Secondo dei primi tre capitoli di prologo dal pov di Edward. Cortino, ma perfetto così. per me, ovviamente. E per i miei fan di "Solo Grazie a Te", prometto di aggiornare entro il weekend. Crocie sul cuore, parola di Vampiro.
Si ringraziano:
PetaloDiCiliegio: Ancora un tuo delizioso commento! Lo so di essere sadica, ma anche tu non scherzi... la curiosità di sapere le tue domande sulla mia storia mi sta dilaniando, ti prego di lasciarmene alcune. Maari ti risponderò subito!
Toru85: Ciao e ben tornata! Sono contenta che ti piaccia il pov dii Sunsilk, ovvero Edward - particolari su Solo Grazie a Te (un po' dii publicità che male fa?). La reazione dei Cullen arriverà, ma parecchio avanti! Spero resisterai fino alla fine
Lady blue: Benvenuta, piccola nuova amica! Scusami se ci ho messo tanto ad aggiornare, perdono. Non preoccuparti per i tuoi raptus pro Edward, io sono dello stesso stampo! Ora ti lascio al cap, ho parlato anche troppo!
Dubhe27: Ciao! Piacere di averti fra noi, piccola Dubhe. Eccoti il chapy!
MartinaCullen: Piacere di cooscerti anche a te! Accontentata, eccoti un nuovo cap!
franci_cullen: Grazie per i bellissimi complimenti. Spero di non deluderti, un bacio
E si ringraziano anche:
1 - aliceundralandi [Contatta]
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Kiss! Al prossimo e ultimo capitolo di Edward!
When the Stake was so High.
Parcheggiammo in garage e ci affrettammo a portare i bagagli
in casa.
“Ah, casa dolce casa” mormorò Esme, con un sorriso
nostalgico.
Mi avvicinai a lei e le posai una mano sul braccio.
“Scusami, mamma” le dissi “Mi dispiace averti costretto ad
abbandonare questo posto”
“Edward, tesoro, non preoccuparti” mi rassicurò Esme,
accarezzandomi il viso “Affronterei mille viaggi pur di non farti commettere
errori sciocchi come questo”
So che non voleva, ma abbassai lo sguardo, mortificato.
“Tesoro, ascoltami” disse Esme con dolcezza, prendendomi il
volto tra le mani “Non rimpiango di averti seguito, né ti
accuso di nulla. Hai
fatto ciò che ritenevi più giusto, e questo è da
ammirare. È stato stupido, impulsivo e avventato, ma
comunque ammirevole; l'hai fatto per concederle una possibilità,
e questo è l'atto d'amore più bello e grande che si possa
fare al proprio compagno. Non hai da rimproverarti nulla, e nemmeno
Bella lo farà. E per quanto mi riguarda, tu sei mio figlio, e io
ti sosterrò sempre, ricordatelo”
Fissai il suo volto materno, scrutando a fondo quegli occhi
dorati traboccanti d’amore, e chinai il capo, colpito da quelle parole.
“Entriamo?” chiese Carlisle, mettendomi una mano sulla
spalla.
Annuii, respirando profondamente.
Mi avviai verso la porta con la mia famiglia alle spalle
come sostegno, e dopo un altro respiro profondo entrai.
Era rimasto tutto come l’avevamo lasciato, solamente la
polvere accumulata in quei lunghi mesi faceva capire che la nostra casa era
stata disabitata per molto tempo.
Fino ad ora.
Ad un tratto, un profumo soave, ormai quasi svanito ma per
me forte e chiaro, come se la persona che lo emanava fosse stata lì accanto a
me, colpì i nostri nasi.
Il profumo di Bella aleggiava nell’aria.
“È stata qui” mormorò Rosalie, annusando il
suo profumo. Mi fissò a lungo, intensamente.
“Deve amarti davvero” disse infine
La osservai stupito, mentre lei si allontanava con il passo
di una gatta.
“È una ragazza tenace” disse Jasper “Non si è arresa,
nonostante tutto. Puoi ancora farcela, Ed”
Mi posò una mano sulla spalla e annuì, convinto, per poi
dirigersi verso il salotto.
“Eh, ci toccherà mettere a posto” disse Esme rimboccandosi
le maniche. Si voltò verso di me e mi fece l’occhiolino, complice “Se vogliamo
riaccogliere Bella come si deve, dobbiamo far tornare questa casa lustra e
splendente!”
