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Autore: eolide98    04/07/2015    1 recensioni
Dopo aver sconfitto Giano, i semidei italiani si trovano ad affrontare una nuova minaccia. Gea sta risorgendo e , mentre in America Jason, Piper e Leo si imbarcano in un'impresa, Jake ed Alexdanno la caccia a Matthew e Victoria. ma qualcosa va storto... tra eventi impensabili, alleane incredibili, profezie contorte, i semidei di Neapolis vanno alla ricerca della propria storia. Nuovi nemici stanno arrivando, la profezia di Eris è prossima all'avverarsi e due, nuovi e potentissimi mezzosangue fanno il loro ingresso in scena.
Sequel de " Le Lame di Giano"
Appartenente alla serie "Neapolis, i dimenticati"
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neapolis, i dimenticati'
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~~ALEX


Alex si era svegliata di soprassalto, andando a far cozzare la testa contro il letto che era situato sopra il suo.
La cabina era deserta: i suoi fratelli stavano svolgendo attività di routine, come l'allenamento nel tiro con l'arco e le lezioni base di primo soccorso. La figlia di Apollo si alzò di malavoglia e corse a spalancare le tende arancioni che coprivano il finestrone della cabina. Il sole inondò la stanza ed Alex si sentì immediatamente meglio. La luce aveva sempre avuto quell'effetto su di lei, riusciva a distenderla e ad infonderle energia positiva.
Diede un'occhiata al cielo uggioso: dovevano essere più o meno le quattro del pomeriggio a giudicare dalla posizione del sole. Aveva dormito parecchio... la nottata precedente l'aveva davvero stancata!
La ragazza si avvicinò al baule posizionato vicino al suo letto e ne trasse un vecchio zaino militare. Era abbastanza grande per contenere alcuni vestiti e delle provviste. Alex prese un paio di magliette del campo e imbottì lo zaino di nettare ed ambrosia, fasce, cerotti e disinfettante (con Jake non si poteva mai sapere). Chiuse la cerniera e si diresse verso il bagno della cabina. Decise di fare una doccia veloce e calda prima di partire: non sapeva quando ne avrebbe avuta ancora l'occasione.

L'acqua calda le stava facendo bene. Alex sentiva i suoi muscoli indolenziti distendersi ed i lunghi capelli districarsi. Li pettinò per un po' con le mani e poi si insaponò tutta, nella speranza di togliersi di dosso sporco e sangue rappreso.
Dopo una buona mezz'ora, la ragazza era completamente rimessa a nuovo. I capelli erano già asciutti e adesso indossava un vecchio paio di jeans ed una maglietta bianca del campo. I capelli erano raccolti.
Alex si diresse verso il cassettone che stava di fronte al suo letto e prese una felpa di colore verde. Un vecchio regalo di Matthew... l'unico che Alex non era riuscito a buttare via.
Era calda e profumava di rose. Si era affezionata un po' troppo a quell'indumento per ridurlo come gli altri regali del suo ex fidanzato. E poi, anche se Alex questo non lo avrebbe mai ammesso, le ricordava il Matthew che aveva imparato ad amare. Il ragazzo scontroso e burbero che riservava solo a lei determinate attenzioni.
La figlia di Apollo indossò la felpa ed afferrò il cappotto scuro che stava appeso all'attaccapanni. Poi si caricò lo zaino e la faretra in spalla ed infine afferrò il su arco, “Doron”.
Ancora una volta, si stupì di quanto fosse terribilmente leggero.
Alex osservò l'intera cabina e sorrise, prima di dirigersi in tutta fretta verso la casa grande.

Noel e Jake erano già arrivati. Il ragazzo più giovane indossava un impermeabile scuro e dei pantaloni neri. Attaccata alla cintura c'era Organon, la spada che una volta era appartenuta a Nick. Jake, invece, aveva un abbigliamento molto simile a quello di Alex: la stessa felpa che aveva quando si erano diretti verso la villa dei misteri, lo stesso cappotto grigio ed un paio di Jeans chiari che dovevano essergli stati prestati da qualcuno.
I due la salutarono con un gesto della mano. L'attenzione della ragazza, però, fu immediatamente catturata dallo sguardo di Noel. Era estremamente freddo: il ragazzo sembrava pronto a colpirla con la spada. Gli eventi dell'estate passata lo avevano cambiato sensibilmente. Era di certo uno dei migliori combattenti che si fossero mai visti a Neapolis: nei mesi in cui era rimasto lontano dal campo aveva perfezionato le sue tecniche ed era diventato particolarmente pericoloso. Tuttavia Alex sapeva fin troppo bene quanta freddezza ed indifferenza portasse con sé quella forza.

