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Autore: LifeIsAMovie    30/06/2015    0 recensioni
Sinceramente, non so neanche perché sto tornando a Londra…infondo dopo due anni non è che sia una mia priorità.
Non riesco ancora a fidarmi completamente delle persone ma vorrei imparare ad amarmi…ad amare me stesso, la mia immagine riflessa negli occhi di chi mi ama o che comunque tiene a me.
Dio, la decisione di tornare qui è stata così fottutamente avventata!
Sono andato da Nick e gli ho sbattuto il biglietto del treno in faccia, lui ha sgranato gli occhi ma dopo una chiacchierata si è deciso a lasciarmi andare. Mi ha fatto da babysitter per anche troppo tempo.
Sono stufo di “Harry non toccare quella roba”, “Harry non bere!” , “Harry, andare in quei locali che ami tanto è solo un’inutile tentazione in più”. Che sfracassamento di genitali.
Ah mi sono dimenticato il “Modera il linguaggio, Harry!”. Patetico. Ha solo tre anni più di me e la metà delle mie esperienze nella vita.
Mi sembrava di avere una tutrice, porca mignotta.
Ora sono a Londra con una borsa da palestra nella mano destra, una sigaretta nella mano sinistra e in tasca un bigliettino con scritto sopra l’indirizzo dell’appartamento che ho preso in affitto.
Command me to be well
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: Bondage, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Command me to be well'
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                                                                                    COME WITH ME




Louis

-Capisci? È andato da lui anche oggi! Oggi che mi aveva promesso che sarebbe stato con me per aiutarmi con quella faccenda del locale. Lou, io non so più che fare.- sentire Zayn che si lamenta mentre continuo a pensare alle parole di Harry è una tortura.
Ma come posso non aiutare un amico?
-Devi dirglielo, togliti la spina e vaffanculo, poi la palla passa a lui e tu dovrai solo accettare la sconfitta o vivere la vostra storia al meglio. È facile.- alzo le spalle.
-Non è affatto così facile, non voglio perderlo! E come dici tu manderei a fanculo la nostra amicizia.-
-Ma tu questa la chiami amicizia? Non è più amicizia da un pezzo! Apri gli occhi, Zay, tutto questo ti uccide e basta. O ti allontani o gli dici tutto.-
Spingo il telefono lontano da me e mi poggio con la schiena alla sedia del tavolo della cucina di casa Malik.
Ho così tante cose da fare che non riesco nemmeno a concentrarmi per lui.
Devo consegnare quella tela, devo chiamare lui, devo dirgli di spostare l’appuntamento e devo parlare con Harry senza provare ad ucciderlo.
Che stress.

