Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: SweetLuna    01/07/2015    9 recensioni
Una raccolta di one shot dedicata alla famiglia Cullen-Black: Renesmee, Jacob e i loro tre figli Sophia, Michael e William. Tra nuovi e vecchi personaggi proseguono le vicende dell'universo di Twilight, raccontate da diversi punti di vista e in momenti diversi della loro vita.
N.B. Questa storia è un sequel di "Eternity", la mia fanfiction su Renesmee e Jacob pubblicata nel 2014. Per comprendere le vicende narrate nelle one shot non è necessario averla letta, tuttavia spero di incuriosirvi!

(Ultima revisione errori effettuata: 2020 - La trama non ha subito variazioni)
DISCLAIMER: La seguente storia non è a scopo di lucro. I personaggi originali di Twilight e il materiale fotografico appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Eternity '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La principessa di casa Cullen-Black

 
Sophia 
Mi sveglio di soprassalto nel mio letto, il rumore di un tuono troppo forte mi ha fatto svegliare. Josh invece dorme bello tranquillo come un angioletto, neanche un terremoto lo farebbe svegliare dal suo "coma" notturno. Mi infilo le pantofole leopardate che mi ha regalato zia Alice e mi alzo dal letto, adesso non ho proprio voglia di provare a riaddormentarmi di nuovo. Scosto la tenda dalla finestra e vedo che sta piovendo a dirotto, con tanto di lampi e tuoni. Se continua così potrei accompagnare i nonni e gli zii a fare una bella partita di baseball vampiro... Be', magari se il tempo migliora giusto un po'. Sono le cinque di mattina, ed io ho fame. Non è molto normale, ma tanto che male può farmi mangiare qualche schifezza nel cuore della notte? Vado in cucina e mi preparo una bella tazza di cioccolata calda, dopodiché mi rimetto seduta a letto per gustarmela in santa pace. Mi lascio cullare dal profumo del cioccolato e finisco di bere quasi subito, ma dopo mi viene la nausea.
Che mi succede? Provo inutilmente a riaddormentarmi, ma sto sempre peggio. Finirò addirittura per svegliare Josh, forse... e poi domani ho anche la festa di addio al nubilato di Nicole, e Josh deve andare a quella di mio fratello Will. Non oso immaginare, tra Josh e i miei due fratelli, cosa potrebbero combinare. Ricordo ancora il casino che hanno fatto per la festa di diciotto anni mia e di Michael...
 
Mamma e papà non c'erano, in casa c'eravamo solo noi tre fratelli e il cane, Wolf. Mamma aveva deciso di darci fiducia e lasciarci casa libera per il nostro compleanno, papà invece era stato un po' più restio a convincersi. Come al solito, se si trattava di Michael e William acconsentiva, mentre io ero ancora la piccola principessa di casa e dovevo essere protetta e tenuta d'occhio.
«Ma quindi ti organizzi la festa da solo?!». Ero scoppiata a ridere in faccia a Michael, in fondo il compleanno era anche suo. 
«Sì, problemi?». Mickey aveva risposto cercando di fare il serio, ma poi era scoppiato a ridere. 
«E vuoi coinvolgere anche il nostro fratellino nei tuoi piani criminali?», ribattei.
«Will ha tredici anni, non è più il nostro piccolo fratellino. Tutte gli vanno dietro...».
«Okay, okay! Voglio proprio vedere questa festa meravigliosa, Mickey». Sapevo che nei suoi piani aveva coinvolto anche Josh, ma avevo preferito non saperne niente. Non volevo deludere papà comportandomi da figlia sconsiderata... 
La sera del mio diciottesimo compleanno, quando rientrai in casa, mi trovai davanti a un casino allucinante. Io e Lily, che avevamo passato il pomeriggio assieme a delle nostre amiche, ci guardammo sconvolte. Il cane si era seduto sotto al tavolo del salone, infastidito da tutto quel rumore, perciò io e Lily lo portammo nella stanza di Will e Mickey, facendoci spazio nella confusione.
«Auguri, Sophia! Bella festa!».
«Grazie...», risposi imbarazzata ad un tizio che mi pareva di aver visto a scuola. Dopo aver portato Wolf nella camera dei miei fratelli, io e Lily decidemmo di tornare dagli altri. 
«Questi ti distruggono casa, secondo me», mi disse Lily, notando bicchieri di plastica sparsi ovunque.
«Tu mi aiuti a picchiare Michael, a Will ci penso io». Una bella proposta, no?
«Dai, Soph... magari non è male come sembra». Lily sorrise. Forse avrei dovuto usare il mio dono acquisito per controllare meglio la situazione. Dove diamine si erano cacciati i miei fratelli? Un tizio mai visto stava saltellando sul divano con una bottiglia di non so quale alcolico in mano, così lo afferrai per il braccio e decisi di usare le maniere forti. 
«Scendi subito da questo divano e vai a ballare con gli altri». Avevo usato il mio dono e aveva funzionato, perché pochi secondi dopo il ragazzo ubriaco andò a ballare con gli altri come se nulla fosse. Avere il controllo della situazione mi faceva sentire potente, anche perché non avevo mai usato il mio dono per cose che non avrei dovuto fare, ma solo per cose giuste. 
«Eccoti, non sapevo dove ti eri cacciata!». Michael era spuntato dal nulla, all'improvviso. Vicino a lui c'era Josh e anche William.
«Bella festa, Michael» dissi in tono ironico a Mickey. «E tu - continuai, puntando il dito verso Will - non dovresti neanche essere qui!».
«È vero, abbiamo fatto un po' di casino...», rispose Michael. «Ma magari puoi aiutarci a mandare via qualche imbucato, o... che so... "controllare" qualcuno?». Sbuffai, guardando male persino Josh. Passai dieci minuti buoni a tenere a bada gente che mi stava distruggendo casa, lasciando stare quelli più tranquilli che ballavano e non facevano nulla di male. Mi ero innervosita, e quella sera iniziai a bere un po' troppo, perché a un certo punto non mi ero nemmeno accorta di essere brilla. Dicevo cose senza senso e ridevo come una scema. Al momento della torta, dissi una cosa che fece ridere tutti: «Auguri a tutti, belli e brutti! Auguri a chi è lupo e a chi è vamp...». Michael mi impedì di finire la frase, che senza dubbio le persone presenti non avrebbero capito. Josh mi aveva portato a sedermi sul divano e cercava di farmi stare tranquilla, ma io non mollavo. Non avevo mai bevuto più di tanto, e per una volta che non avevo fatto attenzione, ero totalmente fuori controllo. Continuavo a dire a Josh di portarmi a letto, avevo persino provato a togliergli la maglietta in mezzo a tutti. 
«No Soph, devi stare seduta e aspettare che starai meglio».
«Ma Josh, io ho sete! E poi voglio vedere di che colore hai le mutande!». Credo che se Josh non avesse avuto l'imprinting con me, avrebbe perso la pazienza. Soltanto dopo un'ora iniziai a riprendermi e dovetti cancellare la memoria ai presenti per quanto riguardava le assurdità che avevo detto. Quella festa è stata un disastro, ma la colpa ce la eravamo presa tutti e tre. Ed io, che ero quasi sempre stata impeccabile, avevo dato un pretesto a papà per farlo preoccupare...
 
