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Autore: Izmargad    01/07/2015    0 recensioni
Spesso il destino gioca strani scherzi o, forse, lui sa cosa è meglio per noi, nonostante la nostra ostinazione a non ascoltarlo.
Due anime che si sono riconosciute e che non possono stare lontane, nonostante i dubbi e le incertezze, le paure e le cazzate che spesso si commettono pensando di fare il meglio per se stessi o, per la persona che si ama.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buonasera a tutti! Non sono scappata con un bel machione che mi ha rapita...purtroppo! Era solo la mia Musa che si rifiutava di palesarsi!
Grazie a tutti per la pazienza.
Voglio inoltre ringraziare la mitica Ele, perchè lei esiste e, nella vita, è esattamente l'anima nera che è nella storia; 
Heaven_Tonight http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=177847 che se non scrivo mi divora e sempre e comunque la mitica fotografa ed esperta di maschioni Sara Bonfiglioli:  https://www.flickr.com/photos/morganlamorte/sets/72157652101872943
Grazie a loro e grazie a tutti vopi che passate di qui.

 

Capitolo 12

Sei accaldato, indolenzito e la testa ti scoppia, stai di merda ma hai come la sensazione che nonostante questo tu sia nel posto migliore del mondo. Hai un vago ricordo della tua strega che ti rapisce su un taxi e che ti sussurra parole rassicuranti, di rimproveri e soprattutto di carezze… Cazzo, devi stare veramente male!

Provi ad aprire gli occhi e qualcosa non torna: c’è una tenue luce viola che proietta farfalle e fiori sul soffitto e sulle pareti, che sono chiare, non scure come nella camera di Mike. Conosci questa luce, come la sensazione di essere nel posto giusto. Hai il terrore di voltarti, non per il feroce mal di testa ma per scoprire che questo è tutto un delirio dato dalla febbre. Ti fai coraggio e con un sospiro ti giri verso sinistra e lei è lì, al tuo fianco, ed è bellissima, con i capelli scompigliati sul cuscino, le labbra leggermente dischiuse; hai paura di respirare perché lo sai che al minimo movimento lei si sveglierà per sapere se va tutto bene... e se a quel punto lei giudicasse che stai meglio e ti lascerà nel suo letto tutto solo?
Così decidi di stare immobile e guardarla, guardarla fino a che il sonno ti coglierà nuovamente, escludendo tutto se non la sensazione di essere dove dovresti stare.
Al tuo successivo risveglio scopri che non è stato tutto un sogno: la sua voce ti sussurra dolcemente all’orecchio, la sua pazienza alle tue proteste per le medicine... Insomma, sei tormentato e coccolato al tempo stesso dalla tua perfida strega, quindi speri che quegli esserini viscidi che ti stanno facendo sentire così di merda combattano a lungo e strenuamente contro le medicine per poter continuare a godere di tutto ciò.

 

