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Autore: eliseCS    04/07/2015    1 recensioni
Sono dell'idea che valga la sacra regola: "Quello che dice la Rowling è legge". Quindi se alla fine Draco ha sposato Astoria (e non Hermione...) un motivo ci sarà...
Non ho nulla contro le Dramioni (anzi...) però ho deciso che per una volta anche Astoria ha diritto alla sua chance per conquistare il suo futuro marito.
Questa è la mia personalissima versione di come sono andate le cose :)
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[...]Quando Draco era nato uno dei primi pensieri di Lucius era stato quello di riuscire ad individuare una famiglia Purosangue che fosse abbastanza ricca, potente e importate, e che ovviamente avesse anche una figlia che sarebbe stata degna di diventare la moglie di suo figlio.
Quando, due anni più tardi, Agatha aveva dato alla luce Astoria, Lucius aveva quasi fatto i salti di gioia: quella bambina era la scelta migliore che avrebbe potuto fare. [...]
[...] ...volenti o nolenti Draco e Astoria si sarebbero sposati, onorando una volta per tutte quel contratto che era stato stipulato anni prima a loro insaputa.
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Spero di avervi incuriositi almeno un pochino
Buona lettura!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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6 – Visita inaspettata
 
 
 
I giorni passarono veloci uno dopo l’altro.
Ormai era passata più di una settimana dall’ultima volta che Astoria aveva visto Draco, e la ragazza cercava di convincersi che andava bene così.
Da quando, quell’ultima volta, aveva finalmente ammesso a se stessa che non era più così indifferente nei confronti del ragazzo aveva deciso che, dopotutto, meno lo vedeva meglio era.
Non poteva permettersi di innamorarsi, e il vedere i suoi genitori – suo padre in particolar modo- così soddisfatti non faceva altro che ricordarglielo.
Aveva capito che il famoso incontro con il suo promesso sposo e famiglia era andato bene nonostante la sua assenza non programmata non appena i due avevano rimesso piede in casa: sua madre l’aveva chiamata solamente per accertarsi che anche lei fosse rientrata, mentre le urla e i rimproveri che si aspettava da parte del padre non erano mai arrivati.
Ormai si era rassegnata: tanto cosa mai avrebbe potuto fare per cambiare la sua situazione?
 
Purtroppo niente.
 
Aveva persino smesso di ‘scappare’ di casa, e con grande stupore dei suoi aveva ripreso a mangiare in sala da pranzo insieme a loro (anche se ovviamente rimaneva zitta tutto il tempo).
Sembrava che tutto fosse tornato tranquillo, aveva persino sentito suo padre dire tutto soddisfatto alla moglie:  “Finalmente Astoria ha messo la testa a posto”.
 
 
Questo prima che arrivasse la lettera.
 
 
Era un pomeriggio particolarmente afoso se si considerava che ormai l’estate stava cominciando a cedere il posto all’autunno.
Astoria, come sempre quando non aveva voglia di fare nulla, era buttata sul letto a pancia in su a guardare il soffitto, il suo sguardo perso tra le stelle che aveva fatto dipingere su un fondo blu notte ancora quando era piccola.
Il suo sguardo stava giusto per soffermarsi sulla costellazione del Drago quando un trambusto proveniente dal piano di sotto la fece sobbalzare: le urla di suo padre quando si arrabbiava sul serio erano inconfondibili.
Peccato che le suddette urla avevano cominciato ad aumentare gradualmente di volume, e quando Astoria si rese finalmente conto che suo padre si stava dirigendo proprio verso camera sua era troppo tardi: aveva appena afferrato la bacchetta per chiudere la porta, o meglio ancora, smaterializzarsi, quando la porta in questione venne spalancata in malo modo andando a sbattere violentemente contro il muro lasciando lo spazio alla figura di Donovan.
La sua faccia era rossa e una vena pulsava pericolosamente sulla sua fronte.
In mano stringeva un foglio di pergamena alquanto stropicciato, come se fosse stato accartocciato e poi ridisteso, nell’altra la busta che originariamente lo conteneva.
Astoria realizzò che suo padre aveva evidentemente aperto e letto una lettera indirizzata a lei, lettera di cui probabilmente sarebbe stato meglio non fosse mai venuto a conoscenza. Non poteva fare a meno di chiedersi che cosa ci fosse scritto da farlo arrabbiare così.
Quello che comunque le dava fastidio era che avesse messo il naso nelle sue cose.
“Quella lettera era indirizzata a me, non avevi il diritto di leggerla…!” cominciò a protestare venendo bruscamente interrotta.
“Sono tuo padre, Astoria, decido io cos’ho diritto di fare! E adesso spiegami cos’è questa storia!” urlò lui sbattendole il foglio davanti al naso e tenendolo fermo giusto il tempo che le consentì di leggere alcune righe.
 
