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Autore: _windowsgirls    04/07/2015    2 recensioni
Monaco, 1867.
Quando mise i piedi per terra, lasciò la gonna e si strinse le mani, camminando a passo spedito, mentre il padre la accoglieva con un braccio aperto e sua madre, composta al suo fianco, le sorrideva con un angolo della bocca. Accanto ai suoi genitori, c'era un uomo vestito di tutto punto, con un accenno di calvizia e gli occhi piccoli e rugosi. «Buongiorno, Altezza» disse con un accento diverso e strano, mentre si accovacciava in maniera buffa e affaticato per fare un inchino a Margot. Accanto a lui, c'era un ragazzo bellissimo che la ragazza si soffermò ad osservare: aveva i capelli ricci leggermente allungati e un vestito blu, con dei ricami dorati sul collo. Le fece un rapido sorriso con un angolo delle labbra, e si inchinò di fronte alla principessa senza distoglierle lo sguardo verde di dosso.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing is like it used to be'
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(Happy?) birthday



I giorni passavano silenziosi, con Margot e la sua preoccupazione ad occupare le giornate, nonostante gli altri tentassero di distrarla. 
Lei era partita volendo cercare la normalità, e si era imposta di tornare dopo un po', ma la situazione le era fin troppo uscita di mano. Il pensiero di Louis le occupava la mente, aveva paura che gli stessero facendo qualcosa e lei non era lì ad aiutarlo. Aveva tentato pù volte di togliere baracca e burattini, ma Niall e Giselle la bloccavano, impedendole di uscire di casa quanto più possibile. La casa degli Horan, partendo come un ausilio, si era trasformata in una prigione.
Niall cercava di distrarla dai suoi propositi, facendola uscire di casa dopo il coprifuoco per evitare che qualcuno la guardasse, Giselle le tagliava i capelli che si erano allungati e passava il tempo a farle delle acconciature ipotetiche che avrebbero fatto invidia a qualsiasi borghese della città.
Ovviamente, nonostante tutti i loro tentativi, Margot continuava a ricevere lettere da Liam che la aggiornavano su cosa fosse accaduto a palazzo nel frattempo, e sentiva un bisogno sempre più impellente di averlo accanto. Nonostante Niall fosse il suo ragazzo, Liam era un po' come un fratello che avrebbe saputo come consolarla. Gli Horan non sapevano niente del palazzo, nonostante ci provassero, non avrebbero mai capito veramente come funzionasse lì dentro.
La sera del 30 ottobre Bob e Maura erano stati invitati da Yaser a passare la cena da loro per poter parlare civilmente del matrimonio imminente tra Zayn e Giselle.
Niall era in officina perchè aveva ricevuto una commissione urgente, e quindi si era chiuso dietro la tenda per tutto il pomeriggio e anche oltre, e Margot in camera sua, affacciata alla finestra, mentre le ultime carrozze si ritiravano per le strade e i ragazzi tornavano nelle loro case rispettado il coprifuoco. La principessa aveva appoggiato una mano sul polso piegato sotto il mento, lo sguardo perso per la via, quando all'improvviso, a ritmo del martello di Niall dal piano di sotto, una carrozza solitaria camminava lentamente lungo la strada, poi si accostò proprio all'angolo della via in cui abitava ormai da un po'. Un uomo vestito di tutto punto, con un accenno di calvizia e gli occhiali storti sul naso scese il gradino e le sue scarpe rieccheggiarono nel silenzio, mentre si avvicinava al muro e appendeva con un chiodo alla parete un foglio con una fotografia in primo piano e la scritta 'Wanted'.
Quando risalì sul mezzo, proseguì lungo la strada, fermandosi all'angolo successivo per appendere un altro foglio. Non appena sparì e il suono delle ruote scomparve nella sera, Margot si sporse per verificare che non ci fosse nessun altro, aggrappandosi con la mani al bordo della finestra, dopodichè chiuse le imposte e scese al piano di sotto a passi leggeri per non farsi udire da Niall che intanto alimentava il fuoco. Avevano cenato da un pezzo e lei aveva persino lavato i piatti, quindi non avevano di che preoccuparsi. Margot scrollò la tendina dell'ingresso e, silenziosamente, uscì sulla strada, attenta a non far cigolare le scarpe che Giselle le aveva prestato. Quando fu abbastanza vicina, si rese conto che la foto ritraeva lei.