É come se lei ti avesse letto nel pensiero: in questi ultimi due giorni sta lavorando da casa per non allontanarsi troppo da te. Si aggira per casa in pantaloni larghi, maglietta e maglione sdruciti over size, con i capelli raccolti da un mollettone e completamente struccata; è bellissima ed è come tanto tempo fa, come se la tua presenza lì fosse normale o quantomeno non insolita. Non puoi far a meno di guardarla e di guardarti intorno: non è più il minuscolo appartamento dove viveva anni fa, questa casa è grande, luminosa, dice molto di lei anche se in un modo differente dalla sua casa di bambole... sei di fronte alla sua versione più adulta e raffinata . Hai potuto esplorarla con la scusa di andare alla ricerca delle tue sigarette: quella perfida streghetta te le ha nascoste! Non che tu senta il bisogno di fumare, anzi, sai che lei lo detesta e automaticamente te ne è passata la voglia ma quale miglior scusa per mettere il naso ovunque mentre lei borbotta fintamente infastidita?
La cosa che ti ha sorpreso è che alle pareti ci sono moltissimi provini dei tuoi lavori: non ricordavi che lei possedesse così tante tue fotografie e ancor di più ti stupisce il fatto che lei abbia deciso di appenderle mostrandole a tutti, mostrando dei vostri momenti e ricordi  semplici ma speciali. Tu sei parte del suo mondo e nonostante gli anni passati, nonostante tutto quel che è accaduto, lì c’è qualcosa di tuo, come se lei sentisse in qualche modo il desiderio ti tenerti con se. Per non parlare della sua camera da letto: ci sono le tue foto o meglio le vostre foto e il vostro letto, quel letto che troneggiava nella sua casa delle bambole, dove vi rintanavate a guardare un film, a coccolarvi, a… sorridi (e non è l'unica reazione involontaria del tuo corpo) al ricordo ma un ombra passa nel tuo pensiero: quello è il vostro letto, ma ti domandi se da lì sia passato qualcun’altro. Un altro uomo che l’ha sfiorata, baciata… No, basta, non puoi pensarci, devi smettere!
Sentendo pronunciare il tuo nome, ti avvii in soggiorno dove, a gambe incrociate, sotto la coperta con il pc sulle ginocchia l’avevi lasciata a lavorare.
La senti parlare quindi le rispondi, prima di notare lo sguardo ad occhi sgranati e taglienti che ti invitava non troppo gentilmente a non parlare: dannazione, cosa hai fatto?
- Devin???… Cassandra? Cosa stai combinando?
Oddio, no! J. ed Ele! Che cosa hai combinato? Ora non ve ne libererete più!
Eravate stati attenti, entrambi molto attenti, come se aveste preventivamente concordato di non far sapere a qui due impiccioni dove tu stessi passando la convalescenza; un conto era fargli sapere che la tua strega ti stesse facendo da infermiera, un conto è fargli sapere che tu sei a casa sua a fare il malato.
Ed ecco che inizia il tormento da parte di Ele:
- Cassy? Cosa stai combinando? Che stavi facendo l'infermierina a tempo perso me lo avevi detto... Però ti sei guardata bene dal dirmi che si trattava dell'infermierina sexy a tempo pieno! Chissà cosa nascondi sotto a quegli abiti informi e a quella coperta!
Ti senti avvampare per lei, oltre a vederla diventare leggermente rossa mentre ti rivolge uno sguardo stralunato. Quei due sono sempre i soliti e si divertono a mettervi in imbarazzo.
- D.? Su, vieni, fatti vedere, ti abbiamo sentito!
Come volevasi dimostrare si comincia! Quando imparerai a stare zitto?
Ti avvicini al divano e ti siedi vicino a Cassy mentre lei appoggia il pc davanti a voi.
- J. che piacere! Cos'hai da rompere i coglioni?
- Guardalo lì, l'ammalato... Dì la verità, era solo una scusa per nasconderti fra le braccia di Cassy, eh?
Quell’animale! Come si permette! Ma non fai in tempo a rispondergli a tono visto che proprio in quel momento un attacco di tosse comincia a scuoterti. Mentre Cassy alterna piccoli colpetti a carezze in mezzo alle scapole senti Elena continuare ad ironizzare:
- Cassy, ma ti sei resa conto del flagello che ti sei tirata casa? Guardalo! Non ti invidio per nulla, come puoi averlo fatto?
Mentre ti porge la sua tazza di the per aiutarti a riprendere fiato e lenire l’incendio che hai in gola, lei risponde ridendo:
- Oh sì che me ne rendo conto, ecco perché è qui! Sai benissimo cosa significa un Harris morente per l’influenza!
E mentre J. si gira verso Ele, tu ti giri verso Cassandra e pronunciate in coro la stessa identica frase: decisamente hanno ragione loro!
- Che cosa volete dire voi due? Noi non siamo così!
- Ah no?
- Adesso basta! Lasciatemi in pace, io sono malato!
- Tu? Malato? Adesso si dice così? Vallo a dire a qualcun’altro! Sei davvero così sicuro di potermi nascondere qualcosa?!
- J. io sono malato, mi devo riposare! …
E mentre ti allunghi per attaccargli in faccia, fra un colpo di tosse e l’altro sputi un “ciao”, per poi accasciarti appoggiando la testa sulle gambe di Cassy sospirando:
- Perchè se la prendono con me? Io sono malato, uff.
Senti le sue dita passare fra i tuoi capelli:
- Perchè prima di parlare non mi hai guardato? E adesso eccoci qui! Lo sai che non è finita qui, vero?
Sbuffi guardandola negli occhi:
- Ce la rinfacceranno per lungo tempo!
Scuotendo il capo si abbassa su di te anche se, purtroppo, non per un bacio: vuole solo controllare la tua temperatura con le labbra.

