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Autore: comecloser    29/06/2015    1 recensioni
Un foglio bianco.
Mille pensieri per la testa ma zero parole per esprimerli.
Voglia di parlare.
Voglia di confrontarsi.
Voglia di scrivere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Ogni tanto mi fermo a pensarci. A chiedermi se sarò capace di affrontare un'avventura del genere. Lontano dai miei genitori, dalla mia famiglia, dalle mie amiche, dal mio paese.

Ogni tanto mi ritrovo come adesso. Davanti ad un foglio bianco con l'intenzione di riempirlo con i miei pensieri, le mie gioie e i miei problemi.

Ed è qui che mi chiedo se sia stato un bene chiudermi in me stessa sin da piccola e far finta che niente fosse successo. Se la convinzione che ho avuto fino ad ora di andare avanti con le mie forze stia vacillando perché in realtà io non sono forte. Perché ho anch'io le mie debolezze. E ogni tanto avrei bisogno che qualcuno vicino a me se ne renda conto, che mi rassicuri. E sì, mi rendo conto che sembra una stupidaggine tratta da quelle frasi di Tumblr.

Perché quando incomincio a pensare a tutto questo arriva un blocco: la mente offuscata passa il posto alla paura. La paura di non farcela più, la paura di continuare a fingere.

Le false amicizie.

I falsi amori.

Sembra una fottuta storia da film. Se solo ripenso all'ansia che ho avuto per tutto il pomeriggio dopo che mi aveva detto che doveva parlarmi. Il mio istinto che mi fece chiudere la schermata prima che lui premesse il tasto invio. E poi la delusione, immensa. Forse la prima volta che posso dire di aver avuto il cuore spezzato. Proprio come lo raccontano sui libri o sui film. Però dopo un lieto fine c'è. Il mio sembra tardi ad arrivare. Perché adesso nemmeno mi rivolge una parola.

Però l'altro giorno, quando eravamo seduti uno di fronte all'altro, mentre lui teneva in braccio lei, l'ho visto mentre mi guardava. O meglio fissava. Uno sguardo intenso, come se stesse cercando di capire qualcosa. E vorrei tanto scoprirlo. Perché quando l'ho guardato, ha abbassato lo sguardo con l'imbarazzo di chi capisce di essere stato scoperto.

E io mi detesto al solo pensiero di riuscire a pensare determinate cose.

Perché per il dolore che mi ha provocato dovrei soltanto odiare ogni cosa di lui. Cose che prima amavo, più di me stessa. Che mi facevano sentire bene, protetta e al sicuro. La sua voce, il suo sguardo, la sua risata, le sue battute e la sua sicurezza.

E ora passo da momenti di amore ad altri d'odio.

Perché anche a scuola a volte lo scopro a guardarmi e il mio cuore incomincia a battere all'impazzata. Poi incomincio a pensare a quello che mi ha fatto passare. E la sua voce e la sua risata si trasformano in quelle di una cornacchia. Lo sguardo in un pesce lesso. Le sue battute e la sua sicurezza sono così squallide che mi fanno capire in realtà che persona debole sia.

Ultimamente mi rendo conto di aver davvero bisogno d'affetto.

Non ho mai letto così tanti libri d'amore come in questo periodo. Un po' perché ho bisogno di evadere dalla monotonia della vita quotidiana e un po' perché ci ritrovo dentro quello che in fondo mi aspetto dalla vita universitaria. Ricominciare da sola, in un nuovo paese, facendo quello che mi piace per realizzarmi nella vita con la speranza di incontrare nuove persone con cui instaurare nuovi rapporti, siano essi di amicizia o di amore.

Ho bisogno davvero di cominciare questa parte della mia vita. Perché quella di adesso mi sta stretta.

Vorrei fare ciò che stanno facendo le nuvole cariche di neve fuori dalla finestra. Se ne vanno per lasciare spazio ad una bella giornata. O così si spera.

 

 

 

   
 
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