Si avvicinò ulteriormente, con il cuore che le batteva forte nella gabbia toracica, e iniziò a leggere in inglese:
Ricercata.
Chiunque la conosca, o l'abbia vista in qualche luogo, è obbligato a portarla a Monaco.
La ricompensa è elevatissima.

Se non fosse stato così importante, pensò Margot mentre ritornava sui suoi passi camminando all'indietro, non avrebbero mai diffuso un tale avviso persino in Inghilterra.
La stavano cercando dappertutto.
Si girò e andò a sbattere contro Giselle che la bloccò per le spalle. «Hai visto?» chiese, scrutandola con i suoi occhi. 
Poi la fece girare e la portò nuovamente in casa, spingendola per la schiena. «Devi rimanere qui, almeno qualche altro giorno..» iniziò Giselle scostando la tendina d'ingresso, mentre Niall usciva dall'officina con il martello in mano. 
Margot rimase in silenzio, con le lacrime che premevano per uscire, ma si autoimpose di non crollare. Giselle la condusse al piano di sopra, chiudendo la porta della loro stanza alle sue spalle. «Sono le undici e mezza, non dovresti neanche uscire a quest'ora.»
Margot si andò a sedere sul suo letto, con le mani appoggiate sulle ginocchia. «Neanche tu» disse la principessa, con lo sguardo abbandonato sulla sua gonna lunga piena di smagliature.
Giselle stava sistemando delle robe per terra e allungò il collo per verificare che non ci fosse nulla sotto il letto. Margot guardò nella sua direzione e scorse vagamente un segno violaceo sul suo collo...
Quando Giselle si rimise in piedi, prese il pigiama da sotto il cuscino e iniziò a spogliarsi lentamente. Margot continuava a guardarla insistentemente, anche perchè era un modo per distogliere l'attenzione dai suoi pensieri prorompenti nella sua mente, e si rese conto che quello sul collo della ragazza era pressocchè un livido che nel pomeriggio non aveva. Le mani le tremavano mentre ripiegava la maglietta e le guance vagamente arrossate.
«Perchè stai tremando?» chiese circospetta.
Giselle sollevò lo sguardo terrorizzata, come se qualcuno l'avesse colta con le mani nel sacco, e prese a scuotere la testa. «N-non sto tremando» rispose piano.
Margot si alzò in piedi e le bloccò le mani mentre cercava di infilarsi la maglietta. «Cos'è questo?» disse indicando con l'indice il livido violaceo sul collo della ragazza.
Giselle si prese il labbro superiore tra i denti e si liberò dalla presa della ragazza, infilando la maglietta e legandosi i capelli in una coda alta. Evitava volontariamente lo sguardo della principessa.
«Non è niente» disse infilando i pantaloni subito dopo.
Margot socchiuse gli occhi. «Deve essere per forza qualcosa, altrimenti mi avresti chiesto 'a cosa ti riferisci?'» incrociò le braccia sul petto, sollevando il mento. Margot indossava ancora una maglietta bianca e la gonna rossa, mentre Giselle accanto a lei era pronta per dormire. La ragazza si alzò dal letto e incominciò a rimboccare le coperte, ma le mani continuavano a tremarle.
 «Giselle» disse Margot, ferma nella sua posizione autoritaria.
La ragazza si girò puntandole il dito contro. «Non fare la principessa con me!»
«Ho solo detto il tuo nome, sei tu che sei sulla difensiva.»
«Alzati» disse l'altra tirandosi il piumone, «devo preparare il letto, è tardi.»
Margot si alzò, controllando l'orario sull'orologio minuscolo appeso sopra la finestra. Le 23.45.
«Non c'è bisogno di essere così rigida.»
Giselle si sedette sulle coperte rimboccate e si portò le gambe al petto, iniziando a dondolare, poi con un dito si sfiorò il segno sul collo, sorridendo appena.
Margot si sedette sul suo, con i gomiti sulle ginocchia e lo sguardo fermo sulla piccola degli Horan. Giselle incontrò i suoi occhi scuri, poi spostò lo sguardo sulla porta chiusa. «Ecco..»