«Ehi... da quanto sei sveglia?», mi domanda Josh senza muoversi dalla sua posizione. Mi accuccio vicino a lui passandogli una mano tra i capelli neri, e lascio che lui si volti per farmi sistemare tra le sue braccia. 
«Non mi sentivo bene, poi mi è anche venuta fame e mi sono fatta la cioccolata calda. Ne è rimasta un po'». Josh si volta subito nel sentire la parola magica, cioccolata.
«Vado e torno». Si alza dal letto per andare a prendere la cioccolata calda, e anche lui torna con una tazza mezza piena. Ormai è da un po' di tempo che va avanti questa cosa di sentirmi più affamata del solito, ma forse sono solo un po' stressata.
«J, che mi dici della festa? Che cosa farete voi maschi?». Josh beve un sorso di cioccolata e poi mi risponde. 
«Non ne ho idea... Viene anche Emmett, e quando c'è tuo zio possiamo aspettarci di tutto». Rido. Adoro zio Emmett, ma è un maestro quando si tratta di far fare figuracce a qualcuno. E mi ha trasmesso la capacità di trovare doppi sensi ovunque, cosa che non sarebbe molto felice di scoprire papà.
«Se tu e Michael avete organizzato una di quelle cose con gli spogliarelli, vi picchio. Sono gelosa del mio fratellino». Metto un finto broncio.
«E invece voi che cosa farete per l'addio al nubilato di una... giovane vampira?», mi domanda Josh riferendosi a Nicole. È già passato quasi un anno da quando è diventata un vampiro... E adesso è anche molto più bella, non ha più gli occhi rossi ma dorati, anche se spesso le piace ancora portare le lenti azzurre che le ha procurato nonno Carlisle. Ha un autocontrollo pazzesco, e ama Will ancora più di prima. Resta una delle mie migliori amiche, la trasformazione non l'ha fatta cambiare come persona. 
«Non si dice, è top secret! Anche perché zia Alice si è voluta impicciare, quindi...».
«Ah be', in questo caso ho paura!». Josh ride, mentre io inizio a sentirmi di nuovo strana e mi tocca andare in bagno. All'improvviso, la cioccolata che ho bevuto inizia a darmi fastidio e... sì, mi viene decisamente da vomitare. 
Sento i passi di Josh che viene verso il bagno, ma gli dico di non venire. Mi dà fastidio farmi vedere in queste condizioni. Quando apro la porta del bagno me lo ritrovo davanti, con le braccia conserte. 
«Torna a dormire, J».
«Secondo te posso tornare a dormire vedendo che stai così?». Mi abbraccia e torniamo a letto, dove mi stendo accanto a lui e mi sembra di sentirmi meglio. «Soph, non è che sei incinta?», mi domanda sorridendo. 
«Oddio, ma che domande... non lo so», rispondo. A trentacinque anni sarei anche pronta, visto che Will e Michael mi hanno già fatto diventare zia. Ginevra ed Helen sono due bambine dolcissime.
«Come la prenderesti se io fossi incinta?», gli domando.
«Sarebbe la più bella notizia di sempre...». Josh mi sposta i capelli e mi bacia la fronte. Iniziamo a fare calcoli per vedere se è una cosa possibile, e in effetti... lo è eccome. 
«Prenditi un giorno per malattia».
«Non posso Josh, lo sai com'è il mio lavoro...». Ho scelto di essere una psicologa, proprio come mamma Renesmee. Anche se ciò che faccio io è un tantino diverso... 
«Dai Soph, solo un giorno», insiste lui. Ho preso una specializzazione in psicologia criminale, lavorare con la polizia è sempre stato uno dei miei sogni. Nonno Charlie non si sarebbe mai aspettato che la "poliziotta" di casa sarei stata proprio io, l'unica ragazza in mezzo a due maschi. Ormai sono cinque anni che nonno Charlie non c'è più, ma grazie a Michael ho potuto mettermi in contatto con lui e parlare delle mie scelte. È stato bello...
«Va bene, faremo il test. E adesso fammi dormire un altro po', ne ho bisogno». Mi sistemo per bene tra le sue braccia e chiudo gli occhi. Più che dormire ho bisogno di pensare... ho decisamente troppe cose per la testa. E se davvero sono incinta, papà come prenderà la notizia che la sua bambina aspetta un bambino?
 
***
 
Adesso mi sento un po' meglio, e non credo che sarà una tragedia se per un giorno scappo dai miei doveri. Ho decisamente bisogno di un po' di tempo per me, soprattutto ora che ciò che non credevo possibile sta per diventare realtà, forse.
Controllo il cellulare e mi accorgo che c'è un messaggio da parte di mamma. Mi dice che lei e tutti i Cullen hanno organizzato una bella partita di baseball vampiro, non me la perderei per nulla al mondo! Ovviamente contro nonno Edward e gli altri non posso giocare, ma mi piace comunque assistere. E Josh è fin troppo facile da convincere, perciò accetta subito. I vantaggi dell'imprinting sono che... ciò che rende felice me, rende automaticamente felice anche lui. Ovviamente non penso che questo cambi le cose tra noi, Michael e Will non hanno avuto l'imprinting con Lily e Nicole ma sono ugualmente innamorati e disposti a tutto per loro.
«Sei sicura che sia una buona idea?», mi domanda Josh. 
«Magari piove, e... se sei incinta e ti prendi un raffreddore?». Non posso beccarmi un raffreddore, e lui dovrebbe saperlo meglio di me.
«J, la smetti di preoccuparti per nulla?». Gli sorrido, e vado in bagno a cambiarmi. Indosso la maglietta che metto sempre per le partite di baseball vampiro, di solito io posso partecipare contro i miei fratelli, ma stavolta... dovrò inventarmi una piccola scusa per non giocare. Anzi, decido di vestirmi con i jeans e un maglione, zia Alice mi capirà se le dico che non posso rovinare i vestiti. Quando sono pronta, anche Josh è già vestito e mi aspetta già in piedi. 
«Andiamo, amore?». Mi cinge i fianchi e usciamo fuori di casa, andando verso la macchina. Solo a lui concedo di chiamarmi così, non sono una ragazza da nomignoli romantici. Durante il tragitto per arrivare alla radura, metto a palla il CD dei Muse, e le note di Supermassive Black Hole, canzone che uscì quando nonna Bella era una ragazzina, risuonano nell'abitacolo della macchina. Josh si mette a cantare con me, lui asseconda tutte le mie pazzie... come le gare di moto che facevamo quando io avevo diciassette anni.
 
