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Autore: niallerguitar    04/07/2015    3 recensioni
Il Trio è stato appena catturato dai Ghermidori, e portato in Villa Malfoy. La situazione sembra disperata e per Harry, Hermione e Ron sembra non esserci via di fuga.
"L'unica cosa che vide in quel momento fu sua zia mantenere la Nata Babbana per le spalle, con la bacchetta puntata alla gola. Vide Weasley e Potter dall'altra parte della stanza urlare. Poi fu tutto così improvviso.
-Expelliarmus- Draco pronunciò quelle parole con così tanta forza che sua zia, insieme alla bacchetta furono sbattute violentemente al muro.
Il biondo non pensò a quello che stava facendo quando prese la Granger tra le sue braccia, con l'intento di smaterializzarsi lontano da quel posto, lontano da tutto quel male. Non si accorse nemmeno che insieme a loro si smaterializzò anche un pugnale d'argento che era appena stato lanciato dalla furia incontrollabile di Bellatrix Lestrange."
Tengo conto di tutto quello che è successo nei libri precedenti e anche di quello che verrà, tranne la morte di Dobby e il futuro di Hermione e Draco.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I'm sorry
7

 
L'alba arrivò in fretta. I raggi del sole filtrarono tra i rami degli alberi, accarezzando il volto infreddolito della Grifondoro che aveva passato la notte in una foresta situata chissà dove con la piacevole compagnia della Serpe che prima di stendersi accanto a lei non aveva fatto altro che lamentarsi. 
Si rigirò tra le foglie, trovandole piacevolmente comode. Aprì gli occhi incontrando i rami degli alberi sopra la sua testa che si scontravano fra loro. Socchiuse le palpebre, beandosi di quella sensazione di solidarietà che sapeva le sarebbe stata rubata molto presto. Faceva abbastanza freddo, e la rugiada mattutina rendeva l'aria ancora più fresca. 
Hermione non sapeva esattamente che giorno fosse, visto che aveva ormai perso la concezione del tempo. Sapeva con certezza di trovarsi a Novembre, e sperava con tutto il cuore di raggiungere i suoi amici prima di Natale. Altrimenti sarebbe stato il primo, dopo tanto tempo, che avrebbe passato senza Harry e Ron. Mentre si rigirava una foglia rossa tra le dita, non poté fare a meno di immaginare cosa stessero facendo i suoi amici adesso. L'ultima volta che aveva visto Harry, lui l'aveva lasciata leggermente basita. Non aveva capito esattamente che intenzioni avesse quando l'aveva elogiata sulla sua intelligenza. Cosa avevano intenzione di fare quei due? Hermione per la prima volta si preoccupò a tal punto da non riuscire più a chiudere gli occhi. Aveva quella strana sensazione che, senza di lei ad aiutarli, sarebbero finiti nei guai. 
Adesso, la prospettiva di andare via ed aiutare i suoi amici, la trovava talmente invitante. Sarebbe stato semplicissimo approfittare di un Draco dormiente per rubargli la bacchetta e costringerlo a portarla ad Hogwarts dove avrebbe dato l'occasione a lei di trovare i suoi amici, ed a lui di essere rinchiuso ad Azkaban. 
Ma, mentre guardava Draco dormire beatamente accanto a lei, non trovava nemmeno la forza di fare un  atto simile. L'avrebbe ingannato, certo. Ma non in quel modo vigliacco e maligno. 
Si portò una mano sulla fronte, accertandosi di essere perfettamente lucida. Guardò Malfoy ancora una volta, notando il modo in cui le sue sopracciglia si erano aggrottate. Immediatamente si trovò a desiderare di scoprire cosa stesse sognando, voleva sapere tutti gli incubi che lo torturavano, tutti i segreti, le paure e i motivi che lo avevano reso ad essere la persona che era. 
Distolse lo sguardo dal suo viso, portandolo sul sentiero di fronte a sé. Si chiese se fosse il caso di svegliare Malfoy, ma vedendolo talmente indifeso e sereno decise di lasciarlo dormire. Nonostante non lo sopportasse, non riusciva ad essere cattiva con lui. 