Gentile Miss Astoria Greengrass,
siamo lieti di annunciarLe che ha superato con successo l’esame di ammissione per poter accedere al corso di Guaritore.
La aspettiamo quindi il…
 
Avrebbe voluto saltare dalla gioia: ce l’aveva fatta, l’avevano presa! Era riuscita a superare l’esame!
Purtroppo però la sua espressione felice non fece che far arrabbiare ancora di più suo padre.
“Oh, non ci pensare nemmeno signorinella. Tu non ci andrai, puoi starne certa. In primavera ti sposerai, e posso assicurarti che le tradizioni di famiglia dello sposo non prevedono affatto che una lady quale diventerai debba lavorare, farai meglio ad abituarti all’idea” commentò.
Al riferimento al suo matrimonio non ci vide più neanche lei: “Io non sposo proprio nessuno! Non puoi costringermi a farlo! Non puoi decidere al mio posto una cosa come questa! Voglio proprio vedere che razza di matrimonio sarà, senza la sposa…”
Donovan lascò cadere la pergamena e afferrò Astoria per un polso, stringendo la presa.
“Ascoltami bene ragazzina” ad ogni parola la sua stretta sul braccio della figlia aumentava, tanto che la ragazza ebbe ben presto le lacrime agli occhi.
“Non mi interessa quello che pensi al riguardo… non interessa a nessuno. Sei nata per essere una lady, stare al fianco di tuo marito e fargli fare bella figura con un bel sorriso e qualche abito costoso. Il fatto che tu abbia un’opinione non è contemplato. Quel contratto matrimoniale è stato firmato prima ancora che cominciassi a camminare e non c’è niente, niente, che tu possa dire o fare per annullarlo!”
Lasciò andare la presa e Astoria cadde in ginocchio sul pavimento stringendosi il braccio al petto: sul polso spiccava un vistoso segno rosso e quasi non si sentiva più la mano.
Ma non era per quello che stava piangendo: le parole che le erano state urlate contro trasudavano una cattiveria che non avrebbe mai pensato di sentirsi rivolgere dal suo stesso padre.
“Non uscirai più dalla tua camera se non quando lo dirò io” proseguì intanto Donovan recuperando un tono di voce più freddo e distaccato e cominciando a camminare su e giù.
“Metterò un incantesimo alla stanza in modo che tu non possa più uscirci né con la smaterializzazione né con altri metodi, e ringrazia che non abbia deciso di requisirti anche la bacchetta…” fece un attimo di pausa riflettendo su qualcosa e infine aggiunse: “E voglio vederti di persona mentre scrivi una lettera a quelli del San Mungo in cui ti scusi e rifiuti il posto che ti è stato dato. È tutto chiaro?”
Si girò verso la figlia, che era sparita.
 
