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Autore: rora02L    05/07/2015    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Regina, invece di scagliare il sortilegio che tutti noi conosciamo, avesse deciso di rovinare la vita alla figlia di Biancaneve ed il principe, togliendole il lieto fine ?Non ho copiato nessuno, anche se questa idea è già stata usata. Mi ispirerò a Il lago dei cigni, un misto tra la versione originale e quella del cartone.
Dal testo :
Una domanda le affiorò nella mente e chiese al re: “Padre … come si fa a capire quando si è innamorati ?” James sobbalzò, stupito dalla domanda. Le sorrise: “Quando si è innamorati, si pensa sempre all’altro. Si desidera passare tanto tempo con l’altra persona, rivederla e scambiarsi i propri pensieri. Si desidera la compagnia dell’altro ed il suo affetto.” Emma pensò che non avrebbe mai più potuto vedere quel bambino e sospirò: “Temo di essere innamorata, padre. Ma lui … non è un principe. L’ho incontrato mentre rubava del cibo, ma non è cattivo ! Lui … credo … di essermi innamorata di lui, padre.” Il buon re le sorrise, era contento che la figlia le avesse rivelato la verità. La rassicurò: “Bambina mia, ricordi cosa dicevo sempre a tua madre ?" La piccola annuì: “Che l’avresti sempre trovata.”
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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11. Merlino ed il libro di favole.




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Le accarezzava ancora i capelli e le baciava il collo, mentre Emma infilava le dita pallide tra il groviglio scuro dei capelli del pirata.
Si sentivano entrambi bene, come non lo erano stati da tanto tempo. Nel cuore della principessa, la speranza si fece un piccolo spazietto e la paura venne leggermente messa da parte, perché era certa che il pirata la amava, anche se era in quello stato.
Gli occhi di Emma ripresero un po’ di quel colore azzurro chiaro di un tempo ed Uncino non poté fare a meno di sorridere felice. In quel momento, si udì bussare alla porta. I due si guardarono, ridacchiando.
Sapevano infatti che era certamente il principe, venuto a svegliare la sorella. “E adesso ?” bisbigliò Emma, divertita dalla situazione. Il capitano ridacchiò e le intimò con di fare silenzio. Le fece l’occhiolino e si nascose nell’armadio. Neal, spazientito e preoccupato, chiamò allora la sorella: “Emma, sei sveglia ?” La ragazza si alzò dal letto e si sistemò i capelli ed il vestito alla buona, per poi dire: “Sì, entra pure … non avevo capito che fossi tu.” Il principe allora aprì appena la porta ed entrò nella cabina con passo lento e furtivo, guardandosi intorno. Emma allora, mentre si legava i capelli con un nastro datole da Killian, gli chiese: “Che stai cercando ?”
Lui borbottò irritato: “Mi pare ovvio: quel demente del tuo fidanzato, il capitano di questa bagnarola ! Non lo ha più visto nessuno da ieri sera …. per caso è venuto a farti visita ?” Emma scosse la testa, facendo la finta innocente. Ma non convinse molto il fratello, che la conosceva bene e borbottò: “Mmh se lo trovo … non può lasciare una nave allo sbando così, ed io non sono certo un marinaio ! Se lo trovi, digli di muoversi: i suoi uomini hanno bisogno della sua guida.”
La biondina annuì, promettendo al fratello di farlo. Neal allora la salutò, dicendole di raggiungerlo di sopra non appena fosse stata pronta. Non appena chiuse la porta dietro di sé, Emma scoppiò in una risata fragorosa.
Erano anni che non rideva così. Killian uscì allo scoperto per unirsi a lei.
Si buttarono sul letto, ridendo insieme.