Hermione soffocò uno sbadiglio con la faccia immersa nelle mani e si nascose sotto di esse, cercando di evitare che un tenace spiraglio di sole mattutino la colpisse in pieno viso. Il sole invernale era freddo, ma quella mattina lo sentiva stranamente confortante. 
Si alzò, passandosi le mani sui pantaloni per sbarazzarsi delle foglie rinsecchite. Si allontanò da Malfoy, percorrendo il sentiero verso l'interno della foresta. Dove diavolo erano finiti? Non avere la bacchetta era un'impresa, e si chiese come avrebbero fatto a trovare la via d'uscita da quel posto. La vegetazione era fitta ed il terreno umido sotto i suoi piedi rendeva difficile camminare. Controllava di non allontanarsi troppo di tanto in tanto, accertandosi di avere la Serpe sempre dietro. 
Poi lo sentì urlare. La Grifondoro si voltò , cominciando a correre verso di lui. L'ansia crebbe quando lo vide in piedi, con il volto terrorizzato. Poi quando vide Hermione poco distante da lui, la guardò sbigottito e con il volto disgustato. 
<< Cosa è successo? >> gli chiese, non facendo caso al suo sguardo. 
Draco non rispose subito, si limitò a fissare il punto in cui pochi secondi prima stava dormendo. 
<< C'era un animale sulla mia gamba. Era lungo e orribile, con delle zampette disgustose... >> bofonchiò, mentre le sue guance si tingevano di rosso. 
Malfoy, imbarazzato? Hermione trattenne una risata, scovando l'animale che aveva tanto terrorizzato Draco: era un  millepiedi che scorrazzava sulle foglie, impaurito quasi quanto lui. << Sul serio? Un millepiedi? Un piccolo animaletto babbano? >> sorrise Hermione, mentre le sua bocca si apriva in una risata che non riuscì ad evitare. 
Draco sbuffò, amareggiato. Si poggiò incoscientemente una mano sul cuore, per poi voltarsi verso la ragazza, guardandola con odio crescente. 
<< Non ridere, Granger >> la schernì, profondamente arrabbiato. 
Come aveva potuto lui, re delle Serpi, spaventarsi per un insulso animale babbano? 
<< Credevo fosse velenoso, tutto qui.  >> si giustificò, poi alzando un sopracciglio aggiunse: << Infondo facevo bene ad esserne schifato visto che non era altro che un animale babbano. Un'essere ripugnante come tutti voi! >>
Hermione sbuffò, eppure quel suo commento non riuscì a toglierle il sorrisetto dalla faccia. 
<< Perché non ammetti semplicemente di essertela fatta addosso? >> lo sfidò, ancora sorridente. 
Hermione gli diede le spalle, decisa a non prolungare ancora la conversazione. Era sicura che Draco avrebbe rovinato quella atmosfera di pace dicendo qualcosa di stupido. Infatti subito dopo le afferrò il braccio, bloccandola. 
<< Potresti smetterla di deridermi? >> gracchiò Draco, spazientito. 
Hermione fece una pausa, prendendosi un paio di lunghi respiri, mentre analizzava da vicino la sua faccia magra e appuntita. I suoi occhi grigi erano duri come il quarzo; freddi e illeggibili. Non si spostarono nemmeno un secondo, aspettavano solo che qualcuno di loro distogliesse lo sguardo l'uno dall'altro. Ma non lo fecero. 
<< No >> ridacchiò, scordandosi per la prima volta chi avesse davanti. 
Probabilmente era colpa degli alberi, dell'aria fresca e degli uccellini che canticchiavano ma, per la prima volta, Hermione non provava il costante desiderio di prendere Malfoy a pugni. 
Il ragazzo rimase in silenzio, vide le sue labbra contrarsi in un piccolo sorriso, ma durò talmente poco che Hermione non capì se lo avesse fatto davvero. Poi, sul volto di Draco ricomparve quella maschera neutra ed insensibile, che tanto Hermione aveva imparato ad odiare durante tutti quegli anni. 
 L'aveva allontanata ancora una volta dallo scoprire cosa si celava dietro quella coltre azzurra dei suoi occhi. Immaginò il nero totale, oppure qualche sfumatura più chiara. 