Io, Michael, Josh ci eravamo lasciati coinvolgere da un gruppo di nostri compagni di scuola. Io e Mickey avevamo le moto di papà, e Mickey ne aveva rimediata una per Josh. Papà e Michael mi avevano insegnato a guidare una moto e a non farmi male, ma mi mise in punizione per due settimane quando scoprì delle gare. I miei compagni di scuola umani avrebbero potuto farsi male, ed io mi stavo comportando da cattiva ragazza. Se la prese anche con Michael per avermi coinvolto, ma tra fratelli eravamo l'uno dalla parte dell'altra. È vero che sono sempre stata un po' pazza e che con due fratelli maschi ero un po' maschiaccio anch'io, ma ho sempre avuto la testa sulle spalle e non ho mai combinato sciocchezze. In fondo anche nonno Charlie e nonno Edward ne hanno passate di tutti colori con nonna Bella e mia madre. Nonna Bella scappò in Italia senza preavviso per andare dai Volturi, mia madre a sette anni era già una donna adulta e nonno Edward non era pronto... 
Fatto sta che litigai con papà perché io e Michael ce la siamo vista brutta. 
«Steve, chi vuoi sfidare?», chiese Josh al primo che si era offerto volontario per le gare. 
«Ci siamo io, Michael, Fred...». Steve, un bulletto del quinto anno, scoppiò a ridere in faccia a Josh e poi disse: «Scelgo la sorellina di Black, la tua ragazza». Mi guardò dritta negli occhi con sguardo di sfida. Negli anni a scuola mi ero fatta la reputazione di una ragazza con un bel caratterino, sapevo sempre difendermi e difendere chi ne aveva bisogno... a parole e non solo. Insomma, avevo imparato a farmi rispettare e non avevo bisogno di essere difesa da mio fratello o da Josh.
«Non pensare che io sia debole perché sono una ragazza!», risposi a Steve. Detto ciò, mi misi il casco e aspettai che lui facesse lo stesso. Partimmo, ma quell'idiota aveva la chiara intenzione di farmi sbandare e cadere dalla moto, come se questo fosse un giochetto innocuo. Aumentava la velocità fino a non avere il controllo della moto, finché non urtò qualcosa e andò a sbattere contro un albero. 
Fermai la moto, e mi precipitai a vedere cos'era accaduto. Il casco era volato via, e avvicinandomi notai che Steve perdeva sangue dal naso. Dovevo fare qualcosa.
«Stai bene?!», dissi, cercando di capire se non avesse preso una botta troppo forte. Aveva perso conoscenza, perché... non rispondeva. Dovevo prendere una decisione e anche in fretta, nonno Carlisle aveva scoperto che il sangue mio e di Michael aveva proprietà guaritive sugli umani, così come quello di Will. 
Perciò mi feci un piccolo taglio sul braccio e gli diedi un po' del mio sangue. Ero preoccupatissima, perché non avevo mai fatto una cosa del genere. Steve riprese conoscenza e si mise seduto, ma gli altri si sarebbero sicuramente chiesti perché ci mettevamo tanto.
«Non sei mai caduto dalla moto e stai bene, okay?».
«Sì». Avevo usato il mio dono acquisto, quello che era diventato definitivamente mio uccidendo un pericoloso vampiro: il condizionamento mentale. Dopo un anno ne avevo ormai la piena padronanza, si sarebbe rivelato utile in molte occasioni. Steve stava facendo l'idiota e aveva anche rischiato grosso, ma grazie al condizionamento avrebbe smesso di fare idiozie, almeno per quella sera. Senza pensarci mi confidai con Josh, e papà lesse i suoi pensieri quando erano in forma di lupo. Addio al segreto e alle gare di moto... Quella fu la prima volta in cui papà si arrabbiò seriamente con me.
 
Siamo finalmente arrivati alla gigantesca radura dove i Cullen sono soliti giocare a baseball. I miei fratelli non ci sono, giustamente oggi è una giornata lavorativa. Ho una buona scusa per non giocare, ora che vedo che mancano i miei fratelli. Tutti i Cullen, esclusa nonna Bella, sono pronti per giocare. 
«Sono arrivati!», sento dire da papà appena li raggiungiamo.
«Ehi, ma oggi non lavora nessuno?». Guardo lei e papà, lui dovrebbe essere con Embry in officina.
«Il baseball vampiro non va mai perso», mi risponde mamma, venendomi vicino.
Nonno Carlisle inizia la partita, è il primo a battere e vedo nonno Edward e gli zii Emmett e Jasper fare una corsa per raggiungere la palla. Zio Emmett la afferra, mentre nonno Edward e zio Jasper si scontrano. Sembra davvero il rumore di un tuono, è incredibile. Da piccola non avevo ben capito perché i vampiri potessero giocare solo con il brutto tempo.
«Allora Soph, come ti senti? Hai ancora quegli... strani mal di testa?», mi domanda mamma sottovoce, mentre sento zia Alice dare della schiappa a zio Emmett. Bell'affronto!
«Sì, mamma... stamattina stavo quasi per vomitare. Sono quasi certa che sia... una gravidanza». Le sorrido, lei mi prende la mano.
«Ne hai parlato con Josh?», mi domanda.
«Sì, ha detto che sarebbe felice». Mamma continua a sorridere, gettando uno sguardo alla partita.
«Tu non giochi, mamma?».
«Sostituisco Rose tra un po'... Stavo pensando, chi lo dice ora a tuo padre?». Mamma prosegue a parlare della mia possibile gravidanza. 
«Ho quasi trentasei anni, mamma!». Sbuffo e sorrido, papà non potrà certo dire che non ho aspettato. E poi Nicole e Lily non hanno avuto grossi problemi, quindi sono perfettamente pronta e per nulla spaventata! Mamma viene chiamata a sostituire zia Rosalie, e sono quasi sicura che andrà a scontrarsi con zia Alice. Ovviamente mamma non ha la stessa "consistenza" dei vampiri, quindi con lei la partita sarà più soft.
Josh si siede sul sedile della Jeep di zio Emmett, facendomi accomodare in braccio a lui. Mamma e zia Alice si scontrano, e mia madre ne esce vittoriosa con la palla. Vedo una goccia cadere sulle mie scarpe, e capisco che la partita ormai è finita...
«Ha iniziato a piovere sul serio!», sbuffa zio Emmett avvicinandosi alla macchina.
«Come stai, Soph?», mi domanda lui furbo, guardando Josh. Sì giusto, la festa di addio al celibato di Will... Non ne voglio sapere nulla!
«Se fate fare cazzate a Will e lo fate bere, vi picchio. Tutti e due!», li minaccio.
«Sono sicuro che a Josh non dispiace...», risponde zio Emmett. Josh fa una smorfia e sorride, facendomi arrossire.
«A stasera Emmett».
«A dopo, Josh... e ciao, nipotina!». Io e Josh scendiamo dalla Jeep per tornare verso la nostra macchina, dopo aver salutato i miei familiari. Chissà se nonno Edward ha già letto nella mia mente o in quella di mamma o Josh, magari è già a conoscenza della mia possibile gravidanza. Vorrei parlarne con nonno Carlisle, ma l'argomento è già stato affrontato... Non mi resta che fare un test, proprio come farebbe qualsiasi donna umana.
 