Ormai è domenica, quegli ingrati esserini viscidi sono stati sbaragliati sul campo dalle medicine e domani entrambi tornerete al lavoro: non avendo più scuse, dovrai tornare a casa di Mike. Non ti ha chiesto di andare via già oggi e speri che sia perché anche lei vuole prolungare il più possibile questa magica bolla temporale in cui vi siete nascosti in questi giorni.
Sorridendo apri i vari armadietti della cucina per recuperare una tazza e la bustina del the, poi, mentre aspetti che il bollitore dell’acqua cominci a fischiare, ti appresti a mettere la giusta quantità di zucchero, la fetta di limone che hai tagliato e a prepare la pastiglia per l’emicranea. Silenziosamente, con la tazza in mano ti avvii in salotto dove lei, distesa sul divano, è rannicchiata sotto la coperta; il suo viso spicca pallidissimo fra i capelli sciolti ed i cuscini scuri e fra le ciglia brillano delle piccole lacrime. Ti siedi di fianco a lei e le accarezzi i capelli:
- My little witch, ti ho portato una pastiglia e un po’ di the: da brava, tirati su.
Molto lentamente apre gli occhi lucidi e solleva il capo dischiudendo le labbra; sorridendo gliele accarezzi mentre posi fra esse la pastiglia e poi, facendo scivolare il tuo braccio sotto di lei, la sollevi accostandole la tazza alle labbra. Ne prende solo un piccolo sorso, mentre riadagiandosi mormora:
- Scotta!
Sorridi:
- Lo lasciamo raffreddare?
- Mm mm, annuisce.
- Do you need something else?
- Freddo.
- Vuoi un’altra coperta?
- No… scaldami.
Come fartelo ripetere? Metti la tazza sul tavolino lì a fianco e ti stendi accanto a lei abbracciandola. Subito lei si rannicchia contro di te, appoggiando le mani e la testa sul tuo petto con un sospiro.
- Meglio?
- Mm mm.
Sistemi la coperta sopra di voi e le scosti i capelli dal viso approfittandone per posare un lieve bacio sul suo capo.
- My little kitty… Do you want some cuddles?
Sistemandosi ancor più contro di te ed intrecciando le sue gambe con le tue, emette un altro mormorio d’assenso mentre strofina il viso sulla tua spalla.
Oddio, detesti vederla stare male ma questo per te è il paradiso! Sapendo di non poterle toccare la testa quando sta così, infili una mano sotto il maglione, cominciando a disegnare arabeschi sulla sua schiena coperta dalla maglietta, non osando cercare la sua pelle.
Ricordi ancora la prima volta che l’hai vista così: stava a malapena in piedi, pallidissima con le guance rigate dalle lacrime e ti eri spaventato quando ti aveva aperto la porta. Ricordi di averla presa fra le braccia e di averla portata a letto nonostante le sue proteste di riuscire benissimo a camminare da sola e poi le tue mille domande su cosa potevi fare per farla stare meglio. Più che paura, il tuo era stato proprio panico: con tutti i cloni eri stato ben lontano da ogni loro minimo accenno di malessere, ma in questo caso non ti era nemmeno passato per la testa di andartene con una scusa, come non avresti tollerato di essere mandato via da lei, però non sapevi proprio che fare; alla fine, lei si era messa a sedere, ti aveva preso il viso fra le mani e, ridendo, ti aveva detto di stare calmo e respirare, che ciò sarebbe accaduto spesso e che se proprio volevi fare qualcosa, avresti dovuto sdraiarti accanto a lei e coccolarla.
Con il tempo sei migliorato, i suoi attacchi di emicrania non ti hanno più mandato in panico ed hai imparato cosa fare per darle un po’ di sollievo, tanto che, proprio come ora, ogni gesto ti viene istintivo.
Il suo respiro è diventato regolare, le poche lacrime hanno smesso di fuggire da sotto le sue palpebre ed il suo respiro è divenuto più pesante, così ti arrischi a fare una cosa che altrimenti non avresti avuto il coraggio di fare: ti scosti da lei quel tanto che basta per guardarla in viso e poi, lentamente, passi un dito su un suo sopracciglio, per poi scendere lungo il naso, le accarezzi uno zigomo per poi arrivare sulle sue labbra leggermente dischiuse. Oddio, quanto ti è mancata, quanto ti è mancato il poterla tenere fra le braccia, il poter ridere con lei anche di una cosa stupida come chi deve mettere i piatti in lavastoviglie, il poter essere semplicemente lì, disteso in silenzio a sentirti al posto giusto e completamente te stesso.
E mentre continui ad accarezzarle le labbra lei apre gli occhi e ti fa una semplice domanda:
- Perchè?
Ti sfiora l’interno dell’avambraccio sinistro, dove c’è il tuo ultimo tatuaggio e ripete la sua domanda:

