Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    30/06/2015    2 recensioni
tratto dal primo capitolo
Era giunto il tempo di porre fine a tutto. Si sarebbe rivelato, le avrebbe confessato tutto quello che aveva celato in quegli anni. Le avrebbe aperto il suo cuore e se poi lei lo avesse rifiutato poco importava. Almeno il suo animo si sarebbe dato pace.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

 

Correva. Correva più veloce che poteva, senza risparmiarsi. Più di una volta era inciampata, ma questo non l'aveva fermata. Doveva raggiungere l'ospedale. Doveva raggiungerLO! Il fiato le mancava ma non le importava. Continuava a correre.

Appena appresa la notizia non aveva atteso un attimo e si era fiondata in strada, incurante delle grida del regista. LUI era più importante!

Giunse all'ospedale e corse su per le scale, fermandosi però poco dopo. Non sapeva dove andare, non sapeva dove trovarlo. E non poteva nemmeno chiedere di lui. Si accasciò sullo scalino mentre le lacrime scorrevano sul suo viso. Perché, perché era successo? Perché proprio a lui? Senza rendersene conto i singhiozzi prima trattenuti diventarono più forti. Il suo cuore, la sua anima stavano gridando. Il dolore era immenso. Non ce la faceva, non poteva. Né mai avrebbe potuto vivere senza la presenza di quell'uomo. Così odiato, così amato. Così LUI.

Fu in quelle condizioni che la trovò Mizuki. Era giunta all'ospedale appena appresa la notizia dell'incidente corso al suo principale, ma per accedere al piano aveva preso le scale per dare meno nell'occhio.

Maya era ranicchiata in un angolo, singhiozzante. Piano le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla. A quel tocco la giovane la giovane alzò la testa, specchiandosi negli occhi della fidata segretaria.

-Cosa fai qui?- le chiese gentilmente la donna.

In risposta Maya le si gettò tra le braccia, ricominciando a piangere. Mizuki, presa in contropiede, per un attimo non seppe che fare, ma poi portò le braccia intorno a quel corpo tremante.

-Io...io...- singhiozzò la ragazza.

Spinta da un qualcosa che non seppe spiegarsi, la segretaria iniziò ad accarezzare il capo scuro della giovane.

-Calmati Maya.- le sussurrò

-Lui...lui non può! Non può lasciarmi!- urlò.

A quel grido disperato il cuore di Mizuki si fermò per un attimo. L'angoscia e la paura trasmesse dalle parole Maya la destabilizzarono. Ma le fecero sorgere un dubbio.

-Tu lo sai?- domandò con un filo di voce.

La vide annuire col capo.

-Kuro...Kuronuma ha...ricevuto la telefonata. Ero...io ero con lui.- spiegò tra le lacrime.

Tutto per la segretaria fu chiaro, ma non si spiegava quella disperazione.

-Maya perché sei così angosciata?- ebbe il coraggio di chiedere, nonostante lei stessa fosse in pensiero per il suo capo.

-Non può lasciarmi!- ribadì.- Lui non deve! La prego!- la vide sollevare di scatto il capo e fissarla con gli occhi pieni di lacrime. E addolorati.- Mi porti da lui.-

Mizuki, che si potesse dire che era una donna fredda e scostante, tremò sotto quello sguardo. Quelli erano gli occhi di una giovane innamorata che temeva, aveva paura di perdere la propria stessa vita. Si fece coraggio, comunque.

-Maya non posso portarti dal signor Hayami. Uno stretto cordone di sorveglianza è stato disposto intorno a lui e solo io e il presidente possiamo varcarlo.- le disse con dolcezza mista a risolutezza.

Il terreno le si aprì sotto ai piedi. Non poteva restargli lontana, non voleva.

Mizuki stava facendo uno sforzo enorme nel dirle quelle parole. Vedeva, sentiva la sua angoscia, ma doveva assolutamente mettere in primo piano la sicurezza del signor Hayami e di Maya. Sarebbe scoppiato un putiferio se solo una delle candidate alla Dea Scarlatta, in principal modo Maya, si fosse precipitata al capezzale di Hayami. Prese un profondo respiro prima di parlare.

-Maya pensa solo allo scandalo che potrebbe venire fuori se ti portassi da lui. Vuoi questo? Ricordati che il signor Hayami è fidanzato e potrebbero uscire voci maligne se ti presentassi prima della signorina Shiori, visto anche quello accaduto in quella crociera.- disse risoluta, ma con il cuore pesante.