Patrick arrivò in ritardo: il sole stava già calando. Anthony gli stava dietro.
-Molto bene mezzosangue!- esordì il capocabina di Efesto. -Il vostro compito è arrivare sul Vesuvio ed incontrare la divinità che lo tutela: Vesevo, il vecchio della montagna. Patrick rappresenta un intralcio... tuttavia, se pensate che possa esservi d'aiuto... Ricordate che Matthew dispone di un esercito e ha dalla sua parte Nesso, uno dei mostri più antichi e terribili-. Anthony calò il manto di sicurezza del quale si era vestito dando sfogo al suo lato “umano”. -Fate attenzione, ragazzi... non sopporterei di perdere anche voi... Nello zaino di Patrick c'è una grossa fornitura di nettare ed un filtro che dovrebbe rallentare il processo di infezione del veleno di Nesso, almeno secondo Spencer. Mi auguro di rivedervi... tutti interi-. Anthony girò sui tacchi e se ne tornò da dove era venuto, lasciando Patrick in mezzo ai tre semidei.

Ad Alex fu chiaro che Jake era una frana con la metro quando si ritrovarono ad una stazione ferroviaria abbandonata invece che ai piedi del Vesuvio. Fortunatamente, avevano abbastanza denaro per pagare un taxi. Il viaggio in auto fu relativamente breve, ma per tutto il tragitto nessuno dei quattro ragazzi disse una parola. Jake era seduto davanti e scrutava l'orizzonte in preda a chissà quali pensieri. Noel fissava il suo migliore amico con aria interrogativa. Probabilmente anche lui, come Alex, si stava chiedendo a cosa stesse pensando.
Patrick era il più strano di tutti. I sui occhi color cioccolato vagavano fuori dal finestrino, analizzando il panorama cangiante. Alex ricordò la sua prima missione con Matthew, e d'improvviso riuscì a comprendere meglio le idee ed i pensieri del ragazzo. La sua paura.

