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Autore: Atra    01/07/2015    5 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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L'interno della torre di trasmissione è completamente immerso nell'ombra.
Qui tutti i rumori risultano amplificati al massimo: l'eco dei nostri passi rimbalza su tutte le pareti metalliche, prima di dileguarsi attraverso le fessure che distanziano una lastra del pavimento dall'altra fino a raggiungere la scogliera e confondersi con il mare sotto di noi.
Il sole stenta ad attraversare i vetri incrostati di polvere e salsedine delle strane finestre a oblò, penetrando invece senza trovare ostacolo tra una lamiera e l'altra delle pareti. L'unica fonte di luce proviene dalle lampadine impolverate e vicine a esaurirsi che circondano un enorme montacarichi al centro dell'ambiente, cingendolo con una corona fioca e spettrale. Questa struttura sta evidentemente cedendo ed è in disuso da anni: cosa speriamo di trovarci?
Accanto all'ascensore, le cui giunture sono deformate dalla ruggine di tutti questi anni, c'è mio fratello: una mano appoggiata al metallo ossidato e l'altra che tiene distrattamente l'Hyperion, sta ascoltando qualcosa.
Il mio sguardo si ferma sulla sua stretta molle attorno all'elsa del Gunblade, offrendomi un'occasione perfetta per disarmarlo. Muovo qualche passo silenzioso in avanti, mentre nella mia mente mi chiedo come possa non averci sentito entrare.
Poi mi fermo di botto: ehi, sento anch'io una voce...e molto chiaramente! La mia mano si immobilizza a un soffio dall'elsa dell'Hyperion, prima che io la ritiri e trattenga il respiro per ascoltare anche se, a giudicare dal volume portentoso di questa voce, non credo sia una conversazione molto segreta:
-Maledizione, Wedge! Lasciami lavorare!- strilla in questo momento un'anima molto candida e pacifica. Accidenti, cosa starà succedendo lassù?
-Ma maggiore Biggs! - si lamenta un'altra voce, che presumo sia quella dello sfortunato Wedge - Le sto dicendo che c'è un intruso all'interno della torre!-.
Oh, dannazione. Non sarà una conversazione entusiasmante, ma di certo non è qualcosa che mi fa piacere sentire: ci hanno scoperti, che bello.
Seifer inclina il viso e impreca sonoramente, mentre la punta dell'Hyperion stride contro il metallo del pavimento quando lui compie un gesto di stizza. Gli lancio un'occhiata per non perdermi eventuali segni premonitori di qualche azione avventata alla "Seifer Almasy".
Nel frattempo è calato il silenzio anche lassù, poi si sente un clangore metallico, seguito dalle parole del maggiore:
-Vedi qualcuno qui, oltre a noi due?-. La sua voce è piuttosto alterata: che cosa starà facendo di tanto importante da non tollerare interruzioni?
Altro momento di silenzio, probabilmente mentre Wedge, da bravo cagnolino, si preoccupa di controllare scrupolosamente che non ci sia nessuno oltre a lui e Biggs.
Poi, evidentemente dopo un cenno di risposta da parte di Wedge, il maggiore sbraita:
-E allora perché devi rompere l'anima a me, razza di sfaticato! Alza le chiappe e raduna i soldati: trova l'intruso o ti dimezzo lo stipendio!-. Al termine del discorso Biggs si sta praticamente sgolando: mi sa che non è la prima volta che vengono a disturbarlo, qualunque cosa stia combinando.
Sentiamo gli scalpiccii affettati di Wedge avvicinarsi al montacarichi: uh, i soldati di Galbadia devono prendere davvero uno stipendio da fame se la prospettiva di un dimezzamento mette loro così tanta ansia. Beh, c'è comunque da dire che sono talmente rincitrulliti da non valere poi molti soldi.
Nel frattempo il montacarichi inizia a sollevarsi con una serie di schiocchi e cigolii che non mi piacciono per niente., Dannazione, Wedge starà sicuramente per scendere. Dobbiamo darci una mossa e tornare indietro.
Mi giro per farlo presente a mio fratello, ma...che diavolo, quell'imbecille sta già per saltare sull'ascensore! Maledizione, sapevo che non avrebbe mollato l'osso tanto facilmente. Beh nemmeno io, se è per questo.
