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Autore: 144kagome_alice144    03/07/2015    3 recensioni
La guerra è finita, ma ha lasciato un grande vuoto nel cuore dei nostri eroi. Come sarà il ritorno alla normalità? I ragazzi riusciranno a ricominciare a vivere o avranno ancora il peso della Quarta Grande Guerra Ninja? Nuove avventure, gioie e sofferenze si affacciano all'orizzonte per i giovani ninja di Konoha...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurama, Team 7, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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                                         PREPARATIVI
 
Tutti i ninja di Konoha, con la massima discrezione, si stavano concentrando sui preparativi. Nessuno sapeva che cosa li aspettasse, ma sapevano bene che avrebbero dovuto lottare con tutti loro stessi per vincere e riprendersi il villaggio.

Come l’anno prima, fra tutti i ninja era calato un silenzio preoccupante. Paura, paura della morte, paura di una nuova guerra. C’era soltanto una cosa che accendeva la speranza nel profondo dei loro cuori: tutti sapevano che potevano contare l’uno sull’altro e che soprattutto potevano contare sulle giovani promesse che poi, in un futuro non molto lontano, avrebbero guidato il villaggio.


Tutti avevano un lavoro preciso: c’era chi si occupava delle armi, chi delle provviste e alcuni erano impegnati a portare i bambini e gli anziani, della Resistenza, al sicuro.

Shizune, aiutata da alcune kunoichi stava preparando i vari medicinali che sarebbero potuti servire. Nel frattempo Tsunade si era recata alla tomba di Jiraya. Doveva stare un po’ da sola, quello che stava succedendo al suo villaggio era una cosa orribile e lei si sentiva la responsabile.



Una ragazza dai lunghi capelli marroni stava seduta sul monte degli hokage, ammirando la bella Konoha. Un ragazzo dai capelli lunghi neri le si avvicinò e senza dire una parola le si sedette a fianco. La ragazza poggiò la testa sulla sua spalla, come a cercare conforto.

Impercettibilmente, quel gesto, fece arrossire il ragazzo che, per distrarsi decise di chiederle < Parteciperai alla battaglia? > La ragazza sospirò, si girò e guardando il suo profilo, sussurrò con voce tremante < Questa volta si > Il ragazzo si girò e puntò i suoi occhi neri nei suoi marroni < Hai paura? > La ragazza arrossì e abbassò lo sguardo.

Allora, Itachi, le pese delicatamente il mento facendo di nuovo rispecchiare i suoi occhi in quelli di lei e le sussurrò < E’ normale avere paura, Ayame. Anche io ogni volta che combatto ho paura. Tutti si ha paura.. > < Non è per questo.. – si affrettò a dire lei – Io la scorsa volta non ho potuto partecipare alla guerra perché non ero stata classificata come ninja. Mi sono sentita così inutile.. – una piccola lacrima le scese sulla guancia per andare a bagnare la mano del ragazzo – Io non ho paura per me, in questo anno ho ripreso ad allenarmi, sono pronta.. però.. – guardò intensamente lo sguardo di Itachi, cercandoci un po’ di coraggio per finire la frase, poi, di scatto lo abbracciò nascondendo il viso, ormai ricolmo di lacrime, nel suo petto – Ho paura per le persone a cui voglio bene! Tutti i miei amici, l’hokage, mio padre, Sasuke, Naruto e poi.. ho paura per te.. Itachi > sussurrò continuando a piangere.

Il ragazzo sorrise stringendo ancora di più la ragazza. Avvicinò le labbra al suo orecchio e, con il tono più dolce che potesse trovare le sussurrò < Non ti devi preoccupare, io ti starò vicino. Ho fatto molti errori, ma non ho intenzione di farne altri. Se stiamo insieme ce la faremo > A quelle parole la ragazza sembrò calmarsi. Lentamente si asciugò le lacrime e si rimise seduta affianco al ragazzo, poggiando sopra la sua spalla la testa.

I due rimasero così per molto tempo, ognuno perso nei propri pensieri, ma rincuorati dal calore e dalla presenza l’uno dell’altra.



Nelle fondamenta del palazzo dell’hokage stava avvenendo un incontro lugubre.

I due vecchi anziani, Koharu e Homura, erano seduti di fronte ad una figura tutta nera, con degli occhi abbaglianti e carichi di odio. < Allora è tutto pronto? > disse la lugubre figura.

