono ancora lì.

– Facciamoci una foto che è più credibile – dice mentre si avvicina a me e fa in modo che nella foto non ci sia altro a parte noi, è la nostra prima foto insieme e sorridiamo entrambi con gli occhi luminosi, il cuore mi batte veloce e senza farmi vedere, mentre risaliamo verso la città, entro su twitter per salvarla.

 

Sembra felice mentre si guarda attorno prima di farmi uscire da una stradina e io ridacchio dietro di lei per le sue espressioni buffe. Mi prende per mano e mi fa correre verso l'altro lato della strada, non c'è molta gente, dev'essere una strada secondaria ma posso già sentire il brusio delle persone a pochi passi da noi.

– Aspettami qui – dice poco dopo sparendo in meno di due secondi dalla mia vista e lasciandomi nell'esima strada senza uscita.

Ritorna dieci minuti dopo con una busta e un sorriso enorme.

– Allora, ti ho preso delle cose – dice aprendola e tirando fuori un paio di occhiali da sole falsi.

– Ora non lamentiamoci delle marche perché li ho pagati cinque euro – dice allegra e io alzo le mani.

– Assolutamente no – ribatto.

– Bravo Lee, ora, metti questa – dice passandomi una maglia della città, la guardo un po' stranita ma lei insiste.

– Liam, ho postato una tua foto, sanno come sei vestito, o almeno com'è la camicia che indossi, ti troveranno, metti questa maglia per favore – dice sorridendomi e io annuisco, di sicuro lo sa più di me come funzionano le menti delle fan.

Tolgo la camicia ma ho ancora una maglietta sotto e di certo non posso metterne due, così le passo la camicia e me la sfilo. Rimango a petto nudo e la vedo distogliere lo sguardo quando riabbasso le braccia. Se questa cosa fosse successa cinque anni fa mi sarei vergognato a morte ma stare in questo gruppo mi ha reso anche più consapevole di me stesso, ho capito di riuscire a fare un determinato effetto ad alcune persone e vederla deglutire quando le lascio la maglia tra le braccia per prendere quella che ha comprato lei, mi fa ben sperare che lei sia una di quelle.

– Ora? Cos'altro devo indossare? – chiedo sistemando la maglia che mi sta perfettamente, non le chiedo nemmeno come fa a sapere che taglia porto.

– Accidenti, dobbiamo coprire i tatuaggi, sono diventata la maga dei travestimenti da quando Zayn è apparso nella mia casa, ma non ho niente con me – dice mortificata guardandomi.

– Intanto metti questo – dice porgendomi un capello che ha tutta l'aria di poter piacere ad Harry.

Lo prendo e cerco di metterlo nel migliore dei modi, poi le accarezzo il viso.

– Guardami – le chiedo.

– Non preoccuparti, ora entriamo a comprare una felpa da qualche parte, anche se fa caldo sopporterò e grazie per la maglietta – le dico baciandole una tempia.

Rimaniamo fermi così per un po', in quella stradina nascosta e io ho come l'impressione di aver ritrovato me stesso nelle braccia di qualcun altro. Quando ci stacchiamo vedo chiaramente i suoi occhi lucidi, così le lascio un bacio sulla punta del naso e la stringo a me mentre la sento rabbrividire.

– Andiamo a comprare questa cartolina da aggiungere alla lista, forza – dico sorridendo e prendendola per mano. Mette la mia camicia e la mia maglia nella busta e poi usciamo da quel nascondiglio. Mi sistemo gli occhiali da sole e mentre ci immettiamo in una nuova strada, mi lancio subito dentro uno dei negozi di souvenir. Prendo una felpa con la zip un po' più leggera e la compriamo senza fare troppe cerimonie, quando la indosso siamo entrambi visibilmente più rilassati. Incrocio le dita con le sue e usciamo – Potevamo prenderla lì la cartolina – dice.

– No, facciamo girare l'economia, un po' per ciascuno – dico sorridendo e lei scuote la testa.

