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Autore: eliseCS    30/06/2015    1 recensioni
Sono dell'idea che valga la sacra regola: "Quello che dice la Rowling è legge". Quindi se alla fine Draco ha sposato Astoria (e non Hermione...) un motivo ci sarà...
Non ho nulla contro le Dramioni (anzi...) però ho deciso che per una volta anche Astoria ha diritto alla sua chance per conquistare il suo futuro marito.
Questa è la mia personalissima versione di come sono andate le cose :)
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[...]Quando Draco era nato uno dei primi pensieri di Lucius era stato quello di riuscire ad individuare una famiglia Purosangue che fosse abbastanza ricca, potente e importate, e che ovviamente avesse anche una figlia che sarebbe stata degna di diventare la moglie di suo figlio.
Quando, due anni più tardi, Agatha aveva dato alla luce Astoria, Lucius aveva quasi fatto i salti di gioia: quella bambina era la scelta migliore che avrebbe potuto fare. [...]
[...] ...volenti o nolenti Draco e Astoria si sarebbero sposati, onorando una volta per tutte quel contratto che era stato stipulato anni prima a loro insaputa.
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Spero di avervi incuriositi almeno un pochino
Buona lettura!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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5 – Tra il dire e il fare
 
 
 
Riuscire a convincere Draco ad entrare da McDonald’s fu a dir poco un’impresa: di sicuro usando la maledizione Imperius sarebbe stato tutto più semplice, ma di certo Astoria non aveva intenzione di finire ad Azkaban solo perché Mr. io-sono-troppo-purosangue-per-entrare-in-un-ristorante-babbano doveva comportarsi da idiota.
L’idea di portare Draco da McDonald’s le frullava in testa da un po’: aveva scoperto quella catena di fast-food in America e nonostante tutto quel cibo le era anche piaciuto. Doveva solo trovare il modo per convincere (o costringere) Draco ad andarci con lei, ed era sicura che alla fine anche al ragazzo sarebbe piaciuto.
Quando il ragazzo aveva accettato la sua proposta di incontrarsi con lei in un bar babbano il piano aveva cominciato a prendere forma.
Dopo il bar gli avrebbe proposto di fare una passeggiata, si sarebbe fatto tardi e lei avrebbe avuto l’idea di cenare direttamente fuori.
Trovare uno di quei famosi ‘ristoranti’ non sarebbe stato difficile: a Londra ce n’erano un sacco.
La parte complicata sarebbe stata convincere Draco ad entrarci, ma di quello aveva deciso fin da subito che si sarebbe preoccupata al momento.
Di certo però non aveva pensato che la cosa sarebbe stata così complicata: una volta capite le intenzioni della ragazza Draco si era messo a protestare manco fosse un bambino che faceva i capricci.
E di solito i bambini facevano i capricci perché volevano andarci, al McDonald’s, non il contrario.
Solo facendogli notare che tutti lo stavano guardando era riuscita a farlo smettere, e approfittando della momentanea assenza di opposizione l’aveva trascinato dentro mettendosi poi in fila per fare l’ordinazione.
Nell’attesa Astoria gli aveva spiegato sommariamente come funzionava la cosa: i menù, i panini… notando però sconsolata che Draco probabilmente non la stava nemmeno ascoltando, lo sguardo che fissava un punto indefinito davanti a sé.
Alla fine ordinò lei per tutti e due, scegliendo per Draco uno dei suoi panini preferiti, dopodichè si diresse verso un tavolo libero e un po’ defilato tenendo il vassoio con il cibo in una mano e trascinando il ragazzo con l’altra.
Prese posto, distribuì le varie cose che aveva ordinato e dopo aver augurato allegramente un “Buon appetito!” aveva addentato il suo panino.
Non era affatto male, e lei aveva pure fame.
Arrivata a metà Draco non aveva ancora aperto la confezione del suo: guardava la scatola come se fosse qualcosa di pericoloso.
Possibile che ogni volta che qualcosa non gli andava bene dovesse sempre comportarsi a quel modo?
 
“Guarda che non è avvelenato, sai?” gli disse cercando di attirare la sua attenzione.
 
Draco la guardò per la prima volta da quando erano entrati: “Ti stai divertendo?” le domandò gelido.
Lei ricambiò lo sguardo: “Ma cosa stai dicendo?”
“Ti rendi conto cosa succederebbe se qualcuno mi riconoscesse in questo momento? Se volevi trovare un modo per umiliarmi… be’, complimenti, ci sei riuscita” proseguì lui come se Astoria non avesse parlato.
Intanto si immaginava già le ristate che le persone si sarebbero fatte nel vedere Draco Malfoy in un ristorante babbano –che poi quello non era neanche un vero ristorante-.
Se suo padre lo fosse venuto a sapere sarebbe stata la volta buona che lo rinnegava come figlio.
 