- Perchè?
Se ne è accorta, ha notato il suo ritratto, sorridi felice e un po’ compiaciuto.
- Perchè avevo bisogno di avere la mia piccola strega sempre con me, perchè…
D
eglutisci un po’ imbarazzato, i suoi occhi non smettono di scrutarti:
- … Because your place is on my skin, under my skin, in my blood, in my bones… 
Le sue dita continuano ad accarezzarti il braccio, la tua pelle, provocandoti brividi e così non puoi fare a meno di continuare a confessarle tutto:

- Because that's how it should be, my little witch!
Il suo profumo, le sue dita sulla tua pelle, l’averla fra le braccia… non puoi resistere, ti chini su di lei e le sfiori le labbra con le tue, lentamente e castamente, come la prima volta.
Lei si allontana delicatamente e impercettibilmente 
Oh Dei, cosa hai combinato? Ed ora? Si allontanerà da te? Ti caccerà via? Però non ti penti di ciò che hai fatto, e come potresti? Saresti disposto ad attraversare tutti i 9 gironi infernali per un suo bacio!
Affondi la mano nei suoi capelli e le scosti leggermente il viso, per non essere nuovamente tentato, per poterla guardare negli occhi:
- Do you want me to leave?
Scuote il capo mentre lo nasconde nuovamente contro di te. Non vuole che te ne vada, non è arrabbiata, si è nascosta di nuovo fra le tue braccia e nel mentre sussurra:
- Perchè hai smesso? … Voglio le coccole!
Vorresti urlare dalla gioia, stringerla a te e baciarla di nuovo, perché i suoi baci danno dipendenza, ma non puoi, non puoi esagerare.
Affondi una mano nei suoi meravigliosi capelli e l’altra torna ad insinuarsi fra gli strati dei suoi vestiti per farle i grattini, ma un gemito di protesta ti blocca:
- No così… bene!
Bene? Oddio no, non può davvero essere ciò che pensi! Ma ugualmente infili la mano sotto tutti gli indumenti e arrivi alla sua pelle: a quel contatto emana un sospiro soddisfatto e mentre tu passi lentamente le dita sulla sua schiena, lei inizia a fare le fusa.

   
 
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