Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: dobrevseyes_    29/06/2015    0 recensioni
Sono Caroline Evans, originaria di Londra e ho diciassette anni. La mia famiglia si è trasferita a Sydney, non a causa del lavoro di mio padre o le altre solite motivazioni, ma semplicemente perchè lo volevamo. Voglio dire, fu un'idea di mia madre dato che le piacciono i nuovi inizi e ovviamente Londra è molto diversa da Sydney. Mio padre fu d'accordo e mio fratello Liam, ed io non potevamo farci nulla.
Andare a scuola era un'abitudine normale per me. Ho una vita normale ed una famiglia di media categoria, non posso dire di non essere felice, perchè lo sono. Quando mia madre mi disse che ci saremmo trasferiti credevo che le cose sarebbe andate nello stesso modo in cui vanno a Londra, ma mi sbagliavo. Ho incontrato questi quattro ragazzi che si credono i re della scuola. Tutto ciò che volevo era stare alla larga da loro, ci sarei riuscita? Soprattutto sarei riuscita a stare alla larga da Luke Hemmings che credevo essere la peggior cosa per me?
Beh, le cose accadono quando meno te le aspetti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7.


                                                     


«Che ci fa lui qui?» chiesi indicando Calum che stava seduto sul suo divano con i piedi appoggiati al tavolino. Stava guardando il calcio e aveva una scodella di patatine sullo stomaco. Mi fissò e mi sorrise per poi voltarsi di nuovo verso la televisione.

«Oh non ti ho detto che Calum fosse qui?» Sam chiese sedendosi al suo fianco.

Portai gli occhi al cielo sedendomi sull'altro divano. «No, non lo hai fatto. Credevo che saremmo state sole»

Finse di mettere il broncio e disse «Quindi non saresti venuta se ti avessi detto di Calum?»

«Non essere drammatica, Sam» replicai sorridendo un pò.

«Esattamente cosa è successo ieri?» chiese infilando il piede sotto la sua gamba. «Voglio conoscere tutta la storia nei minimi dettagli»

Feci un gran respiro prima di spiegarle ciò che accadde. «Allora, ero con Ashton» ottenni l'attenzione di Calum dicendo ciò. «Stavamo entrambi tornando a casa. Ovviamente lui aveva la sua macchina quindi le nostre strade si sono separate, mentre camminavo non ho notato questo piccolo filo così ci sono finita dentro e sono caduta ferendomi le gambe e le braccia, ecco come mi sono procurata queste ferite. Ad ogni modo, dopo ciò, alcuni studenti hanno iniziato a gettarmi addosso uova e farina. Non provai nemmeno ad alzarmi perchè sapevo di essere troppo debole per scappare via con quei graffi.» feci un altro respiro prima di continuare. «Allora è intervenuto Luke per farli smettere, l'ho visto colpire dei ragazzi prima di venire da me e portarmi nella sua macchina. Pensavo mi stesse portando in infermeria ma mi ha detto che saremmo andati a casa sua dove mi ha curato le ferite, dopo è andato a prendere del cibo e accidentalmente mi sono addormentato. Questo è tutto.»

«Wow» Sam mormorò. «Non siete nemmeno amici e già hai dormito nel suo letto»

Scossi la testa mentre lei rideva.

«Smettila Samantha. Giuro su Dio che se mi prendi in giro ti uccido»

«Aspetta, che vuol dire che tu e Luke non siete amici?» Calum chiese dedicandomi tutta la sua attenzione.

Feci spallucce. «Um, non siamo amici e basta?»

«Vuoi dire» disse cambiando posizione sul divano portando giù i piedi. «Dopo tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme- e voi due avete passato del
tempo anche soli- non siete ancora amici?»

«Calum» sospirai. «Non ne parliamo»

Lui si limitò ad annuire. «Ad ogni modo gli studenti che ti hanno fatto questo ieri sono stati espulsi»

I miei occhi si spalancarono. Voglio dire, ovviamente ciò che mi avevano fatto era una cosa  crudele e certamente non giusta ma non mi aspettavo che
venissero espulsi da scuola. Sì, volevo giustizia per ciò che mi era successo, ma non così. Come si sarebbero sentiti i loro genitori? Non ero così cattiva da fare una cosa simile a qualcuno.

«M-ma come?» tartagliai, ancora confusa. «Voglio dire, come è successo?»

«Luke ha parlato con la preside» sorrise.