«Penso di aver già capito» disse Margot scuotendo la testa.
Giselle si affrettò a spiegare, cercando di non agitarsi. «Non l'avevo programmato!» si scusò, ma davvero, non aveva nulla di cui dispiacersi.
«Zayn ti ha forzato?» disse la principessa in un sussurro.
Giselle sorrise come un'ebete, facendo di 'no' con la testa. «Sono colpevole delle mie azioni» dopodichè si alzò e gettò le braccia al collo di Margot, stringendola in un abbraccio. «Ti prego, ti prego, ti prego» iniziò a dire con i denti stretti, «non farne parola con nessuno!»
Margot sorrise e l'allontanò. «Figurati se vado a dire in giro che Giselle ha fatto l'am-»
«Zitta!» urlò l'altra tappandole la bocca. «Mi è piaciuto tanto anche, ma se vai a dire una parola di tutto ciò....ti scuoio viva.»
Margot rise e le scostò la mano. «Non preoccuparti.»
Poi Giselle le prese le braccia e la fece mettere in piedi, mentre lei spegneva con un soffio la candela che fino ad allora aveva illuminato la stanza. Si infilò sotto le coperte, e sussurrò: «Comunque, ti conviene andare di sotto» Poi si girò e si tirò il piumone sulla testa. 
Margot in un primo momento rimase ferma al buio, poi aprì la porta e uscì, scendendo piano le scale di metallo. Dalla cucina veniva una flebile luce tremolante, così si affrettò a finire di scendere gli ultimi gradini, sbucando sulla piccola stanza.
Tutto il pavimento era cosparso di candele minuscole, con petali di fiori sparsi un po' ovunque, e Niall nell'angolo con una rosa in mano, mentre se la rigirava tra le dita. Aveva la camicia bianca e i pantaloni, il grembiule dell'officina appeso al gancio sul muro.
«Forse è eccessivo, non credi?» disse lui, avvicinandosi a Margot lentamente, attento a non far spegnere la luce delle candele al suo passaggio.
Margot si guardò attorno, «Ma cosa significa tutto ciò? Non capisco..» disse mentre Niall le si piazzava di fronte e spezzava il gambo della rosa. Gliela mise dietro l'orecchio, aggiustandole subito dopo i capelli, in modo che si vedesse solo il fiore. 
«Guarda un po', fa persino pandant con la tua gonna..» disse prendendole le mani e stringendogliele forte.
«Niall, ma perchè tutto ciò?»
«So che non è il caso, ma un po' di romanticismo non credo guasti in questi momenti. Non so quanto tempo ci rimanga...» disse con un filo di voce, perchè entrambi sapevano che prima o poi si sarebbero dovuti dire addio. «Però voglio che certi momenti rimangano, anche quando tutto tornerà come prima.»
Margot appoggiò le mani sul suo petto muscoloso, guardandolo negli occhi color ghiaccio. «Per me, niente sarà più come prima» fece per baciarlo, ma lui si allontanò, inchinadosi.
«My lady, mi concede l'onore di questo ballo?»
Lei sorrise scuotendo la testa, e afferrò la mano che Niall le stava porgendo. «Con piacere, my lord» dopodichè rimasero attaccati, ondeggiando per la stanza attenti alle candele, nel silenzio della casa. Poi Margot scoppiò a ridere, la prima vera risata da giorni. «Sembriamo due cretini a ballare senza musica!»
Niall fece un verso di scherno, poi si schiarì la gola, «Provvedo subito, allora. Ogni tuo desiderio è un ordine» e iniziò a cantare.
All'improvviso sembrò con il mondo si fosse fermato, come se la sola voce di Niall contasse in quel momento, e per Margot fu proprio così. Quando era più piccola aveva sentito Liam cantare piuttosto spesso, complimentandosi per la sua voce, ma poi la voglia di intonare una melodia si era andata a perdere con il passare del tempo, per cui non ebbe più il piacere di ascoltarlo. Ma Niall, proprio di fronte a lei, affiancava i loro ondeggiamenti con una voce suave, dolce e incantevole che avresti sempre ascoltato, anche durante un bombardamento. Era il tipico potere che valeva la pena vedere per sfuggire alla realtà, e Margot fece proprio quello. Niall aveva i suoi occhi piantati in quelli di lei, le parole che uscivano come se fossero state trattenute per troppo tempo. Non riusciva a capire tutte le parole, perchè le sembrava che fossero di un qualche dialetto strano, però erano magiche comunque. Quando la stanza tornò nel silenzio, rimase a guardare Niall, scrutando ogni particolare del suo volto angelico. «Perfetto» disse semplicemente, e non si riferiva solo al suo canto.