Arrivarono fino ad un grosso spiazzo vicino ad uno strano ristorante. Jake decise di andarci a fare una capatina in cerca di informazioni utili.
-Cosa credi di trovare in un ristorante?- gli chiese Alex.
-Non ne ho idea... ma il mio istinto parla chiaro... oltretutto, lì l'aria è più pulita... si respira un terribile fetore di zolfo qui intorno non trovate?- Jake si avviò verso il ristorantino con Noel al seguito. Alex, invece, decise di rimanere lì dov'era. Era del tutto certa che le risposte che cercavano non si trovassero in quella costruzione.
-Jake... io e Patrick faremo un giro di perlustrazione. Non ho voglia ad avvicinarmi a quel posto, credo sia solo una stupida perdita di tempo-. Jake probabilmente non la ascoltò neppure: si diresse a passo veloce verso la costruzione giallina portando Noel con sé.
-Beh...a quanto pare siamo rimasti soli...- Alex tentò di iniziare un discorso anche se era piuttosto certa che Patrick non avesse molta voglia di parlare. -Io sono Alex- continuò, tendendo la mano verso il ragazzo, -non ci siamo ancora presentati...-
Patrick le rivolse un cortese sorriso e le strinse la mano. Aveva una presa forte e decisa. Alex ricambiò il sorriso.
-Il ragazzo a cui hai sferrato un pugno poche ore fa è il mio migliore amico, Jake... ehm... ecco... so che per te deve essere difficile tutta questa storia dell'essere mezzo dio. Se hai bisogno di qualcosa io sono qui!- Alex avrebbe tanto voluto potergli essere un po' più utile, magari spiegandogli qualcosa riguardo a quella misteriosa voce che prendeva possesso di lui. Purtroppo dovette limitarsi ad un piccolo incoraggiamento.
-Alex... ecco... so che Jake è il più esperto qui e tutto il resto... ma... ho una strana sensazione. Questo posto mi sembra familiare. Credo... credo che dovremmo andare nel cratere. So che può sembrare una sciocchezza, ma sono certo che quella sia la strada giusta!- Patrick le si era avvicinato notevolmente, Alex ormai riusciva a sentire distintamente il suo odore: un mix di carta bruciata e dentifricio.
-Perché non lo hai detto anche agli altri?- Effettivamente il ragazzo avrebbe potuto manifestare questo suo sospetto un po' prima.
-Temevo che Noel mi puntasse un'altra volta la spada alla gola... lo trovo inquietante...- Alex sorrise a quella dichiarazione, pur rendendosi conto di quanto il figlio di Efesto avesse ragione.
-Beh... suppongo che dovremo aspettare che gli altri tornino prima di poter...- Patrick fu bruscamente interrotto dalla ragazza. Alex era davvero stufa di restarsene in disparte. Era un'ottima guerriera ed avrebbe potuto affrontare qualunque cosa anche senza l'aiuto di Jake o Noel.
-No... sarà meglio iniziare ad andare. Non sappiamo quanto ci impiegheranno Jake e Noel e soprattutto ho davvero bisogno di un po' d'azione. E poi... nel caso la situazione diventasse critica, tu potresti sempre mandare tutto a fuoco, no?- La ragazza aveva fatto un grosso errore. Patrick tornò a fissare il terreno: quella battutina doveva averlo turbato parecchio.
-Ehi... mi dispiace... prometto di non scherzarci più su. So quanto possa essere difficile...- Patrick non rispose, gli occhi ancora fissi verso il basso.
-Non... non preoccuparti...- disse alla fine, tornando a guardarla in faccia. -Non lo hai fatto con cattiveria, lo capisco...- Alex stava proprio per iniziare a dirigersi verso il picco della montagna, quando un boato risuonò nella radura.

DAMMI IL RAGAZZO!- Le urlò nella testa una voce femminile. -Dammi il ragazzo o preparati ad assaggiare la mia furia, figlia di Apollo!- Alex mandò mentalmente a quel paese la signorina che gli era entrata in testa e si preparò a combattere. Incoccò una freccia ed alzò lo sguardo.
Dalla cima del vulcano iniziarono a staccarsi dei grossi sassi che rotolavano verso di loro. Alex mirò e scoccò: la pietra divenne polvere.
-Figli della terra...- sussurrò Alex. -PATRICK, RESTA DIETRO DI ME E NON MUOVERTI!- Il figlio di Efesto era disarmato: se anche avesse voluto provare a combattere, sarebbe finito in polpette.
Alcune sfere di pietra rotolarono fino ad arrivare a pochi metri da loro, poi iniziarono a liquefarsi. Lava e fango presero il posto della pietra e mostri alti tre metri con sei braccia ed un'orribile testa bitorzoluta iniziarono ad andare incontro ad Alex.
La figlia di Apollo capì di non poter fare nulla per fermarne così tanti.
-Patrick... ho bisogno del tuo aiuto... riguardo al fuoco tu puoi...-
-Non riesco a controllarlo... rischierei di ucciderti!- Un figlio della terra si lanciò verso Alex. ma la ragazza gli rifilò una freccia esplosiva dritta nel cuore, e il mostro si dissolse in polvere. Purtroppo altri due o tre erano in arrivo.
-Corri a chiamare Jake e Noel. Forse le Raffiche...- Si udì uno scoppio in lontananza ed un fiotto di lava bollente iniziò a fuoriuscire da un foro del vulcano. -CORRI!- urlò Alex, iniziando a lanciare frecce a più non posso.

Il terreno, la sabbia e le rocce parevano liquefarsi ad ogni passo che Alex faceva. Le sue frecce colpivano i figli della terra nei punti più disparati, eppure questi non sembravano minimamente farci caso. Alcuni figli della terra le arrivarono un po' troppo vicino, quindi Alex fu costretta ad allontanarsi, correndo verso il ristorante
Gli uomini di fango la inseguirono. Alex scoccava frecce alla cieca, sperando di colpire qualche punto vitale. Si concentrava sulle gambe bitorzolute, tentando disperatamente di rallentarli.
Nonostante le sue misure preventive, ben presto i giganti la circondarono. Uno di loro allungò una mano verso di lei, ma una freccia gliela tranciò di netto.
Un altro gigante la colpì sulla pancia, e Alex ricadde a terra senza fiato. Poi uno di quei mostri si preparò a colpire.

