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Autore: WhiteAngel    30/06/2015    1 recensioni
Una raccolta di AU dove Will si è finalmente accorto dell'amore spropositato che Frederick Chilton ha da offrirgli. In fondo chi non si innamora del proprio psichiatra? Ci saranno vari capitoli con piccole storie o spaccati di vita quotidiana, collegati o meno tra loro a seconda dell'ispirazione. Enjoy.
Genere: Comico, Erotico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Will Graham
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La giornata è stata decisamente faticosa. 
Da quando il dottor Lecter è ormai un 'semplice' detenuto nell'ospedale psichiatrico di Baltimora, Frederick ha il suo ben da fare.
Ogni giorno decine di giornalisti lo aspettano all'entrata e non se ne vanno fin quando non li accontenta con una parolina o due. A niente è servito il cercare di entrare dalla porta sul retro, quella ben nascosta e adibita al passaggio della spazzatura dei detenuti. 
Non parliamo poi dei silenzi stampa...
Il giorno in cui aveva deciso di giocare il ruolo del direttore figo e tenebroso e uscirsene con un semplice "No comment" tutto quello che aveva ottenuto era stata una microfonata in testa da un giornalista vendicativo che l'aveva fatto passare per errore.
Ogni sera, ogni dannata sera non vedeva l'ora di mettersi in macchina, la sua bella macchina costosa grigio metallizzata con sedili riscaldabili, e tornare a casa.
Non che facesse granchè in effetti, non aveva mai fatto granchè se non ascoltare di nascosto conversazioni o cercare di estirpare informazioni ai suoi pazienti per poi vantarsene al circolo degli psichiatri.Ma con il dottor Lecter le cose erano andate alquanto degenerando. Ormai si era chiuso in un silenzio tombale e lui era sicuro fosse solo per non dargli soddisfazione.
 
Quel lunedì sera arrivò a casa e Will non era presente. Le luci erano spente come al solito, e va bene, okay, quel ragazzo amava l'oscurità e non aveva mai capito il perchè quindi aveva comunque controllato in ogni stanza ma la casa era fredda e soprattutto in perfetto ordine. Decisamente Will non c'era.
Non c'erano nemmeno messaggi attaccati al frigo nè indizi d'alcun genere quindi decise di farsi una bella doccia calda nell'attesa.
Le docce di Frederick durano almeno un'ora. Gli piace aspettare che la temperatura dell'acqua sia perfetta, non tiepida perchè non da alcuna soddisfazione ma nemmeno troppo calda perchè la sua pelle sensibile si rovinerebbe. Si prende il suo tempo per massaggiarsi i capelli con il suo shampo preferito che ha un odore di fiori ma molto delicato, non di certo quegli odori sintetici di bouquet primaverili che senti negli shampo da donna. Dopodichè si sciacqua i capelli massaggiandoseli e ci impiega poco, a suo dire, circa 10 minuti. 
Il resto del tempo lo passa seduto a terra sul piatto doccia, con la testa tra le gambe e le braccia strette alle ginocchia, raggomitolato. Lo aiuta a riflettere dice. 
 
Quando finalmente apre la porta del bagno una leggera sensazione di fresco si intrufola sotto l'accappatoio candido e profumato. Nonostante l'ora nella doccia di Will non c'è ancora traccia.
Sono le 21.00 e lui non è ancora tornato...nell'arco di 15 minuti controlla il cellulare 20 volte, rischiando nell'ordine di bruciare la cena, tagliarsi con il coltello e scottarsi con l'acqua bollente.
Alle 22.00 ancora niente. E' troppo orgoglioso per chiamarlo e gli lascia un sms sarcastico su un presunto pasto a base di cioccolato che Winston avrebbe ingurgitato di nascosto in cortile. 
Se vuoi attirare Will Graham fagli credere che i suoi cani sono in pericolo, semplice ed efficace.
 
Ormai sono le 23.00. C'è un misto di incazzatura e leggera preoccupazione in Frederick ma decide di comunque di mettersi a letto. Se l'empatico dovesse tornare lo troverebbe comunque sveglio, forse... molto più probabilmente lo troverà a russare con il DSM tra le mani e la bocca un po' aperta.
Dopo tanti giorni insieme aveva perso l'abitudine di vivere da solo. Il che era abbastanza negativo, al contempo però aveva perso anche altri abitudini. 
Abitudini malsane. Come il guardarsi allo specchio.
 
Nella sua camera da letto riccamente arredata proprio di fronte al letto c'era uno specchio. Un grande specchio attorniato da una cornice intarsiata. Era stato un regalo di sua madre, l'aveva sempre adorato. Senza contare i risvolti positivi dell'avere uno specchio così grosso davanti al letto...
Negli ultimi mesi però quello specchio era diventato un incubo. Svegliarsi la mattina e vedere quel viso. 
Si sentiva tanto un'adolescente insoddisfatta del proprio corpo.
Cercava con tutto se stesso di non guardarlo. Di non incrociare il proprio sguardo di rimando ma quella sera senza il controllo di Will fu inevitabile.
Gli si avvicinò lentamente, in modo tale che l'occhio rimasto potesse mettere a fuoco quello che gli si prospettava davanti senza sforzi.
L'accappatoio che aveva tenuto tutto addosso per mantenere una parvenza di calore cadde a terra e fu scostato via con un piede. Non voleva vedere altro che se stesso in quel  dannato riflesso.
La prima cosa che fece fu portarsi una mano al viso, alla metà martoriata dallo sparo. La coprì, per ricordarsi quali erano i suoi lineamenti prima del danno.
Non erano malaccio a dir la verità. Gli avevano sempre fatto notare quanto fosse attraente, soprattutto le infermiere dell'ospedale.
In seguito all'incidente però nessuno lo guardava più come prima, come se sapessero che in fondo quella che vedevano era una semplice maschera.
 