La ragazza sollevò il volto appena, ma colpita da quelle parole. Era vero, lei non poteva, non ne aveva il diritto. Sconsolata e affranta abbassò nuovamente il capo.

-La prego...- sussurrò.

-Cosa Maya?- chiese nel medesimo tono.

-Non lo lasci, lo preghi di vivere.-

 

Il tempo era trascorso lento dopo quel giorno.

Maya continuava a provare, celando dentro si se quello che sentiva, anche se spesso sentiva su di se gli occhi del regista. Non aveva avuto più alcuna notizia, ne si era più presentata all'ospedale. Le uniche che recepiva erano quelle dei giornali. Parlavano dell'incidente, dello scontro che il giovane Hayami aveva avuto con un autobus e della sua miracolosa salvezza. Ma le condizioni dell'uomo rimanevano sempre gravi. Nessun miglioramento, nessuna ripresa.

-Per oggi può bastare.- sentenziò Kuronuma.

Tutto il cast si affrettò verso l'uscita, solo il giovane Yuu rallentò il suo incerto incedere voltando lo sguardo verso la compagna di scena ancora sul palco. Non sapeva cosa fosse accaduto, ma la vedeva ancora più distante, ancora più rinchiusa in se stessa. E lui non poteva nulla. Non aveva mai potuto. Sapeva che gli voleva bene, come era a conoscenza che non era l'amore che teneva nascosto nel suo cuore non era diretto a lui, ma bensì verso... Strinse i pugni ricordando.

-Non puoi farci nulla e lo sai.- intervenne il burrascoso regista.

-Lo so.- ammise il ragazzo abbassando la testa.- Comunque non ce la faccio a vederla così. Lei è sempre stata piena di vita.-

-Dalle tempo e aiutala. Ma non come uomo innamorato, ma come amico. Di questo ha bisogno.-

-Non so se riuscirò ad accettarlo.- disse con rammarico.

-Se le vuoi bene lo farai. E ora vai.-

Ancora una volta guardò l'uomo e la giovane che gli aveva rubato il cuore e poi uscì. Sapeva che Kuronuma aveva pienamente ragione e forse anche lui, col tempo, avrebbe dato pace al suo cuore.

Intanto il regista si avvicinò alla sua protagonista. Sapeva cosa fare.

-La mia Dea ha perso la voglia di vivere per caso?- chiese beffardo.

Maya alzò il capo quasi indispettita.

-No signore.- affermò.

-Allora dimostramelo. Recitami le battute di Akoya. Ora! Adesso!- la spronò.

Sapeva, aveva capito che durante le prove si tratteneva per paura di dare sfogo al suo dolore. In fondo era ormai da Lande Dimenticate che aveva compreso che c'era qualcosa di profondo che la legava a Masumi Hayami e viceversa. Non era solo odio e disprezzo, era molto di più. Perso in quel pensiero non si era accorto che la ragazza aveva cominciato. La sua voce, dapprima dura, era diventata dolce e melodiosa. Col trascorrere delle battute era sopraggiunta la tristezza, il dolore. L'angoscia e la paura. Il desiderio e l'amore. Il perdersi e il ritrovarsi.

Il niente e il tutto. Tutto avvolto in un unica entità.

Un unica anima.

L'aveva sconvolto, l'aveva fatto vibrare. Era avvolto, era succube di lei. In quel momento chiunque avrebbe potuto innamorarsi di quella Dea. Perché era quello che Maya era diventata.

La giovane donna terminò e il regista impiegò qualche attimo per accorgersene.

-Sei stata perfetta.- mormorò.

Maya gli volse le spalle, iniziando a piangere. Kuronuma se ne accorse e cercò di fermare il tremore del suo corpo, posando le mani sulle sue spalle sussultanti.

-Non...non mi dica questo.- singhiozzò.

E lui comprese.

-Hai paura di perdere l'altra metà della tua anima?- domandò lieve.

Lei si girò di scatto, con gli occhi spalancati. Possibile che avesse compreso?

-Sì, avevo capito tutto molto tempo fa.- le confermò.- Come so che fino a che il giovane Hayami non sarà fuori pericolo tu non riuscirai a recitare al meglio.-

Le parole dell'uomo ebbero solo l'effetto di farla piangere più forte e lui non poté far altro che stringerla a se.