Draco, troppo spaventato dall'intensità dei suoi occhi, annullò ogni singolo contatto visivo che avevano intrapreso. Costruì un muro tra loro, con la certezza che almeno in quel modo sarebbero stati al loro posto. 
La Serpe si voltò verso il sentiero, e con la bacchetta spense il fuoco che scoppiettava ancora fumante tra il rametti. Osservò il perimetro del bosco, cercando di individuarne un'uscita. Si era smaterializzato così velocemente che non aveva nemmeno ragionato su dove andare. Aveva solo pensato ad un luogo sicuro e sopratutto lontano. 
Hermione lo osservò per tutto il tempo, probabilmente cercava di capire cosa gli stesse passando per la testa. 
<< Smettila di fissarmi, Granger. Non riesco a concentrarmi >> sbottò arrabbiato, e come uno stupido bambino incrociò le braccia al petto. 
Hermione sbuffò, poi lo imitò ma non smise di guardarlo. Non eseguiva certamente i suoi ordini. 
<< Potremmo materializzarci altrove, no? >> 
<< Ovvio, Granger. Perché non ci ho pensato prima? >> la assecondò, palesemente ironico. -Per quanto questa idea mi disgusti, credo sia meglio restare qui. Almeno fin quando i Mangiamorte non si saranno calmati. >> continuò, dando alla Granger qualche occhiata infastidita. 
<< Potremmo andare ad Hogwarts >> 
Hermione disse quelle parole senza nemmeno pensarci; uscirono come lampi lasciando Draco leggermente basito, quasi disorientato. Si voltò verso di lei, con la rabbia che sgorgava dagli occhi grigi. La Grifondoro si allontanò, e nel momento in cui faceva un passo indietro lui avanzava. Il suo battito era accelerato notevolmente e quando la schiena venne a contatto con un albero, un lamento fuoriuscì dalle sue labbra. 
Le braccia esili di Draco la circondarono, inchiodandola. 
Per la seconda volta, stava riuscendo a spaventarla. 
<< E dimmi, sporca Grifondoro, cosa diavolo vorresti fare ad Hogwarts? >> la schernì, toccandole un braccio con forza e costringendola a guardarla. 
Non riusciva a capire come Draco avesse potuto intuire qualcosa del piano suo e di Harry con una semplice domanda che lei gli aveva porso, quindi si costrinse a rimanere calma, sicura del fatto che non sapesse nulla. Sostenne lo sguardo con il suo, lottando per liberarsi dalla sua stretta. Draco, vedendola ribellarsi, la sbatté nuovamente all'albero unendo i loro corpi, sicuro che adesso la Grifona non avrebbe osato muoversi. Gemette leggermente al contatto, e Draco le sorrise mentre i suoi occhi sputavano fuoco. 
<< Niente- rispose Hermione, mantenendo costantemente lo sguardo -Levati di dosso, Malfoy >>
Da odiabile Grifondoro che era non abbandonava la sua tenacia ed il suo coraggio, non sarebbe mai riuscita a sottometterla a lui del tutto. Quindi, anche un solo piccolo gemito da parte sua era tanto. Ma non abbastanza. Avrebbe voluto vederla in ginocchio, tremante ed obbediente. 
Comunque sia, nonostante il possesso che aveva su di lei in quel momento la rabbia non sembrò vacillare nemmeno per un attimo.
<< Non andremo ad Hogwarts. Ficcatelo bene in testa, Mezzosangue. >> sputò, sfiorandole i fianchi con il disgustoso desiderio di possederli. 
I loro petti si toccarono, e Draco poté quasi sentire il cuore della Grifondoro battere insieme al suo. Poi, si staccò, ricordandosi del sangue che scorreva in quel cuore. Un sangue marcio, che mai, nemmeno lontanamente, avrebbe desiderato di volere. 
Hermione riprese a respirare quando Draco si allontanò. Il suo cuore però, sembrava aver smesso di battere. Come se dipendesse solamente da quel contatto. Come se dipendesse da lui. 
Scosse la testa, per la prima volta sollevata di poter abbassare lo sguardo. 