I due consiglieri si guardarono titubanti, poi Koharu rispose < Zetsu, sei sicuro che ci possiamo fidare di te? > Homura continuò < Ci hai promesso che, se ti avessimo permesso di fare quello che volevi nel villaggio, tu avresti trovato il modo di scacciare il mostro e gli Uchiha.. >

< So benissimo che cosa vi ho promesso! – rispose visibilmente scocciato Zetsu nero – Per questo voglio i vostri ninja più potenti, voglio i ninja della “ Radice “ che ancora sono fedeli a Danzo.. Tutti capiranno che cosa è l’odio, tutti vivranno nel terrore e, finalmente, con le anime di quell’Uzumaki e dell’Uchiha, io riporterò in vita mia madre! AH AH AH >

La sua risata era lugubre e sconcertante, proprio come le sue parole; ma, nonostante questo, i consiglieri approvarono l’idea di Zetsu, permettendogli di usufruire dei migliori ninja della “ Radice “.



Sasuke era arrivato davanti a casa della sua compagna di squadra. Bussò una, due, tre volte, ma solo alla quarta la madre di Sakura venne ad aprire.

< Oh, Sasuke sei tu? Prego caro, entra.. > Sasuke entrò in casa e, seguendo la signora Haruno, entrò in cucina < Hey Sasuke, che bello vederti! > esultò il signor Haruno < Shhh! Fa piano! Sveglierai Sakura! > lo rimproverò Mebuki.

Sasuke notò che tutta la cucina era invasa da bende, garze e medicinali che, evidentemente, dovevano servire per l’imminente battaglia. Mebuki notando lo sguardo confuso del ragazzo si affrettò a spiegare < In questo ultimo anno Sakura è sempre stata a casa tua con Hinata, per curare tuo fratello. Itachi aveva bisogno di costanti cure ed inoltre girare per il villaggio era molto pericoloso, specialmente per lei. – La donna fece una pausa per ricacciare indietro le lacrime – Oggi, dopo tanto tempo, è tornata a casa. Ci ha chiesto se potevamo darle una mano con i preparativi per la battaglia e, noi, abbiamo accettato subito. >

Kizashi sospirò ed andò in aiuto della moglie < Lei è andata a cambiarsi per mettersi qualcosa di pulito, ma non è più scesa. Noi ci siamo preoccupati e l’abbiamo ritrovata addormentata con.. > < Zitto Kizashi! – l’ammoni la moglie – Deve vederlo con i suoi occhi > aggiunse maliziosamente dirigendosi verso la camera di sua figlia seguita da un confuso Sasuke.

Arrivata davanti alla porta si voltò verso l’Uchiha < Sasuke, puoi entrare, ma ti prego soltanto di lasciarla dormire. In questo ultimo periodo è stata molto male, e non credo che abbia dormito tanto.. perciò.. > < Ho capito. Non si preoccupi > Tagliò corto Sasuke.

Aveva capito che Sakura aveva sofferto molto, sia fisicamente che mentalmente. Gli bastava pensare a come lo aveva accolto quando si era risvegliato all’ospedale. Inoltre, da quando era entrato in casa Haruno aveva compreso che i due genitori, diversamente da come pensava, non erano arrabbiati con lui, anzi, si erano dimostrati molto gentili e questo non potè che renderlo molto felice.

Il villaggio stava iniziando a riaccettarlo.

Rimasto solo, Sasuke, entrò lentamente nella stanza. Facendo il più piano possibile si richiuse la porta alle spalle e si voltò verso la ragazza. Sakura stava dormendo profondamente.

Il suo viso era rilassato, non mostrava alcuna espressione. Sasuke diede una rapida occhiata alla stanza, era perfettamente in ordine, si vedeva che non c’era entrata per molto tempo. Il moro si avvicinò al letto e notò, sul comodino, un barattolo mezzo vuoto di pillole bianche, che riconobbe subito, vicino ad un libro. Distolse immediatamente lo sguardo da quelle maledette pillole concentrandosi sul suo volto.

Dolcemente le accarezzò una guancia bianca scendendo poi sul braccio dove notò alcune cicatrici. Sasuke vide che la ragazza stava stringendo nelle mani una piccola foto. Facendo in modo di non svegliarla, le aprì il palmo, scoprendo la misteriosa foto.

Il team 7 al completo. La stessa foto che gli aveva dato poco prima Naruto. Per Sakura quella piccola foto stropicciata era la cosa più importante. L’Uchiha si mise seduto appoggiando le spalle al letto. Voleva rimanere il più possibile vicino alla ragazza. Lui non era bravo a mostrare i propri sentimenti, ma sperava che standole vicino lei si accorgesse di quanto in realtà lui le voleva bene.

