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Autore: Ossimoro Vivente    01/07/2015    3 recensioni
"Garfield si girò facendo un sorriso sfacciato. Lo guardò allontanarsi intontita, poi osservò la statuetta del corvo sulla mano. Si soffermò sulle ali e sull'aspetto maestoso del volatile. Effettivamente le somigliava."
E se Beast Boy e Raven si fossero già incontrati da bambini senza mai riconoscersi l'un l'altra una volta entrati nel gruppo dei Teen Titans? Due capitoli che descriveranno come si sono conosciuti da bambini, e come si rendono conto di ciò molto tempo dopo.
(E no: il titolo non c'entra nulla con quello del famoso fumetto.)
Spero vi abbia ispirato e interessato!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La stanza era buia. Chi non fosse stato il proprietario sarebbe sicuramente inciampato appena entrato. Ma Garfield no.
Lui si sarebbe fatto strada, senza nemmeno accendere la luce, in una traiettoria ben precisa che si era fatto personalmente: avrebbe saltato la sua statua di calzini sporchi; appena la puzza di quest'ultimi si sarebbe trasformata nell'odore della pizza andata a male sarebbe andato subito a destra; e poi si sarebbe buttato a caso sperando di finire sul letto sempre sfatto. E così fece.
Si rigirò in modo da mettersi in posizione supina e portò il dorso della mano sulla fronte. Concentrò la sua attenzione sul soffitto.
Tutte le sere aveva quel vizio: restare lì, a farsi il resoconto della giornata con lo sguardo completamente assorto. Poi studiava le sue mani nella penombra rigirandosele in posizioni sempre diverse. Erano grandi, anche se non molto affusolate, i polpastrelli a ventaglio erano ruvidi, le dita massicce.
Erano verdi.
Ormai erano passati anni da quando la sua vita era stata ribaltata, da quando i suoi genitori erano morti, e da quando il suo nome era cambiato in Beast Boy. L'aveva accettato. Era andato avanti. Niente più rimpianti. In fondo adesso stava meglio.
Era cresciuto, anche se non lo dava a vedere caratterialmente.
Sono diventato così. Terra aveva ragione: le cose cambiano.
Il mutaforma sbarrò gli occhi.
-Terra?!- esclamò tentando di mantenere la voce bassa.
Pose la testa fra le mani sfregandole convulsamente, strizzando gli occhi come a cercare di cacciar via quel pensiero.
Non lei. Non ancora lei...
Si mise a sedere a gambe incrociate inarcuando la schiena sconfortato.
Era successo ancora da poco, ma si era ripromesso di aver chiuso per sempre la questione. Non ne poteva più di inseguirla ogniddove, di mantenere la speranza fino all'ultimo, di attaccarsi ostinatamente solo ai bei ricordi, di credere costantemente che sotto sotto lei lo ricambiasse... Semplicemente non ne poteva più di amarla.
Lei ormai era impassabile, impassibile, impossibile. Aveva deciso di rifarsi una vita normale. Senza problemi. Senza di lui. Doveva accettarlo e basta.
Non aveva mai idea di come distrarsi la notte quando l'immagine di Terra gli disturbava la mente, ma quel giorno gli venne un lampo. L'impresa sembrava piuttosto difficile, ma in fondo Beast Boy era Beast Boy. Faceva parte della sua natura. E gli altri non potevano mica giudicarlo per questo.

Azarath Metrion Zinthos.
Anche nella notte Raven non si risparmiava questa cantilena per cercare in tutti i modi di controllarsi, rilassarsi, e a non pensare al proprio passato. Nonostante i suoi amici siano riusciti a sconvolgere la profezia di cui era maledetta fin da bambina, qualche incubo rialbergava nella sua mente. La paura che tutto un giorno ritornasse, che in realtà non fosse mai finita e che mai finirà. Non era abituata alle situazioni in cui tutto va sempre liscio.
Le palpebre erano chiuse, il pollice e l'anulare si toccavano appoggiate alle ginocchia, le gambe perfettamente incrociate. L'enorme finestra mostrava le stelle e la luna, che risultarono l'unica fonte di luce che conferiva penombra alla sua camera. Tutto era ovattato, la nenia dell'empate si udiva appena.
All'improvviso uno scricchiolio. Raven aprì di scatto gli occhi. quel rumore si trasformò in una serie di stridii provenienti dalla porta, come se un artiglio cercasse di graffiarla.
L'empate sciolse le gambe e si mise in piedi deglutendo e studiando quei suoni ambigui con il cuore in gola.