Ci incamminiamo verso quella che scopriamo essere una delle piazze più belle del mondo, ci improvvisiamo turisti per caso e ci facciamo foto, cercando di evitare chi ci invita a comprare un bastone per selfie, ci fermiamo entrambi ad osservare il palazzo del Comune, con quella porta centrale non in asse rispetto a tutto il resto.

– Puoi per favore costringermi a guardare qualcos'altro? Altrimenti rischio di distruggere tutto e ricostruirlo di nuovo – dice mordendosi un labbro mentre continua a guardare la struttura.

Le copro la visuale, parandomi davanti a lei – Puoi guardare me – dico serio.

Mi sorride con gli occhi quando mi guarda e sembra tornare a respirare. Ci incamminiamo in un vicoletto, dall'altro lato rispetto a dove siamo arrivati ed entriamo in un ristorante cinese, ordiniamo qualcosa da asporto e mentre aspettiamo mi confessa di avere questa indole a voler mettere in ordine le cose quando non sono al loro posto, o come la sua testa le immagina.

– Mh, una specie di disturbo ossessivo compulsivo – dico e lei scrolla le spalle.

– Forse alcune volte, ma riesco a gestirlo quindi non lo definirei proprio tale – dice e io annuisco.

– Allora non puoi entrare nella mia stanza d'albergo – dico e lei scoppia a ridere.

– Posso fare un'eccezione per te – risponde e io le sorrido.

– Ne sono onorato –.

Quando tutto è pronto abbiamo le mani cariche di sacchetti, Liz ride quando ripassiamo davanti ai negozi di souvenir ed entro nello stesso di prima per comprare la cartolina.

– Te l'avevo detto io – dice mentre torniamo verso l'auto.

– E' tutta colpa di queste buste in realtà – rispondo facendole una pernacchia.

– Abbiamo preso cibo per un esercito – scuote la testa.

– Oh fidati, non hai visto come mangia Louis – dico ridacchiando.

Facciamo un po' di fatica per ricordare la strada verso il parcheggio e tra una spinta e una risata finiamo per scendere un piano in più rispetto al dovuto. Dieci minuti dopo ci sediamo nel van, chiamo Louis per avvertirlo del cibo e chiedo dove sono.

– Oh amico ti sei ricordato di me? – dice con il suo solito tono strafottente.

– Si, ogni tanto succede, ho comprato del cinese, dove siete che vi raggiungiamo per mangiare? – dico serio.

– Volevamo restare allo stadio, ma visto che erano tutti agitati per te siamo arrivati in albergo, ci stavamo divertendo a torturare Emma – risponde per poi confabulare piano con qualcuno.

– Che diavolo stai facendo Louis? – dico chiudendo gli occhi.

– Tranquillo, mi conosci, faccio mai qualcosa di male? – chiede.

– Louis, proprio perché ti conosco non sto tranquillo! – dico sarcastico.

– Non ti preoccupare, sta bene o almeno sembra, non credo sia del tutto normale, ride alle battute di Harry, capito? E' impossibile ridere alle battute di Harr... ahia, sono fragile – lo sento dire e alzo gli occhi al cielo.

– Louis, ci vediamo tra poco e avverti che sto arrivando – dico chiudendo la chiamata.

Cerco l'e-mail con le indicazioni dell'albergo e mi accorgo che ci siamo passati davanti a piedi, strano, non c'era nessuno davanti. Imposto il navigatore e riparto.

– Forse tua sorella ti ucciderà – dico guardandola per qualche secondo.

– Mh, non credo, fidati – risponde ridendo e non indago oltre, mi fido di quello che dice.

Non ci impieghiamo molto ad entrare nel garage dell'albergo, aspetto che Paddy ci raggiunga e anche se mi riserva uno sguardo severo, fa cenno di lasciarci passare e prende parte delle nostre buste.

– Non so se ucciderti adesso o aspettare che lo facciano gli altri – dice quando entriamo in ascensore.

Liz si fa piccola piccola vicino a me e le prendo la mano, non ho paura di affrontare la ramanzina che mi spetta perché sono troppo felice per farmi rovinare il momento.