Scatto in avanti e la mia mano è più veloce del suo piede, aggrappandosi al tessuto della sua manica e tirandolo per costringerlo a guardarmi:
-Non così in fretta, fratellone - lo avviso, mordendomi un labbro per sforzarmi di non tirargli subito un ceffone - Dove diavolo credi di andare?-.
Il collo di Seifer ha il solito scatto nervoso, mentre posa i suoi occhi su di me per gelarmi con uno degli sguardi assassini con cui ha più volte fatto scappare lo scocciatore di turno con la coda tra le gambe. Tuttavia lo sa bene che con me questi giochetti non funzionano e devo dire che oggi non mi frega nemmeno di oltrepassare il suo limite. Non credo che lui si sia mai fatto problemi nell’oltrepassare il mio.
-Atra, levami le mani di dosso e lasciami fare - mi ammonisce, mentre si sforza di non sollevare il dito per sottolineare un avvertimento che sento già nella sua voce, dura e troppo, troppo controllata - Se vuoi andartene insieme ai tuoi nuovi amici, liberissima di farlo- aggiunge, sollevando il mento e alzando le sopracciglia. Nei suoi occhi brilla qualcosa di più della semplice rabbia o della delusione...Seifer mi sta sfidando a rimanere, chiedendomi implicitamente se sarò in grado di affrontare questa situazione di pericolo vero...ma lasciandomi comunque il potere di scegliere cosa fare.
Se c’è una cosa che non posso rimproverare a mio fratello è proprio questa. Durante questi anni lui non mi ha mai costretta a seguirlo in tutto ciò che faceva, dal Comitato Disciplinare al marinare le lezioni fino a trasgredire allegramente le regole.
Io sarò anche cresciuta tale e quale a lui, ma mi sono sempre sentita libera, e per questo responsabile, di ogni mia azione.
Nemmeno nelle parole che ha appena pronunciato c'è un qualche dovere nascosto e, anche se non mi sono piaciute per niente, non gliele rimprovero perché so da dove e come vengono: mio fratello è arrabbiato; Seifer si lascia facilmente trascinare dalla rabbia come me, ma noi due reagiamo in modi del tutto diversi: lui parla troppo, io picchio forte.
Lui ora è arrabbiato perché per tutta la vita mi ha permesso di scegliere sempre di testa mia se sbagliare, correggermi, imparare dagli errori o fare la cosa giusta; io ora non gli sto lasciando lo stesso diritto.
E, maledizione a lui, me lo sta facendo capire nell'unico modo possibile: non lasciandomi scelta. No, non è una contraddizione: è qualcosa che solo chi ti conosce meglio di se stesso ha il potere di fare.
Seifer, sfidandomi, non mi lascia altra scelta che accogliere la sfida, perché sa meglio di me che io non riesco a rifiutare. Maledizione a lui, mi ha incastrata ancora una volta.
So già che me ne pentirò quando rischieremo di arrivare in ritardo all'adunata, ma farò in modo di arrivare in tempo, che Seifer lo voglia o no.
Quindi sì fratellone, sfidami pure. Non sarà questo il giorno in cui mi tirerò indietro. Non arriverà mai, lo sappiamo entrambi.
Sbuffo sonoramente, lasciandogli la manica:
-Certo che a volte sei proprio imbecille!- lo apostrofo, prima di salire sul montacarichi. A giudicare dalla velocità con cui si solleva, credo che saremo fortunati se arriveremo in cima entro domani mattina. Osservo l’uscita che si trova in alto e poi abbasso di scatto il viso: perché diavolo mio fratello se ne sta ancora lì impalato e guardarmi con espressione...sorpresa?
Hyne, domani cadranno Chocobo blu dal cielo: io non ho mai visto un Seifer che si stupisce di qualcosa. Eh sì, non ha proprio l’innocenza di un bambino, ma questo credo si sia capito.
Piuttosto: credeva davvero che avrei rifiutato la sfida? Ah, che pezzo d'idiota: ho passato la vita a ribellarmi al “Codice di Condotta Disciplinare per Studenti e Personale del Garden” (dannazione, che nome lungo) e devo dire che mi mancava poter applicare il “Codice di Condotta made by Atra” (abbreviato in CCmbA, per la cronaca) in sostituzione alle solite, noiose regole. Tanto più che il mio Codice ne ha una sola ed è: “Fa’ un po' come ti pare”. Perfetta, no?
Nel frattempo mio fratello inizia a far saettare lo sguardo da me sul montacarichi al punto che occupavo poco fa accanto a lui.