Harry
“Non darti mai…”
Louis…testardo e stupido Louis…cosa non darei per poter tornare indietro e non averlo mai conosciuto.
Matt torna a guardarmi negli occhi con uno sguardo stranito e deluso.
-Mi dici che ti prende oggi?- è spazientito.
Lo allontano con poca delicatezza e mi tiro velocemente su i jeans, mi alzo dal divano e mi incammino davanti alla finestra che da sulla strada trafficata di Londra.
Dall’altra parte della strada scorgo un ragazzo basso e tozzetto che cammina veloce tra la miriade di persone, ha una borsa a tracolla e il risvolto ai pantaloni.
-Harry…-
-Scusa Matt, non è colpa tua se non mi sono eccitato…ho troppi pensieri per la testa e ora scusami.- lo spintono mentre esco correndo dal suo appartamento.
-Harry!-
Mi chiudo velocemente la porta alle spalle e scendo in strada. Comincio a guardarmi in torno per ritrovare il ragazzo che camminava velocemente tra la folla.
Trovato.
Inizio a seguirlo cercando di non farmi vedere. Entra in un edificio vecchio stile, con una scalinata ampia e bianca, lo vedo entrare nel portone in legno e decido di aspettarlo fuori.
Fumo due o tre sigarette prima di vederlo riuscire, sembra più sollevato di prima e la cartella che porta è un po’ più vuota.
Torna a correre per la strada e io continuo a seguirlo, sempre più curioso. Controlla il telefono un paio di volte e sbuffa.
-Pronto? Si, sto arrivando. No non mi sono dimenticato tranquillo. Ti ho detto che tra poco arrivo! Scusa, non volevo risponderti male. Lo so. Mi dispiace. Non lo farò mai più. Si, anche io. A tra poco.-
Quando riattacca sembra frustrato e in qualche modo infastidito ma scuote la testa e torna a correre.
A chi si è prostrato in questo modo? Non lui. Non il mio Louis. Lui non lo avrebbe mai fatto.
E se fosse quello della lettera?
Si ferma, riprende fiato e sale i tre scalini che portano alla porta di un classico edificio londinese.
Se entra li dentro io l’ho perso davvero…ho perso il mio Louis.
Mi faccio avanti e poggio il piede destro sul primo gradino dell’edificio dalla porta nera.
-Non farlo.- banale ma conciso.
-Harry…- si volta, lo sguardo spento mi fa capire che lui lo vuole meno di quanto lo voglia io.
-Zitto e vieni via con me, non sei costretto a farlo…non per dei stupidi soldi.- allungo il braccio porgendogli la mano. Se solo la afferrasse io capirei che c’è ancora un tempo per noi, che non è troppo tardi e che non ho perso completamente la sua fiducia…deve solo sfiorarmi la mano e io lo tirerò tra le mie braccia e…
Lo vedo allungare un braccio verso di me e la sua mano quasi poggiarsi delicata sulla mia. Ci spero, ci sto sperando davvero.
-Mi dispiace.- toglie velocemente la mano portandosela a pugno sul petto e guardandomi negli occhi citofona a quel campanello.
-Louis non puoi farti questo! Chi è lui?! Dimmelo!- sento la rabbia prendere il sopravvento e si sa che io non riesco a controllarmi, sono cambiato, sono migliorato sotto molti aspetti ma certe cose non cambiano.
-Lui…- sembra un bambino impaurito.
-Louis!- una voce maschile, rauca e bassa, si intromette nella nostra conversazione.
Distolgo lo sguardo dal volto ormai paonazzo e umiliato di Louis e sull’uscio trovo un uomo sulla sessantina completo di grasso, occhiali e lopecia. Sto per vomitare.
-No…Louis torna a casa con me.- cerco di parlare senza far trasparire il ribrezzo che provo nei confronti di quell’uomo.
-Louis, chi diamine è?! Come si permette di darti ordini!?- l’uomo diventa rosso e ora sembra davvero un pomodoro.
-Lui è…- Louis è in difficoltà, non sa più che fare e io decido di insinuarmi per approfittarne.
-Sono il suo ragazzo e me lo porto via, non passerà un solo istante in più con te.- quasi ci manc che gli spunto in faccia a sto bavoso figlio di puttana.
-Ma che dici? Louis non è fidanzato, abbiamo un contratto che glielo nega.- mi deride.
-E lei si fida vero? Vecchio ingenuo.- inizio a deriderlo anche io e Louis mi guarda quasi sconvolto.
-Louis spiegami.- ora l’attenzione del vecchiaccio è su di lui.
-Io…mi dispiace Harry ma ho bisogno di quei soldi…tu…-
-No! Tu non ne hai bisogno! Tu hai bisogno di qualcuno che ti ama e io sono qui, Lou. Ok so di essere un coglione figlio di puttana, lo so, ma ti prego dammi un’altra possibilità. Tu non meriti questo. So che posso darti quello che vuoi, lo so. Permettimelo.- allungo ancora di più il braccio verso di lui e lo guardo con più insistenza.
-È tardi, Harry…ma non sai quante volte ho sperato che tu mi dicessi queste parole nei mesi successivi alla tua partenza. Ora basta. Non posso essere in balia dei tuoi sbalzi d’umore.- mi volta la faccia dandomi le spalle e si incammina verso il vecchiaccio vittorioso che è rimasto a guardare la scena con euforia.
Bastardo.
-Louis…è l’ultimo tentativo che faccio, poi non mi rivedrai mai più e questa volta sono serio.- torno con i piedi sullo stesso pezzo di strada, le braccia lungo i fianchi e lo sguardo torna duro.
-Hai lo stesso sguardo di due anni fa.- sussurra voltandosi di nuovo verso di me, gli occhi lucidi.
Abbasso gli occhi guardando un aiuola alla mia destra.
Lo sento scendere i scalini e mettersi davanti a me. Poggia i palmi delle sue piccole mani sulle mie guance e mi alza il volto per guardarmi, cerco ancora di schivare i suoi occhi ma inutilmente…sono come calamite naturali.
 -Mi dispiace.- sfiora piano le mie labbra con le sue prima di tornare sui suoi passi ed entrare nell’appartamento di quel viscido verme.
Resto imbambolato come un cretino per attimi che sembrano eterni.