Che le mie paure stiano diventando realtà come l'ultima volta?
Divenne un crescendo, la porta continuava a smuoversi spinta dall'altra parte.
Ok, calmati. Apri quella porta e mettiamo fine all'inquietudine.
L'aprì di scatto, e nel buio si ritrovò l'immagine di un volatile che stava sbattendo le proprie ali con violenza davanti al suo naso.
De ja vu...
L'impatto fu spaventoso e la creatura entrò nella camera, mentre Raven si girò attonita dietro di sè. Alla luce della luna notò il colore verde delle piume, allora fece un respiro profondo.
-Beast Boy, la prossima volta che vuoi entrare in camera mia, bussa come le persone normali-
Il mutaforma tornò umano mettendosi  una mano dietro la nuca ridacchiando.
-Scusa, è che sapevo che non mi avresti fatto entrare, così mi sono trasformato in un corvo, visto che era qualcosa da te familiare-
Raven lo guardò stranita.
-Wow, questo ragionamento non ha nulla di insensato-
-Cos'è? Ti sei per caso... Spaventata?- canzonò il ragazzo verde agitandole un gomito sul braccio col sorriso malizioso.
All'empate si illuminarono gli occhi di bianco, guardandolo minacciosamente, come ad attivare il proprio potere. -Quella è la porta-
-No, no... dai, starò qui buono buono e zitto zitto. Per favore. Voglio solo un po' di compagnia...!- cercò di giustificarsi il compagno agitando le mani supplichevole con le orecchie a punta abbassate.
-E perchè vorresti compagnia dalla meno indicata? Nel cuore della notte per giunta?-
Beast Boy esitò facendo un broncio e incrociando le braccia. Era stufo di parlare di Terra, tanto l'azarathiana poteva intuire che era per lei, visto che era tornato alla T-Tower solo dopo un paio di giorni di riflessione dalla delusione lasciatagli quando era andato a quella sua maledetta scuola per lei. Adesso voleva solo divertirsi e punzecchiarla. Le mancava.
A quel punto lei capì che non avrebbe aperto bocca.
-Ci godi proprio a rompere le scatole-
Ma in fondo pure a Raven serviva un po' di compagnia, anche se in genere preferiva starsene per conto proprio. Lui sapeva sempre come distrarla dai suoi incubi.
Beast Boy si guardò attorno osservando gli strani e inquietanti oggetti che c'erano nella stanza.
-Cavolo non entravo qua dentro da quando...- e si ritrovò lo specchio che faceva da portale per la mente dell'azarathiana. Aveva imparato a sue spese che quell'oggetto rifletteva il vero stato d'animo delle persone. Si soffermò, e non si stupì quando trovò il suo viso amareggiato e rassegnato.
-Chi l'avrebbe mai detto che una come te avesse tante emozioni- disse cercando di sorridere, anche se lo specchio continuava a far vedere il contrario.
-Tutti le abbiamo, solo che io ho il bisogno di racchiuderle, altrimenti faccio scoppiare qualche lampadina-
-Però aprirsi ogni tanto fa bene, non credi? Lo sai che a volte ti rompo le scatole per questo-
Schietto il ragazzo.
Sta volta Raven non seppe cosa dire. In realtà no, non lo sapeva, e si ritrovò interdetta a quelle parole. Non pensava che Beast Boy fosse una persona che ascolta. Cercò di fare finta di niente. Erano due persone così diverse e contrastanti tra di loro che non riusciva mai a comprendere se quello che pensava lei lo pensasse anche lui. Inoltre era convinta che non l'avrebbe mai capita seriamente.
-Ma cos...- La voce del ragazzo verde la risvegliò dalla sua riflessione.
Lui osservava con attenzione fra le cianfrusaglie. C'era una cosa in particolare che lo aveva colpito. Raven alzò un sopracciglio con aria interrogativa e cercò di avvicinarsi. Cominciò a pensare che fosse qualcosa a cui, per Beast Boy, doveva esserci appesa un'etichetta con scritto "VIETATO TOCCARE". Lui allungò la mano verde verso la cosa interessata, e ancor prima che Raven potesse dirgli qualcosa, riuscì a tirarla fuori.
A quel punto neanche l'empate si ricordava di avere una cosa del genere, ma subito dopo, essa le lasciò al petto una lontanissima nostalgia.
Il mutaforma restò a guardare la statuetta del corvo ad occhi sbarrati.
-Io... volevo assolutamente questo giocattolo da piccolo. Doveva essere nella mia collezione di animali africani...-
Raven ascoltò attentamente. L'espressione del compagno sembrava decisamente seria da uno come lui.