Gli tendo la mano, sorridendo beffarda:
-Cosa c’è, Seifer? Un Lesmathor che vola?- lo schernisco, disegnando in aria una linea immaginaria per imitare il percorso seguito dai suoi occhi.
Dincht dietro di lui solleva le sopracciglia e accenna una risata, beccandosi all’istante un coppino vigoroso da parte di Squall, che osserva la scena con le sopracciglia aggrottate: il chiaro atteggiamento dello studente modello che si indigna quando si trasgrediscono le regole.
Poverino, si sarà divertito molto poco nella sua miserabile vita.
Comunque, Seifer ignora entrambi e muove qualche passo per raggiungermi sul montacarichi, che trema sotto il nuovo peso acquisito:
-Certo che a volte sei proprio imbecille- mi prende in giro in un sussurro. Non mi serve guardarlo in faccia per capire che sta sorridendo. Io faccio spallucce:
-Avrò preso da qualcuno...- sospiro, ridacchiando quando mio fratello mi sferra una gomitata nelle costole che non va nemmeno a segno come dovrebbe.
-Hai anche una mira del cavolo, fattelo dire- lo schernisco, allontanandomi comunque da lui prima che decida di aggiustarla.
-Cosa facciamo, Squall?- domanda in questo momento Selphie, osservandoci con desiderio mentre compiamo la nostra perigliosa ascesa (notare che il montacarichi si è sollevato solo di poco più di un metro).
Qualcosa mi dice che sta fremendo dalla voglia di salirci (anche se non vedo il motivo di tanto entusiasmo).
Squall allarga le braccia:
-Beh, già che ci siamo...diamo un’occhiata- sospira, prima di raggiungerci.
Accidenti, mi sono sbagliata ancora una volta sul suo conto! Leonheart ha anche una controparte ribelle...non me l’aspettavo proprio!
Intanto una voce da lassù (no, non è Hyne) sbraita:
-Maledizione, non vi avevo detto di oliare il montacarichi?!-. Wedge balbetta una scusa, mentre i suoi passi agitati rimbombano ancora sopra di noi.
-Niente scuse! - Biggs questa volta è deciso, sento che farà una strage... - Vi dimezzo la paga a tutti, razza di scaldauniforme a sbafo!-.
Oh diamine, mi sarei aspettata qualcosa di più. Con degli idioti come questi non durerei un secondo. O meglio, non durerebbero loro un secondo.
-No! - grida con grande pathos Wedge - Quest'estate volevo andare in villeggiatura!-. Ah, pure le vacanze vuole, questo?! Ma a calci in culo lo manderei in villeggiatura! Almeno risparmierebbe sul treno, questo sfaticato.
-Li ha definiti scaldauniforme- ridacchia Seifer, che si sta sicuramente immaginando la faccia di Wedge. Lo squadro con occhio critico:
-È stata la paura di essere definito allo stesso modo a farti diventare allergico all’uniforme da cadetto, quindi?- lo stuzzico. Seifer alza gli occhi al cielo e borbotta una serie di imprecazioni.
Beh, cosa può farci se oggi sono in vena di frecciatine?
Intanto Selphie non riesce a stare ferma un secondo:
-Woooo, ma questo ascensore è troppo fico!- esclama, agitando le mani e ridendo come una bambina. Dincht la ammonisce:
-Non fare casino che poi cadi e ti dobbiamo raccogliere col cucchiaino!-.
Di nuovo la sua risata argentina: -Non cado, non cado!-.
In realtà io e Squall dobbiamo scattare in avanti ad afferrarla per le braccia, dato che ha saltellato con troppo entusiasmo e si è portata troppo vicino al bordo. Uff, devo fare anche da babysitter?! Non so, ci vuole anche una badante per quell’impedito di Dincht? No a Dincht non la faccio neanche per sogno, che crepi piuttosto.
Finalmente questo strazio ha una fine e arriviamo in cima, dove un tizio vestito in rosso, che deve essere il capo della masnada di galbadiani, sta trafficando con fili colorati e bulloni vari. Un tintinnio, poi una sonora e irripetibile imprecazione, ci avvisano che il maggiore Biggs dovrebbe trovarsi un altro lavoro.
-Maledizione...Wedge! - esclama, prima di imprecare di nuovo dopo aver preso la scossa - Mi è caduta giù un’altra chiave inglese. Vai a prendermene un’altra!- strilla, tastando il terreno attorno a lui per cercare un altro strumento e borbottando fra sé e sé i successivi passaggi del suo lavoro.