– Pad, è andato tutto bene, non faccio mai niente di sbagliato, mi sembra che sono tutti abituati a Louis, quindi non mi preoccupa affatto parlare con i piani alti, anzi non vedo l'ora – dico risoluto e lui annuisce.

– Va bene Liam, l'importante è che non è successo nulla, sono Patrick comunque questa mattina non ci siamo presentati – dice allungando la mano verso Elisabeth.

– Lo so, io sono Liz – dice e Paddy si lascia coinvolgere dal suo sorriso.

– Immaginavo – le risponde.

La vedo sorridere e farsi più vicina a me quando le porte dell'ascensore si aprono. Ci incamminiamo verso la stanza in cui sono i ragazzi e quando entriamo li troviamo nel piccolo soggiorno.

– Si mangia – dico poggiando tutto sul tavolino.

– Questo è un appartamento, non una stanza – dice Liz avvicinandosi a sua sorella che sembra tenerle il muso ma poi scoppia a ridere e le bacia una guancia.

Le vedo sorridere e un po' mi mancano le mie sorelle, manca ancora molto prima di tornare a Wolverhampton, ma non vedo l'ora.

– Dunque, già ti hanno urlato contro? – chiede Niall aprendo le buste.

Nego con la testa e batto il palmo della mano sul posto accanto a me per far sedere Liz, lei mi sorride e mi raggiunge. Sembra che Emma si trovi bene e a suo agio, ma non avevo dubbi, i ragazzi sanno essere amichevoli. Ci mettiamo a mangiare come una vecchia banda di amici, ci raccontano cosa hanno fatto e ci becchiamo qualche insulto quando è il nostro turno.

– Oddio, voglio andarci anche io alla Grand Place – dice Emma lanciando un pezzo di carta contro Liz.

– Lo sapevo che mi avrebbe uccisa – mi sussurra e io sorrido.

– E' tutta colpa mia Em, giuro – dico difendendo Elisabeth.

– Faccio finta di crederti solo perché ai quegli occhi enormi e da cucciolo bastonato – dice e scoppiamo a ridere tutti.

Louis non manca occasione per mettermi in imbarazzo e vorrei sotterrarmi quando racconta di come ero agitato questa mattina e nei giorni scorsi. Liz continua a ridere al mio fianco, è rimasta in silenzio per quasi tutto il tempo e vorrei sapere se c'è qualcosa che la turba o semplicemente è la sua timidezza a farla trattenere.

– Vedi, te l'ho detto che ride alle battute di Harry – urla Louis verso di me ma non lo sto ascoltando così – Eh? – chiedo.

– Si, lui è nel mondo dei sogni – dice buttandomi poi addosso un po' d'acqua – Sveglia bel addormentato – continua e devo far ricorso ad ogni briciolo di pazienza per non rovinarlo.

– Louis – dico solo alzandomi, gli lancio un'occhiataccia prima che Niall mi indichi la porta della mia stanza.

– Ti abbiamo lasciato quella con la vista più bella – dice il biondo e io lo ringrazio.

Sa che mi piace passare il tempo a scrivere osservando il panorama e quando entro nella camera mi rilasso immediatamente, hanno tirato fuori qualcuno dei miei vestiti, qualche quadernino e sulla piccola scrivania ci sono anche dei campioni dei miei profumi preferiti, è una cosa che facciamo spesso, sistemiamo le camere degli alberghi in modo che risultino leggermente più familiari. Prendo una nuova maglia, l'ennesima della giornata e tolgo quelle che ho, le tengo in mano per un po' sorridendo e dopo aver infilato la maglia pulita torno in quella specie di salottino.

– Avete finito di mangiare? – chiedo.

– Si, ma mettiamo in ordine noi – dice Harry sorridendo e io lo ringrazio invitando Liz a seguirmi. Scelgo di non ascoltare le frecciatine di Louis.

– Fate i bravi che ho la stanza accanto – dice Niall e io scuoto la testa, se ci si mette anche lui è finita.

Elisabeth sembra voler scomparire e un po' la capisco, Emma invece sorride, più sfacciata.

– Noi vi aspettiamo qui – dice infatti poco dopo.