Per ingannare il tempo, il ragazzo, si mise a leggere quel libro che aveva trovato sul suo comodino. Era il libro che Sakura aveva usato per curare i suoi occhi e quelli di suo fratello. Lì dentro c’era tutta la storia sul clan Uchiha e sui vari stadi dello Sharingan.

In fondo al libro, invece, c’erano delle tecniche proibite per contrastare il potere oculare. Sasuke notò che su quelle pagine c’erano una miriade di appunti scritti da Sakura, ma cosa ancora più strabiliante era che, in ogni pagina, c’era scritto di non usare queste tecniche perché potevano portare alla morte.

Fu leggendo quelle pagine e gli appunti di Sakura che Sasuke capì che, la sua ragazza, aveva prima indebolito il potere dello Sharingan così da fermare la malattie e, dopo aver curato gli occhi, si era preoccupata di ridar vita all’occhio con quelle tecniche proibite.

Dopo un paio d’ore, Sakurà aprì stancamente gli occhi. Guardò i soffitto cercando di orientarsi. Si ricordava di essere tornata a casa, ma che appena era entrata in camera era crollata dal sonno. Lentamente si girò e vide, sdraiato per terra, il ragazzo che dormiva rilassato.

Cercando di non far rumore, la rosa si avvicinò, osservando meglio il viso di Sasuke. Il suo volto era completamente rilassato, non sembrava stesse sognando, ma la sua bocca era leggermente piegata in un sorriso. Lentamente gli accarezzò il viso con il dorso della mano.

A quel contatto, Sasuke, aprì di scatto i suoi occhi neri, ritrovandosi in quelli verdi di lei. Si fissarono per molto. Quegli sguardi per loro due valevano più di mille parole. Ognuno, a modo suo, stava raccontano i suo passato all’altro.

Fu Sasuke ad alzarsi stiracchiandosi < Buongiorno.. > sussurrò. Alla ragazza le si colorarono le guancie del colore dei ciliegi, cosa che fece sorridere Sasuke, e rispose < B-Buongiorno.. se vuoi riposare puoi usare il mio letto, io.. >

L’Uchiha, sempre sorridendo, le si avvicinò e le toccò con l’indice e il medio la fronte per poi dire < Sarà per un’altra volta, Sakura. Ora dobbiamo prepararci. >

Quando il moro si girò la ragazza si portò una mano sulla fronte diventata rossa come tutto il viso. Il suo cuore aveva preso a battere velocemente, tanto che aveva paura che scoppiasse: era veramente felice, finalmente.

Adesso però, sapeva bene che non era il momento di smancerie, Ci sarebbe stata una battaglia e c’era bisogno di lei. Quindi tornando la kunoichi seria e professionale raccolse le sue cose e raggiunse il moro

< Sono pronta. Andiamo! >
 


Dall’altra parte di Konoha, Naruto si trovava difronte all’imponente entrata di villa Hyuga. Appena bussò, ad aprirgli, c’era Kameko.

chiese dolcemente la governante.

Il biondino un po’ imbarazzato per tutta quella formalità rispose < Oh, ti prego chiamami Naruto! Io sarò il futuro hokage di Konoha! – esclamò indicandosi – Tu invece sei ……? > La governante rise fra se, ripensando a quando, la signorina Hanabi, aveva descritto Naruto come un ragazzo strano e buffo.

< Mi chiamo Kameko e sono la governante della famiglia Hyuga > < E’ un piacere conoscerla.. > < Se sei qui per parlare con il padrone o con la signorina Hanabi, mi dispiace ma sono usciti per prepararsi alla battaglia e non credo che torneranno prima di cena. >

< Oh..bhe.. io in realtà sono solo venuto a parlare con Hinata.. > Kameko si intristì e Naruto lo notò subito < E’ successo qualcosa a Hinata? > chiese allarmato.

Kameko sorrise amaramente e rispose < E’ tornata oggi dopo tanto tempo, in questo periodo o stava a casa di Sasuke o in ospedale.. – la governante fece una pausa e, dopo aver notato l’espressione colpevole di Naruto, continuò – Comunque appena è tornata si è rinchiusa nella stanza del signorino Neji.. > < Potrebbe accompagnarmi? > chiese semplicemente il biondino.