Wedge, che sta scaldando la sua solita uniforme blu, invece che aiutare il suo abilissimo capo, si irrigidisce e impallidisce quando il montacarichi conclude con un cigolio teatrale la sua salita. La faccia di Wedge, parzialmente nascosta dall’elmetto militare, rivela comunque un Quoziente Intellettivo pari alle volte in cui ho incontrato un soldato galbadiano dall’aria intelligente, cioè zero. Ora che è così atterrito, la sua espressione è ancora più stupida di quella che dovrebbe avere normalmente.
-Ci...ci...- comincia a balbettare, arretrando lentamente. Niente, il suo cervello emana già una sfolgorante scritta al neon “no signal”. In altre parole, l'abbiamo perso. Che grave perdita, sono sinceramente addolorata. Dove lo troviamo un altro cervello così? Oppure, più semplicemente: dove lo troviamo un cervello, qui?
Dal maggiore Biggs proviene un sonoro sbuffo:
-Chi...ave inglese, Wedge! Che cos’hai oggi? Sembri più cretino del solito- lo rimprovera, scuotendo la testa. Ah, ma perché questo si crede migliore?!
A queste parole il soldato recupera un po’ di orgoglio e sfodera la spada, pronto a combattere “per l'integrità mentale" del corpo militare di Galbadia.
-Ci...sono dei nemici, signore!- annuncia, sollevando la sua arma con aria minacciosa e riuscendo a completare con successo la frase.
Biggs finalmente decide di degnarci della sua attenzione e si volta, impallidendo vistosamente dopo aver fatto due conti, prima di strillare:
-Come diavolo sono arrivati fin qui, Wedge!-. Il soldato deglutisce forte:
-Gliel’avevo detto che era entrato qualcuno!- si lamenta, stringendo l’elsa della spada e sforzandosi di non tremare davanti al suo capo.
-Non importa, falli fuori. Sono solo dei ragazzini, dopotutto - taglia corto il maggiore, prima di tornare a dedicarsi al suo lavoro - E quando hai finito portami quella benedetta chiave inglese- aggiunge con indifferenza.
Cosa?! Ci liquida così?! Nemmeno un “poveri noi!”?! Così non c'è neanche un po' di soddisfazione, dai!
-Fa sul serio, questo?!- esclama Dincht, stringendo i pugni.
-Tutti uguali questi adulti- commenta Seifer, scuotendo la testa sconsolato.
-Ma che gran bastardo! - sbotto io offesa, incrociando le braccia - Quanto mi piacerebbe...-. Mio fratello solleva improvvisamente le sopracciglia e si volta a guardarmi, nello stesso momento in cui io mi blocco con le labbra socchiuse perché il pensiero, probabilmente lo stesso di Seifer, è stato più veloce della parola. Con la coda nell'occhio vedo dipingersi sul suo viso il solito sorriso che sfodera quando sta per combinarne una delle sue.
A questo punto a me e Seifer basta un solo sguardo per capirci al volo: è ora di fare un po' di casino!
Seifer sguaina il Gunblade con uno stridio che costringe Biggs a voltarsi e fa un segnale. Cogliendolo, io incocco una freccia e lo prendo di mira, facendogli l’occhiolino quando spalanca occhi e bocca.
-Occhio che ci entrano i Lesmathor- lo ammonisce Dincht, sollevando i pugni guantati, pronto a gettarsi nella mischia.
-O i gallinacci- lo corregge Seifer, ridacchiando. Dincht sbuffa sonoramente:
-Con te me la vedo dopo!-. Oh, finalmente ha capito la lezione! Seifer sembra un po' deluso, ma ora come ora non può farci niente.
-Capo, sono armati! Che facciamo?- strilla con voce roca Wedge, facendo saettare lo sguardo su ognuno di noi. Biggs solleva le mitragliatrici integrate alle due corazze che porta sulle braccia e inizia ad armeggiare con caricatori e grilletti vari con mano esperta (per una volta!):
-Razza di imbecille, aiutami a farli fuori o ti sospendo la paga!- lo minaccia di nuovo, prima di puntare una mitragliatrice su Selphie, che è la più vicina. Seifer fa un altro segnale, anche se sa che questa volta non ne ho bisogno.
