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Autore: Emily_exodus    29/06/2015    0 recensioni
Emily è una ragazza italo-americana di Detroit che dopo la morte del padre per non abbandonare la madre si trasferisce a Seoul, la vita con il nuovo compagno della madre va tutto bene fino al compimento dei suoi 17 anni, quella serata disastrosa le cambia la vita e da li l'incontro con 12 perfetti sconosciuti
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Il volo fu abbastanza lungo, con più scali, quando arrivammo all’aereoporto di Seoul-Incheon era mezzogiorno. Trovammo ad aspettarci il compagno di mia madre, di cui ovviamente non ricordavo mai il nome, Jim-Jon-Jan-Jem boh uno di questi sicuro! Evitai accuratamente di parlargli per non fare una brutta figura già dal primo giorno, gli feci un inchino visto che si usa così e lui ricambiò per poi baciare mia madre, credo mi sia salito il diabete in quel momento. Salimmo in macchina, con tutte quelle valigie chiamammo un taxi che ce le portasse. Jim-Jon-Jan-Jem molto educatamente e con molta pazienza, tradusse per noi mostrandoci tutte le strade e i palazzi. Come immaginavo non potevo essere più fuori luogo di così da quelle persone, io di pelle quasi albina, grandi occhi color miele, e capelli biondi che al sole sembravano bianchi, insomma tutto l’opposto! Cercai di auto-convincermi che in fondo non era tanto male, ma più lo ripetevo più sapeva di bugia. La mia misera auto-convinzione fu spezzata da Jin (finalmente sapevo il nome) che tentando di conversare e conoscermi meglio mi chiese che musica ascoltassi e se avessi mai ascoltato musica coreana, io gentilmente risposi di no che ascoltavo solo Eminem. Lui mi sorrise – qui ultimamente va di moda nelle ragazze della tua età il kpop, le boy band, soprattutto una in particolare, mi pare si chiami Exo-. “ Ex-che? Chi diamine sarebbero?” pensai tra me e me, mi venne da ridere inizialmente per il nome, almeno il senso dell’umorismo ai coreani non mancava. Arrivammo a “casa”, e dopo un giro per farmi vedere le stanze mi accompagnò in quella che iniziò ad essere la mia camera da letto, “ mmh non male è abbastanza grande” , il letto era posizionato sotto la finestra, accanto vi era un comodino con sopra una lampada, le pareti erano di color verde acqua, nella parete di fronte al letto vi era un armadio e un cassettone decisamente troppo grandi per i miei pochi vestiti, mentre per ultima dietro la porta vi era uno specchio al contrario decisamente troppo piccolo, posai le valigie, e chiesi se potevo andarmi a fare una doccia e poi a dormire, dopo un bagno rilassante mandai un messaggio a Kat per dirle che mi mancava e che ero arrivata, le raccontai delle mie angosce, gli raccontai ciò che avevo visto e come era la mia stanza, le dissi che mi mancava e che mi mancava Detroit, poi le diedi la buonanotte e dopo mi addormentai tra le lacrime, quella notte alle 00:00 ero ufficialmente una sedicenne. Quando mi svegliai, la mattina seguente trovai la casa deserta, la colazione era già pronta “evvai pancakes” e accanto vi era un regalo con un biglietto “ tesoro sono uscita con Jin per andare ad un colloquio di lavoro, buon compleanno ti vogliamo bene mamma e Jin” , ci misi dieci minuti a decifrarlo, maledetto il suo vizio di scrivere in italiano, scartai il regalo che sicuramente aveva comprato prima della partenza, quando vidi cosa era ne restai incantata, anzi, me ne innamorai, anzi, ne uscì pazza, era la canottiera di Eminem con tanto di autografo stampato! Benedissi lei e l’America! Visto che non avevo niente da fare e fremevo dalla voglia di indossare quella maglia decisi di uscire, scelsi i miei jeans alla turca preferiti indossai la maglia con Eminem stampata davanti e restai 20 minuti buoni davanti allo specchio a contemplarla, quando finalmente riuscì a staccarmene, presi lo skate, mi misi le scarpe , presi le chiavi e dopo aver memorizzato l’indirizzo di casa, mandai un messaggio a mia madre per dirle che ero uscita, e mi avviai a correre per le strade sconosciute. I negozi erano tutti aperti, intravidi dei negozi di frutta e verdura, “dopo ci devo passare, vediamo cosa hanno che sia commestibile”, dovevo dire a Jin di essere vegetariana o forse mamma ci aveva già pensato. Seoul era abbastanza bella come città, un po’ caotica, ma molto molto bella, mentre sfrecciavo con il mio skate, per poco non andai a urtare degli anziani che cominciarono ad urlarmi dietro, ma quello che sentì fu più un “gdgjdsgkadfs “ che risuonò come una minaccia. Mentre continuavo il mio tour turistico passai davanti a un palazzo con una scritta che catturò la mia attenzione “ S.M Entertainment “, doveva essere sicuro qualche casa discografica, chissà che tipo di cantanti passavano di li. Dopo un ora e mezza di corsa e altri anziani quasi investiti decisi di meritarmi un gelato, entrai nella prima gelateria che trovai, la riconobbi subito visto che vi era un cono enorme all’entrata, entrai e con non poche difficoltà a farmi capire ordinai un gelato alla fragola, dopo aver pagato, e anche ciò fu abbastanza difficile “ dannati won” , uscì più stressata di prima. Trovai una panchina libera e finalmente mi sedetti. Mentre mangiavo il mio gelato, sentì delle urla che mi fecero quasi strozzare, allora incuriosita da ciò che stava per provocare la mia prematura morte mi girai a vedere, vidi un gruppetto di ragazze più o meno della mia età con grossi cartelloni “ Exo” , e nel frattempo vidi entrare un gruppetto abbastanza numeroso nella casa discografica che avevo adocchiato prima, guardai per un paio di minuti la scena esilarante delle ragazzine in calore, e quando finì finalmente il mio gelato ( ci sarebbero voluti i pop corn) me ne tornai a casa. Trovai mia madre è Jin già a tavola che mi aspettavano, dietro di loro , per mio infinito orrore, vi era un cartellone che occupava una parete “ happy b-day “ , imbarazzata li ringraziai e mi sedetti a pranzare, la giornata passò abbastanza tranquilla, tranne per la sera, la notizia più brutta non potevano darmela un altro giorno? -Tesoro oggi ti ho iscritta in una scuola dove imparerai il coreano e dove potrai prenderti un diploma, inizia fra poche settimane e dovrai metterti una divisa scolastica, cerca di essere carina e prova a farti delle amicizie- A darmi la notizia fu mia madre che tra inglese e italiano pensai stesse parlando in arabo. -va bene- fu tutto ciò che riuscì a dire. Queste settimane, tra corse con lo skate, gelati, anziani urlanti e ragazzine in calore passarono in fretta e mi ritrovai a fare una scuola con persone che mi guardavano manco fossi uscita dal film di E.T. A scuola imparavo in fretta anche se era stressante cercare di tenere il passo con la classe, cercai di farmi delle amicizie, per mia fortuna ci riuscì, conobbi delle ragazze abbastanza simpatiche con cui cominciai a passare le mie giornate, anche se non mi dimenticai di Kat, la chiamavo ogni giorno per raccontarle tutto diciamo così la mia vita a Seoul prese una piega del tutto inaspettata da come me la ero immaginata.
   
 
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