Suo padre… forse avrebbe dovuto dargli retta e restare al Manor a conoscere la sua futura sposa. Certo, molto probabilmente avrebbe passato la serata a parlare con un’oca senza cervello che pensava solo ai suoi soldi, ma per lo meno avrebbe cenato tranquillamente, con del cibo commestibile e non con quella specie di roba tonda piena di chissà che cosa che Astoria stava mangiando fino a poco prima.
Il suo sguardo si riposò su di lei e fu stupito nel notare che aveva lo sguardo ferito.
 
E arrabbiato.
 
“Davvero pensi che ti abbia portato qui per umiliarti?” domandò con amarezza.
Quelle parole ebbero il potere di smontarlo: non sembrava che la ragazza volesse prendersi gioco di lui, ma allora perché l’aveva portato lì?
Lì, in un locale babbano, circondato da babbani, lui che era un Purosangue.
Astoria parve quasi capire i ragionamenti che Draco stava facendo in quel momento.
Sorrise.
Ma non era il suo solito sorriso, quello che aveva il potere di far sentire meglio Draco quando lo guardava. Era tirato, quasi triste, e non aveva raggiunto gli occhi scuri che erano rimasti spenti.
“Ogni volta che andiamo da qualche parte ti dà fastidio che tutti ti riconoscano e ti guardino male. Io volevo solo portarti in un posto in cui nessuno avrebbe potuto sapere chi sei” spiegò lei facendo spalancare gli occhi a Draco: aveva perso il conto di tutte le volte che aveva ripetuto ad Astoria quando gli sarebbe piaciuto andare da qualche parte dove nessuno avrebbe avuto pregiudizi su di lui, solo non pensava che la ragazza lo avesse ascoltato sul serio.
“Pensavo ti avrebbe fatto piacere passare un po’ di tempo senza sentirti osservato e giudicato come sempre” concluse alzando le spalle.
“Ma anche quei babbani, prima, mi hanno guardato male, o forse non te ne sei accorta?” ribattè lui, lieto di riuscire ad avere un argomento a suo favore.
Quando discuteva con Astoria andava a finire che lei aveva sempre ragione.
“Questo perché ti sei messo a dire che una volta tornato a casa ti saresti dovuto disinfettare per essere entrato qui dentro” sibilò lei stizzita. “Forse non te ne sei accorto perché eri troppo impegnato a protestare, ma ti ho guardato male anch’io…”
 
… ovviamente anche quella volta aveva ragione lei.
 
Era uno stupido: Astoria aveva cercato di metterlo a suo agio (più o meno) e di essere gentile con lui, e lui come ringraziamento la insultava e mandava all’aria tutto.
Poteva farsi i complimenti da solo.
 
Riscuotendosi dai suoi pensieri notò che la ragazza si stava sistemando, controllando di avere tutto nella borsetta, preparandosi ad andare via.
“Dove vai?” le domandò lui, tutt’a un tratto preoccupato. Non pensava mica di mollarlo lì così…?
“A casa, ovvio. Non ho più fame. Buona serata Draco…” il suo tono era duro e piatto, non ammetteva repliche.
Il ragazzo si rese conto che qualsiasi cosa avesse detto non le avrebbe fatto cambiare idea, non quella volta.
Se non poteva dire niente forse però poteva fare qualcosa.
 
Astoria stava proprio per alzarsi quando fece qualcosa che stupì lui stesso: aprì la confezione che era rimasta intatta davanti a lui, prese in mano il panino e gli diede un morso.
Era la cosa più strana che Draco avesse mai assaggiato (escluse le Gelatine Tutti i Gusti + 1, ma quelle non contavano…), il sapore particolare.
Era… “È buono” commentò il ragazzo con tono stupito prendendo un altro morso.
Astoria lo osservava con un sopracciglio alzato, senza perdersi un suo minimo movimento.
Dopo un altro paio di morsi Draco mise giù il panino allungando la mano verso il bicchiere.
Mentre ordinava aveva sentito la ragazza dire ‘coca-cola’: non aveva la più pallida idea di cosa fosse.
Si portò la cannuccia alle labbra e cercò di nascondere l’espressione si sorpresa quando la bevanda fresca e frizzante –molto frizzante- raggiunse la sua bocca.
Anche in quel caso non aveva mai bevuto niente di simile.
 
Nel frattempo anche Astoria era tornata a concentrarsi sul suo panino, guardando Draco senza farsi notare e sorridendo sotto i baffi per il suo stupore nel trovare buono quel cibo babbano.
Finirono di mangiare senza dire nulla, ma la ragazza era pronta a sganciare l’ultima ‘bomba’.
“…Adesso bisogna sparecchiare…” buttò lì come se niente fosse.
Draco dovette mordersi la lingua per non risponderle per le rime: non era mica un elfo domestico, lui!
Lasciò vagare il suo sguardo per il locale soffermandosi poi su alcuni clienti che, come loro, avevano appena finito di mangiare. Poco distante c’era un cestino: le persone vi gettavano i rifiuti e poi appoggiavano nello spazio apposito il vassoio rimasto vuoto.
 