La mia freccia parte ma lo ferisce solo al braccio dato che, non so come, si è mosso proprio mentre la scagliavo, probabilmente per prendere meglio la mira. Resta il fatto che abbia anche una fortuna sfacciata in queste cose!
Dincht gli assesta un gancio al volto, ma non riesce a evitare che la spada di Wedge, proteso in avanti goffamente nel tentativo di difendere il suo capo (e la sua paga), gli graffi la gamba. Saranno anche degli incapaci completi, ma hanno entrambi fortuna, maledizione!
-Che maleeeeeee!- ulula Dincht, coprendosi la ferita con una mano. Io gli sfreccio accanto con il pugnale stretto in una mano e mi volto per lanciargli un'Energia che gli richiuda il graffio:
-Dincht taci, manco ti avesse amputato la gamba!- lo zittisco poi, prima di piantare il pugnale nella mano di Wedge, che urla e molla la spada.
Intanto Biggs, approfittando di una distrazione di Seifer, che sono sicura si sia concentrato troppo sul mio combattimento, gli molla un calcio nello stomaco e lo spinge via. Squall gli si avventa contro con il Gunblade sguainato, mentre Selphie si occupa di far riprendere mio fratello, che si allontana da lei e, schiumante di rabbia, si getta nel combattimento.
-Maggiore Biggs, siamo nei guai!- esclama Wedge, vedendomi avvicinarmi con il pugnale pronto a colpire.
-Wedge, gufaccio della malora, non portare sfortuna e abbi fiducia, per una volta!- lo rimbecca Biggs, lanciandogli un'Energia. Improvvisamente il montacarichi, che è sceso senza che neanche ce ne accorgessimo, risale portando con sé una decina di soldati, armati e pronti a combattere. Maledizione, adesso siamo noi nei guai. Questi due erano solo un diversivo!
Mi volto verso Biggs, schiumante di rabbia, e lui solleva un braccio ricambiando l’occhiolino che gli avevo fatto poco prima e ammiccando verso la sua mitragliatrice. Seguo il suo sguardo e...dannazione, accanto al grilletto c’è un bottone! Deve aver premuto quello per chiedere rinforzi e io ho creduto che stesse per sparare! Mi ha giocata e la cosa non mi piace per niente. E, quando una cosa non mi va a genio, si sa bene come va a finire.
-Lurido bastardo!- urlo infuriata, scoccando l’ennesima freccia che si pianta dritta nel cuore del maggiore. Una smorfia dura mi irrigidisce il viso:
-Beccati questo- sibilo, prima di voltarmi verso Wedge con un'altra freccia già in mano e una furia cieca a mirare per me. Non sopporto di essere presa in giro. Non lo tollero. La freccia vola e dimostra nuovamente che a parole non sono brava a farmi giustizia. Soprattutto quando sono incazzata.
-Atra, attenta!- urla in questo momento Seifer, scattando verso di me. Sollevo lo sguardo, in tempo per accucciarmi ed evitare di essere decapitata dal fendente di un galbadiano. Già che ci sono, pianto il pugnale nel piede del soldato, che poi viene mandato a terra da un pugno di Dincht e finito da Seifer. Mi rialzo, stringendo convulsamente l'elsa del pugnale:
-Stai bene?- mi chiede mio fratello, preoccupato. Annuisco:
-Grazie- dico solo, prima di tirare una freccia nella gamba a un nemico che si stava avvicinando troppo a Seifer. Lui si volta e si precipita a eliminarlo, poi mi si riaffianca:
-Vorrei che me ne lasciassi un po’, sorellina- mugugna risentito. Sorrido e il brivido della sfida mi percorre ogni singolo muscolo e nervo del corpo, che inizia a essere pervaso dalla dolce e inebriante sensazione dell'adrenalina che entra in circolazione:
-Facciamo a chi ne fa fuori di più?- ridacchio, incoccando un’altra freccia e battendo gli occhi quando il sole morente si riflette sulla sua punta. Seifer ride e solleva l’Hyperion:
-Tanto sai che vinco io, Atra- risponde, prima di gettarsi nella mischia e iniziare subito a contare abbattendo un nemico dopo l'altro. Dannazione a lui, è una macchina da guerra. Comunque, questa volta non mi batterà.
I soldati arrivano a fiotti: il montacarichi sembra essere stato oliato a tempo record e si alza e si abbassa velocemente, portando con sé sempre più soldati ammassati sopra la piattaforma.