Liam
Zayn oggi sembra strano…è diverso, sembra perso nei suoi pensieri mentre guarda fuori dalla finestra e lui non è mai stato un tipo distratto, pensieroso si ma mai distratto. Si accorge sempre di tutto quello che gli succede in torno mentre se adesso gli lanciassi un bicchiere in piena fronte non si muoverebbe nemmeno.
Che razza gli è preso? Sta sbagliando anche tutti i calcoli per l’inventario, anche i più stupidi.
-Zay, amico, che ti succede?- poggio la mano sulla sua spalla e lo vedo sobbalzare.
Sembra pensarci un attimo prima di rispondermi.
-Sai qual è una regola d’amore?- si volta per guardarmi.
-È strano sentirlo da te ma…avanti spara.- incrocio le braccia al petto, interessato.
-Non fingere mai.- fa un passo verso di me.
-Non ti capisco.- lascio scivolare le braccia lungo i fianchi mentre continuo a fissarlo negli occhi.
-Sai che io per te ci sarò sempre, vero? Tu hai quello che io non ho…-
-Un cervello per fare bene l’inventario suppongo allora.- cerco di buttarla sul ridere perché i suoi occhi sono troppo penetranti ormai. Non voglio perdermici di nuovo per poi ritrovarmi innamorato del mio migliore amico. Basta, ci sono già passato. Ho sofferto come un cane.
Rido, ovviamente fingo, mi allontano da lui girandomi e andandomi a nascondere nel magazzino del pub.
Prendo un lungo respiro e lo lascio andare pesantemente.
-Liam!- sento la voce scocciata di Zayn e ritorno dietro il bancone.
Mi guardo intorno e lo trovo con il mio telefono in mano, me lo allunga e io lo afferro sentendo le ginocchia tremanti quando le mie dita sfiorano la sua mano.
Accidenti! Non doveva avvicinarsi e guardarmi con quegli occhi che…no, io l’ho dimenticato completamente. O almeno ho dimenticato quello che provavo per lui.
Continuiamo a guardarci dritti negli occhi mentre io mi porto l’apparecchio elettronico all’orecchio.
-Pronto?- sussurro mantenendo lo sguardo sugli occhi del mio migliore amico.
-Liam, hai da fare ora?-  
-Ei Niall.- detta questa piccola e insignificante frase vedo gli occhi di Zayn voltarsi verso l’alto e poi lui girarsi infastidito. Con lo sguardo basso torna a guardare il listino delle dispense.
-Io…sto facendo l’inventario al pub.- deglutisco.
-Avevo voglia di gelato.- sembra abbia messo il broncio e io trattengo il respiro.
-Se devi andare vai, faccio da solo.- Zayn non mi guarda mentre sbuffa quella frase.
-Arrivo- dico sorridendo come un cretino. Attacco il telefono e prima di andare a togliermi il grembiule vedo il moro scuotere la testa.
Avrà capito?
Mi metto la giacca e mi incammino verso l’uscita.
-Grazie, Zay, sei un vero amico.- gli do una pacca sulla spalla.
-Già.- sembra stare più giù del solito. Poi però mi blocca mentre sto per chiudere la porta. –Liam! Che ne dici se mettessimo una gelateria qua eh? Magari così troveremo il modo di stare di nuovo insieme nel nostro pub!-
Divento di pietra mentre lui si riaccuccia sopra il foglio. Giuro di scorgere un ghigno soddisfatto sul suo volto.
-C…cosa?- cerco di riprendermi.
-Non dovevi andare?- mi incalza, sta volta è strafottente.
-S…si.- preso in contropiede mi allontano dal locale.
Cazzo, deve averlo capito.

  
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