Draco, ancora girato, riprese a parlare: << Non so per quale motivo desideri andare ad Hogwarts, ma qualunque esso sia vedi di farlo sparire. >> dalla sua voce sembrava non proferire emozione. 
A qualsiasi altra persona normale quel tono di voce sarebbe sembrato soltanto stanco ma, con Malfoy, quel tono assumeva molti più significati. Poteva essere angosciato, tormentato o semplicemente arrabbiato. Qualunque esso fosse, non prometteva mai nulla di buono. 
Comunque, adesso che non poteva vederla, ripensò al gesto che aveva fatto qualche momento prima. Lo aveva sentito, il suo corpo. Eccome se lo aveva sentito. Sembrava quasi bramarla, o semplicemente sembrava desiderarla. Ma quella sensazione durò un attimo perché quando la Serpe si voltò, aveva stampato in volto quell'ennesimo ghigno disgustato che riservava solo a lei. 
<< Non avevo nulla in mente. >> ribatté, scostando un ciuffo ribelle dalla fronte. 
Draco ghignò, lisciandosi i vestiti neri e impeccabili con la mano per poi guardarla intensamente. 
<< Come dici tu, Mezzosangue. >> 
Hermione trattenne il fiato. L'aveva fatto ancora. 
L'aveva ancora una volta colpita ed affondata con quello stupido nomignolo. Per quanto fosse stupido, Hermione sapeva quanto in realtà fosse vero. Strinse i pugni, decisa a non cedere alle sue provocazione ma vedendolo sorridere soddisfatto, la Grifondoro perse le staffe. 
Gli andò incontro, raggiungendolo e colpendolo dritto sul naso. Il suono del suo pugno risuonò tra gli alberi, riproducendolo come un eco. Draco si tastò il naso dolorante, poggiandosi la mano sopra. Guardò Hermione negli occhi, ripensando a quando lo aveva colpito al terzo anno. Questa volta non sarebbe scappato: era lui il più forte. 
<< Non capirai mai quando fermarti vero?- la aggredì con rabbia, avanzando prepotentemente verso di lei. -Speri di avermi fatto male o di avermi ferito in qualche modo? Beh, mi dispiace deluderti ma sto alla grande. Non ho più tredici anni, Granger. Non scherzare con il fuoco>> sputò, afferrandola ancora una volta per i fianchi. 
<< Stupida Mezzosangue >> disse nuovamente, evidenziando ogni parola. 
Le mani della Grifona erano bloccate lungo il suo corpo, strette dalla morsa insistente di Draco che era deciso a non mollare. Hermione trattenne le lacrime, desiderando così ardemente di avere la sua bacchetta. Draco la stava torturando con quegli sguardi, e le sue parole ferivano di più di mille lame infilate nel petto. 
Poi, accade qualcosa che nessuno dei due si aspettava. 
Draco, allentò la presa. Chinò la testa e guardò i loro petti alzarsi ed abbassarsi a ritmo dei loro respiri. 
<< Senti, Granger...- sussurrò, afferrandole il mento per far si che lo guardasse. Dov'era finito il suo coraggio da Grifondoro? << Mi dispiace. Non so nemmeno perché l'ho detto ma mi sentivo in dovere di farlo. >>
Hermione non disse nulla, si limitò soltanto a fissarlo con la paura che quelle parole si rivelassero soltanto uno scherzo. 
<< Proviamo a non arrabbiarci l'uno con l'altro almeno per due secondi >> bofonchiò, mentre stringeva incoscientemente la maglietta delle Grifondoro tra le dita, attirandola verso di lui. 
Hermione annuì, ancora troppo scossa da tutto quello che era accaduto. 
Erano talmente strani, loro due. Erano capaci di urlarsi contro per ore, per poi fare pace e ricominciare qualche secondo dopo. 
Erano così strani, eppure si sentivano perennemente giusti. 


#spazioautrice
Salve people. 
Allora, questo capitolo non mi piace per niente. Non lo sopporto. 
Quindi, perdonatemi se è una completa schifezza, proverò a fare di meglio nel prossimo capitolo. 
Comunque fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione al capitolo. 
Alla prossima! 
   
 
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