In un attimo successe il finimondo. Il vento iniziò a soffiare con una forza tale da spingere l'uomo di fango molto lontano. Jake era parecchio arrabbiato: aveva evocato le Raffiche e colpiva i nemici con le spade, tranciando arti ed urlando insulti. Noel era dietro di lui, Organon che roteava e colpiva, illuminata da una luce violacea. Perfino Patrick stava tentando di fare qualcosa: continuava a correre attorno a Noel attirando l'attenzione di qualche figlio della terra che veniva, puntualmente, tranciato in due dalla spada del figlio di Ares.
Alex si alzò in piedi a fatica, mentre un paio di giganti di fango correvano verso di lei. Incoccò una freccia e puntò dritto alla testa di uno dei due. Il mostro si dissolse in polvere.
Un altro, però, avanzava verso di lei. Ormai era davvero ad un passo. Alex si preparò al combattimento corpo a corpo, sfilando il suo piccolo pugnale dall'elsa attaccata alla cintura. Fortunatamente non ebbe bisogno di utilizzarlo.

Il mostro venne letteralmente tagliato in due da una raffica di vento generata da una delle spade di Jake. Alex gli sorrise e scoccò una freccia: un altro mostro si dissolse. Patrick e Noel erano spalla a spalla. Il figlio di Efesto stringeva tra le mani un coltellino, mentre l'altro ragazzo mulinava Organon con maestria.
Ben presto i figli della terra li circondarono.
-Vai ad aiutarli!- urlò Jake, -a questi ci penso io!- Alex era cosciente del fatto che il figlio del vento fosse in condizioni di inferiorità numerica straccianti. Tuttavia sapeva bene che il suo amico aveva molte più possibilità di cavarsela rispetto a Noel e Patrick.
La ragazza si mise a correre, scoccando frecce alla rinfusa.

Alex era vanamente consapevole del vento che soffiava a centinaia di chilometri orari alle sue spalle. La sua attenzione era tutta puntata sul riuscire a colpire quanti più mostri le fosse possibile. In un attimo, una nuvola di frecce esplosive aveva fatto fuori circa la metà dei figli della terra che circondavano i due ragazzi. Noel fece il resto.
Organon brillò ed il ragazzo continuò ad agitarla freneticamente in aria. Gli uomini di fango si arrestarono ed iniziarono ad osservarlo stupefatti e rapiti. Poi il ragazzo iniziò a colpirli uno ad uno. I giganti non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava loro accadendo.
Alex si voltò verso Jake. Il figlio di Eolo era fermo in mezzo a diverse carcasse mutilate, i capelli scompigliati dal vento ed il giaccone leggermente sporco di fango.
La battaglia era finita ed Alex era terribilmente contenta di essere ancora viva.
La figlia di Apollo fece per avvicinarsi a Jake, ma un fiotto di lava investì in pieno il suo amico.

I tre ragazzi corsero a vedere cosa fosse successo. Alex aveva già le lacrime agli occhi. Non poteva essere morto. Non poteva essere morto...
La lava continuava a fuoriuscire a getti da una fessura appena formatasi, colpendo sempre il medesimo punto. Alex stava per lasciarsi cadere a terra. Poi vide la sfera di fuoco.
Jake era fermo all'interno di una sfera d'aria sulla quale si infrangevano onde di magma bollente. Le Raffiche ondeggiavano con movimenti lenti e circolari, nel disperato tentativo di rallentare l'ingresso della lava. Alex sussultò.
-Io ce la faccio!- urlò Jake con tutta la voce in suo possesso. -Questa lava... ho la sensazione che sia Vesevo a mandarcela contro... trovatelo e tiratemi fuori da qui!- Un nuovo spruzzo di lava colpì la sfera e Jake scomparve, inghiottito dalla lava e dal vapore. Alex poteva solo sperare che fosse ancora vivo.
-Noel... tu resta qui con Patrick e coprigli le spalle, io vado a cercare Vesevo!- dichiarò Alex.
-Non esiste!- Patrick aveva preso la parola ancor prima di Noel, il quale era pronto a cantarne quattro alla figlia di Apollo. -Noi veniamo con te! Se questo Vesevo è davvero in grado di far esplodere un vulcano e di direzionare il magma, il mio aiuto potrebbe essere fondamentale! Sono completamente immune alle bruciature!- Alex non era per niente d'accordo, tuttavia si rese conto che protestare era inutile. I tre si incamminarono verso la sommità del vulcano, mentre raffiche di vento ed esplosioni di lapilli danzavano nell'aria.