***
 
Ho chiesto a Lily di passare in farmacia e prendermi il test, prima di venire a casa. Andremo con la sua macchina al locale dove verrà festeggiato l'addio al nubilato di Nicole. 
Adesso sono da sola, in bagno, ad aspettare che il test mi dia una qualche risposta. Fuori dalla porta, la mia migliore amica e mio marito aspettano ansiosi. Sì, io e Josh ci siamo sposati quando avevamo io venticinque e lui ventiquattro anni... stiamo facendo tutto secondo le regole.
«Allora, Sophia?», mi domanda Lily, sento che è esattamente dietro la porta.
«Sto aspettando... Be', se volete potete entrare!».
«Anche perché non ne posso più di aspettare», risponde Josh. Mi alzo dallo sgabello davanti la specchiera e apro la porta del bagno, le loro facce mi fanno sorridere. 
«Giuro che mi sento male, Sophia». Questo è il mio emozionatissimo Josh, che mi poggia una mano dietro la schiena e lancia uno sguardo al test. Poi c'è Lily, che gioca nervosamente con le dita delle sue mani per far passare il tempo più in fretta.
«Allora?», domanda Lily avvicinandosi, sono passati altri cinque minuti.
«Qui... dice che è negativo», rispondo. Sono sorpresa, non mi aspettavo questo esito. E sono delusa... anche se potrebbe sbagliarsi, per quanto ne so. 
«A questo punto dobbiamo andare da Carlisle», mi dice Josh, accarezzandomi il dorso delle mani. 
«Sì...». Ecco che una delle mie paure torna a bussare alla mia porta. 
«Dai Sophia, non fare quella faccia!». Sì, mi sento triste. Perché ho avuto gli anni per divertirmi, per pensare a me stessa, e adesso... ero pronta a questo. Sono, pronta a questo.
«Be'... a questo punto io mi vesto», dico a Lily e Josh dirigendomi verso la camera da letto. Non sono molto in vena di festeggiare, ma non voglio neanche farne una tragedia e attaccare la mia tristezza a Josh e alla mia migliore amica.
 
Mi chiudo in camera e apro l'armadio, cercando qualcosa di carino da mettere per questa sera. Prendo un vestito nero con delle margherite disegnate sopra, e lo abbino a un paio di stivaletti con il tacco. Spero che zia Alice non se la prenda per non aver messo il suo costoso vestito da duecento dollari, non sono in vena di stare a preoccuparmi se mi macchio il vestito o sciocchezze varie. 
Josh bussa alla porta, chiedendomi di entrare. Giusto, anche lui ha una festa... ed io sono così sbadata da essermene dimenticata.
«Sophia, posso entrare?», mi domanda, bussando piano alla porta.
«Sì, entra». Sono ancora in intimo, ma Josh dovrà aiutarmi a chiudere il vestito. Josh entra e viene subito vicino a me, poggiandomi le mani sulle spalle.
«Ehi...».
«Non pensavo di restarci così male, scusa. So che detesti vedermi così». È inevitabile. Sono il suo imprinting, se io sto male sta male anche lui.
«Non si tratta di me, Sophia - mi dice. - Ma di come ti senti tu». Sospira, per poi abbassare lo sguardo. So benissimo a cosa si riferisce...
 
«Nonno, io ho letto i tuoi appunti e... mi dispiace, non volevo», dissi a nonno Carlisle. Lui ha studiato me e i miei fratelli fin dalla nostra nascita, ed è riuscito a scoprire cose davvero incredibili. Che il veleno di vampiro ci è immune, ad esempio. E che il nostro sangue, sangue di vampiro e di lupo, ha proprietà guaritive sugli esseri umani, cosa che avevo già sperimentato. Non in tutti casi però, perché con Nicole non aveva funzionato.
«Non preoccuparti, Sophia. Sono cose che ti riguardano, ed è giusto che tu le sappia. Ormai sei grande», rispose il nonno.
Ciò che mi aveva colpito erano i suoi appunti intitolati "La linea di sangue". Avevo appena vent'anni quando, cercando il nonno, mi ero intrufolata nel suo studio. Lui non c'era, e l'occhio mi era caduto sui suoi appunti da medico. Gli appunti parlavano del fatto che prima o poi, nella mia famiglia, avrebbero smesso di nascere creature immortali. Come mia madre e i miei fratelli. Il gene portatore delle caratteristiche che fanno di noi dei vampiri, sarebbe presto scomparso. I miei figli sarebbero stati immortali, forse, ma i miei nipoti no... la natura avrebbe messo un freno a quello strano squilibrio nato dall'amore tra un lupo e una mezza vampira, mio padre e mia madre. Ma ciò che mi aveva sconvolto era il fatto che io stessa sarei potuta essere sterile, proprio per il mio essere così strana: vampiro e lupo insieme. E donna. Per i miei fratelli era diverso, se persino i vampiri maschi possono procreare, per loro il problema non si poneva.
«Nonno, che significa che la linea di sangue andrà a esaurirsi?», domandai, anche se avevo già compreso.
«Significa ciò che hai letto, tesoro. Non siamo persone normali e non possiamo mettere al mondo troppi immortali. I Volturi sarebbero già tornati se così non fosse, tengo da parte questi appunti perché un giorno li farò avere ad Aro». Avevo deciso di non dire a nessuno della scoperta che avevo fatto, ma a Josh dovevo dirlo. E proprio ora che credevo che ci fosse una possibilità anche per noi, questa va in fumo...
 