Mi arrampico su una trave che sostiene l’antenna e la parabola della torre, trovo un punto alto e abbastanza sicuro da cui tirare e...si aprano le danze!
Da qui vedo Dincht avventarsi con i suoi guanti borchiati contro un nemico e spaccargli l'elmetto a suon di pugni, per poi deformargli il volto rompendo tutto ciò che si può rompere.
Dall'altra parte della piattaforma gli occhi color smeraldo di Selphie brillano di rosso, di blu e di giallo, mentre scatena addosso a due soldati tutti gli elementi di cui dispone e contemporaneamente si difende dall'assalto di un soldato facendolo inciampare nei suoi Nunchaku.
Se giro un po' la testa, vedo Squall roteare il suo Gunblade e abbattere tre soldati insieme. Il suo viso è freddo e distaccato, non sembra provare alcun entusiasmo a combattere.
Seifer è a pochi passi da lui, ma idealmente è lontano un miglio. L’Hyperion sembra un prolungamento del suo braccio e la lama brilla del sangue di ogni soldato abbattuto, così come i suoi occhi sono attraversati da una luce di entusiasmo e follia che mi è nuova.
Non l'ho mai visto uccidere degli uomini prima di oggi e la facilità con cui riesce a farlo mi lascia senza fiato. Beh, anch’io sto uccidendo molti soldati (sono a venti, ora!), ma sin da quando ero piccola ho avuto molte difficoltà ad affrontare il rimorso di aver messo fine a una vita, anche a quella del mostro più inutile. Ora sono cresciuta e ho imparato molto bene a fare i conti con la mia coscienza, anche grazie all'aiuto di Seifer, che in questo non ha mai avuto problemi. Tuttavia uccidere un nemico con un pugnale e abbatterlo con una freccia a sangue freddo sono due cose molto diverse, anche se si tratta sempre di uccidere. Se per il primo Seifer poteva capirmi, il secondo ho dovuto affrontarlo da sola, cercando in me stessa i nervi saldi e il sangue freddo per accettare di mettere me stessa in ogni mia freccia ed essere giudice silenzioso e nascosto di ogni vita, ridotta a un semplice bersaglio.
Ora ho imparato tutti i trucchi per mettere a tacere la voce della mia coscienza; ingannandola o ignorandola, ho fatto pace con me stessa e con l'idea di uccidere per legittima difesa.
Tuttavia, non riesco a non pensare alla mia storia di bambina innocente, ogni volta che pongo fine a una vita. Non che fossi totalmente "innocente", ma da questo punto di vista lo ero e questa è sempre stata una differenza che mi ha separata da mio fratello.
E ora, mentre lo guardo sorridere orgoglioso prendendosi un'altra vita, mentre guardo la mia freccia volare e centrare il suo bersaglio senza chiedere perdono, questi ricordi mi passano davanti agli occhi, rischiando di distrarmi.
Come per sottolineare che questo è l'ultimo momento in cui dovrei deconcentrarmi, arriva un altro carico di soldati... ma quanti sono?!
Improvvisamente mi accorgo che qualcosa non va: Seifer e Squall hanno cambiato atteggiamento... i loro movimenti si sono fatti più scattanti e concitati. Squall ha iniziato a menare fendenti a velocità maggiore, concentrandosi sul nemico e guardandolo negli occhi mentre lo uccide. Invece Seifer colpisce i soldati con una foga tale da atterrarli e sballottarli come dei burattini, quasi preso da...rabbia.
C'è qualcosa che non va, ho visto giusto.
Salto giù dalla mia postazione, sguainando il pugnale. Mi faccio largo tra i galbadiani, cercando di raggiungere mio fratello.
Arrivata a tiro di voce, sento Seifer sbraitare:
-Tu sei pazzo, Squall! Io da qui non me ne vado! Qualunque diavoleria vogliano fare qua sopra, non la faranno!-. E finalmente, abbattuto il soldato che mi si è parato davanti, riesco a vedere Seifer mentre sferra un fendente così forte a una gamba dell'ennesimo soldato da amputargliela. Lo osservo con orrore mentre decapita il nemico con un sorriso orgoglioso sul volto. Poi il suo sguardo incontra il mio e automaticamente lui ritorna nei panni del mio fratellone.
Intanto Squall si è liberato dei suoi due avversari:
-Ti ho detto che dobbiamo ritirarci: sono in troppi!- ringhia ansimando, mentre il sudore gli bagna le punte dei capelli.