“Esme ha perfettamente ragione!” ruggì Emmett allegro “Non
so voi, ma io sono felice di essere tornato. Tutti quegli spostamenti e quel traslocare
di continuo... brr, non fa proprio per me la vita dell’avventuriere”
“Già, tu sei un tipo piuttosto pantofolaio, Em” commentò
Jasper “A parte le lotte con i grizzly o vampiri occasionali e le brevi
escursioni, non ti schiodi da casa”
Risero tutti.
“Allora, cominciamo” disse Alice decisa “Jazz, Emmett, voi
scaricate i bagagli. Io, Esme e Rose inizieremo a mettere a posto qui sotto,
mentre tu, Edward, e tu, Carlisle, penserete al piano di sopra. I ragazzi vi
raggiungeranno appena finito lo scarico”
“Perché sempre a noi i lavori pesanti?” si lamentò Emmett
“Edward si becca sempre tutte le fortune”
“Ma non lo vedi? Edward è depresso!” lo rimproverò Alice
“Perciò, mi sembra giusto fargli fare solamente la colf”
“Aspetta che Bella rientri nella tua vita, e vedrai quello
che ti combino” sibilò con un sorriso Jasper mostrandomi i denti “Te ne farò
pentire, oh si, saranno guai. Altro che depressione”
Li osservai sparire con un sorriso sincero sul volto, il
primo da molti mesi.
“Forza, cominciamo” disse Alice rimboccandosi le maniche
“Ehi, ragazzi” dissi, una volta che anche Emmett e Jasper
furono rientrati “Grazie. Davvero”
“Di niente, ragazzo” disse Carlisle “Siamo una famiglia”
Fissai i loro volti uno per uno, grato che fossero li per
me, a sostenermi.
Felice che fossero la mia famiglia.
“Ok, abbiamo finito” esclamò felicemente Jasper
“Già... con tutta la fatica che abbiamo fatto, ammirare
questa casa splendere è davvero una ricompensa enorme” sospirò Carlisle
“Già...” feci eco.
Tutti si voltarono verso di me, guardandomi.
“Ehm... si?” chiesi
“Ma che altro aspetti?” sbottò Emmett “Vuoi andare da Bella
si o no?”
Chinai il capo, imbarazzato.
La verità, era che avevo una terribile paura di andare da
lei.
Di scoprire cosa e come aveva trascorso il periodo di
separazione, di vedere se mi aveva dimenticato sul serio, o se era rimasta in
uno stato catatonico, come l’avevo lasciata. Avevo paura che mi rinfacciasse
ciò che le avevo fatto, o peggio, di scoprire che si era rifatta una vita, come
in fondo sarebbe stato giusto che fosse.
E se non mi avesse più voluto?
Era la cosa migliore, ma...
“EHI, COMPLESSATO!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Alice nelle mie
orecchie
“Ahia! Alice, non mi urlare nelle orecchie, non sono sordo!”
esclamai, portandomi una mano alla testa “Cosa vuoi?”
“Prima che ti spedisca a scoprire se anche i vampiri hanno un’anima,
vuoi andare da Bells si o no?!” esclamò, arrabbiata
“... Forse sarebbe il caso di rimandare....” borbottai
“Edward...” sibilò, e dal suo tono furioso e da crac che
fece la scopa che aveva in mano capii che stavo per riceverne, e tante “MUOVI
QUELLE TUE GAMBE SECOLARI E CORRI DA BELLA, STUPIDO VAMPIRO INNAMORATO!!!!
RIVOGLIO MIA SORELLA, CHIARO?!?! E TI AVVISO, SE L’HO PERSA PER COLPA TUA.....”
Mi saltò addosso e mi posò i denti sul collo, ringhiando.
“Queste saranno le conseguenze” concluse riacquistando
l’autocontrollo
“Recepito” dissi, massaggiandomi il collo “Allora... devo
andare?”
“Vedi un po’ te!” sbottò Emmett “Su, marmocchio, forza e
coraggio! Eri un leone quando hai affrontato James, e ora hai paura di una
donna umana?”
“Non sai quanto” ammisi
“Ho capito, ho capito” sbuffò Alice risoluta, spingendomi
verso la porta “Andrò con lui”
“Alice, non credi che dovrebbero risolvere la questione da
soli?” la rimproverò Esme
“Non temere, mamma, se ci sarà qualche momento romantico,
saprò svanire passando inosservata”
ghignò Alice, mentre ormai avevamo raggiunto la porta principale “A dopo”
“Fatti valere, Edward!” mi incoraggiarono gli altri
“Riporta quella strana umana tra noi, fratello” ridacchio
Emmett facendomi l’occhietto “Non sai quanto mi manca il suo equilibrio
precario!”