«Aiutami ad allacciare il vestito». Ignoro le sue parole e gli do un bacio sul naso, mostrando un sorriso un po' forzato. Josh mi aiuta a sistemare l'abito e non fa più allusioni al discorso di prima. Scosto i capelli e mi tira su la lampo, per poi stringermi a sé.
«Non sono uno che molla, e non lo sei neanche tu. Ci riproveremo, Sophia». Mi volto per guardarlo e sorridergli, stavolta in modo sincero.
«Sembro forte ma in realtà mi basta poco per crollare. Per fortuna che ci sei».
«Divertiti e non bere troppo, okay principessa?». Sorrido, solo lui e papà mi chiamano ancora così.
«Okay».
 
***
 
Lily ed io siamo appena arrivate al locale dove festeggeremo l'addio al nubilato di Nicole. C'è confusione, e mi guardo intorno in cerca di volti conosciuti.
«Lily, tu vedi qualcuno?», domando alla mia amica.
«Veramente no...». Prendo il cellulare e faccio uno squillo a zia Alice, ma poi Lily riconosce in lontananza proprio Nicole.
«Ehi, sono arrivate!», dice zia Alice a Niky, correndo verso di noi. Il locale è già affollato ed io sono di pessimo umore, non ho neanche voglia di ballare e questo è davvero grave. Lily si è vestita molto meglio di me e sta cercando da due ore di tirarmi su il morale, ma con scarsi risultati. Finirò per rovinare la festa di Nicole...
«Sophia, Lily!». Nicole viene verso di noi, bellissima e vestita come una top model. Anche questa sera ha indossato le sue lenti azzurre, e non appena mi vede si accorge subito che ho qualcosa che non va. Lei e Lily si guardano.
«Che cos'è questa faccia, Soph? Hai paura che attaccherò qualcuno?», mi domanda Niky mentre andiamo a sederci su un divanetto riservato.
«Lascia stare, Niky», le dice Lily. In effetti non ho voglia di parlarne. E non ho voglia neanche di fare la patetica depressa che rovina le feste.
«Davvero, non è niente Nicole. Questa è la tua serata e devi pensare a fare follie e divertirti, perché dopo ti aspetta un'eternità con il mio fratellino...». Lily e Nicole sorridono.
«Non vedo l'ora... se capisci cosa intendo», risponde allusiva Nicole. Be', lei veniva sempre a confidarsi con me, anche perché con me i dettagli sarebbero stati al sicuro dal momento che non mi trasformo. E conosco anche fin troppo bene i commenti che le ragazze al college facevano su Will e Michael... Qualcuno ci aveva provato anche con me, ma il mio caratterino li aveva subito fatti desistere dai loro propositi. Per me è sempre esistito solo Josh, gli altri maschi neanche li guardo.
«I fratelli Black sono la cosa migliore che esiste al mondo», prosegue a dire Lily, continuando a scherzare con Nicole. Zia Alice ci raggiunge insieme ad Aly, la sorella più grande di Nicole. Un'altra persona che non si è posta domande sul cambiamento di sua sorella grazie al mio dono. Le ho detto che quando avrebbe rivisto Nicole l'avrebbe trovata un po' cambiata, ma che in fondo sarebbe stata sempre la stessa. 
Le ragazze corrono in pista a ballare, mentre il DJ prende il microfono e inizia a dire qualcosa.
«Questa sera facciamo gli auguri a Nicole, è la sua ultima sera da donna libera!». Zia Alice, zia Rose e le altre ragazze fanno un applauso, mentre inizia a suonare della musica anni '80.
«Dai, vieni!». Lily mi implora di ballare. Mi sento meglio, quindi decido di buttarmi in pista e di scatenarmi, se non fosse che zia Alice e zia Rose hanno notato quanto prima fossi strana.
«Anche se balli non ci inganni, nipotina», mi dice zia Rose.
«Che cosa?», provo a domandare. Come non detto. Zia Alice mi prende per un braccio e mi trascina fuori dalla mischia, portandomi via da quel casino assordante. Lily non dice niente, forse si è messa d'accordo con le mie zie. 
«Sei a conoscenza del fatto che non puoi tenere nascosto niente alle tue zie, vero? Sei proprio come Renesmee». Zia Alice mi guarda negli occhi, mentre zia Rose mi stringe una mano e mi sorride protettiva.
«Se c'è qualcosa che non va, ce lo devi dire», mi incoraggia zia Rose. Loro sono come delle sorelle maggiori per me, a loro posso dirlo e sono abbastanza forti da non lasciarsi travolgere dalla mia tristezza.
«Ho fatto un... test di gravidanza. Ed era negativo, di nuovo». I volti delle mie zie si rabbuiano, ma cercano subito di non darlo a vedere. E se c'è qualcuno che può capirmi, è proprio zia Rosalie.
«Hai un'eternità di tempo per riprovarci», prova a dirmi zia Alice, prendendomi per mano. Zia Rose mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e in qualche strano modo riesce a rassicurarmi.
«Sophia... - inizia a dire. - Hai sempre avuto un carattere forte e determinato. Sei riuscita a fare tutto ciò che volevi, e sono sicura che riuscirai anche ad avere un figlio. Non sei come me, hai una possibilità. Non farti abbattere». Abbraccio zia Rose e torniamo dentro, voglio solo distrarmi un po'. Provo a domandare a zia Alice che cosa abbia organizzato, ma poi lo vedo con i miei occhi: per fortuna ha sempre buon gusto, quindi la zia non ha portato nessuno spogliarellista. In compenso ci sono dei bellissimi ballerini che si esibiscono, e noi ragazze restiamo a guardare l'esibizione.
«Dov'eri finita?», mi domanda Lily, tornando vicino a me.
«Zie che si preoccupano... a loro ho detto tutto», rispondo. I ballerini coinvolgono noi ragazze e anche io inizio a ballare con un bel ragazzo, alto e biondo con gli occhi azzurri. Be', Josh non deve assolutamente essere geloso, questo bel ragazzo mi serve solo per ballare. Uno dei ballerini, quello che sta ballando con Nicole, sembra davvero colpito dalla sua bellezza non umana. Ma Niky non guarda nessuno nel modo in cui guarda Will... E anche Brenda, senza Harry, sembra un pesce fuor d'acqua e si scambia sguardi strani con Niky, come a dire "Che vogliono questi due?". 
Io e Lily ci allontaniamo un attimo, la mia amica vuole bere qualcosa. Decido di prendere anche io un drink, tanto... a questo punto non devo preoccuparmi che potrebbe far male al bambino.
«Dove hai lasciato Helen?», le domando, visto che a quest'ora Michael sarà alla festa organizzata per Will.
«Dai miei. Gli fa piacere tenere la bambina», risponde, bevendo un sorso del suo drink.
«Soph, vacci piano con l'alcol... sappiamo qual è l'effetto che ha su di te». Eh già... ubriacarmi come alla mia festa di diciotto anni non è proprio il caso. Nicole prova a bere qualcosa ma poi fa una smorfia di disgusto... è incredibile quella ragazza. Una vampira che si ostina a mantenere il più possibile abitudini umane. Inizio a sentire un po' di mal di testa, quindi decido di lasciare il mio bicchiere di vodka alla pesca. Quando mi alzo, io e Lily torniamo in pista a ballare, trascinando anche Nicole, Brenda, Aly e le altre. Però all'improvviso mi sento sempre peggio e... chiudo gli occhi.
 