-Ma poi...- gli venne un lampo e si girò verso l'azarathiana con una mano sulla fronte -...L'avevo dato a una bambina incappucciata che piangeva. Era uguale a te, Raven. Aveva i tuoi stessi occhi scuri, li riconosco...- riguardò la statuetta tristemente -mi avevano colpito...-
Lei si ricordava la vicenda, era stato importante quel corvo. L'aveva sollecitata a scappare davvero da suo padre, e a scegliersi il suo di destino. Ma il fatto che gliel'avesse dato Beast Boy non la convinceva.
-Impossibile. Il bambino che me l'aveva dato era completamente diverso da te. Era un bambino normale, non un mutaforma-
-Io mutaforma non ci sono nato infatti- la guardò con aria un po' ingenua, ma allo stesso tempo seria, come se dicesse una cosa che solitamente può capitare -Ero un bambino normale con una famiglia normale, e in più questa statuetta l'avevo comprata ad Azarath-
Raven rimase basita. Tutto combaciava. Sapeva che lui prima faceva parte della Doom Patrol, che il suo vero nome era Garfield, ma non le era passato neanche per l'anticamera del cervello che prima ancora era un bambino come tutti gli altri. Si sentì una stupida. Non poteva permettersi di fare la figura dell'ingenua in cose come queste. Però si rese conto che il ragazzo verde non ne aveva mai parlato prima d'ora.
Così era lui quel bimbo biondo che aveva tentato di tirarla su di morale. Era colui che l'aveva resa più determinata. Quando era tornata a casa rassegnata, dopo quell'incontro, restò a guardare il corvo sul suo letto tutta la notte. Diventò importante per lei. Ma col tempo l'aveva trascurato fino a dimenticarsene.
-Eri tu...- sussurò Beast Boy nostalgico -... e piangevi a dirotto con gli occhi gonfissimi. Quella tua espressione mi aveva un po' scioccato. Mi dispiaceva per te...-
Era così triste che anche l'empate venne influenzata.
-Volevo scappare di casa, ma l'insicurezza da bambina stolta qual'ero me lo impediva. Ma ora è finito tutto. Non devi dispiacerti per me-
-Ma alla fine quel corvo era riuscito nel mio intento?-
-Quale intento?-
-Tirarti su- e il ragazzo verde si accese in un enorme sorriso speranzoso.
Raven sbuffò trattenendo il sorriso.
-Sì- Per la vergogna, non volle avventurarsi oltre su quanto con il suo sorriso e le sue risate l'abbiano aiutata in quel periodo.
Il compagno mosse le grandi orecchie ed esultò facendo dei piccoli saltelli e alzando le braccia da vincitore.
-Lo sapevo: sono sempre stato divertente!-
-Ok, non cominciare a montarti...-
-Sì, però tirar su una come te, Raven è come una conquista, non trovi?- disse incrociando le braccia orgoglioso.
Lei girò lo sguardo di lato un po' imbarazzata.
-Non hai tutti i torti-
Notò di sottecchi l'espressione di Beast Boy. Sorrideva un po' addolcito. Gli angoli della bocca si allargavano così tanto che fecero socchiudere gli occhi verdi.
Non credevo che sapesse fare espressioni del genere. Oggi è strano.
Poi sospirò abbassando le spalle. D'un tratto diventò demoralizzato, guardando il pavimento.
Decisamente strano.
-E' per Terra, vero?-
Il ragazzo verde al sentire quel nome sbarrò gli occhi drizzandosi tutto come un gatto che si spaventa, e consapevole che l'empate l'avrebbe scoperto prima o poi, si tappò le orecchie scuotendo la testa.
-LALALALALALALA NON ESISTE!!! NON SENTO!!!-
-Ehi, ehi, guarda che ti sentiranno tutti, inbecille- provò a calmarlo irritata dall'improvviso scatto schizzofrenico del compagno. Ma la sua voce era decisamente sovrastata. Non le ci volle niente a perdere la pazienza.
-CALMATI!- urlò imbufalita.