«E basta?» chiesi strabiliata. «Ha semplicemente parlato con la preside e basta?»

Sapevo avessero molto potere a scuola ma non pensavo che parlando semplicemente con la preside avrebbero potuto far espellere dei ragazzi.

«Intendi mia mamma?» Calum sogghignò, «Sì, Luke ha semplicemente parlato con mia mamma e basta»

«Ma che cazzo» mormorai ancora sconcertata. «Sam perchè cazzo non mi hai detto che la preside è la mamma di Calum?»

Lei sollevò un sopracciglio. «Non te l'ho detto? Oh, mi dispiace»

Calum scosse la mano. «Non ti preoccupare, non è nulla di importante»

«Nulla di importante?» esclamai. «Hai appena fatto espellere dieci, se non più, studenti!»

«Calma» disse Calum. «Non è la prima volta, e sicuramente non sarà l'ultima. Abituati»

-----

Il giorno seguente andai a scuola più in ritardo del solito. Mi sentivo molto pigra quella mattina e facevo le cose in maniera molto lenta.
Ecco perchè ritardai per la prima lezione  e Sam pensò che non sarei andata a scuola. Mi sentivo molto stanca a dire il vero e non sapevo nemmeno il perchè. Andai a dormire verso le undici la notte prima, come sempre. Se non fosse stato per la scuola sarei rimasta a letto tutto il giorno.
Volevo anche parlare con Luke per il fatto degli studenti che fece espellere. Doveva rimangiare tutto ciò che aveva detto alla preside, ovvero la mamma di Calum. Davvero non credevo che lo meritassero.
Quindi andai subito alla ricerca di Luke. Non aspettai nemmeno Sam perchè sapevo che avrebbe detto che non era una cosa così importante e che avrei dovuto semplicemente piantarla, ma non potevo.
Presi un lungo respiro vedendolo, finalmente, mentre stava appoggiato all'armadietto a parlare al telefono. Era da solo in quel momento, pensai che quello fosse il momento gisuto per parlargli prima che i suoi migliori amici lo avessero raggiunto e ci avrebbero distratti, o peggio, presi in giro.

«Luke» lo chiamai picchiettando le dita sulla sua spalla. Lui si voltò e abbassaò lo sguardo su di me, era davvero troppo alto comparato a me. Aveva ancora il telefono all'orecchio destro, mormorò 'aspetta' prima di voltarsi di nuovo.

«Niente mi farà cambiare idea» disse alla persona con cui parlava al telefono. «Non ho intenzione di venire a New York, okay? Non voglio»

Whoa. Credevo stesse parlando con sua madre? O suo padre? 

«Devo andare, ciao»

Attaccò prima di voltarsi di nuovo verso di me. «Cosa vuoi?»

«Voglio parlarti dei ragazzi che sono stati espulsi»

«E?» chiese incrociando le braccia al petto. «Non l'ho fatto per te o per farti una gentilezza se è quello che pensi, mi ci sono ritrovato in mezzo e l'ho fatto
per il mio orgoglio. La gente che si intromette nel mio cammino la paga sempre»

GLi colpii il braccio urlando, «Questi studenti non ti hanno fatto nulla!»

«Perchè sei arrabbiata?Perchè non puoi essere semplicemente riconoscente»

«Ma non avresti dovuto farlo!»

«Te l'ho detto , non l'ho fatto per te» borbottò passandosi una mano tra i capelli. Era una cosa che faceva ogni volta che litigavamo quando si arrabbiava.

«L'ho fatto per me stesso! Chi sei tu per impedirmi di fare ciò che voglio!»

«Parla alla preside e chiedile di far tornare i ragazzi che ha espulso» ordinai.

«Gesù, Caroline» sibilò lui. «Piantala cazzo. E' successo. Ora va avanti cazzo»

«Sei così cattivo, cazzo, brutto pezzo di merda!» gridai facendo girare degli studenti verso di noi. «Credi di poter fare tutto quello che vuoi ogni volta che
vuoi, cazzo, e credi di avere potere quando in realtà non è così! Odio le persone come te perchè credete tutti di essere migliori degli altri! Beh, allora
vaffanculo, Luke! Vaffanc-»

Mi afferrò le spalle e mi fece sbattere contro l'armadietto. Mi stava fissando malissimo e per un attimo mi spaventai, sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, il giorno in cui mi avrebbe ferita fisicamente. La sua presa era così forte da farmi male, e la schiena bruciava un pò per la botta con l'armadietto. Torreggiava su di me, e sapevo in quel momento di essere indifesa.