“Era dolce” disse Jasper “Sapeva come prenderti, davvero.
Sarebbe bello se tornasse con noi”
“Si, si, basta cianciare, o va a finire che Bella morirà di
vecchiaia” li interruppe Alice chiudendosi la porta alle spalle “Allora, brother,
let’s go!”
“Ehm... Edward”
Ci voltammo: Rosalie avanzava timidamente verso di noi,
tenendosi il braccio con una mano.
“Si?” chiesi
“Cerca... fai tutto il possibile, per riprenderla” balbettò
impacciata “Non voglio che tu... o lei, soffriate per questa storia”
“Rose...”
Levò una mano e si voltò, rientrando velocemente in casa.
“Uhm, e chi l’avrebbe detto?” esclamò Alice allegra “Persino
Rose la rivuole...”
Mi prese la mano e iniziò a correre, esuberante, mentre io
sentivo nascere dentro di me una strana sensazione. Era come un peso, un peso
che mi gravava dentro e che mi impediva di respirare, di pensare lucidamente. E
soprattutto, che mi impediva di sentirmi felice.
“Aspetta, Alice!” esclamai, bloccandomi “Fermati!”
Mia sorella si fermò sorpresa, rallentando per fissarmi con
uno sguardo interrogativo.
“Io... io non me la sento” sbottai, liberandomi dalla sua
presa e facendo un passo indietro.
“Cosa?” disse lei con divertimento “Ma dai, Edward, non dire
così...”
“Alice, pensaci” esclamai “Che diritto ho io di rientrare
nella sua vita? Con che coraggio mi presenterò davanti a lei per chiederle di
riprendermi? Io... io ho...”
Mi sedetti di schianto sul terreno, prendendomi il viso tra
le mani
“Ho combinato un disastro!” urlai con un singhiozzo “Ho
abbandonato la cosa più bella, la ragione della mia esistenza! Come posso
sperare anche solo minimamente di poter tornare e riprenderla, così, con
nonchalance, come se niente fosse?! Sono un mostro, mi detesto... non ho alcun
diritto su di lei....”
“Ma tu la ami” mormorò dolcemente Alice
“NON BASTA!” gridai, in preda al dolore “Non basta più,
ormai! Non posso farle questo, non posso...”
“E per questo, continuerai a distruggerti?”
Le sue parole mi colpirono come uno schiaffo. Mi voltai
verso di lei, che mi fissava con dolcezza, inginocchiata accanto a me.
“Per questo hai deciso di vivere l’eternità nel dolore?” mi
chiese “Hai deciso di rinunciare a lei senza neanche tentare di
riconquistarla?”
“Con quale diritto...”
“Hai tutti i diritti, Edward” mi fermò lei, decisa “La ami. Lei
ama te. Fine. Hai fatto una scelta, che per te è sembrata la soluzione per la
sua felicità. Non era quella giusta. Ci hai pensato e ripensato, ti sei
pentito, sei tornato da lei perché è la tua ragione di vita. E ora non vuoi
nemmeno provare, a farla nuovamente
tua?”
“Non posso cancellare il passato” sussurrai
“No, è vero. Mai puoi scrivere il futuro” rispose lei “Puoi
andare da Bella, chiederle scusa e spiegarle perché hai fatto quel che hai
fatto, e prendere ciò che ne verrà, cioè lei di nuovo al tuo fianco. Oppure,
puoi continuare a piangerti addosso, e vederla scivolar via dalle tue mani senza
fare nulla. La scelta sta a te”
Si rialzò e mi squadrò, la fermezza e la serietà che
risplendevano nelle iridi color topazio.
“Allora, Edward, cosa vuoi fare?”
La fissai per quel che parve l’eternità, passata in meno di
un battito di ciglia. Poi, le afferrai la mano che mi porgeva.
“Andiamo a casa Swan” dissi con fermezza, riassettandomi i
vestiti.
Alice sorrise e riprese a correre più veloce di prima.
Sorrisi anch’io.
Questa volta, non avrei lasciato che i miei dubbi mi
tormentassero.
Non quando la posta era così alta.