A quella parola Beast Boy tappò la bocca, ma lasciò le mani incollate alle orecchie con gli occhi serrati. Lei sospirò risoluta e si avvicinò mettendogli le mani sulle spalle in modo apprensivo. Anche se nella realtà non lo è mai stata, il suo atteggiamento risultava quasi sempre così: delicato e dolce, tipico di una ragazza molto matura. Al ragazzo verde parve il tocco di sua madre, o di Elasti Girl: le due donne che lo avevano allevato, che assecondavano sempre con amorevole pazienza i suoi modi immaturi e spesso poco consoni alle situazioni serie. Che sapevano sempre come comportarsi con uno zoticone come lui. Che gli regalavano comprensione ogni volta che ne aveva bisogno. Erano delle mani calde, morbide, liscie, rassicuranti. Al tocco esse contrastavano con le spalle di Beast Boy che, seppur minute, erano tese e massicce.
-Ok, adesso ti occorre avere la mente lucida. Credo che ora tocchi a me tirarti su. Non sono molto brava, ma ci proverò.-
Lui aprì un occhio e alzò lo sguardo verso l'azarathiana. Allontanò le mani dalle orecchie e le abbandonò ai fianchi. Poi fece un sospiro e sorrise tristemente, come se si fosse arreso.
- Non c'è bisogno che presti attenzione alle mie lamentele. Ho deluso il team con la mia ossessione per... lei. Vi ho abbandonati a combattere contro quel mostro. Credimi, onestamente non mi merito affatto di essere ascoltato.-
Raven rimase di stucco davanti al comportamento del suo compagno. La sua vitalità stava scemando. Vabene che non riusciva mai a prendere le cose sul serio, ma almeno non perdeva mai il buon umore, e se ne fregava. Non rimaneva a deprimersi come faceva lei, che cercava in tutti i modi di avere rimpianti, di pensare al passato. Lui continuava a sorridere, e andava avanti. Come quel lontano giorno in cui tutto per lei andava male e si ritrovava di fronte quella risata così opposta alla sua natura e alle sue abitudini. Era un comportamento troppo discordante, troppo irritante. Si sentiva presa in giro.
Ma lo ammirava.
Da quando era entrata quella ragazza nella sua vita man mano gli era stato tolto tutto. Incredibile come l'amore induca a tali degradamenti.
E' cresciuto.
- Sbaglio o poco fa hai detto tu stesso che aprirsi fa bene?- Provò a scrollarlo la ragazza.
- Sì, ma io sono stato un cretino-
-E allora? Lo sei sempre. E' l'unica cosa che ti caratterizza, l'unico pregio che ti rende speciale. Noi ti...- amiamo risultò un po' imbarazzante detto da lei, e a questo punto le scappò una breve interruzione improvvisa -...ti vogliamo bene per questo. E anche se fai le tue solite cretinate, siamo pur sempre tuoi amici. Perchè se non ci saresti, chi è che farebbe il cretino in questo team?-
Maledizione.
Furono delle parole disperate. Anche se le disse mantenendo la calma non le piacque l'effetto che lasciarono. Non voleva sembrare preoccupata fino a quel punto.
Il mutaforma sbuffò sorridendo.
-Così io sarei solo il cretino del gruppo?-
Raven scosse la testa frettolosamente alzando gli occhi al cielo.
-No, Beast Boy, sai che non voglio dire questo-
Lui invece sembrava non capire così tanto, e lo dimostrò grattandosi dietro il collo con lo sguardo combattuto rivolto in basso.
-Insomma, intendo che non devi nascondere i tuoi sentimenti come faccio sempre io. Questa è la mia parte, non voglio che tu... non sia più tu. Mi fa star male, non puoi permetterti che una sola persona possa ridurti in queste condizioni.-
Beast Boy continuò a guardare in basso. Si rese conto che era tutto vero. Le cose cambiano: è giusto, è normale, è così che va la vita. Si cresce. Ma non fino a eliminare i propri pregi, non fino a consumarsi per qualcuno. Era tutto maledettamente vero. Strinse i pugni e le sue narici si allargarono mentre tremava di risentimento. Gli occhi verdi si inumidirono senza che se ne rendesse conto, come se fossero offuscati dalla rabbia.
E' così ingiusto...
Sentì la Bestia smuoversi dentro di lui, ma il ragazzo verde lo represse e trovò una soluzione migliore. Alzò le braccia lentamente, un po' insicuro, ma poi si avvicinò al Raven e la strinse di scatto a sè, affondando il viso nell'incavo tra il collo e la spalla, come se volesse nascondersi.
Lei rimase di stucco, con il busto sollevato e gli arti che non sapevano cosa fare. Sentì lui che cercava a stento di smettere di tremare, poi un sussulto le arrivò all'orecchio, e una voce alterata.
-Maledizione...-
L'empate capì chiudendo gli occhi rassegnata.
E' davvero cresciuto.
Ricambiò facendo la stessa cosa con lui, e mettendogli una mano sulla nuca.