La cosa che più lo disturbava però non era il viso, ormai era quasi facile accettare i loro sguardi disgustati. 
Quindi no. La cosa peggiore per lui era la cicatrice all'addome, era una cicatrice chirurgica, un bel taglio lungo la linea alba. Un taglio perfetto. Se non fosse per il macellaio che l'aveva ricucito così male non ci sarebbero stati troppi segni. E invece eccola lì.
La percorse con le dita in tutta la sua lunghezza. Gli piaceva toccare il tessuto fibrotico ma al contempo lo disgustava la poca armonia, la chirurgia non era mai stata cosa sua.
 
"Per quanto ne hai ancora?"
 
La voce di Will lo fece sobbalzare.
"Dio, vuoi farmi venire un infarto?! Da quanto tempo sei lì?"
 
"Mh...credo due minuti buoni almeno. Eri così preso, non volevo interromperti."
Da qualche parte sotto la barba ispida Frederick arrossì.
"Non posso davvero lasciarti da solo nemmeno per un attimo eh?"
 
"Cos'è il messaggio dell'indigestione di cioccolato ha funzionato signor Graham?"
 
"Non troppo, Winston è un cane intelligente, non lo farebbe mai...ero solo venuto a darti la buonanotte."
 
"Be' non ce n'era affatto bisogno." 
L'arrabbiatura si faceva ancora sentire. Non solo non era tornato per cena, abbandonandolo con il suo pollo scondito ma l'aveva anche visto in un momento così intimo! Era talmente imbarazzato che ormai da tempo si era girato di spalle e cercava freneticamente per camera qualcosa da mettersi addosso. Dove cavolo era finito l'accappatoio?
 
"Ne sei sicuro?" 
L'abbraccio di Will arrivò da dietro senza che lui se lo aspettasse, le parole sussurrate dolcemente all'orecchio sortirono il dovuto effetto.
 
"Will Graham se pensi che non sia arrabbiato con te ti sbagli di gr..."
Non riuscì nemmeno a finire la frase. Il ragazzo lo attirò a sè in un lungo bacio.
 
Chiuse immediatamente gli occhi, odiava farlo perchè non poteva godersi l'espressione innamorata del profiler ma al contempo il pensiero di Will che vedeva il suo occhio ridotto in quel modo lo disturbava troppo.
Continuò a tenerli chiusi quando il ragazzo si staccò dalla bocca per passare al collo. Il collo era il suo punto debole e Will lo sapeva benissimo. Due baci ben assestati e un respiro più profondo del solito bastavano a eccitarlo ma non ci si soffermò troppo su, troppo facile. Continuò a posare piccoli baci prima sul petto e poi più giù, all'inizio della cicatrice.
No, non poteva lasciarglielo fare.
 
Assunse il tono più pomposo possibile "In qualità di tuo psichiatria ti dico che quello che stai facendo è estremamente sbagliato."
Niente, menefreghismo fase on.
"Will...ti prego, lo sai..."
 
"Lo so."
 
I baci continuarono a seguire il profilo della cicatrice fino alla sua fine.
La sensazione era davvero strana. Una parte stava godendo a tal punto da causargli un'erezione dolorosa e l'altra era terrorizzata.
Fu la sorpresa a fargli aprire di scatto gli occhi quando il più giovane iniziò a succhiare.
Non poteva resistergli, infilò una mano tra quegli splendidi ricci scuri e assecondò i suoi movimenti fino a raggiungere l'orgasmo.
 
Quando Will si rialzò era ancora nell'estasi più completa. 
Gli occhi ben aperti anche se lucidi di desiderio, la cicatrice ben in vista che si alzava e abbassava per la respirazione diaframmatica.
 
"Sai, prima ti odiavo Frederick. Eri solo lo stupido direttore dell'istituto che mi aveva preso quand'ero senza colpe ma infondo siamo più simili di quanto credessi, entrambi incastrati, mutilati, storpi. Ringrazio Hannibal per avermi aperto gli occhi. Dovresti aprirli anche tu ed essere fiero di quelle cicatrici, in fondo sei sopravvissuto. Buonanotte."
"M-ma..." niente, come era venuto così era scomparso.
Quel ragazzo non finiva mai di sorprenderlo, internarlo era la cosa migliore che avesse mai fatto nella sua vita.
Si complimentò per l'ennesima vola con se stesso. Bravo Frederick, bravo.














Ok gente, benvenute/i in questa raccolta di capitoli amorosi sulla relazione WillXFrederick! Per le fan Hannigram che adesso si staranno rivoltando devo ammettere una cosa, shippo Will con chiunque. E più forte di me. Quindi potrebbe scapparci anche qualche altra coppia in questi capitoli ma Frederick Chilton sarà sempre presente perchè nessuno mette un sassy come lui nell'angolo.
_____

In questo primo capitolo il dottore è in versione "postumi da mancato omicidio" per la seconda volta ma la sua vita nonostante il trauma va molto meglio, dopo l'acciuffamento di Hannibal Will ha deciso di dedicarsi alla persona che più aveva mostrato sincero interesse verso di lui.
P.S. ignorate il "bravo Frederick" finale, fa tanto "brava Giovanna, bravaaa"
  
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