-Ritirarci?!- sbotto, liberandomi in fretta dell'attacco alle spalle di un soldato. Squall alza gli occhi al cielo e para un fendente, stringendo i denti per lo sforzo. La sua espressione dice chiaramente: "Ecco arrivare l'altra".
-Io non mi ritiro- decide Seifer, iniziando a combattere con ancora più impegno. Mi volto, allarmata da un movimento che ho visto con la coda nell'occhio, ma è solo Dincht, che si è avvicinato per capire cosa stia succedendo. Dietro di lui, Selphie scatena un Fire e il suo viso si illumina per le fiamme, rivelando alcune gocce di sudore che le scorrono fino alla linea della mascella.
-Cosa succede?- ansima Dincht, il sangue che cola dalle borchie appuntite dei suoi guanti. La lama del Gunblade di Squall taglia l'aria con un sibilo, portandomi l'odore rugginoso del sangue di cui è coperta:
-Voglio ritirarmi. Non possiamo perdere l'adunata alla spiaggia e qui i soldati sono troppi!- risponde finalmente, traendo un respiro profondo prima di compiere l'ennesima offensiva. Selphie si volta di scatto, richiamata dalle parole di Squall:
-Sono d'accordo, mi chiedevo solo quando vi sareste decisi- conviene, prima di tendere al massimo i Nunchaku con un suono metallico di catene e parare un pugno da un soldato disarmato. Dincht fa un verso dubbioso:
-Dov'è il problema, Squall?- domanda, tirando un pugno in pancia a un soldato che stava per tagliarlo in due.
Ehilà, Dincht che capisce che qualcosa non va è davvero sorprendente.
Per tutta risposta, Squall sbuffa:
-Seifer non vuole tornare- spiega lanciando veloci occhiate al montacarichi, che sta tornando ora con altri soldati. Dincht fa un verso esasperato per esprimere tutto il suo disprezzo. Il suo sguardo incontra il mio ed io lo distolgo velocemente avventandomi sul mio trentesimo soldato, mentre mi prendo del tempo per rispondere alla sua tacita domanda.
E io? Cosa voglio fare? Rimango a evitare che mio fratello si faccia ammazzare e mando a farsi fottere l'esame o me la dò a gambe per diventare un SeeD senza macchia e senza paura?
C'è anche da chiederlo? Prima avevo deciso che sarei arrivata all'adunata in orario a qualunque costo. Ma non sono disposta ad abbandonare qui mio fratello, anche se è un testone che non fuggirebbe da una battaglia nemmeno se rischiasse di morire.
E' sempre mio fratello, maledizione. Al diavolo la SeeD.
Alzo lo sguardo per comunicare la mia decisione:
-Rimango anch’io-.


Rieccomi con il quarto capitolo!
Oh-oh, qui la situazione si fa bollente: i due Almasy contro millemila soldati di Galbadia e contro il tempo che li incalza...che dite, riusciranno a tornare in tempo alla spiaggia?
E poi la nostra Atra si è trovata davanti a una bella scelta: rischiare l'esame o dare una mano al fratello? Non credo che la sua decisione fosse così scontata, alla fine...però ha scelto Seifer e adesso vedremo come se la caverà!
Ah, ho una bella novità per voi! In questo capitolo Atra ha parlato dei suoi problemi nell'uccidere mostri sin dalla sua infanzia e dell'aiuto che Seifer ha provato a darle per confortarla un po'.
Ho realizzato una piccola raccolta, intitolata "Fragments of Almasy's Memories", in cui saranno presenti questi piccoli ricordi della sua infanzia passata con Seifer o, più in generale, del periodo precedente a questa storia. Se vi interesserà e piacerà, la raccolta sarà aggiornata parallelamente a "Il legame del sangue", ogni qualvolta saranno accennati degli episodi significativi dell'infanzia di Seifer e Atra.
Continuate a seguirmi e, mi raccomando, esprimete il vostro parere perché mi aiutate moltissimo!
In questo ringrazio davvero tanto Devilangel476: mi hai dato un consiglio davvero prezioso e io spero di non aver deluso le tue aspettative, per quanto si possa fare in un solo capitolo!
Ok, adesso me ne vado perché questo capitolo sta diventando anche fin troppo lungo (perdonatemi!). Alla prossima!
   
 
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