< Ma certo > Così, in silenzio, si avviarono verso quella che era stata la camera di Neji. TOC TOC  < Signorina Hinata, sono io.. Posso entrare? > chiese Kameko. Passarono qualche secondo, ma dalla camera non proveniva risposta. < Magari dorme.. > ipotizzò. < Posso entrare comunque? > chiese il biondino.

La donna sospirò e, guardandolo seria disse < Mi fiso di te, ma non toccare la signorina nemmeno con un dito, ok? > Naruto trasalì annuendo spaventato.

Poi, quando la donna se ne andò, entrò. Hinata era sdraiata sul letto di suo cugino, con la faccia nascosta nel cuscino. A Naruto sembrò addormentata, ma quando si avvicinò meglio la sentì singhiozzare. Capendo il motivo del suo dolore che mai era riuscita ad esternare in tutto quel tempo, e si avvicinò e si sedette su una piccola parte del letto.

Quando Hinata si accorse della presenza di qualcuno nella stanza nascose ancora di più la testa nel cuscino e, cercando di sembrare più naturale e trattenendo a stento i singhiozzi, esordì < K-K-Kame-ko.. o-ora v-vo-vorre-i ri-riposa-re. Ti-ti pre-go, l-lasci-lascia-mi so-sola >  Naruto, vedendo quanto la ragazza si era impegnata per non far preoccupare la sua governante, le accarezzò la nuca, scendendo poi ad accarezzarle i lunghi capelli corvini e la schiena.

Hinata ebbe un brivido. Quelle non erano certo le mani della sua “ tata “ ! Si girò di scatto mostrando degli occhi gonfi e arrossati, le guancie, di solito tinte di rosso, erano livide di lacrime che ancora fuoriuscivano dai suoi occhi perlacei senza contegno.

La Hyuga si ritrovò faccia a faccia con Naruto, il quale non staccava gli occhi da lei ma che aveva reso ad accarezzarle un braccio per risalire fino alle guance. Rendendosi conto della situazione scattando in piedi Hinata urlò < Vattene Naruto-kun! Io.. io non voglio che tu.. che tu mi veda.. mi veda così! >

Naruto continuava a fissarla mentre quest’ultima cercava di allontanarsi da lui, nascondendosi da lui. Sempre guardandola negli occhi, il biondino si alzò e, inaspettatamente, la abbracciò.

La ragazza cercò di divincolarsi, urlava e, in preda alle lacrime lo implorava di lasciarla e di andarsene. L’Uzumaki invece, senza dire niente, aumentò la stretta, stando bene attento a non farle male e nascose il suo viso nella sua spalla assaporando il suo profumo: more.

Dopo diversi minuti la ragazza sembrò calmarsi e si lasciò completamente andare fra le braccia del ragazzo. Iniziò a piangere silenziosamente sul suo petto, non faceva altro che piangere, non urlava, non diceva niente: piangeva.

Lentamente la testa iniziò a girarle e le gambe le si fecero molli. Naruto sentì che la presa di Hinata si stava facendo sempre più leggere e, preoccupato, la prese in braccio riportandola seduta sul letto. Hinata continuava a piangere, non riusciva a smettere e, più piangeva, più si sentiva debole.

Naruto non sapeva cosa fare ed era tentato di chiamare aiuto, ma sia il fatto che la ragazza era aggrappata a lui impedendogli i movimenti, sia il fatto che nella villa, a parte Kameko che era dall’altra parte della casa, non c’era nessuno, lo fece desiste dal suo intento.

Alla fine si decise e, abbracciandola di nuovo, appoggiando il mento sopra la sua testa le disse dolcemente < Hinata, fai bene a piangere. Piangere non significa debolezza, ma forza. Non tutti hanno la forza di piangere. Non posso neanche immaginare quanto in questo periodi tu abbia sofferto anche a causa mia.

Non sai quanto mi sono sentito e mi sento tutt’oggi in colpa per quello che ti ho fatto passare – Hinata, sentendo quelle parole, avrebbe tanto voluto ribattere. Lei aveva sofferto?! Si, aveva sofferto, ma il ragazzo non se ne poteva fare una colpa, e fra i due quello che aveva sofferto di più era di sicuro lui! –

Sono stato uno stupido Hinata, non ho mai capito i tuoi veri sentimenti. Credo che l’intero villaggio, già da tempo, sia al corrente di quello che tu provi per me, ma io non lo sono mai riuscito a capire. Anche quella volta, con Pain. Quando mi sei venuta a salvare, dicendo che mi amavi, io poi non ti ho chiesto niente, credendo che lo avessi detto per darmi forza. Per colpa mia hai anche perso tuo cugino, per te io sono solo stato causa di tanti problemi >