Niall sorrise, aprendo il suo volto in un gran sorriso. «Non lo sarebbe, se non avesse qualcosa di bello per cui farlo.»
Margot aggrottò le sopracciglia. «Non mi riferivo al cantare.»
«Nemmeno io» disse lui accarezzandole uno zigomo. Quando sentì rintoccare la mezzonotte a suon di campane della chiesa vicina, inclinò la testa, con lo sguardo puntato sulle sue labbra. «Buon compleanno, principessa.»
E si baciarono. 
Ma non era come le altre volte.
Era un bacio diverso, come a voler imprigionare in sè ogni momento passato, bello o brutto che fosse, per poterlo trasformare in qualcosa di migliore. In un primo momento le loro labbra danzarono insieme, scontrandosi leggermente, ma poi il bacio venne divorato dalla foga, più passionale, come se non volesse perdersi neanche un attimo di quella bellissima serata e volesse goderla quanto più possibile, imprimendola nei loro cuori, godendosi quel momento come se fosse l'unico e solo della loro vita. Quando si staccarono, appoggiarono le loro fronti, con un po' di affanno. Margot aveva il cuore che le scoppiava di emozione, paura, amore.
Era strano quel nuovo sentimento, non pensava fosse possibile legarsi ad una persona così tanto, in così poco tempo, ma evidentemente vi erano le eccezioni. Così quando Niall disse sussurrando 'Ti amo' sulle sue labbra, Margot non potè fare altro che rispondere dal cuore. «Ti amo anche io.»
Poi ripresero a baciarsi, come se non avessero aspettato altro per il resto del tempo, e Niall si accovacciò passandole un braccio sotto le cosce, sollevandola da terra, con le labbra ancora unite.
Era tutto completamente sbagliato.
Ma alla fine la principessa si capacitò che la vita è fatta di sbagli che aiutano a costruire. Per cui, quando salirono le scale ed entrarono nella camera di Niall, chiudendosi la porta alle spalle, Margot fu felice di aver sbagliato, e pensò che quei diciotto anni non li avrebbe dimenticati tanto facilmente.


La mattina dopo, quando un gallo solitario – ma che ci faceva un gallo lì? – iniziò a cantare all’alba, Margot spalancò gli occhi, spaventata. Si alzò mantenendosi la coperta sul seno nudo, mentre dalla finestra i colori del crepuscolo iniziavano a ritagliarsi un piccolo spazio in quella stanza che non era la sua. Girò la testa alla sua destra e vide Niall coricato su un fianco, con la coperta tirata fino alle scapole, i capelli appicciati alla nuca e le spalle che si abbassavano a ritmo dei suoi respiri. Quella notte era stata bene, ma non poteva sopportare che gli altri componenti della famiglia la vedessero lì, non era concepibile! Senza togliersi il piumone di dosso, si sporse verso il bordo del letto e recuperò la maglietta che era finita a terra, infilandola subito. Si sarebbe messa dopo il corpetto, doveva filarsela. Recuperò il resto della biancheria e scese piano dal letto, attenta a non scoprire Niall portandosi la coperta dietro. Si alzò sulle punte e girò intorno al letto, accovacciandosi sul ragazzo. Gli diede un bacio sulla fronte, soffermandosi a guardare i suoi lineamenti delicati che lo facevano sembrare un angelo a tutti gli effetti, e si avviò verso la porta. Il gallo cantò un’altra volta, così si fiondò in camera sua e si buttò a peso morto sul letto ancora aggiustato, facendo finta di dormire. Giselle rotolò su un fianco facendo scricchiolare il materasso sotto il suo peso, uno sbuffo che fuoriuscì dalla sua bocca. Un ciuffo di capelli le era caduto sugli occhi e Margot non potè fare a meno di appurare la somiglianza con Niall. Nonostante avesse i capelli neri, erano uguali. Stesso incarnato, stesse labbra, stessi occhi azzurri….un attimo, cosa? 