~

Davanti a loro c’era una distesa d’acqua limpida ed abbastanza ampia. Uncino giocherellava con il fagiolo che Belle aveva trovato, nascosto tra gli oggetti di Tremotino. Quel furbastro ne aveva piantato uno, da cui erano nati altri due fagioli. La ragazza gli aveva anche restituito il ciondolo che l’ex Oscuro aveva rubato alla principessa, pregandolo di ridarglielo.
La bruna infatti non era arrabbiata con Emma, sapeva che la ragazza non aveva avuto altra scelta e che non conosceva le conseguenze delle sue azioni, dato che era ignara dei poteri effettivi di quel pugnale oscuro. La vera colpevole era Regina, a cui aveva dichiarato guerra spietata, contro i suoi crimini malvagi e la sua tirannia, insieme al resto della allegra brigata di Robin.
Uncino aveva deciso di non ridare il ciondolo ad Emma, almeno non subito, per paura che lei in quel oggetto vedesse ancora una volta l’omicidio che aveva commesso. Non doveva cadere nell’oscurità e lui sarebbe stato la sua ancora. Conosceva bene il modo in cui l’oscurità e la malvagità si impossessano del cuore di una persona: sanno ammaliarlo, invitarlo, sedurlo e convincerlo che al mondo l’unica legge che vale è quella del più forte.
Ti fanno dimenticare chi amavi e chi eri, portandoti con loro sempre più negli abissi della cattiveria.
Non voleva che Emma subisse un tale mutamento e quando aveva visto che i suoi occhi, per un attimo, avevano riacquistato un po’ del vecchio colore, aveva iniziato a sperare di farcela davvero.
Non era troppo tardi, dietro quegli occhi oscuri e dentro quell’anima nera, c’era ancora la sua amata Emma. Proprio in quel momento la vide arrivare accanto a lui, con un timido sorriso sul volto. Lui le mostrò il fagiolo e le disse che, una volta arrivati al porto della Foresta Incantata, avrebbe detto alla sua ciurma di non seguirlo e sarebbero partiti loro tre verso Camelot, il paese in cui il mago Merlino viveva. E così fu.
Quando Uncino fece cadere il fagiolo in mare, a poca distanza da loro, si formò prima un vortice e poi un buco scuro vorticante. I tre si presero per mano: Neal, Emma ed infine Killian. E saltarono insieme, pensando a Camelot e a Merlino il mago. Si ritrovarono davanti ad una casupola immersa in una foresta. Da essa proveniva un profumo di tè e pasticcini ed il caminetto fumava. Aveva un aspetto molto povero e spartano, per essere la dimora di un così grande mago. Rimasero fermi davanti alla porta, incapaci di bussare. Neal guardò gli altri due e disse: “Mi sembra troppo facile … è probabile che ci sia una barriera o un qualche incantesimo per proteggere la casa. Fatemi controllare, così saremo sicuri di poterci avvicinare.”
Il principe allora si avvicinò di un passo alla casetta ed allungò una mano: subito venne colpito da una piccola scossa elettrica, che lo fece indietreggiare.
Non volevano irrompere scortesemente in casa del mago, dato che erano andati fin là per chiedergli aiuto, contando anche su di lui per il ritorno. Emma allora mollò la mano di Killian e scaraventò una palla infuocata contro la barriera, senza riuscire nemmeno a scalfirla, il colpo venne annullato.
“Dannazione !” imprecò la principessa, arrabbiandosi. Erano così vicini alla meta. Uncino notò che gli occhi della bionda si fecero ancora più scuri e questo non era un buon segno.
Decise allora di intervenire, facendo la cosa più stupida e normale che gli fosse venuta in mente: chiamare il mago in modo gentile, anche se non era il suo forte. Si schiarì la voce e disse: “M-mi scusi, signor … cioè eccellenza, signor mago Merlino. Siamo dei viaggiatori venuti per chiedere il vostro aiuto, solo voi potete aiutarci … ve ne saremmo infinitamente grati e vi ricompenseremo con qualsiasi cosa … ma vi prego, mostratevi a noi ed aiutateci.” Quando il pirata smise di parlare, calò il silenzio. Rimase fermo alcuni minuti, sperando che il mago si presentasse. Stava per perdere le speranze, quando la porta della casetta si aprì lentamente e cigolando. “Ditemi, chi siete ?” Sentirono una voce maschile, ma molto giovanile.
Killian deglutì nervoso, temendo di essere scacciati, dato che portavano con loro il Signore Oscuro. Ma non poteva certo mentire al mago, così si presentò: “Io sono il capitano Killian Jones della Jolly Rogers ed i miei compari sono il principe Neal e la principessa Emma della Foresta incantata. Vi prego, grande e potentissimo mago, ci aiuterete ?”
Dalla porta uscì un giovane bambino dai corti capelli biondi e dai vivaci occhi azzurri, di un colore molto intenso. La pelle era candida, portava una specie di tunica azzurra con una corda d’oro alla vita ed un grande capello blu a cono sopra la testa. Il viso giovane nascondeva la sua saggezza e la sua espressione era quella di un adulto, nonostante l’aspetto di un ragazzo.
I tre pensarono che fosse il servitore di Merlino e Killian stava per chiedergli dove fosse il grande mago, quando il ragazzino parlò con voce solenne: “Sono io il mago che cercate. Piacere, Merlino. E voi … - indicò Emma con un dito – chi siete ?” La bionda spalancò gli occhi, sentendosi come se quegli occhi da fanciullo fossero in grado di scrutare fin nella profondità della sua anima. Tremò, sentendosi sporca e contaminata.
Non rispose, si limitò a piangere e a cadere a terra in ginocchio.