A quelle parole la ragazza non ce la fece più e, con tutta la sua forza, con tutto il suo amore disse < No! Non è vero Naruto-kun.. >

La frase che doveva essere decisa, ma che sussurrò e basta, fu interrotta da un singhiozzo impedendole di continuare. A Naruto però, quelle parole, diedero molto coraggio e, finalmente riuscì ad aprire il suo cuore alla ragazza:

< Hinata, tu lo sai come sono. Sono sempre molto sbadato, non penso mai prima di agire, stando con me rischi di soffrire ancora, però, io ti voglio molto bene, anzi – Naruto sorrise – io ti amo, Hinata.

Per questo vorrei che tu diventassi la mia ragazza. Vorrei averti al mio fianco, vorrei che tu fossi la mia spalla, ma soprattutto non voglio vederti sola, voglio stare al tuo fianco, Hinata. >

Quelle parole, così dolci, così sincere, fecero molto effetto su Hinata: il suo cuore iniziò a battere velocemente, in un secondo le ritornarono tutte le forze, le lacrime smisero di scendere dai suoi occhi e, voltandosi verso Naruto, mostrando uno dei sorrisi più belli che il biondo avesse mai visto rispose < Naruto, anche io ti amo.. >

Naruto, sentendo che la ragazza aveva tolto ogni genere di formalità e, dopo aver sentito che anche lei lo amava, la baciò.

Non voleva sapere niente, per le parole ci sarebbe stato tempo, voleva solamente dimostrarle quanto bene le voleva. Quel bacio per entrambi, fu meraviglioso, molto diverso dal primo.

Se il primo era pieno di felicità, questo era pieno di vita; la loro vita. Il loro passato e il loro presente era in quel bacio. Tutte le sofferenze che i due avevano patito, tutte le gioie, la felicità di entrambi per essersi finalmente trovati e la paura di perdersi per l’imminente battaglia: questi erano i sentimenti racchiusi in quel bacio.


< Naruto.. > < Che vuoi Kurama? > < Questa ragazza.. è tanto importante per te? > < Certo! > rispose non riuscendo a capire dove volesse arrivare la volpe. Quest’ultimo, arrossendo, disse < Sappi che se ti azzardi a falla soffrire, te la vedrai con me! >

Naruto guardò Kurama esterrefatto per poi mettersi a ridere < Che cosa hai tanto da ridere?! > chiese alterato < Piace anche a te, vero? > < E’ una ragazza in gamba, dolce e gentile, il tuo completo opposto, è normale che mi piaccia! > disse scocciato.

Naruto sorrise e, alzando il pollice verso l’altro esclamò < Tranquillo Kurama, mi prenderò cura di lei! >


< Starai attento, vero Naruto? > chiese Hinata riportandolo alla realtà < Si, non ti devi preoccupare per me, e poi sarò insieme a Sasuke. Tu piuttosto, cerca di fare attenzione! > < Certo! Tu forse non lo sai ma in quest’anno mi sono allenata un po’ con Sakura.. > rispose maliziosa alzandosi e dirigendosi verso la cucina, lasciando Naruto di stucco.

< Kameko, potrebbe rimanere anche Naruto per cena? > chiese la corvina una volta entrata in cucina < Certo Hinata-sama > In quel momento Naruto entrò nella cucina ancora scioccato per la rivelazione della ragazza. Fu proprio quest’ultima a risvegliarlo dai suoi pensieri

< Naruto, se non hai niente in contrario, potresti fermarti da noi per la cena, così conoscerai meglio mio padre e Hanabi! > < Va bene.. > rispose sorridendo imbarazzato.

Kameko si girò ed esclamò < Naruto, spero ti piaccia il ramen! >






Spazio autrice:

Salveee!! Chiedo scusa per l'enorme ritardo. Un pò la fine della scuola, un pò la mancanza di tempo, ma soprattutto mi è venuto il blocco della scrittrice! ahahah!

Questo capitolo è di passaggio e potrà sembrarvi noioso, ma mi è servito per farmi qualche idea sulal battaglia che inizierà nel prossimo capitolo!

Bene, ringrazio tutti voi per il tempo che mi dedicate e ringrazio chi mi recencisce!! 

Alla prossima!!                 
                                                  
                                             144kagome_alice144

 
  
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