... Mi risveglio a casa di nonno Carlisle, senza ricordare come ci sono finita. Ero a una festa, la festa d'addio al nubilato di Niky. E poi che cosa diavolo mi è successo? Zia Rose e Lily sono con me, nello studio del nonno. Hanno abbandonato la festa per colpa mia, fantastico. Non è la prima volta che svengo a una festa, la prima volta accadde quando Josh mi confessò del suo imprinting con me, poco dopo esserci semplicemente baciati. Insomma, ormai è un'abitudine rovinare le feste. 
«Sei svenuta, e hai... avuto una perdita di sangue», mi dice Lily, accarezzandomi la mano. Il cuore inizia a battermi forte, ma zia Rosalie sorride. Cosa c'è da sorridere?!
«In compenso abbiamo una bella notizia, piccola». Zia Rose continua a vedermi come la sua piccola nipotina... e non capisco dove voglia arrivare.
«Il test ha sbagliato di grosso, aspetti un bambino Sophia!». Immediatamente mi metto seduta e abbraccio zia Rose e Lily, non ci sto capendo più niente.
«Perché ho perso del sangue?!», domando spaventata. 
«Potrebbe essere per lo stress, Sophia. L'importante è che stai bene... sei già di tre mesi!». Okay, ora mi ci vorranno altri tre mesi per riprendermi dallo shock. Zia Rosalie chiama nonno Carlisle per farmi spiegare bene la situazione, e domani se non voglio mancare al matrimonio di Will e Niky dovrò cercare di non stressarmi troppo. 
Non vedo l'ora di dirlo a Josh... e di sapere cosa mi aspetterà in questa attesa.
 
***
 
Sono passati cinque mesi da quando ho scoperto di essere incinta. Josh è stato felicissimo di scoprire la notizia, così come tutto il resto della mia famiglia. Quello che ci ha messo un po' di più ad accettare la cosa è stato papà. Ovviamente lo immaginavo, lui è fatto così! 
Josh ed io eravamo andati a cena a casa dei miei genitori, per comunicare loro la notizia. Mamma si è alzata dalla sedia ed ha abbracciato prima me e poi Josh, mentre papà... stava mangiando della pizza e gli è andata di traverso, sia io che mamma non la smettevamo di ridere e anche Josh si stava trattenendo a fatica. Adesso l'alfa di Josh è mio fratello Michael, e quindi papà non sa più nulla della nostra vita più strettamente privata. Dopo essersi ripreso, mi ha detto: "Sicura di essere pronta? Sei ancora una bambina". Sì, certo papà. A quasi trentasei anni sono proprio una bambina... Ovviamente quando lo abbiamo raccontato a nonno Edward, si è fatto proprio delle belle risate! 
Ricordo ancora il colpo che gli feci prendere quando papà beccò me e Josh... nella macchina. Credo di averlo scioccato definitivamente quella volta, e in confronto l'episodio delle gare di moto e la mia festa di diciotto anni non erano niente...
 
«Lo sai Josh, se si tratta di stare da soli casa mia è impensabile». Avevamo io diaciannove e Josh diciotto anni. Papà era sbiancato quando aveva scoperto che la sua bambina non era più una bambina, ma... che dovevo fare? Nonostante le sue promesse, proprio non accettava il fatto che io e Josh non eravamo più soltanto i fidanzatini che si danno bacetti innocenti.
«Però tuo padre e tua madre stasera sono a casa mia», mi fece notare Josh assumendo un'espressione furba. È sempre stato bellissimo, occhi e capelli neri da vero uomo Quileute. La pelle dello stesso colore della mia. Sono sempre stata felice di essere una Quileute, nonno Billy mi raccontava sempre le vecchie leggende dei nostri avi.
«Aspetta! Ho avuto un'idea! Il garage di casa mia. La mia macchina». Era una proposta alla quale Josh non poteva dire di no. 
«In effetti lì non corriamo pericoli... Perché tuo padre dovrebbe venire in garage proprio adesso?». Josh parcheggiò il motorino nei pressi di casa, ma se papà tornava non doveva vederlo. Presi le chiavi del garage e feci cenno a Josh di seguirmi, ci intrufolammo in fretta nella mia macchina. Dovevamo fare assoluto silenzio, anche se ci veniva da ridere perché era una situazione abbastanza strana. 
«Sei tremenda e diabolica... e ti amo anche per questo», mi disse Josh. Abbassò i sedili e mi fece sedere in braccio a lui, iniziando a baciarmi prima sul collo e poi scendendo, riuscivo a stento a mantenere la concentrazione e ad avere il controllo di me stessa.
«Io invece ti amo soltanto perché sei esageratamente bello e dotato», gli risposi scherzando. Josh fece un'espressione sconvolta, eravamo impegnati a ridere e a baciarci. I vestiti finirono sui sedili davanti, e quasi subito iniziai ad andare fuori di testa perché Josh ci sapeva decisamente fare. Era difficile restare in silenzio, si muoveva in modo così perfetto... Proprio mentre eravamo completamente presi l'uno dall'altra, la luce del garage si accese. Presi la coperta che tenevo in macchina per farci mettere seduto Wolf, era l'unica cosa in grado di coprire entrambi. «Non dire "Che schifo" in un momento come questo, ti prego». Josh sbuffò e sorrise. 
«Ma no, figurati... non c'è niente di più bello di una coperta piena di peli di husky».
«SHHHH, SILENZIO!». Stavamo sotto la coperta, i vestiti erano tutti appallottolati sotto il sedile. Sperai con tutta la buona volontà che chi era entrato in garage non ci avesse visti, e soprattutto che quella persona non fosse papà. Avrei preferito un ladro, decisamente. Ma poco dopo sentimmo bussare al finestrino della mia auto. Maledetta me quando ho scelto un'auto senza vetri oscurati!
«Ma che...?». Papà iniziò ad imprecare in modo decisamente poco carino. 
«Siamo io e Josh, per favore vai via!». Mettemmo la testa fuori dalla coperta, papà aveva l'aria di chi avrebbe avuto un infarto da lì a poco. Be', almeno era successo per caso, so bene che non avrebbe mai messo piede in camera mia senza preavviso...
 