~

“Grazie della vostra accoglienza ed ospitalità, grande mago Merlino.” disse Neal, sedendosi sulla sedia che il giovane gli aveva offerto. Il biondino rispose con la sua voce solenne ed imperiosa: “Non nego mai il mio aiuto a chi davvero ne ha bisogno … anche se si tratta del Signore Oscuro.” Emma sobbalzò, sentendosi al posto sbagliato ed indesiderata. Killian, vedendola agitata, le strinse una mano e le sorrise.
Merlino guardò i due ammirato, non aveva mai visto qualcuno amare così intensamente un Signore Oscuro e la cosa lo incuriosì molto. Aveva vissuto per centinaia di secoli, ormai aveva perso il conto, ma nessuno dei precedenti Signori Oscuri era come Emma.
Il mago fece roteare l’indice della mano destra. Comparve una teiera volante, seguita dalla zuccheriera e da quattro tazzine con i relativi piattini e cucchiai. I piattini di porcellana bianca si adagiarono ordinatamente davanti ai presenti riuniti a tavola, seguiti dalle tazze e dai cucchiaini d’argento. La zuccheriera, invece, piombò al centro della tavola, facendo indispettire il mago: “No no no, non così, insomma ! Quante volte te lo devo ripetere ? Con delicatezza !”
La zuccheriera sembrò arrabbiata, infatti aprì il coperchio e sbuffò dello zucchero, che finì dritto in faccia al principe. Neal si ripulì con le mani e Merlino si scusò: “Dovete scusare la zuccheriera, è sempre molto ribelle …” Poi la teiera iniziò a versare il tè ai presenti, partendo dallo sventurato principe per scusarsi.
Neal ammirò lo spettacolo e ringraziò timidamente. Anche gli altri due seguirono il suo esempio. Una volta finito il suo compito, la teiera tornò planando nella cucina. Merlino prese tra le mani la tazzina ed esclamò: “Bando ai convenevoli ! Andiamo dritti al punto … - bevve un sorso e arricciò il naso – ah, la zuccheriera … ha messo lo zucchero ancor prima di servirlo per non scomodarsi a lavorare … - lanciò una occhiataccia alla zuccheriera, che si voltò offesa – in ogni caso … dunque, a che punto ero ? Cosa stavo dicendo ?”
Guardò i suo ospiti, che erano rimasti allibiti. Neal allora si permise di intervenire: “Emh … ci stavate chiedendo il motivo della nostra visita …” Il ragazzino si illuminò ed alzò l’indice al cielo: “Ah, già, giusto ! Allora … cosa vi porta da me ?” I tre si guardarono, non sapendo bene come chiederlo al mago. Killian decise di raccontare tutta la loro vicenda, fin dall’inizio. Il mago lo ascoltò attentamente, interrompendolo ogni tanto per sgridare la zuccheriera dispettosa, che si divertiva a riempire le tazze vuote di zucchero mentre Merlino era distratto dal racconto.
Quando il pirata finì di parlare, il ragazzino disse pensieroso: “Capisco, capisco … il problema è che non si può eliminare il male dal mondo, mi capite ? Ho faticato molto per racchiudere in quel pugnale tutta quella magia oscura, all’epoca non sapevo che avesse il potere di trasmettere la sua malvagità e la sua magia a chi veniva colpito dalla sua lama … in ogni caso, temo di poter fare poco per la principessa.”
Guardò Emma e sospirò: “Un vero peccato, vedo che nel vostro cuore c’è ancora bontà, nonostante siate diventata l’Oscuro. Ma l’unico modo che avreste per liberarvi della malvagità del pugnale sarebbe quella di trasmetterla ad un’altra persona, costringendola a divenire il Signore Oscuro. Avete un candidato valido per tale compito ?” Gli occhi di Emma si incendiarono di vendetta e disse con tono cupo e digrignando i denti: “Regina.”
Aveva le mani serrate talmente forte che le nocche erano sbiancate. Nella sua voce si sentiva tutto l’odio ed il rancore che provava per quella donna. “Lei mi ha fatto questo … lei mi ha trasformato in una assassina. Lei mi ha costretta a vivere sotto forma di cigno per cinque anni e lei ha soggiogato mio fratello, strappandogli il cuore. Merita di soffrire più di chiunque altro !” Sbatté con violenza un pugno sul vecchio tavolo, facendo sobbalzare il giovane mago.
Il silenzio calò nella sala, rotto solo dallo sbuffare perpetuo della zuccheriera. Merlino incrociò le braccia, scuotendo la testa con disappunto.