Raccolse tutta la sua buona volontà e replicò quei gesti procedendo lentamente come se stesse maneggiando qualcosa che potesse esplodere da un momento all’altro.
Aveva pensato che tutti si sarebbero girati per vedere come mai un Malfoy si fosse abbassato a fare una cosa del genere, pensava che si sarebbe sentito strano a fare una cosa così umile come sparecchiare, e invece… non successe nulla di tutto ciò.
Nessuno si girò a guardarlo, nessuno rise di lui.
E questo perché ovviamente, come la ragazza aveva predetto, nel locale non c’era nessuno che potesse riconoscerlo.
Quando ebbe finito Astoria lo stava già aspettando vicino alla porta.
Uscirono insieme nell’aria che stava cominciando a rinfrescarsi, il sole già più basso nel cielo.
Procedettero un po’ lungo la via, fianco a fianco, ognuno perso nei suoi pensieri.
 
“Ecco… penso che dovrei rientrare…” disse Astoria dopo un po’.
Si erano fermati in prossimità di una via laterale deserta, perfetta per smaterializzarsi senza dare nell’occhio.
“Certo… e oh, Astoria!” la richiamò lui riavvicinandosi a lei che si era già distanziata di qualche passo.
“…Grazie… di tutto, davvero…” disse tutto d’un fiato.
Con grande stupore della ragazza si sporse appena verso di lei per poi lasciarle un leggero bacio sulla guancia.
Astoria non disse niente, ma il rossore che le invase il viso valeva più di mille parole.
 
 
 
Rimasto solo Draco sorrise mettendosi le mani in tasca e incamminandosi verso il palazzo che ospitava il suo appartamento. Non era molto distante da lì, e lui aveva voglia di camminare.
Ripensava a quello che era successo quella sera: la sera più strana della sua vita, doveva ammetterlo.
Una morsa gli strinse il cuore quando però ripensò al bacio che aveva dato ad Astoria.
Un semplice ed innocente bacio sulla guancia.
Sarebbe bastato così poco e al posto della guancia ci sarebbero potute essere le sue labbra…
Scosse tristemente il capo per scacciare quel pensiero: doveva stare attento, non poteva permettersi di pensare una cosa del genere.
Astoria non avrebbe mai potuto provare niente per lui, doveva metterselo bene in testa.
Lei era bella, dolce, gentile, ma anche astuta, decisa e testarda quanto bastava: più stava lontana da uno come lui e meglio sarebbe stato per lei.
E, in ogni caso, una ragazza come lei non avrebbe mai potuto amare un Mangiamorte.
 
 
///
 
 
Astoria apparve con un sonoro *crack* in camera sua.
Il resto della casa era stranamente silenzioso: evidentemente i suoi genitori erano andati lo stesso all’incontro con il suo futuro marito nonostante la sua fuga, e non erano ancora tornati.
Scacciò il pensiero preferendo invece concentrarsi sui ricordi di quella sera: se anche l’inizio non era stato dei migliori, alla fine la serata aveva superato di gran lunga le sue aspettative, e non poteva che essere fiera del comportamento di Draco.
 
Draco…
 
Draco che le aveva lasciato un bacio sulla guancia prima che lei sparisse davanti ai suoi occhi come aveva sempre fatto dalla prima volta che si erano incontrati.
Le sembrò che il suo cuore fosse diventato all’improvviso più pesante: che diritto avevano i suoi genitori di darla in moglie ad un perfetto sconosciuto senza nemmeno considerare la sua opinione?
Dopo aver sigillato opportunamente la stanza in modo che nessuno potesse entrare si buttò sul letto, incurante del vestito che si sarebbe sicuramente stropicciato.
Portò una mano la dove, poco prima, le labbra del ragazzo l’avevano sfiorata, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di scendere.
 
Lei era Astoria Greengrass. Lei non piangeva.
 
Lei era più piccola, non si considerava particolarmente bella, e a detta dei suoi genitori aveva un caratterino che non si addiceva per niente ad una lady.
Non era altro che un passatempo…
 
Una lacrima solitaria riuscì a sfuggire ugualmente nonostante i suoi sforzi: se anche quel maledetto contratto di matrimonio (che nessuno aveva mai nominato ma lei sapeva che c’era) fosse stato annullato, sapeva benissimo che Draco non avrebbe mai potuto provare niente per una ragazza come lei.



















Rieccomi con il nuovo capitolo!
Finalmente la scena che tutti stavano aspettando: Draco al McDonald's. Spero di non aver deluso le vostre aspettative.
Ma la cosa più importante è che finalmente quelle due teste di legno si sono rese conto di non essere indifferenti l'uno all'altra... chissà cosa succederà la prossima volta...
Grazie a 
Shizuku Sango che ha aggiunto la storia alle seguite, e a Akakurina che ha lasciato una recensione: mi fa sempre piacere sentire cosa pensate riguardo la storia :)
Per chi volesse vi ricordo le due one-shot (le trovate nella mia pagina) che precedono questa storia, in caso qualcuno non le avesse ancora lette.
A martedì prossimo!
E.


 
   
 
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