«Credi davvero di prendermi in giro?» disse con la voce impastata ancora dal sonno mentre buttava i piedi per terra e si metteva seduta per svegliarsi totalmente. E Margot che pensava l’avesse scampata liscia. Giselle fece uno sbadiglio, con una ciocca di capelli che le cadde sul naso. «E poi dici a me..» continuò indicandosi il mento.
Margot si mise di scatto seduta e si alzò, andando a specchiarsi nell’angolo della stanza. Sotto al mento aveva un segno rossastro, tendente al viola.
«Non ci credo..» disse, provando a cancellarlo passandoci la mano sopra più volte. «Ora come faccio?» chiese guardando allarmata la ragazza.
Giselle scrollò le spalle. «Io posso coprirmi con una sciarpa, ma tu dovrai creare una bella bugia..» poi si diede una scrollata passandosi le mani sulla faccia e si alzò di scatto, fiondandosi su Margot e stampandole un bacio sulla guancia. «Buon compleanno, principessa!» urlò.
Margot la ringraziò ricambiando la stretta, dopodichè si sentirono altre porte aprirsi e dei passi risuonare lentamente lungo il pavimento di legno del primo piano dell’abitazione.
Giselle indossò velocemente dei pantaloni logori e una camicetta con una maglioncino di lanetta addosso, poi andò in bagno, mentre Margot scendeva al piano di sotto.
E restò immobile.
Tutto la cucina era rimasta cosparsa di petali di fiori e candele ormai consumate!
«Cosa è successo qui?» chiese Maura con addosso ancora il pigiama azzurro, i capelli lasciati sciolti sulle spalle. Niall fece irruzione in cucina subito dopo, reprimendo una risata alla vista di quello sbigottimento da parte dei genitori. Bob stava sorseggiando del caffè, mentre Maura raccoglieva i petali.
«No, no, faccio io» si offrì Margot, accovacciandosi a sua volta. Dopo averle dato gli auguri, Maura la guardò in viso.
«Che ti è successo?»
Margot impetrì. Cosa avrebbe dovuto dire? Di certo non che avesse passato la notte con il figlio, avrebbero ripudiato entrambi! 
Grazie al cielo entrò Giselle a salvarla da quella situazione, trasportandosi dietro un profumo di fragole. «Mamma, non sai cosa è successo» disse prendendo un biscotto dal tavolo, sul quale era aperto una scatolo di latta. «Stanotte Margot si è addormentata tutta vestita, poi ha sentito un rumore ed è caduta dal letto, sbattendo il mento sulla sedia. Ma dico» disse facendo roteare gli occhi, «si può essere così stupidi?»
Niall scoppiò a ridere, portandosi una mano allo stomaco e lasciandosi cadere sul divanetto. «Certo, la notte non si rende conto di cosa fa» alluse, provocando un risolino anche in Giselle.
Margot avrebbe tanto voluto schiaffeggiare entrambi, ma si contenne. Insomma, la stavano salvando, doveva stare al loro gioco. 
«Sì, hai ragione» disse tra un sorriso e un altro.
La tendina dell’ingresso venne scostata ed entrò Zayn con una ciambella in mano. «Dov’è la festeggiata?!?» urlò portandosi dietro un buona dose di buon umore. Margot sorrise scuotendo la testa mentre Zayn le porgeva il piatto con il dolce in mano. «Buon diciottesimo compleanno, francesina. Non credere però che io ti tratti diversamente solo perché sei un’adulta, adesso.» 
«Grazie» disse lei ritornando in cucina, mentre Zayn si avvicinava a Giselle e la stringeva da dietro, lasciandole un sonoro bacio sulla guancia. 
La giornata era iniziata nel migliori dei modi.
Maura manteneva tra le dita un fiammifero acceso, scuotendo le spalle. «Ti va bene questo come candelina? Sicuramente al palazzo avrai avuto cose all’avanguardia, ma qui-»
Margot le appoggiò una mano su una spalla. «Preferisco di gran lunga questo tipo di semplicità.» Si preparò a soffiare sulla piccola fiammella, ma Niall le tappò la bocca. «Devi esprimere un desiderio.»