Uncino allora parlò: “Emma, non è un buona idea… capisco che tu sia furiosa e che Regina è il nostro nemico, ma dandole il potere del Signore Oscuro metteremmo in pericolo l’intero reame. E nessuno, nemmeno la persona più riprovevole del mondo, merita un simile destino.” Il mago allora annuì, sostenendo la tesi di Killian: “Questo è giusto, giusto … mi dispiace solo che siate venuti fin qui per nulla … potrei esservi utile in altro ?” Neal esclamò subito: “Aiutateci a trovare il re James e la regina Biancaneve ! La regina cattiva gli ha portati in un altro mondo, dove vivono sotto forma  di giocattoli e le case sono fatte di marzapane, gli alberi di liquirizia e la neve è zucchero a velo.” Merlino esclamò: “Oh sì sì, ho capito … so esattamente dove si trovano i reali.” Balzò giù dalla sedia e batté le mani.
Il servizio da tè torno nella cucina ed una borsa viola a forma di cilindro apparve davanti al mago, che la aprì: “Sarà meglio preparare le valigie, ci aspetta un lungo viaggio !” Dalla manica della tunica fece uscire una bacchetta di legno, dritta e sottile. Iniziò ad agitarla, pronunciando parole in una lingua antica. Tutti gli oggetti della casa si riunirono, volando sulle teste dei nostri tre eroi e rimpicciolendosi man mano che si avvicinavano alla valigia e vi entravano. La zuccheriera fece nuovamente i capricci, ma alla fine entrò anche lei con il resto degli oggetti e la valigia si chiuse.
Merlino tentò invano di sollevarla, ma era molto pesante, così chiese gentilmente a Neal di prenderla per lui. Il principe sobbalzò e annuì, prese la valigia e seguì il mago verso l’uscita, seguito da Emma e Killian. La principessa era molto delusa e di pessimo umore. L’unica speranza che aveva di tornare normale era svanita.
Si domandò cosa avrebbero pensato i suoi genitori, vedendola così. Il pensiero la straziò fin dentro: vide sua madre terrorizzata dai suoi occhi neri e da quella pallide pelle e suo padre che le puntava una spada alla gola. Rimase ferma immobile, lasciando che gli altri andassero avanti. Non voleva che i suoi genitori la vedessero in quello stato, non poteva. Aveva faticato molto per farsi vedere da Killian e Neal, ma se sua madre e suo padre l’avessero vista come il Signore Oscuro, sicuramente l’avrebbero scacciata e condannata all’esilio. Regina l’aveva maledetta, togliendole tutto ciò che l’aveva resa felice fino a quel giorno.
E se fosse rimasta ancora al fianco di suo fratello e del uomo che amava, avrebbe finito per distruggere o ferire anche loro. Non poteva. Abbassò il capo, incerta sul da farsi. Voleva andarsene, ma non sapeva dove.
Uncino si accorse che la bionda era rimasta indietro e si voltò: “Emma, che fai ? Guarda che Merlino ha il passo veloce, non vorrei che ti perdessi …”
Le si avvicinò e notò con grande sconforto che gli occhi della ragazza erano pieni di lacrime e neri. Mise una mano sulla spalla di lei, cercando di calmarla: “Ehi, dolcezza, che succede ?” Lei chiuse gli occhi, conscia del fatto che mostrassero l’oscurità della sua anima, e borbottò: “N- non voglio che … che mi vedano così. Non posso. Farò loro del male. Mi stupisco che non ne abbia ancora fatto a te o a Neal … Killian, non posso stare con voi.”
Prima che il pirata avesse il tempo di parlare, una nube scura avvolse la principessa, che si trasformò nuovamente in un cigno nero e volò alta nel cielo. Uncino la guardò scomparire all’orizzonte: “Maledizione !”
Merlino allora gli si avvicinò di soppiatto e tirò una manica della camicia del pirata: “Senti, Jones … hai per caso qualcosa della principessa con te ?” Lui annuì, ricordando che possedeva ancora la collana che Tremotino le aveva rubato tempo addietro. Il ragazzino allora sorrise ed esclamò: “Nessun problema, allora ! Lasciamola pure andare, con un incantesimo di localizzazione riusciremo a ritrovarla non appena avremo salvato il re e la regina.”
Killian si infuriò: “Non posso lasciarla così ! E se cedesse all’oscurità ? E se diventasse totalmente oscura ? Io non posso …” Il mago lo guardò severamente e disse con il suo solito tono solenne: “Non puoi più fare nulla. Le hai donato tutto l’amore che potevi. Lei lo sa, per questo vi ha lasciati. Vi ama troppo per perdervi. L’unica cosa che potete fare pe aiutarla è ritrovare i suoi genitori. Se loro riusciranno ad amarla, nonostante l’oscurità che si porta dietro, ci potrebbe essere ancora una speranza per Emma …”
Neal abbassò il capo, sentendosi il colpevole di quella disgrazia che si era abbattuta sulla sorella. Se non fosse stato così sciocco da farsi ingannare da Regina, a quest’ora sua sorella sarebbe stata con loro a cercare i loro genitori. Ma le cose non erano andate così ed il principe non poteva far altro che cercare di rimediare.