«Dannazione, quando chiudi quella cazzo di bocca?» si lamentò. Era ovvio che stesse cercado di non arrabbiarsi. «Giuro su Dio che se non fossi stata una ragazza, ti avrei picchiata cazzo. Sei così fastidiosa, lo sai? Fanculo, odio così tanto i miei fottuti amici perchè ti sono amici e ora devo sopportarti. Sta lontana da me e basta cazzo!»

Lo fissai malissimo prima di spingerlo via da me. Lui indietreggiò e riuscii a percepire l'urgente bisogno di colpirlo. Eravamo entrambi arrabbiati e sapevo che questo non ci avrebbe aiutati. Lo odiavo così tanto e prima di poter riflettere  gli tirai un pugno alla guancia sinistra.
Non sapevo più cosa stesse accadendo intorno a me. Sapevo che c'erano tantissimi studenti che ci stavano fissando ma sembrava come se ci fossimo solo io e Luke in un corridoio vuoto. I suoi occhi si spalancarono mentre si toccava la guancia sinistra, ovviamente era rimasto scioccato dal fatto che lo avessi colpito.

«Se pensi di potermi controllare, beh ti sbagli, coglione!» urlai per l'ultima volta spingendolo prima di voltarmi lasciandolo indietro. Sapevo che non sarebbe finita così, sapevo che Luke avrebbe escogitato una vendetta.

Parlava del suo orgoglio prima e non ci sarebbe stata alcuna speranza per me dopo averlo colpito davanti agli studenti. Entro la settimana seguente sarei rimasta ferita, non ne sarei rimasta sconvolta. Scommisi che era arrabbiato con me in quel momento e che non gli interessava più che ero una ragazza.

«Hey»

Saltai quando Sam sbucò da dietro di me, perchè ero così nervosa? Ero nervosa per Luke? Basta, non dovevo esserlo. Gli avevo solo fatto capire che non mi spaventava ma allora perchè continuavo a pensare che lo avevo colpito e che sicuramente si sarebbe vendicato?

«Stai bene?» chiese smettendo di camminare. «Non ti ho vista a pranzo»

Feci un respiro profondo. «Sto bene, solo che ho fatto una cosa»

«Cosa?»  incrociò le braccia al petto.

Sospirando mi portai una mano ai capelli che erano già un completo disastro. Mi morsi il labbro fissando Samantha.

«Ho parlato con Luke» iniziai. Lei sospirò sentendo queste parole uscire dalla mia bocca. Immaginavo che già sapesse a cosa mi riferivo. «Ero arrabbiata, e anche lui. Allora mi ha spinta contro l'armadietto e io l'ho colpito»

«Caroline» borbottò sospirando frustratamente. «Ti avevo detto di lasciar perdere»

«Lo so» mi lamentai. «Ma non potevo, okay? Mi dava molto fastidio»

«Ora guarda che è successo» disse. «So che entrambi vi odiate ed è una brutta cosa. Come potete diventare amici se non fate altro che accrescere il vostro odio l'una per l'altro?»

«Ti ho detto che non voglio essere sua amica!» ringhiai.

«Non voglio più litigare per questa cosa, ti prego Care»

Sospirai iniziando a camminare con Sam al mio fianco. Camminammo in silenzio verso l'aula, non volevo litigare nemmeno io. Ero stanca di sentirla
convincermi di diventare amica di Luke, e anche lei era stanca di me che facevo la stronza ogni volta che discutevamo. Non sapevo ancora perchè non volevo essere amica di Luke.

Sì, non era così male rispetto a ciò che pensavo prima ma la mia prima impressione su di lui restava ancora fissa nella mia mente, quindi anche se si mostrava gentile per me era comunque sgradevole, anche se mi avesse aiutata io avrei comunque pensato di dover stare lontana da lui. Non c'era una motivazione. Forse aveva ragione lui. Ero davvero complicata e impossibile, ma gli avevo promesso che avrei smesso di essere complicata.


     

----
SSSSSSSSSSSSALVE!
Allora, cosa abbiamo qui? Una piccola Caroline alla riscossa! Che dite, Luke si vendicherà? 
ehehehehe non vi faccio spoiler!
Fatemi sapere cosa pensate x

se volete seguirmi: https://twitter.com/dobrevseyes_

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: dobrevseyes_