-Va tutto bene-
Beast Boy strinse i denti. Si sentiva uno stupido. Mentre lui inseguiva una persona che lo abbandonava in continuazione, Raven era sempre stata lì. Con i suoi pro e contro. Nonostante le incomprensioni, entrambi continuavano a sostenersi a vicenda: lui ricordandole che ha degli amici al di fuori del suo dolore, e lei avvertedogli che bisogna controllarsi nei momenti più difficili. Lo aveva sempre confortato, e la cosa era reciproca, mentre Terra era quella che veniva confortata. E basta.

-Grazie, Raven-


Beast Boy aprì la porta appartenente alla stanza dell'azarathiana, lanciando un enorme sbadiglio. Era ancora notte.
-Beh, è stato un piacere rivedere il corvo e...- cercava di far finta di niente, ma dopo quello sfogo non poteva che esserne grato -...Sono contento che alla fine ti sia aperta anche tu almeno un pochino. Non ti avevo mai vista così affettuosa-
-Non farci l'abitudine, volevo solo sdebitarmi per la statuetta del corvo-
-E' per questo che l'avevi tenuto con te? Ti aveva davvero aiutata in qualche modo, apparte il tirarti su?- chiese il ragazzo verde speranzoso.
Raven lo guardò cercando di sorridere, e annuì leggermente.
-Grazie a quel corvo sono riuscita a capire chi sono, e chi voglio essere-
-Vuoi dire: grazie a me!- esclamò puntandosi il pollice al petto mostrando i denti con un sorriso e cercando di fare il fico. Era vero: grazie a lui. Raven l'avrebbe detto, se quell'imbecille non si fosse atteggiato in modo tanto egocentrico. Chiuse gli occhi a fessura delusa.
-Adesso va via, o dirò a tutti che hai pianto come un pappamolle-
Il mutaforma arrossì di colpo.
-Ehi! Non ho pianto come un pappamolle!- canzonò infuriato. Poi ci pensò su con la preoccupazione e l'imbarazzo che stava crescendo -...No, davvero... non lo dirai a nessuno, giusto??- reclamò puntandole un dito di accusa.
Lei roteò gli occhi e lo prese per le spalle facendogli girare i tacchi.
-Sì sì, adesso esci di qui-
Lo portò letteralmente fuori, ma prima che gli chiudesse la porta in faccia, Beast Boy le mise il palmo della mano verde davanti dicendole di aspettare.
-Ad ogni modo, sono felice di averti aiutata almeno una volta, senza neanche saperlo.-
Finto tonto, lo sai che mi hai aiutata molto più di una volta.
Lei si limitò ad annuire.
-E, tanto che tu lo sappia, i corvi per me sono sempre stati affaccinanti-
Lo stesso errore grammaticale. Raven rimase interdetta.
-Buona notte, Raven- e se ne andò, lasciando l'empate incapace di dire se lo avesse fatto apposta, oppure se quel cretino continuasse davvero a dire quella parola in un modo così odiosamente sbagliato.
Chiuse la porta dietro di sè, e guardò quel corvo poggiato sul suo comodino. Non lo avrebbe più dimenticato.
Finì per sorridere addolcita.

Grazie, Beast Boy.


Bene, e anche questa è finita! Spero vi abbia interessato e che questa piccola fan fiction vi sia rimasta almeno un pochino nel cuoricino. Come avrete notato il capitolo è venuto davvero lungo rispetto al primo. Già, ho finito per dilungarmi e arrivare persino a parlare di un probabile seguito dell'ultimissimo episodio, non so mi è venuto naturale, è che ho sempre immginato finisse con BB che è costretto ad accettare il cambio di vita di Terra. Ho messo anche il titolo dell'ultimo, lacrimatissimo episodio apposta per far capire. Ad ogni modo io mi sono divertita molto a scriverlo, quindi ho pensato che forse sarà lo stesso anche per voi!
Detto questo io vi saluto e vi ringrazio se avete apprezzato!
Shiao!
(Ah, comunque, siccome nel mettere la storia ci avevo impiegato tanto tempo e avevo paura che la sessione scadesse, non ho potuto mettere una fan art che mi aveva ispirato tanto nella scena dell'abbraccio, così vi metto il sito della foto trovata su google xD https://www.google.it/search?q=bbrae+hug+fan+art&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=VziUVebSHIX8UqO7rjg&ved=0CAcQ_AUoAQ&biw=1366&bih=657#imgrc=HUIK7PFJaT6O2M%3A
   
 
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