Ora siamo tutti riuniti a casa Cullen in occasione del mio trentaseiesimo compleanno, che ovviamente è anche il compleanno di Michael. Questo per me è un compleanno speciale, visto che sono incinta. E... non di uno, ma ben due bambini! In un certo senso sto continuando la tradizione di famiglia: Rachel e Rebecca, le sorelle di papà, sono gemelle. Io e Michael siamo gemelli. E adesso nasceranno altri due gemelli. Con Josh abbiamo preferito non sapere il sesso dei bambini, vogliamo che sia una sorpresa. Ma oggi abbiamo deciso di coinvolgere tutta la mia famiglia in qualcosa di molto importante: la scelta dei nomi. 
«Zia Sophi, quali nomi ti piacciono?». Helen, la figlia di Michael, si avvicina a me e mi guarda incuriosita il pancione. Lei mi chiama Sophi, da piccolina non sapeva dire il mio nome e adesso è rimasto così. È meravigliosa, perché ha ereditato gli occhi verdi di Michael e tutto il resto dai Quileutes.
«Ce ne sono tanti, cucciola», le rispondo. Ginevra, la figlia di Will e Niky, inizia a fare le sue proposte. 
«Katherine, Elizabeth, Charlotte, Caroline...». Will sorride, Ginevra sta facendo un elenco di nomi. Nel frattempo Helen si fa prendere di nuovo in braccio da Michael, io e Lily ci scambiamo uno sguardo sorridente.
«Allora Sophia, c'è qualche nome che ti piace tra quelli che propone Ginevra?», mi domanda nonna Esme, anche lei seduta sui divani insieme al resto della mia famiglia.
«E i nomi da maschio?», domanda zio Emmett.
«Ehi ehi, calmatevi tutti! - dice nonna Bella. - Non stiamo facendo parlare la diretta interessata». Sorrido a nonna Bella. Tutto è iniziato da lei, e lei per mia madre scelse un nome unico al mondo ma che al tempo stesso era un nome di famiglia. 
«I nomi di famiglia sono già tutti presi, quindi direi di escluderli», dico. Josh annuisce.
«Zia Alice mi ha regalato il libro dei nomi... e abbiamo già qualche idea in mente». Quando la zia mi aveva regalato il libro ero stata felice... Era una cosa così normale, umana, sfogliare un libro per cercare dei nomi per i miei figli; nomi che avrebbero portato per l'eternità.
«Allora... se sono due femmine, abbiamo scelto Charlotte e Caroline», dice Josh. Zio Jasper alza il pollice in segno di approvazione, mentre zia Alice sorride soddisfatta per avermi regalato quel libro.
«Se sono due maschi, si chiameranno Liam e Charlie», aggiungo io. Charlie ovviamente è per il mio bisnonno.
«Se saranno maschio e femmina, la prima scelta andrà a...». Josh mi interrompe.
«Sorpresa. Edward, non spifferare le nostre preferenze», gli dice puntandogli il dito contro, mentre nonno Edward si passa innocentemente una mano tra i capelli ramati.
«Staremo a vedere... vero, Jake?». Mamma si volta verso papà e gli poggia la testa sulla spalla, papà mi osserva premuroso. È felice, anche la sua piccolina sta per renderlo nonno.
«Mi piacciono i nomi che avete scelto, Sophia. Dopotutto ho accettato persino il nome Renesmee, non posso lament...». Mamma fa finta di dargli uno schiaffo, e nonna Bella sorride.
«Be'... Jacob non sapeva dire il nome di Renesmee all'inizio, e la prima volta che l'ha chiamata Nessie lo volevo picchiare». Nonno Edward fa il solito sorrisino sghembo e guarda nonna Bella con ammirazione.
«Bella disse qualcosa del tipo "Hai dato a mia figlia il soprannome del mostro di Loch Ness!". - Prova con scarsi risultati ad imitare la voce di nonna Bella, e mi viene da ridere. - Io sono stato... a guardare il loro piccolo screzio, era divertente!». Sono terribili, ma in fondo papà e nonno Edward si vogliono bene!
«Che bei ricordi... - risponde sarcastico papà. - Sophia, quando è successo questo episodio tua madre era nata da tre giorni. È roba di un milione di anni, Edward...». Okay, meglio lasciarli perdere nei ricordi... Mi osservo il pancione e stringo la mano di Josh, e dentro di me penso che sarebbe bello se i miei bambini fossero maschio e femmina. Cresceranno uniti e leali l'uno nei confronti dell'altra, proprio come lo siamo stati e continuiamo ad essere io e Michael. 
«C'è la torta...!». Nonna Esme, che era scomparsa per andare al piano di sopra, ritorna in salone con una bellissima torta decorata con la pasta di zucchero. È rosa e azzurra... per me e Michael. 
«Auguri ai nostri bellissimi gemelli». Mamma si avvicina per abbracciare me e Mickey, all'abbraccio si aggiunge anche papà. Le bambine non vedono l'ora di mangiare la torta; considerando che tutti i Cullen non mangiano, questa squisitezza sarà tutta per noi! Non cambierei la mia famiglia con nessun'altra... Con una famiglia così, potrebbe anche cadere il mondo, ma io sarei felice lo stesso.
 