~

“Henry ! Dov’eri finito ? Mi hai fatto stare in pensiero !” esclamò Regina, sollevata di rivedere il figlio sano e salvo.
Il ragazzo le sorrise tranquillo: “Mamma, ti preoccupi troppo … ero solo andato a fare una passeggiata nei boschi.”
La mora fece uno sguardo di rimprovero e ribatté: “Guarda che nei boschi si nascondono ladri ed assassini, figlio mio … non potrei mai perdonarmelo se ti accadesse qualcosa.” Si chinò per abbracciarlo affettuosamente. Ormai quel ragazzino era l’unica persona al mondo ad amarla.
Non aveva rivelato al figlio il vero motivo per cui aveva deciso di trasferirsi: era per proteggere lui dai continui attacchi della banda di Robin Hood, istigata da Belle, che voleva toglierle la corona e riportare la pace nella Foresta Incantata. Regina temeva che, pur di arrivare a lei, avrebbero potuto usare suo figlio e non poteva assolutamente permettere che accadesse qualcosa ad Henry. Così aveva deciso di allontanarsi dal suo palazzo usuale, aspettando che le acque si calmassero, con l’intenzione di tornare presto al suo regno.
Henry non faceva altro che pensare ad Emma. Si chiedeva come mai quella ragazza avesse deciso di passare la sua vita isolata dal mondo e sola. Conosceva bene la solitudine ed anche la sensazione che si ha nel venire rifiutati dalle persone che si ama.
Lui era stato abbandonato dai suoi genitori quando era ancora in fasce e non aveva idea di chi fossero. Regina lo aveva trovato in una delle sue corse a cavallo per stendere i nervi. Inizialmente lo aveva guardato freddamente e con aria disgustata, i bambini per lei non facevano altro che piangere e fare i bisognini. Ma presa dalla curiosità, si avvicinò ancora di più. Incontro gli occhioni del piccino, che la guardavano senza alcuna paura. Ne fu sorpresa, solitamente i neonati iniziavano a piangere non appena incrociavano il suo sguardo di ghiaccio.
Quel neonato invece se ne stava buono a fissarla. Ad un certo punto allungò una manina e toccò la morbida pelle del viso di Regina, per poi scoppiare in una fragorosa risata da poppante. La mora rimase incantata da quel gesto di affetto che da anni nessuno le riservava. Prese allora in braccio il pargoletto, che era avvolto da uno straccio logoro. Il piccino allungo nuovamente le mani verso di lei e Regina non si sottrasse a quel contatto.
Le piacevano le mani paffute di quel bambino ed anche i suoi occhi sinceri e senza il terrore che vedeva negli altri. Decise allora di portarlo con sé e di adottarlo, trattandolo come se fosse il suo adorato figliolo.
Lo chiamò Henry, in onore del defunto padre, l’unico uomo che era riuscito ad amarla per tanti anni, standole accanto ed appoggiandola sempre. Crescere il piccolo fu più difficile del previsto, perché Henry piangeva di notte e faceva venire i capelli dritti alla regina, che non sapeva proprio come calmarlo. Finché una sera non si ricordò di un consiglio che una anziana donna le aveva dato alla presentazione del figlio: raccontargli una storia lo avrebbe calmato. Regina gli raccontò la sua storia.
E gli disse che lui era il suo principe, il suo amato principino. Perché Regina non aveva mai amato nessun’altro con l’intensità con cui amava Henry.