– Grazie Em – dice finalmente Liz con un sorriso forzato.

– Lasciali stare – dico aprendo la porta e lasciandola passare, se alzo il dito medio verso Louis è solo perché gli voglio bene.

Si avvicina subito alla finestra e guarda al di fuori sorridendo, non ho idea di come comportarmi, faccio un sacco di cose e la maggior parte del tempo non ne sono consapevole. Così mi siedo semplicemente sul letto in modo che lei mi dia le spalle, mi concedo qualche minuto per osservarla meglio, poi – Come mai sei stata silenziosa per tutto il tempo? – chiedo.

– Credo che la domanda giusta sia, come hai fatto a non svenire per tutto il tempo? – dice voltandosi, si appoggia sul piccolo davanzale e mi guarda dritto negli occhi.

– Mh, si può essere una buona domanda, come ti fa sentire essere qui con noi? – chiedo sinceramente curioso.

Prende un bel respiro e si guarda le scarpe, muovendole ritmicamente, segno che è agitata.

– E' tutto così surreale Liam, la mia vita negli ultimi mesi sembra sul serio una delle fanfiction che scrivo – si blocca subito e io rido.

– Scrivi fanfiction quindi? – chiedo fingendo di non saperlo.

Si morde il labbro indecisa se rispondere o meno e così mi alzo, faccio qualche passo verso fino a trovarmi davanti a lei e – Posso sapere su chi? – dico. So di metterla in imbarazzo ma voglio solo spronarla a parlare con me.

– Liam – protesta coprendosi il volto.

– Ah, sono su di me? – dico spostando le sue mani.

– E anche se fosse? – chiede dopo un po', sembra vivere mille vite dentro di se e questo mi affascina da morire.

– Ti chiederei una cosa – dico.

– Cosa? – ribatte.

– Prima dimmi se le scrivi su di me – rispondo furbo e lei dopo un momento di esitazione annuisce arrossendo.

– Mh, dimmi, se ora fossimo in una tua storia, cosa vorresti che io facessi? – dico e sento il brivido che attraversa il suo corpo colpire anche me.

Chiudo gli occhi quando – Che mi baciassi – dice.

Respiro a pieni polmoni, mi avvicino di più a lei, prendendole il viso tra le mani, i nostri respiri sembrano sincronizzarsi mentre quasi ci sfioriamo con le labbra.

– Mi piaci Elisabeth – confesso – E non credo di poterti baciare sapendo che domani andrai via – dico cercando di preservare me stesso da un eventuale rottura, eppure continuo a stringere il suo corpo ancora più vicino.

– Sai cosa ti direi in una mia storia Liam? Ti direi che devi lasciarti andare, che andrà tutto bene ma in questo momento non posso giurarti niente, l'unica cosa che so è che io ti aspetto dalla prima volta che ho conosciuto il tuo nome – dice guardandomi negli occhi e forse è l'intensità del suo sguardo, o il battito accelerato del mio cuore ma poggio le mie labbra sulle sue pochi secondi dopo. E non mi importa se è troppo presto, se non la conosco bene o se domani starò male, non c'è uno schema per baciare qualcuno, non è una cosa che si prepara. è come amare, sai che è il momento giusto per farlo quando incontri qualcuno che ti fa essere te stesso senza nessun timore.


nda.
Questo è stato un capitolo che ho pensato in mille modi prima di scriverlo, in questi giorni ho avuto alcune idee che mi hanno fatto cambiare un po' i pensieri sulla trama generale ed è stato difficile mettersi a scrivere un nuovo capitolo, tutto sommato non mi sembra male e poi ho ancora il batti cuore per il bacio!!
Voglio dedicare questo capitolo a Barbara, manca pochissimo al tuo compleanno e questo è un piccolo regalo che voglio farti, ti voglio bene, passa una giornata splendida, non vedo l'ora di vedervi tutte *-* :)
Prima di salutare vi invito a leggere una one shot che ho scritto su Liam, Take my body, la trovate sul mio profilo :)
Un abbraccio e spero di sentirvi presto,
Serena.

   
 
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