Approfittando del fatto che, camminando, il padre le avesse voltato le spalle Astoria –che aveva ancora in mano la bacchetta- si era smaterializzata senza pensarci due volte.
Il punto era che non aveva proprio pensato a dove andare.
Si trovava in quello che sembrava essere un giardino privato, molto curato e ben tenuto. Da un lato c’era una strada non molto ampia, deserta, dall’altro invece sorgevano tre alti palazzi.
Si alzò in piedi, dal momento che quando era arrivata si era trovata per terra, tirando su col naso e asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
Fece sparire la bacchetta: sarebbe potuto arrivare qualcuno da un momento all’altro, era meglio non rischiare.
Nel farlo il suo sguardo si fermò sul polso, ancora ben arrossato, e le parole del padre le rimbombarono minacciose nella testa, rischiando di farla scoppiare nuovamente in lacrime.
Le scacciò con violenza concentrandosi sul posto in cui si trovava.
Certo, avrebbe potuto smaterializzarsi di nuovo, ma prima voleva comunque capire dov’era finita.
Lasciando la sua stanza non aveva pensato a nessuna destinazione: però ci doveva essere per forza un motivo se era finita proprio in quel posto e non in un altro.
Quando finalmente capì si sentì ancora peggio: era vero, non aveva pensato a nessun posto, ma aveva pensato a qualcuno…
Draco…
Probabilmente abitava lì vicino, magari proprio in uno di quei tre palazzi che costeggiavano il giardino.
Se così fosse stato lei non aveva intenzione di scoprirlo, come non aveva nessuna intenzione di farsi vedere dal ragazzo in quelle condizioni.
 
Troppo tardi…
 
“Astoria?”
 
 
***
 
 
Draco era affacciato al balcone per godersi quelli che erano probabilmente gli ultimi raggi di sole della stagione. Con gli occhi chiusi cercava di non pensare a niente, di mantenere la mente libera e sgombra, ma un pensiero sembrava non volergli dar tregua.
Un pensiero che aveva il viso di una ragazza.
Astoria.
 
Era passata più di una settimana da quando l’aveva letteralmente trascinato in quello che da piccolo era stato uno dei suoi peggiori incubi, e da allora non aveva più avuto sue notizie.
Che non avesse preso bene il bacio con cui l’aveva salutata?
Che si fosse offesa?
 
Ormai non sapeva più quante volte si era maledetto per quel suo gesto: un bacio sulla guancia? Ma cosa diamine stava pensando in quel momento?
In realtà la risposta era: niente, non stava pensando a niente, occupato com’era ad ammirare come un ebete la ragazza che era di fronte a lui.
Per la prima volta in vita sua aveva fatto qualcosa di impulsivo e, a parer suo, il risultato era stato disastroso.
Era sicuro che dopo quel gesto la ragazza non si sarebbe più fatta sentire, altro che uscire di nuovo con lui…
 
Ad un tratto un rumore attirò la sua attenzione: era molto attutito (ma dopotutto il suo appartamento si trovava all’ultimo piano dell’alto palazzo) ma sembrava proprio quello tipico di una materializzazione.
Aprì gli occhi e abbassò lo sguardo puntandolo verso il giardino, venti piani più in basso.
Al centro del prato c’era una ragazza.
La vide alzarsi in piedi (perché mai era arrivata seduta?) e guardarsi intorno.
Non poteva crederci… era…
Abbandonò di corsa la sua postazione fiondandosi fuori di casa.
Dal pianerottolo si smaterializzò direttamente al piano terra per poi uscire dall’atrio e raggiungere il giardino.
La ragazza gli dava le spalle, ma più si avvicinava più ne era sicuro…
 