-Sfogati Maya. Cerca di alleggerire questo peso.- furono le uniche parole che riuscì a fatica a pronunciare.

 

I passi la stavano portando verso casa, senza che nemmeno lei se ne rendesse conto. Tutto era diventato automatico per lei. Mangiare, respirare, vivere. Come recitare. Per una strana beffa del destino, dopo l'incidente corso a Masumi Hayami la sua Dea aveva preso vita. Inconsciamente, sì, ma pur sempre reale. E lei non se ne dava pace. Sopratutto non riusciva ad andare avanti senza avere sue notizie. La signorina Mizuki le aveva telefonato poco dopo la sua chiacchierata con il regista dicendole che le condizioni dell'uomo erano sempre stazionarie e che il coma che lo aveva colto non era cambiato, ma non aveva aggiunto altro. E lei moriva di angoscia. Desiderava vederlo, parlargli, fare qualunque cosa in suo potere per riportarlo alla vita.

Entrò in casa, salutando l'amica.

-Ben tornata!- disse di rimando Rei.- Siediti che è quasi pronto.- l'avvisò.

Come un'automa lo fece, ma il suo sguardo era perso nel vuoto. E l'amica, che la conosceva bene, se ne era accorta. Sbuffò non vista. Maya non poteva andare avanti così. Aveva notato che negli ultimi tempi era più apatica del solito. Mangiava meno, dormiva poco e la sentiva piangere la notte. Era anche lei giunta ad una conclusione. L'incidente accorso al signor Hayami doveva averla destabilizzata, certo, ma perché fino a questo punto? Decise di affrontarla apertamente.

-Ora basta! O mi dici che ti succede, oppure te lo tiro fuori con le maniere forti!- la minacciò.

Maya, presa in contropiede, non rispose subito.

-E non fare la parte di quella che cade dalle nuvole Maya! Ti conosco meglio di chiunque altro, per cui ora parli!-

La giovane non sapeva cosa dire, cosa fare. Non poteva certo rivelare che...

-Lo so benissimo che il tuo stato dipende da quello del signor Hayami, solo non comprendo il perché! Non vi odiavate a vicenda?-

Beccata! Era inutile, a Rei non se la faceva. Chinò il capo, sentendo le lacrime nuovamente affacciarsi ai suoi occhi. Come faceva a dirglielo, a spiegarle?

-Non serve.- le disse improvvisamente con voce dolce, stupendola.- Da molto avevo capito che il vostro rapporto era cambiato, ma non credevo fino a questo punto.-

-Lo sai?- le chiese incredula.

-Che ti sei innamorata di lui? Anche un cieco lo vedrebbe Maya. Anche se non capisco come sia potuto accadere.- rispose.

Le stesse parole di Kuronuma. Possibile che solo lei non lo vedesse? Rei la vide ferma, immobile, con gli occhi sgranati. Ma finalmente riusciva anche a dere un senso a quel dolore che sempre più spesso leggeva dentro quelle iridi scure.

-Fatti dare un consiglio. Non farti mettere da parte e se hai almeno una minima possibilità sfruttala, non lasciare niente di intentato.- nella sua voce avvertì una risolutezza che lei non aveva mai avuto.

Una possibilità...Quante volte lui gliene aveva date? Tante, troppe. Le aveva chiesto la sua fiducia incondizionata che lei di buon grado gli aveva affidato, ma che poi dopo quelle parole aveva perso. No! Lui l'aveva avvertita. E lei, nuovamente, era ricaduta, invece, nel solito circolo vizioso. Alzò gli occhi verso l'amica che l'aveva fatta rinsavire. Non avrebbe lasciato mai che il fato ancora si mettesse contro di loro, non più. Le strinse le mani con forza rinnovata. Rei e Kuronuma avevano ragione.

-Grazie Rei. Ora so che fare.- e la lasciò per correre nella sua stanza.

Prese il cellulare e iniziò a scorrere la rubrica, fino a giungere al nome desiderato. Per un attimo esitò. Con quella chiamata poteva mettere fine a tutto.

“Ma è necessario.” si convinse.

Schiacciò il tasto e la chiamata partì.

Dopo qualche squillo la risposta arrivò.

-Signor Hijiri devo vederla domani. Venga a casa mia.-

 

  
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