Non fu difficile arrivare al cratere. In una decina di minuti a passo sostenuto, i tre ragazzi giunsero alla sommità. L'intero cratere era cinto da una sorta di muro di massi rosso scuro. Alex si rese immediatamente conto che una forza antica e potente albergava in quel posto. Qualcosa di sotterraneo ed indomabile che anche lei faceva fatica a comprendere.
Quello che la ragazza percepì non appena sfiorò uno di quei sassi rossi, fu un grande e profondo odio. Qualcosa di repentino prese possesso della sua anima. Alex ebbe quasi voglia di prendere a coltellate Patrick e Noel anche senza un'apparente ragione.
Fortunatamente ebbe l'accortezza di scostare il palmo dalla roccia.
-Le pietre rosse sono stregate... non possiamo toccarle!- disse Alex, mentre Noel e Patrick la guardavano stupefatti. -Non appena entrano in contatto con la pelle liberano una sensazione orribile... è come se l'odio si impadronisse della vostra mente... non è bello...- Alex era ancora concentrata sullo spiegare ciò che aveva provato quando Noel iniziò a scalare il muro di rocce.
-Scendi di lì!- urlò Patrick, -ti farai ammazzare!-
-Su di me non ha lo stesso effetto... credo che le rocce facciano trasparire la nostra parte più oscura...- Noel era già arrivato alla metà del muro. Alex lo vide agitarsi e stringere le mani. Chissà cosa stava passando quel poverino.
-Dovete fare come me... non abbiamo altra scelta!- La figlia di Apollo si convinse, in quello stesso momento, che l'idea di Noel era l'unica soluzione possibile.
Patrick iniziò ad arrampicarsi su una grossa roccia rossa. Il suo corpo fu scosso da un fremito, poi un'aura di fuoco incandescente iniziò a ricoprirlo.

Alex era paralizzata dalla paura. Non aveva pensato che il muro di roccia rossa avrebbe potuto far emergere la personalità malvagia del figlio di Efesto.
Prima ancora che Alex riuscisse a muovere un passo, Noel si avventò su Patrick, scaraventandolo a terra. Il ragazzo smise di brillare, tuttavia Noel si bruciò ugualmente.
Alex sentì un “Ahi” di dolore e vide che i palmi delle mani del figlio di Ares erano completamente neri. Ma la figlia di Apollo vide anche altro. Scorse nei suoi occhi un dolore infinito. Vide due pozzi di oscurità purissima, vuoti e distrutti dal terrore. Ed in quel preciso momento iniziò ad ammirare quel ragazzino come nessun altro.
Si avvicinò al muro rosso ed iniziò a scalarlo. Perché se Noel era in grado di affrontare quel dolore per salvare Jake poteva farlo anche lei!
-Adesso ascoltatemi bene, voi due! E niente discussioni! Patrick tu aiuta Noel a medicarsi e poi recatevi allo spiazzo dove abbiamo lasciato Jake. I figli della terra potrebbero essere qui in giro... dovete aiutarlo e proteggerlo... siamo intesi?- Noel si contorse leggermente.
-E tu?- chiese Patrick, che aveva iniziato a riprendersi dallo sconcerto.
-Io affronterò Vesevo. Da sola. Gli farò sputare la verità e tornerò da voi. È una promessa!- Alex continuo a scalare la roccia, mentre il sole calante, le indicava la via.

N.D.A
Ecco un altro capitolo pieno di avventura !
Spero vi piaccia e per farmelo sapere recensite numerosi… please!
Al prossimo capitolo.
Un abbraccio.
E.f.

   
 
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