“Astoria?” domandò
La ragazza si voltò di scatto e lui esultò mentalmente: era davvero lei!
Però sembrava diversa dal solito (ma di certo non come quando l’aveva vista per la prima volta con un vestito elegante indosso): aveva una strana espressione e i suoi occhi parevano arrossati.
Se non l’avesse conosciuta bene avrebbe detto che aveva pianto.
Non potè fare a meno di notare anche un segno rosso in corrispondenza del suo polso sinistro… cos’era successo?
“Ciao Draco” lo salutò lei dopo un attimo, sorridendogli.
Ma anche quello non era il suo sorriso… c’era decisamente qualcosa che non andava.
“Va tutto bene?” chiese lui.
“Certo” rispose lei in fretta. Troppo in fretta.
Draco sospirò: ovviamente Astoria non avrebbe mai ammesso che c’era qualcosa che la turbava.
“Come mai da queste parti?” domandò allora pensando di cambiare discorso.
Aveva pensato male.
Astoria mascherò una smorfia e dopo un attimo di esitazione disse: “Ecco, credo di aver pensato a te mentre mi smaterializzavo, e questo dev’essere stato il risultato” dopotutto era la verità.
“Complimenti per la precisione allora, io abito proprio lì” annunciò il ragazzo indicando il palazzo di mezzo. “Ti va di venire su a bere qualcosa?” propose.
“Io… non penso che sia il caso…” disse debolmente lei, ma Draco scosse la testa: “Insisto!”
E sorridendo cominciò a farle strada senza perderla di vista un secondo.
In realtà vedendola così aveva pensato che sarebbe stato meglio tenerla sott’occhio: smaterializzandosi di nuovo avrebbe solo rischiato di spaccarsi, distratta com’era in quel momento.
 
Da quando sei così protettivo?
 
Mise subito a tacere quella fastidiosa vocina: non era di certo quello il momento!
Una volta arrivati fece accomodare Astoria in salotto mentre lui andava a recuperare qualcosa da bere in cucina.
Tornò in salotto facendo levitare bicchieri, sottobicchieri e una bottiglia di coca-cola: quella roba era quasi meglio del succo di zucca.
Quando il suo sguardo si riposò su Astoria trovò la ragazza addormentata, raggomitolata all’angolo del divano: un ciuffo di capelli scuri le ricadeva sul naso dando un nonsochè di buffo alla sua espressione corrucciata. A tratti sospirava profondamente, come se anche nel sonno stesse cercando di trattenere le lacrime.
Fece apparire una leggera coperta, dopotutto lei aveva indosso solo una maglia con le maniche corte, e dopo avergliela sistemata lasciò la stanza in punta di piedi per non disturbarla.
Dire che era preoccupato era riduttivo.
Cosa mai poteva essere successo per averla ridotta così?
 
 
Andò nel suo studio e la sua attenzione venne catturata dalla lettera che suo padre gli aveva fatto recapitare quella mattina: lo informava del fatto che nonostante il piccolo inconveniente che aveva impedito a Draco di partecipare all’incontro la famiglia della sposa era comunque entusiasta di lui.
E non era finita lì: la data precisa ancora non si sapeva, ma intanto era stato deciso che le nozze si sarebbero tenute quella primavera.
Come no.
Da lì a quella primavera c’era ancora un sacco di tempo, tempo che avrebbe impiegato per trovare un modo per annullare il contratto.
Non poteva lasciare di nuovo l’ultima parola a suo padre, non quella volta.
Aveva anche notato che nella lettera il padre non aveva mai parlato direttamente della sposa: chissà, magari nemmeno lei era entusiasta della cosa… in tal caso sarebbe stato più facile ovviare al contratto se entrambi fossero stati d’accordo (forse).
 
Appallottolò la lettera buttandola in disparte sulla scrivania e aprendo il primo libro di Pozioni che gli capitò sotto mano.
Ormai aveva spedito la domanda per l’Accademia di Pozioni da un po’, ma non aveva ancora ricevuto una risposta.
Bah… magari Astoria aveva avuto più fortuna con l’esame per il corso di Guaritore. Doveva ricordarsi di chiederglielo quando si fosse svegliata.
Trovò una pozione che sembrava interessante e si immerse nella lettura.
 
Avrebbe tanto voluto provare per la sua futura sposa quello che invece provava per Astoria.
 

















Sorpresa sorpresa!!
Aggiornamento in anticipo!
Visto che so già che martedì non riuscirò ad aggiornare ho deciso di caricare il capitolo oggi anzichè far saltare una settimana.

Capitolo n°6... siamo a metà!
Ecco... di questa parte non ho molto da dire, ma per qualsiasi cosa sono come sempre a vostra disposizione :)
Alla prossima
E.


 
   
 
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