***
 
«Sophia, sei sicura di voler andare anche oggi? - mi domanda Josh. - Insomma, ormai la gravidanza è agli sgoccioli». Josh prova a farmi tornare a casa, ma io voglio andare al lavoro. So controllare la situazione, e non credo che i miei bambini vorranno nascere oggi. 
«Mi hai accompagnata per poi dirmi di andare via?». Mi viene da ridere, ma poi lo abbraccio e gli do un bacio sulle labbra, facendo attenzione a non "schiacciare" il mio enorme pancione di otto mesi. Josh è preoccupato perché sia Nicole che Lily hanno partorito all'ottavo mese, ed ora quindi potrebbe toccare a me. 
«Ti vengo a prendere, okay? Al lavoro non mi fanno storie, sanno che mia moglie è incinta». Josh ricambia il bacio e torna verso la macchina. La cosa buffa è che anche lui lavora per la polizia... siamo una famiglia di poliziotti! Non è solo imprinting, io e lui abbiamo sempre avuto moltissime cose in comune. È come se fosse un'altra parte di me. 
Quando entro al commissariato, l'ispettore mi dice subito che hanno preso un possibile omicida. È già detenuto nella cella, e adesso spetta a me provare a farlo confessare. Mi sono fatta strada in un modo un po' particolare, forse non molto lecito... ma ho sempre usato il mio dono a fin di bene e continuerò ad usarlo. Nonno Edward ogni tanto mi concede di utilizzare per lavoro la lettura nel pensiero, in modo da sapere sempre la verità. Oggi devo parlare con un probabile assassino, e dovrò avvalermi sia della lettura nel pensiero che del condizionamento mentale. Tutto questo sarà pure una mossa sleale, ma se serve per la giustizia io non ho colpe. Non sento di violare nessuna norma etica, facendo ciò che faccio. Sono una mezza vampira e ho il diritto di usare tutto ciò che la mia natura mi ha voluto donare. Mi portano vicino alla cella, con una sedia. Ci sono due guardie, nel caso dovesse succedere qualcosa. 
«Signora Black, se c'è qualche problema noi siamo qui», mi dice uno di loro. Quando mi siedo, il tipo nella cella mi guarda con curiosità. Sta pensando che sono... attraente, ma poi guarda con fastidio il mio pancione, coperto da un maglione blu. E sta pensando al fatto che deve mentire a tutti costi, anche se in realtà... è un assassino. 
«Chi sei e che cosa vuoi».
«Sono una psicologa e hai bisogno di parlare con me...». Prima decido di farlo parlare per conoscere i fatti, ma ciò che dice sono tutte frottole. A questo punto non posso più andare avanti, devo condizionarlo. 
«Raccontami la verità», gli dico guardandolo negli occhi. Prendo il registratore e registro ogni sua parola. È stato lui ad uccidere la sua ex fidanzata, e sto provando una sensazione di schifo e orrore. Mi viene da vomitare. 
«Questa è la versione dei fatti e tu non la cambierai, vero? Ammetti di essere colpevole?».
«Sì, lo ammetto. Ho ucciso io Terry». Spengo il registratore e, a questo punto, la mossa finale: «Tu sei uno schifoso bastardo e non cambierai versione... E non ricorderai niente del fatto che ho usato un mio trucchetto speciale per farti confessare. Stammi bene, in cella». Sono fiera di usare i miei poteri per questo e non smetterò di farlo. Mi alzo dalla sedia e consegno la registrazione, facendola ascoltare al commissario. Sono tutti fieri di me, mi dicono che sono incredibile. Poco importa se ho usato qualche trucco, quello rimane il mio segreto.
Quando Josh viene a prendermi ho un sorriso soddisfatto disegnato in volto, e decidiamo di andare a festeggiare andando da qualche parte. Però in macchina... inizio a sentirmi male. 
«Come facevi a sapere che oggi... mi sarei... sentita male?». Parlo a fatica, perché so che le contrazioni potrebbero cogliermi di sorpresa. 
«So sempre tutto su di te, ricordatelo». Ho appena avuto un'altra contrazione, e mi sento uno schifo. Josh cambia direzione e andiamo diretti a casa di nonno Carlisle... Non sono umana, quindi l'ospedale è decisamente da escludere.
Quando arriviamo, mi si sono già rotte le acque e faccio fatica persino a camminare. Nello studio di nonno Carlisle ci sono mamma e zia Rose, pronte ad assistermi... Appena mi sdraio perdo i sensi, vedo solo i volti sconvolti di Josh, mamma e la zia...
 
 
Due mesi dopo
 
Sono mamma da due mesi. Il parto è stato difficile, dopo aver perso i sensi mi sono ripresa, e sono riuscita a mettere al mondo soltanto uno dei due gemelli, un maschietto. Sua sorella è nata con un cesareo pochi minuti dopo, nonno Carlisle è dovuto intervenire e non voglio neanche immaginare ciò che sarebbe potuto succedere. Non è stato un parto tranquillo, non lo è stato affatto. Nonostante mamma e Josh mi abbiano tenuto la mano mentre sopportavo il dolore, ho avuto davvero paura di perderli. 
«Posso prenderlo un po' in braccio, vero?», mi domanda papà. Dalla carrozzina prendo in braccio Liam, il maschietto. Liam Charlie Clearwater, lui è nato senza problemi ed è davvero bellissimo. 
«Certo, papà». Prendo in braccio Liam e glielo poggio delicatamente tra le braccia, ma ormai papà sa benissimo come si tiene in braccio un bambino. Mamma, poco più in là, sta parlando con Josh. Lei tiene in braccio la mia bambina, quella che per nascere ha sofferto parecchio e che mi ha fatto perdere cento anni di vita quando nonno Carlisle mi ha detto che appena nata non respirava.
«Mamma, puoi venire?».
«Certo, Sophia». Mamma mi mette subito tra le braccia Caroline, così ho deciso di chiamarla. Caroline Renée Clearwater, il secondo nome è in ricordo della mia bisnonna.
«Carly è uguale a te, appena nata eri esattamente come lei», mi dice papà. 
«Caroline, non Carly! Papà, non cominciare con questa storia dei soprannomi!». Mamma e Josh ridono. Poi papà restituisce Liam a Josh, e rimettiamo entrambi nella carrozzina. Due piccoli Quileutes, con tutte le caratteristiche mie e di Josh. Sarà difficile vedere le somiglianze. 
Ci allontaniamo per vedere il mare, guardando i nostri bambini quasi abbracciati nella carrozzina.
«Dici che ora tuo padre ti considera finalmente una donna adulta, Soph...». 
«Gli ho fatto prendere l'ennesimo colpo, con il parto. Non lo so, J. E poi sai che ti dico? Potrò anche avere centocinque anni, ma sarò sempre la sua piccola principessa». Io e Josh ci baciamo, e osservo poco lontano i miei genitori che si tengono per mano. Questo è ciò che voglio vedere, per l'eternità...


 



Nota dell'Autrice
Ciao gente! Scusate il ritardo ma ho avuto problemi con il computer!
Questo è l'ultimo capitolo della storia, al quale seguirà un epilogo.
Nella foto, fatta sempre da me, ci sono Sophia e Josh con i piccoli Liam e Caroline *_*
Lascio a voi ogni commento, e vi aspetto all'epilogo :)


P.S. Se aprendo Eternity notate che ora ci sono meno capitoli, è perché ho deciso di spostare tutti i mini capitoli di Renée (2-8) nel capitolo 2, che è diventato un antefatto delle vicende. I capitoli ora sono 55 anziché 61, ma tranquille perché non è cambiato nulla se non la numerazione. Ora la storia ha un aspetto più ordinato, spero che anche voi apprezzerete questo cambiamento^^



VI RUBO ANCORA UN SECONDO!
STO PER PUBBLICARE LA MIA PRIMA STORIA ORIGINALE, "RESTA CON ME - THEO JAMES". E' UNA STORIA ROMANTICA NON FANTASY, QUINDI UNA COSA MOLTO DIVERSA DA CIO' CHE HO SCRITTO FINORA... E VABBE', AVRETE CAPITO CHE HO UNA FISSA PER L'ATTORE CHE HO SCELTO COME PRESTAVOLTO DI WILL :3
CHI LA LEGGERA'?


A presto,
Greta
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: SweetLuna