~

Il ragazzino se ne stava nel letto a guardare il soffitto, ripensando alla giovane donna dai lunghi capelli biondi e dagli occhi neri che aveva conosciuto al lago. Qualcosa gli diceva che era tornata e decise di controllare il giorno seguente. Henry si svegliò di buon ora e saltò la lezione di equitazione per dirigersi al lago.
Sentiva una grande affinità con Emma, come se i loro destini fossero in qualche modo legati. Una volta arrivato al lago, la chiamò dolcemente. Dopo poco, un cigno dalle lunghe piume nere gli si avvicinò. Il ragazzino sorrise contento: “Sapevo che saresti tornata ! Ma dove sono i tuoi amici ?”
Il cigno abbassò il capo tristemente. Ed Henry capì, probabilmente era scappata perché ancora credeva di essere una minaccia per loro. Aveva visto spesso quello stesso sguardo negli occhi della madre, quando la donna perdeva il senno in preda all’ira e lui era presente alle sue sfuriate, che spesso finivano con persone carbonizzate o impiccate.
Regina detestava farsi vedere così dal figlio, sapeva che lui non approvava quei metodi e che anche lui quindi la vedeva come la regina cattiva. Questo la faceva soffrire molto e cercava in ogni modo di fargli capire che lei non era cattiva, non del tutto almeno. E che mai, mai gli avrebbe fatto del male.
Henry fece un sorriso triste ed iniziò ad accarezzare il cigno per consolarlo. “Vorrei poter fare qualcosa per te, Emma … vorrei poterti togliere quei poteri che così tanto ti spaventano. E farti tornare buona.” disse il ragazzo. Da quel momento, passò molte ore in biblioteca a cercare qualcosa riguardo agli occhi neri della ragazza ed i poteri oscuri che avvolgevano la sua anima.
Trovò un libro, un libro di favole, in cui si parlava proprio di una principessa vittima di una specie di sortilegio che le conferiva poteri oscuri, ma che la avvolgeva nella malvagità.
Emma riusciva a controllarsi solo quando c’era il ragazzino, in altri momenti spesso la sua sete di violenza e la sua rabbia cieca prendevano il sopravvento ed infatti la foresta era piena di alberi bruciati ed altri segni della magia oscura della principessa. Per questo era inconsciamente tornata a quel lago, era tornata dall’unica persona che la capiva ed a cui non avrebbe mai fatto del male.
Henry studiò per molto tempo quel libro apparso dal nulla, il cui titolo era “Once Upon a Time.”



 Angolo autrice:
Allora, piccole questioni da chiedere. Vi ha sorpresi il mio Merlino giovane ?
Non ho potuto fare a meno di citare la mitica zuccheriera del cartone della Disney de La spada nella roccia, ma ho pensato di proporre una nuova immagine del mago, ispirandomi all'attore Thomas Sangster, che voi sicuramente conoscete per The Maze Runner ed altri film ... adoro quel ragazzo, mi piace un sacco il suo modo di recitare v.v
Spero che i cambiamenti non diano fastidio a voi poveri lettori ...
Dedico questo capitolo al mio cuginetto Davide, che nascerà entro la fine della giornata ... ed ecco spiegato il perchè dell'immagine di questo capitolo :)
Fatemi sapere che ne pensate ...
A presto !
La vostra Rora-chan

 
  
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