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Autore: ki_ra    04/07/2015    0 recensioni
Un amore magico che cresce e si moltiplica.
E a disposizione solo una vita
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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L'aria era densa e gelida.
L'estate di La Push spandeva gli ultimi suoi fuochi. Presto le piogge dell'autunno avrebbero inondato la terra, le nuvole avrebbero invaso il cielo, rendendolo grigio e pesante.
La bella stagione sarebbe presto finita e con essa anche una stagione della propria vita: quella del lupo.
Renesmee portava dentro il suo sangue, le sue tradizioni che si facevano carne, i suoi geni di uomo e di lupo.
Renesmee portava dentro la vita: non gli occorreva altro per essere immortale; niente altro che la vita che si sarebbe perpetuata attraverso suo figlio e i figli di suo figlio.
Jacob Black sarebbe rimasto vivo, uomo di carne e sangue, fragile e mortale, ma avrebbe vissuto in eterno attraverso la sua discendenza.
Aveva già deciso che non sarebbe più mutato; il ruolo di alfa sarebbe andato ad un altro lupo e lui sarebbe diventato grande e poi invecchiato accanto alla sua donna, come aveva fatto Sam per Emily o come avrebbe fatto Quil, quando la piccola Claire fosse stata pronta per amarlo.
" Uh, uh ... guarda un po' chi è tornato nel mondo dei vivi! " lo provocò la bella lupa grigia, appena Jacob l'ebbe raggiunta nel luogo stabilito.
"Ti rivedo anch'io con piacere, Leah! " la salutò, infastidito, l'alfa.
"Non ti arrabbiare, capo! Ero sinceramente preoccupata per te" replicò, "Credevo che ci saresti morto in quel letto! " aggiunse sghignazzando.
"Piantala!" l'avvertì.
"Ok, la luna di miele ... ma, diamine! Un po' di misura." aggiunse.
Jacob sogghignò perfido e lasciò che la mente di entrambi fosse invasa dall'immagine languida e sensuale di Renesmee seduta a cavalcioni su di lui, i seni tra le ciocche di capelli e la bocca rossa e tentatrice.
"Basta, basta, basta! Jacob, ti prego basta!" lo imploro', "Ne ho abbastanza di ripetere tutte le posizioni del Kamasutra, ogni volta che sono di ronda, non c'è bisogno che ti ci metta anche tu!"
"Non mostrerei mai Nessie così al resto del branco." precisò.
"Che privilegio! " ironizzò.
"Non è un privilegio, ma un avvertimento: smetti di provocarmi e farai le ronde solo con me; continua e ti insegno io un paio di cosette ..." concluse con tono minaccioso.
" Ricevuto" lo rassicurò.
" Brava bambina!" commentò, mentre prendeva a correre per il solito giro di perlustrazione.
"L'hai sentito? " chiese arrestandosi all'improvviso la lupa.
Le zampe anteriori affondarono nella terra molle del sottobosco, l'odore acre delle zolle sbriciolate si liberò nell'aria, ma non riuscì a coprire quello marcescente della scia persistente e sconosciuta.
"Sono due!" constatò l'alfa, dirigendo il naso umido verso la fonte della zaffata.
"Tiramoceli dietro fino alla radura. Sarà più facile fronteggiarli in uno spazio ampio." suggerì, cominciando a correre.
Le fronde si spezzarono al loro passaggio, la terra si smosse e i rumori notturni del bosco si risvegliarono di colpo, come se anche gli animali si fossero accorti di un pericolo imminente.
Quando, pochi minuti, dopo la radura gli si spalancò davanti, alla luce di una luna piccola e lontana, l'alfa arrestò la corsa, digrignando i denti appuntiti, con un ringhio minaccioso e possente.
Ma quando si voltò a cercare la sua beta, si ritrovò solo, in mezzo ad una nebbia crescente, nera e densa come caligine.
Ne rimase avvolto, come la preda nelle spire del serpente; i polmoni ne furono invasi, rubando spazio all'ossigeno e in pochi secondi tutto intorno e dentro l'animale divenne fitto e scuro, denso e avvilupante come l'onda inquinante di petrolio sulla superficie marina.
Una lama sembrò trafiggergli la schiena; una seconda trapassargli il petto, mentre altre dieci, cento, mille lo ferivano ovunque.
"Dolore!"
Una voce sibilò, nella sua mente e uno spasmo indefinibile, continuo, insopportabile gli azzannò le membra.
"Dolore!"
Ripeté più forte e uno strappo lancinante, opprimente, asfissiante gli lacerò la carne.
"Dolore!"
Continuò ancora e ancora, fino a che la tempra del lupo cedette e il corpo svuotato stramazzò sulla terra bagnata di brina.


 

Bentrovate!
Chiedo scusa a chi dovesse aver già letto il capitolo intitolato "L'unica speranza", ma c'è stato un errore da parte mia nella pubblicazione delle parti.
Spero di non avervi confuso le idee.
Un bacio a tutte.

  
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