Annuì con il capo e chiuse gli occhi. C’era solo una cosa che desiderava: che ogni cosa andasse per il meglio.
Quando riaprì gli occhi osservò i volti di tutti i presenti, e sorrise. Ma sì, perché sarebbe dovuto peggiorare tutto quanto? 
Soffiò sulla fiammella che si spense subito, e tutti applaudirono, felici.
Poi all’improvviso un rumore forte dalle strade in movimento catturò l’attenzione di tutti i ragazzi, facendoli procedere verso l’ingresso. Margot incurvò le sopracciglia e sporse di poco la testa.
C’era gente che impazziva in ogni angolo sventolando giornali in mano, ragazzi che li vendevano come in preda all’agitazione e donne che si guardavano addolorate.
«E’ giovedì» disse Giselle lanciando un’occhiata a Niall. Il ragazzo strinse le labbra e si fece spazio, andando a prendere un giornale da un ragazzo di circa dieci anni che continuava ad urlare ‘ultime notizie: giornale internazionale!’
Margot venne colta da un’ansia improvvisa mentre Niall dava una mancia al ragazzino e tornava a casa con il giornale piegato all’interno del braccio. Quando fu nell’ingresso si allontanò e lo spiegò solo davanti ai suoi occhi, sbiancando. «No, no, no» disse ripetutamente, scuotendo la testa a destra e a sinistra. Maura e Bob gli si affiancarono e repressero un urlo, mentre Giselle e Zayn si guardavano preoccupati. 
Margot si avvicinò e strappò di mano il giornale, «Che succede!?» urlò.
In un primo momento non capì.
Sentiva Maura dire: «Quanto mi dispiace» e Niall che le si avvicinava lentamente come se avesse potuto farle del male con la sua sola presenza. Giselle e Zayn si sporsero sulla principessa per leggere l’articolo, ma solo una era la frase su sui gli occhi di tutti si erano soffermati, talmente irreale che Margot impiegò un po’ a metabolizzare.
Le strade impazzivano appena dietro le sue spalle, donne che parlottavano e giovani che vendevano giornali ininterrottamente, approfittando di quel momento di fama.
’Deceduto re Maurice di Monaco.’ Recitava il titolo.
L’unica cosa che percepì Margot prima di perdere i sensi furono Niall che si avventava su di lei e le braccia di Zayn che la sorressero mentre cadeva per terra, priva di peso e forza.





Spazio autrice
Bene, bene, bene. Eccomi qui come sempre.
Come procede l'estate? Vi state rilassando?
Questo è uno dei capitoli più importanti perché avvengono due svolte degne di nota: da una parte la relazione di Niall e Margot che si è alzata di livello (amori miei bellissimi), e l'altra la morte del padre di Margot.
Che bel regalo di compleanno. Dopo una fantastica notte con l'uomo dei suoi sogni, il mondo della principessa esplode all'improvviso con quest'incredibile colpo di scena.
Ora la storia cambia totalmente perché verranno prese decisioni drastiche e si (r)incontreranno alcune persone :)))
Spero che con questo capitolo possa mantenere viva la vostra attenzione, non abbandonatemi ora. So che dico ciò dal primo spazio autrice, però davvero è importante che adesso stiate tuned perché accadrà davvero di tutto.
Vi voglio bene e grazie per continuare a mettere la storia tre le seguite & co.
Mi fate sentire meno sola.
Lettrici silenziose, spero prima o poi vi facciate sentire. Se non su efp, almeno su twitter (sono @_xsmiling), per favoooooooore.
Vi lascio con un piccolo spoiler e ci vediamo sabato prossimo se tutto va bene.
All the love as always x cit.
Elisa :)

P.s scusate se non c'è l'immagine ma devo scappare, non ho tempo. Sorry
P.p.s mancano sei capitoli alla fine :))

"Poi Margot girò la testa verso sinistra, il sole che si alzava piano e i raggi che le investivano la testa, gli alberi che incorniciavano il sentiero di sassi. Fece un profondo sospiro, poi quando riaprì gli occhi, si rese conto di una figura ancora all'interno della recinzione che le correva incontro scostando il cancello socchiuso del castello, facendolo cigolare rumorosamente."



  
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